Agosto 1974 – Un compito ben superiore

Agosto 1974

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Un compito ben superiore

[1] Ekam sat viprā bahudā vadanti – Solo l’Uno esiste, ma i saggi lo
descrivono in molti modi.
Da molte ere, l’India insegna questa verità che unifica e crea armonia.
Un altro insegnamento messo in evidenzia dalla cultura
indiana è che quando la vita è focalizzata sul corpo, è immersa
nell’infelicità; se invece è concentrata sull’ātma, la scintilla divina
interiore, risplende di gioia.
Se gli anni della vita sono trascorsi senza che l’uomo abbia almeno
scoperto chi è, ebbene, un’esistenza del genere è un inutile spreco.
Cercate la Realtà, il Testimone interiore, la Divinità che anima la
vita: questo è il dovere primario dell’uomo verso sé stesso.
La cultura indiana invita tutti a scoprire la natura speciale del
proprio essere e le sue sacre implicazioni, nonché a modellare coerentemente
attività e schemi di pensiero.
[2] Ayam ātma brahma – Questo ātma è Brahman.
L’individuo è l’Universale che presume di essere separato!
L’individuo esiste, conosce ed è conosciuto, gioisce e dona gioia
perché è l’Universale.
La piccola fiamma di una candela può accendere mille altre candele
e continuare a illuminare con la stessa intensità; le altre fiamme
devono riconoscere che hanno ricevuto l’accensione dalla prima.
L’Uno ha illuminato i molti, l’Uno rifulge in essi e attraverso di essi:
l’Uno è i molti.
Ekoham bahusyām
Sono Uno, siano i molti
L’Uno decise di essere i molti per godere della propria molteplicità.
L’Uno appare come tutta questa diversità. Tale è la verità!
[3] L’aria, che è una, può manifestarsi come un temporale, una
tromba d’aria, una brezza o un vento del deserto, e può assumere
molte forme cambiando la velocità del suo movimento. Anche i
nomi cambiano da forma a forma. La peculiarità del pensiero indiano
è d’insistere sull’unità fondamentale di tutta la manifestazione.
È una visione errata vedere la varietà come diversità, vedere
il mondo come composto da elementi e forze differenti.
Nonostante il grande patrimonio spirituale che gli indiani hanno
ereditato, lo denigrano e lo svalutano con il loro comportamento e
le loro errate convinzioni.
La Gītā proclama che i sentimenti dell’uomo devono essere esenti
da gelosia, ovvero da quella natura malefica che non riesce a tollerare
la felicità e la prosperità altrui, che impedisce di amare il proprio
vicino, di servire i bisognosi e di vedere in tutti il medesimo
Animatore divino come loro auriga interiore. La gelosia induce a
cercare gli errori nelle azioni degli altri e rende ciechi di fronte alle
loro virtù ed eccellenze.
[4] Questo è un istituto universitario che educa e prepara la nuova
generazione a diventare donne migliori e cittadini migliori. L’educazione
deve aprire gli occhi e fare riconoscere l’Uno che sta dietro
i molti. Quando si riconosce quell’Uno, i molti possono essere conosciuti
con facilità e chiarezza. Prefiggetevi di conseguire l’infinita
Verità cosmica che in sé tutto racchiude, non accontentatevi di
ottenere insignificanti frammenti informativi. Cercate piuttosto
‘Colui che tutto sa e conosce’ e che si cela dietro il processo del conoscere.
Quella è la vera vittoria!
Gli insegnanti e gli educatori devono concentrarsi su quei metodi
che permettano di rivelare l’unità e di confinare le distinzioni a un
ruolo subordinato. Sfortunatamente, oggi, in nome dell’individualismo
e di una capricciosa originalità, s’incoraggiano l’idiosincrasia
e l’avventurismo, le frivolezze e la vacuità, tanto che i genitori
e gli adulti devono abbassare la testa per la vergogna di fronte alle
bizzarrie dei loro figli.
L’educazione deve promuovere la pace, la sicurezza e la felicità
ma, a causa dell’attuale sistema didattico, i giovani suscitano solo
ansia, paura e malcontento nella società in cui vivono. Essi stessi
non hanno pace, gioia né sicurezza.
I fratelli Kaurava volevano il potere, la fama, profitti egoistici, la
vittoria competitiva e amavano una politica separatista. La loro
sete di potere, come disse Kṛṣṇa, poteva essere placata solo da una
pioggia di frecce che li avrebbe cancellati dalla faccia della terra.
Per eliminare il terrore che insidia la nazione da un estremo all’altro,
una riforma immediata del sistema educativo è imperativa!
[5] Le radici sostengono e trattengono l’albero, così come le fondamenta
impediscono che l’edificio crolli. I principi che devono
essere trasmessi agli studenti universitari sono la consapevolezza
delle loro responsabilità, il distacco da vincoli che legano, la fidu-
cia nel loro senso di rettitudine. L’integrità, la sincerità e il desiderio
di utilizzare le loro capacità e l’intelligenza per servire il prossimo
sono qualità essenziali per i giovani.
Attualmente, alla gente istruita manca il coraggio necessario per
agire in sintonia con le proprie convinzioni; sa che una cosa è giusta
ma non ha la volontà di attuarla. Insegnate agli studenti come
discernere in modo distaccato e arrivare a giuste conclusioni, incoraggiateli
a mettere in pratica la loro fede intrepidamente, senza
timori.
Oggi l’educazione dello spirito avviene nel nome del laicismo,
senza comprenderne i principi, e gli insegnanti che sono inconsapevoli
dei valori più alti portano i giovani su terreni sempre più
insicuri e instabili, verso la paura e l’agitazione. Come possono
persone simili, che non hanno forza interiore né vera fiducia in loro
stessi, guidare gli altri? Cosa può aspettarsi il Paese da questo
metodo insensato e futile di educare i giovani, in cui dei ciechi
guidano in circoli viziosi chi non vuole aprire gli occhi?
[6] I Veda proclamano: ‘nāyaṃ ātma balahīna labhyaḥ – Il Sé, l’ātma,
non può essere conseguito dai deboli’.
Privo della consapevolezza dell’ātma, la sorgente di tutte le forze,
l’uomo è fondamentalmente debole e può solo condurre gli altri
verso ulteriori fragilità. Alcuni giurano di avere una fiducia infinita
in loro stessi ma asseriscono di non avere fede in Dio. Come
possono allora aver fiducia in sé? Chi è esattamente l’io? È forse
un mucchio di carne e ossa? È solo un nome? No. La realtà dell’io
è Dio, l’io è un’onda dell’oceano della Divinità, dotato della stessa
sublimità, dello stesso sapore e della stessa profondità. Come può
dunque la sconfitta calare sull’io?
Ogni studente deve continuamente analizzare i desideri che sorgono
nella mente, in modo da poterli sopprimere, annientare, evitare,
oppure ubbidire; deve apprendere i criteri con cui giudicare i
desideri dai genitori, dagli anziani, dagli insegnanti e dai capi della
nazione, oltre che dai libri scritti dai saggi del proprio o di altri
Paesi. Deve rifiutarli o accettarli. Alcuni sono intenzionalmente
malvagi e cercano di giustificare con argomentazioni pretestuose
le iniquità che commettono ma, anche in quel caso, sanno bene di
essere sulla via sbagliata. Il Dio interiore non manca mai di ammonire
e di consigliare.
[7] Studentesse! Se nel cercare piaceri momentanei siete attirate
verso il male, dovrete soffrire mille volte miserie e infelicità, come
conseguenza di quell’impulso. Pensieri perversi, progetti folli e
bravate irresponsabili possono darvi il piacere di un momento, ma
a lungo termine vi condurranno irrimediabilmente alla rovina.
Il vostro ruolo è ben superiore! Dovete correggere e trasformare
coloro che si comportano come dei ciechi nonostante abbiano gli
occhi, quelli che camminano come zoppi sebbene abbiano gambe
dritte e forti, che si comportano come pazzi sebbene posseggano
menti brillanti.
Individui del genere operano oggi in tutti i campi. Ci sono degli
ipocriti che parlano della pace ma praticano la guerra. Il vostro
compito è di smascherarli e di educarli riportandoli alla normalità
e alla virtù. Diventate strumenti del grande sforzo di ripristinare
la rettitudine nel mondo!
Questa università non è stata istituita solo per prepararvi a conquistare
una laurea; il suo fine principale è di aiutarvi a sviluppare
la conoscenza di voi stesse e la fiducia in voi stesse, in modo che
possiate imparare a sacrificarvi e a conseguire l’auto-realizzazione.
Gli insegnamenti del corso di studio, la preparazione agli esami e
il conferimento del diploma sono solo i mezzi impiegati per raggiungere
il fine, cioè l’elevazione spirituale, la scoperta di sé e il
servizio sociale attraverso l’amore e il distacco.
La nostra speranza è che, nella vostra vita, diveniate fulgidi esempi
di consapevolezza spirituale e dei suoi risultati benefici per
l’individuo e la società.

Anantapur, Agosto 1974