14 Gennaio 1974
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
Un progetto per gli insegnanti
[1] Incarnazioni del divino ātma!
Aprite gli occhi e guardatevi intorno con attenzione. Valutate le
altezze raggiunte nei tempi antichi e l’attuale penosa condizione
dell’umanità. Che discesa abissale! La nostra situazione non è forse
come quella di un uomo che dalla vetta di un monte sia ruzzolato
giù in un baratro? Osservando e proteggendo la legge del
dharma, avevamo raggiunto il culmine della perfezione in ogni
campo: spirituale, materiale, scientifico, economico. Seguivamo
con grande venerazione i principi e le direttive stabiliti dalle sacre
scritture che esprimono i comandamenti di Dio stesso; di conseguenza,
eravamo uniti da amore reciproco, e la nostra cultura brillava
di suprema eccellenza.
Oggi ci troviamo, invece, in una situazione terribile, esattamente
opposta alla gloria del passato. Ovunque volgiamo lo sguardo,
vediamo gente sprofondata in condizioni morali e materiali assolutamente
infime. I doveri inerenti al dharma, prescritti dal Signore
nelle sacre scritture per salvare l’umanità proprio da questi mali,
sono stati abbandonati; contagiati da reciproca animosità e diffidenza,
sprigioniamo fiamme di violenza e crudeltà e compromettiamo
la pace del mondo. La violazione delle leggi stabilite da Dio
è il principale fattore, responsabile della scomparsa della pace duratura
nel mondo.
La trasgressione del dharma, il quale è solo un altro modo per indicare
gli ordini impartiti da Dio all’uomo, non è forse l’unica causa
di povertà, sconforto, disperazione, carenza di conoscenza spirituale
e d’impegno, che oggi sono così dilaganti nel mondo? È rincuorante
per tutti noi constatare che alcuni hanno scoperto, finalmente,
la ragione della crisi e si sforzano di vivificare il dharma,
che è il solo che possa portare prosperità e pace al mondo. Se distruggendo
una cosa si determina un danno a un’altra, l’unica
maniera per rinvigorire la seconda è ridare vita alla prima. Questo
principio non viene accettato e applicato universalmente? Abbiamo
notato che il declino del dharma ha causato l’annientamento
della pace mondiale, perciò se vogliamo riportare prosperità e pace
nel mondo, il nostro dovere primario non è forse di ripristinare
il dharma divino?
[2] Insegnanti! Almeno ora e senza altro indugio, è vostro dovere
risvegliarvi e sforzarvi di preservare e promuovere il dharma. Oggi
molti si adoperano in ogni modo per distruggere la legge morale
di Bhārat, attaccandola e strappandone le radici; se evitiamo di
opporci al loro tentativo, il dharma correrà il rischio di essere completamente
sradicato.
Alcuni che sono onorati come riformatori e innovatori, innamorati
della civiltà moderna, stanno cercando con mezzi accattivanti e
ingannevoli di contaminare la società stessa privandola del
dharma.
Per proteggere quel dharma, che è il sanātana dharma, siamo pronti
a sacrificare la ricchezza, l’onore e persino la vita. Sanātana vuol
dire ‘eterno’, che esiste e vale per tutti i tempi. Svegliatevi, siate
pronti, è giunto il momento in cui dovrete dimostrare il vostro indomito
valore ed eroismo!
Siete nati nella splendida terra di Bhārat; siete i valorosi e invincibili
discendenti di eroici guerrieri indù che furono onorevoli
esempi di coraggio, forza d’animo, valore e integrità morale. Siete
gli eredi dei nobili lignaggi di saggi veggenti quali Bhārgava,
Kauśika, Vāsiṣṭa, Bharadvāja e Kaśyapa, i quali fecero tremare di
paura i tre mondi con il loro potere spirituale e la loro maestà, ottenuti
grazie a severe austerità. Sarete indegni di tale grande discendenza
se rimarrete indifferenti, pigri e apatici come dei vili,
mentre il dharma, che per la nostra vita è essenziale come il respiro,
viene insidiato. Decidetevi a impegnarvi nel compito di promuovere
il bene del mondo, e siate certi che Bhagavān sarà il vostro
appoggio sicuro.
[3] Col passare del tempo, riforme e rinnovamenti hanno toccato
tutti i campi e, naturalmente, anche il sistema educativo. In passato,
i bambini venivano iniziati al sentiero spirituale all’età giusta, e
da quel momento i loro studi avvenivano sotto la guida del guru.
In seguito, sotto il governo degli occidentali, molti furono attratti a
studiare la loro lingua, onde raggiungere il secondo dei quattro
obiettivi dell’uomo, cioè il benessere economico; così furono trasformati
in sostenitori del sistema educativo occidentale.
In passato, gli insegnanti erano attenti che gli allievi, oltre a seguire
il programma didattico, avessero devozione per Dio; in tal
modo, gli studenti praticavano la disciplina spirituale, erano ferrati
nella conoscenza, e ogni loro atto era motivato dall’anelito per la
salvezza e la gioia spirituale.
I ragazzi e le ragazze venivano istruiti dai guru che avevano piena
conoscenza del Paese, della sua storia, delle tradizioni e dei principi
religiosi e culturali; oggi, poiché gli insegnanti stessi sono incresciosamente
ignoranti di cosa significhi cultura, in cosa consista
la spiritualità, e quale sia l’importanza della religione, agli allievi è
negata quella saggezza che è la sola che può donare pace e gioia.
Propagandare l’ateismo, dichiarare che i Veda non hanno validità
storica, insegnare che l’induismo è stato annientato: queste sono le
lezioni degli insegnanti che soffrono di mania per la cultura e la
civiltà occidentale; possiamo chiamare ‘educazione’ un simile
programma didattico? Possiamo chiamare ‘guru’ chi insegna queste
cose? Educazione significa diffondere la conoscenza del Potere
divino e della Realtà interiore dell’ātma. Solo così possiamo giustificare
chi afferma di essere ‘educato’.
Sprovvisti di ogni consapevolezza spirituale, gli studenti prendono
parte a disordini e tumulti, diventando così facili bersagli della
violenza della folla: cosa indegna delle persone ‘educate’. Nella
loro ignoranza, gli studenti scendono ai livelli più infimi e diventano
oggetto di scherno da parte degli osservatori; in tal modo
screditano le istituzioni scolastiche e le disonorano.
[4] Insegnanti! Nel nostro istituto, dobbiamo inculcare ai ragazzi
ideali elevati e realizzare nobili progetti. Ora vi comunicherò i
Miei sentimenti e programmi perché so che siete entusiasti, ispirati
da ideali spirituali, e degni dell’amore di Sai.
1. Il semplice insegnamento formale delle materie non innalzerà
gli studenti al livello che desideriamo. Una piantina non diventerà
un grande albero se ci limitiamo a metterla a dimora; occorre
aiutarla fornendole adeguata protezione, cura e attenzioni regolari.
2. Trasformare i semplici, innocenti studenti dei villaggi in cultori
della lingua inglese, carenti di virtù come l’umiltà, la fedeltà, la
cortesia e la fede, che sono essenziali per una vita felice, non
promuoverà il benessere degli studenti né del Paese. Con la
semplice acquisizione di un titolo accademico che assicuri loro
una professione, essi non potranno progredire in moralità, lealtà
o sincerità. È necessario concepire e adottare dei metodi adeguati
affinché essi siano di utilità ai loro genitori, sappiano servirli
con competenza e gioia, ottenendo così la loro benedizione.
3. Nel nostro istituto ci sono duecento studenti che provengono
dai villaggi circostanti. Dobbiamo radunarli in gruppi di venti o
trenta, e ogni insegnante deve assumersi la responsabilità di
guidare un gruppo; se c’è uno studente che è rimasto indietro in
qualche materia, deve incoraggiarlo dandogli delle lezioni di
sostegno in quella materia; l’insegnante deve verificare le condizioni
di ogni studente e mantenersi in contatto con i genitori;
deve aiutare i ragazzi a coltivare elevati ideali e a sviluppare
nobili programmi a cui dedicarsi.
4. Vanno prese misure opportune per porre fine alle cattive abitudini,
ai cattivi pensieri e alle chiacchiere maligne che dilagano in
questi piccoli villaggi. Solo così lo studente ‘rurale’ potrà mantenere
e sviluppare le sue virtù, altrimenti le buone qualità saranno
evidenti solo finché studia; ma appena tornerà al paese, il
comportamento, il modo di parlare, le abitudini dei compaesani
ritorneranno a essergli naturali. Pertanto, attraverso gli studenti
provenienti dai villaggi, dobbiamo istituire in quei paesi un
Centro Spirituale che contrasti l’espansione di fazioni e partiti,
e che non crei distinzioni tra gli abitanti, in base alla casta, al
credo o alla condizione familiare. Questo produrrà un grande
cambiamento nei metodi e nel messaggio dell’educazione.
5. Un giorno alla settimana o ogni quindici giorni, gli insegnanti
dovranno radunare gli studenti per educarli a praticare elevati
ideali di vita, e dovranno recarsi nei loro villaggi per svolgere
un programma di assistenza. Questo è più che mai opportuno!
Se voi curate i preparativi preliminari, Io verrò (tornerò a
Bṛndavan in febbraio), e nei mesi di febbraio e marzo potremo
andare in questi villaggi, uno dopo l’altro, per inaugurare i Centri
Spirituali. In tal modo li trasformeremo in paesi ideali; solo
così il valore dell’educazione potrà essere convalidato, sviluppato
e santificato.
6. Per realizzare ogni obiettivo, è necessario che gli insegnanti abbiano
idealismo ed entusiasmo; in tal modo gli studenti seguiranno
le loro direttive. Il nostro istituto sarà il pioniere che tradurrà
in pratica i nobili ideali; questo è essenziale non solo per
gli individui ma per tutta l’umanità.
7. Consultate gli studenti, gruppo per gruppo, e individuate chi
tra loro è interessato a istituire un Centro Spirituale nel proprio
villaggio; se faranno i dovuti preparativi, andrò Io stesso a
inaugurarli e a conferire alla gente del villaggio il necessario entusiasmo
e i mezzi adeguati. Cominceremo in questo modo, su
piccola scala; potremo così salvare i villaggi dall’influsso caotico
dei politici, rendendoli collaborativi e colmi di nobili ideali:
questo è il frutto della vera educazione.
8. Quando gli studenti dell’istituto vedranno che tali criteri-guida
vengono adottati in uno o due villaggi, si faranno avanti per
chiedere di includere nel progetto anche il loro paese. Oltre all’istruzione,
essi acquisiranno la virtù dell’umiltà, e con l’umiltà
potranno più facilmente conseguire la conoscenza spirituale.
Questo è un lavoro importantissimo e molto urgente. Oggi, per
mancanza di umiltà e di conoscenza spirituale, la gente svilisce
la propria umanità; nonostante sia ‘colta’, si comporta come
fanno i pazzi e i ciechi, perdendo la capacità di discriminare tra
il temporaneo e l’eterno. È già un progresso se gli uomini vivono
come uomini! Devono quindi stare attenti a non scendere al
livello dei demoni, a non contaminare la società e a non infliggere
‘terremoti’ al proprio Paese. Se non intraprendiamo simili
iniziative, non riusciremo a sconfiggere la paura e l’ansia che
sembrano inevitabili nel futuro dei nostri studenti.
9. Dovete riunirvi tutti e sentire interesse per la questione, ma non
obbligate chi non sia interessato; basta che ci siano cinque o sei
studenti che partecipino con amore e fede. Se sentono questo
desiderio e prenderanno parte al lavoro, la gioia sarà grande,
ma non deve esserci traccia di forzatura nell’organizzazione del
progetto; per svolgere questo programma, vi metterò a disposizione
un’automobile.
In questo santo giorno di saṅkrānti, ho espresso i pensieri che avevo
in mente da tanto tempo contando sul vostro entusiasmo. Desidero
quindi che compiate i passi necessari per realizzare questo
progetto.
Praśānti Nilayam, 14.01.1974