22 Marzo 1985 – Affrontate la sfida dell’ira

22 Marzo 1985

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Affrontate la sfida dell’ira

[1] La buona e la cattiva condotta sono presenti nell’uomo anche se
agli altri non sono evidenti; tuttavia, le conseguenze di ogni azione,
buona o cattiva, si rifletteranno nella vita futura di ciascuno.
Lo stato di veglia inizia ogni giorno con il sorgere del Sole e termina
quando si va a dormire. Tale sequenza è la medesima per tutti gli
esseri e, nel suo svolgersi, l’uomo tenta di scoprire lo scopo dell’esistenza.
Il Sole sorge a Est e tramonta a Ovest e in tal modo vengono stabilite
le altre direzioni, Nord e Sud. Così, in base al sorgere e al tramontare
del Sole, abbiamo il giorno e la notte; anche le diverse stagioni
sono determinate dall’apparente movimento del Sole. Questa è la
normale esperienza dell’uomo nella vita quotidiana.
Se però la questione viene osservata da un punto di vista differente,
vale a dire se si riconosce che la Terra ruota attorno al Sole, né l’alba
né il tramonto, né l’Est né l’Ovest hanno alcuna realtà.
La verità effettiva è una cosa, e ciò che deriva da un’esperienza è
un’altra. Se viaggiate in un autobus vi muovete con il veicolo stesso
anche se vi sembra di essere seduti nel medesimo posto. Similmente,
sebbene la Terra ruoti a una velocità di diverse centinaia di miglia
al minuto, le persone non si rendono conto della sua rotazione,
pensano che sia stazionaria e che siano loro a compiere tutti i movimenti.
Persino gli scienziati che conoscono la verità si comportano
in base alle loro esperienze quotidiane, e non secondo una realtà
ben più profonda. Essi sanno che l’alba e il tramonto, l’Est e l’Ovest
non hanno alcun fondamento di realtà, eppure li considerano come
fatti della vita. Allo stesso modo, la nostra vita quotidiana si basa
sui fatti evidenti tratti dall’esperienza di ogni giorno.
I giorni e le notti, le settimane e i mesi, il cambiamento delle stagioni
e i cicli annuali si fondano su queste esperienze ricorrenti. La
scienza dell’astrologia si basa sui fenomeni periodici relativi ai movimenti
del Sole, della Luna, dei pianeti, ecc.
[2] Nel calendario indù c’è un ciclo di 60 anni, che inizia con prabhava
e finisce con akṣaya. Ogni anno c’è un reggente che presiede, un
ministro e un gruppo di nove ufficiali. Tutti insieme esercitano una
forte influenza sulle vicende umane nell’arco di quell’anno.
Per krodhana, il nuovo anno che inizia oggi, il reggente è śukra (Venere),
e il suo ministro è una divinità malefica: śani (Saturno). Tra i
nove ufficiali, cinque sono malefici e gli altri quattro non sono tanto
ben disposti. Pertanto, secondo la scienza astrologica, le predizioni
per il nuovo anno sin dall’inizio fanno presagire problemi e disordini.
Krodhana significa proprio ira, collera, perciò è probabile che l’anno
sia pieno di manifestazioni di rabbia. Persino nelle questioni più insignificanti
sarà difficile controllare l’ira della gente.
Oggi le differenze esistenti tra uomo e uomo, villaggio e villaggio,
uno stato e l’altro, una nazione e l’altra, sono in netto aumento. Secondo
l’astrologia il nuovo anno è così colmo di odio e rabbia, che il
suo calore brucerà persino l’erba verde; perciò dobbiamo essere
molto vigili e attenti alle nostre azioni, perché probabilmente i disastri
dovuti a incendi saranno numerosi.
Ad eccezione del mese di śrāvaṇa (luglio-agosto), le piogge saranno
alquanto scarse nel corso dell’anno. Il motivo è che l’anno prossimo
(akṣaya) sarà prospero e generoso, quindi sarà preceduto da un periodo
di penuria e di difficoltà. Nel ciclo della natura è verosimile
che il male sia seguito dal bene e viceversa, perciò dovete coltivare
forza ed equanimità per far fronte alle varie difficoltà e ai problemi.
Solo la grazia di Dio può conferire tale forza e coraggio.
[3] Nel corso di quest’anno, persino nella vostra vita quotidiana dovrete
comportarvi con grande attenzione e ogni parola dovrà essere
pronunciata con la dovuta cautela; tenete a freno l’orgoglio e la collera
il più possibile, ed evitate di provare ira e odio nei confronti del
prossimo.
Anche in caso di provocazioni dovrete tenere sotto controllo le vostre
emozioni, se invece cedete alle varie pressioni, potrete andare
incontro a gravi conseguenze. Quest’anno l’impegno più importante,
nel vostro stesso interesse, è controllare e contenere l’ira. Un sentimento
ostile verso qualcuno non vi porterà alcun beneficio.
Quando notate che state andando in collera, allontanatevi dal luogo
in cui vi trovate per avere il tempo di lasciar sbollire la rabbia, oppure
bevete un bicchiere d’acqua fredda e sedetevi in un luogo
tranquillo; oppure, per superare lo stato d’ira, camminate velocemente
per un paio di chilometri; altrimenti mettetevi davanti a uno
specchio e guardate la vostra faccia. Se adottate uno di questi metodi,
la vostra ira gradualmente si placherà.
Tuttavia, non rimanete vicino alla persona che vi ha provocato la
rabbia, poiché non vi è limite a quello che l’ira v’indurrebbe a fare.
A causa della rabbia e dell’agitazione il sangue si surriscalda e per
farlo raffreddare nuovamente ci vogliono tre mesi; in quel periodo i
nervi si indeboliscono e persino le cellule del sangue vanno distrutte;
la debolezza si aggrava e le capacità della memoria si riducono,
accelerando così il processo d’invecchiamento.
[4] Tutte le aberrazioni di cui oggi siamo testimoni sorgono a causa
dell’ira, infatti la vita quotidiana ne è piena. Se a tutto ciò si aggiunge
anche l’intervento di krodhana, la situazione diventa intollerabile.
Pertanto, fate fronte a ogni situazione mostrando un volto sempre
sorridente, che proverà la presenza del Divino in voi. Poiché la felicità
è unione con Dio, rendetevi conto che la vostra felicità è in stretta
relazione con il Divino.
Grazie a tali sforzi potrete sostenere le sfide che vi saranno lanciate
nel corso dell’anno. Se vi sentite arrabbiati, recitate alcuni inni di
lode al Signore, così non avrete paura di quanto si preannuncia a
causa di krodhana.
Fate in modo che tutta la vostra famiglia si riunisca in preghiera,
almeno per alcuni minuti, al mattino e alla sera. (Qui Svāmī ha intonato
un dolce canto rasserenante, simile a una ninnananna):
Quando la madre e i figli si riuniscono
per offrire un canto devozionale al Signore Sai,
l’amorevole Sai sarà accanto a loro.
In tal caso dov’è il posto per l’ira?
Perché mai disperare, se il Signore Sai è presente?
Perché disperare, se il Signore di Parti è al vostro fianco?
Il nome dell’anno non ha alcuna importanza, quello che conta è cosa
pensiamo e come ci sentiamo. Se non colmiamo il cuore di pensieri
puri e sacri, tutti gli anni saranno per noi sfavorevoli.
Non preoccupatevi del mondo esteriore, dove in realtà c’è solo
l’Uno che appare come due. Uno è il jīva (l’anima individuale) e l’altro
è il deva (il Divino). Il jīva è assorto nell’esteriorità, e questo è un
segno di smemoratezza e distrazione, mentre dirigere la visione all’interno
è vera consapevolezza che vi rivelerà Dio. La ricerca o indagine
con cui viene realizzata la Divinità presente nell’uomo è detta
tāraka1.
[5] La Divinità può essere realizzata solo mediante tyāga (spirito di
sacrificio o rinuncia alle azioni egoiche e materiali). Tyāga è la suprema
virtù dell’uomo e sradica il suo egoismo; chi non ha alcuno
spirito di sacrificio sarà malato nel corpo e nella mente e, finché
predomina l’interesse personale, non potrà comprendere la Realtà
perché l’uomo centrato su sé stesso non è in grado di conseguire il
Supremo.
Dovete coltivare una mente aperta, di larghe vedute e servire chi ha
bisogno d’aiuto. Persino nella ricerca di mukti (liberazione) non deve
esserci posto per l’interesse personale. Essere preoccupati della
propria salvezza favorirà solo ‘na mukti’ (nessuna redenzione). Chi
è interessato solo alla sua liberazione non la otterrà.
Per comprendere il vero significato di paratattva, il Principio assoluto
trascendente, il primo passo è afferrare il significato del Principio
d’amore. Prema (puro amore) è la base, la causa e il coronamento: se
non c’è amore, non c’è vita. Quando si sviluppa l’amore, l’ira scompare
automaticamente. Se vi sentite arrabbiati, mettetevi a sedere e
fate una bella risata; limitate le vostre parole, parlare troppo provoca
un animato scambio verbale.
Nell’anno detto krodhana, la lezione da apprendere è coltivare la pace
tenendo sotto controllo l’ira, e sviluppare un amore sincero per
tutti. I valori che l’uomo deve alimentare e onorare come i suoi soffi
vitali sono: satya (verità), dharma (rettitudine), śānti (pace), prema
(amore puro) e ahiṁsā (non-violenza). Di questi cinque principi vitali,
prema è il più importante perché scorre come una corrente sotterranea
anche per gli altri quattro valori. Ma in quale modo scorre?
Quando prema si associa ai sentimenti si consegue la pace. Se prema
anima le azioni, come risultato si ottiene il dharma. Quando prema si
unisce alla comprensione diviene ahiṁsā (non-violenza). Pertanto,
se vi sentite arrabbiati, pensate a prema, sviluppate pensieri d’amore
nel vostro cuore, così otterrete la pace. Ecco il modo in cui sviluppare
i valori umani.
[6] L’ira e l’odio sono qualità demoniache, ma l’invidia (asūyā) è
persino peggiore. Liberatevi di tali qualità demoniache e fate in
modo che la vostra vita sia degna di onore e rispetto. Se qualcuno vi
insulta, non ribattete nello stesso modo; se lo farete, vi abbasserete
al livello di quell’individuo.
Astenetevi dal fare quello che vedete di negativo e di scorretto nella
condotta degli altri, sforzatevi invece di sviluppare qualità sacre,
non solo quest’anno ma per l’intera vita. La consapevolezza è vita!
Apprendete quindi tutto quello che è necessario conoscere, ma solo
le cose buone devono entrare a far parte della vostra vita.
Nel corso di quest’anno, tutti devono stare attenti al proprio comportamento,
ma in particolare le donne poiché sanno compiere
grandi sacrifici per scopi sia buoni sia cattivi. Pertanto, dovete sacrificarvi
solo per le buone cause, sviluppare tratti caratteriali positivi
e rifuggire da tutto ciò che è male.
Se la donna possiede buone qualità, la casa si trasforma in un piccolo
paradiso, ma se compie cattive azioni non ci sarà pace in famiglia.
Le donne devono controllare la loro tendenza a discutere su
differenze trascurabili e comportarsi da sorelle sviluppando armonia
e rispetto reciproco.
Anche gli uomini devono imparare a comportarsi da fratelli e credere
nella paternità di Dio e nella fratellanza tra gli uomini. I giovani
devono rendersi conto che la natura delle loro azioni determinerà
il loro futuro. Le azioni negative avranno come risultato solo
cattive conseguenze. Inoltre quest’anno è consigliabile che tutti
mettano in pratica la virtù del silenzio: il controllo delle proprie parole
è quindi fortemente raccomandato.
Qualunque pensiero possa sorgere nella mente, non permettete che
si traduca in parole; si afferma che moderare le parole concede pace
in abbondanza, mentre parlare troppo nuoce alla mente; in ogni caso,
persino in una conversazione misurata, deve esserci dolcezza e
gioia.
[7] Oltre a mettervi sull’avviso di non dare libero sfogo alla collera,
l’anno krodhana è pieno di avvenimenti ostili. Si prevede una certa
scarsità dei raccolti, come pure scarsità di cibo; piogge eccessive in
alcune aree, e siccità in altre.
Questi avvenimenti sono le conseguenze del karma2 passato, perciò
tutti devono essere continuamente vigili e attenti alle proprie azioni.
Se le azioni sono malvagie, persino un bastoncino può trasfor-
marsi in un serpente! Non è possibile sfuggire alle conseguenze delle
proprie azioni, perciò le calamità possono essere evitate solo con
la vigilanza.
Oh uomo! Puoi forse sfuggire al karma?
Indipendentemente dalla tua cultura,
quali che siano siano i tuoi riti quotidiani di adorazione,
qualsiasi penitenza tu possa compiere,
puoi forse evitare gli effetti del karma?
Sia che tu immerga il tuo recipiente
in un piccolo stagno o nel vasto oceano,
si riempirà solo secondo la sua capacità.
Se state attenti alle vostre azioni, i risultati saranno adeguati. Non
potete abbandonarvi ad atti peccaminosi sperando di acquisire i
frutti di azioni meritevoli; perciò fate buone azioni e santificate la
vostra vita. Non siate inutilmente in ansia a causa del nome dell’anno,
lasciate andare ogni paura e, riponendo la vostra fede in
Dio, trasformate persino un anno spaventoso in un anno divino!

Discorso tenuto durante yugādi, il Capodanno Telugu,
Praśānti Nilayam, 22.03.1985