1 Marzo 1981 – Riconoscere il Principio Divino

1 Marzo 1981 

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Riconoscere il Principio Divino

[1] Nel mondo, nessun oggetto può esistere se non c’è un creatore. Qui c’è un altoparlante che ha la funzione di trasmettere il suono; qualcuno deve averlo prodotto, ma chi? Solo chi aveva la compe-tenza e la capacità di realizzare un apparecchio del genere; è possi-bile che voi non riusciate a vederlo, ma da qualche parte quella per-sona deve pur esistere. Chi ha congegnato il vostro orologio può essere in Germania, Sviz-zera o Giappone, forse non lo vedete ma senza quella persona, l’orologio non ci sarebbe. Per tutto quello che l’individuo fruisce nella vita quotidiana c’è un creatore.Noi vediamo anche delle cose che sono però al di fuori della portata umana. Le stelle che brillano nel cielo rivelano la loro esistenza, lo splendore del sole e della luna che illuminano il mondo è ben visi-bile, ma tali corpi celesti non sono creazioni dell’uomo. Questi astri sono nati da soli oppure c’è qualcuno che non riuscia-mo a vedere? Che tipo di persona potrebbe essere il creatore di que-ste cose così straordinarie?
Il Potere supremo che ha la capacità di creare tali meraviglie è stato descritto dai Veda1 con il termine ‘aprameya’, che significa ‘al di là di tutte le prove e limitazioni’, qualcosa che non può essere descritto a parole. L’obiettivo principale di un uomo deve essere quello di cer-care di comprendere tale Potere infinito. Se l’individuo non si sforza di conoscere la natura del Creatore fa un pessimo uso della sua esistenza umana. Per riconoscere il Crea-tore ci sono certi criteri e, nella pratica, ci sono tre metodi per de-terminare l’esistenza di una cosa. Il primo è pratyakṣa (percezione diretta), il secondo è anumāna (de-duzione), il terzo è śabda (parola autorevole delle Scritture rivelate).[2] Di solito pensiamo che la percezione diretta sia il tipo di prova più importante. Ad esempio, noi possiamo vedere il nostro corpo, quante mani e quante gambe abbiamo. Se la sera facciamo bollire il latte e poi vi aggiungiamo dello yogurt, il mattino dopo troveremo che tutto il latte è diventato yogurt. Quindi la nostra stessa azione è la prova diretta di quell’avvenuta trasformazione e non abbiamo bisogno della conferma autorevole di un altro. La deduzione, anumāna, è un’altra forma di prova. Se vediamo del fumo in cima a un colle lontano, deduciamo che ci sia un incendio su quella collina. Anche se vediamo solo il fumo, deduciamo che ci sia anche il fuoco. Dedurre l’esistenza del ‘non visto’ in base alla presenza del ‘visto’ è detto anumāna pramāṇa (prova deduttiva).
Facciamo un altro esempio: una persona è andata a visitare la città di Benares e ne fa una bella descrizione ad alcuni suoi amici; chi ha visto il luogo può apprezzare il resoconto fatto mentre chi non c’è mai stato può gradire la descrizione verbale anche se non può fare esperienza della percezione diretta. I due metodi suddetti sono ap-plicabili solo all’universo fenomenico. Invece, per riconoscere il Principio Divino possiamo dipendere sol-tanto da śabda pramāṇa, la prova autorevole data dai Veda. La nostra mente non è visibile e non riusciamo a capire che cosa s’intenda per ātma. Noi crediamo all’esistenza del Sé in virtù delle dichiarazioni fatte dai grandi saggi che ne hanno fatto esperienza e diffuso l’insegnamento.Se il Divino viene descritto come eterno, senza attributi, puro, libe-ro, auto-splendente, tale descrizione non ci permetterà comunque di vedere il brahman2. Solo se realizziamo lo stato del brahman la Sua esistenza diventa per noi reale.[3] Tutti gli abitanti dell’universo hanno tre caratteristiche che deri-vano dal Divino: asti bhāti priyam3. Le stesse qualità sono rappresen-tate anche da sat-cit-ānanda4.
L’esistenza di un oggetto deriva da asti, e ciò che esiste viene cono-sciuto attraverso bhāti, ovvero la sua immagine come appare ai no-stri occhi. Il fatto che l’oggetto sia utile e piacevole deriva da priyam. Mentre queste tre qualità sono fondamentali, le forme e i nomi pos-sono variare. Per esempio, un piatto d’argento può essere trasfor-mato in un altro oggetto. L’argento è fondamentale e il valore del-l’articolo dipende non dalla forma né dal nome, ma dall’argento che costituisce l’oggetto stesso. Mentre l’uomo può modificare le forme e i nomi degli oggetti, non sa creare i materiali di base con cui sono prodotti. Analogamente, lo scienziato usa i materiali disponibili in natura per trasformare gli oggetti adattandoli a usi diversi ma non è in grado di creare la so-stanza primaria di base. Dovere dell’uomo è cercare quello che è co-stante e immutabile.[4] Qual è esattamente la causa principale di tutti i conflitti e le con-fusioni che affliggono oggi il mondo? Le istituzioni educative sono riuscite a dotare l’uomo di abilità straordinarie. Considerate ad esempio il campo dell’ingegneria atomica o l’esplorazione e la con-quista spaziale: in tali settori sono stati raggiunti dei risultati stupe-facenti. Tuttavia, nell’attuale vita quotidiana tali grandi imprese non hanno portato pace, felicità né armonia. Le diverse razze e le varie classi sociali si scontrano incessantemente con odio mortale. Persino gli studenti e i giovani percorrono questa via così pericolo-sa, tanto che la situazione è diventata quasi incontrollabile.Il numero degli studenti nelle scuole e nelle università sta salendo vertiginosamente e l’istruzione scolastica, che per molto tempo è stata privilegio di pochi e dei figli dei ricchi, ora è a disposizione di tutti. Noi siamo contenti quando le scuole e le università sorgono in ogni Paese del mondo, ma non ci rendiamo conto che in realtà si ve-rifica un peggioramento e cresce il malessere della comunità.
Agitazione, paura e ansia sono in continuo aumento a causa di una formazione scolastica non idonea e incompleta. L’istruzione può conferire pace e prosperità solo se, oltre alle abilità tecniche e alle nozioni concrete, gli studenti conseguono ideali morali, una pro-fonda comprensione spirituale e uno stile di vita retto. Attualmente, l’intero programma educativo non si occupa di questi valori, ma opera nella direzione opposta ed è riluttante a mettere in evidenza un modo di vivere retto e dharmico, anzi non attribuisce alcuna particolare importanza ai principi morali.Pertanto i ‘prodotti’ di un sistema simile, i quali non hanno acquisi-to alcun senso dei valori, nel corso del tempo vanno a ricoprire po-sizioni autorevoli nell’amministrazione delle nazioni e raggiungono alti livelli sociali; questo è il motivo per cui oggi il mondo è sull’orlo del disastro.L’India che splendeva fra le nazioni come il Paese della tolleranza e della pazienza, dell’auto-controllo e del servizio è stata trasformata in un Paese che rincorre il piacere: tutti desiderano adagiarsi su un comodo sofà in un ufficio con l’aria condizionata. Una situazione simile può rappresentare l’ideale per una persona istruita e colta? No! Una condizione del genere può solo generare malattie fisiche e mentali.Come si può pensare che uno studente abbia avuto successo nei suoi studi se alla fine del corso va a bussare alla porta di tutti gli uf-fici mostrando il diploma che ha ottenuto e, come un mendicante, chiede a gran voce un posto di lavoro? La sua formazione scolastica lo costringe a interpretare questo ruolo vergognoso; in tal caso può sostenere di compiere il suo dovere? No! La persona istruita e colta deve servire la popolazione con il sudore della fronte e con il duro lavoro.
L’educazione deve ispirare i giovani a rendere servizio, a sacrificarsi e ad aiutare il prossimo; non deve ispirarli ad accumulare denaro, a trasferirsi in Paesi lontani per guadagnare sempre più soldi; per di più, l’ammassare denaro genera arroganza, e questa porta nella sua scia molti altri vizi. [5] L’istruzione moderna causa alla nazione mali irrimediabili. Ori-ginariamente, gli inglesi avevano creato in India un sistema scola-stico con l’obiettivo di preparare gli studenti a svolgere i lavori d’amministrazione. Oggi la formazione scolastica è molto diffusa, perciò è necessario creare più posti di lavoro con una retribuzione più alta; di conse-guenza, lo Stato deve spendere molto per pagare gli stipendi e per soddisfare le continue richieste dei dipendenti pubblici. Si fanno scioperi per ricevere aumenti salariali; dopo averli ottenuti le tasse aumentano, quindi i prezzi salgono e il malcontento cresce. I prezzi possono diminuire solo se tutti tengono a freno i desideri e se la richiesta dei beni viene ridotta. Molti si sentono orgogliosi che il sistema educativo abbia raggiunto una grande espansione nel nostro Paese, ma un’espansione anoma-la è nociva quanto un gonfiore malsano del corpo. Acquisire una laurea sostenendo enormi spese per poi disprezzare i genitori a causa del proprio orgoglio intellettuale non è certo il segno di un’educazione corretta. L’umiltà è la caratteristica della vera educa-zione; l’arroganza, l’invidia e l’ostentazione non devono trovare po-sto in una persona colta.[6] Gli uomini desiderano ardentemente la pace e la felicità, ma fanno cose che portano soltanto infelicità e preoccupazioni. Poiché siete nati come esseri umani, dovete elevarvi al di sopra del livello animale e prendere coscienza che siete essenzialmente scintille del
Divino; ma come le scintille che escono da una fornace e subito do-po diventano cenere, così voi vi dimenticate della vostra origine di-vina. Mentre continuate a seguire la vostra formazione scolastica per raggiungere obiettivi secolari, dovete praticare anche la disciplina spirituale che vi condurrà a Dio. Rendetevi conto di essere molto fortunati a studiare in questo istituto in cui c’è una sincera atmosfe-ra spirituale. Se seguite gli ideali Sai e mettete in pratica anche una piccola parte degli insegnamenti Sai, riuscirete a realizzare il vero proposito del-l’educazione e il vero scopo della vita umana. L’istruzione senza la retta condotta non ha alcun valore, voi dovete fare buon uso di ciò che avete appreso, non solo per guadagnarvi da vivere ma per servire la società: solo così le vostre lauree avran-no un significato reale. Qualsiasi lavoro facciate, ovunque lavoriate, dovete continuare a praticare la disciplina spirituale e mirare alla realizzazione del Sé. Senza una base spirituale, l’educazione è inutile.Vi benedico affinché possiate condurre una vita esemplare, dare fe-licità ai vostri genitori e rendere servizio alla società, portando così credibilità e stima all’istituto in cui avete studiato per molti anni.
Bṛndāvan, 1.03.1981