“Chi non ha alcuna virtù non è un essere umano nel senso vero del termine.
Comprendete che i figli virtuosi sono la vera ricchezza di una nazione.”
Non esiste luce più luminosa di quella dell’amore
Studenti! La gente di Bhârat adora Dio eseguendo pratiche sacre come accendere lucerne, bruciare bastoncini di incenso, offrire cibo consacrato ecc. agli idoli delle divinità in accordo con l’antica cultura indiana, ma, sfortunatamente, le ragazze e i ragazzi moderni hanno dimenticato queste sacre tradizioni e si illudono di poter essere appagati da mete futili. Essi hanno perduto il potere della discriminazione e non sanno quali siano le priorità della vita, trascurano i loro doveri e prendono strade sbagliate.
Santificate il cibo offrendolo a Dio
Le persone che seguono i canoni della cultura indiana mangiano solamente dopo aver consacrato il cibo offrendolo a Dio e cantando mantra come il Prânâya Svâhâ, l’Apânâya Svâhâ, il Vyânâya Svâhâ, l’Udânâya Svâhâ e il Samânâya Svâhâ (si tratta di invocazioni fatte ai cinque soffi vitali, presenti nel corpo umano, che servono a sostenerlo, attivarlo e vitalizzarlo – N.d.T.). Assumendo cibo consacrato in questo modo, noi generiamo pensieri buoni, sentimenti buoni, buone qualità e comportamento corretto. Il cibo che mangiamo dovrebbe godere della purezza del contenitore, della cottura e degli ingredienti, ma sapere se esso abbia o meno queste tre qualità è molto difficile, per cui va offerto a Dio cantando il mantra “Brahmârpanam” che lo santifica e gliele fornisce tutte.
Brahmârpanam brahma havir
brahmâgnau brahmanâhutam
brahmaiva tena gantavyam
brahma karma samâdhinâ.
Brahman è il cucchiaio per l’offerta e l’offerta stessa,
il fuoco sacrificale e anche colui che compie il sacrificio;
Brahman è anche lo scopo di chi è impegnato nell’atto sacrificale.
Prima di essere offerto a Dio, il cibo è semplicemente un alimento; dopo l’offerta, esso diventa libero da tutte le impurità e si trasforma in prasâdam (cibo benedetto), mangiando il quale non si acquisirà alcuna impurità mentale. Noi offriamo il cibo a Dio su una foglia di banano pulita, ma oggi bisogna chiedersi che tipo di cibo viene offerto e a chi. Il corpo umano è la foglia di banano, il cuore dell’uomo è il sacro recipiente e le virtù, i sentimenti sacri e la buona condotta sono come pietanze sacre; ma a chi vengono offerte? Esse sono offerte ai demoni delle qualità malvagie, ai sentimenti maligni come l’ira, l’odio e la gelosia. Il cibo che viene mangiato e lasciato da questi demoni dell’odio, dell’ira e della gelosia è poi offerto a Dio ed è per questo che oggi la gente cade vittima dell’irrequietezza, delle difficoltà, dei dispiaceri e dell’infelicità. Voi dovete liberarvi delle qualità malvagie e offrire le vostre virtù a Dio con la preghiera: “O Signore, Tu sei il Residente del mio cuore e sei l’Incarnazione dell’Amore, della Gentilezza e della Compassione. Ecco l’offerta del dolce budino delle mie virtù. Ti prego, accettalo.”
Cominciate ad adorare Dio da giovani
L’età giovanile è come un delizioso frutto e voi dovreste offrire questo frutto dolce e gustoso a Dio. Adorare Dio dopo essere andati in pensione, in età matura quando il corpo è diventato debole, gli organi di senso hanno perso la loro forza e la mente si è indebolita, non è possibile.
“Parti presto, guida con calma e arriva sano e salvo alla meta.”
Cominciate a pregare Dio sin dall’età giovanile; se non fate azioni sacre quando le vostre facoltà fisiche e mentali sono forti, quando le farete? Che cosa potrete fare quando gli organi di senso avranno perduto tutto il loro potere?
Quando i messaggeri del Dio della morte (Yama)
vi pongono il cappio attorno al collo
e cominciano a trascinarvi via dicendo “vieni, andiamo”,
quando i vostri parenti dicono ai membri della famiglia
di portarvi fuori di casa perché la fine si avvicina,
quando vostra moglie comincia a piangere e a gemere assieme ai figli,
come potete cantare il Nome di Hari?”
Si può eseguire una qualunque pratica spirituale a quel punto? No, no. È del tutto essenziale che meditiate su Dio, pensiate a Lui con tutto il cuore e redimiate la vostra vita proprio a questa età giovanile quando gli organi di senso sono veramente forti. Perché non adorate Dio quando gli organi fisici e le facoltà mentali sono pieni di brio e vigore?
O uomo, non inorgoglirti della tua bellezza, della giovinezza e della forza fisica:
ben presto diverrai vecchio, i capelli incanutiranno, la pelle si riempirà di rughe, la vista si annebbierà e i bambini ti prenderanno in giro chiamandoti ‘vecchia scimmia‘.
Tu non sei migliore di un burattino di cuoio.
Cerca di capire il mistero che si cela dietro questo teatro dei burattini.”
Come puoi pensare a Dio quando diventi un vecchio decrepito? Dovresti offrire a Dio i fiori profumati della mente e del cuore con fede totale in gioventù, quando il corpo è forte e i sensi potenti; questa è la vera offerta di cibo che devi fare a Dio. Eppure oggi le persone non fanno di queste offerte; quando i sensi diventano deboli dopo esser stati dedicati a ogni tipo di piaceri edonistici, esse li offrono a Dio. È come offrire del cibo avanzato. Come dice il proverbio, è come dire: “Io offro a Krishna tutta la farina che è stata portata via dal vento.” Che cosa vi è rimasto da offrire a Dio quando la forza di tutti i vostri sensi è esaurita e avete perduto l’energia fisica e mentale? Dovete quindi servire Dio quando il potere del corpo, della mente e dell’intelletto sono intatti; che servizio potete offrire a Dio se perdete tutta la forza nel cercare i piaceri dei sensi in età giovanile? Studenti! Prima di tutto dovete comprendere che questa giovane età è divina e sublime. Se non vi indirizzate alla spiritualità ora, in età avanzata non potrete farlo. All’inizio, un bambino gattona usando mani e piedi, poi cresce e comincia a camminare su due piedi; quando diventa vecchio, cammina su tre piedi, cioè si aiuta con un bastone. L’uomo deve servire e adorare Dio quando cammina su due piedi, non deve rimandare a quando sarà vecchio e camminerà su tre piedi; come due piedi sorreggono il corpo intero, tutti i poteri dell’essere umano dipendono dalla Verità e dalla Rettitudine. Voi dovete seguire Verità e Rettitudine e meditare su Dio che ne è l’Incarnazione. In vecchiaia, avete bisogno di un’altra gamba sotto forma di un bastone che non avete neppure la forza di sostenere perché il corpo diventa molto debole. Che cosa potete fare a quell’età? Quindi fate l’uso migliore della gioventù senza sprecare neppure un solo momento.
Il tempo è Dio. Lo spreco di tempo è spreco di vita. Non sprecate tempo.”
Non fate uso errato della lingua
Oggi, i ragazzi e le ragazze sprecano un mucchio di tempo, e ne fanno cattivo uso perdendosi in futili pettegolezzi. Essi non alimentano i buoni sentimenti e non usano parole buone. Che genere di parole dicono e che tipo di canzoni cantano! Non avete idea di quanto sia disgustoso ascoltare le parole e i canti dei giovani del mondo esterno. È solamente a Prashânti Nilayam che i ragazzi e le ragazze partecipano ai bhajan e cantano la gloria di Dio “Râma, Krishna, Govinda”, trascorrendo così il tempo beatamente. Altrove, essi non conoscono il valore del canto del Nome Divino, cantano canzoni prive di significato come “O ragazzo, vai avanti e lascia le mie orecchie”. C’è un significato in questo? Ci sono altre canzoni molto buffe come “Dadada dadada dada dada”; che cos’è questo “dadada”? Che obbrobrio cantare cose simili! La lingua ci è stata data per fare questo? Sapete a quale scopo ci è stata data la lingua? Soltanto per far danzare il Nome Divino su di essa, ma noi la stiamo usando male. Chaitanya esaltò la grandezza della lingua: “O lingua, conoscitrice del gusto! Tu sei veramente sacra. Di’ la verità nel modo più piacevole possibile e canta sempre i Divini Nomi di Govinda, Mâdhava e Dâmodara. Questo è il tuo dovere primario.”
La lingua ha molte grandi qualità, è la conoscitrice del gusto; dovrebbe dire la verità in modo piacevole, e pronunciare solamente parole pacate e dolci. Perché, con una lingua tanto sacra, dovreste pronunciare parole profane? Sfortunatamente la gente, oggi, rende la lingua profana dicendo parole sconvenienti. È necessario che gli studenti abbiano il controllo della lingua. Voi dovete usarla per cantare la gloria di Dio che scioglie il cuore, attrae la mente e fa dimenticare se stessi. Quando qualcuno canta le glorie di Dio, tutti godono del suo canto e, anche se non lo conoscono, seguono la musica con il movimento della testa, siano essi atei, teisti, o atei-teisti. Una volta, Râdhâ cantò: “Io non so dove Tu sia e che cosa Ti impedisca di venire qui. O Krishna! Perché mi tieni separata da Te? Non hai compassione di questa Tua serva?” Mentre ella cantava così, tutte le donne di Repalle (nome telugu del villaggio di Brindâvan – N.d.T.) si perdevano nella gioia infinita e le brocche d’acqua che esse trasportavano cadevano a terra. Râdhâ si lamentava con Krishna: “Qual è lo scopo del mio vivere? Io non ho altro rifugio che Te. O Krishna, sopporto questo peso della vita solamente per amor Tuo. La mente diventa irrequieta se io non vedo il Tuo viso sorridente. Appari almeno nei miei sogni; io non posso vivere senza di Te neppure per un momento.” In quei giorni, le persone pregavano Dio con un anelito, uno struggimento così intenso; quando cantavano il Nome di Krishna, sentivano che i loro fardelli venivano rimossi. Solamente una preghiera così intensa può commuovere e sciogliere il cuore di Krishna, ma oggi non c’è devozione (devotion), c’è solamente un oceano profondo (deep ocean). Le persone dicono “divino, divino”, ma in loro non c’è niente di divino (divine); è solamente “deep wine” (forte vino). Voi dovreste santificare il tempo meditando su Dio e cantando il Suo dolcissimo Nome.
La vittoria consiste nell’unità
Qual è lo scopo del canto dei bhajan? Quando la gente si riunisce e canta la gloria di Dio all’unisono, ciò ha un enorme potere. Il canto di gruppo è stato iniziato da Guru Nanak con lo scopo principale di portare unità nella diversità; il canto corale ha molto più effetto di quello individuale. Dovreste seguire la nostra antica cultura e offrire a Dio i sentimenti sacri del vostro cuore. Egli è l’Incarnazione dell’Amore e Lo potete sperimentare solamente tramite l’amore. Per vedere la luna splendente non avete bisogno di una torcia, di un faro o di una lampada a cherosene; potete vederla per mezzo della sua stessa luce. Identica cosa se volete vedere l’Incarnazione dell’Amore: potete vederLo soltanto tramite l’amore. In questo mondo non c’è luce più splendente dell’amore. Il Bhâgavata descrive le storie del Signore Krishna con molti dettagli; esse distruggono tutti i peccati.
Le storie del Signore sono meravigliose.
Esse purificano la vita delle persone in tutti e tre i mondi.
Sono come falci che tagliano le liane dei legami terreni;
sono come un amico sincero che vi aiuta nel momento del bisogno.
Sono come un riparo per i saggi e i veggenti che fanno austerità nella foresta.”
Considerate l’Amore come vostra madre, la Verità come vostro padre, la Compassione come vostra sorella e la Beatitudine come vostro fratello. Se avete simili relazioni eterne, perché allacciare superflue relazioni terrene? Potete vedere voi stessi che nell’unità c’è grande forza; Dharmarâja, Bhîma, Arjuna, Nakula e Sahadeva erano cinque fratelli e poterono ottenere la vittoria solamente perché rimasero uniti. In egual modo, Râma, Lakshmana, Bharata e Shatrughna mantennero l’unità in tutte le circostanze. L’unità dà la vittoria. Invece tra Vâli e Sugrîva non c’era unità; quale fu il risultato? Sebbene Vâli fosse dotato di un potere enorme, andò infine incontro alla rovina. Similmente, non c’era unità tra i tre fratelli Râvana, Vibhîshana e Kumbhakarna; per questo, Vibhîshana dovette lasciare gli altri due e infine Râvana perse il regno e tutto il resto per la stessa ragione. Noi possiamo ottenere qualunque cosa con l’unità. La mano ha cinque dita: quando esse sono insieme, possiamo svolgere qualunque compito. Sforzatevi, innanzitutto, di mantenere l’unità. Studenti!
Tutti voi appartenete alla stessa Organizzazione Sai, studiate presso le istituzioni educative Sai, crescete nell’Amore di Sai; manifestate questo Principio d’Amore non solamente qui, ma dovunque andiate. Propagate l’amore con l’esempio. Il comportamento, la disciplina e le maniere che avete appreso qui devono seguirvi come la vostra ombra dovunque andiate. Voi siete buoni ragazzi o uomini buoni soltanto se vi comportate bene e usate le buone maniere. Potete esser definiti dei devoti solamente quando compite il vostro dovere con tutto il cuore. Fate con serenità ciò che dovete; solamente così potete diventare dei devoti veri, altrimenti come potete definire ciò che fate “devozione” se adorate gli idoli trascurando i doveri?
Il dovere è Dio, il lavoro è adorazione.”
Gli studenti non devono diventare infingardi. Per prima cosa imparate le lezioni in aula e usate soltanto il tempo libero per lo sport e il divertimento. Meditate su Dio e sperimentate la beatitudine. Come il cibo è necessario per il corpo, il bhajan lo è per la mente. Il corpo è come un carro e la mente è il cavallo che lo tira. Voi decorate il corpo con cosmetici e bei vestiti, ma non date il cibo giusto alla mente. A che serve decorare il carro senza nutrire il cavallo? Un carro simile è adatto soltanto a esser messo al museo, ecco tutto; quindi, in primo luogo, rendete forte il cavallo, che è come dire che dovete rafforzare la mente. Che cosa s’intende per “rafforzare la mente”? Bisogna albergare pensieri buoni, sentimenti buoni, buone qualità e comportamento corretto. Nella guerra del Mahâbhârata, quando Krishna portò il carro di Arjuna in mezzo al campo di battaglia, questi guardò l’esercito dei Kaurava e si rivolse a Krishna con le mani giunte dicendo: “O Krishna, come posso sopportare di uccidere i miei stessi amici, i parenti e i figli dei miei precettori? Se penso ad ammazzare così tanti miei amici e parenti, mi gira la testa; torniamo a casa senza perdere altro tempo qui.” Egli perse la forza mentale lasciandosi sopraffare dall’attaccamento. Cominciò dicendo: “Na varu, na varu” (la mia gente, la mia gente) “Na”, a dire il vero, significa “no”. Egli disse: “O Krishna, come posso combattere contro i miei anziani, i miei amici, parenti e precettori?” A causa di questo attaccamento, egli si scoraggiò e non volle combattere, per cui Krishna lo rimproverò dicendo: “Non ti vergogni? Prima di venire qui, parlavi come un grande eroe, ma, non appena sei entrato nel campo di battaglia, sei diventato un codardo. Ricordi che cosa Mi dicesti quando stavo andando dai Kaurava in missione di pace? Mi dicesti: ‘Quei Kaurava dalla mente ristretta abbandoneranno forse tutte le divergenze e faranno amicizia con noi? Possono il polo sud e il polo nord incontrarsi? Invece di perder tempo, perché non dici loro che siamo pronti alla battaglia? Dare buoni consigli ai malvagi è come gettar fiori di gelsomino nel fuoco. Interrompiamo tutto questo parlare di pace.’ Non hai detto tutto questo? Allora tu mi dicesti: ‘Perché stai ritardando l’inizio della battaglia? Smettiamo di parlare di trattato di pace; siamo pronti a combattere.’ Com’è che ora il tuo cuore è pieno di attaccamento?” L’attaccamento è la causa della rovina dell’uomo. Si può provare attaccamento, ma soltanto fino a un certo limite. Essendo venuti qui da ragazzi e avendo vissuto in un ambiente così sacro, dovreste aver maturato buone qualità, buoni pensieri e un comportamento corretto.
(Bhagavân ha concluso il Suo Discorso con il bhajan: “Govinda Gopâla Prabhu Giridharî…”).
Prashânti Nilayam, 16 luglio 1996, Sai Kulwant Hall
(Da “Sanâtana Sârathi”, febbraio 2012)