26 Maggio 1985 – Il Principio di Rāma

26 Maggio 1985

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Il Principio di Rāma

[1] Per quante buone qualità un uomo possa avere, non potrà farne
un uso appropriato se non ha la compagnia di persone virtuose.
Mediante il satsaṅgam, la compagnia dei buoni, è possibile sviluppare
buone qualità, buoni pensieri, buoni sentimenti, nonché compiere
buone azioni, trasformando così la propria natura umana in
divina: infatti questo è il dovere fondamentale di ogni uomo.
Per sviluppare buone qualità è indispensabile liberarsi dei tratti negativi;
se volete coltivare l’unità dovete eliminare l’odio, se volete
sviluppare un carattere dolce, dovete sbarazzarvi del rancore e dell’asprezza.
L’unità non potrà fiorire finché l’odio persiste. Anche se
ci sono differenze di opinione, non dovete permettere che interferiscano
e ostacolino lo sforzo congiunto di promuovere il benessere
dell’intero paese.
Un villaggio è costituito da un insieme di famiglie, perciò ogni capofamiglia
ha una grande responsabilità nei confronti del paese;
proprio come le cinque dita della mano devono operare insieme per
svolgere qualsiasi lavoro in modo efficiente, così tutti i residenti devono
collaborare per la prosperità del loro paese.
Sin dai tempi antichi, la civiltà e la cultura indiana si sono sviluppate
grazie al contributo delle comunità rurali, e anche oggi tale cultu-
ra sopravvive per lo più nei villaggi, dove la vita e le tradizioni nazionali
sono sostenute e preservate. È sbagliato quindi ignorare gli
interessi dei piccoli paesi o permettere che si deteriorino.
[2] I nostri predecessori costruirono numerosi templi per aiutare la
gente a coltivare i giusti sentimenti e ad agire in modo retto e morale,
ed erano convinti che non doveva esserci nemmeno un villaggio
senza un tempio. Una scuola priva di insegnanti, un tempio senza
una Divinità, un cavo privo di corrente e un campo senza acqua sono
completamente inutili. Tutti devono considerare il proprio cuore
come un tempio sacro e sforzarsi di realizzare il Divino in loro.
Gli abitanti di ogni paese devono cercare di condividere tutte le
strutture e i servizi che sono disponibili nella loro località, ma soprattutto
devono imparare una lezione dal comportamento del corvo.
Quando un corvo vede qualcosa di commestibile si mette a gridare
‘cra, cra’, in modo da attrarre i corvi che sono nei dintorni. Allo stesso
modo, quando una formica vede un pezzo di zucchero di canna,
non lo mangia da sola, porta sul posto anche le sue compagne; infatti
vediamo una fila interminabile di formiche che si dirigono verso
lo zucchero di canna per mangiarlo. Guardate che unità e che
senso di cooperazione esistono tra le formiche e tra i corvi. Tale unità
non è invece presente tra gli esseri umani.
Le differenze personali stanno rovinando la vita nei villaggi; gli abitanti
potrebbero fare enormi progressi se solo ci fosse unità tra di
loro; in tal modo non ci sarebbe più bisogno di richiedere sussidi
statali. Se i residenti dei vari paesi fossero uniti, sarebbero in grado
di realizzare qualsiasi progetto.
[3] Il primo requisito è diffondere e incoraggiare l’amore di Dio,
perché il Signore è il vero e unico Protettore. Molti uomini potenti,
alla resa dei conti, sono incapaci di proteggere loro stessi, invece voi
dovete avere fede nel Signore che è il Protettore di tutti. Ogni mat-
tina e sera e ogni volta che avete tempo, recatevi al tempio per recitare
il nome del Signore e per pregarlo affinché colmi i vostri cuori
d’amore e vi induca a condurre una vita retta.
Dovete fare in modo che ogni vostra azione sia pura e sacra, che sia
fondata sulla verità, sia intelligente e ricca di significato. Gli antichi
saggi erano soliti pregare: tasmai namaḥ karmane, mi inchino al karma.
Voi invece tendete a sprecare la vostra vita preziosa in attività
che riguardano solo questioni materiali e piaceri meschini.
Sfortunatamente, non dedicate neppure un po’ di tempo a conseguire
la beatitudine sacra che si ottiene dalla gioia del Sé. Il tempo
non è una proprietà esclusiva di qualcuno, è comune a ogni uomo
sia che si tratti di un multi-milionario o di un poveraccio, quindi
ognuno è soggetto ai dettami del tempo.
Tutti devono coltivare lo spirito di equanimità che è la caratteristica
di un vero essere umano; è lo spirito di serenità e imparzialità in cui
la lode e il biasimo, l’onore e il disonore, il piacere e il dolore sono
considerati uguali. Se qualcuno vi insulta tendete ad avvilirvi e il
mondo intero vi appare tetro e opprimente, ma se qualcuno vi loda
vi gonfiate d’orgoglio. Quello che dovete coltivare è un’attitudine
equanime, grazie alla quale non siete toccati né influenzati da simili
emozioni, in entrambe le situazioni.
Śānti (pace) è necessaria per fare esperienza della verità del Sé, infatti
al mondo non vi è cosa più grande della pace mentale: quindi è
necessario compiere ogni sforzo per ottenerla.
[4] È vero che gli abitanti dei paesi non dispongono di molte comodità
e servizi, ma non devono pensare che sia sufficiente avere abiti
da indossare, una casa in cui vivere e cibo da mangiare. Tra coloro
che possiedono tutto ciò, quanti sono veramente felici? Per ottenere
la vera felicità dovete avere un cuore grande, colmo di amore; se
coltivate sentimenti fraterni verso tutti, acquisirete non solo la vera
felicità ma contribuirete a rendere la vostra comunità prospera e
armoniosa. Quando vedo paesi simili mi sento molto felice; di solito
c’è più pace nei villaggi che nelle città. Difficilmente c’è pace nelle
città, con tutto quel trambusto e traffico. La vita rurale non va considerata
modesta e spregevole, tanto più che l’atmosfera nei villaggi
è pura e salutare; se si dispone di un’edilizia appropriata e di un
buon approvvigionamento idrico, la vita nei villaggi può essere veramente
godibile.
Il vostro paese è stato visitato da molti leader politici ma, a causa
della mancanza di unità, non ha ricevuto alcun sussidio dallo stato.
Se sarete uniti, sarò pronto a darvi qualsiasi tipo di sostegno per
agevolare il vostro sviluppo e progresso, ma a partire da oggi dovete
condurre una vita di unità e collaborazione.
[5] La statua di Rāma è stata collocata oggi nel vostro tempio, ma in
realtà dovreste sentire che Rāma si sia insediato nel cuore di tutti
voi. Quando proverete un tale sentimento di comunione, comincerete
a percorrere la via della rettitudine, la quale protegge coloro
che agiscono in modo retto e virtuoso.
Essendo agricoltori, sapete bene che se seminate una certa quantità
di semi, potrete raccogliere un sacco pieno di grano. Allo stesso
modo se dedicate al Divino cinque minuti di preghiera ogni giorno,
il Signore vi donerà cinquantacinque minuti di grazia.
Dovete coltivare l’unità, la collaborazione e la fiducia reciproca, ed
essere consapevoli che l’amore è la base di tutte le buone qualità
umane come la verità, la rettitudine e la pace. Se un individuo possiede
le quattro qualità di satya (verità), dharma (rettitudine), śānti
(pace) e prema (amore), egli manifesterà il Divino presente in lui.
Forse molti di voi non sanno che avevo già visitato il vostro villaggio
circa trentacinque anni fa. Consideravo i paesi di Ammagondapalem
e Kammavaripalli come i Miei due occhi, ed è per questo che
ho deciso di collocare la statua di Rāma proprio qui nel vostro tempio.
Questo villaggio è alla periferia del Sathya Sai Taluka ed è molto arretrato,
perciò sono disposto ad aiutarvi e a favorire il vostro benessere
e la vostra prosperità in ogni modo.

Discorso tenuto agli abitanti di Kammavaripalli, 26.05.1985