“Non le visite ai centri di pellegrinaggio,
non le penitenze, non le pratiche yoga,
né gli studi dei testi sacri o gli atti caritatevoli
vi aiuteranno ad attraversare l’oceano del samsâra,
ma il servizio reso alle anime nobili.”
Incarnazioni dell’Amore!
Avrete letto nei testi sacri che Râvana era maestro dei quattro Veda e delle sei Shâstra. Il fatto che egli avesse imparato questi testi sacri provocò forse una qualsiasi trasformazione in lui? No. Invece di sviluppare daivatva (qualità divine) egli sviluppò dânavatva (qualità demoniache). Le dieci teste di Râvana simboleggiano i quattro Veda e le sei Shâstra. Nella battaglia decisiva, Râma tagliò le teste di Râvana perché questi non aveva messo in pratica la conoscenza acquisita. Il mero studio dei testi sacri o il canto dei Veda non apportano alcuna trasformazione. Per rendere chiaro il Proprio messaggio, Râma recise le dieci teste di Râvana con le Sue frecce.
In fondo, il fine è solo giusto. Subito prima che il suo spirito lasciasse il corpo, Râvana riconobbe le proprie colpe , si pentì e così facendo si santificò. Tutto ciò che viene predicato da Dio è a beneficio dell’umanità e per il suo benessere. È sufficiente mettere in pratica almeno uno degli insegnamenti dei Veda. Dovrebbe essere naturale per tutti mettere i pratica gli insegnamenti divini. A Prashânti Nilayam vedete che persino i bambini delle elementari si uniscono agli studenti più anziani nel canto dei Veda. Essi li conoscono tutti, ma non possiedono la conoscenza necessaria a metterli in pratica. La mera recitazione dei Veda è di scarsa utilità
L’importanza della pratica
Solo Dio esiste, ovunque e sempre. Il mondo non è che un’illusione. Il sacro insegnamento secondo cui Dio esiste dappertutto dovrebbe esser esteso a tutti. Trovate molti sâdhaka (aspiranti spirituali) che cantano e insegnano i Veda . Prendete questo esempio: una cassetta audio o un disco suonano una melodia, ma non la sperimentano. Non mettere in pratica ciò che si predica è infruttuoso. Pertanto, gli insegnamenti sacri devono essere riconosciuti, capiti e messi in pratica. Il Signore Krishna mise in pratica ciò che propagava e insistette a che tutti facessero altrettanto. Trovate molti anziani nel Mahâbhârata che furono essi stessi grandi studiosi, ma che non riuscirono a mettere in pratica la conoscenza acquisita. Lo stesso accade oggi. Dio non ha preferenze o avversioni di alcun genere. Tutti sono uguali per Lui, ma Egli osserva una persona per vedere quanto mette in pratica ciò che ha imparato. Molti studiano i testi sacri, fanno pellegrinaggi e penitenze e ripetono il Nome di Dio, ma a che cosa serve tutto questo? Molti Mi chiedono un japamâlâ (rosario). Vi serve per adornarvi il collo facendone sfoggio o per un’esperienza spirituale? A chi vuole fare questa sâdhanâ (pratica spirituale) basta una mano.
(Swami mostra con una mano come si dovrebbe fare il Nâmasmarana – N.d.T.).
Le cinque dita della mano contengono nove akshara (lettere) che vengono ulteriormente divise in dodici brahma e con questo si arriva ai 108 grani del rosario. Ripetere il Nome di Râma nove volte per dodici volte significa ripeterlo 108 volte. Questa pratica spirituale non richiede né un rosario né un posto determinato. Si può fare mentre si cammina o persino mentre si sta sdraiati, fino a quando non si va a dormire. Se esistono sentieri così semplici e sacri, perché intraprendere estenuanti pratiche spirituali prima di dormire?
Draupadî, madre eroica
Draupadî è nota per la sua castità. Ella protesse i suoi mariti in molti modi. Dopo il crudele massacro dei bambini Pândava, Arjuna rintracciò Ashvatthâmâ, il responsabile di tale atrocità, e lo trascinò davanti a Draupadî. Invece di maledire l’autore di quella malvagità e pronunciare una condanna per punirlo, ella cadde ai piedi di Ashvatthâmâ, che era il figlio del veneratissimo guru dei suoi mariti, e disse:
“È ai piedi di tuo padre Dronâchârya
che i miei mariti hanno imparato tutto ciò che sanno.
È giusto che tu, figlio di Dronâchârya, abbia ucciso i miei bambini?
Come hai potuto avere il cuore di ucciderli,
disarmati, giovani, e serenamente addormentati com’erano,
senza alcun rancore verso di te,
e senza che meditassero di farti alcun male?”
Bhîma non poté sopportare di sentire Draupadî implorarlo in questo modo. Ebbe un’esplosione di rabbia, e ruggì:
“Draupadî è una donna stupida che chiede la libertà per questo sciagurato.
Non prova alcuna rabbia verso l’assassino dei propri figli.”
Quando Arjuna fu sul punto di uccidere Ashvatthâmâ, Draupadî cadde ai suoi piedi e gli parlò in questo modo: “Arjuna! I miei bambini riacquisteranno forse la vita se uccidi Ashvatthâmâ? Anche sua madre proverebbe lo stesso dolore che sto affrontando io per la morte dei miei figli. Hai studiato i Veda e le Shâstra. Come puoi non essere capace di mantenere la tranquillità?”
Il corpo è composto da cinque elementi
ed è destinato a perire prima o poi,
ma l’Abitante (interiore) non nasce né muore.
Esso non ha attaccamenti di alcun genere
ed è il Testimone Eterno.
In verità, l’Abitante che è nella Forma dell’Âtma è Dio Stesso.
Così Draupadî implorò Arjuna, affinché perdonasse Ashvatthâmâ per la sua atroce azione. Arjuna disse: “Mi stai impedendo di mantenere il mio voto.” A questo Draupadî replicò: “Tosargli il capo e levargli dalla testa la corona tempestata di gemme equivale a ucciderlo.” Arjuna seguì il consiglio di Draupadî e come punizione simbolica gli tosò la testa, gli prese la corona e lo mandò via.
Le eccelse qualità delle donne
Che cos’è pâpa (il peccato)? Far del male agli altri, oltraggiarli o ucciderli è peccato. In che cosa consiste punya (il merito)? Nell’aiutare gli altri. Quindi, non si deve reagire a un atto malvagio con un altro atto malvagio. Si deve invece essere magnanimi e perdonare l’offensore. Nel Mahâbhârata sono presenti molti insegnamenti di questo genere. Esistono molte donne nobili come Draupadî, che è un ideale per tutte le donne. Perché dimentichiamo gli insegnamenti di donne di siffatta grandezza? Oggi le donne vengono trattate come se fossero delle bambole; invece, sono piene di coraggio, valore, senso di sacrificio, determinazione e rettitudine. Avete mai cercato di riconoscere il potere latente nelle donne? Gli uomini non possiedono un valore e un coraggio pari a quello delle donne. È per merito di donne di questo tipo che la cultura di Bhârat viene tenuta in grande considerazione; altrimenti sarebbe tramontata molto tempo fa. Vi siete mai resi conto che le donne sono dotate di grandi poteri, quali il coraggio, il valore, la determinazione e la rettitudine? Queste qualità non si trovano così facilmente negli uomini. Perché? La maggior parte di essi sono affetti dalla malattia dell’ira, che li rovina.
Chi è affetto dall’ira non avrà successo in alcuna delle sue imprese.
Commetterà peccati e verrà deriso da tutti.
È possibile che, di tanto in tanto, anche le donne soccombano alla collera e indulgano in azioni peccaminose, ma dovrebbero esser perdonate e incoraggiate a fare ammenda, non denunciate e condannate. Le qualità della pazienza e della perseveranza nelle donne sono grandi. Infatti, fu la qualità dell’equanimità in tempi difficili, caratteristica di Draupadî, a salvare i Pândava. Anche oggi ci sono molte donne di questo tipo. Le cattive qualità della collera, della passione, della gelosia, dell’invidia e della superbia prevalgono negli uomini. Le donne sono capaci di controllare questi difetti e non ne vengono sopraffatte. In simili circostanze non è nostro dovere incoraggiare e onorare donne siffatte, che preservano e promuovono la pace e l’armonia? Al contrario, le donne vengono sminuite e disprezzate. No, no, questo non deve accadere. Le donne con queste nobili qualità devono essere incoraggiate e sostenute. Qui, in questa hall, alcuni giorni fa avete assistito a una funzione che esaltava la grandezza della femminilità. Chethana ha messo in scena una piccola commedia in cui veniva presentata la grandezza di Madre Sîtâ, come donna ideale. Sîtâ e Draupadî erano grandi pativratâ (donne caste e virtuose). Si devono incoraggiare tutti i tentativi volti ad esaltare la grandezza delle donne.
Nessuna guerra, se esistono Verità e Rettitudine
Satya e Dharma (Verità e Rettitudine) sono le caratteristiche maggiori della cultura indiana. Se queste due vengono protette, il Paese sarà salvo dalla degenerazione. Se volete proteggere il vostro Paese non occorre che vi arruoliate e che facciate la guerra. Se vengono protette la Verità e la Rettitudine, che sono inerenti in voi, esse stesse proteggeranno anche il Paese. Non c’è niente di grande nell’uccidere i nemici in una guerra. Innanzitutto proteggete la Verità e la Rettitudine in voi stessi: il Paese verrà automaticamente protetto. La cultura indiana esorta a fare questo: “ Satyam vada ” (Di’ la Verità) e “ Dharmam chara ” (pratica la Rettitudine). Se lo farete con perseveranza, diventerete dei grandi eroi. Se proteggete Satya e Dharma , Dio, a sua volta, proteggerà voi. Invece di cercare di adorare Dio e ottenere la Sua grazia, proteggendo la Verità e la Rettitudine farete sì che Dio protegga non solo il vostro Paese, ma il mondo intero. La Verità è il vostro vero e proprio respiro vitale. La Rettitudine è la vostra armatura. Perciò, proteggete la Verità, e incrementate la Rettitudine. Questo è sufficiente. La Verità e la Rettitudine sono inseparabili. L’una non può esistere senza l’altra. Esse sono il respiro vitale vero e proprio dell’universo. Draupadî le osservava e le diffondeva entrambe assiduamente.
Satya dharmamu shânti premalatho
nî nitya jîvana yatra saginchu
O uomo! Prosegui il tuo viaggio della vita con l’aiuto della Verità,
della Rettitudine, della Pace e dell’Amore.
Dovete attenervi a questi princìpi, qualsiasi cosa succeda. Dio proteggerà sempre gente siffatta. La storia è piena di svariati esempi di persone che si attennero fermamente ai princìpi di Satya e Dharma , e che furono costantemente protette da Dio. Uno di questi esempi è quello dei Pândava e della loro casta moglie, Draupadî. Potete obiettare: “Dove troviamo Satya e Dharma nel mondo d’oggi? Chi proteggono?” Questa argomentazione è totalmente errata. Se voi difendete la Verità e la Rettitudine, queste, a loro volta, staranno davanti a voi e vi proteggeranno. Esse sono vere e proprie incarnazioni della Divinità. Oggi, sfortunatamente, invece di seguire le massime “Di’ la Verità” e “Pratica la Rettitudine”, la gente segue le versioni distorte di “Uccidi la Verità e “Imprigiona la Rettitudine”. Questa è perversione assoluta. Dovete vivere avendo come fondamento Satya e Dharma e considerarle più importanti della vostra vita.
Draupadî non era pazza, ma saggia
Quando Draupadî supplicò Ashvatthâmâ, che aveva ucciso i suoi figli, Bhîma divenne furioso, e venne sopraffatto da una rabbia incontrollabile. Serrò il pugno e andò verso Ashvatthâmâ con l’intento di ucciderlo. In preda a quell’ira incontenibile disse a Draupadî: “Sei pazza? Perché cerchi di salvare quest’uomo, che, senza misericordia alcuna, ha reciso la gola ai tuoi figli? Farò a pezzi di mio pugno la testa di questo infanticida. Non metterti in mezzo.” In quel momento Draupadî cadde ai piedi di Bhîma e lo implorò di risparmiare la vita ad Ashvatthâmâ. Lo pregò di riacquistare la sua compostezza. La gente che stava loro attorno rimase impietrita dallo stupore. Si chiedevano se Draupadî fosse veramente impazzita! Ma il mondo sarebbe migliore se tutti fossero pazzi come lei. Quando Draupadî supplicò i propri mariti di salvare la vita di Ashvatthâmâ, questi chiese di essere perdonato. Draupadî fu felice di constatare quel cambiamento nel cuore di Ashvatthâmâ e gli disse: “Fratello, non devi chiedere il mio perdono. Devi piuttosto onorare e servire tua madre. Non farla soffrire. Non provocarle mai angoscia; prenditi cura di lei.” Persino la perdita di cinque figli non riuscì a far versare a Draupadî lacrime di dolore.
“Io sono sempre felice”
Molte donne vengono da Me col cuore pesante e mi dicono: “Swami! La morte di mio marito mi ha causato un dolore e un’angoscia profondi. Come posso sopportare questa calamità?” Io rispondo dicendo: “Oh! Tuo marito è morto? (Sono) molto felice!” Esse si rattristano per il Mio atteggiamento e Mi chiedono: “Che cosa è mai questo, Swami? Sei così felice di sentire la notizia della morte di mio marito?” Che cosa posso rispondere? Io sono sempre felice; non conosco la sofferenza. Faccio sempre il Mio dovere. Dio è l’unica persona che protegge tutti. Quindi, pregate Dio, sempre. Dimenticare Dio e mettersi alla mercé degli esseri umani… che follia! Nella vita dovete dipendere da Dio per tutto. Questo è vero tapas (penitenza).
Il dovuto rispetto alle donne
Sin dai tempi antichi le donne sono state il respiro vitale vero e proprio e le fondamenta di Bhârat. Esse sono l’autentica incarnazione della Verità e della Rettitudine. Quanto rispetto e venerazione dobbiamo mostrare per tali nobili donne! Al contrario, molti le sottopongono a sofferenze indicibili. La gente, a causa delle cattive compagnie e delle brutte abitudini, perde il senso della discriminazione e le tortura. Nessuna donna deve essere sottoposta alla tortura fisica o mentale, quale che sia il suo carattere. Le donne devono essere onorate, rispettate e protette in tutti i modi. Quelle di Bhârat sono sempre state tenute in grande considerazione. Ci sono molte donne caste e nobili nella terra di Bhârat, eppure gli abitanti di questa terra si trovano a dover affrontare delle difficoltà. Per quale motivo? Di chi è la colpa? Questo accade solo perché gli abitanti di Bhârat non attribuiscono alle donne il posto che spetta loro nella società, e non le rispettano. La colpa è solamente degli uomini.
La tolleranza è la vera bellezza di questa sacra terra di Bhârat.
Di tutti i riti, l’aderenza alla Verità è la penitenza più grande.
Il carattere sincero delle donne è invero la loro penitenza. Queste nobili donne devono dunque essere incoraggiate e onorate. Se mettete in pratica questo unico grande principio, la vostra vita sarà santificata. Coloro che trattano male la propria moglie non saranno mai felici e non conosceranno la prosperità. Se gli uomini non sanno proteggere le loro donne, che sono pronte a sacrificare persino la propria vita per i loro mariti, a che cosa serve la loro esistenza? Le donne sono veramente le dee delle loro case ed è un dovere primario proteggerle. Fate sì che le vostre donne non debbano mai versare lacrime. Le case in cui le donne piangono andranno velocemente in rovina. Le donne sono gli ideali della società. Non fatele soffrire.
Veri uomini
Gli uomini devono condurre una vita di Verità e Rettitudine. Solo allora possono proteggere il Paese e diventar degni di esser definiti veri uomini. In caso contrario, come possono diventare uomini eroici? Molte persone vanno nei templi. Quando visitano un tempio, devono fare il voto di rispettare e proteggere le donne: solo allora essi verranno protetti. È solo quando le donne saranno al sicuro che tutto il mondo sarà felice. Quindi, se desiderate proteggere il Dharma nel mondo, dovete innanzitutto proteggere il vostro Dharma verso le donne.
Incarnazioni dell’Amore!
Immaginate una situazione in cui voi vi troviate a essere donne e degli uomini vi torturino. Come vi sentireste disperati e impotenti! Le donne sono pronte a sacrificare persino la vita per la salvezza dei loro mariti. Gli uomini, invece, non possiedono questo spirito di sacrificio. Anche gli uomini, come le donne, devono coltivare lo spirito di sacrificio: solo allora saranno degni di esser definiti ‘uomini’; altrimenti, si sarà uomini solo nella forma, ma mancherà la mascolinità. Voi credete che le donne siano abala (deboli), ma la verità è che esse sono Shakti Svarûpa (incarnazioni della Forza e del Potere). Io conosco la situazione delle donne che hanno perso i loro mariti. È nostro dovere proteggerle. Se riuscite a compiere bene questo dovere, sarete felici per tutta la vita.
Incarnazioni dell’Amore!
Dovete seguire la Verità anche nelle piccole cose. La parola ‘Satya’ è composta di tre sillabe: ‘Sa’, ‘Ta’ e ‘Ya’. Se invertite l’ordine, avrete: ‘Ya’ ‘Ta’ e ‘Sa’. Questo significa che quando fate penitenza con delle austerità quali yama (il controllo dei sensi interni) e niyama (il controllo dei sensi esterni), avrete la divina Visione di Satya Svarûpa (l’Incarnazione della Verità). Dovete però individuare il significato recondito di ogni parola e seguirlo meticolosamente.
Proteggere la donna è vero segno di virilità
Janaka, un grande re rinunciante, propagava la Verità e la Rettitudine fra i suoi sudditi mediante il proprio esempio. Anche sua figlia Sîtâ condusse una vita pia, basata sulla Verità e la Rettitudine. Voi non studiate la storia della vita di queste donne ideali; leggete invece spazzatura! No, no. Questo non vi si addice. Dovete studiare l’antica storia di Bhârat, che è sacra. Il carattere e la moralità delle donne di Bhârat sono estremamente sacri. Diventerete degni di essere chiamati uomini solo quando comincerete a proteggere queste grandi donne. Credete di diventare uomini solo perché esibite un paio di baffi o vi fate crescere la barba? Baffi e barba non sono veri segni di virilità. Dovete proteggere le donne e tenere alta la dignità della famiglia: solo così diventate grandi eroi e uomini di carattere.
Incarnazioni dell’Amore!
Dovete vedere nelle donne delle Incarnazioni della Verità. Anche se notate in esse alcuni piccoli difetti, non date loro peso. Rispettate e onorate le donne. Non usate mai neppure una singola parola che possa offenderle. Se lo desiderano, esse possono compiere qualsiasi grande impresa. Dovete esser pronti a sacrificare persino la vita per proteggerle e sostenerle. Almeno da oggi, tutti voi dovreste farvi avanti per proteggere l’onore e la dignità delle donne nel mondo. Anche le donne devono fare il voto di dare il loro modesto contributo alla causa di protezione dello Strîdharma (il Dharma femminile). Per quanto riguarda gli uomini, non c’è niente di grande o di nuovo nel cercare di proteggere le donne. È solo vostro dovere. Il dovere della donna consiste nel nutrire la famiglia e mantenerne l’unità. Se le donne sono protette, esse a loro volta proteggeranno il mondo intero. Non sminuite mai le donne, non trattatele come oggetti con cui giocare. Spero che tutti voi uomini, almeno in futuro, proteggiate la dignità e l’onore delle donne, proteggendo di conseguenza la vostra dignità e il vostro onore.
Concludo il Mio Discorso benedicendovi tutti.
(Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: “Râma Râma Râma Sîtâ…”).
Prashânti Nilayam, 6 Settembre 2004 (pomeriggio)
Sai Kulwant Hall
Ricorrenza del Janmâshtamî
Nascita del Signore Krishna
(Traduzione tratta dal testo inglese pubblicato sul sito internet dello Shrî Sathya Sai Central Trust di Prashânti Nilayam)