“Non esiste nessuno che sappia tutto,
ma non ci sono neppure teste vuote.
Esiste poi qualcuno che ha una certa conoscenza.
C’è solo Lui, Sâmbashiva, a essere onnisciente.”
Incarnazioni dell’Amore!
Il messaggio di Shivarâtrî (la sacra notte di Shiva) consiste nella diffusione, fra tutte le genti, degli ideali e della santità di questa festa di grande auspicio. Il principio di unità sta lentamente declinando fra la gente in tutto il mondo. Ci sono conflitti e discordie persino fra due fratelli di una stessa piccola famiglia.
Il nucleo più importante
Nella divina Famiglia del Signore Shiva, ci sono solo quattro membri: il Signore Îshvara, la Sua consorte Pârvatî e i due figli, Subrahmanya e Vinâyaka. Questa è una famiglia ideale. Non ci sono differenze di opinione di alcun tipo né fra marito e moglie, né fra i due fratelli: nella loro famiglia regnano un accordo e un’armonia perfetti. La Madre Pârvatî e il Signore Parameshvara hanno voluto rappresentare per il mondo intero la relazione ideale, assolutamente armoniosa, perfetta e amorevole, fra moglie e marito e fra fratelli. La famiglia è la più importante unità funzionale del mondo. Se la famiglia è sana, nel mondo tutto scorrerà liscio. Se l’unità fra i membri della famiglia viene anche minimamente penalizzata, tutto il mondo ne risentirà. L’unità dà forza alla vita dei membri della famiglia: ognuna di esse deve pertanto sforzarsi di acquisire l’unità e di stabilire una relazione armoniosa fra i suoi membri. Ogni famiglia deve sforzarsi di emulare l’esempio della famiglia del Signore Shiva. Oggi, anche quando in famiglia ci sono solo due figli, fra questi non regna l’armonia. Lo stesso vale per il marito e la moglie. Non c’è paragone con la famiglia del Signore Shiva. I veicoli che usavano, le circostanze in cui essi operavano, le ricchezze che possedevano: sotto ogni aspetto i membri della divina Famiglia stabilirono un esempio per il mondo intero.
Per esempio, il veicolo del Signore Shiva è Nandi, il toro. Il veicolo di Madre Pârvatî è un leone. Il veicolo del figlio minore, Subrahmanya, è un pavone, mentre quello del figlio maggiore, Vinâyaka, è un topolino. Si muovono per il mondo su questi strani mezzi di trasporto che, in natura, sono antagonisti fra di loro, ma conducono una vita familiare perfetta e armoniosa.
Rimuovere i sensi di colpa
Non trovate una simile armonia fra le famiglie dei tempi odierni. Se la moglie del fratello più giovane indossa qualche nuovo gioiello, la moglie di quello più anziano diventa gelosa. Allo stesso modo, in svariate situazioni della vita di tutti i giorni, all’interno delle famiglie troverete i litigi, non la pace e l’unità. Normalmente un leone e un toro non sono buoni amici. Il leone guarda al toro come a una preda, e il toro teme il leone. Ma, nel caso del veicolo del Signore Shiva, fra il toro e il veicolo di Madre Pârvatî, il leone, regnano perfetta armonia e assenza di paura. Quand’è che abbiamo paura? Quando siamo ansiosi? Solo quando in noi c’è la colpa. Se non c’è alcuna colpa, di nessun genere, allora non c’è affatto spazio per la paura! Oggi l’uomo è esposto alla paura e all’ansietà persino per le piccole cose, perché soffre di sensi di colpa. Questi sensi di colpa sono responsabili della paura, dell’ansia, dell’inquietudine, dell’odio e dell’ira. Perciò, se vogliamo vivere in pace e armonia, dobbiamo rimuovere i sensi di colpa dal nostro interno.
Nell’uomo non c’è sofferenza. Egli è Ânandasvarûpa (l’incarnazione della Beatitudine divina). Nonostante ciò, egli soffre; ciò avviene per via dei suoi stessi tratti malvagi. La sofferenza non è discesa improvvisamente su di lui da chissà dove. Essa è una reazione, un riflesso e una risonanza delle qualità malvagie che si trovano in lui. Se qualcuno vi mette in ridicolo, dovete accettare che non è l’altra persona a ridicolizzarvi, ma sono i vostri stessi sentimenti malvagi che vi tornano indietro sotto forma di ‘ridicolo’.
La Famiglia universale
Il Signore Shiva non ha gioielli speciali ad adornare il Suo Corpo. I Suoi soli ornamenti sono costituiti dai serpenti che porta attorno al collo, i riccioli arruffati, la luna crescente, la fresca acqua del Gange e la vibhûti di cui cosparge il proprio Corpo. Questa Forma divina del Signore Shiva viene splendidamente descritta in questo modo:
“Ecco! Guardate! Contemplate il Signore del picco di ghiaccio
che ha come corona la luna crescente.
Ha i riccioli arruffati e lucenti
inzuppati dal Gange che scende dal cielo,
l’occhio di fiamma sulla fronte e il bel collo
imporporato dalla fatale pozione, il veleno hâlâhala.
Suoi unici ornamenti, i braccialetti vivi
di serpenti in movimento
e la cintura di cobra che sostiene la pelle d’elefante.
Ha la vibhûti perlacea cosparsa sul petto,
sulla fronte l’accecante punto vermiglio
accanto all’occhio fiammeggiante
e le labbra rosse di betel appena masticato.
Gli orecchini di oro puro tempestati di diamanti
danzano come stelle che brillano in cielo.
La visione annulla la forma.
La meravigliosa persona del Signore irradia divino splendore.”
Il Signore Shiva ha assunto questa Forma divina allo scopo di insegnare a tutti, inclusa la Sua consorte Pârvatî, la via della rinuncia. Un’altra Sua abitudine è quella di chiedere l’elemosina.
Nella dimora celeste, Kailâsa,
un’opulenta Forma si cimenta nel totale distacco,
con in mano una ciotola per mendicare, in cerca di un’elemosina per procurarsi un pasto frugale.
Pârvatî, comunque, non sviluppò alcuna forma di avversione o di disgusto per il marito, il Signore Shiva, a causa del Suo aspetto e delle Sue abitudini. Non fuggì via da Lui dicendo: “Come posso avere una vita familiare con una persona simile?” Lo seguì invece fedelmente, sottomettendosi ai Suoi desideri e al Suo modo di essere felice. Vissero entrambi in pace e armonia. Per quanto riguarda i loro figli, il veicolo del figlio minore Subrahmanya era un pavone, che per natura è un nemico dei serpenti di cui il Padre si adornava. I serpenti cominciano a sibilare alla vista di un pavone, perché essi si detestano. Il veicolo del figlio maggiore, il Signore Vinâyaka, era un ratto, che è una preda naturale del serpente. Essi sono acerrimi nemici. Nonostante le loro nature così divergenti, tutti i membri della famiglia del Signore Shiva vissero felicemente e in perfetta pace. Ciascun membro, nel compiere i propri doveri, conferì felicità e gioia agli altri. Persino nella Forma del Signore Shiva stesso ci sono evidenti contraddizioni. Egli ha sulla testa il Gange e la luna crescente fra i riccioli arruffati. Questi sono segni di freddezza. Eppure, in contrasto con essi, Egli ha letteralmente il fuoco nel terzo occhio sulla fronte. Quindi, ha l’acqua fredda sulla testa e il fuoco sulla fronte. Queste due forze sono in conflitto fra loro. Eppure esse si mantennero in perfetta armonia e stabilirono un ideale per il mondo. Non c’era neppure l’ombra di una differenza di opinioni o di qualche nota discordante nella Famiglia universale del Signore Shiva, che rappresenta un perfetto esempio di famiglia ideale, che il mondo intero dovrebbe emulare.
Guardarsi dal cibo e dalle cattive abitudini
In netto contrasto con questa situazione, oggi troviamo un odio accanito fra le persone. L’odio governa tutti i campi del mondo. Persino in una stessa famiglia c’è discordia fra marito e moglie, fra genitori e figli e fra fratelli. Il Signore Shiva e Madre Pârvatî, con il loro esempio, esortano tutto il mondo a respingere l’odio e l’inimicizia; ma chi ascolta i Loro insegnamenti? Chi li mette in pratica? La gente ripete il Nome di Dio con grande devozione, ma non riesce a emulare l’esempio che Egli fornisce. A che cosa serve adorare Dio se non seguite i Suoi ideali? Come potete ottenere la Grazia divina se andate contro gli insegnamenti di Dio? A causa del cibo assunto e delle (cattive) abitudini, nell’uomo si sviluppano molti sentimenti negativi. Dovete cercare di controllarli. Non dovete permettere loro di manifestarsi sotto forma di odio per gli altri, né consentire mai alla gelosia di crescere. Ogni essere umano, oggi, è afflitto dalla malattia della gelosia e dell’odio. Alla radice di tutte le qualità malvagie dell’uomo c’è la gelosia. La gelosia porta all’odio. La gelosia e l’odio possono distruggere completamente un essere umano. L’uomo può godere veramente di una grande felicità se riesce a liberarsi della gelosia e dell’odio. Infatti, l’uomo stesso è l’incarnazione della Beatitudine, che è la sua intima natura. La sofferenza non fa parte della sua natura. L’uomo è un’incarnazione dell’Amore, della Pace e della Beatitudine. Perché, allora, è afflitto dalla sofferenza? Poiché rifiuta con disprezzo il comando di Dio, questa è la reazione al suo ribellarsi alla volontà divina. La reazione, il riflesso e la risonanza di questa calamità sono la causa prima di tutte le sofferenze dell’essere umano.
Quando l’Amore è ricambiato
Eccovi un piccolo esempio. Vedete una persona che vi si avvicina e pensate che si tratti di un vostro nemico. Nel momento in cui questo sentimento di odio nasce in voi, dovete combatterlo. Provate piuttosto a salutare quella persona dicendole: “Salve, fratello, come stai?” Quando esternate il vostro amore agli altri, gli altri lo ricambieranno. Invece, se vi allontanate appena vedete una persona, essa farà la stessa cosa con voi. Com’è l’azione, così sarà la reazione. Dobbiamo pertanto assicurarci che le nostre azioni siano buone. Non esistono infatti persone cattive a questo mondo. Tutti sono buoni. Voi dite che tutti quelli che vi contrastano sono cattivi, ma, se voi non esternate delle cattive qualità, come può un altro comportarsi male? Ogni persona deve coltivare i buoni sentimenti e un buon comportamento. Ci si deve comportare in modo tale da non andar contro i comandi divini: solo allora avrete pace e sicurezza nella vita. Potete partecipare a innumerevoli bhajan , adorare Dio in svariati modi e osservare molti voti religiosi, ma, se nel vostro cuore non coltivate dei sentimenti sacri, a che cosa servirà? Si devono coltivare le qualità nobili di un cuore tenero. L’Amore e la Compassione devono riflettersi nel cuore dell’uomo. Senza tali sentimenti, egli diventa veramente un demone. Ecco perché il cuore viene definito ‘ Hridaya ‘. L’etimologia di questa parola è la seguente: ‘ hrid ‘ + ‘ dayâ ‘ = ‘ hridaya ‘ (deposito di Compassione). Fra tutti gli esseri viventi, l’essere umano è l’unico dotato della qualità di ‘ dayâ ‘ (la Compassione). Ecco perché viene definito ‘colui che ha hridaya ‘: l’essere umano ideale è colui che ha un cuore compassionevole.
Riflesso, reazione e risonanza
Incarnazioni dell’Amore!
Avete un cuore sacro e compassionevole. Perché allora affogate nella sofferenza? Perché tutto è dovuto al riflesso, alla reazione e alla risonanza dei vostri intimi sentimenti. Quando il mattino scorrete le pagine del giornale, trovate inquietudine ovunque: leggete notizie di qualcuno che ha ucciso un altro, trovate odio, gelosia, ira, ecc. Tutto questo vi crea intorno un’atmosfera inquinata e infelice. Quando vi alzate dal letto, appena svegli dopo una notte di buon sonno, la vostra mente deve essere pacifica. Solo allora nella vostra vita non ci sarà motivo di inquietudine. Sin dal mattino presto dovete condurre una vita pacifica e felice. Potreste dovervi confrontare con sofferenze e difficoltà, ma sono solo nuvole di passaggio, che se ne vanno così come sono venute. Non devono riuscire a disturbarvi veramente. È solo quando le prendete sul serio e vi ci attaccate che soffrite. Se le ignorate, non vi daranno noia.
Quando ricevete una lettera, normalmente su di essa saranno scritti i nomi del mittente e del destinatario. Senza queste indicazioni, la lettera andrà a finire nel reparto della posta non recapitata. Sulla lettera devono essere specificati il mittente e il destinatario. Dovete, innanzitutto, chiedere a voi stessi: “Da dove provengo?” In risposta a questa domanda dovete scoprire ed essere certi che la vostra fonte è Dio. Dato che veramente provenite da Dio, i vostri sentimenti sono nobili. Il vostro mittente è Dio, e la vostra destinazione è la natura umana. Se vi ricorderete di queste due verità, la vostra vita scorrerà liscia. Essendo la Divinità la vostra origine, o ‘mittente’, dovete sempre obbedire al comando divino. Fra tutti gli esseri viventi della creazione, solo gli esseri umani hanno ricevuto questo privilegio. Infatti questo è l’ideale che Dio vuole che l’uomo persegua. In India le idee nobili sono state tramandate di generazione in generazione. Nonostante questi ideali ci siano stati messi innanzi, non riusciamo a vivere in pace, perché non li seguiamo.
Coltivare l’amicizia con Dio
Potete seguire una qualunque di tutte le forme della devozione:
Sharavanam (l’ascolto delle storie della gloria di Dio).
Kîrtanam (il canto delle Sue lodi).
Vishnu Smaranam (soffermarsi mentalmente sul Signore).
Pâda Sevanam (agire offrendo tutto ai Suoi piedi di loto).
Vandanam (l’atteggiamento di profondo rispetto verso tutte le forme di vita).
Archanam (l’adorazione rituale).
Dâsyam (l’atteggiamento di servo dedito e fedele verso Dio).
Sneham (il sentimento di amicizia verso Dio).
Âtma Nivedanam (la completa resa a Lui).
La cosa più importante, tuttavia, è il sentimento profondo, o motivazione, che risiede dietro tutte le forme di devozione. Il vostro intimo sentimento deve essere sempre puro. Di tutte le forme di devozione, Sneha (l’amicizia) è la più importante. È solo quando coltivate l’amicizia con Dio che potete raggiungere l’ultimo stadio, l’ Âtma Nivedanam (la resa a Dio). Per raggiungere questo scopo dovete possedere un cuore puro, che a sua volta è basato sull’amore e sulla devozione. Dovete avere un amore puro e disinteressato per tutti. Questo amore non è una strada a senso unico. Oggi siamo pronti a ricevere amore da tutti, ma esitiamo a condividere il nostro con gli altri. Dovrebbe essere invece un dare e avere: l’amore chiama l’amore. Dovete anche essere capaci di ricevere l’amore dagli altri. L’amore è un dono di Dio. Infatti, dovete innalzarvi a un tale livello da esser pronti a ricevere di tutto cuore qualsiasi cosa vi venga data da Dio. A volte, Dio dà anche delle pillole amare, così come fanno i dottori: ciò è per il vostro bene. Supponete di avere un’ulcera allo stomaco; il chirurgo ve lo apre con un bisturi per rimuoverla. Dato che vi taglia lo stomaco con una lama, lo accusate per questo di odiarvi? No, no. Sapete che se egli vi opera, lo fa solo nel vostro interesse. Allo stesso modo, Dio a volte vi mette davanti a delle difficoltà. Anche questo è solo nel vostro interesse: è solo per il vostro bene. Sia la felicità che la sofferenza sono entrambe doni di Dio. Sono la Sua Grazia Divina. Nessuno può comprendere i Suoi lîlâ (giochi divini).
Vivere sempre in perfetta armonia
Dovete sempre vivere nell’unità. L’unità deve essere la corrente sotterranea di tutte le attività che intraprendete. Tutti devono vivere in pace e armonia. La scorsa mattina avete cantato i bhajan . Quanto erano melodiosi e pieni di devozione! Com’erano gioiosi! Erano tali perché tutti voi li avete cantati come se foste un’unica voce. Particolarmente i tre ragazzi, Prasanth, il figlio di Kavi Kumar, e Ravi Kumar, hanno cantato i bhajan con shruti (intonazione), laya (modulazione) e tâla (ritmo) perfetti! Il ragazzo che ha suonato il flauto è stato loro di valido aiuto. Essi hanno comunicato al pubblico tanta gioia. Dove potete trovare una simile gioia, una simile felicità? Dove potete vedere una tale unità? Al giorno d’oggi, ovunque andiate, sentite fare ogni sorta di rumore e chiasso in nome di Shivarâtrî . In nessuna parte del mondo trovate questa atmosfera divina, stracarica di devozione: ogni attività intrapresa a Prashânti Nilayam è divina ed è in perfetta pace e armonia. Tutto è pervaso di devozione e Amore. Dio è Amore e l’Amore è Dio. Dio può essere raggiunto solo con l’Amore: dovreste quindi diventare tutti Premasvarûpa (incarnazioni dell’Amore). Dovete vivere in perfetta armonia, ovunque vi troviate, e non lasciare mai spazio all’odio. Persino quando incontrate qualcuno che vi è ostile, salutatelo con amore: egli vi risponderà automaticamente con amore, perché il mondo intero si basa sulla reazione, sul riflesso e sulla risonanza. Supponete di avere una mente inquieta. Non lo è a causa di fattori esterni: le vostre stesse manchevolezze e le vostre colpe vengono riflesse sotto forma di inquietudine.
Il sacro messaggio di Shivarâtrî
Se desiderate ottenere la felicità, vivete nella felicità. La Famiglia universale del Signore Shiva, Madre Pârvatî, Subrahmanya e Vinâyaka, sono un perfetto esempio di questo principio. Coltivate il loro esempio. Adorateli. Ma attenti: potete adorare un’immagine come Dio, ma non Dio come un’immagine. Perciò adorate i componenti della famiglia di Îshvara (Shiva) seguendo il Loro esempio. Il messaggio di questa santa notte di Shivarâtrî è di vivere in unità e armonia con tutti. In modo particolare, in una famiglia i fratelli non devono mai litigare; devono essere uniti, come i Pândava. Fu solo grazie a quella loro unione che i Pândava poterono ottenere la Grazia Divina del Signore Krishna. Con l’unione si può raggiungere qualsiasi cosa. Prendete come esempio le cinque dita di una mano: è solo quando le cinque dita lavorano insieme che possiamo assolvere qualsiasi compito. I Kaurava erano cento, ma non erano uniti per una buona causa. Alla fine, quale fu il loro destino? Lo stesso fu per Vâli e Sugrîva, come raccontato nel Râmâyana . Essi erano, infatti, fratelli, ma, a causa di alcune divergenze, svilupparono odio l’uno per l’altro. Alla fine Vâli morì fra le braccia di Râma. La meta ultima di Shivarâtrî è di sviluppare l’unità nell’umanità, quali che siano gli ostacoli, le difficoltà e le provocazioni. Non dovete fare mai uso di parole aspre quando parlate con gli altri. Parlate sempre dolcemente e a voce bassa, con un cuore amorevole.
Mantenere sempre il cuore puro
Cari studenti e devoti!
Siete convenuti qui con cuore puro, in questo fausto giorno di Mahâshivarâtrî. Ovunque vi troviate, dovete sempre mantenere un cuore puro. Quando il cuore è puro e sacro, potete intraprendere attività sacre. Quando il contenitore è puro, anche il contenuto lo è. Nonostante il vaso sia fatto d’oro, se ad esso è stato mescolato del veleno, il contenuto sarà avvelenato. Al contrario, anche se il contenitore è fatto di sola terra, l’oro, in esso conservato, rimarrà puro. Non è il contenitore, ma è il materiale (di cui esso è fatto) a essere importante. Dobbiamo mantenere sempre il nostro cuore puro come l’oro e riempirlo di dolce amore. Voi siete studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Sathya Sai. State crescendo sotto la cura amorevole di Swami. Swami non si aspetta niente da voi. L’istruzione nelle scuole di Swami è totalmente gratuita. Di qualsiasi cosa abbiate bisogno, Io ve la faccio avere gratuitamente. C’è un altro posto al mondo dove potete trovare istituti scolastici di questo tipo? C’è gente, oggi, che prenota per i figli il posto nelle scuole prima ancora che questi siano nati. Pagano delle cifre astronomiche per farseli riservare. Solo negli Istituti Sathya Sai non dovete prenotare in anticipo. Non ci sono anticipi a Prashânti Nilayam. Ovunque andiate, dovete vivere all’altezza dell’educazione ricevuta. Condividete con gli altri tutto ciò che avete imparato qui.
La coerenza fa grandi le anime
Incarnazioni dell’Amore!
L’Amore è la Mia sola proprietà. Dovrebbe essere lo stesso per voi. Io non voglio niente da nessuno. Vivete nell’Amore e condivideteLo con tutti. È solo quando conducete una vita piena d’amore che essa diventa pura e sacra. Ogni attività a Prashânti Nilayam è pura e pacifica. Migliaia di persone si sono riunite qui in occasione di questa sacra ricorrenza di Mahâshivarâtrî . Avete sentito qualche rumore? No, neppure un bambino che piange. Nessuno che starnutisca o tossisca. Un’atmosfera calma, serena, pacifica e divina pervade questa sala. Se non riuscite a trovare la Pace qui, in quale altro luogo potete trovarla? Non parlate mai a nessuno con asprezza. Molti oggi si atteggiano a devoti, ma in realtà seguono il sentiero del male. Non c’è segno di devozione: il loro comportamento va contro ogni concetto di devozione. La dissonanza fra pensiero, parola e azione è caratteristica di una persona dalla mente malvagia. Ecco perché viene detto:
“Coloro i cui pensieri, le cui parole e le cui azioni
non sono in accordo fra di loro, sono malvagi.”
Non dovete stare in compagnia di tali persone, ma unirvi ai veri devoti, che vivono secondo il principio:
Grandi anime sono coloro che hanno conseguito l’unità fra pensiero, parola e azione.
La caratteristica più importante di un devoto
La caratteristica più importante di un (vero) devoto è il suo buon comportamento. Se non ha queste caratteristiche, non è un devoto, ma un grande peccatore. Voi studiate in questa grande scuola. Ovunque andiate, si deve potervi riconoscere dal modo in cui vi comportate. Ci sono molti ex studenti di questo Istituto, che oggi vivono in America, in Giappone, in Germania, ecc., che vengono ancora riconosciuti come nostri studenti. Essi portano credito alle nostre Istituzioni Scolastiche. Non è necessario che diate niente a Sai: dovete solo condurre una vita virtuosa e comportarvi bene. Questa è l’unica cosa che voglio e che Mi dà gioia. Non solo gli studenti: anche i devoti devono comportarsi bene. Devono sentire di esser membri della famiglia universale del Signore Shiva. Madre Pârvatî costituisce il corpo, mentre il Signore Shiva rappresenta il cuore. Quando il cuore e il corpo si uniscono, diventano una casa nella quale la natura umana va ad abitare. Questo è ciò che si chiama Prakriti (la Natura). Il corpo umano rappresenta Pravritti (la manifestazione, ciò che ha a che fare col mondo materiale), mentre l’ Âtma che risiede nel corpo rappresenta Nivritti (la cessazione dell’impulso a esistere come individualità; il distacco dal mondo oggettivo).
L’Unità di Pravritti e Nivritti costituisce la natura umana. Nonostante siano nati con questa sacra natura umana, gli uomini dimenticano la loro Divinità innata.
Desidero infine consigliarvi di non permettere mai all’ego di dominare le vostre azioni. Ovunque ci sia ego, là risiede il pericolo. Perciò, liberatevi dell’ego e coltivate un amore puro e altruistico per tutti. Non c’è niente a questo mondo che non si possa acquisire tramite l’Amore.
Concludo qui questo Mio Discorso, con la benedizione che le divine vibrazioni del Nâmasamkîrtana (recitazione e canto dei Nomi del Signore) di oggi si diffondano nel mondo intero e garantiscano a tutti buone qualità, buone azioni e buon comportamento.
(Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: “Prema Muditâ Manase Kaho …”).
Prashânti Nilayam, 2 Marzo 2003
Sai Kulwant Hall
Festa di Mahâshivarâtrî
(Traduzione tratta dal testo inglese pubblicato sul sito internet dello Shrî Sathya Sai Central Trust di Prashânti Nilayam)