“Le stelle sono Brahman, il sole è Brahman,
la luna è Brahman, l’acqua è Brahman,
il cielo è Brahman, il Vaikuntha è Brahman,
la madre è Brahman, il padre è Brahman,
tutta la ricchezza è Brahman, l’amore è Brahman,
gli esseri viventi sono Brahman, l’anima individuale è Brahman,
il Creatore è Brahman, il Protettore è Brahman,
il Distruttore è Brahman, la madre di famiglia è Brahman,
il Karma è Brahman, kâyam (il corpo fisico) è Brahman,
prakriti è Brahman, prâna (il principio vitale) è Brahman,
ogni cosa è Brahman, questa assemblea è Brahman,
anche Sai, che sta dichiarando questa verità, è Brahman.”
“Nella sua natura, un albero nato dal terreno è come il terreno.
In modo simile, la creazione nata da Brahman non è differente da Brahman,
ma appare diversa all’occhio esteriore.
Tale è il mistero di questo mondo.”
Incarnazioni di Brahman!
Un seme messo nel terreno spunta come germoglio e cresce nel tempo diventando un grande albero. In esso, i rami, i ramoscelli, i fiori, le foglie e i frutti sembrano essere cose distinte. Inoltre, ognuno di essi ha uno scopo preciso, ma tutti non sono che forme differenti del terreno da cui hanno avuto origine. I rami, i ramoscelli, le foglie, i fiori e i frutti sono essenzialmente forme diverse dello stesso terreno.
Tutto è manifestazione di Brahman
Vedendo una corda nell’oscurità e in lontananza, un uomo sospetta che si tratti di un serpente e grida di paura. Poi arriva qualcuno che lo rassicura del fatto che non si tratta di questo, ma di una corda. La paura scompare nel momento in cui egli conosce la verità: non si tratta di un serpente, ma di una corda. Era una corda prima che egli la vedesse, era una corda quando l’ha confusa con un serpente ed era una corda quando egli ha compreso la verità. La corda simboleggia Brahman che l’uomo interpreta come natura a causa della sua illusione. Egli comprende la verità quando una persona che ha la conoscenza vera gli dice che non si tratta della natura, ma della manifestazione di Brahman Stesso. Tutto ciò che si osserva nel mondo visibile non è altro che Brahman. Eppure, per ignoranza, la gente pensa: “Dov’è Brahman e dove siamo noi? Noi siamo comuni mortali, mentre Brahman è onnipotente, onnipresente e onnisciente.” Dire questo è sbagliato: voi siete realmente il Brahman onnipotente, onnipresente e onnisciente, ma, per colpa della visione terrena prodotta dall’illusione, pensate di essere dei semplici mortali. Voi aspirate a vedere Dio pensando che Egli sia diverso da voi. Tutto ciò che vedete intorno a voi, tutto quanto sperimentate è Brahman, ma, ciononostante, voi volete vederLo.
“È sciocco vedere la realtà, ma non riconoscerla.”
Che grande illusione è questa! Eppure nessuno crede facilmente a questa verità.
Nell’oceano ci sono innumerevoli onde e il loro movimento genera la schiuma. Quando osserviamo la superficie liquida, le onde e la schiuma, esse appaiono differenti, ma, in realtà, tutte e tre sono la stessa cosa. L’oceano e le onde hanno le stesse caratteristiche di freschezza e umidità; tra loro c’è una relazione intima e inseparabile. Lo stesso si verifica tra il Jîvâ (l’anima individuale) e Brahman. Dall’oceano infinito e insondabile di Sat-Cit-Ânanda (Esistenza-Conoscenza-Beatitudine Assolute) emergono, come onde, innumerevoli esseri. Mentre Brahman è Satyam Jñânam Anantam (Verità, Saggezza ed Eternità), l’uomo è l’incarnazione di Sat-Cit-Ânanda.
Colui che conosce Brahman diventa Brahman
Incarnazioni dell’Âtma Divino!
Il colore degli occhiali che indossate determina quello delle cose che vedete intorno a voi. Similmente, se colmate d’amore la vostra visione, tutta la creazione vi apparirà divina.
“Come sono i sentimenti, così sarà il risultato.”
Nel mondo visibile, voi riscontrate la diversità, ma, in effetti, non c’è alcuna diversità, per cui dovreste sforzarvi di acquisire questo Principio Divino dell’Unità. Brahman e Mâyâ sono ambedue immanenti in ogni individuo, Pârvatî e Parameshvara non sono diversi. Pârvatî simboleggia la sincerità e Îshvâra la fede di cui ogni uomo è dotato. Similmente, Mâyâ e Brahman sono entrambi presenti in ogni individuo. Per questo, ogni uomo è un’incarnazione composita di Shakti e Shiva. Voi dovete indagare su che cosa sia Brahman e che cosa sia Mâyâ. L’uomo è la combinazione di Sat-Cit-Ânanda, nome e forma. Sat-Cit-Ânanda significa Brahman, mentre nome e forma significano Mâyâ; questi nome e forma sono visibili all’occhio fisico e questa è la causa dell’illusione. L’acqua dell’oceano prende la forma delle onde a causa del vento; senza l’aiuto del vento non possono esserci onde. Come le onde si formano nell’oceano per la forza del vento, le onde di individui si formano nell’oceano di Satcitânanda per effetto di Mâyâ. Il vento è Mâyâ, gli individui sono le onde dell’oceano di Satcitânanda. Pertanto l’individuo, che è scaturito da Satcitânanda, ne è un’incarnazione. Quando riconoscete questa verità, voi diventate divini come afferma il detto vedico:
“Colui che conosce Brahman, diventa realmente Brahman.”
Oggi, voi siete sviati dalla diversità dei nomi e delle forme, pensate in termini di diversità e sperimentate la diversità. Il principio di Satcitânanda è legato a Mâyâ, ma questa Mâyâ gradualmente scompare. Lo stesso potere che distingue le onde dall’oceano le farà fondere di nuovo in esso; qualunque cosa emerga dall’oceano è destinata a rifondervisi. Solamente il nome e la forma hanno nascita e morte, mentre Brahman non va soggetto né all’una né all’altra. Per questo Brahman significa infinito. Esso non ha fine, ed è presente dovunque guardiate. Non c’è niente che non sia Brahman nel mondo; il cosmo intero è Brahman. A causa delle limitazioni dell’intelletto e della comprensione, voi non potete comprendere questo principio eterno e infinito. Voi create la diversità tra gli esseri nell’unità di Brahman proprio come nella corda vedete un serpente, causando in tal modo la vostra sofferenza. Tutti sono incarnazioni di Brahman. Non dovreste sminuirvi dicendo di essere dei meri esseri umani basati sulle differenze di nomi e forme. Vedere la diversità nell’unità è segno di ignoranza e anche l’incapacità di comprendere la verità lo è; la conoscenza si trova nella comprensione della verità. Né la conoscenza né l’ignoranza si trovano nei libri.
“Tutto nel mondo è permeato di conoscenza.”
Ogni individuo e ogni società sono dotati di conoscenza e questa è proprio la forma di Dio; questa è la verità e per questo si dice:
“Brahman è l’incarnazione della verità, della saggezza e dell’eternità.”
Mâyâ non vi afferra; voi afferrate Mâyâ
L’aria è onnipervadente, ma non potete vederla con gli occhi o prenderla con le mani; eppure non potete negare la sua esistenza solo perché non si può vedere o afferrare: senza di essa non possiamo sopravvivere.
L’aria può esser paragonata a Mâyâ: voi pensate che Mâyâ vi sia dannosa, ma, in realtà, essa non fa danno a nessuno. Le persone criticano Mâyâ dicendo che essa le tiene strette nella sua presa e le mette in difficoltà. Come può Mâyâ afferrare qualcuno? Non ha mani né gambe. Voi avete mani e gambe, per cui l’avete presa, ma essa non vi ha presi. Invece di afferrare Mâyâ, dovreste afferrare Brahman. È il vento di Mâyâ a creare le onde dei vari esseri nell’oceano di Brahman. In effetti, Mâyâ è responsabile di tutta la creazione.
“L’uomo nasce e cresce in Mâyâ, ma è così insensato da non comprendere che cosa essa sia.
La vita è Mâyâ, gli attaccamenti alle cose del mondo sono Mâyâ, lo è la famiglia e persino la morte.
Sapendo benissimo che la vita è piena di Mâyâ, l’uomo continua a cadere nella sua trappola.
Che cosa strana!”
L’ignoranza dell’uomo è la causa fondamentale del suo essere intrappolato da Mâyâ. Qual è la causa prima dell’ignoranza? La causa prima dell’ignoranza sono le azioni fatte con attaccamento. Da queste azioni (karma) l’uomo ricava la nascita (janma) e la nascita fa sorgere l’illusione (bhrama) che, a sua volta, porta all’ignoranza. Quindi l’azione è la base di tutto; com’è la vostra azione, così è il risultato.
“O uomo, è possibile sfuggire alle conseguenze delle azioni?
Tu puoi studiare le Scritture e adorare le tue divinità familiari,
puoi andare nella foresta e fare intense penitenze,
ma non puoi sfuggire alle conseguenze delle tue azioni.
Che tu attinga a un laghetto o a un oceano immenso,
potrai prendere solamente quanto il tuo recipiente può contenere.”
Il bene e il male dipendono dal vostro modo di pensare. Voi siete sempre immersi in pensieri e sentimenti esteriori e terreni. Da quando vi alzate a quando vi coricate, passate tutto il tempo in attività relative al mondo. Pensare che vivere in questo modo sia naturale per un essere umano è sbagliato. Dovreste abbandonare il sentiero che si addentra nel mondo e prendere quello della spiritualità. Voi espletate vari tipi di pratiche spirituali per raggiungere Brahman, ma, in realtà, Egli non si raggiunge in tal modo; il Principio di Brahman si può comprendere solamente tramite la ricerca. Usate il vostro senso di discriminazione e svolgete la vostra indagine. In questo contesto, neppure tale termine è corretto. Si può indagare su qualcosa che non è presente, ma perché si dovrebbe cercare qualcosa che è dovunque? Brahman è presente in voi, con voi e intorno a voi; perché dovreste indagare su di Esso? Questo è un segno d’ignoranza. Tutte le pratiche spirituali sono fatte solamente per appagare la mente. La mente è come un fiore di loto; la madhukara (grossa ape) vi entra e ne sugge il nettare. Come si sostiene il fiore di loto? Esso trae il suo sostentamento solamente dalla madhukara. Come si può capire ciò? Dividete la parola madhukara in due parti, madhu e kara: madhu significa “acqua” e kara indica i raggi del sole. I raggi del sole dall’alto e l’acqua dal basso forniscono il sostentamento al loto. Come bhramara (madhukara) entra nel fiore di loto, bhrama (l’illusione) entra nel “loto” della mente. Questa illusione fa sorgere il desiderio e il desiderio è la causa della vostra contentezza e sofferenza. Non seguite i desideri della mente; se ne seguite i capricci, sarete vittime di Mâyâ.
“Chi segue le stravaganze della mente diventa peggiore di un animale e si rovina;
chi segue i consigli dell’intelletto diventa Dio in terra.”
Quindi non seguite la mente; seguite l’intelletto. La mente è un misto di pensieri positivi e negativi. Essa non ha forma. (Bhagavân mostra il Suo fazzoletto – N.d.T.) Che cos’è questo? Un pezzo di stoffa. Non è una stoffa, ma una moltitudine di fili tessuti insieme; non è neppure una quantità di fili, ma cotone. Se indagate in questa direzione usando il processo di negazione, comprenderete che il desiderio non è altro che un’illusione.
Studenti!
Bisogna che comprendiate un principio sottile: voi dite: “Na dehamu, na manasu” (il mio corpo, la mia mente). Che cosa significa? Qui “na” significa “no”; quindi Na dehamu, na manasu vuol dire “Io non sono il corpo, io non sono la mente”. Nello stesso modo, se indagate profondamente, comprenderete “Io non sono l’intelletto, Io non sono i sensi, Io non sono nessuno di questi”. Allora chi sono io? Io sono Io.
Ci sono quattro grandi affermazioni (mahâvâkya) nei quattro Veda: Prajñânam Brahma (Brahman è Consapevolezza Suprema), Aham Brahmâsmi (Io sono Brahman), Tattvamasi (Quello tu sei), Ayam Âtmâ Brahma (Questo Sé è Brahman). Nonostante i mahâvâkya rivelino la verità più elevata, parlano di dualità; in effetti, tutto il Veda rivela solamente la dualità. Allora dove si trova l’advaita (non dualità)? Lo scopo dei Veda è quello di insegnare all’uomo ciò che si ritiene debba ottenere in questo mondo: come ottenere la felicità, qual è la strada da seguire, come dovrebbero comportarsi i celibi, i padri di famiglia, coloro che hanno scelto di ritirarsi a vita privata e i rinuncianti. Questo è tutto ciò che i Veda insegnano; quindi essi comunicano solamente la dualità. Il Vedanta insegna il non dualismo. Le Upanishad costituiscono il Vedanta. Esse non sostengono “Io sono Brahman” quale verità suprema, in quanto questo aforisma parla di due entità, cioè Io e Brahman, e, se ci sono due entità, siamo nel dualismo. Dio è omnipervadente, ma l’uomo, incapace di comprendere questa verità per la sua ignoranza, diventa vittima di molti tipi di sofferenza.
Dio soltanto è il Vero Guru
Voi dite che oggi è il Guru Pûrnimâ che in verità non è il nome corretto di questa festività sacra. Alcuni falsi guru, al fine di ottenere dei favori dai loro discepoli, hanno assegnato questo nome alla ricorrenza, ma il suo nome vero è Vyâsa Pârnimâ perché è la ricorrenza del compleanno del Saggio Vyâsa ed è in questo giorno che egli ha classificato i Veda in quattro parti: Rig Veda, Yajur Veda, Sâma Veda e Atharva Veda. Egli è anche il compositore dei diciotto Purâna. Il nome Vyâsa Pûrnimâ è stato cambiato in Guru Pûrnimâ con l’andare del tempo. Il Saggio Vyâsa fu un uomo di grande conoscenza; per una persona comune, studiare i Veda infiniti nel corso di una vita non è possibile, per cui egli separò i Rik e li chiamò Rig Veda. I Rik sono i mantra la cui recitazione perseverante e devota protegge l’uomo. Manana trâna sammilitam iti mantra indica la considerazione profonda di ciò che si è udito e la sua messa in pratica. Vyâsa separò tutti gli yajus (formule o preghiere sacrificali) che sono utili per la conduzione di Yajña e Yâga (riti e rituali) e chiamò questa parte Yajur Veda, mise insieme tutti i sâma (canti sacri) chiamandoli Sâma Veda. Essi sono relativi alla musica e alla letteratura. Infine elencò tutti i mantra che riguardano le armi e le scienze della salute e li chiamò Atharva Veda. Per il grande bene che fece nel classificare i Veda, egli è considerato un Guru. Nelle scuole ci sono molti insegnanti di materie diverse come la chimica, la matematica, la botanica ecc.; similmente, nel campo spirituale, chi impartisce insegnamento spirituale è considerato un Guru. Qual è il significato profondo del termine Guru? “Colui che scaccia l’oscurità dell’ignoranza è un Guru”, e non solo. “Colui che è senza forma e senza attributi è il vero Guru.” Solamente Brahman è oltre gli attributi e la forma, per cui Egli è il solo vero Guru. Gli Avatâr non danno alcuna iniziazione ai mantra; che bisogno c’è di istruzione sui mantra quando siete già insediati nel Sé? Voi stessi siete Brahman. Che bisogno c’è di avere un insegnamento personale sui mantra? Soltanto coloro che non comprendono questa verità danno l’insegnamento sui mantra. Questi Guru ricevono lo stesso insegnamento dai loro Guru. In effetti, un vero Guru è colui che non ha alcun Guru. Dio soltanto è il vero Guru.
“Il Guru è Brahman, il Guru è Vishnu, il Guru è Maheshvara.
Il Guru è veramente il Brahman Supremo; quindi rispettosi omaggi al Guru.”
In questa era moderna, alle persone viene insegnato che il Guru è Brahma, il Guru è Vishnu e il Guru è Shiva. No, no. Questi Guru moderni non sono Brahma, Vishnu e Maheshvara. Allora chi è il Guru? Brahma Stesso è il Guru, Vishnu Stesso è il Guru e Shiva Stesso è il Guru. Brahma, Vishnu e Maheshvara rappresentano le tre qualità, cioè rispettivamente la rajasica, la satvica e la tamasica. In effetti, il mondo intero è costituito dei tre guna e ogni essere umano è dotato di queste tre qualità. Brahma, Vishnu e Maheshvara sono presenti nel cuore di tutti nella forma di questi tre guna; fino a oggi, nessuno ha visto Brahma, Vishnu e Maheshvara con gli occhi fisici. Chi è il vostro Guru? Voi stessi lo siete, la vostra stessa mente è il vostro Guru. Nel momento in cui comprendete questa verità, scompare la necessità di avere qualunque altro Guru. Abbandonando una via così semplice, la gente spreca la vita seguendo vie sbagliate per colpa dei suoi malintesi e dubbi. I cosiddetti Guru di oggi danno un mantra ai loro discepoli e chiedono loro adorazione. Io non voglio criticare nessuno, ma la verità vi va detta: essi sussurrano un mantra nelle orecchie dei discepoli e stendono la mano davanti a loro per avere denaro come offerta al Guru (Guru Dakshinâ). Questo non è corretto per un Guru. Che cos’è “Guru Dakshinâ?” Il Guru Dakshinâ vero è sapere che voi stessi siete il Guru, siete Brahma, siete il Potere Divino e tutto è in voi; per questo, di quando in quando, Io vi dico il significato del mantra della Gâyatrî “Om bhur bhuvah svah……” Le persone pensano che queste tre parole indichino tre mondi differenti, cioè la terra, lo spazio e il cielo. La ragione di questo pensare errato consiste nel fatto che oggi non ci sono studiosi capaci di chiarire i dubbi delle persone spiegando il loro significato. “Bhur” si riferisce al “bhûrloka”, o mondo materiale; esso rappresenta la materializzazione. “Bhuvah” è la forza vitale che fa vibrare il mondo materiale e quindi rappresenta la vibrazione. “Svah” indica la conoscenza espressa dall’affermazione vedica “Prajñânam Brahma”; esso è chiamato radiazione. Materializzazione, vibrazione e radiazione sono tutte e tre in noi e non sono presenti in alcun luogo di qualche altro mondo.
SeguiteMi
Se fate azioni buone e fate del bene agli altri non c’è altro da fare. Quale dovrebbe essere il vostro atteggiamento quando prestate aiuto? Dovreste sentire che colui che aiuta è Brahman e colui che riceve l’aiuto è anch’egli Brahman. Per questo in Bhârat la gente usa il termine Daridra Nârâyana Sevâ riferendosi al servizio di nutrire i poveri. Il Signore Nârâyana ha due forme; una è quella di Daridra Nârâyana (il povero) e l’altra è quella di Lakshmî Nârâyana (il ricco). Quest’ultimo non ha penuria di ricchezza e ha molte persone che Lo servono, mentre Daridra Nârâyana non ha ricchezza né gente che lo serva. Voi dovreste aiutare e potenziare queste persone in modo che anch’esse diventino delle Lakshmî Nârâyana. Per questo, Io dico sempre: “Aiuta sempre, non ferire mai”, il che è l’essenza dei 18 Purâna. Aiutate tutti. Aiutare gli altri è come aiutare voi stessi. Qualunque cosa facciate agli altri vi tornerà moltiplicata; ecco perché i Veda dichiarano:
“Il saluto reverenziale che fate a chiunque raggiunge Dio.”
Qual è il significato profondo di questo? La frase significa che tutti sono Brahman: chi offre il proprio reverenziale saluto è Brahman e chi lo riceve è, egli pure, Brahman.
Incarnazioni dell’Amore!
Avendo camminato sulla strada sbagliata per molto tempo, la vostra vita è nello scompiglio per tutti i dubbi e le incredulità che avete. Siete incapaci di giudicare ciò che è corretto e ciò che è sbagliato e la ragione di questo è che pensate di essere un’entità separata anche se, in effetti, voi siete una parte della società. Comunque la società è una parte della creazione che non è altro che la manifestazione del Creatore, per cui voi stessi siete il Creatore e tutti sono incarnazioni di Dio. Nessuno è superiore o inferiore a un altro. Voi potete pensare: “Come si possono ottenere i poteri che ha Swami?” SeguiteMi e sarete certamente dotati di questi Poteri Divini. In effetti, tutti i poteri sono già presenti in voi, ma non ne siete consapevoli. Tutti volete la beatitudine; se Mi seguirete, sarete sempre in beatitudine. In realtà, la beatitudine è in voi, con voi, intorno a voi, sopra e sotto di voi: voi siete l’incarnazione della beatitudine. Perché dovreste cercare la beatitudine all’esterno quando essa è già presente in voi? Vi illudete di poter ottenere la felicità dagli oggetti esteriori, ma in questo mondo non c’è felicità. Tutto è in voi, tutto è il riflesso del vostro stato interiore. Voi siete l’incarnazione di Brahman; consideratevi Brahman. Vivete nella consapevolezza costante: “Io sono Brahman, io sono Brahman.” Se maturerete questa consapevolezza, diverrete Brahman. Se puntate una macchina fotografica su di Me e scattate, otterrete la Mia fotografia in essa. Il corpo è la macchina fotografica, la mente sono le lenti, i vostri sentimenti sono la pellicola e buddhi (l’intelletto) è il pulsante di scatto. Se mettete a fuoco le lenti della vostra mente su Dio con tutta la concentrazione e premete il pulsante di buddhi, Dio si manifesterà in voi; allora la vostra visione diverrà la Visione Divina e voi diverrete un Essere Divino. Swami vi consiglia sempre: “Mio caro, fai questo e non quello.” A che scopo? Non è per il Mio bene; è solamente per rendervi divini, solamente per insegnarvi la verità di Brahman e rendere la vostra vita ideale e divina. Tutti dovrebbero diventare persone ideali. Dovreste diventare proprio come Dio che è il Testimone Eterno. Comprendere il Mistero Divino che è nascosto dietro il velo di Mâyâ non è possibile per nessuno. Voi vedete solamente l’effetto; la causa è nascosta alla vostra vista. Al fine di comprendere la relazione tra causa ed effetto, dovreste seguire la via della devozione; santificate la vita acquisendo la devozione.
Incarnazioni dell’Amore!
Come sarà felice l’uomo se il mondo intero sarà puro, sacro e pieno di sentimenti divini! Non proverete odio per nessuno, e comprenderete che criticare gli altri è criticare Dio.
“La critica rivolta a chiunque raggiunge Dio.”
Considerate Dio come il vostro unico Guru. Egli è infatti il Guru di tutti i Guru. Perché dovreste preoccuparvi di qualcosa quando avete un Guru così grande?
“Perché desiderate cose di nessun valore pur essendo davanti all’albero che soddisfa i desideri (Kalpavriksha)?
Che bisogno c’è di comprare una mucca quando avete la mucca che soddisfa i desideri (Kâmadhenu)?”
Perché stendete la mano davanti agli altri e chiedete il loro aiuto pur avendo quell’albero e quella mucca con voi? Tutti sono figli di Dio, tutti sono aspetti di Dio, tutti sono incarnazioni di Dio. Il Signore Krishna espose la stessa verità nella Gîtâ:
“L’Âtma eterno presente in tutti gli esseri è una parte della Mia Essenza.”
In questo mondo non c’è niente che non sia Brahman; per questo la Gîtâ dichiara:
“Le Sue Mani e i Suoi Piedi sono dovunque.”
Gli scienziati dicono che tutto è fatto di atomi; non c’è alcun luogo privo di atomi. Il Vedanta comunica la stessa verità affermando:
“Brahman è più sottile del più sottile e più vasto del più vasto.”
Come gli atomi sono dovunque, così anche Brahman è onnipervadente.
Incarnazioni dell’Amore!
Non c’è bisogno di pensare a nient’altro: abbiate sempre sentimenti divini, non c’è niente più grande di questo. Otterrete tutto se avrete sentimenti divini; infine raggiungerete la Divinità. Tutti i nomi e le forme appartengono allo stesso Dio.
“Un solo Dio ha molti nomi.”
Ci sono molti dolci come il mysore pak, il gulab jamun, il burfi ecc., ma in tutti è presente lo stesso zucchero che dà loro la dolcezza; le persone possono avere gusti differenti e i dolci possono avere nomi diversi, ma la dolcezza dello zucchero non varia. È soltanto l’illusione della mente a creare le differenze, ma nella Divinità non ve ne sono. L’uomo è l’incarnazione di Dio; la parola vishvam ha un significato importante in relazione a questo: vishvam significa in realtà “ciò che ha innumerevoli arti e mani”. Perciò si dice:
“L’universo intero è l’incarnazione del Signore Vishnu.”
Voi non dovete mai dare spazio alle differenze.
Lo stesso Dio è adorato con nomi e forme diversi
In questa occasione del Guru Pûrnimâ, voglio dirvi qualcosa di molto importante: a causa delle differenze, voi vi state ingannando e diventate vittime dell’ignoranza. Ecco un piccolo esempio: voi considerate Vishnu come colui che brandisce la conchiglia, il disco, la mazza e il loto. Qual è il significato recondito di questo? Ci sono otto attributi della Divinità: incarnazione del suono, mobilità e immobilità, luce, beatitudine eterna, perfezione, illusione e ricchezza. Qui, la conchiglia di Vishnu simboleggia l’incarnazione del suono, il disco indica il tempo, la mazza esprime la forza e il loto si riferisce al cuore. Pertanto Dio è il Signore del tempo, del suono, di tutti i poteri e del cuore di tutti gli esseri. Questo è il significato profondo del raffigurare il Signore Vishnu come Colui che indossa i quattro oggetti; a causa della loro ingenuità, i devoti prendono il significato letterale di questi attributi senza comprendere quello profondo. Un esempio: i vaishnava adorano il Signore Nârâyana e gli shaiva adorano il Signore Shiva e recitano il mantra di Shiva Pañchâkshari; tutti vanno a Tirupati per avere il darshan del Signore delle sette colline. I vaishnaviti Lo adorano come Venkataramana e gli shaiva come Venkateshvara.
Solamente i nomi sono diversi, mentre il Signore che essi adorano è lo stesso. “Ramana” è un termine vaisnava e significa “colui che piace”. Il termine shaiva “Îshvâra” significa “Padrone di tutti i tipi di ricchezza”. Con l’immaginazione, i devoti attribuiscono nomi come Venkataramana o Venkateshvara per loro piacere. Il Signore Îshvâra è descritto come Pashupati, “Padrone di tutti gli esseri viventi”. Secondo il vishnavismo, l’equivalente di Pashupati è Gopâla, ma Gopâla e Pashupati sono assolutamente uno. Siccome le vacche erano care al Signore Krishna, Egli è descritto come Gopâla; qui sia le vacche sia i pashu (armenti, anime individuali) sono simbolo di tutti gli esseri viventi. Si ritiene che Shiva regga il tamburo (damaru) e il tridente (trishûla) che sono simbolo rispettivamente del suono e del tempo. Come la conchiglia di Vishnu, il tamburo di Shiva è simbolo del suono e, nello stesso modo, il tridente di Shiva e il disco (chakra) di Vishnu significano che Essi sono i Signori del tempo. L’unità dei tre periodi di tempo, passato, presente e futuro, è simboleggiata dal tridente di Shiva. Così, lo stesso Signore è adorato con nomi diversi da persone diverse. A questo proposito, non si devono cercare colpe in nessuno.
Non andate cercando differenze tra le religioni
Rispettate tutte le religioni. Ecco un piccolo esempio che gli studenti possono comprendere bene. Lo strumento musicale vînâ ha molte corde, ognuna delle quali emette un suono particolare. Se anche una sola di esse non è accordata, la musica non è piacevole per chi ascolta. Le corde sono molte, ma la vînâ è una. La musica è piacevole solamente se tutte le corde si uniscono in armonia. La nazione è come la vînâ e le diverse religioni sono come le corde. Solamente quando c’è unità e armonia tra le varie religioni può esserci pace e armonia nel Paese. Voi dovete acquisire fede nel Principio di Unità. Shirdi Sai Baba soleva chiedere la dakshinâ di due rupie ai devoti che si recavano al Suo darshan. Qui le due rupie sono simbolo della fede e della devozione e sono anche i due getti dello stesso seme. Solamente quando due getti si uniscono il seme può diventare un alberello; quando i getti sono separati, l’alberello non può crescere. Similmente, la fede incrollabile e la devozione devono unirsi come i due getti del seme. Soltanto allora potete avere l’alberello della felicità. Non cercate mai delle differenze tra le religioni.
“Le religioni sono molte, ma la meta è una.
Le stoffe sono molte, ma il filo è uno.
I gioielli sono molti, ma l’oro è uno.
Le mucche sono molte, ma il latte è uno.
Gli esseri sono molti, ma il respiro è uno.
Le caste sono molte, ma l’umanità è una.
Gli esseri sono molti, ma l’Âtma è uno.
I fiori sono molti, ma l’adorazione è una.”
Voi eseguite l’adorazione degli idoli con tipi diversi di fiori come il gelsomino, la rosa e la calendula; nell’adorazione con questi tre c’è forse differenza? L’adorazione è la stessa. Tutte le differenze sono create dall’illusione della mente; quindi abbandonate l’illusione e acquisite il Principio di Brahman. Tutti sono incarnazioni di Brahman, tutti sono incarnazioni di Dio e tutti devono infine fondersi nel Divino; acquisite questa apertura mentale. Non mettetevi a cercare le differenze come “Io sono diverso, tu sei diverso e gli altri sono tutti diversi l’uno dall’altro”. La gente parla di fratellanza degli uomini e paternità di Dio; che cosa significa questa fratellanza se un fratello lotta contro l’altro e si rivolge alla Corte Suprema per dirimere le dispute sulla proprietà? Oggi non si trova unità neppure tra fratelli di sangue; quindi dovete andare al di là dello stato di Fratellanza Umana e acquisire il sentimento di Unità. Lo stesso Âtma è presente in voi, in Me e in tutti. Una volta compreso questo, non vedrete differenze di alcun tipo. Anche se questo non è facile, la pratica continua e costante vi aiuterà a realizzare questa unità. Saper camminare, parlare, leggere, scrivere, mangiare, tutto si acquisisce con la pratica; similmente, voi potete portare a manifestazione il vostro vero Sé solamente con la pratica costante. Se seguite i comandi di Dio, raggiungerete certamente la Divinità. Accettate e praticate i precetti dei testi sacri come dei comandi divini; ottenete l’Amore di Dio e otterrete tutto.
(Bhagavân ha concluso il Discorso con il bhajan: “Prema Mudita Manase Kaho………”)
Prashânti Nilayam, 30 luglio 1996,
Sai Kulwant Hall
(Da “Sanâtana Sârathi”, aprile 2013)