24 Novembre 1974 – La natura della mente

24 Novembre 1974

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

La natura della mente

[1] È un lavoro inutile suddividere le cose del mondo in buone e
cattive, è perfino un sacrilegio perché, se tutto è il prodotto della
Sua Volontà, come può una cosa essere apprezzata o condannata?
Inoltre, ciò che è buono per uno può essere cattivo per un altro; ciò
che è positivo in un momento può risultare negativo in un altro,
oppure quello che è buono in piccole quantità può essere cattivo
in grandi quantità.
Il corvo gusta il frutto amaro del neem, mentre il cuculo mangia le
tenere foglie del mango. La gente trova gioia e soddisfazione in
cose ed esperienze diverse dalle caratteristiche più contraddittorie.
Pertanto si può solo dedurre che è la mente che induce a
volere una cosa in quanto buona e a evitare l’altra perché cattiva.
La filosofia ci dice che la mente decide non solo la bontà o la
sgradevolezza di una cosa o di un’esperienza, ma addirittura crea
tutte le cose e le esperienze.
Senza la mente, non può esserci alcun oggetto, sentimento o
emozione: niente mente, niente ha importanza!
La mente trae piacere dal nome e dalla forma, impone il nome e la
forma, e così concorre a creare cose ed esperienze; non riesce ad
avere un contatto o a operare su qualcosa che non abbia nome e
forma. Ecco perché la mente è impotente quando si deve meditare
sul ‘Senza-nome e Senza-forma’; infatti si aggrappa sempre al nome
e alla forma. Le immagini mentali si sono concretizzate in
oggetti e idee, tanto che le Scritture affermano:
yad bhāvam tad bhavati
voi diventate quello che pensate
(oppure: com’è il pensiero, così è il risultato)
[2] Il Divino è al di là del nome e della forma. Egli è tutti i nomi e
tutte le forme, e tuttavia è incomprensibile e misterioso. Allora,
come può Dio essere conosciuto attraverso la meditazione sul
nome e sulla forma? È una domanda legittima alla quale si può
rispondere per mezzo di un’analogia.
L’acqua fa annegare l’uomo, oppure lo aiuta a nuotare: lo tira giù e
lo sostiene, entrambe le cose, ma l’uomo deve imparare il metodo
che gli permetta di stare a galla. Allo stesso modo, il nome e la
forma, che sembrano limitazioni e ostacoli, possono servire come
strumenti ed essere d’aiuto per trascendere il nome e la forma e
realizzare Dio.
La realizzazione di Dio dona la beatitudine che non ha forma
alcuna ma solo un nome dato dall’uomo; scaturisce dal cuore,
pervade il corpo intero e si esprime sul volto, che è lo specchio
della beatitudine interiore. Tristezza, ansia, paura, speranza,
determinazione, dubbio, tutti si riflettono sul viso e possono
essere facilmente individuati.
[3] La mente può essere immune da emozioni tempestose solo se
si arrende al giogo dell’intelletto. Deve sfuggire alla presa dei
sensi, sottomettersi al controllo della facoltà di ragionamento e
obbedire ciecamente ai suoi ordini. I sensi sono inerti finché il Sé
non induce la mente ad accettare le informazioni che essi
trasmettono.
Questo microfono davanti a Me aiuta quelli che sono seduti in
questo vasto auditorio a sentire chiaramente le Mie parole, ma il
microfono e gli altoparlanti sono oggetti metallici inerti. Poco fa,
uno studente dell’istituto ha tenuto un discorso che è stato
interrotto per alcuni minuti poiché la corrente elettrica è mancata;
perciò se la corrente non li attiva, tali dispositivi non funzionano.
L’occhio che vede è inerte, tutti gli oggetti visti sono inerti; solo
colui che vede è ‘intelligente’, e la ‘corrente dell’intelligenza’ è
fornita dall’ātma, che è la vostra Realtà. Se la corrente non lo
attiva, l’occhio può guardare ma non vede, l’orecchio può sentire
ma chi ascolta non percepisce e non reagisce, perché la mente è
altrove. Per funzionare, la mente ha bisogno dell’intervento della
divina Consapevolezza interiore.
[4] La mente è come un fiore fragrante, il quale emette il suo
profumo sia se è tenuto nella mano destra sia nella sinistra, non
importa se la persona che tiene quel fiore sia buona o cattiva.
La mente procede ciecamente senza badare alla configurazione del
terreno, ma essendo cieca, qualcuno deve guidarla. Se invitate a
cena dieci ciechi, dovrete predisporre venti piatti, perché ogni
persona cieca sarà costretta a portare con sé una guida che la
possa condurre a casa vostra. Così anche la mente deve avere una
guida che conosca la via, gli ostacoli, le insidie.
La mente deve essere controllata attentamente e messa in guardia
contro i suoi stessi trucchi. Essa è un’abile attrice, capace di invischiarvi
in molte imprese azzardate. È come il rispettabile signore
anziano che, in occasione di un matrimonio, fece la sua comparsa
alternativamente nelle case della famiglia dello sposo e della
sposa dando ordini a tutti, ordini che erano eseguiti da entrambe
le parti perché tutti pensavano che fosse una persona autorevole
proveniente dall’altra famiglia! Alla fine, la sua stessa pomposa
ostentazione fece sorgere dei dubbi su entrambi i fronti e, quando
tutti lo cercarono per chiedergli chi fosse, egli tagliò la corda e non
si fece più vedere. Anche la mente è come quel gentiluomo.
Afferratela e chiedetele da dove provenga la sua autorità per darvi
degli ordini: scomparirà in un attimo!
[5] L’unico metodo che potete adottare per sfuggire alle spire della
mente è sviluppare un’intelligenza pura, che è la somma e la
sostanza di tutte le discipline spirituali. L’intelligenza si purifica
da ogni parzialità e pregiudizio, dall’odio e dall’avidità solo con
l’adorazione di Dio e riversando amore su tutti gli esseri da Lui
creati, convalidando così la Sua gloria e la Sua bellezza.
Condividete l’amore con tutti, conquistate il tesoro dell’amore,
serbatelo nel cuore e invitate tutti a prenderne parte. Se cercate di
assegnare le proprietà guadagnate da vostro nonno o da vostro
padre, dovrete affrontare ostacoli pratici, legali, morali, economici;
se, invece, ripartite le proprietà che avete conquistato da soli, nulla
di legale o di altro genere potrà mettersi di mezzo.
Ricordate che la mente è un folletto ciarliero che non riesce a stare
zitto neppure un secondo. Voi mi state ascoltando da più di un’ora
e forse avete l’impressione che la vostra mente sia stata zitta per
tutto il tempo: no, la mente conversa con sé stessa anche quando si
crede che sia in silenzio!
Pertanto assegnatele un compito permanente, chiedetele di arrampicarsi
su un palo e poi di lasciarsi scivolare giù, quando non ha
altro lavoro da compiere, come fece quel saggio con un demone
che gli faceva da servo, il quale aveva minacciato di divorarlo nel
momento in cui non gli fosse stato assegnato nessun lavoro.
Il palo è soham, ‘Io sono Quello’, un mantra che il respiro recita
dalla nascita alla morte; perciò ripetete ‘so’ mentre inspirate, ‘ham’
quando espirate e fate in modo che la mente ripeta la sacra
formula soham continuamente.
[6] I bhajan devono essere cantati e offerti a Dio con atteggiamento
di estrema umiltà, non dovete considerarli esercizi per
esibire i vostri talenti o gare di abilità musicale. I canti devozionali
devono compiacere il Signore, non i vostri ammiratori!
Quando cantate i bhajan, la mente deve diventare più pura, più
libera dalle passioni e più forte nella fede, ma voi stessi notate che
non riuscite in questo intento. L’adorazione non sorge dal cuore e
non è rivolta al Supremo con sincerità, perché è contaminata da
invidia, orgoglio e odio. Come possono delle preghiere così
ignobili raggiungere Dio?
Per esempio noto che, quando canta un devoto nuovo, gli altri
non lo seguono e non ripetono le strofe dopo di lui, lo ignorano e
lo umiliano in quel modo; mentre se intona un canto uno del loro
solito gruppo, allora lo seguono con entusiasmo.
Questo genere di faziosità non deve trovare posto tra i devoti Sai e
non può essere tollerato tra i gruppi bhajan Sai. Tuttavia, vedo che
tale pessimo comportamento si sta diffondendo fra la maggior
parte dei gruppi bhajan, i cui componenti si sono divisi in gruppi
rivali che sono in competizione fra loro per avere la possibilità di
cantare, onde attirare l’attenzione e l’apprezzamento del pubblico.
Spinti da questo motivo egoistico, essi scoraggiano i cantori sinceri
e fanno scena muta quando questi ultimi offrono i loro bhajan:
ciò significa che hanno perso la voce o l’egoismo ha reso
insensibile il loro cuore.
Per quanto riguarda questa sacra disciplina spirituale, le differenze
e le distinzioni non devono insediarsi nel cuore dei devoti;
infatti i bhajan cantati da persone del genere non potranno
risultare gradevoli all’orecchio, perché il canto rapisce il cuore solo
se dal cuore scaturisce un puro sentimento. Sarebbe meglio per
tutti se tali individui, pieni di sé, stessero alla larga dai bhajan,
anziché inquinarne la sacra atmosfera con spirito di rivalità e
faziosità.
[7] Quando dei devoti che seguono il Nome Sathya Sai, dai quali
tutti si attendono guida e ispirazione, si comportano in modo
simile e si abbassano a quel livello, com’è possibile che il mondo si
elevi e il dharma si ripristini?
Se durante i bhajan litigate, volete competere e cercate di prevalere,
questi canti potranno forse dare qualche soddisfazione a voi ma,
ve lo dico chiaramente, non fanno assolutamente piacere a Me. Io
sono compiaciuto solo se l’amore è la nota dominante, se il
sentimento di unità prevale, se la melodia proviene da un cuore
puro che ama Dio.
I responsabili delle unità della nostra organizzazione stiano ben in
guardia, affinché questo veleno non penetri nelle unità stesse, per
quanto riguarda i bhajan, le attività della sezione femminile e dei
volontari sevādal.
Ricordatevi che tutti sono figli e figlie della Madre Sai. Come
posso tollerare che i figli e le figlie litighino e si dividano in gruppi
rivali? Se non cantate i bhajan per la vostra gioia, non potrete
donare gioia agli altri.
L’Organizzazione Sathya Sai è stata fondata per dare incarichi
sacri in ogni circostanza della vita, onde rendere le persone
consapevoli delle stravaganze e delle vanità della mente e per
insegnare loro come eliminarla, al fine di stabilire il predominio
del puro intelletto, grazie al quale l’Uno che sta dietro tutta questa
molteplicità potrà essere realizzato quale unica Realtà.

Praśānti Nilayam, 24.11.1974