8 Marzo 1981 – Dare non ricevere

8 Marzo 1981

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Dare non ricevere

Se l’uomo è dominato dalla mentecade molto al di sotto del livello animale.Se invece è governato dall’intellettos’innalza al livello di Paśupati (Śiva).Questo dichiara il Signore di Parti.[1] Insegnanti e studenti! Educatori e promotori dell’educazione!Il cibo non digerito causa al corpo varie malattie; analogamente, la conoscenza non adeguatamente assimilata che il sistema educativo moderno impartisce ha provocato molti malanni agli organi sociali e politici. Un simile malessere promuove sentimenti avversi che in seguito si esprimono in conflitti sociali .Chi ha ottenuto un diploma diventa invidioso di quelli che sono ri-usciti a trovare un posto di lavoro e, se non riesce a fare altrettanto, attribuisce la colpa ai favoritismi vigenti e nutre risentimento, ira e odio. L’attuale sistema scolastico è quindi la causa principale del diffuso malcontento e del rancore generale.In passato i governanti occidentali di questo Paese avevano previsto un sistema scolastico che fosse in grado di formare uomini adatti al lavoro che essi potevano offrire ai nativi del luogo. Poiché oggi continuiamo a utilizzare il medesimo sistema, dobbiamo creare po-sti di lavoro idonei alle persone la cui istruzione segue quei vecchi criteri. È chiaro che le agitazioni, le ansie, le paure e le frenesie che turbano il Paese sono da attribuire al tipo d’istruzione che prevale oggi. [2] Sebbene l’umanità abbia raggiunto straordinari progressi nella scienza e nella tecnologia, la mente umana è tuttora contaminata dall’avidità, dall’invidia e da un egoismo grossolano. Un forte sen-so dell’ego ha messo profonde radici nel cuore umano fino ad as-sumere proporzioni demoniache. L’uomo è così diventato un burattino che si arrende ogni volta che il filo viene tirato; desidera fortemente tutte le cose che gli possono conferire gioia, accumula tutto quello che va ad alimentare il suo potere, ed esamina ogni cosa e situazione solo dal suo punto di vi-sta egoistico; perciò è reso schiavo da attributi disgustosi, quali l’in-vidia, l’orgoglio, la paura e il pregiudizio. Solo la vera conoscenza può salvare l’umanità da una caduta disastrosa.I quattro valori umani stabiliti da Sai sono gli stessi indicati dai Ve-da, ovvero Verità, dharma1, Pace e Amore. Gli uomini devono com-prendere l’importanza di questi quattro obiettivi, accettarli, vene-rarli e metterli in pratica nella vita quotidiana. Solo così la Divinità latente nell’uomo potrà risplendere in tutta la Sua gloria.
Satya o verità è il primo ideale e viene realizzato attraverso la disci-plina della lingua. Il secondo è il dharma, il retto vivere che viene at-tuato attraverso la disciplina del corpo nei confronti della società e del mondo oggettivo, il quale influenza l’uomo ed è da lui influen-zato. Grazie alle sue buone azioni e alla sua retta condotta, l’individuo può realizzare il terzo obiettivo, la pace e l’equanimità, vale a dire l’equilibrio e la padronanza di sé: tali qualità vengono acquisite at-traverso la disciplina della mente.[3] La verità si stabilisce sulla lingua attraverso una disciplina vir-tuosa, sattvica; il dharma si ottiene esercitando il controllo e regolan-do le attività di natura rajasica; la pace deriva dal ritirarsi interior-mente e persino dall’inattività tamasica. Ma il puro amore, che è il quarto obiettivo, va oltre i primi tre ed è al di là del pensiero, della parola e dell’azione. L’amore divino (prema) non è facilmente comprensibile; infatti il Mio sentimento non è generalmente compreso in tutto il suo valore. Amore è Dio. Dio è Amore. Considerarlo solo un modo di parlare, un atteggiamento della mente o un comportamento fisico significa svilirlo gravemente. L’amore divino non ha alcuna traccia di egoi-smo e non è condizionato da motivazioni.[4] Il sistema educativo deve basarsi su questi quattro principi, ma così non avviene, e di conseguenza lo vediamo gravato da tanti problemi, conflitti e confusione. L’umiltà, il distacco, la discrimina-zione, l’entusiasmo di servire il prossimo, il rispetto, la rinuncia: tali virtù sono assenti tra le persone istruite. Nessuno è disposto a ri-nunciare, tutti sono solo ansiosi di prendere e arraffare. È possibile formare una ghirlanda solo se abbiamo i fiori, il filo e un ago. Per essere di beneficio, il sistema scolastico ha bisogno di intel
ligenza (i fiori), devozione (il filo) e spirito di rinuncia e di servizio (l’ago).Elevare lo standard di vita significa anche innalzare il livello etico, morale e spirituale. Solo in tal modo l’educazione contribuirà al progresso dei valori umani e dell’armonia nella vita sociale. Questo è il motivo per cui oggi è stata posta qui la prima pietra per la co-struzione della scuola.[5] II bambini nati in questa sacra terra meritano un sistema educa-tivo integrato, tanto più che quello attuale produce solo malconten-to e disordini in campo sociale, economico e politico. Le agitazioni dovute al malcontento degli studenti sono diventate praticamente incontrollabili e il numero dei giovani che subiscono questa infrut-tuosa educazione sta aumentando enormemente. Tutti credono che sia un grande progresso e sono molto contenti che l’istruzione sco-lastica, che in passato era alla portata di pochi, sia ora concessa am-piamente a tutti.Certamente ogni essere umano deve essere educato, indipendente-mente dalla razza, religione, casta e colore. Ma come la madre stolta che è felice credendo che il piccolo diventi più forte quando il corpo del suo bambino s’ingrossa per una malattia, allo stesso modo an-che noi pensiamo che una maggiore diffusione dell’istruzione sia uno sviluppo sano e auspicabile; in realtà, stiamo assistendo solo a una malattia che produce debilitazione, avidità, odio e invidia. [6] I giovani che ricevono un’istruzione in questi istituti, nel corso del tempo, andranno a occupare autorevoli posizioni di prestigio. Ma come potranno migliorare le condizioni del mondo?Il sistema educativo deve assumersi la piena responsabilità e soste-nere la vita morale e spirituale degli allievi. Insegnare le materie secolari e la tecnologia non è sufficiente, è indispensabile integrarle con l’insegnamento della moralità e spiritualità.Deve essere abbandonata l’idea che una casa elegante con un arre-damento di lusso o che un lauto stipendio all’estero siano gli obiet-tivi per cui lavorare; tale idea genera soltanto malvagità. L’ideale invece deve essere di mani dedite a un duro lavoro, testa dedicata al servizio, cuore colmo di compassione. Vivekānanda esortava sempre i suoi studenti a coltivare la compas-sione. Nessuno deve soffrire o subire danni a causa delle nostre pa-role e azioni; quando offendiamo un altro, quello che avviene real-mente è un insulto e un danno alla nostra vera natura umana. Ora l’attenzione è focalizzata soltanto sull’ego e sui suoi desideri, ma tale consuetudine deve essere capovolta: l’attenzione va rivolta non a quello che riusciamo a ottenere dagli altri, bensì a quello che possiamo dare loro. Ecco quale deve essere il nostro vero interesse, la nostra vera preoccupazione!

Scuola di Hyderabad, 8.03.1981