25 Dicembre 1989 (Natale) – Il Cristo, manifestazione di unità

25 Dicembre 1989 (Natale)

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

IL CRISTO, MANIFESTAZIONE DI UNITA’

Baba canta:

Siete diventati degli esperti nell’adorare Dei di pietra. È una cosa apprezzata dalla massa. Non perdetevi in tipi di culto cosi bassi; compite piuttosto l’adorazione che piace al Signore Shiva.
A che serve correre dietro all’istruzione se non comporta virtù e buone qualità?
Un’istruzione siffatta non è altro che una pura perdita di tempo, causa di sofferenza per altri e adatta solo al vivere materiale.
Da questo punto di vista, un ciuco da soma che si guadagna da vivere coi pesi è assai migliore di una persona che si istruisce per far soffrire.
L’Amore è la forma di Dio e Dio lo fa perfino traboccare. È facile che l’Amore leghi con l’Amore. Aggrappatevi, dunque, saldamente all’Amore e raggiungerete quell’impareggiabile stato della Divinità stessa.

Un amore esuberante ed imparziale

Incarnazioni del Divino Amore! Iddio è stracolmo d’amore, di quel medesimo amore che può trovare sue espressioni in ogni essere umano. Tenere un fiore profumato nella mano destra o nella sinistra non inciderà sulla sua fragranza, essa sarà sempre la stessa. Così pure, per il Signore non ci sono figli e figliastri: tutti Gli sono cari in egual misura. Vi sono alcuni che proiettano su Dio pensieri e sentimenti loro propri, e Lo accusano di parzialità. Ma Dio non usa misure diverse; per Lui non ci sono persone care e persone antipatiche, i buoni e i cattivi, non esiste il piacevole e l’indesiderabile.

Come l’albero di sandalo diffonde amabilmente il suo dolce profumo anche per l’ascia che lo sta abbattendo, così Dio è sempre pronto ad elargire le Sue Benedizioni e la Sua Grazia a tutti, per loro miglioramento e beneficio. A coloro che sono di mente ristretta risulta piuttosto difficile concepire la vastità della visione e dell’amore di Dio. In verità, come può un pescivendolo valutare dei diamanti e conoscere il metodo per commerciarli?

La gente ha la pretesa di capire e di sperimentare l’Amore e la Grazia di Dio secondo il loro mutevole capriccio e la loro natura limitata. Se volete essere liberi da questi pensieri cattivi, dovete sviluppare in voi l’amore.

Per saper amare

Con quale metodo si può accrescere l’amore in se? L’uomo può diventare un essere d’amore donando e perdonando. Dovreste, perciò, essere sempre disposti a donare il vostro cuore al Signore. Malauguratamente, l’uomo odierno coltiva l’abitudine di ricevere e dimenticare; riceve da Dio Amore e Grazia con illimitata munificenza, ma non Gli dimostra la propria gratitudine. In questo modo sta diventando egoista, egocentrico e di vedute ristrette.

Sanjaya (il ministro che aveva l’incarico di riferire a Dritarashtra ogni più piccolo evento che fosse accaduto nel campo di Kurukshetra, di cui si parla nella Bhagavad Gita, N.d.R.) disse: “Ovunque si trovi Krishna, il maestro di tutti i mistici, e ovunque si trovi Partha (Arjuna), l’arciere supremo, là regnano sicuramente opulenza, vittoria, straordinaria potenza e moralità”.

L’uomo compie sforzi di ogni genere per essere beato ed avere felicità e gioia. Che fare per avere davvero gioia, felicità e successo nella vita? Che metodo usare? Se è questo che volete, ovunque si trovi Dio, rimanete sempre al Suo fianco. Il termine Partha significa “figlio della Terra” e si applica ad ogni uomo.

La dichiarazione di Sanjaya sta ad indicare che il successo è assicurato sia quando l’uomo sta accanto a Dio, sia quando Dio sta accanto all’uomo. Ma ai giorni nostri non sapete ottenere né l’una né l’altra condizione. L’uomo sta sciupando la vita; egli ignora dov’è Dio e dove si trova lui stesso. Per partire insieme, fianco a fianco, occorre avere ben chiaro in mente lo scopo della vita. Popoli di paesi e religioni diversi si sono dedicati con spirito di ricerca alla scoperta dello scopo della vita e, a causa di tutte queste ricerche, le religioni hanno preso direzioni e sentieri differenti.

I primi anni di Gesù

Gesù per il Cristianesimo è una figura di massimo livello. Duemila anni or sono, prima della venuta di Gesù, da secoli era in auge una particolare religione, il Giudaismo, il cui fondatore fu Mosè, sebbene il maestro fosse un rabbino (Aronne). La religione giudaica si era sviluppata a quel tempo con una fede completa nella propria tradizione. Gli Israeliti erano fermamente convinti che Mosè ed Aronne predicassero al mondo secondo gli ordini del Signore ed erano anche sicuri che Dio sarebbe sceso in terra per proteggere il loro popolo: la loro fu una ben riposta fede nell’attesa del Messia, che sarebbe venuto per salvare il popolo d’Israele.

Dopo queste premesse, in un villaggio di nome Nazareth c’era una coppia di sposi, i cui nomi erano Maria e Giuseppe. Il bambino nato da loro, era Gesù. Non è inverosimile che, anche prima della sua nascita, quel bambino fosse un punto di attrazione per tutti i popoli. È la dolce fragranza di un fiore che, ancor prima di sbocciare, attira la gente. Come Gesù nacque nel modo che è stato or ora spiegato, molta gente accorse a Lui per avere notizie su di Lui e sui Suoi genitori.

Fra i primi ad avere il Darshan, ossia la visione di Gesù, ci furono tre re che venivano dall’Oriente. Il primo di loro, alla vista dell’infante, dichiarò che quel bambino sarebbe diventato un amante di Dio di portata eccezionale. Il secondo, invece, disse che sarebbe stato Dio a riversare su quel bambino tutto il Suo immenso amore. Il terzo re, dopo aver veduto il bambino, dissentendo dalle precedenti espressioni, affermò: “Questo bambino è Dio e Dio è questo bambino!”

Qual è il profondo significato di queste tre visioni? La prima affermazione sta ad indicare che coloro che amano Dio, ne sono messaggeri. La seconda indica che chi è da Dio amato, diventa figlio di Dio. La terza spiega come, abbandonando il modo di pensare dualistico ed immergendo la propria coscienza nel Divino, una persona diventa uno con il Divino stesso, superando ogni differenza. Da qui l’affermazione di Gesù: “Io e il Padre siamo uno”.

Fin dalla nascita, questo bambino apparentemente ordinario spiccò per le Sue fulgide qualità divine. In armonia col figlio, anche i genitori erano pieni di devozione per il Signore. Maria, era solita insegnarGli, sin dalla prima fanciullezza, la magnificenza e le qualità divine di Dio, sotto forma di varie storie. Nel bambino Gesù erano già presenti grandi virtù ed un intenso amore per il Signore, che furono incoraggiati ed ampliati dall’insegnamento dei Suoi genitori. In questo modo Gesù cresceva.

Per gli Ebrei, Gerusalemme è la città più importante: là essi solevano riunirsi in assemblea per elevare le loro preghiere. All’età di dodici anni, Gesù fu condotto dai genitori a Gerusalemme; ma, attratti da tutte le stranezze e le novità della città, i genitori persero di vista il figlio ed in quella folla Gesù perse il contatto coi genitori. Maria e Giuseppe, dopo averlo cercato dappertutto e non avendolo trovato, incominciarono ad essere molto preoccupati. Disperati nella loro ricerca, entrarono nel tempio e là trovarono Gesù che ascoltava attentamente la predica di uno dei rabbini del tempio.

Alla vista del figlio, la madre provò un sentimento di gioia misto a dolore. Lo abbracciò con tanto affetto e gli disse: “Figlio, ti abbiamo cercato da ogni parte ed eravamo molto preoccupati”. E Gesù rispose: “Mamma cara, perché mai dovreste essere preoccupati, quando mi trovo al sicuro con il Padre mio? Questo è un tempio di Dio. Questa è la casa di Mio Padre. ln un tempio come questo, non c’è alcun bisogno di protezione e di tutela. In un luogo dove l’immortalità, la sicurezza e la salvaguardia sono di casa, io sono completamente al sicuro”.

Questo episodio dimostra come Gesù, all’età di dodici anni, fosse già colmo di virtù divine e come fosse immerso nella contemplazione di Dio. Sempre a quell’età ebbe inizio la Sua predicazione sulle cose che riguardano Dio.

L’indagine di Gesù

Poi fecero ritorno a casa. Giuseppe era un falegname ed il ragazzo gli era di valido aiuto nel suo lavoro. La Sua vita continuò così per qualche tempo, quando il padre morì. Alla madre, affranta dal dolore, Gesù chiese: “Qual è lo scopo della vita?”. E la madre: “ Da dove veniamo e che cosa ci resta da fare”. Quando si dimenticano queste grandi verità, si spreca il tempo considerando il mondo dell’impermanenza come fosse eterno.

Uno dei significati della parola Narudu è “ Divina Essenza” o Atma. Tutti e cinque gli elementi che vanno dall’etere alla terra sono emersi da quella Essenza. Dio viene chiamato Narayana, perché governa questi cinque elementi. A questo proposito, a ben pensarci, l’uomo fondamentalmente è Dio: egli che prende origine da questa Essenza Divina, entra nel mondo e ad esso si lega. Tutte le azioni legate al mondo esteriore, sono assolutamente temporanee e transitorie, né mai potranno essere permanenti.

Gesù disse a Sua madre che era venuto per la conversione delle genti, cioè per far sì che gli uomini togliessero gli occhi dal mondo per volgerli allo Spirito. Le disse che in questo consisteva la Sua attività o il Suo lavoro, e abbandonò la casa. Andò alla riva del fiume, fece delle abluzioni, poi si recò da un istruttore di nome Giosuè, presso il quale trascorse 45 giorni.

Durante quel periodo, si pose le seguenti domande: “Che cos’è la vita? Qual è il suo scopo? Quale ne è l’obiettivo finale?”

Potete anche vivere a lungo, ma il vostro tempo è sprecato se lo impiegate semplicemente per mangiare e bere. Non cambiate continuamente ricerca e attività. Gli uomini sprecano tempo e vita preoccupandosi per se e per la propria famiglia. C’è Dio che si prende cura di tutti voi. Chi è che offre protezione e a chi viene offerta? Chi dà salvezza e chi viene salvato?

Gesù condusse una rigorosa indagine impostata su domande di quel tipo e, alla fine della Sua ricerca, dichiarò al mondo tre verità essenziali:

1)Esiste un solo Dio.
2)Egli è onnipotente, governa tutta l’energia e mostrerà poteri e grandezza ancor più straordinari, al fine di attirare a se l’attenzione del Suo popolo. La gente d’oggigiorno non può rivolgere l’attenzione a Dio se non vede i Suoi poteri.
3)Non fare del male a nessuno, perché Dio è Colui che risiede in ciascun essere umano. Chiunque venga offeso, è il Signore in persona che si è offeso.

La vita pubblica di Gesù

Alla conclusione di questa ricerca, Gesù lasciò la foresta e riprese la via del ritorno. Da allora in poi, giorno e notte, senza curarsi dei tempi di riposo, impiegò ogni forza per far sì che la gente vedesse e sentisse la Gloria della Divinità. Poi si recò a Gerusalemme. Nel tempio c’erano dei mercanti intenti ai loro affari di commercio e di mondo, e non era certo il posto per quel genere di attività. La spiritualità non va mai confusa con il commercio. Così disse loro:

“Per dedicarvi agli affari dello spirito, dovete rinunciare a quelli del mondo. La via che conduce alla spiritualità o alle questioni inerenti la vita spirituale, non è mai a senso unico”.

Gli “affari” spirituali comportano uno scambio reciproco, un dare e un ricevere: per l’amore che offrite al Signore, ne ricevete in cambio Amore. La moneta di scambio dell’Amore è l’Amore stesso. L’Amore è Dio. Vivete nell’Amore. L’Amore è la cosa più importante a cui possiate dedicarvi.

Anche allora, però, c’erano delle persone che non erano in grado di comprendere e di apprezzare le cose divine. Non pochi avevano in avversione gli insegnamenti di Gesù. Fra le migliaia di persone che si riunivano per assaporare il nettare delle dolci parole di Gesù, ve n’erano anche di gelose che Lo insidiavano con critiche negative nei Suoi confronti e che fecero credere all’imperatore che Gesù avesse cospirato contro la nazione. Perciò, Lo presero e Lo crocifissero. Accadde nell’anno 30.

Da quell’epoca in poi, gli insegnamenti di Gesù assunsero importanza e popolarità sempre maggiori. All’epoca di questi avvenimenti, a Gerusalemme era procuratore Ponzio Pilato. I primi Cristiani, nello loro sforzo di espansione e di diffusione del messaggio di Gesù, dovettero affrontare ogni sorta di ostacoli, ma non se ne davano mai pena. Il popolo giudaico procurò un gran numero di sofferenze ai seguaci di Gesù. Pietro fu un seguace di prim’ordine.

I Cristiani presero l’energica risoluzione di diffondere il messaggio di Gesù per la salvezza dei molti, la cui condotta era degenerata. Nel 380, un imperatore di nome Costantino dichiarò religione di stato il Cristianesimo e, da quel momento, esso si diffuse rapidamente per tutto il mondo.

Qual è l’origine della parola “Cristo”? In greco Kristòs significa “Colui che si è reso manifesto”.

Ecco perché, dal momento in cui Gesù si manifestò, divenne il Cristo. L’Energia immanifesta e occulta, nella lingua greca, quando si esprime e si manifesta, si chiama Cristo. Le divisioni religiose

Quando il Cristianesimo stava diffondendosi un po’ dovunque, in Germania un certo Lutero fece una contropredicazione, per impedire la diffusione del Cristianesimo. Perciò, molti incominciarono a pensarla in modi differenti.

I Vishnuviti chiamano “Grande” Vishnu, i Shivaiti dicono che grande è Shambu, i Turchi invocano Allah, per i Cristiani è grande Gesù, i devoti di Ganesha esaltano Ganapati e i Miei devoti dicono che sono grande Io, ma alcuni affermano che tutti sono una cosa sola. La verità è quella che viene accettata indistintamente da tutte le religioni. Purtroppo gli uomini cercano Dio nella religione, mentre Dio si può trovare nella mente di ognuno, non nelle religioni.

Dio è una realtà intimamente connessa alla mente, non è una cosa estranea e a se stante. Perciò, saprete gustare la Divinità soltanto quando cercherete di esercitare il controllo sulla vostra mente, non c’è altro modo. L’uomo d’oggi cerca Dio nelle cose esteriori anziché nella sua mente. È nella mente che debbono cercarlo.

La gente pretende di offrire tutto a Dio, ma non sa nemmeno dove Egli sia, e così quell’offerta è priva di significato. La voce interiore parla e scaturisce dal profondo del cuore. Il Signore ha dichiarato: “Io risiedo in voi nella forma di Vishvanara, consumo tutte le vostre offerte, le digerisco e provvedo al sostentamento del vostro corpo”. Mentre gli uomini cercano Dio nelle cose del mondo, si dimenticano che Egli è con loro, in loro e accanto a loro. Finché esplorate l’esterno, non potrete mai purificare l’interno. Ciò che vale è il comportamento

Per comprendere davvero il Principio della Divinità, cioè Dio stesso, è essenziale la trasformazione della mente. La sola strada che porta all’incontro con Dio è il retto comportamento, vissuto con cuore puro, mente sgombra e pensieri puri. Tutte le discipline spirituali, come la preghiera, i canti e la meditazione, hanno lo scopo di pulire la mente e purificare il cuore. A nulla vi serviranno ricchezza e potere, se la vostra condotta non è intemerata. I grandi raggiunsero gli onori in ogni campo del sapere solo grazie alla loro condotta. Né la ricchezza, né il vigore fisico, né la capacità intellettuale vi darà potere, ma la condotta di ogni giorno.

Incarnazioni del Divino Amore, otterrete Dio solo con una condotta retta. Senza di essa sono inutili tutte le altre pratiche spirituali. Tutti i devoti, quindi, devono possedere qualità buone e sante, in modo che progredisca lo sforzo di realizzare Dio.

Voi tutti siete nel Regno di Sai!
Voi tutti siete nella Casa di Sai!
Voi tutti siete nella Luce di Sai!
Voi tutti siete nel Cuore di Sai!

Vi benedico, vi benedico in questa Santa Notte. È un vostro diritto!

Con buoni pensieri e la verità nel parlare, voi tutti siete nella Casa del Signore. Il mondo intero è la casa del Signore! Una volta che avrete riconosciuto questa verità, quando mai sorgeranno, differenze?

Il bisturi che guarisce

La gente crede che Dio possa adirarsi, avere dispiaceri e offendersi, ma non ha capito assolutamente il Principio del Divino. Se c’è un cancro allo stomaco, il chirurgo prende il bisturi e opera. Opera forse per far del male al paziente? No! Lo fa per il suo bene, lo opera per salvarlo. Allo stesso modo, quando l’uomo è stato preso dal male e da cattive qualità, occorre un intervento chirurgico per salvarlo dai suoi vizi. La gente tende a considerare arrabbiato o dispiaciuto il Signore quando si serve di questa terapia. Ma è un modo di pensare caratteristico di chi è gretto. Coloro che vi intravedono la grandezza del Suo Amore, non saranno più assaliti da tali pensieri.

Riconoscenza nel servizio

Si celebra oggi la nascita di una grande anima, il fondatore di una religione. I Cristiani vedono in Gesù il Messaggero di Dio, l’Inviato di Dio, il Figlio di Dio. Questo santo giorno, dalle ex-allieve del Sathya Sai College femminile di Anantapur che hanno formato l’associazione de “I Messaggeri di Satya Sai”, viene annualmente celebrato come il giorno della riconoscenza. Infatti, le ex-studentesse del college si ritrovano per esprimere la loro gratitudine al Signore. La Presidentessa dell’Associazione Mondiale Studentesca ha posto la seguente domanda: “Come dimostrare la nostra gratitudine all’istituto che ci ha educato e ci ha fatto tutto quel bene? Come esprimere il nostro ringraziamento al Bhagavan?”

Care ex-allieve, dovunque vi troviate, entrate a far parte della società con grande fede, con pensieri divini e con spirito di abnegazione, rendendo un servizio sociale in tutte le maniere possibili. Come lei ha detto, dopo il matrimonio le studentesse devono sorbirsi le varie limitazioni imposte dai mariti e dai parenti del marito. Bisogna ammettere che la cultura e la tradizione indiane non consentono molta libertà alla donna, mentre, d’altro canto, i maschi hanno una libertà incondizionata: infatti, possono assumere qualsiasi impiego, intraprendere qualsiasi affare e recarsi in qualsiasi nazione con una libertà notevole. Per loro non ci sono restrizioni. Se dunque decidessero di mettersi al servizio della società, possono farlo quando e quanto vogliono. Purtroppo non sono animati da un tale nobile zelo.

Le donne invece che hanno la sacra indole di compiere del servizio sociale sono poste in uno stato di inferiorità e sottoposte a limitazioni. Almeno da questo momento, desidero che i giovani e le giovani che hanno compiuto gli studi negli istituti Sai, mostrino la loro gratitudine all’anima madre, impegnandosi nel servizio sociale e proponendosi agli altri come modelli di dedizione. È una pura follia credere di essere importante soltanto per una laurea o un diploma. È assolutamente infantile servirsi dell’istruzione per procurarsi una tazza di zuppa.

Dovete servirvi della vostra cultura per migliorare la vita degli altri. A che scopo tanta istruzione, se poi serve solo a saziare lo stomaco? Non c’è forse un Dio che pensa al benessere di coloro che confidano in Lui? O uomo, se solo avessi devozione e lo chiedessi a Dio! Stai sprecando tempo, se pensi a come riempire lo stomaco. Dimmi un po’ che cosa ottieni col tuo continuo preoccuparti per il guadagnar soldi, mentre dimentichi il Signore che è in tutto? Sei forse riuscito ad avere un po’ di pace?

Il segreto per avere pace

Se chiedete a tutti quelli che incontrate “Che cosa vuoi?”, vi risponderanno “Io voglio la pace, voglio la pace!” Pace, pace, pace! Potete averla dal mondo esteriore, pronunciando semplicemente questa parola? Potete avere pace in un mondo a pezzi? Potete avere la pace soltanto dentro di voi. Come? “Io voglio pace”, sono tre parole. “Io” indica attività egoica, “Voglio” rappresenta il desiderio. Quando avete eliminato l“ego” e i desideri, che cosa rimane? La Pace!

La pace è qualcosa di permanente, sempre a vostra disposizione e viene distrutta dall’ego e dai desideri insaziabili. Controllate e riducete i vostri desideri. Per qualsiasi cosa vi preoccupate senza tregua! Siete nati nell’ansia, siete in ansia per la famiglia, in ansia per la vita, in ansia per la morte. Passate la fanciullezza nella preoccupazione, la giovinezza nella preoccupazione, la vecchiaia nella preoccupazione. Siete preoccupati per la stessa preoccupazione.

Miei cari, almeno ora che state dimostrando la vostra devozione al Signore, riuscite ad eliminare la vostra preoccupazione e a gustare la pace. Il progresso scientifico e intellettuale non è in grado di procurare pace. Nel mondo non c’è pace a causa di una crescente visione materialistica che ignora la dimensione spirituale.

Ricchi e poveri

L’uomo, al confronto con gli altri esseri viventi, è davvero grande. Nascere in forma d’uomo è cosa assai infrequente. E Dio è sceso in forma umana! Gli uomini hanno dimenticato questo sacro privilegio, questo impagabile patrimonio.

Chi sono i ricchi del mondo? Colui che è pago di ciò che ha e si sa accontentare è l’uomo più ricco del mondo. Chi invece è pieno di desideri è l’uomo più miserabile. Nonostante le possibilità divine latenti in voi, per colpa dei desideri, cadete in un’estrema povertà.

Incarnazioni del Divino Amore, il controllo dei desideri è possibile. Considerate la vita come un lungo viaggio ed i vostri desideri come un bagaglio. Se volete viaggiare comodi, riducete al minimo il vostro corredo.

Meno è il bagaglio, più comodi viaggiate. Dovete, perciò, ridurre i vostri desideri, se volete avere una vita più confortevole.

Ad esempio, desiderate meno cibo e meno denaro. Con la ricchezza vien meno la pace. I ricchi non riescono più nemmeno a dormire. Preoccupazioni su preoccupazioni. Ne sono pieni sino al collo. Di che tipo sono queste preoccupazioni? Non sono altro che dei timori generati dalla mente. Come otterrete la Grazia di Dio, se continuate a dire che non è scesa su di voi? Nel linguaggio Vedantico, il controllo dei desideri va sotto il nome di Vairagya, ossia il distacco. Gradualmente e pian piano, riducete i vostri attaccamenti. Agli studenti tocca la ferma decisione di insegnare al mondo questi sacri ideali e questa sacra mentalità.

Gli studenti che si distinguono

Da che cosa si potrà arguire il miglioramento degli studenti che hanno studiato nelle scuole di Sai? Quando, per esempio, c’è stato un acquazzone, lo si può capire dalle pozzanghere rimaste per terra. Voi dite di aver studiato negli istituti di Swami per 1O o 12 anni, e allora dimostratelo nella pratica! Altrimenti, a che sono serviti tutti quegli studi? Il tempo è denaro, non sprecatelo. Tempo sprecato, vita sprecata. Voi perdete tempo.

La vostra età, la giovinezza soprattutto è molto preziosa. In gioventù, corpo, mente e spirito sono al massimo della loro potenzialità. Solo in questo periodo della giovinezza siete in grado di acquisire la capacità di controllo sui sensi e soltanto allora potete apprezzare il valore della vita. Se non riuscite a tenere a bada i vostri sensi sia mentalmente che fisicamente in giovinezza, come pensate di riuscirvi in vecchiaia?

La vera scuola sta proprio nel controllo dei sensi. La vera istruzione consiste nel non permettere ai cattivi pensieri di invadere la mente. Colto è colui che insegna virtù come l’umiltà. Per disciplina non si intende che dovete vivere entro determinati schemi che regolano la vita, ma che non dovete prestare il fianco agli stimoli, che dovete tenere sotto controllo i sensi e comportarvi giorno per giorno in maniera ideale.

Cari studenti e studentesse, chiudo il discorso nella speranza che, comprendendo l’importanza di una corretta educazione, sviluppiate in voi qualità buone e siate esemplari nel servizio reso alla società.

Prashanti Nilayam, 25 Dicembre 1989

Natale del Signore Gesù Versione integrale

da: Mother Sai n.4/90