Più piccolo del piccolo, più grande del grande,
più piccolo di un atomo, questo è l’eterno Testimone
che chiamiamo Brahman.
Egli è lo spirito dell’anima, l’Atma,
ma è anche un singolo atomo.
Sebbene nel mondo materiale osserviamo e sperimentiamo isolatamente i cinque elementi, il corpo umano ne rappresenta l’incarnazione, la personificazione e la combinazione. Essi sono: Terra, Acqua, Fuoco, Aria ed Etere, a cui corrispondono i cinque sensi: udito, tatto, vista, gusto, e odorato.
L’elemento terra
Krishna chiamava Arjuna con il nome di ‘Partha’, per indicare che era nato dalla terra (Prithvi), ed essendo ogni singolo uomo originato dalla terra, l’uomo ne assume gli aspetti formali. Nella terra, infatti, si ritrovano accomunati il suono, il tatto, la vista, il gusto e gli odori. Ekâtma mamâtma, dicono i Veda: “Io sono l’Uno che sta nel tutto”. La Natura (Prakriti), che ha in sé i cinque elementi, è molto potente: c’è in essa un’energia che la muove e la fa girare. Non si tratta però di una forza che va da un punto all’altro, ma di un’energia che completa il suo bel viaggio là dove si trova, girando su se stessa, in quanto ha in sé tutte le qualità.
Al dominio della Natura fanno parte tutte le montagne, le foreste, le città, i villaggi, i fiumi e gli oceani ed è la Madre Terra a sopportarne tutto il peso. Un profano in materie scientifiche potrebbe avere il seguente dubbio: “Se la Terra gira, gireranno insieme ad essa anche le montagne, le foreste e i fiumi che vi si trovano”. Se dunque la Terra ruota — e lo fa ad una velocità assai elevata — che sarà mai di tutte le cose che tiene sulla sua superficie?
La Terra non è autonoma, ma dipende dall’Energia Divina in essa contenuta. Ed è quest’Energia Divina che la mantiene in equilibrio; Dio fa sì che tutto l’esistente non subisca l’effetto rotatorio della Terra. Che accadrebbe ai passeggeri di un treno la cui velocità fosse seguita da un binario altrettanto veloce? Così è della Terra: essa gira, ma i cinque elementi no. Grazie alla legge di gravitazione, le montagne, gli alberi, i fiumi e gli oceani non subiscono assolutamente il movimento di rotazione.
La natura della Terra è molto particolare, stupefacente. Si può dire che essa sia un membro di Dio. Nel nostro corpo esistono mani, piedi, naso, orecchie e bocca, che sono membra del corpo. Il corpo è, a sua volta, parte della società, e la società dell’umanità, la quale è parte della Terra, che, infine, è parte dell’Onnipotente. Quindi, tutta la Terra è una parte di Dio. La Terra poi è costituita da tante altre parti! In questo senso si dice che Dio è il più piccolo del più piccolo.
Quale sarà secondo voi il modo in cui Dio assume una forma sottile? Se la Terra è pervasa da Dio e se Egli è dappertutto, noi ne deduciamo che Dio si trovi ovunque in una forma impercettibile. Ciò significa che, fino a che persistono qualità, non c’è libertà. Quanto minori attributi permangono, tanto maggiore si conferma lo stato di onnipervadenza. Nella terra ci sono tutti questi cinque elementi: suono, tatto, forma, gusto e odore; per questo motivo non si può spostare da un luogo all’altro.
L’elemento acqua
Altro membro, il secondo elemento, è l’acqua. Non esiste posto o cosa dove l’acqua non sia presente e questo indipendentemente dal fatto che si veda o no. Quindi, l’acqua è onnipervadente. Rispetto alla terra, l’acqua ha perso un attributo, l’odore. Le sono rimasti gli altri quattro: suono, tatto, forma e gusto. È questo il motivo per cui, entro certi limiti, l’acqua può muoversi e quindi diventa brillante.
L’elemento fuoco
Il terzo elemento è il fuoco, che è molto potente. Rispetto alla terra ha due attributi in meno: il gusto e l’odore. Ha quindi solamente sonorità, tatto e visibilità. E per questo è ancor più pervadente. In ogni individuo c’è fuoco, e si chiama jîtaragni, ossia “fuoco della digestione”. Persino nell’acqua è presente; in tal caso si chiama bâdabagni. C’è fuoco anche negli alberi: strofinando tra di loro due rami si genera il fuoco. Lo stesso avviene nelle pietre. Strofinandone due, si producono scintille. In conclusione, questo terzo elemento è presente ovunque. Avendo perso due attributi (rispetto alla terra), ha la possibilità di muoversi verso l’alto.
L’elemento aria
Il quarto elemento è l’aria. Com’è l’aria? Non c’è luogo ove non sia presente; si trova perfino in un vaso di terracotta. Nessun posto visibile ne è privo. Nell’aria risiede la causa principale d’ogni tipo di energia. È anche la causa del prâna, il respiro vitale dell’uomo. Rispetto all’elemento terra, le mancano tre qualità: la visibilità, il gusto e l’odore. Restano solo suono e tatto.
L’elemento âkâsha, o spazio
Il quinto elemento, l’ultimo, è l’âkâsha, ossia l’etere, lo spazio eterico. Si osservi come esso sia ovunque. Ciò che vediamo, per esempio le nuvole, non è âkâsha. Ma quali sono gli attributi dell’âkâsha? Il suono è l’unica qualità rimasta. Se chiedete alla gente dove si trova lo spazio, v’indicherà il cielo. Ma l’âkâsha non è propriamente lì. L’âkâsha è anche qui (così dicendo Swami da un pugno sul tavolo di fronte a Lui). Dovunque c’è suono, c’è âkâsha.
La qualità dell’âkâsha è quindi il suono. Un versetto sanscrito dice: Âkâsha ganganam sunya: “L’âkâsha è il gran fiume (il Gange) del vuoto”. L’âkâsha non può essere visto ed ha un solo attributo, il suono. Gli son venute a mancare ben quattro qualità: tatto, vista, gusto e odore; grazie a questa libertà da quattro attributi, l’âkâsha può espandersi dappertutto, è presente ovunque.
Senza qualità
In definitiva, solo l’Onnipotente, il Paramâtma, è senza alcun attributo. In Esso si è estinta anche la qualità del suono: è il Vuoto. Dio è quindi dovunque, risplende luminosissimo dappertutto. Troverete Dio in ogni forma, in una testa, in un piede, nelle mani. Perciò Dio è ancora più impercettibile dello stesso spazio eterico. Un Dio come questo è unico, onnipresente, presente perfino in tutti e cinque gli elementi.
Il culto degli elementi
Ogni cosa riflette una parte di Dio. La Terra è un membro di Dio, e così il vento, l’acqua e l’aria. Anche l’âkâsha è parte di Dio. Questa era la ragione per cui anticamente tutti questi elementi venivano venerate come espressioni del Divino. La Madre Terra o Bhu Devi, il Fiume Gange o Ganga Devi, il Dio Vento (Aria) o Vayu Deva, il Dio Fuoco o Agni Deva e il Dio Spazio o Âkâsha Deva. Gli antichi vedevano in tutto la presenza di Dio e ne provavano adoravano.
Al primo posto gli Indiani venerano la Madre Terra: è Lei che fornisce il cibo ad ogni creatura vivente. “Oh, Bhu Devi, noi mangiamo ciò che tu ci dai e da questo cibo traiamo la nostra forza!” Se non esistesse la terra, non ci sarebbe raccolto alcuno. È quindi la Madre Terra che ci protegge in ogni circostanza; per questo gli antichi veneravano la Dea Terra sopra ogni altra cosa.
Gli scienziati irridono a questa pratica, dicendo: “Che senso ha tutto ciò? Perché adorare la terra come una Divinità? Sciocchi gli Indiani!” Ma gli Indiani non sono stupidi. Stolti sono coloro che si pongono la domanda “Perché venerare la Terra?” Costoro ignorano il vero significato spirituale di quella tradizione ed esprimono giudizi basandosi solo su fatti materiali. Non riescono a capire che a tutto questo c’è una risposta.
La reazione
(Swami batte un pugno sul tavolo di fronte a sé) Se battete un pugno sul tavolo, il colpo non parte solo da voi; c’è una reazione, che si ritorce contro di voi, e voi sentirete dolore alla mano. Qualsiasi colpo violento inferto vi verrà restituito con la medesima violenza. In ogni singola cosa esistono in potenza una reazione, una risonanza e un riflesso. Per questo motivo, ogni volta che un uomo viene al mondo entrando nel dominio della Natura, ne viene una reazione. Se andate vicino ad una montagna e gridate “Oooh!”, l’eco vi risponderà “Oooh!” Il principio divino della reazione riguarda ogni fenomeno o cosa. È davvero difficile in questo mondo riconoscere la Divinità ed è praticamente impossibile determinare che cosa sia divino e che cosa non lo sia. Ma, come ad annunciarci il Sole sono i raggi solari, così per testimoniarci la presenza di Dio è la Natura con le sue manifestazioni.
Il Creatore e la Creazione
Se tanta è l’energia presente nei cinque elementi da cui è partita la Creazione, quanta energia ci sarà mai nel Creatore? Pensate all’enorme quantità di energia che c’è nel fuoco o nel vento o nell’aria, tutte creazioni di Dio: se c’è tale è la potenza del creato, come sarà la potenza del creatore? Nessuno può comprendere appieno il senso di questa verità. Dov’è colui che ha inventato la bomba atomica? Pur conoscendone il nome, a nessuno interessa chi sia. E, in ogni caso, nessuno lo teme. Quando si tratta delle cose create, tutti ne hanno paura, ma colui che le ha create non incute alcun timore. Accade la stessa cosa nei confronti di Dio, Creatore dei cinque elementi: vederLo non susciterebbe alcun timore. Al contrario, la furia e la potenza dei cinque elementi terrorizza. Non è straordinario questo?
“Il mondo è sacro con i suoi raccolti, gli amici, gli abitatori delle foreste, la gente e i cittadini. È la meraviglia di Vishnu. Esistono simili meraviglie nei tre mondi!”
Nessuno è in grado di descrivere la natura di Dio. Per altisonanti che siano le descrizioni, saranno sempre poca cosa in confronto alla realtà. A che serve dunque descrivere qualcosa che comunque sarà sempre minimizzata?
I desideri sono una zavorra
Cerchiamo innanzitutto di conoscere la natura della Terra. Che peso sta sopportando? “Swami, — dicono alcuni — se sono un peso per te, eliminami”. Ma se questo avvenisse si ridurrebbe forse il carico? Assolutamente no. Sarebbe sempre pesante, un gravame sempre identico. Se invece foste in grado di ridurre il peso dentro di voi, allora sì che il carico che la terra deve sopportare sarebbe ridotto.
Che cosa s’intende per carico interiore? Quello fatto di desideri. Se ridurrete i desideri, agli occhi di Dio sarete molto leggeri. Pertanto, quanto minore è il bagaglio, tanto più comodo e confortevole sarà il viaggio. Col ridurre il nostro carico, l’avremo ridotto anche a Dio. Un sovraccarico per noi è un gravame anche per il Signore, sebbene non sia propriamente Lui a portarne il peso. Essendo la dimensione di Dio quella del più sottile, del più occulto, Egli farà sì che ognuno porti il suo carico sulla propria testa, sebbene sembri che sia proprio Lui a sopportarne il peso. Trovandosi anche nei cinque elementi, Dio fa sembrare che essi siano sotto il Suo controllo.
Onnipresenza dei Cinque Elementi
Una volta le gopî dissero la stessa cosa: “O Krishna, come potremo mai conoscerti? Tu sei più piccolo di un atomo e più grande dell’Universo. Sei presente in 84 milioni di specie diverse, dal pachiderma al microbo. Come potremo mai conoscerti?” Già, chi può conoscere Dio? Nessuno.
Anche Aravind disse: “Comprendete bene la natura di questi cinque elementi. Non esiste nulla al di fuori di essi. Si trovano dappertutto. Il corpo fisico ne rappresenta una parte ed è per questo che lo si definisce pâñchabûtaka-svarûpa, una forma dei cinque elementi.
Anche nell’almanacco “Pâñchânga” si trovano suono, tatto, vista, gusto e odorato. È quindi una parte dei cinque elementi che gli hanno dato il nome (pâñcha significa “cinque”, mentre anga significa “parte”). Ovunque volgiate lo sguardo, troverete dei pâñchanga. Occorre quindi comprendere molto bene la natura di queste parti divine e comportarsi di conseguenza.
Il suono dello spazio
Il primo e principale attributo dell’âkâsha è il suono. Dove si trova questo suono? Come possiamo udirlo? Noi possiamo udire solo mediante le orecchie. In che modo giunge questo suono? Certamente non come un qualsiasi altro insignificante suono, ma per mezzo del suono OM (Swami canta una lenta e dolcissima OM). Ecco che cosa dovete ascoltare: la sillaba OM, che dovrete anche imparare a scomporre.
OM è l’espressione dei suoni A, U ed M. Ma dove comincia la A? Parte da un certo punto, come un aeroplano, che, man mano s’avvicina, si fa sentire. Pertanto AAA… UUU… MMM…, (Swami intona ancora molto lentamente la OM, sottolineando le tre diverse lettere A, U, M). Le onde di questo suono costituiscono la forma stessa dell’uomo. Ciò che dobbiamo ascoltare è quindi questo suono della OM, unica forma espressiva dell’âkâsha.
L’insegnamento dell’aria
Ora parliamo di Vâyu (vento o aria). Quale è l’espressione dell’aria? Essa sostiene il prâna, il respiro vitale. Non c’è luogo al mondo che sia privo di aria. Senz’aria non ci sarebbe la vita. Ecco dunque che cosa dovremmo fare: (Swami intona lentamente) So-ham, So-ham. So va inspirato, mentre ham deve seguire l’espirazione. So è ossigeno, ham è ossido di carbonio. L’ossido di carbonio dev’essere espirato, dopo aver inspirato ossigeno. Si deve lasciare il cattivo e accogliere il buono: ecco ciò che insegna l’aria. Non date adito al male; respingetelo. Prendete il buono. Gradite la frutta, ma rifiutate gli escrementi.
Per quale ragione ci saranno stati dati tanti arti? Dio ce li ha donati perché cogliessimo le cose buone. Non ci pensa nessuno; e, se qualcuno osserva questo fatto, non gli dà l’importanza che merita. È chiaro dunque che cosa dobbiamo respingere? Tutto ciò che è cattivo.
Guardate gli alberi. Sono così piccolo appena germogliati che a malapena riusciamo a vederli. Eppure, grazie all’assorbimento dell’ossido di carbonio, le piante forniscono ossigeno per tutti noi che emettiamo anidride carbonica dai polmoni. È un esempio di come la Natura restituisce bene per male. Ma l’uomo sa essere intelligente quanto gli alberi? Pur godendo il beneficio di esser nati come esseri umani, gli uomini non sono capaci di recepire allo stesso modo il bene. Pertanto, l’uomo, dotato di prâna, capace di apprendere ogni cosa, pieno fin dalla nascita di energie, deve respingere il male e aprire le porte al bene. Ecco che cosa c’insegna l’aria.
L’insegnamento del fuoco
Vediamo ora che cosa c’insegna il fuoco. Il fuoco è sempre lo stesso: riduce in cenere tutto ciò che brucia.
Trattate la felicità, il dolore, la vittoria, la sconfitta, il guadagno e le perdite allo stesso modo.
Il fuoco riduce in cenere sia la felicità sia il dolore, sia il bene che il male. In quello stadio non esistono più differenze di sorta. Il fuoco tiene lontano i mali. È l’insegnamento del fuoco: è la sua saggezza che dobbiamo apprendere, il “fuoco della vita”, e non il “fuoco delle sofferenze” che abbiamo, non il “fuoco del mondo”.
Nell’uomo ci sono tutte buone qualità, o meglio, tutte le qualità, ma gli manca la qualità dell’Âtma. È nella qualità dello Spirito il vero insegnamento. La Sapienza spirituale è indispensabile. L’uomo possiede tutto in sé, la scienza del mondo, la conoscenza fisica, la conoscenza spirituale, ma gli manca la Sapienza dello Spirito. Il fuoco c’insegna proprio questa conoscenza.
Potenza del Nome di Râma
Ciò che fa brillare ogni cosa è il fuoco. “Dal buio conducici alla Luce” Dove c’è luce, non ci sono tenebre. Per questo il fuoco tiene il buio lontano da noi. Esso riduce il male in cenere. Il fuoco contiene in sé anche il nome di Râma. È un nome costituito da tre lettere. ‘Ra’ è il fuoco; ‘a’ è la Luna; ‘ma’ è il Sole. Dal Sole ogni cosa riceve luce, e si estingue la tenebra. Il Sole dona anche il prâna, la vita, a tutti gli esseri. ‘Ma’, la Luna attenua il dolore (pacifica le emozioni), attenua le difficoltà e calma i nostri cuori.
Pertanto, ‘Ra’ è il fuoco, che riduce i peccati in cenere. Riduce in cenere il dolore e dà serenità. Dunque, Râma è colui che distrugge il peccato, distrugge il buio e ci dona splendore. Râma attenua il dolore, come sta ad indicare la ‘a’. Dare illuminazione e distruggere il buio fa parte della natura del sole. ‘Ra’ il fuoco riduce i peccati in cenere. Così, il nome di Râma contiene queste tre cose: riduce in cenere i peccati, calma le emozioni ed estingue le tenebre. Questo è il vero significato interiore del nome di Râma. Questa è la vera natura del fuoco.
L’insegnamento dell’acqua e del fuoco
Il quarto elemento è l’acqua. L’acqua è qualcosa di molto sacro alla vita. Quando qualcuno sviene, gli si spruzza dell’acqua sul viso. L’acqua è ricca di energia, in essa c’è il prâna, l’energia vitale. Per questa ragione,… (Swami sembra abbandonare l’argomento dell’acqua per tornare sul tema del fuoco) “il fuoco, divenuto Vaisvanara, abita nel corpo degli esseri viventi, e, insieme con il prâna e l’apâna, digerisce il cibo quattro volte”.
Chi c’è dentro di voi quando mangiate? La preghiera che si recita prima dei pasti — Aham Vaishvanaro… — è come se una voce interiore sussurrasse: “O esseri viventi, Io sono qui come un individuo. Sono in voi nella forma di Vaishvanaro: sono il fuoco che consuma tutto il cibo che mangiate, dandovi forza ed energia. Pertanto la natura che è in Me è quella dell’acqua”. Immenso è l’aiuto che ci dà l’acqua!
L’insegnamento della terra
Infine, consideriamo la terra, che ci viene in aiuto in tutti i modi. Essa serve a costruire terrapieni, palazzi, in ogni edificio in cui sono necessari i mattoni. Dalla terra nascono e crescono gli alberi e maturano le messi, il nostro cibo. Dal sottosuolo traiamo ogni genere di ricchezza, energia. L’immensa varietà di frutti solo la terra ce la fornisce. Qualunque cosa proviene dalla terra.
Facile arricchirsi!
Gli uomini d’oggi non mettono a disposizione le loro qualità innate. Si dice che, più di tutte le altre ere, nel Kali Yuga sia più facile raggiungere la liberazione. Sapete perché? Perché l’uomo ha tutta l’intelligenza che gli serve per questo. Ma che dire delle scuole? Ci sono scuole un po’ dovunque, a seconda della domanda; praticamente ad ogni angolo della strada. Ovunque andiate, troverete modo di iscrivervi a una scuola.
Che dire poi della ricchezza? Oh! Esistono mille modi per arricchirsi. Non c’è che l’imbarazzo della scelta: qualunque cosa facciate, potete diventar ricchi, e anche con estrema facilità.
Un giorno, un pazzo fece pubblicare una grande inserzione su un giornale. Al prezzo di una sola rupia offriva un sistema per liberare la casa dalle zanzare. Molti aderirono al suo annuncio e fu così che ben presto, una rupia dopo l’altra, ne totalizzò alcune centinaia di migliaia. A quel punto, sullo stesso giornale svelò il sistema che aveva escogitato e promesso: “Prendete un cappello e dovunque ci sia una zanzara, schiacciatela; e la zanzara morirà!” (Risate tra il pubblico) Facilissimo, no?
Esistono moltissimi sistemi come questo per guadagnare soldi, ma l’uomo non è felice lo stesso; non sa liberarsi dal dolore. Vi chiederete perché. La causa sta in un comportamento scorretto. Le virtù sono alla base d’ogni comportamento. Con la virtù si può ottenere qualsiasi cosa.
A che serve un figlio non virtuoso e uno studente senza insegnante?
Senza virtù a che serve la vita? Ci si aspetta che un figlio sia virtuoso e che ogni nostro atteggiamento sia caratterizzato da una particolare virtù, giacché un uomo può dire di vivere veramente quando possiede una buona condotta. Oggi, invece l’uomo ha comportamenti poco virtuosi; perciò, non riesce a trovare pace e felicità. La pace e la gioia lo evitano del tutto, non sono più alla sua portata; non ha più il vento in poppa. Sapete perché?
Perché tanto inquinamento?
Oggigiorno l’inquinamento ha colpito ogni cosa. La causa principale di tutto questo è da ricercarsi nel comportamento sbagliato dell’uomo. C’è inquinamento nel cibo, come pure nell’acqua che beviamo. Persino il vento soffia inquinato. Da qualsiasi parte si osservino, tutti e cinque gli elementi hanno subìto l’inquinamento. Per quale ragione? Sempre per l’errato comportamento dell’uomo. Se il suo comportamento fosse appropriato, non esisterebbe tutto quest’inquinamento.
Dovunque c’è cattiveria, pessime abitudini, azioni indegne. Le cose stanno purtroppo in questi termini. Poiché vengono a mancare la compassione e l’amore, anche l’acqua sulla terra si sta riducendo. A volte c’è da aver paura nell’avvicinare un uomo e vien da dire: “Che schifo! Devo stargli vicino? Giammai!” Di fronte all’uomo persino i cinque elementi si ritraggono dalla paura. Vedete dunque? È proprio il comportamento umano la causa dello squilibrio ambientale. I cinque elementi sono in sé completamente puri, ma, il nostro comportamento li sta progressivamente inquinando.
Un piccolo esempio. Alcuni vedono nella scuola o nel denaro qualcosa di buono, altri qualcosa di cattivo; in realtà, non c’è malvagità in essi. Sono le persone che li usano in modo sbagliato.
Prendiamo ad esempio l’acqua. L’acqua del Gange è completamente pura. È rossa se posta in una bottiglia rossa, nera se messa in una bottiglia nera, gialla in una bottiglia gialla. Il giallo, il rosso o il nero non sono i colori di un’acqua ch’è pura. È la bottiglia in cui è stata versata che ha i suoi colori. Così, il corpo dell’uomo è simile alla bottiglia: se vi si versa dentro l’acqua del vizio, l’uomo prende il colore del vizio. Il corpo in sé non è impuro; dipende tutto e solo da ciò che vi è stato versato dentro. Siamo noi che vi versiamo delle cattive qualità, delle cattive usanze. Noi frequentiamo cattive compagnie, compiamo azioni malvagie. Ecco perché gli uomini stanno diventando tanto cattivi. Prendete coscienza di questa verità.
Il Kali Yuga, pur essendo un’era dalle grandi possibilità e aperta ai valori più sottili, si sta totalmente tramutando in conflitti. Bisogna che l’uomo sviluppi sentimenti puri. Tutti gli studenti odierni devono arricchirsi di virtù. Voi tutti dovete manifestare e santificare i cinque elementi che Dio vi ha donato. Ogni singola qualità dovrebbe essere utilizzata al meglio.
Adesso, per quale motivo stiamo cantando i bhajan? Chiedetevi seriamente perché. Ricordando in modo corretto il nome di Dio, mescoliamo con le onde dell’aria la vibrazione di quel Nome, così che le cattive vibrazioni contenute nell’atmosfera vengono ridotte in cenere. Il canto divino, quindi, converte il male in bene.
Studenti! Tale è la fiamma, tale è il fumo; e come il fumo, così le nuvole; come le nuvole, così la pioggia; come la pioggia, così il raccolto; come il raccolto, così il cibo. Pertanto il tipo di fiamma che dobbiamo accendere dev’essere di buona qualità. Se si pongono sul fuoco cose cattive, ne verrà del fumo cattivo, che a sua volta si trasformerà in cattive nuvole. Da nuvole cattive cadrà una pioggia cattiva. Una pioggia cattiva contaminerà anche il raccolto. Con dei raccolti non buoni, mangeremo cibo cattivo. E se mangeremo cibi cattivi, verranno brutte malattie. Quindi, tutto lo sbaglio sta nelle premesse.
L’amore che trasforma
Osservate, il sole trasforma le onde del mare in vapore. Che sapore ha l’acqua del mare, che il sole trasforma poi in vapore? È salata. Tuttavia, trasformandosi in vapore, diventa dolce. L’acqua, che evaporando è dolce, forma le nubi, le quali lasciano cadere la pioggia, della buona pioggia, una pioggia d’amore. Questa pioggia d’amore si trasforma nell’acqua del Gange.
Dunque, il Sole dell’intelletto deve cambiare le cattive qualità in buone nuvole. In questo modo si svilupperà in noi il vapore delle buone qualità. Quando il vapore delle virtù avrà raggiunto un certo qual volume, cadrà l’acqua dell’amore: sarà una pioggia d’amore. L’evaporazione forma le nuvole della verità; dalle nuvole della verità cadrà la pioggia dell’amore: ogni goccia sarà una goccia d’amore e tutte insieme cadendo andranno a immergersi nel mare della Grazia.
Il potere del suono
Ogni nostro sforzo dev’essere sacro. L’aria si purifica quando si contempla di continuo il Nome di Dio. Le onde sonore arrivano dappertutto e quelle onde sacre si diffonderanno per tutto il mondo. Una canzone trasmessa da una radio di Delhi può essere ascoltata qui nello stesso istante in cui viene suonata. Come, lo sapete: attraverso le onde sonore.
Allo stesso modo, anche vibrazioni negative si frammischiano con queste onde. Bisogna dunque diffondere onde che generino suoni buoni. In quel modo l’atmosfera che ci circonda migliorerà e, di conseguenza, in un’atmosfera di buona qualità, riusciremo a sperimentare buoni sentimenti. L’aria che respiriamo, resa migliore, porterà buone onde dentro di noi, purificandoci da ogni sentimento negativo.
“Io sono solo amore”
Incarnazioni del Divino Amore, tutti dovete vivere una vita d’amore. Se questo avverrà, tutto il mondo si trasformerà in un mondo d’amore. Di questo mi dovete dare atto: in Me c’è solo amore. Nient’altro all’infuori dell’amore può far breccia in Me. Di tanto in tanto sono burbero; (lett. “dico Bhoos!”, dice Swami con una tipica espressione onomatopeica telugu, che somiglia al sibilo di un serpente, usata per incutere timore) ma anche in questo c’è solo amore!
Quando piove, a volte insieme alla pioggia cade anche la grandine. Ma anch’essa è solo acqua. Quindi, il mio “Bhoos!” è come la grandine mista a pioggia. È sempre acqua: di qualunque cosa si tratti, è comunque sempre per il vostro bene, e non per il mio. Io sono pieno di amore dalla testa ai piedi. Seguite la natura dell’amore e impregnate di esso i cinque elementi.
Ogni bene nell’insegnamento dei Veda
È ovvio che facciate delle buone azioni: è vostro dovere. Nelle Scritture si legge che “è dovere di ognuno evolvere”. E così voi crescete insieme con il vostro Sé. Dovete comprendere l’autentica essenza dei Veda, senza errori. Veda deriva dalla radice ‘vid’, che è anche la radice di vidyâ. Ciò significa che ogni conoscenza (vidyâ) viene dalla radice ‘vid’.
I Veda devono la loro origine ad una schiera di saggi e agli insegnamenti che essi ci hanno trasmesso mediante il loro operato, in base ai quali poi furono proclamate le loro conclusioni e si adeguò il loro comportamento. I Veda hanno raggiunto con la loro pace e felicità le tre dimensioni del mondo. Hanno portato sicurezza e serenità al mondo intero, non insegnano nulla di male. Tutto ciò che insegnano è buono, e tutto sarà buono per coloro che ne comprendono a fondo la natura.
Come si presenta Dio nell’aria che respiriamo? È come lo zucchero nello sciroppo. Nello sciroppo c’è zucchero, anche se non riusciamo a vederlo. Vediamo solo lo sciroppo. Allo stesso modo, Dio è nell’aria sotto forma di dolcezza. Ma Dio è il dolce anche del male. Tant’è vero che per noi i sensi sono dispensatori di dolce piacere. Ebbene, se sapessimo introdurre in noi stessi la dolcezza del Divino, tutto acquisterebbe quella dolcezza, senza bisogno di rimescolare.
Buona compagnia
Il bambino beve il latte della madre, dalla quale lo reclama con autorevole insistenza. La madre non ha bisogno di dolcificare quel latte, non vi pare? È uno dei segreti della creazione: il bambino beve il latte della madre, come l’ape succhia il nettare da un fiore. Così gli esseri umani dovrebbero riconoscere la natura dell’amore nei propri simili. Il fiore chiama forse l’ape in qualche modo? Certo che no. Semplicemente l’ape vi si posa sopra e ne succhia il nettare. Fate lo stesso anche voi: frequentate le persone buone, state in buone compagnie, per assorbire tutto il bene che c’è in ciascuno di loro.
“Dalla buona compagnia al ritiro, dal ritiro solitario all’equanime imparzialità, dall’equanimità all’incrollabile costanza, dalla costanza alla liberazione in vita. Aggregatevi sempre a buone compagnie e fuggite da quelle cattive. Frequentate i buoni e giorno e notte applicatevi a buone azioni”: così le Scritture insegnano.
Fatevi sorprendere in qualsiasi istante mentre state facendo qualcosa di buono. È così che la vita umana va santificata. Invece, perdiamo spesso buone occasioni come queste; la testa è sempre piena di pensieri cattivi. Sempre cattivi pensieri, cattivi pensieri, cattivi pensieri! Perché acquistare e portarsi a casa cattivi pensieri? Quando comprate, scegliete! Perché dunque non scegliete il bene che è gratis e facile da reperire? Sprecate denaro, anche regalandolo, per comprare cose dannose. Errore gravissimo! Solo gli stupidi non sanno distinguere tra le cose buone e quelle cattive; è da stolti comprare la malvagità.
Incarnazioni del Divino Amore, state dalla parte dell’amore. L’amore non ha forme particolari; non vi chiederà nulla, non vi darà interessi, non vorrà né pagherà affitti. L’amore non è altro che amore ed è con l’amore che va preso. Dunque, voi che siete incarnazioni dell’amore, dovete vedere gli altri come incarnazioni dell’amore.
La lezione degli escrementi
In ciascun uomo ci sono i cinque elementi, il cui prodotto è in sé puro e sempre in grado di offrire buoni risultati. Siete voi che li corrompete, trasformandoli in cose cattive. Non fraintendetemi, se vi parlo di qualcosa di negativo. A volte è necessario.
Una volta, Nârada si rivolse a Vishnu per avere il Suo darshan. Vishnu sorridendo gli chiese da dove venisse, e Nârada Gli rispose: “Swami, ho forse una casa, un focolare, una moglie e dei figli? Son libero di andare dove mi pare, un po’ dappertutto, in giro per il mondo”. E Vishnu: “Ah! Molto bene. Allora, con tutti i giri che hai fatto, avrai ormai capito il segreto della mia creazione, no?” “Swami, vuoi che non sappia com’è fatta la tua creazione? Ormai ho capito tutta la storia!”, rispose con aria sicura Nârada.
Allora Vishnu gli disse: “Ho creato ogni singola cosa per il vostro bene. Ti pare che nella Mia creazione ci sia qualcosa di sbagliato?” Nârada, dopo averci pensato un poco, rispose: “Mi perdonerai, Swami, ma credo che ve ne sia una”. “Ah! Dunque, c’è qualcosa di sbagliato nella Mia creazione? Neanche per sogno!” “Ce n’è una, Swami” “E cosa sarebbe?” “Gli escrementi, Swami. È una cosa intollerabile conviverci; non ce se ne rende conto quando li ospitiamo e alimentiamo nel nostro ventre, ma è una cosa disgustosa e insopportabile vederli. Perché hai creato una cosa così schifosa?” “Perché dici che è una cosa schifosa? Per una volta affrontali, parlaci e poi torna a riferirmi”. “Credo proprio che non mi sarà possibile, Swami!” “Va’ — gli disse perentorio Vishnu — e fa’ come ti ordino”.
E va bene! Se questa era la volontà di Dio, che poteva farci Nârada? Così andò… a trovare gli escrementi. Ma non appena Nârada fu nelle loro vicinanze, questi si misero a gridare: Che schifo! Nârada, stattene lontano! Non ti avvicinare. Via! Sciò!” Nârada, strabuzzò gli occhi pensando: Cose da pazzi! Ma che sta dicendo questo? Adesso son io che non dovrei avvicinarmi?“ E l’escremento: “Tu non sai quanto io sia puro! Soltanto ieri fui una prelibatezza. Sono stato del buon latte, poi un budino di latte; sono stato anche un delizioso yogurt. Com’ero puro! Tanto puro che mi hanno persino offerto a Dio. Ma non appena entrai a contatto con l’uomo, ecco che cosa son diventato; guarda il destino che mi è toccato. Che accadrà la prossima volta? Quale sorte mi toccherà? Non avvicinarti dunque a me!” Il cambiamento è avvenuto commettendo l’errore di entrare in contatto con l’uomo… Nulla al mondo è quindi cattivo in sé, ma gli uomini non lo capiscono correttamente.
La puntura dello scorpione
C’era una volta un uomo che viveva con il suo figlio unico. Un giorno questi fu punto in qualche parte del corpo da uno scorpione. Corse dal padre gridando: “Papà, mi ha morso uno scorpione! Mi ha morso uno scorpione!” Il padre accorse in aiuto del figlio. Era il suo unico figlio ed è naturale che provasse nei suoi confronti un intenso amore; non avrebbe mai voluto vederlo in lacrime. Corse subito da un dottore e gli disse: “Mio figlio sta piangendo. Dategli qualche medicina per il morso dello scorpione”. Il dottore disse: “Figliolo, prendi questo linimento e vai; continua a strofinarlo nel punto in cui tuo figlio è stato morso”. Tornò immediatamente a casa dal figlio e gli chiese: “Dove ti ha morso lo scorpione?” E il figlio rispose: “Là, in quell’angolo”. Allora il padre corse con sollecitudine a strofinare l’angolo con l’unguento.
Tutto si può perdere quando si fraintende. E proprio così fanno gli aspiranti spirituali oggigiorno. Dovete prestare bene attenzione a come e dove ha avuto inizio una qualità cattiva: sono le cattive compagnie, le cattive compagnie! I cattivi compagni cercano sempre di dare la colpa ad altri. Non si dovrebbero mai criticare gli altri; non c’è assolutamente nulla di sbagliato in loro. Gli errori che vedete negli altri e che vi danno fastidio sono dentro di voi. Quindi, preoccupatevi di voi stessi, analizzate i vostri problemi e, a questo scopo, orientate i vostri sentimenti sulla giusta strada.
Dovreste comprendere molto bene la natura dei cinque elementi, come pure la natura dei cinque Prâna, (ossia i cinque soffi vitali, che sostengono, attivano e vitalizzano il corpo). Questi vi libereranno da ogni pena. I cinque elementi sono tutto ciò che è necessario per curare i vostri problemi. Quale magnificenza nel suono, nel tatto, nella vista, nel gusto e nel profumo! È quindi assolutamente necessario averne la giusta esperienza. Solo così si eliminerà ogni problema.
Tutto il Creato è buono
Incarnazioni del Divino Amore, si vedono sbagli in tutto perché l’errore è in noi. Non c’è assolutamente nulla di sbagliato negli oggetti, che invece sono in sé tutti buoni. Pensieri e sentimenti cattivi sviluppano la tendenza a vedere in negativo. Per questo motivo dobbiamo dar sempre più forza alle virtù ed esaltare il buono che c’è in noi: occorre concentrarsi sul sentimento che siamo Dio. Invocate il nome di Dio. Abbiatelo sempre in mente: terrà lontane le cattive qualità e i cattivi pensieri.
Non fare né ascoltare cattivi discorsi
Non parlate mai male di niente e di nessuno. Non dite cattiverie, né parlate con asprezza, criticando gli altri. Le parole che pronunciate si diffondono per l’aria, mescolandovisi; qualcuno le respirerà ed è così che poi entrano nelle persone e vi s’insediano dominandole. Dovunque andiate, quindi, evitate sempre di frequentare luoghi dove c’è del male, e dove aleggiano pensieri e sentimenti malvagi.
Non usate mai parolacce. Non guardate mai le cose con occhi maliziosi. Perché la gente usa malizia nel guardare? Kîchaka era solito guardare in modo cattivo. Per questo perse la sua testa per mano di Bhîma. Kaikâ che era la moglie più cara del re Dasharatha, ascoltò tutti i cattivi insegnamenti di Mandara. Per averlo ascoltato, ebbe una cattiva nomea.
Al giorno d’oggi nella nostra società non c’è anima cui venga dato il nome di Kaikâ? Nessuno vorrebbe mai chiamarsi con quel nome. Per quale ragione? Perché quel nome ricorda una donna che agì e parlò male. Pertanto Kaikâ non fu buona. Lo stesso dicasi di Kîchaka, che guardava con malizia; anch’egli non fu un buon uomo. Invece di ascoltare cose cattive, bisogna prestare ascolto solo a quelle buone. Duryodhana e Dushshâsana venivano sempre sorpresi mentre calunniavano i Pândava, arrecando così in tanti modi del danno a vere incarnazioni del Dharma. A furia di ascoltare, ascoltare, ascoltare, Duryodhana e Dushshâsana finirono per distruggere la loro intera stirpe familiare.
Non ascoltate dunque discorsi cattivi. Siate sordi alle maldicenze. Vorrei dare un piccolo suggerimento ai fanciulli. Se qualcuno venisse a dirvi delle cose cattive — “Sapevi che…?, mi han detto che…” — ne rimarreste turbati. Ebbene, non raccontate ad altri ripetendo ciò che vi han detto, poiché metterebbe del turbamento anche nelle loro menti. Se per esempio qualcuno vi parlasse male dei vostri genitori e voi glielo andaste a riferire, essi ne soffrirebbero, e sareste voi quindi i responsabili della sofferenza di papà e mamma.
Se vi capita di udire maldicenze o mormorazioni, non ripetetele a nessun altro, non fatene assolutamente parola con nessun altro. È di primaria importanza che poniate la massima attenzione su ciò. Potrebbe accadervi di avere ascoltato alcune cose per caso. Dimenticatele. Non ditelo agli amici; ne rimarrebbero a loro volta turbati.
In sintesi, dobbiamo favorire in noi sentimenti buoni, non prestando orecchio a ciò che di malvagio si dice in giro, evitando la maldicenza e le parolacce, astenendoci dal compiere azioni brutte e rifiutandoci di guardare immagini oscene.
A che ti servono gli occhi se non riesci a vedere Dio? Qual è lo scopo per cui sono stati dati gli occhi? Lo sapete? Per scoprire forse strade e scorciatoie? No, no, no! Gli occhi vi sono stati dati esclusivamente perché possiate vedere Colui che risiede sui Kailas, Shiva. La vista non ci è stata data per guardare questa o quella persona. Abbiate cura di avere sempre occhi puri e di far tutto con purezza d’intenzioni.
In questo modo, anche la Natura coi suoi cinque elementi sarà purissima. Da essa, che è parte di Dio, noi abbiamo preso origine, e ci viviamo. Se dunque siamo nati dalla Natura di Dio, anche noi dobbiamo considerarci membra di Dio. Tale dev’essere il nostro modo di sentirci; divenendo sempre più familiari con questo pensiero, raggiungeremo alla fine il Divino.
Non ci sono assolutamente sbagli nella natura del mondo: è la nostra mentalità e i nostri sentimenti che sono sbagliati. Che c’è di male nel creato? Nârada vide qualcosa di sbagliato, ma ciò dipendeva dal suo modo di guardare le cose. Come disse Vishnu, non c’è nulla di sbagliato nel mondo. Se dal vostro corpo non esce ciò che è negativo, ne sarà compromessa la salute. Per questo Dio si prende cura d’ogni singola cosa nel mondo per il vostro bene. Prendete ogni cosa per il giusto verso, dal momento che non c’è nulla di realmente fuori posto.
Tutto è buono
Avrete avuto certamente delle sofferenze qualche volta, ma, in quel caso, ripetete a voi stessi: “È giusto; va bene per me, va bene per me”. Prendete tutto con buona docilità e abbiate uguali sentimenti, di fronte alla critica o al biasimo, al rifiuto come all’accoglienza. Ogni cosa sia motivo di gioia per voi, e non ci sarà yoga migliore del vostro; nessuno avrà maggior sacrificio di voi, nessuno sarà più elevato di voi. È questo il tipo di yoga che dovete raggiungere, questo il vostro vero sacrificio, questa la purezza che vi riempirà il cuore.
In questo modo, approfondite seriamente la vostra ricerca sulla natura dei cinque elementi, e pensate: “Anch’io sono fatto di questi cinque elementi; dovrò finalizzarli a scopi santi. Il mio stesso respiro si accompagna al respiro di Dio e canta il Suo Nome”. E così dicendo, contemplate il Nome di Dio
(Swami conclude il discorso intonando il bhajan “Hari bhajana bina sukha shanti nahi”)
Brindâvan, Sai Ramesh Hall, 15 Maggio 2000 pm
Corso estivo 2000
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