22 Gennaio 1982
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
Un carattere virtuoso
Sprofondare, risalire e lottare in mezzo agli inutili marosi delle nascite e delle morti? Ma non scorgete la zattera di salvataggio della devozione che il Signore, nella Sua compassione, ha portato per trarvi in salvo?
[1] La vita è un dono prezioso sostenuto dal respiro, ma a volte ci sono vittorie da raggiungere anche a costo della vita stessa. Per quanti successi un uomo possa ottenere, mira sempre a nuovi obiet-tivi e passa da un’iniziativa rischiosa all’altra; nonostante tutti i suoi conseguimenti, non è mai soddisfatto pienamente e formula sempre nuovi desideri e bisogni. Congiungere gli sforzi è il modo naturale di vivere; infatti, la mutua collaborazione fra gli individui appartenenti a una società garantisce sicurezza e stabilità. Questo stile di vita fu definito dai saggi ‘Śrī Rāma rakṣā’ (protezione del Signore Rāma), ed è il simbo-lo della grazia di Dio.
Un segno inconfondibile che l’uomo è consapevole della sua natura divina si rivela quando riconosce il legame di affinità che lo unisce ai suoi simili. Ora, però, questo vincolo d’unione si è spezzato e di conseguenza la vita è diventata priva di senso. Gli spiriti malefici della cupidigia e dell’orgoglio, dell’invidia e del-l’odio stanno eseguendo la loro danza demoniaca nel cuore umano. Gli uomini non sanno più apprezzare il valore dell’aria che respira-no, dei raggi solari che illuminano il mondo, delle gocce di pioggia che sostengono la vita, e ignorano il potere sottile che sta alla base di ogni meraviglia della natura. Gli esseri umani sono diventati meschini e non si vedono più per-sone che dedichino la loro vita a promuovere i nobili ideali. Quello che urge oggi è incoraggiare e supportare coloro che sono disposti persino a soffrire e a sacrificare la loro vita, al fine di realizzare gli obiettivi della pace e del benessere per il mondo intero. [2] L’espressione ‘il nostro Paese’ non indica il suolo inerte che avete sotto i piedi, bensì le persone che vi abitano e con le quali siete lega-ti. Dovete comprendere questa verità, poiché oggi viene ignorata. Ogni individuo deve tenere conto del benessere della società in cui vive come fosse il suo stesso benessere; solo allora l’India e le altre nazioni potranno ottenere prosperità e gioia. La propria felicità è vincolata al benessere della società. La forza fisica e intellettuale dell’individuo, così come le sue capacità, devono essere impiegate non solo per il progresso personale, ma anche per il progresso so-ciale. Allo stesso modo, i membri delle varie unità dell’Organizzazione Sathya Sai devono sforzarsi di fare del bene sia a loro stessi sia alla società, utilizzando le loro forze, capacità e spirito di sacrificio at-traverso il servizio. Come una macchina si arrugginisce se non la-vora, così anche la macchina umana corre il rischio di arrugginire se
non è impegnata in un lavoro costante e significativo. I battiti del polso non sono l’indizio reale che ci sia vita: il lavoro e l’attività ne sono la vera prova e ne costituiscono il valore reale. Kṛṣṇa dichiarò nella Bhagavad Gītā: “Non c’è nulla nei tre mondi che Io sia obbligato a fare, nulla di incompleto che debba completa-re, nonostante ciò sono impegnato nell’azione (karma).” Se Dio re-stasse inattivo, il cosmo si fermerebbe completamente. È compito dell’uomo impiegare le sue forze in attività consone alla via del ser-vizio. I giovani seguono l’esempio degli anziani, perciò questi ulti-mi devono attenersi con coerenza ai sacri ideali e impegnarsi a rea-lizzarli, in modo che l’umanità possa conseguire la pace e la prospe-rità. [3] Cos’è o chi è Dio? Colui che cerca la risposta a tali domande scoprirà che Dio è la gloria immanente nella natura. La natura ride nel vedere la frenesia sterile, i vani propositi e le innumerevoli tri-bolazioni cui l’uomo si sottopone mentre cerca di raggiungere ciò che è irraggiungibile! L’individuo deve imparare dalla natura le sa-cre lezioni che essa tiene in serbo per lui; solo allora potrà com-prendere quanto sia profonda ed eterna la Verità che la natura stes-sa può rivelare. La terra ruota sul suo asse a una velocità di mille miglia l’ora, cau-sando così l’alternarsi del giorno e della notte che ci aiutano a vive-re in questo mondo. Inoltre la terra ruota attorno al sole a una velo-cità di 66.000 miglia orarie causando le stagioni che portano la pioggia che fa crescere il grano e le piante necessarie al sostenta-mento della vita. La terra non trae alcun vantaggio dal suo movi-mento rotatorio, ma l’uomo esiste e prospera grazie a esso. La Ma-dre Terra insegna così ai suoi figli la lezione del servizio altruistico e del sacrificio.
La buona condotta deve essere ‘l’obiettivo chiave’ della vita umana. Il nostro stile di vita e il sentiero delle virtù che percorriamo indur-ranno gli altri a ricordarsi di noi anche dopo la nostra morte. Chi non possiede virtù è come morto. Spesso si dice che la conoscenza è potere ma non è così! Il carattere è potere, niente al mondo è più po-tente del carattere! Le ricchezze, l’erudizione, lo stato sociale e l’au-torità appaiono labili e inconsistenti se paragonati al carattere. Un carattere forte e virtuoso non può essere acquisito dai libri, ma si ottiene solo grazie a un profondo coinvolgimento sociale.[4] Attualmente non c’è scarsità di libri e tanto meno di insegnanti. Innumerevoli istituti scolastici divulgano ampiamente l’istruzione; infatti, il sole della conoscenza diffonde i suoi raggi in grande ab-bondanza. Tuttavia, a malapena si scorge qualcuno che abbia assor-bito la preziosa saggezza così generosamente offerta e sia estasiato da ciò che ha appreso. La spessa rilegatura dei libri pare che impe-disca alla saggezza d’emergere! La catena montuosa le cui vette sono costituite da lussuria, rabbia, odio, invidia e orgoglio, oscura lo splendore del sole. La carità, la compassione, la forza d’animo, la comprensione e il sacrificio sono qualità che emergono dai livelli superiori della coscienza, mentre le tendenze opposte sopra citate hanno origine dai livelli inferiori del-la coscienza e non sono portatrici di gioia, anzi possono solo causa-re sofferenza. Oggi non si vedono persone che abbiano qualità virtuose o partico-lari espressioni d’amore; pertanto è diventato impossibile trovare ‘l’uomo’ fra gli abitanti della terra. Quali sono le caratteristiche che Dio ha dato all’uomo? Nessun individuo sembra conoscerle, e tanto meno le manifesta nella sua vita. La rabbia, l’orgoglio e l’egocentri-smo sono forse una caratteristica umana? No! Queste sono tenden
ze animali, anche se molti individui contaminati da tali difetti sono generalmente accettati come ‘uomini.’ Attraverso la sua condotta, l’uomo deve dimostrare che si è evoluto e ha fatto grandi progressi, perciò non deve causare dolore né deve subirlo. [5] L’uomo non è fatto solo di carne e ossa. Un disco fonografico non è solo un piatto rotondo con incisi dei solchi: in ogni solco sono contenute voci, parole e musica. Analogamente, nell’uomo sono la-tenti tutti i tipi di karma. Ogni oggetto, evento ed esperienza sin dal-la nostra infanzia giace dormiente in noi, così come le stelle, i fiumi e i monti che abbiamo visto sono in noi. In noi c’è il passato, il presente e persino il futuro. Noi siamo tutto ciò che è stato, è, e sarà. L’uomo considera la Natura crudele perché la sua mente è crudele. Chiarificate la vostra visione, purificate la mente e sarete in grado di vedere la Natura come entità divina e amorevole. Non cercate i difetti e i vizi, vedete solo il bene, ciò che è giusto e corretto. Svi-luppate la solidarietà e la compassione, coltivate il distacco. Potreste chiedervi se esistono al mondo individui che hanno conse-guito il distacco e la rinuncia. Ebbene, non sono pochi, tanti lo han-no fatto. Costoro non hanno il senso dell’io e del mio, offrono ogni loro azione a Dio e così sono liberi da ogni attaccamento. Credere che non ci sia alcuno in grado di farlo significa ingannare sé stessi. Su dieci individui malvagi, almeno uno può essere portato sulla ret-ta via e almeno uno riconosce Dio; su dieci persone malvagie, al-meno una sentirà il forte desiderio di vivere in conformità ai Co-mandamenti divini. [6] Il cosmo è attivato dall’unica caitanya, la Suprema Consapevo-lezza Universale, che è il Regista di tutto. L’uomo è solo un attore a cui è stata assegnata una parte da interpretare. Quell’Intelligenza,
quella Volontà onnipotente sprona tutti gli uomini a interpretare i ruoli che Essa ha scelto, a pensare e ad agire secondo i Suoi ordini. Le Scritture asseriscono che il corpo è il tempio, mentre l’Io è il Di-vino che vi è insediato. Oppure potete credere che il corpo sia come un recipiente da cucina che ci è stato prestato per usarlo durante una festività. Possiamo forse restituirlo a Dio, che ce l’ha dato in prestito, danneggiato e in cattive condizioni? Non dovremmo forse scrostarlo e strofinarlo accuratamente per ridarglielo privo di pol-vere e ruggine? Quando la festa della vita ha avuto inizio e Dio ci ha dato il corpo, esso era senza colpa e libero dal male, era puro, fresco e luminoso. Nell’utilizzarlo gli abbiamo provocato delle ammaccature, delle crepe e altri segni di degrado a causa della nostra lussuria, cupidi-gia, odio, rabbia e invidia. Solo un povero meschino restituirebbe un corpo in simili condizioni. Offriteglielo invece puro com’era al-l’inizio, quando Dio ve lo diede; in tal modo sarete degni di ricevere la Sua grazia. Ricordatevi sempre l’obiettivo supremo per cui siete venuti in questo mondo, dotati di molte potenzialità per apprendere e utiliz-zare tutti i livelli di conoscenza. Abbiate fede nella grazia di Dio, nella grazia di Gopāla per il Suo gregge, nella grazia di Paśupati per le Sue creature. Intorno al collo portate la ghirlanda delle gemme della devozione e colmate ogni vostro pensiero, parola e azione di Amore divino.
Madras, Abbostbury, 22.01.1982