15 febbraio 1981
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
Il Regno di Madre Sai
Se l’uomo permette alla mente di essere sua padrona,essa lo caricherà peggio di una bestia da soma.Se l’uomo rende l’intelletto suo padrone,esso lo eleverà a Signore degli esseri viventi.Se volete il bene sarete felici,se volete il male sarete tristi e smarriti,se non volete niente del tutto sarete in pace.Questa è la Verità, è la Parola di Sai! [1] Incarnazioni del Divino Sé! Insegnanti e studenti! L’uomo ha raggiunto un immenso progresso nella scienza e nella tecnologia, ma nel campo della moralità non è ancora in grado di liberarsi di un cinismo ottuso, di una visione ristretta e del dominio diabolico dell’egoismo, dell’orgoglio, dell’invidia e di altri tratti malvagi. Se analizziamo qual è la causa primaria di una simile condizione, ci rendiamo conto che l’egoismo ha messo radici molto profonde nel cuore dell’uomo, tanto che l’ha ridotto a un burattino. L’egoismo contamina i suoi pensieri, le sue parole e azioni, lo induce ad acquisire e ad accumulare ricchezze e non permette allo splendore del Sé di manifestarsi all’esterno. Quando il velo dell’egoismo sarà messo in disparte, l’essenza atmica congiunta ad ānanda e jñāna, beatitudi-ne e saggezza, si riveleranno.Il valore del tempo è inestimabile: non sprecate neppure mezzo mi-nuto, le ore che sono passate non possono ritornare; la ruota del tempo non si ferma per nessuno. Pertanto esaminate i vostri pensie-ri, le parole e le azioni e decidete se valga la pena oppure no di spenderci del tempo prezioso. La morte fa sempre ondeggiare la sua affilata spada sopra le vostre teste; tuttavia molti, incuranti di questo fato incombente e inelutta-bile, si perdono a progettare e a costruire per loro stessi un futuro ricco, prospero e sfarzoso, e vivono sperando e sognando giorni migliori. Solo il fuoco della saggezza può ridurre in cenere questi piani e tali aspettative. [2] Voi vi sforzate di acquisire una buona istruzione nel nostro isti-tuto per guadagnarvi da vivere, ma è molto arduo ottenere la ric-chezza, saperla usare in modo corretto e tenerla al sicuro. Quando si possiedono grandi ricchezze, l’ostentazione e l’orgoglio diventano più insidiosi e, di conseguenza, il carattere si degrada. Vemana1 afferma che quando un individuo perde le sue ricchezze, anche le sue cattive qualità si affievoliscono e non danneggiano più né lui né gli altri. Quando il vitello matura con l’età, le corna gli di-ventano più lunghe e robuste; analogamente, quando l’orgoglio si espande, le ‘corna’ dell’avidità e dell’invidia diventano più forti e resistenti.Oggi, l’istruzione non alimenta le radici della legge, della giustizia e della moralità, tre argomenti che dovrebbero invece ricevere un’at-tenzione speciale. Può un sistema educativo che si preoccupa sol-tanto di fornire cibo per lo stomaco addestrare gli studenti ad af-frontare le sfide della vita che richiedono un carattere forte, sicuro e indipendente? No! Riesce solo a soffocare anche le innate virtù del-l’amore e della verità. L’educazione deve infondere i valori umani fondamentali, deve ampliare la visione e includere il mondo intero e tutta l’umanità. Quando guadagnare soldi diventa l’obiettivo principale, il sistema scolastico incoraggia la falsità e l’ingiustizia, circoscrive la visione alla propria famiglia e comunità e porta con sé ansia, dolore e odio. L’educazione deve predisporre l’uomo a vivere felice senza rendere gli altri infelici, a valutare le situazioni, il piacere e i possedimenti in modo corretto e senza pregiudizi, e a concentrare sempre la propria attenzione sul conseguimento più alto e più prezioso: la vittoria del-l’ātma2. La corrente spirituale deve scorrere nel cuore, quale sorgen-te di ogni sforzo. Le donne creano la famiglia, la nazione e il mondo. Voi siete le ma-dri che modellano e formano le generazioni, perciò dovete racchiu-dere nel cuore l’anelito spirituale per la luce e l’amore, la saggezza e la beatitudine.
[3] Si dice che il corpo umano sia un tempio in cui si sia insediato il jīva3. Tuttavia, preferirei descriverlo come una casa presa da voi in affitto. Dio è il padrone, il proprietario, mentre il jīva (l’inquilino) lo ha preso in affitto e lo occupa. L’affitto deve essere pagato sotto for-ma di buone azioni, buoni pensieri, buone parole e retta condotta. Ma l’inquilino non bada al proprietario e non paga l’affitto, così il padro-ne per costringere l’uomo ad andarsene gli spedisce degli avvisi per ricordargli che deve lasciare libera l’abitazione, a meno che paghi l’af-fitto. La prima intimazione che riceve sono i capelli bianchi, ma l’inquilino se li tinge e non ci fa più caso. I denti che cominciano a cadere rap-presentano il secondo avviso, ma l’uomo si mette una dentiera e ignora anche quel sollecito. La cataratta agli occhi è la terza notifica di lasciare la casa, ma un piccolo intervento e gli occhiali da vista lo aiutano a superarla. Infine la pelle diventa flaccida e grinzosa, ma an-che quest’ultimo avvertimento viene ignorato con l’aiuto di vari co-smetici. A questo punto il proprietario è costretto a mandare i suoi messaggeri – alcune malattie fatali – obbligandolo così a sgombrare definitivamente. Perché rimanere attaccati per anni come corvi? È molto meglio vivere felicemente come cigni, anche se per un periodo breve.[4] Grazie a una mente controllata, sforzatevi di condurre una vita ideale. La mente è come un foglio di carta: quando il foglio viene ar-rotolato in un senso, si arrotolerà sempre in quello; se volete distenderlo e togliere le pieghe dovrete arrotolarlo nel senso opposto.
Ora la mente è rivolta verso l’esterno, perciò giratela all’interno per normalizzare i suoi atteggiamenti; se la lasciate a sé stessa, la mente creerà grande scompiglio e confusione. Guardate quanti conflitti ci sono nella comunità, quante lotte di religione, quanti segni di mal-contento e agitazione si verificano negli istituti universitari. Le paure primitive e i desideri dell’uomo non sono stati ancora supe-rati, ma persistono in varie forme ed esplodono quando trovano le circostanze favorevoli. Ci sono quattro case: la casa di Dio, la casa dell’educazione, quella del cibo e quella della medicina. In ogni casa, voi dovete cercare solo quello che le è stato assegnato. Naturalmente in un ristorante andate per il cibo, in un ospedale cercate l’assistenza sanitaria, ma nella casa dell’educazione non cercate l’educazione perché portate con voi altri bisogni, necessità e desideri; infatti non siete concentrati su quello che una buona istruzione può fare per voi. Anche nel tempio accade l’identica cosa; voi entrate nel tempio con uno scopo ben preciso ma ne cercate altri. Nel tempio non vi sforzate di essere consapevoli di Dio; allo stesso modo, nell’istituto universi-tario e nella scuola il programma educativo viene sconvolto e rallen-tato da numerose attività che gli sono del tutto estranee.[5] I vecchi studenti dell’Istituto Sathya Sai di Bangalore hanno costi-tuito l’Associazione ‘Il Regno di Sathya Sai’ per realizzare progetti di servizio sociale. Anche in questo distretto voi avete istituito ‘Il Regno di Madre Sai’ e pregate affinché vi sia permesso servire la comunità. Naturalmente, le ragazze non possono avventurarsi in varie attività sociali così liberamente come fanno i ragazzi, tuttavia anche le stu-dentesse possono tradurre in pratica i loro principi con esiti positivi. Impiegate il vostro tempo libero per svolgere attività sacre; se avete fede nel rendere un servizio compassionevole, questo sarà d’immen-so valore per il miglioramento della società. Con l’esempio della loro vita, le vecchie studentesse del college pos-sono ispirare e insegnare ad altri come condurre un’esistenza virtuo-sa e ricca di buoni propositi.Oggi, i prezzi sono saliti alle stelle perché i desideri dell’uomo sono aumentati in modo sfrenato. Riducete i vostri desideri, limitate la domanda e i prezzi dovranno scendere per forza. Seguendo gli insegnamenti del vedānta4, sviluppate vairāgya che si-gnifica rinuncia, distacco: ciò non vuol dire rinunciare alle proprietà e ai legami familiari, bensì rinunciare alla presa che la mente e i deside-ri che genera hanno su di voi.Riducete in cenere ogni traccia di invidia, orgoglio e avidità, colmate il cuore di amore disinteressato e siate d’esempio agli altri. Sono certo che in tal modo la popolazione di questo Paese potrà vivere in pace e prosperità.
Università femminile Śrī Sathya Sai, Anantapur, 05.02.1981