Oggi c’è un grande bisogno nel mondo, travagliato da lotte razziali e contrasti religiosi, di una visuale ampia e di attitudini altruistiche.
Questo fu il messaggio di Gesù Cristo, “Dio è onnipotente, Egli è l’Uno senza il Secondo!”.
“Sathyam, Jnanam, Amantham, Brahman” (Verità, Saggezza, Principio e Fine).
Brahman o Dio si manifestò al principio come spazio (Akasha).
L’Akasha si concretizzò come vento o aria (Vayu), l’atmosfera: l’atmosfera rivelò il fuoco caratterizzato dal calore e dall’acqua, dall’acqua nacque la materia e quindi la terra.
Le piante crebbero e nutrirono l’Uomo.
Questa catena lega l’uomo a Brahman e continuamente lo avvicina alla Sua sorgente.
Il corpo grossolano dell’uomo, sostenuto dal cibo, contiene la mente sottile, l’intelletto, e l’ancora più sottile “Ananda”, la più profonda gioia, l’intima aspirazione dell’uomo.
Il progresso del corpo grossolano, che dipende dal cibo, attraverso il prana, la mente, l’intelletto e “l’Ananda”, è il “Summum Bonum” dell’umana esistenza.
Ci sono creature che vivono solo di cibo, del respiro e della mente, non avendo essi le capacità intellettive di trascendere le fantasie ed i desideri della mente e dei ricordi in essa contenuti. Esse sono motivate più dall’istinto che dall’intelletto in grado di aiutare a discriminare e scartare ciò che è pericoloso e senza senso.
Solo l’Uomo può esercitare questa facoltà e decidere sul destino della sua azione. Ma l’Uomo raramente usa questa sua facoltà e ne trae beneficio. Egli si perde in un labirinto di desideri e brame, raccogliendo frustrazioni e disperazioni.
“L’Ananda” della quale egli é dotato e per la quale ha titolo lo evita.
Preso dalla turbolenza del fiume del mondo egli ignora e dimentica la sua fonte ed il suo bisogno di divenire cosciente della Divinità che dimora in lui.
Il destino di una nazione o di una comunità dipende dalla moralità del suo popolo.
Il carattere deve essere profondamente radicato nella fede e nella Verità che deve rivelare se stessa come unità di pensiero, di parola e di azione. Gesù nei Suoi insegnamenti sottolineò l’importanza della fede, il pericolo e il danno provocato dall’ipocrisia. Unire insieme i palmi delle mani ed offrire il saluto è un atto di dedica dei propri pensieri e delle proprie parole.
La stessa cosa vuol dire “Salaam” che pronunciano i mussulmani, simbolo della resa al Signore dei pensieri. delle parole e delle azioni.
Cristo proclamò che Dio è Onnipotente, “L’UNO senza il SECONDO”. Il Suo insegnamento deve essere interpretato, compreso e seguito avendo una visione universale.
Il concetto della Divinità non deve essere ridotto ad un’attitudine mentale. Oggi c’è un grande bisogno nel mondo, travagliato da lacerazioni religiose, di una visione ampia e di attitudini altruistiche. Meschine fedi sono causa di frizioni e di conflitti.
Questo fu il messaggio di Gesù Cristo.
Esso crebbe in Lui poco alla volta.
Egli dapprima considerò Se stesso come un Messaggero di Dio.
Dopo, sentendo più vicina la sua relazione con Dio, disse di essere un Figlio di Dio.
Come la consapevolezza del “SE” si sviluppò, attraverso i contatti e la meditazione, egli si realizzò e dichiarò di essere Uno con Dio:
“lo e Mio Padre siamo Uno”.
Gesù consigliò uno dei suoi discepoli più vicini, Pietro, di vivere con amore perché l’Amore era Dio. L’Uomo può esperimentare Dio solo quando diviene l’incarnazione dell’amore. Il vero amore non si attende nulla ma è solo Sacrificio e Servizio spontaneo.
Quando Pietro udì queste esortazioni dal suo Maestro trovò una nuova Gioia ed un nuovo valore della parola “Gioia”.
Joy (Felicità):
“J” vuol dire “Jesu” (Gesù), e questa prima lettera indica che dovremmo amare anzitutto Gesù.
“O” vuol dire gli altri (Others), che devono essere amati dopo, ed infine “y” (You), se stessi, che dovrebbe essere l’ultima cosa da fare.
Ma oggi la condizione umana è differente, per prima cosa uno ama se stesso, poi gli altri e quindi Gesù. Quando Dio occupa la mente, il mondo oggettivo o la natura che è solo il prodotto della mente, perde la Sua validità.
L’onda dell’oceano si perde nella sua sorgente: l’individuo e l’universale si fondono.
Ogni religione cerca di spiegare questa verità di base circa Dio, la natura e l’uomo.
Ogni credo essenzialmente sottolinea questo fatto e lo indica per raggiungere l’amore. Ecco perché tutti devono rispettare le religioni e le fedi.
Esse sono fari di luce che guidano il pellegrino lungo i molti cammini verso l’Assoluto Universale. Le tre maggiori strade sono conosciute come “Karma, Bhakti e Jnana”.
Ci sono molti fiumi in questo paese che operano come canali irrigatori come il Godavari, il Krishna, il Kaveri.
Fra questi il Gange, lo Yamuna e il Saraswathi hanno rappresentato per secoli i tre cammini spirituali verso la realizzazione di Dio.
Il Gange rappresenta l’attività altruistica (Niskhama Karma) o il “Karma Yoga”.
Lo Yamuna proclama la gioia dell’amore Divino e della devozione. Saraswathi che scorre sotterraneo, invisibile, rappresenta “Jnana” o la via dell’incessante inchiesta sulla realtà.
Lo scopo dell’inchiesta è la scoperta “dell’UNO” senza il “SECONDO”, o dell’UNITA’, che appare dietro la DIVERSITÀ.
La congiunzione fra questi tre fiumi riassume, per ogni figlio di questa terra i suoi tre doveri verso se stesso:
a) servizio disinteressato verso i suoi fratelli uomini come un dovere insostituibile,
b) dedica e devozione verso Dio ed
c) acquisizione della consapevolezza dell’UNO che manifesta se stesso nei molti.
Il corpo è il tempio di Dio e pertanto deve essere mantenuto senza malattie e angosce. Non è stato dato all’uomo perché lo usi per le sue egoistiche fantasie. Gesù sacrificò il Suo corpo santificandolo per la salvezza degli altri. Egli era consapevole di quello scopo e di quel dovere.
Con fede nell’unità dell’umanità, Egli sfidò gli attacchi degli oppositori e dei critici.
Ogni santo e profeta che cerchi di sollevare i derelitti ed aprire gli occhi sullo splendore di Dio e della sua Grazia, deve essere anche pronto e desiderare l’estremo sacrificio.
Dovrebbe aspettarsi solo difficoltà e dare il benvenuto alla fortuna di potersi sacrificare interamente per tenere alte le bandiere della Verità e della Rettitudine.
La fede in Dio è l’ancora di salvezza dell’uomo.
Quando Rama fu esiliato nella foresta, Egli non diede importanza alle privazioni che avrebbe dovuto sopportare. Egli era così devoto al Dharma da non essere disturbato dagli eventi. Egli lasciò che le vicissitudini della vita lo toccassero e scorressero lontano da lui.
I Pandavas sono esempi che mostrano come le calamità e le crisi possano essere superate dalla fede in Dio e dall’equanimità che tale fede conferisce.
Gesù dimostrò e predicò il potere della fede sacrificando alla fine la sua vita.
Quando i suoi discepoli incominciarono ad insultare i suoi carnefici, la sua voce intimò loro di desistere:
“Tutti sono Uno, siate Uno con Tutti!”
Con una visione egli trasformò Paolo, in un discepolo penitente, pieno di ardore e di fede.
È solo quando noi consideriamo l’universo come permeato da Dio che troviamo la forza per lottare contro le forze del male.
Molte persone fanno per anni preghiere e pellegrinaggi ma non sono in grado di realizzare Dio. Perché?
Non è necessario girare il mondo per cercarlo! Dio è sempre in cerca di un devoto vero, ed il devoto che è conscio della onnipresenza di Dio lo trova ovunque.
Egli deve avere la ferma convinzione che non ci sono luoghi in cui Egli non sia presente. Questo è il segno della vera devozione. Meditazione e preghiere hanno valore come mezzi per purificare se stessi, ma essi non conducono alla realizzazione di Dio.
Una fede incrollabile in Dio garantisce una gioia inesprimibile. Non si dovrebbe mai minare con i dubbi la propria fede. Il potere dell’amore è infinito. Esso può conquistare ogni cosa.
Una volta il signore Buddha si confrontò con una demonessa che cercava di ucciderlo. Sorridendo il Buddha disse: “Tu non sei un Demone, tu sei una Dea! Io ti amo anche se tu ti comporti come un Demone”. Udendo queste parole amorevoli, la demonessa scappò via. L’amore può cambiare il cuore persino del più inveterato nemico.
È questo tipo di amore universale che dovrebbe essere coltivato da ciascuno.
I Cristiani, i Mussulmani, gli Zoroastriani, e cosi via, rappresentano le differenti fedi nel mondo. Fra loro non ci dovrebbero essere differenza o sfiducia poiché tutti sostengono la Verità e il Dharma. E’ per promuovere l’unità fra le genti di fedi differenti che Guru Nanak incominciò i canti in comune: per generare vibrazioni armoniche e pacifiche.
Oggi il mondo è tormentato da conflitti e violenza. La pace e la prosperità possono nascere solo quando la gente s’incammina sul terreno della moralità e dell’amore e conduce una vita significativa.
Consideratevi come incarnazioni dell’amore e dedicate le vostre vite al servizio degli altri come fece Gesù.
Poorna Chandra, 25-12-1986