21 Settembre 1980 – Una vita degna

21 Settembre 1980

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Una vita degna

[1] Quando le nubi si accumulano nel cielo, i fulmini le illuminano.
Allo stesso modo, la saggezza deve illuminare l’educazione. La parola
di Sai è la via della Verità.
Più piccolo del più piccolo atomo, più vasto del più vasto, Testimone
di tutto, l’ātma (il vero Sé) è il Brahman (Sé Supremo), e il Brahman
è l’ātma.
Studenti! La vostra giornata dura dall’alba al tramonto e si conclude
con il sonno. La vita dell’uomo sulla terra si svolge sempre così.
Quando il sole sorge a Est, diciamo che spunta il giorno, e quando il
sole tramonta a Ovest, diciamo che avanza la sera. Ma non è forse il
sorgere e il tramontare del sole una credenza infondata? L’uomo indica
quattro punti cardinali: Est, Ovest, Nord e Sud. Ma esistono
veramente? Se riconosciamo che la terra è sferica, tali suddivisioni
sono false e immotivate.
Così l’esperienza quotidiana dell’uomo non corrisponde alla verità,
tuttavia egli è dipendente e condizionato da tale esperienza. Ad
esempio, quando ci sediamo in auto, su un treno o un aereo che sono
in movimento, anche noi ci muoviamo insieme a loro, ma pensiamo
di essere fermi. Mentre la terra ruota su sé stessa e attorno al
sole, è naturale per l’uomo pensare che sia inattiva e ferma. Sebbene
la terra sia in rapido movimento, pensiamo che sia ferma; anche se
noi siamo fermi sulla terra, in realtà siamo sempre in movimento.
Anche il più illustre scienziato si comporta secondo quest’esperienza
apparente e non secondo la verità. Pur non essendoci alba né
tramonto, egli crede che ci siano; anche se Est, Ovest, Nord e Sud
non possono esserci, li prende per reali.
[2] I criteri standard della scienza sono osservazione ed esperimento.
Quando il primo astronauta, Gagarin, dichiarò di non aver visto
Dio nello spazio infinito, aveva fatto affidamento su un dispositivo
meccanico per arrivare a tale conclusione, ma non aveva mai svolto
un’indagine nella sua mente.
Per arrivare alla verità, dovete andare oltre quello che vedete, poiché
quello che vedete con gli occhi non è vera conoscenza. La conoscenza
vera consiste nel riconoscere che, per tutto quello che vedete,
esiste sempre una causa nascosta, la quale non può essere riconosciuta
solo con lo studio di yantra (meccanismi), bensì studiando la
mente, ovvero ricorrendo ai mantra e all’indagine mentale.
Il bambù è apprezzato per la sua forma, forza e bellezza. Analogamente,
il vero valore dell’uomo sta nella sua intelligenza che ha ricevuto
e meritato dopo numerose esistenze; il vero valore della sua
intelligenza consiste nel praticare tyāga, la rinuncia. Tuttavia, il suo
intelletto è ricoperto e offuscato dall’illusione che è soltanto il riflesso
irreale della verità.
Se gettiamo via l’acqua che c’è nel vaso, buttiamo via anche il riverbero
del cielo che si rispecchia nell’acqua. Il riflesso della verità nella
nostra mente è solo l’accumulo dei nostri desideri.
[3] Si parla spesso di mokṣa, liberazione, ma che cos’è? Significa rinunciare
semplicemente al ‘non-Sé’, all’irreale (anātma).
Supponiamo che vogliate bere un bicchiere di succo di frutta: se
non buttate via l’acqua che è già contenuta nel bicchiere, non riuscirete
a riempirlo con il dolce succo. Allo stesso modo, se non abbandonate
o rifiutate il materialismo, non sorgerà in voi l’attitudine
spirituale né l’intuizione del Sé (ātmabhāva). Pertanto mokṣa non è
una disciplina spirituale distinta o diversa, vuol dire solo rinunciare
ai desideri inutili e superflui.
A causa della rabbia, la saggezza va persa; il disaccordo è la causa
della rabbia; il germe del disaccordo è la gelosia; l’origine della gelosia
è l’ignoranza.
Le upaniṣad affermano che l’intero universo è la forma di Viṣṇu,
perciò la vera saggezza spirituale è advaita darśan, la visione dell’Uno
senza un secondo, vale a dire vedere l’Uno nella diversità. A
causa della dualità e delle differenze, la saggezza si dissolve.
[4] Ci sono tre tipi di conoscenza; la conoscenza dell’energia materiale,
dell’energia mentale e dell’energia cosmica.
L’energia cosmica opera in ogni persona sotto forma di conoscenza
divina. La materia presente in tutte le forme è solo energia. Senza
gli atomi non è possibile avere la materia, e nell’atomo l’energia
prende la forma di elettroni, protoni, neutroni, ecc. L’energia scaturisce
dalla combinazione dei vari componenti atomici.
Se prendete l’acqua dell’oceano con un contenitore, l’acqua ne assume
la forma, e quando il vento soffia si formano delle increspature
sulla sua superficie che manifestano l’energia in proporzione alla
quantità d’acqua presente nel contenitore. Ma quando una tromba
d’aria infuria sull’oceano, le immense onde possono affondare le
navi e frantumare le scogliere.
Gli scienziati lavorano soltanto sulla fonte energetica esterna, non
fanno indagini sulla sorgente interiore. Voi viaggiate nello spazio
per milioni di miglia, ma non andate neppure un centimetro all’interno
di voi stessi dove risiede la vostra energia, il supremo e il divino
Potere del Sé (ātmaśakti).
Tutti pensano di vivere grazie al cibo. Allora com’è che il ricco, che
si può permettere ogni tipo di cibo, perisce di morte prematura,
mentre il povero continua a vivere? L’uomo non vive di solo cibo, in
realtà, vive grazie al potere dell’ātma. Pertanto usate con intelligenza
la forza del corpo e della mente, la ricchezza e l’erudizione per
realizzare il potere del Sé. Senza l’uso della discriminazione, a cosa
vi serve la forza fisica?
[5] Il re Dhṛtarāṣṭra1 aveva cento figli e centinaia di migliaia di soldati
su cui poteva confidare. Ma cosa gli successe?
Credere di potere ottenere la pace mentale dalla ricchezza, da parenti
e amici è un grande errore. La pace della mente proviene solo
da Dio; in verità, non esiste forza superiore all’amore: dove c’è
amore, c’è tutto!
Pertanto dovete vivere in Dio e vivere nell’amore, allora sarete nel
giusto. Dovete fare in modo che anche gli altri vivano nell’amore.
Alfred Nobel scoprì la dinamite che causò grandi distruzioni, e ne
fu molto infelice. Egli era molto ricco e famoso, ma era così disperato
per il grave danno che aveva arrecato all’umanità che fece testamento
e donò tutte le sue ricchezze per il bene comune.
[6] Questo istituto scolastico è stato fondato per infondervi forza
etica, morale e spirituale. Pensate per un momento a quanti sacrifici
fanno i vostri genitori per darvi un’educazione adeguata! Perciò
non perdete tempo; perdere tempo significa sprecare la propria vita.
Rendete il corpo e la mente puri. Questo luogo è come un’officina in
cui le auto guaste e danneggiate vengono riparate e rese come nuove.
Sforzatevi quindi di non formulare pensieri cattivi e di non fare
cattive azioni.
La vita è sacra, vivetela con gioia e felicità, non fate la faccia triste e
avvilita: la felicità è l’unione con Dio. Questo periodo della vostra
vita è sacro, se non provate felicità e non vivete con gioia alla vostra
età, sarete forse felici quando diverrete vecchi? Adesso, avete soltanto
due gambe e potete saltare liberamente, ma quando vi sposerete
e avrete famiglia, vi muoverete come un bruco che ha innumerevoli
gambe. La gente deve riconoscere gli studenti del Śrī Sathya
Sai College vedendo l’espressione luminosa e gioiosa sui loro volti.
Colmate il cuore di amore e svolgete il vostro dovere con amore.
Voi non cantate i bhajan a voce alta. Se un uomo cade in un pozzo e
non sa come uscirne, certamente non mormorerà qualcosa fra sé,
ma griderà perché qualcuno venga a salvarlo. Cosa fate per allontanare
degli uccelli appollaiati su un ramo? Battete forte le mani, non
è vero?
Allo stesso modo, cantate a voce alta i nomi di Govinda, Gopāl e
Nārāyaṇa e battete la mani con vigore, in modo che gli uccelli delle
passioni malvagie, del desiderio, della rabbia e dell’avidità che infestano
la vostra mente volino via. Rendete quindi la vostra vita utile
e degna.

Praśānti Nilayam, 21.09.1980