19 giugno 1974
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
Chi è Sai?
[1] Dio è imperscrutabile e non può essere realizzato nel mondo
esteriore degli oggetti. Egli è proprio nel cuore di ogni essere. Le
pietre preziose si devono cercare nelle profondità del sottosuolo,
non fluttuano nell’aria. Cercate Dio nel profondo di voi stessi, non
nella Natura ammaliante e mutevole. Il corpo vi è dato per raggiungere
questo elevato proposito, voi invece ne fate un cattivo
uso come chi cucina il proprio cibo in una coppa d’oro tempestata
di gemme ricevuta in eredità.
L’uomo esalta Dio definendolo onnipresente, onnisciente e onnipotente,
ma ignora la Sua presenza dentro di sé! Certo, molti si
avventurano a descrivere gli attributi di Dio e declamano che è così
e così, ma si tratta solo di ipotesi e dei riflessi delle loro propensioni
e preferenze. Chi può affermare che Dio sia in un modo o in
un altro? Chi può dire che Dio abbia o no una certa forma o un
particolare attributo? Della vasta immensità dell’oceano, ognuno
potrà trattenere solo quanto contiene il recipiente che porta con sé
alla spiaggia, e da una quantità così esigua comprenderà ben poco
di quell’immensità.
[2] Ogni religione definisce Dio entro i limiti che essa stabilisce e
poi pretende di averlo capito. Come i sette ciechi che descrivevano
l’elefante come un pilastro, un ventaglio, una fune o un muro,
poiché ne avevano toccato solo una parte e non potevano comprendere
l’intero animale, così anche le religioni parlano di un solo
aspetto del Divino ma asseriscono di avere una visione completa
ed esauriente.
Le religioni dimenticano che Dio è tutte le Forme e tutti i Nomi,
tutti gli attributi e tutte le asserzioni. La religione dell’umanità è la
somma e la sostanza di queste fedi parziali perché c’è una sola religione:
la Religione dell’Amore. Le diverse membra dell’elefante,
che sembravano separate e distinte ai ricercatori ciechi di quella
realtà, erano tutte attivate da un’unica circolazione sanguigna.
Analogamente, le diverse fedi e religioni, che si ritengono separate
e distinte, sono tutte sostenute da un’unica corrente d’amore.
[3] Il senso della vista non può vedere la Verità, fornisce solo informazioni
erronee e nebulose. Per esempio, molti osservano le
Mie azioni e cominciano a sentenziare sulla Mia natura, ma sono
incapaci di valutare la santità, la maestà e la realtà eterna che Io
sono. Il potere di Sai non ha limiti e si manifesta per sempre, eternamente.
Tutte le forme di potere sono contenute nel palmo di Sai,
ma coloro che sostengono di avermi capito, gli studiosi, gli yogi,
gli eruditi, i realizzati, sono consapevoli solo della manifestazione
esteriore, insignificante e casuale, di un’infinitesima parte di quel
potere: ovvero i miracoli! Infatti, questi studiosi non desiderano
entrare in contatto con la fonte di tutti i poteri e di tutta la saggezza
che è disponibile qui, a Bṛndavan; sono soddisfatti solo dell’occasione
di esibire la loro sapienza libresca e di fare sfoggio della
loro erudizione nella cultura vedica, ma non realizzano che la Persona,
da cui i Veda sono emanati, si trova proprio qui in mezzo a
loro, per il loro stesso bene. Nel loro orgoglio, arrivano persino a
chiedere di avere qualche opportunità in più per esibirsi!
È sempre stato così, in ogni epoca. Le persone possono essere molto
vicino all’avatār, eppure trascorrono la vita inconsapevoli della
loro fortuna; esagerano il ruolo dei miracoli, che sono invece insignificanti
se confrontati con la Mia gloria e maestà, quanto la dimensione
e la forza di una zanzara rispetto all’elefante su cui si
posa. Perciò, quando voi parlate di questi miracoli, dentro di Me
sorrido di pietà nel vedere che vi lasciate sfuggire così facilmente
la preziosa consapevolezza della Mia Realtà.
[4] Il Mio potere è incommensurabile, la Mia Verità inesplicabile e
insondabile. Vi rivelo questo perché ne è sorta la necessità, ma
quello che annuncio ora è solo il dono di un biglietto da visita! Vi
assicuro che dichiarazioni chiare e precise circa la Verità degli
avatār vennero fatte così inequivocabilmente solo da Kṛṣṇa.
Nonostante tale dichiarazione, avrete però notato che nella missione
di Kṛṣṇa, in alcune occasioni, i Suoi sforzi e tentativi sono
falliti; ma dovete comprendere che anche quelle sconfitte facevano
parte del dramma che Egli stesso aveva concepito e diretto. Per
esempio, quando molti re lo pregarono di evitare la guerra contro
i Kaurava, Kṛṣṇa confessò che alla loro corte la Sua missione per
ottenere la pace era fallita, ma in realtà Kṛṣṇa non aveva voluto
che avesse successo! Infatti, aveva deciso di far scoppiare una
guerra perché intendeva punire l’avidità e l’iniquità dei Kaurava e
condannarli di fronte a tutto il mondo.
Ora devo dirvi che nella missione del presente Sai avatār non c’è
posto neppure per simili commedie, con scene di fallimenti e sconfitte.
Ciò che Io voglio deve avverarsi; quello che stabilisco deve
andare in porto! Io sono Verità, e la Verità non ha bisogno di esitare,
temere o piegarsi. Volere è superfluo per Me. La Mia grazia è
sempre disponibile ai devoti che hanno fede sicura e amore profondo.
Poiché mi muovo liberamente in mezzo a loro, parlando e
cantando, anche gli intellettuali sono incapaci di cogliere la Mia
verità, il Mio potere, la Mia gloria e il Mio vero compito di avatār.
Io posso risolvere qualsiasi problema per quanto intricato; sono
ben al di sopra delle indagini più profonde e delle valutazioni più
meticolose. Solo chi ha riconosciuto il Mio Amore e ne ha fatto
esperienza può asserire di aver avuto un barlume della Mia Realtà,
perché la via dell’amore è la strada maestra che conduce
l’umanità a Me.
[5] Non cercate di conoscermi tramite la vista esteriore. Quando vi
recate in un tempio e vi fermate di fronte all’immagine di Dio,
pregate a occhi chiusi, non è vero? Perché sentite che solo l’occhio
interiore della saggezza può rivelarvi Dio.
Non desiderate quindi di ricevere da Me banali oggetti materiali;
desiderate Me, invece, e sarete premiati. Questo non significa che
non dobbiate accettare gli oggetti che Io dono come segno di grazia
per la pienezza del Mio amore. Vi dirò per quale motivo dono
questi anelli, talismani, rosari, eccetera. È per mettere in evidenza
il legame tra Me e le persone a cui vengono donati. Quando il pericolo
le colpisce, l’oggetto viene a Me in un lampo e in un lampo
ritorna portando la Mia grazia di sostegno e protezione. Quella
grazia è disponibile a tutti coloro che m’invocano con qualsiasi
Nome o Forma, e non solo a quelli che portano tali doni. L’amore
è il legame che conquista la grazia!
[6] Contemplate il significato del nome Sai Baba. Sa significa ‘Divino’,
ai o ayi significa ‘madre’ e Baba significa ‘padre’. Il nome indica
la Madre e il Padre divini. I vostri genitori fisici mostrano
amore che contiene una certa dose di egoismo, ma questo Sai, madre
e padre, riversa affetto o dà rimproveri solo per condurvi alla
vittoria nella lotta per l’auto-realizzazione.
Questo Sai è venuto allo scopo di raggiungere il supremo obiettivo
di unire l’intera umanità nel legame di fratellanza, come in una
sola famiglia; di affermare e illuminare la Realtà ātmica di ciascun
essere, allo scopo di rivelare il Divino che è la base su cui l’intero
cosmo si regge; di istruire tutti a riconoscere il comune patrimonio
divino che lega l’uomo all’uomo, in modo che l’individuo possa
liberarsi delle qualità animali ed elevarsi al Divino che è il suo
traguardo.
Io sono l’Incarnazione dell’Amore; l’Amore è il Mio strumento.
Non c’è alcuna creatura sprovvista d’amore: quella più in basso
ama almeno sé stessa, e il suo Sé è Dio. Pertanto, anche se qualcuno
può nutrire avversione per Dio o rifiutarlo, non ci sono atei; ad
esempio chi è affetto dalla malaria ha ripulsione per i dolci, e i
diabetici si rifiutano di assumerli. Quelli che oggi si vantano di essere
atei gusteranno Dio e lo venereranno, quando un giorno la
loro malattia sarà passata.
Dovevo dirvi tutto ciò sulla Mia Verità poiché desidero che la contempliate
e ne traiate gioia, in modo da essere ispirati a osservare
le discipline stabilite da Me e a progredire verso il traguardo dell’auto-
realizzazione: la realizzazione di quel Sai che risplende nei
vostri cuori.
Bṛndavan, Corso estivo, 19.06.1974