23 Novembre 1980 (Compleanno) – Il dono che più mi piace

23 Novembre 1980 (Compleanno) 

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Il dono che più mi piace

[1] Incarnazione del puro Amore!
Negli ultimi cinque giorni varie attività vi hanno tenuto occupati
qui a Praśānti Nilayam e nessuno di voi ha notato il passare del
tempo. La ragione è che, quando la vostra mente si concentra sulla
Divinità eterna, diventate inconsapevoli del tempo e tutte le vostre
azioni e i pensieri sono immersi nel Divino. Come i fiumi che confluiscono
nell’oceano diventano uno con l’oceano, così la vostra
mente, quando è immersa in Dio, diventa uno con Dio.
L’universo è la manifestazione di Dio, e in ogni essere umano esiste
la Divinità, sottile e invisibile. L’associazione con persone buone e la
disciplina spirituale sono essenziali per realizzare la Divinità che è
latente nell’individuo. Il vero scopo della vita umana sarà raggiunto
solo se tutto il nostro tempo e tutti i nostri sforzi sono concentrati a
realizzare il Divino in noi: tutti gli esseri umani possono ottenere la
realizzazione di tale proposito.
[2] Oggi, tuttavia, la gente compie azioni contrarie a questo obiettivo,
perché è ansiosa di sapere tutto quello che succede in America e
in Inghilterra o vuole studiare la geografia o l’astronomia; ben pochi
desiderano conoscere la loro vera natura ed essenza: un simile
atteggiamento è dovuto a un’educazione sbagliata. Nell’attuale sistema
scolastico non c’è posto per lo studio dell’etica, del dharma e
della spiritualità, perciò gli studenti non fanno alcun tentativo per
comprendere il vero proposito della vita umana.
Uno studente cerca di apprendere tutto sul mondo fisico, un altro
impara tutto sull’America, ma non conosce la strada per andare a
Benares; un terzo sa tutto della geometria, ma sa ben poco delle dimensioni
della sua stessa casa; un altro ancora sa eseguire tutti gli
esercizi fisici, ma non è in grado di sedersi nella posizione del loto;
uno studia la botanica, ma ignora l’uso e le proprietà del basilico.
Tali sono le deplorevoli carenze dell’attuale sistema educativo.
[3] Se gli studenti desiderano realizzare la loro vera natura divina,
devono concentrare la mente sullo studio della spiritualità: ātma
vidyā o la Conoscenza del Sé non è un ramo separato della conoscenza
e, come descritto nella Bhagavad Gītā, significa vedere il Divino
nell’universo intero.
Il Signore Kṛṣṇa afferma:
bījaṁ māṁ sarvabhūtānāṁ
Io sono il seme in tutti gli esseri viventi.
Bhagavad Gītā 7.10
L’universo è un albero di cui il seme è il Signore e il frutto è l’umanità
(mānavatva). Chi non si sforza di scoprire la Divinità che è [insita]
nella forma umana, spreca la vita.
Se esaminate le più importanti Scritture di tutto il mondo, vi renderete
conto che tutte sottolineano l’estrema importanza di saper riconoscere
la propria natura divina, senza la quale nessuno può conseguire
la beatitudine vera.
L’uomo cerca i piaceri materiali e la prosperità, ma non cerca quella
Divinità interiore che gli può conferire la felicità duratura.
[4] È deplorevole che gli uomini nati in questa sacra terra (tyāga
bhūmi) dedita al sacrificio, alla rinuncia e al distacco, in questa sacra
terra (yoga bhūmi) dedita alla pratica delle discipline yoga, dell’autocontrollo
e dell’unione con Dio, siano diventati schiavi della civiltà
occidentale e agiscano contro il genio della loro Madrepatria. Ignorare
la propria madre e sviluppare attaccamento per altri è davvero
miserevole.
Cosa dovrei dire allora degli studenti che per guadagnarsi da vivere
vanno all’estero dopo aver ottenuto una laurea? Invece di usare la
vostra conoscenza, le vostre specializzazioni, capacità ed energie
per servire la Madrepatria, vi recate in Paesi stranieri per servirli
come mendicanti: non è forse una cosa da biasimare?
Durante il tretā yuga o era dell’argento, Rāma, Lakṣmaṇa e Sītā erano
pronti a lasciare Laṅkā per ritornare ad Ayodhyā, dopo aver annientato
Rāvaṇa.
A quel punto, Lakṣmaṇa disse a Rāma: “Se ritorniamo ad Ayodhyā
dubito che potremo riavere il nostro regno, perché Kaikeyī1 avrà insediato
Bharata sul trono. Noi abbiamo lasciato Ayodhyā per andare
nella foresta per ubbidire all’ordine di nostro padre, ma ora è
possibile che la città non sia così fiorente. Tu sai che Laṅkā è più
opulenta del paradiso stesso, non sarebbe meglio per te essere il re
di Laṅkā e godere di tutto quello che tale regione può offrire?”
Rāma rispose: “Lakṣmaṇa, per quanto brutta possa essere la propria
madre, non sono tanto insensibile da guardare un’altra bella donna
e considerarla Mia madre. La Mia Madrepatria è il Paese della Mia
nascita.
Per quanto attraente e prospera possa apparire la città di Laṅkā, con
tutti i tesori della terra, non so cosa farmene delle sue attrazioni e
della sua ricchezza.”
Noi che siamo nati nel sacro Paese di Bhārat dobbiamo essere disposti
ad affrontare tutte le avversità che possono sorgere nel nostro
Paese e a usare i nostri talenti e le nostre capacità per servire al meglio
la nostra terra e per salvaguardare il suo buon nome.
[5] Gli antichi saggi hanno dichiarato che l’avidità è l’origine di
ogni sofferenza. Che cosa è accaduto a quelli che sono andati in
Iraq, Iran o Dubai? Molti di loro sono ritornati solo con gli stessi
abiti con cui erano partiti. La ricchezza è evanescente come una nube
di passaggio; il denaro viene e va, la moralità viene e cresce.
È indegno degli Indiani abbandonare la loro cultura, il loro modo di
vivere e i loro principi solo per guadagnarsi da vivere vendendo i
propri servizi agli stranieri. Questo è veramente disdicevole!
Non potete condurre una vita onesta e lavorare con le vostre mani
servendo la Madrepatria? Perché alimentate questi desideri così
inopportuni?
Oggi, la causa della scomparsa delle qualità umane è da attribuire
all’avidità insaziabile; finché i vostri desideri rimangono incontrollati,
non riuscirete a realizzare l’ātma, il vero Sé.
Infatti, l’inno vedico ‘na karmaṇā’ dichiara:
na karmaṇā na prajayā dhaṇena
tyāgenaike amṛtatva mānaśuḥ ॥ 1 ॥
Non con le opere rituali, né con la discendenza o la ricchezza,
ma solo con il sacrificio e la rinuncia si può ottenere l’immortalità.
(Taittirīya Āraṇyaka 10.12.3)
Il sacrificio, la forza e la saggezza sono qualità del Divino. Usate
tutte le vostre capacità per servire prima il vostro Paese, e poi fate
tutto quello che potete per aiutare gli altri Paesi. Come potrete conquistare
il mondo se prima non avete il controllo sulla vostra casa?
Se non riuscite ad avere soddisfazione utilizzando la vostra educazione,
capacità e intelligenza per servire il vostro Paese, come potrete
ottenerla in Paesi stranieri?
[6] Incarnazioni del Divino!
Che ci crediate o no, ora vi dirò una cosa. In Me non c’è la benché
minima traccia d’interesse personale; qualsiasi cosa faccia, qualsiasi
via segua è per la felicità di tutti, per il bene di tutti e per il miglioramento
di tutti.
Non una sola azione viene da Me fatta per soddisfare i Miei desideri
personali: il desiderio è qualcosa di estraneo a Me. Tutti i Miei desideri
sono diretti a promuovere il benessere del mondo. L’unico
obiettivo di Sai è:
lokāḥ samastāḥ sukhino bhavantu
Possano tutti gli esseri di tutti i mondi essere felici.
Non è facendo progetti di un tipo o dell’altro che il mondo potrà essere
migliorato; la prosperità e il benessere del mondo potranno essere
raggiunti solo se ci sarà una rivoluzione spirituale nell’uomo.
Se la mente umana non viene trasformata e purificata, tutti i progetti
di riformare il mondo saranno vani e infruttuosi.
Poiché i giovani d’oggi saranno i futuri cittadini di Bhārat, essi devono
promuovere e sostenere il benessere del Paese. Lo scopo principale
di Sai è migliorare la mente e correggere le attitudini di questi
giovani, in modo che possano operare per il bene e per il progresso
di Bhārat.
Gli studenti sono la Mia unica ricchezza, tanto che tutte le Mie speranze
sono concentrate su di loro. Riformarli e addestrarli a servire
come modelli di rettitudine è il solo proposito di Sai.
[7] Non è semplice per la gente comprendere la realtà dell’Amore
universale di Sai. Ecco qui un piccolo esempio. Abbiamo portato gli
studenti a Jammu, nel Kashmir, a Delhi e a Prayāg. In tutti i luoghi
abbiamo prestato molta attenzione ai bisogni e ai desideri dei ragazzi.
Vi voglio rivelare come si manifesta il Mio Amore affinché possiate
conoscere la Mia vera natura. Una volta, in occasione di una grande
Conferenza mondiale, ero preoccupato per la salute degli studenti
di tutti gli istituti Sathya Sai, i quali erano arrivati da Anantapur,
Bangalore, Jaipur e Bhopal.
Tutti i Miei pensieri erano focalizzati su come renderli felici e come
metterli a loro agio. Non desidero solo vederli con uniformi perfette
o impegnarli in lavori come prelevare l’acqua dai pozzi o pulire le
strade; è Mia intenzione migliorare la disciplina e il loro carattere, e
allo stesso tempo vederli felici.
In quell’occasione, ho fatto arrivare qui cinquanta sarti a lavorare
giorno e notte per due mesi per cucire e approntare le uniformi per
i ragazzi.
Non ho fatto fare neanche una veste per Me, non mi servono tuniche
nuove per nessuna occasione. Persino la veste che indosso oggi
mi è stata offerta dalle studentesse del ‘Regno di Sathya Sai’ come
espressione del loro amore, perciò ho acconsentito a indossarla.
Allo stesso modo, non ho desideri particolari per quanto riguarda il
cibo o altre necessità. La beatitudine è il Mio cibo, e per procurarmelo
promuovo la felicità degli altri e traggo piacere dalla loro
gioia. Questo è il significato della Mia dichiarazione: ‘La Mia vita è
il Mio messaggio.’ Provare beatitudine nel gioire della felicità altrui
è una qualità del Divino.
Ora ve lo illustrerò con un piccolo esempio.
[8] Noi piantiamo un piccolo seme che cresce e si sviluppa sino a
diventare un grande albero. L’albero produce migliaia di frutti in
ognuno dei quali c’è il seme dell’albero stesso. Analogamente,
quando il seme della Divinità è piantato in questo vasto universo,
l’albero dell’umanità produce frutti nei quali si trova il seme del
Divino. Proprio come il frutto di un albero contiene il seme da cui è
nato, così l’universo racchiude in sé il seme del suo Creatore.
īśāvāsyam idaṁ sarvaṁ
Dio pervade l’intero universo.
(Īśāvāsya upaniṣad)
īśvaraḥ sarvabhūtānāṁ
Dio risiede in tutti gli esseri viventi.
(Bhagavad Gītā 18.61)
Se l’uomo rispetta la sua essenza umana e comprende che ha la responsabilità
di realizzare la sua natura divina, allora il Divino insito
in lui si manifesterà.
L’esperienza del Divino va cercata attraverso la compagnia di persone
buone e virtuose. È pura illusione credere di poter vedere Dio
in un tempio, in un santuario o durante la meditazione.
Solo nella Divinità che si manifesta nella forma umana potrete fare
esperienza di Dio. Se non riuscite a fare esperienza di Dio in un essere
umano vivente, come farete a riconoscerlo in una pietra inanimata?
Solo se l’individuo guarda e percepisce attraverso l’amore,
potrà realizzare la sua vera natura.
Coloro che sono associati alle Organizzazioni Sai raggiungeranno il
loro vero proposito solo quando si eleveranno al di sopra del bene e
del male, quando considereranno con uguale stima e rispetto tutti
quelli che li circondano e vedranno in loro la Divinità.
[9] Sai non viene toccato dalla lode né dal biasimo. Sai è felice in
qualsiasi contesto venga ricordato. I devoti Sai non devono attribuire
alcun valore alla lode o al biasimo che vengono offerti a Sai. Ecco
qui un esempio di quanto è avvenuto l’altro giorno.
Un numeroso gruppo è venuto qui per vedermi; queste persone sono
arrivate a Praśānti Nilayam solo per curiosità, dopo aver letto un
lungo articolo apparso su un giornale. Io ho detto loro: “Se siete venuti
qui solo per aver letto i giornali, siete semplicemente della carta.
Se venite perché avete letto dei giornali o dei libri significa che la
vostra devozione è rivolta ai giornali e ai libri ma non al Signore. Se
volete essere dei veri devoti di Bhagavān dovete approfondire l’argomento
solo per voi stessi, non perché avete letto qualcosa nei libri
o nei giornali.”
Incarnazioni dell’Amore!
Tutta la vita umana si basa sulla fede. Nessuno può esistere per un
solo momento senza fede. Ecco qui un piccolo esempio. Un uomo
pone oggi la prima pietra per la costruzione di una casa; se non
avesse la fiducia di essere ancora in vita e di poter completare la casa
entro l’anno successivo, farebbe forse lo sforzo di costruirla? Un
individuo si alza la mattina, prende una borsa e va al mercato per
comperare degli ortaggi. Se non avesse la convinzione di ritornare a
casa dopo essere stato al mercato, uscirebbe forse di casa?
Dal momento in cui si sveglia sino al momento di andare a dormire,
tutte le azioni che l’uomo compie si basano sulla fede e sulla fiducia.
Allora, perché c’è mancanza di fede nella Divinità che ha donato
la vita, ha creato questo vasto universo e fornito così tante cose
per le comodità dell’uomo e per il suo sostentamento?
Noi abbiamo fede in tante cose insignificanti, ma nutriamo molti
dubbi su ciò che è sacro e vitale per condurre una buona vita, cioè
su Dio. Se abbiamo fede in Dio, tutte le altre credenze diventano irrilevanti.
Nell’oceano ci sono certe rocce che rimangono salde e inattaccabili
anche se i marosi vi s’infrangono contro con violenza. Analogamente,
se siete determinati a realizzare le vostre aspirazioni, i vostri
obiettivi e desideri, non dovete abbandonare gli sforzi finché non
abbiate raggiunto la meta né dovete lasciarvi condizionare da pensieri
fugaci e transitori. Solo così sarete dei veri devoti!
[10] Incarnazioni dell’Amore!
Voi provate una grande gioia nel pensare che oggi state celebrando
il Mio compleanno, ma per Me non c’è nessun compleanno da celebrare.
È per la vostra felicità, per amor vostro, per esaudire i vostri
desideri che ho acconsentito a partecipare ai vari programmi organizzati
per oggi.
Se un individuo non ha nascita, non ha neppure morte. Se invece
c’è la morte, allora deve esserci anche la nascita. La nascita e la morte
sono azione e reazione, ma Io sono al di là di entrambe.
Il corpo non ha continuità o stabilità, è come una bolla sull’acqua:
proviene dall’acqua, si espande nell’acqua e infine si unisce all’acqua.
L’uomo è come quella bolla, Nārāyaṇa è l’acqua. Se non c’è
l’acqua, la bolla non può avere origine. Tutte le ‘bolle’ umane sono
nate da Nārāyaṇa, crescono in Nārāyaṇa, e alla fine si dissolvono in
Lui. Perché rallegrarsi per la nascita della bolla o addolorarsi per la
sua scomparsa? Finché avete un corpo, impegnatevi a compiere attività
sacre, e dedicate tutti i vostri pensieri e le vostre azioni al Divino.
Incarnazioni della Divinità!
Come dono di compleanno devo chiedervi di regalarmi una sola
cosa: riducete il vostro egoismo e limitate i vostri desideri sbagliati;
espandete il vostro spirito di sacrificio e trasformatevi in esseri
umani nobili.
Se vi sforzate di raggiungere questi obiettivi, realizzerete il proposito
per cui avete partecipato a questa grande Conferenza Mondiale e
alla celebrazione del compleanno, inoltre ne trarrete un’immensa
beatitudine.

Praśānti Nilayam, 23.11.1980