“Dio è amore e l’amore è Dio.
Quando vi aggrappate a questo principio d’amore
e sviluppate amore per amore della relazione,
potrete ottenere lo stato del non dualismo.”
Siate sempre grati ai vostri genitori
Incarnazioni dell’Amore!
In questo mondo, non c’è qualità nobile più grande dell’amore. L’amore è ricchezza, l’amore è saggezza, l’amore è verità e soltanto l’amore è rettitudine. L’amore pervade ogni cosa; tutto il mondo e tutti gli esseri emergono dall’amore, sono sostenuti dall’amore e si fondono nell’amore. L’essere umano è come una bolla che, formatasi nell’acqua, vi cresce e si fonde in essa; egli è la bolla e Nârâyana è l’acqua.
L’uomo deve vivere nella verità
Ogni essere umano è nato dal ventre della madre, è nutrito dall’amore della madre. Egli trae tutta la ricchezza e la felicità dall’amore di sua madre: quindi non c’è Dio più grande della madre. Ella è la dea di questo corpo, è l’incarnazione della Verità. Tutti devono cercare di capire che cos’è la Verità. La parola Satyam comprende tre sillabe Sat, e, yam. Sat significa forza vitale, e significa cibo, yam indica il sole. Il corpo umano è la combinazione della forza vitale, del cibo e del sole. Dato che l’uomo è in grado di sostenere la vita per mezzo del cibo, i Veda dicono che il cibo è la forza vitale, il che significa che la vita e sostenuta dal cibo e il cibo è creato dai raggi del sole. L’uomo ottiene cibo e acqua grazie ai raggi del sole. Senza il sole non possono esserci i raccolti. Con il cibo che proviene dai raccolti si può sostenere la vita; senza cibo non può esserci vita, ma la forza vitale, il cibo e il sole emergono dalla Verità. Quindi ogni essere umano è una forma della Verità. Essendo la forma effettiva della Verità, l’uomo deve condurre una vita di Verità, ma, sfortunatamente, vive nella menzogna. Per questo, va incontro a difficoltà inenarrabili, a problemi indesiderati ed è soggetto a un’angoscia senza fine. Egli è sempre inquieto e pieno di tormento. Non riconosce il fatto che tutta la creazione, incluso lui stesso, è emersa dalla Verità e tornerà a fondersi nella Verità. La madre è l’incarnazione effettiva della Verità. Râma sì mostrò nel mondo come Dio grazie a sua madre Kaushalyâ. I gemelli Lava e Kusha divennero potenti grazie all’attenzione amorevole della loro madre Sîtâ. I figli acquisiscono fama soltanto grazie ai pensieri nobili della madre, ma non riconoscono la sacralità del suo cuore. Una madre può prendere vie sbagliate in molti campi, ma non nutre mai avversione, disaffezione o rifiuto verso i figli; ella desidera il benessere dei figli in ogni circostanza ed essi devono amare prima di tutti la madre, poi il padre e dopo l’insegnante. La madre alleva il corpo, il padre lo nutre e l’insegnante promuove lo sviluppo della comprensione. Il corpo non può sostenersi senza cibo e, per vivere in questo mondo con il corpo mortale, tutti hanno bisogno di acquisire anche la comprensione delle cose del mondo. Molti grandi uomini amarono e rispettarono le loro madri e ne cercarono le benedizioni prima di intraprendere qualunque impresa importante come andare in battaglia o nella foresta per seguire le austerità. Per fornire ai figli una protezione ottimale, le madri nobili riversarono così le proprie benedizioni su di loro:
“Possa tu ricevere le stesse benedizioni che madre Ghaurî dette al figlio Kumâra che andava in battaglia contro il demone Târakâsura, le benedizioni che Bhargavi sparse sul figlio quando egli uccise Shambarasura, le benedizioni profuse da Vinatâ sul figlio che partiva per la sacra missione di liberarla dalla schiavitù, le benedizioni che madre Kaushalyâ dette al figlio Rama che andava nella foresta per difendere il rito di Vishvâmitra. Soprattutto le potentissime e divine benedizioni di Rama siano con te e ti proteggano in battaglia.”
Tramite le benedizioni delle loro madri, molti saggi poterono compiere facilmente e con successo severe austerità e ottenere la grazia di Dio. Âdi Shankara ha detto che, coloro che non hanno potuto ricevere le benedizioni della madre, rimangono presi nel ciclo di nascite e morti, mentre questo ciclo si interrompe per quelli che la ricevono. Chi non ha la protezione della madre rimane nel ciclo senza fine di nascita e morte. Shankara ha espresso questo nel Bhaja Govindam:
“O Signore! Io sono intrappolato in questo ciclo di nascita e morte,
e sperimento ripetutamente l’angoscia di essere nel ventre materno.
Attraversare questo oceano della vita terrena è molto difficile:
Ti prego di portarmi al di là e concedermi la liberazione.”
Acquisite Salda Fede in Dio
Molte persone eminenti hanno magnificato le capacità e i poteri della madre; quindi, innanzitutto, l’uomo dovrebbe diventare meritevole della grazia di sua madre. Questo non è comunque sufficiente: egli deve acquisire la fede in Dio e sforzarsi di meritarNe la grazia. Anche le Upanishad dichiarano che un aspirante deve avere prima di tutto fede; senza fede, non si può ottenere niente. Se non avete fede nel fatto che viaggerete in sicurezza fino a Kodaikanal, avrete il darshan di Swami e tornerete sani e salvi a casa, non salirete sull’autobus. Voi non gettate le fondamenta di una casa se non credete fermamente che celebrerete, l’anno successivo, la cerimonia di inaugurazione e andate al mercato a fare acquisti soltanto se siete certi che tornerete a casa sani e salvi. La fede è necessaria anche per fare le cose più piccole ma, sfortunatamente, oggi le persone sono diventate cieche perché hanno perso i due occhi della fede; il dubbio domina ogni passo della vita e tale atteggiamento va aumentando in quest’era di Kali. L’uomo non ha fiducia in se stesso: come può aver fede in qualcos’altro? Il dovere principale dei figli è aver fede nella madre. Essi possono ottenere qualunque cosa grazie al suo amore; quindi tutti devono acquisire amore per la madre e sforzarsi di meritare le sue benedizioni. Il Vedânta insegna che il cuore dell’uomo è un divano che ha spazio per una sola persona, non è una sedia musicale da cambiare di quando in quando. Nel cuore c’è spazio soltanto per Dio. Amate e rispettate vostra madre, siatele riconoscenti, ma sappiate che la madre e il padre non sono permanenti; così anche il guru, la ricchezza e i figli.
“Le relazioni come la madre, il padre, i fratelli, le sorelle e gli amici
non sono eterne; anche la casa e la ricchezza sono illusorie.
Quindi state attenti, state attenti!”
Amate rispettate e servite i genitori, ma sappiate che nel vostro cuore c’è posto solamente per Dio che è permanente ed eterno.
La nascita è infelicità, la vecchiaia è infelicità, la famiglia è infelicità
e la morte è un’infelicità terribile. Quindi state attenti, state attenti!
Il corpo umano è dotato del potere divino
Voi rispettate la madre del vostro corpo in questa incarnazione, ma avete avuto altre madri nelle precedenti nascite. Tutti i corpi sono temporanei come nuvole passeggere. Soltanto Dio è la vostra vera madre. Egli è l’unica verità; è eterno e divinamente glorioso. Quindi, nel vostro cuore, date spazio soltanto a Dio. La madre e il padre vivono nella casa, il guru vive nell’ashram, ma Dio è il residente del cuore. Siate consapevoli di questa verità e riverite vostra madre come Dio.
“L’educazione terrena serve per vivere qui, l’educazione spirituale serve per la vita al di là.”
L’uomo è dotato di coppie di entità: il corpo fisico e l’Abitante, il campo e il Conoscitore del campo, l’Eterno e il temporaneo, il corpo e il Possessore del corpo. Per questo egli ha la dualità in sé. Il corpo è ciò che subisce il decadimento graduale. Come accade questo? Esso cresce continuamente e decade gradualmente. Il corpo cresce? È inerte? Se è inerte, come si può dire che cresca? Il corpo è inerte, ma cresce a opera di Caitanya o Consapevolezza; grazie al potere di Caitanya, il corpo inerte è in grado di crescere. Ecco un esempio: noi spazziamo la casa ogni giorno e gettiamo l’immondizia in un buco; col passare del tempo, l’immondizia è una sorta di mucchio. L’immondizia cresce da sola? Cresce perché ve ne gettiamo un po’ ogni giorno; in modo simile, il corpo cresce grazie all’alimentazione regolare con cibi vari. Anche questo corpo è una sorta di mucchio, è inerte e non ha Caitanya propria. È fatto di materiale inerte: quattro secchi di calce, un secchio d’acqua, quattro pezzi di sapone, sei chiodi, novecento fiammiferi e la mina di dieci matite. Tutto questo è inerte, quindi anche il corpo è tale. Il suo abitante è comunque il Principio Dinamico Divino; per questo è conosciuto come sharîra. Qual è il significato di sharîra? Ciò che va incontro alla dissoluzione è sharîra. Il corpo, composto dei cinque elementi, cresce e decade, mentre l’Abitante Interiore non ha crescita né decadimento.
“Il corpo è composto dei cinque elementi
ed è destinato a perire prima o poi,
ma l’Abitante Interiore non ha nascita né morte.
L’Abitante Interiore non ha alcun attaccamento
ed è l’Eterno Testimone.
In verità l’Abitatore, che è sotto forma di Atma, è Dio Stesso.”
Noi usiamo i termini Deha Dehin, Sharîra Sharirin, Ksetra Kshetrajña. Qual è il significato di kshetra (campo)? Noi visitiamo luoghi come Tirupati Kshetra, Badri Kshetra, Amarnâth Kshetra ecc., ma non dovremmo riferirci a Kodaikanal come kshetra perché è una collina, non un campo. Si chiama kshetra un luogo cui è associata la Divinità; in questo senso, il corpo è chiamato kshetra perché vi alberga Kshetrajña (il Conoscitore del campo). “ConosceteMi anche come Conoscitore del campo”, dice il Signore Krishna nella Gîtâ. Qualunque kshetra acquista valore soltanto perché lo Kshetrajña lo conosce completamente. Lo Kshetrajña è Dio.
“Il corpo è un tempio e il suo abitante è Dio.”
Il corpo è il tempio di Dio, non del Jîva o anima individuale. Non è neppure il tempio della forza vitale: è il tempio di Dio. Come possiamo comprendere questo Principio di Dio? Egli è presente in ogni corpo nella forma di Caitanya che è una forza dinamica che non si vede, non si ode, non si percepisce con la mente né si sente col cuore, ma concede la Liberazione. In Caitanya c’è moltissimo potere, il che significa che questo corpo è dotato del Potere Divino.
Portate a manifestazione il Principio Divino
Sfortunatamente, le persone non fanno buon uso di questo corpo sacro. Voi dovete sforzarvi di farne un uso giusto. Chi vi ha dato il corpo? La madre è la fonte del corpo fisico, ma Dio lo correda del Potere Divino. Voi avete un seme che può germogliare: diventerà un alberello se lo mettete in un barattolo di latta? No, crescerà soltanto se lo metterete nella terra. La madre è la Natura, il padre è Dio: la causa fondamentale del principio della vita è l’unione di Prakriti e Paramâtma (Natura e Dio). Quindi la madre è la base del corpo e il padre è il potere che alleva; niente e nessuno prospera senza una base. In questo periodo, vediamo una proliferazione di scienziati; quando sorge la domanda come sia nata l’acqua, essi dicono che è nata dalla combinazione di due atomi di idrogeno e uno di ossigeno. Questo è vero, ma chi ha creato l’idrogeno e l’ossigeno? Gli scienziati non considerano queste domande nonostante il fatto che questi siano gli elementi fondamentali. C’era una persona che voleva diventare un Paramahamsa (un realizzato). Che cosa si intende per Paramahamsa? Hamsa indica Soham (Quello io sono): So significa “Quello” e Ham vuol dire “io”. Con ogni respiro, voi dite Soham (io sono Dio). Un Paramahamsa è una persona che ha raggiunto la consapevolezza di “io sono Dio”. Egli abbandona il principio individuale e raggiunge il Principio Supremo. Si ritiene che hamsa (il cigno) abbia la capacità di separare il latte dall’acqua, ma gli scienziati deridono questo come cosa priva di senso. In effetti, nel becco di questo uccello si produce un acido con cui l’acqua viene separata dal latte. Sorge la domanda: chi gli ha messo l’acido nel becco? Quell’acido è una creazione della Volontà di Dio. Qualche scienziato ha forse creato l’acido? È triste che gli scienziati critichino la spiritualità, ma questa è puerilità: criticare è facile, comprendere è difficile. Essi si mettono in gran mostra con poca comprensione; comprano una melanzana e vogliono una zucca come omaggio: è possibile? Una volta, c’era un vecchio studioso che seguiva strettamente le tradizioni antiche. Una sera era seduto sulla veranda di casa vicino al nipote che scriveva i compiti usando penna e calamaio.
Comprendete il significato delle tradizioni antiche
Il sole stava tramontando e l’anziano cominciò a offrire le proprie invocazioni usando l’acqua in un bicchiere mentre pronunciava om prânâya svâhâ, om apânâya svâhâ, om vyânâya svâhâ, om udânâya svâhâ, om samânâya svâhâ. A ogni invocazione beveva un cucchiaio d’acqua. Il ragazzo stava ricevendo un’educazione moderna, per cui non credeva nelle tradizioni antiche. Pertanto disse al nonno: “Nonno, sembra che tu abbia sete: perché bevi un cucchiaio d’acqua alla volta? Perché non la bevi tutta insieme?” L’anziano decise di insegnargli qualcosa, per cui disse sorridendo: “Mio caro! Vedo che, prima di scrivere, tu intingi il pennino più volte: perché non versi l’inchiostro sul foglio tutto in una volta?” Il ragazzo replicò: “Nonno, così non potrei formare le lettere e le parole”, e quegli rispose: “Se io la bevessi senza invocare il nome della Divinità a cui la offro, non La raggiungerei.” Una lettera raggiunge il destinatario soltanto quando l’indirizzo è scritto correttamente, altrimenti va a finire nell’ufficio delle lettere in giacenza. Così om prânâya svâhâ raggiunge la prâna shakti, o forza vitale, soltanto se lo si pronuncia. Le Scritture comunicano i princìpi e le procedure che le persone devono seguire incondizionatamente per ottenere ciò per cui pregano. Molti bambini chiedono perché debbano rispettare i genitori e render loro omaggio una volta cresciuti. Voi potete essere cresciuti, aver ottenuto un’istruzione e una posizione elevate, ma, per vostra madre, rimanete il suo bambino; ella sarà sempre più avanti di voi negli anni, mai più giovane, non è così? Non è vostra madre che vi ha allevati? Il sangue, il cibo, la testa e il denaro sono doni dei vostri genitori e di nessun altro, per cui dovete sempre esser loro grati e rispettarli. Questo è il modo in cui dovete dare loro il vostro amore.
Invocate sempre Dio per avere la Sua grazia
Offrite il dovuto rispetto ai vostri genitori e siate loro grati, ma riservate il cuore solamente a Dio. Tutte le relazioni terrene sono transitorie come bolle nell’acqua. Se concentrate la mente su Dio, dovete amorevolmente spiegarlo a vostra madre. Allora ella comprenderà sicuramente la vostra mente e il vostro cuore. La madre desidera sempre il benessere dei figli, prega che essi siano buoni, che ottengano posizioni elevate nella vita e ricevano la grazia di Dio. Quando il figlio le si inchina davanti, ella lo benedice dicendo: “Mio caro! Possa tu vivere cento anni felicemente, in salute, prosperità e reputazione eccellenti!” La madre benedice, ma solamente Dio concede che la sua preghiera si avveri dicendo: “Così sia.” Senza la grazia di Dio, anche le preghiere e le benedizioni della madre sono inutili. La corrente diventa utile soltanto quando il positivo e il negativo si incontrano. La carica positiva può essere molto potente, ma è inutile se non si unisce a quella negativa. Voi potete avere molte lampadine attorno a voi, ma, senza la corrente, esse sono inutili, come la corrente non serve se non ci sono le lampadine. In modo simile, ciò che dovete ottenere sono sia le benedizioni di vostra madre sia la grazia di Dio. Pregate sempre il Signore per avere la Sua grazia. La grazia di Dio è sufficiente a dispetto di tutte le mancanze e debolezze. Per Suo mezzo, potete ottenere qualunque cosa. La salda fede in Dio è essenziale per tutti. Ricordate che la pace e la felicità sono disponibili soltanto in Dio; Egli soltanto può darvi pace e felicità. Alcuni dicono di non avere fede in Dio: hanno quindi fede nel demonio? Se avete fede nel demonio, avrete soltanto caratteristiche demoniache. Molte persone sono sempre immerse in questioni secolari insignificanti, dimenticando Dio, che è la dimora della pace suprema e della beatitudine. Come può gente simile ottenere pace e felicità? Soltanto Dio può concedere la pace. Egli è l’incarnazione della pace e dell’amore supremi. Una madre può arrabbiarsi a volte, ma l’Amore di Dio è immutabile. Voi dovete comunque essere grati a vostra madre che vi ha fatto nascere; grazie a lei, potete conoscere Dio. Non c’è tuttavia nulla di più grande del Nome Divino.
Niente è più grande del Nome di Dio
Una volta Añjanâ Devî, madre di Hanuman, fece visita a Kaushalyâ. Sebbene Hanuman fosse un grande devoto di Râma, Kaushalyâ non conosceva Añjanâ Devî per cui, accogliendola molto affabilmente, le chiese chi fosse. Añjanâ Devî si vantò di essere la madre di Hanuman dicendo: “O venerabile madre, come mai non conosci il mio nome? Io sono la madre di Hanuman che è riuscito a superare il possente oceano in un balzo.” Kaushalyâ disse: “Mia cara! Capisco ora che Hanuman è davvero grande.” Mentre conversavano così, capitò lì la madre del saggio Agastya. Anche a lei Kaushalyâ chiese: “O venerabile madre, posso sapere chi sei?” Al che ella rispose: “Io sono la madre di Agastya che ha ingoiato l’oceano intero in un sorso. Visto che sono la madre di un santo così grande, com’è che non mi conosci?” Allora Kaushalyâ disse loro: “Mie care! Hanuman ha potuto superare il possente oceano e Agastya lo ha ingoiato tutto soltanto grazie a mio figlio Râma.” In quel momento giunse Râma che comprese immediatamente la situazione e, volendo impedire qualunque argomentazione ulteriore tra di loro, disse a Kaushalyâ: “Madre, loro non sono diventati grandi grazie a Me. Questo corpo è stato chiamato Râma. Hanuman ha potuto superare l’oceano e Agastya ha potuto ingoiarlo; tutti e tre siamo diventati famosi grazie alla potenza del Nome.” Osservate il potere immenso del Nome di Dio. Neppure madri così grandi possono aiutate i figli se manca la Sua grazia. Per questo le madri pregano il Signore per il benessere dei figli.
Âdi Shankara riceve la grazia divina
Âdi Shankara nacque a Kâladi nel Kerala. Una volta, quando aveva sei anni, la madre gli disse: “Mio caro, tuo padre ha adorato instancabilmente la Madre Divina; avrei piacere che tu ne seguissi l’esempio. Anch’io non ho altra vocazione che recitare il Nome di Dio; essendo nato dal mio grembo, tu dovresti ottenere un buon nome e diventare un uomo di reputazione elevata.” Un figlio ideale porta un buon nome alla madre, ed ella è la causa del buon nome e della fama del figlio. Il padre di Shankara si era impegnato nell’adorazione della Dea Râja Râjeshvari. Egli adorava la Madre Divina ogni giorno, le offriva il naivedyam (offerta di cibo alla Divinità) e distribuiva il prasâdam al figlio, alla moglie e ad altri. Un giorno, dovendo andare in un altro villaggio, disse al figlio: “Figlio caro, devo andare in un villaggio vicino per un giorno, per cui non posso officiare i riti di adorazione alla Dea. Tua madre non può farlo, quindi chiedo a te di sostituirmi.” Obbedendo al comando del padre, Shankara mise una tazza di latte di fronte all’idolo della Dea e pregò: “Madre, ti prego di accettare la mia offerta”, ma la Dea non venne a berlo neppure dopo un tempo considerevole, per cui egli divenne triste e le chiese: “Ho commesso qualche peccato? Tu hai bevuto il latte quando mio padre te lo ha offerto in passato; perché rifiuti la mia offerta?” Egli era molto addolorato pensando di aver commesso qualche grosso errore. Convinto che la sua vita fosse inutile per il fatto di non poter esaudire il desiderio di suo padre e di essere il disonore dei genitori, pregò accoratamente la Dea di bere il latte, dicendo: “O Madre, se non berrai questo latte, io metterò fine alla mia vita.” La Dea, allora, gli apparve immediatamente e disse: “Caro! Stai sereno. Io sono molto compiaciuta dalla tua devozione. Guarda, bevo il latte.” Così dicendo, bevve tutto il latte senza lasciarne neppure una goccia. Allora Shankara rispose: “O Madre! Tu hai bevuto tutto il latte senza lasciare niente come prasâdam, per cui mia madre potrebbe sospettare che l’abbia bevuto io. I miei genitori dovrebbero avere una parte del sacro prasâdam; mio padre soleva portare a casa il prasâdam ogni giorno. Ti prego, restituiscimi un po’ di latte”, ma la Madre Divina replicò: “Com’è possibile riavere il latte che ho bevuto e digerito? Può un fiume essere di nuovo separato dal mare dopo che vi si è immerso?” Ciò detto, scomparve. Shankara cominciò allora a invocare Râja Râjeshvari con fervore: “Ti prego, dammi del latte altrimenti mia madre penserà male di me.” La Dea, impietosita, spremette del latte dal suo seno e glielo dette. Grazie al fatto di aver consumato quel latte sacro, egli divenne capace di padroneggiare tutti i Veda, le Shastra e le Upanishad senza sforzo e raggiunse un’altezza spirituale tale che le persone presero a venerarlo. Così, l’essere umano diventa divino per mezzo della grazia di Dio e dell’amore della madre. Quindi onorate i genitori, pregate Dio e installateLo nel cuore. Far sì che i vostri genitori godano di un buon nome e di una buona fama è vostro dovere; per questo dovete diventare buoni. Sîtâ fu molto conosciuta grazie alle nobili imprese dei figli Lava e Kusha. Quando essi erano in battaglia con Râma, Lava lanciò una freccia contro Râma pensando alla madre Sîtâ e desiderando che quella freccia facesse svenire Râma, con la conseguenza che Egli cadde privo di sensi (In seguito al rito del cavallo, Râma si trova a combattere contro i propri figli che non conosce mentre essi Lo conoscono. Non avendo quindi intenzione di ferirLo, Lava chiede tale grazia per intercessione di Sîtâ – ndt). Vedete che, quando pensate intensamente a vostra madre con rispetto e custodite gelosamente Dio nel cuore, il potere di lei aumenta molto. Al giorno d’oggi, però, è raro che una madre esorti i figli ad avere devozione verso Dio. Nei tempi antichi, le madri erano colme di gioia quando i figli prendevano la strada spirituale. I genitori attuali dovrebbero benedire i figli affinché emulino questi ideali antichi. I figli dovrebbero imparare a rispettare i genitori che sono la causa del corpo fisico, mentre Dio è la causa fondamentale dell’esistenza. Rendete la vostra vita significativa contemplando la divinità di vostra madre e acquisendo fede in Dio. La vita umana è molto preziosa. L’uomo dovrebbe usarla per raggiungere scopi più alti. Fondamentalmente, impegnarsi in faccende insignificanti non è nella sua natura; egli aspira sempre a cose più elevate. In definitiva, dovrebbe sforzarsi di raggiungere la meta finale, cioè Dio Stesso. Chi raggiunge Dio, ottiene tutto. Shankara fu benedetto così da sua madre Aryâmba: “Mio caro, sii meritevole della grazia della Madre Divina. Se hai la Sua grazia, non ti mancherà più niente, e il tuo nome e la tua fama si spanderanno in lungo e in largo nel Paese.” Egli visse in pace e beatitudine perpetue. Già da bambino, poté visitare tutti i centri di pellegrinaggio della nazione; la ragione di ciò fu la grazia di Devî. Per mezzo della grazia divina, si può ottenere qualunque cosa. Pertanto ognuno dovrebbe tentare di raggiungerla e ottenere la fede in Dio rendendo così la propria vita meritevole di essere vissuta. Con queste benedizioni concludo il Discorso.
Kodaikanal, 6 maggio 1997, Sai Shruti Giornata di Îshvarâmmâ
(Dai “Sanâtana Sârathi” di febbraio e marzo 2019)