“La tolleranza è verità, la tolleranza è rettitudine,
la tolleranza è l’insegnamento dei Veda,
la tolleranza è non violenza, la tolleranza è sacrificio,
la tolleranza dona felicità e beatitudine celeste.
In effetti, essa è tutto in tutti i mondi.”
Quando si raggiunge l’amore vero, non si hanno dubbi
Studenti!
La tolleranza è la principale qualità che l’uomo deve acquisire. Questa qualità sacra non si può imparare leggendo dei libri, non può essere insegnata dai docenti, né la si può apprendere dagli amici, non si compra al mercato e non c’è azienda che possa fornirla. Essa si può ottenere soltanto seguendo il sentiero della verità e della rettitudine nella vita di tutti i giorni e praticandola costantemente; non c’è altro modo di acquisirla.
Le pene fanno manifestare la vostra Umanità
La tolleranza è come una corazza protettiva per l’uomo e chi la indossa può affrontare tutti i tipi di difficoltà, di dolori e sofferenze, e marciare diritto senza venirne invischiato. Non c’è potere più grande di quello della tolleranza; essa è la qualità più importante per un essere umano, ma oggi l’uomo l’ha dimenticata e ha perduto la sua umanità a causa della dedizione totale a scopi mondani e banali. Anche se siete nella morsa di innumerevoli dolori, difficoltà e sofferenze, dovete tentare di sostenere la qualità della tolleranza, ma l’uomo odierno è sovrastato dalle difficoltà e dagli affanni nella vita di tutti i giorni e ha perduto questa preziosa qualità. È un viaggio lungo che si deve fare seguendo il sentiero corretto; su questo sacro cammino, la qualità della tolleranza è assolutamente essenziale. Sono soltanto le difficoltà ad aiutarvi a generare in voi la qualità della tolleranza; senza subire delle difficoltà, è impossibile ottenerla.
Il piacere è un intervallo fra due dolori.
Solamente le difficoltà vi rendono consapevoli del valore della vita umana; il dolore fa manifestare la vostra Umanità. Qualunque sia lo scopo che avete nella vita, non dovete mai abbandonare la vostra Umanità. Fu la qualità della tolleranza a proteggere i Pândava dalle difficoltà; in effetti, esse sono la soglia d’ingresso alla felicità. A dispetto di tutte le difficoltà, l’uomo non deve abbandonare la tolleranza e il perdono, ma quest’ultimo va impiegato a seconda del momento e della situazione. Dovete esser prudenti nel concedere il perdono e sapere quando utilizzarlo e all’indirizzo di chi. Quando Mohammad Ghori attaccò Prithvi Raj, questi lo sconfisse completamente, ma, essendo un capo dal cuore grande, lo perdonò e lo lasciò andare senza fargliene pagare lo scotto; in seguito, Mohammad Ghori lo attaccò di nuovo e lo sconfisse, lo fece prigioniero e lo accecò senza alcuna gratitudine verso di lui che lo aveva lasciato libero e incolume. Quindi, siate cauti nel praticare il perdono con una persona crudele; non c’è dubbio che il perdono sia una virtù grande, ma fa più danno che bene se applicata nei confronti di gente malvagia. Oggi l’uomo manca totalmente del senso di gratitudine e, essendo davvero immerso nell’egoismo e nell’interesse personale, è diventato vittima di molte difficoltà; egli dovrebbe porre qualche limite all’egoismo e controllare la mente.
“Si può essere maestri in tutte le forme di conoscenza,
si possono sconfiggere gli avversari nei dibattiti,
si può lottare con valore e coraggio sul campo di battaglia,
si può essere imperatori e governare vasti regni,
si possono offrire vacche e oro come atti di carità,
si possono contare le innumerevoli stelle del cielo,
si possono dire i nomi delle differenti creature viventi sulla terra,
si può essere esperti nelle otto forme di yoga,
si può persino raggiungere la luna;
c’è però qualcuno che può controllare il corpo, la mente e i sensi?
Dirigete la visione all’interno e ottenete lo stato supremo di equanimità della mente.”
La devozione esemplare di Sakkubai
Il controllo dei sensi e l’abbandono a Dio sono davvero essenziali per acquisire la qualità della tolleranza; senza affidarsi a Dio, senza amore per Dio e senza la Sua Grazia, non è possibile ottenerla. La tolleranza è verità, la tolleranza è rettitudine, la tolleranza è in verità Dio. La Verità è Dio, l’Amore è Dio. Quando maturate l’Amore, raggiungete automaticamente la Verità e la Tolleranza. Sakkubai meditava sul Signore Pânduranga da mane a sera con fede incrollabile; ella Lo considerava la meta della vita. La suocera e il marito la fecero soffrire molto, le imposero molti compiti difficili con l’unica intenzione di punirla. Il quella situazione, la tolleranza fu la sua forza più grande; la qualità della tolleranza le dette pace e pazienza. Sakkubai portò a termine tutte le incombenze difficili con il sentimento di abbandono a Dio; tutti i suoi sforzi puntavano a compiacere Dio. Ella espresse la sua angoscia al Signore e Lo pregò sempre così:
“O Pânduranga! Senza alcuna ombra o riparo,
io proseguo in questa vita gravosa soltanto grazie al Tuo bene.
Io divento inquieta se non vedo il Tuo bellissimo sorriso.
O Krishna! Almeno vieni nei miei sogni, concedimi la Tua visione
perché non posso più sopportare la separazione da Te.”
“O Krishna! Canta una dolce canzone
e riempi il mio cuore di parole dolcissime e beatitudine;
distilla l’essenza dei Veda, trasformala in Musica Divina,
suonala con il Tuo flauto incantatore e conquistami con la Tua melodia.
Canta, oh Krishna, canta per me!”
Cantando questa canzone di preghiera, ella cominciò a macinare il grano di cui la suocera le aveva dato molti sacchi da macinare a mano; alla fine, svenne esausta, ma non perse mai la fede in Pânduranga.
Yad bhavam tad bhavati
Come sono i sentimenti, così sono i risultati.
I risultati che otterrete saranno coerenti con i sentimenti che avete; le vostre qualità saranno come i vostri sentimenti. Com’è l’azione così è il risultato. Siate coraggiosi per quanto si riferisce a Dio; con tale coraggio e convinzione, dovete acquisire la qualità della tolleranza. Dio è sotto il controllo dei Suoi devoti (Bhakta Paradhîna) e quindi Sakkubai pregò così il Signore:
“Per quanto posso sopportare questa sofferenza, o Ranga?
Perché mi sottoponi a una prova così dura?
Non hai compassione di me?
Sei scontento di me?
Non si scioglie il Tuo cuore vedendo il mio tormento?
Non è vero che sono la Tua servitrice?
Non danneggia la Tua reputazione il pormi in una sofferenza simile?”
Ella pregò fervidamente il Signore Pânduranga: “Se io sono la Tua servitrice fedele, perché devo soffrire così tanto? Ci deve essere qualche difetto in me, devo aver commesso un peccato; questa è la ragione del Tuo ritardo nel venirmi a soccorrere. Per favore, fammi vedere il mio difetto in modo che possa correggermi.”
In quel momento preciso, Pânduranga si manifestò davanti a lei.
Îshâvâsyam idam jagat
Il mondo intero è permeato di Dio.
Brahman pervade tutto l’universo. Tutti sono le forme effettive di Dio; non c’è nome o forma che non Gli appartenga.
Sahasra shîrshâ purushah sahasrâkshah sahasra pâd
L’Essere Cosmico ha migliaia di teste, occhi e piedi.
Dio può assumere migliaia di forme. Pânduranga prese la forma di Sakkubai, eseguì le faccende di casa che ella faceva di solito e la mandò a Pandharpur per farla felice.
Non pensate mai che Dio sia qui e non là: dovunque Lo cerchiate, Egli è lì.
Concentrate la visione su Dio
Se il cuore è puro, avere la visione di Dio non è difficile; è in effetti molto facile. Se non siete capaci di raggiungerLo è perché mancate di purezza. Per vedere il sole splendente bisogna aprire gli occhi; anche se il sole è nel cielo, come potete vederlo se li tenete chiusi? Del pari, dovreste purificare la visione interiore e allora vedreste Dio dovunque. Il cuore dell’uomo, però, è coperto pesantemente dalla sporcizia dei pensieri malvagi, la sua mente è piena di desideri effimeri, fisici, inerenti al mondo. Per vedere Dio, che è eterno e sempre sincero, è essenziale purificare il cuore. Non si può vedere il proprio riflesso in uno specchio se l’altro lato non è rivestito di una sostanza chimica. Il cuore è lo specchio e l’amore è la sostanza chimica; quando la stendete sullo specchio del vostro cuore, ottenete la visione di Dio all’istante, ma oggi questo rivestimento d’amore è del tutto assente dal cuore dell’uomo che è invece colmo delle qualità malvagie dell’odio, della gelosia, dell’ego e dell’ostentazione. Dio continua a spandere la Sua Grazia sull’uomo in ogni momento, ma questi non è capace di riceverla a causa della sua incomprensione. In effetti, egli ha perduto completamente l’Umanità. Tutto ciò che vedete in questo mondo è proprio un riflesso dei vostri stessi sentimenti. Dio è Privo di attributi, Immacolato, Dimora Finale, Eterno, Puro, Illuminato, Libero e Incarnazione della Sacralità (Nirgunam, Niranjanam, Sanâtana Niketanam, Nitya, Shuddha, Buddha, Mukta, Nirmala Svarûpinam); in Lui non c’è mai cambiamento alcuno, ma voi siete ingannati dai vostri stessi sentimenti. Essi non sono focalizzati su Dio. Quando il Signore Nârâyana corse a salvare Gajendra che era stato afferrato dal coccodrillo, la Sua consorte Lakshmî era nel dilemma circa il chiederGli o meno dove stesse andando e perché.
“Dapprima Lakshmî andò svelta dietro Nârâyana
per chiederGli dove stesse andando,
poi si fermò pensando che suo marito avrebbe potuto non risponderle
dato che stava correndo in gran fretta.
In quella confusione, le sue trecce si disfecero
ed ella non poté più procedere né tornare indietro.”
Lakshmî andò prima avanti per interrogare Nârâyana e poi tornò indietro; pur essendo la consorte di Nârâyana, fu in dubbio sul fatto che suo marito le rispondesse o no. Quando viene il dubbio? Viene quando nella persona c’è qualche difetto. Qual era il difetto di Lakshmî? Ella cadde nell’ego quando pensò: “Perché Nârâyana sta andando senza dirmelo?” Questo ego era il suo difetto principale. L’ego è il difetto principale dell’uomo; esso causa la sua caduta. Il Principio Divino dell’Amore si manifesta in lui soltanto quando egli sottomette il suo ego. Se si vogliono eliminare qualità malvagie come l’ego, l’ostentazione e la gelosia, bisogna far nascere in sé la tolleranza. La tolleranza è verità, la tolleranza è rettitudine, la tolleranza è yoga, la tolleranza è veramente Dio, la tolleranza è tutto. Oggi l’amore si limita soltanto alle parole dell’uomo, dal suo cuore è scomparso. Le persone dicono di amare, ma non comprendono veramente che cosa significhi amore. Quando avete l’amore, non avete paura, né rabbia, né odio. Non c’è bisogno che andiate nella foresta e facciate penitenza, né c’è alcuna necessità che seguiate pratiche spirituali varie: è sufficiente che riempiate il cuore di amore puro. L’amore è sempre puro e sublime. A causa della mancanza di amore, la gente comincia a dubitare persino di Dio; quando invece fa nascere in sé l’amore puro, non ha più dubbi. Dio è sempre pronto ad aiutare e servire i Suoi devoti che si affidano completamente a Lui; essi non hanno un proprio lavoro, pensano sempre a Dio ed Egli si incarica del loro benessere ininterrottamente. Dio insegna sempre all’uomo ciò che è buono e benefico per lui: è implicito che egli dovrebbe obbedire ai Suoi comandi. Questo dovrebbe essere la meta della vita, ma oggi l’uomo, dimenticandolo, si dedica a perseguimenti inutili, il che non è bene.
Grandezza di Draupadî
Qual è il significato reale di “perdono” (kshamâ)? Ashvatthâmâ uccise i cinque figli di Draupadî nel buio della notte mentre dormivano profondamente; essi erano innocenti e non lo avevano danneggiato in alcun modo, eppure egli li uccise senza pietà. Arjuna alla fine lo catturò e lo condusse di fronte a Draupadî. Potete voi stessi vedere da questo fatto quanto fosse grande in lei la qualità del perdono; ella chiese ad Ashvatthâmâ: “È ai piedi di tuo padre Dronâcharya che i miei mariti hanno imparato tutto ciò che sanno; essendo suo figlio, era giusto che tu uccidessi i miei figli? Come hai avuto il cuore di uccidere loro che erano disarmati, giovani e tranquillamente addormentati, che non avevano alcun astio contro di te e non progettavano di farti danno?” “Era giusto uccidere dei bambini innocenti che non erano sul campo di battaglia e non impugnavano alcuna arma?” ella gli chiese. Poi cadde ai piedi di Arjuna e disse: “O Pârtha! Non è onesto uccidere una persona che ha paura o ha perso il coraggio, che dorme o è ubriaca, che cerca rifugio o è una donna. Non devi uccidere Ashvatthâmâ perché è figlio del tuo precettore.” Quando Draupadî pronunciò queste parole di perdono, Bhîma divenne furioso e disse: “Questa Draupadî è una donna stupida perché implora la libertà di questo relitto d’uomo. Ella non prova alcuna rabbia contro l’uccisore dei suoi figli. Questo assassino non è un bramino. Non liberarlo, uccidilo. Se non lo fai, ti faccio vedere che io stesso gli fracasso il cranio con il mio pugno possente!” Draupadî replicò a Bhîma: “Non c’è giustizia nell’uccidere Ashvatthâmâ; non sarà sua madre addolorata per la morte del figlio come lo sono io per l’uccisione dei miei? I miei figlioli sono morti ormai, e io non posso evitare questo dolore. Perché dovresti causare dolore alla madre di Ashvatthâmâ uccidendolo?” Questo è perdono vero. Dovete comprendere la verità del fatto che, se la ferite, l’altra persona soffrirà come soffrite voi quando vi feriscono. C’è oggi nel mondo una madre che possa mostrare una capacità simile di perdono e tolleranza? Questa è la grandezza di Draupadî. Ella non era una donna comune, era nata dal fuoco di un rito sacro e aveva il controllo completo dei sensi. Fin dai tempi antichi, molte donne nobili di questo tipo sono nate nella sacra terra di Bhârat e hanno mostrato la sua gloria e cultura originarie ma oggi gli stessi Bhâratîya sono incapaci di comprendere la grandezza della loro cultura. Gli studenti dovrebbero comprendere la grandezza della cultura indiana e agire in modo appropriato. Nei periodi di avversità, dovreste praticare la tolleranza in modo da condurre la vita in modo pacifico. Da tempo immemorabile la gente di Bhârat custodisce amorevolmente in cuore questa qualità. La tolleranza era la qualità più grande dei nostri rishi; questa era la loro bellezza reale. Alcuni subirono una caduta nel loro sforzo spirituale perché persero la tolleranza; essi persero tutto il potere della penitenza eseguita in molti anni. Similmente, molti imperatori persero il regno e studiosi eminenti non ottennero alcunché avendo smarrito questa qualità della tolleranza. Quindi voi dovreste considerare la tolleranza come la qualità che vi dà una protezione totale, come la vostra armatura protettiva. Se voi dimenticate questa armatura protettiva della tolleranza e inseguite i piaceri effimeri del mondo, vi esponete a difficoltà insopportabili.
L’ira è un grave peccato
Studenti!
La tolleranza è sommamente importante. Qualunque sia la situazione, voi dovreste mantenere sempre la pazienza e la tolleranza. Non abbiate mai fretta. La fretta porta allo spreco, lo spreco alla preoccupazione; quindi non siate mai affrettati. Rimanete sempre calmi e composti. Non fate mai niente in fretta e mantenete sempre la vostra pace; se avete pace, potete ottenere qualunque cosa. Se non si è pacifici e quieti, non si può raggiungere la felicità, quindi mantenete la tranquillità: è la vostra protezione più grande. Non agite mai con precipitazione; questo riguarda di più gli studenti perché molti di loro sono teste calde e per loro la tolleranza è essenziale al massimo. Essi dovrebbero far nascere in sé la tolleranza ed essere preparati a qualunque tipo di prova. Voi dovreste applicare la pazienza anche quando gli altri vi lanciano degli insulti; se, al contrario, reagite precipitosamente al criticismo degli altri, perdete la qualità preziosa della tolleranza. Mantenete la calma anche se gli altri indulgono in frasi meschine e senza senso nei vostri confronti. La vostra tolleranza è preziosa come un diamante, mentre i discorsi insignificanti degli altri sono come il carbone e voi non dovete barattare il vostro diamante prezioso con il loro carbone inutile. Non vi agitate se parlano male di voi. L’uomo oggi spreca la vita perché non ha pazienza; egli si arrabbia di continuo. L’ira è un peccato grande; ci sono persone che recitano persino le preghiere in tono irato quando sono arrabbiate con qualcuno. Per esempio, quando siete seduti a cantare i bhajan, qualcuno seduto lì vicino può disturbarvi non lasciandovi spazio sufficiente; non avete altra scelta che sopportare. Alla fine dei bhajan, si canta tre volte “Shânti, shânti, shânti”, ma, a causa del vostro risentimento verso quella persona, cantate anche “Shânti, shânti, shânti” in tono irato! Come potete quindi ottenere la pace? Dovreste considerare questo come una prova della vostra pazienza ed essere assolutamente pacifici nel cantare “Shânti shânti shânti”, ma i devoti oggi sono pieni di rabbia persino quando cantano questo. A che cosa serve cantare i bhajan senza devozione? Se la vostra devozione fosse vera, sareste pazienti in qualunque situazione, ma voi vi arrabbiate e vi agitate anche per questioni insignificanti e cominciate a odiare gli altri e a lottare con loro causando così agitazione nella società. Questo non è giusto. Voi dovreste rimanere sempre in pace, mantenerla nella famiglia e irradiarla nella società; questo è il vostro dovere. Se invece mancate di pace e spandete agitazione nella società, commettete un grave peccato. Quindi dovete maturare questa qualità della tolleranza sempre di più, considerandola il vostro principio vitale vero e proprio.
(Baba ha concluso il Discorso con il bhajan “Vahe Guru Vahe Guru Vahe Guru Jî Bolo…”).
Prashânti Nilayam, 26 giugno 1996, Sai Kulwant Hall.
(Da “Sanâtana Sârathi”, maggio 2010)