“Il sole appare sereno e pacifico,
le giornate sono diventate più corte,
e soffia un fresco vento.”
Questa stagione gioiosa porta ogni ricchezza alla gente riempiendo i granai dei contadini del grano appena tagliato in abbondanza. Non solo i contadini, ma, in generale, tutte le persone si sentono felici e si godono questa stagione. La gente attribuisce la propria felicità e ricchezza a Dio.
Senza nascita e morte
Dove si trova Dio? Dio è ovunque; Egli è onnipresente: in voi, sopra di voi, sotto di voi e intorno a voi. Non ha né nome né forma particolari. Non ha neanche nascita o morte. Solo quando c’è la nascita ci sarà anche la morte! Quindi, Dio che non ha nascita e neppure morte! Egli è presente in ogni essere vivente come Âtma Svarûpa (Incarnazione del Divino Âtma). Oggi l’uomo è incapace di realizzare quell’Âtma Tattva (il Principio Atmico).
Donne pure e caste
Bhârat è una terra sacra. Essa ha dato i natali a molte anime nobili e a caste donne.
Questa terra di Bhârat ha dato i natali a molte nobili donne,
come Sâvitrî, che restituì la vita al marito morto;
Chandramatî, che spense un fuoco selvaggio con il potere della Verità;
Sîtâ, che diede prova della sua purezza
uscendo indenne da un fuoco che divampava;
Damayantî, che ridusse in cenere
un malintenzionato cacciatore con il potere della sua castità.
Questa terra pia e nobile ha raggiunto l’abbondanza
e la prosperità ed è diventata un modello
per tutte le altre nazioni del mondo grazie a simili caste donne.
Shrî Râma liberò Sîtâ dalla prigionia del demone Râvana, che per dieci mesi l’aveva confinata a Lankâ. Râma la tenne con Sé dopo averla sottoposta alla prova del fuoco. Il Dio del fuoco la presentò di fronte a Râma, dicendo: “O Râma! Sîtâ è una grande e casta donna. Ella è così devota a suo marito che non ha mai guardato in faccia nessun uomo in tutti questi dieci mesi.”
Sîtâ uscì indenne dal fuoco divampante e il Dio del fuoco stesso testimoniò della sua purezza. Si può immaginare donna più grande e nobile!? Ci può essere una donna simile in tutti gli altri Paesi del mondo?
Il Paese degli Avatâra
Il Paese di Bhârat (India) è situato in mezzo ai sette mari. Ogni uomo o donna di questo Paese deve sempre comportarsi rispettivamente come purushottama (un nobile uomo) e pativratâ (una donna casta). Non ci si deve stupire che molti Avatâra (Incarnazioni) siano nati in questa sacra terra. Grandi uomini, grandi donne e nobili anime possono nascere in qualunque Paese, ma gli Avatâra nascono solo nel Paese di Bhârat.
Oggi, nel mondo, la gente ambisce a tutto eccetto che a Dio. Essa lascia perfino la sua terra natia per cercare ricchezza e denaro. Questo non è uno sviluppo positivo, specialmente per i Bhâratîya (gli Indiani), perché ci si aspetta che siano al di sopra della brama di denaro. Dio è Colui che sempre dà; Egli non prende mai. Dio desidera dagli esseri umani solo Amore e nient’altro. Il Paese di Bhârat è nobile e sacro, ma la sua gente sta andando alla ricerca di pascoli più verdi, ovunque siano. Tuttavia, quelli con un cuore puro e senza macchia restano incollati al loro Paese natio.
Ciò che Dio si aspetta dai propri devoti è solo un cuore puro e sacro.
La gente attribuisce Nomi e Forme diversi a Dio. Di fatto, Egli è solo Uno, ed è al di là di ogni Nome e Forma. Assume un Nome e una Forma per andare incontro ai desideri e alle aspirazioni di un particolare devoto. Quando contemplate la Forma di Gesù e desiderate vederLo in tale Forma, Egli si manifesta di fronte a voi come Gesù.
Sarvatah pânipâdam tat sarvatokshi shiromukham
sarvatah shrutimalloke sarvamavrutya tishthati
Con mani, piedi, occhi, testa, bocca e orecchie che pervadono ogni cosa,
Egli permea l’intero universo.
Dio è presente in ogni essere umano, anzi in ogni essere vivente.
Daivam mânusha rûpena
Dio appare in forma di essere umano.
Verità e Amore, manifestazioni del Divino
Per questo motivo i Valori Umani sono considerati sacri e importanti. Non basta avere semplicemente un corpo fisico. Quando si ha la forma umana si dovrebbero coltivare anche i Valori Umani di Satya (Verità), Dharma (Retta Azione), Shânti (Pace), Prema (Amore) e Ahimsâ (Non violenza).
Non dovreste mai mentire, quali che siano le circostanze. Se vi attenete alla Verità, a essa seguirà la Rettitudine. Se Verità e Rettitudine vanno assieme, nascerà la Pace. Dove c’è Pace ci sarà anche Amore. Quando c’è Amore, non c’è spazio per la violenza. Sfortunatamente, oggi, c’è violenza ovunque a causa dell’assenza d’amore tra la gente. Chiunque incontriate in questi giorni, troverete in lui irrequietezza e agitazione. La gente recita japa (la ripetizione del Nome di Dio), compie tapas (le pratiche ascetiche) per ottenere pace, ma non c’è pace in nessun posto. Ovunque guardiate vedete solo pezzi, pezzi e ancora pezzi!
Si deve sviluppare Amore per ottenere la Pace. Come prima cosa, occorre sviluppare Amore.
“L’Amore è Dio, Dio è Amore.”
“La Verità è Dio, Dio è Verità.”
Verità e Amore sono veramente le manifestazioni della Divinità. Sebbene Dio sia Uno, la gente Gli attribuisce Nomi diversi come Râma, Krishna, Govinda e Nârâyana. I diversi Nomi e Forme attribuiti a Dio sono frutto dell’immaginazione di poeti e pittori. Per esempio, Ravi Varma dipinse Dio in forme diverse basandosi sulla sua immaginazione, ma Dio non può essere limitato a un particolare Nome e a una Forma. Tutti i nomi e le forme sono Suoi ed Egli li trascende tutti! Dio è immanente in tutte le specie viventi, inclusi gli esseri umani. L’intera creazione è manifestazione della Divinità.
Fare buon uso degli organi di senso
Dio non ha né desideri né aspirazioni. Egli è disinteressato. Ogni cosa del mondo materiale è la reazione, il riflesso e l’eco del vostro stato interiore. Questo è un tessuto (mostrando un fazzoletto – N.d.T.). A rigor di termini, questo non è un tessuto; è un insieme di fili che, intrecciati assieme, assumono la forma di tessuto. Analogamente, i pensieri e i desideri di un essere umano formano la mente. Essi, a loro volta, esprimono se stessi sotto forma di discorsi. Le parole si trasformano in azioni attraverso gli organi di senso. In questo processo, l’uomo intrattiene pensieri e sentimenti cattivi.
Perché Dio ha dato gli occhi all’essere umano? Solo per vedere il bene. Analogamente, le orecchie devono servire solo a udire cose buone e la lingua a pronunciare buone parole. Le parole che pronunciate devono sempre essere dolci e delicate e mai dure. Cosi, dovete considerare ogni parte e organo del corpo come qualcosa di sacro che vi è stato dato da Dio e farne un uso appropriato. Un simile corpo tanto sacro deve essere dedicato a Dio e a nessun altro. Dio vi dà tutto ciò che è necessario al vostro viaggio terreno. Dovreste pertanto installare Dio nell’altare del vostro cuore, sacro e puro.
Jñâna, la Saggezza
Dio è onnipresente. Il cielo è Dio e la terra è Dio. Tutti gli esseri umani sono incarnazione della Divinità. Dio è immanente in ogni essere umano sotto forma di respiro (Soham). L’uomo deve realizzare questa verità. Solo quando avrete compreso la vera natura di Dio si potrà dire che avete raggiunto jñâna (la saggezza).
Jñâna non significa solo conoscenza libresca. Molte persone istruite hanno acquisito una grande conoscenza dai libri di testo, ma chi è uno jñânî (anima realizzata) nel vero senso del termine? Solo colui che ha realizzato “io non sono il corpo; io non sono la mente; in verità, io sono Dio” è un vero jñânî.
La schiavitù dell’uomo
Se dite: “Questo è il mio corpo”, chi siete? A chi vi riferite? L’espressione “il mio corpo” indica che voi siete separati dal corpo. Quando dite: “Questa è la mia mente”, (significa che) la mente è separate da voi. Analogamente, quando dite: “Questo è il mio intelletto (buddhi)”, vuol dire che buddhi è separato da voi. In tutte queste espressioni, che cosa significa quindi “mio”? Quel “mio” sta per “io”. Esso è ciò che Gesù Cristo chiamò ego e deve essere tagliato. Questo è il vero significato della Croce. Tagliate quindi il vostro ego.
Voi siete legati da due cose: “io” e “mio”. Questa è la schiavitù dell’uomo. Se potete liberarvi di queste due servitù, ciò che resta siete solo “voi”. Adesso possedete un corpo. Supponete di dover lasciare il corpo domani. In quel momento, chi siete e dove siete? Non lo sapete! Il corpo è come un vestito, un abito. Una volta che vi siate liberati dall’attaccamento a quell’abito, la vostra vera natura diverrà evidente.
La stessa verità è contenuta in questa frase “colui che pensate di essere, quello che gli altri credono che voi siate e quello che in realtà siete”. Questa è la vera natura dell’essere umano. Quando qualcuno vi chiede chi siete, risponderete: “Io sono così e cosà.” Darete il vostro nome. Di fatto, quel nome vi è stato dato dai genitori e non da Dio al momento della vostra nascita.
Supponete di chiedere a Dio: “Chi sei?” Egli risponderà: Aham brahmâsmi (Io sono Brahman). Ogni individuo dovrebbe ricordarsi: “Io sono Brahman, io non ho altro nome.” Se qualcuno chiede: “Qual è il tuo nome?”, voi dovreste rispondere: “Il mio nome è Brahman.” Siate costantemente consapevoli della vostra natura che è Âtma Tattva; non dovete contemplare altro.
Quando incontrate un amico o un conoscente, salutatelo con un: “Namaskâr!” Questo implica che in realtà state facendo atto di riverente omaggio alla Divinità che è in lui. Quindi, non coltivate il senso di “io”, “io”, “io”. Tutti questi corpi fisici sono gli interpreti di una recita. Essi cambiano. Il mondo stesso è una commedia cosmica. Dovete continuamente ricordare a voi stessi che state recitando il vostro ruolo nella commedia cosmica e che la vostra vera natura è quella di essere un’Incarnazione del Divino Sé (Âtma Svarûpa). Avete qualche dubbio a questo riguardo? (Swami nel fare la domanda si è rivolto ai presenti – N.d.T.) Se avete ancora qualche dubbio, vuol dire che siete confusi.
Sfortunatamente, oggi nessuno sa qualcosa sulla sua vera natura. Come si può allora sapere di Dio? Quindi, come prima cosa conoscete voi stessi! Cercate in voi stessi, (chiedendovi): “Chi sono io? Chi sono io?”; comprenderete “Io sono io, io sono l’Âtma”, “Io sono Io, Io sono l’Âtma”, “Io sono Io, Io sono l’Âtma.” Se scordate questo Divino Sé, ciò che resta è solo “deep wine”! (forte vino). Dovreste quindi diventare divini.
Râma, Krishna, Govinda ecc., nel parlare quotidiano, sono solo riferimenti alla Divinità. Un individuo è chiamato con vari nomi basati sulle relazioni a livello fisico. Una persona si riferisce a lui dicendo: “Egli è mio nipote.” Un altro: “Egli è mio figlio.” Una terza persona afferma: “Egli è mio fratello.” Cosi si entra nei legami a mano a mano che le relazioni crescono. Da dove nascono quei legami? Sono solo vostre creazioni.
Sposate una ragazza e dite: “È mia moglie.” Ma prima del matrimonio, chi era? Voi non lo sapete. Dopo alcuni anni, quando sparirà, non saprete nulla di lei. Quindi non sapete chi era prima del matrimonio e dove andrà dopo la sua dipartita. La relazione moglie-marito è solo un momento di passaggio.
Quindi, non preoccupatevi del passato. Il passato è passato e il futuro è incerto. Voi non sapete e non avete conoscenza né del passato né del futuro; siete consapevoli solo del presente. Quindi, vivete nel presente. Questa è la sola realtà.
(Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: “Hari Bhajan Binâ Sukha Shânti Nahin …”)
Prashânti Nilayam, 25 dicembre 2009,
Sai Kulwant Hall,
Genetliaco del Signore Gesù
(Tradotto dal testo inglese pubblicato da: www.sathyasai.org)