[1] Se un vaso non tiene e perde acqua, date la colpa al vasaio. Se un campo non produce un buon raccolto, attribuite la responsabilità al contadino che non è stato abbastanza accorto nella scelta delle sementi, nell’arare bene il terreno, nell’irrigare correttamente le piante secondo la loro crescita, nel combattere i parassiti, nel concimare al momento opportuno e nella giusta quantità, nel raccogliere la messe matura. Se il corpo è colpito dalla malattia, puntate il dito contro l’uomo a causa della sua alimentazione sbagliata, delle abitudini nocive, delle cattive compagnie, dei divertimenti dannosi, ecc. Se la mente è agitata o tormentata dalla tristezza e dall’ansia, biasimate l’uomo per aver ignorato i metodi che assicurano la pace e la serenità durature. A chiunque si preoccupi del corpo va posta la domanda: “Per quale motivo ti prendi cura di questo corpo? Che cosa speri di ottenere?” Il corpo è l’involucro, il fodero per la spada che è il Jīvi, l’Io che vi risiede ma con cui non ha alcuna relazione. Lo scopo del fodero [il corpo] è di scoprire l’Unità dell’Universo. Se dite: ‘Questo è l’uditorio’, voi vedete l’intero edificio come un’unità sebbene sia un insieme di numerosi pilastri, travature, lamiere, mattoni, calce, viti, dadi, pitture. Anche voi pensate di essere un’unità anche se siete un insieme di arti, organi di senso, mani, piedi, testa, muscoli, nervi, occhi, lingua, denti, ecc. Così anche l’Universo è Uno, sebbene possiate notare stelle e pianeti, rocce, alberi, uccelli e formiche.
In realtà, ogni cosa è Brahman:
Sarvam Brahmamayam – Tutto è colmo di Dio
Tutto è Sat-Cit-Ānanda, né più né meno. Realizzare questa grande Verità è il solo scopo dell’uomo.
[2] Con la spada [l’Io] in questo fodero dovete marciare verso la vittoria nella lotta contro i seguenti nemici: dolore-piacere, gioia-tristezza, biasimo-fama, guadagno-perdita, successo-sconfitta. Il campo di battaglia è il mondo, e bisogna uscirne vittoriosi per quanto lunga ed accanita sia la lotta. I Veda v’incoraggiano ad aprirvi alla consapevolezza di tale Unità. La ‘Madre Veda’ incita tutti i figli ad accogliere il loro retaggio di Infinità, che definisce Bhūma, illimitato; ed ancora esorta: “Figlio, tu sei quell’Infinità racchiusa temporaneamente in questa forma. Tat tvam asi, Tu sei Quello!” Ma ben pochi figli rispondono al Suo appello. Anche quando il Signore Nārāyana stesso viene e dichiara: “Figlio, tu sei Brahman, l’Infinità, l’Assoluto, l’Eterno” – pochi rispondono alla Sua chiamata. La vostra insolenza o ignoranza non può tuttavia sminuire l’autenticità della rivelazione vedica. Il poeta Vemana aveva descritto bene la questione: “Chi mangia il cane è il Guru, precettore; chi mangia il maiale è l’eccellente Yogi; chi mangia l’elefante è il più sapiente del gruppo, lo Jñāni, il Saggio.” Ovviamente Vemana intendeva dire che il cane rappresenta l’ira, il maiale simboleggia l’ego e l’elefante indica l’orgoglio e la passione incontrollata. Quando questi tre difetti saranno sradicati, la visione diverrà chiara abbastanza per vedere l’Infinità.
[3] Il termine ‘Veda’ significa ‘Quello che insegna’. Qual è l’insegnamento? I Veda insegnano la Verità Suprema. Il mondo oggettivo è un intrico di verità, ma la Verità somma è l’Ātma, il Sé. Oggi l’uomo è come un elefante selvaggio che vagabonda nella foresta della vita mangiando, lottando, girovagando guidato dalla sua capricciosa fantasia. Invece dovrebbe essere un leone, il re della foresta, che con potenti ruggiti proclama la sua gloria quale signore imbattibile ed intrepido. Pertanto, procedete nella consapevolezza del potere Atmico! Molti invece si comportano come fanno certi generi: finché la futura moglie non viene loro affidata sono come gattini, ma non appena la sposa arriva nelle loro mani si trasformano in tigri, anzi in ‘divoratori d’uomini’, sempre pronti a sfruttare il suocero! Analogamente, molti adorano Dio, lo pregano, partecipano a canti e riti finché i loro desideri non siano esauditi, ma appena sono soddisfatti, invertono rotta e fanno propaganda contro la fede in Dio. Abbandonare la disciplina spirituale è facile, mantenerla è un impegno; tuttavia non ha senso fare solo il primo gradino: salite sempre più in alto, dove l’aria è più pura. Ascendete finché vedrete valli e colline come un’unica pianura, dove le salite e le discese non contano più. Voi parlate come se aveste rinunciato ad ogni cosa ma, se perdete una penna, vi rivolgete alla stazione di polizia e sperate che ve la ritrovino! Sarete un vero eroe, un leone della foresta, solo quando non vi esalterete né vi abbatterete di fronte alla buona o alla cattiva sorte.
[4] Si afferma che Vinayaka sia figlio di due madri: Gaurī e Gangā. Tutti voi siete i figli prediletti di quattro madri: Satya, Dharma, Shānti e Prema (Verità, Rettitudine, Pace e Amore). Non ignoratele né schernitele con le vostre azioni, ma onoratele e mostrate loro gratitudine; e non comportatevi come se l’ingiustizia, l’indisciplina, la falsità e la cattiva condotta fossero invece le vostre madri! Espandete il cuore ed accogliete nella cerchia dei vostri familiari tutta l’umanità, persino gli uccelli, gli animali, i vermi, gli insetti, gli alberi e le piante. Nella preghiera vedica si supplica che il cuore dell’aspirante possa espandersi: ‘brhathe karomi – Io divento vasto’; ma il più vasto è il Brahman, il cui nome deriva dalla radice stessa ‘brh’, che significa ingrandire, espandere. Per sviluppare la concentrazione durante la meditazione, dovete ridurre i vostri bisogni e allontanare i desideri. Guardate ogni cosa come un testimone disinteressato, non lasciatevi coinvolgere per poi restare invischiati; se le catene si allentano, vi sentirete felici e leggeri. Quando cambiate casa, riempite carretti di scarpe vecchie e inutili, stuoie, scope e ogni genere di paccottiglia ingombrante che non osate gettare via, poiché vi siete talmente attaccati che questi oggetti hanno messo radici nei vostri affetti. Sradicateli completamente! Quando Rāvana rimase ucciso, la regina Mandodhari si avvicinò al suo corpo esanime domandandosi chi avesse inferto il colpo fatale. Come aveva potuto fare una fine così ignominiosa proprio lui che aveva la padronanza dei quattro Veda e dei sei Vedānta, e che aveva osservato rigorosamente i riti per propiziare gli Dèi? La regina era una donna arguta ed amorevole, quindi comprese subito la causa del fallimento del marito e gemendo disse: “Purtroppo avevi solo represso i tuoi desideri, ma non li avevi sradicati!” I bassi desideri di lussuria germogliano velocemente quando le tentazioni sono forti. Con l’arrivo della pioggia, la terra secca e gialla rinverdisce per i semi e le radici d’erba rimasti nel terreno che non sono stati strappati e distrutti.
[5] Molti vengono da Me e dichiarano di desiderare solo l’opportunità di servirmi ma, simultaneamente, pregano di arrivare ad assistere alle nozze della nipotina appena nata! Sradicare la pianta del desiderio è uno sforzo lungo e complesso. Kuchela fu mandato da sua moglie a trovare il Signore Krishna perché sperava di ricevere almeno i viveri per far fronte alle necessità di una settimana. Kuchela fu ricevuto con grande generosità, ma non riuscì a domandare nulla poiché pensava che il Signore stesso avrebbe provveduto; se invece non l’avesse fatto, avrebbe avuto delle buone ragioni.
[6] Bhagavantham ha parlato della sua visita in America e della conferenza con i devoti americani, ed ha riferito le domande che gli sono state poste su di Me. Per chiunque sarebbe impossibile comprendere o spiegare il significato e l’importanza di Swami; non c’è alcuna possibilità di accostarsi a questa Manifestazione dal livello da voi raggiunto: è un’Incarnazione che trascende ogni comprensione. Cercare di spiegare Me sarebbe inutile come per un analfabeta tentare di leggere un testo erudito, o come riversare l’oceano in un minuscolo corso d’acqua. Voi potete, al massimo, predisporvi a ricevere la beatitudine che Io elargisco e a beneficiarne. Anche voi avete il Principio Sai in voi stessi, ma la differenza sta nella potenza. Ci sono lampadine di potenza minima ed altre di grande potenza che diffondono moltissima luce. Indubbiamente la stessa corrente elettrica le attraversa tutte, ma quanto incomprensibile è il Supremo per la molecola! Ci sarà una piccola brace sulla punta del bastoncino d’incenso che bruciate nella stanza delle preghiere, ci sarà un po’ più di fuoco all’estremità della sigaretta, e un fuoco più grande sul fornello di cucina, ma anche l’incendio della foresta è un fuoco; tuttavia il bastoncino d’incenso si spegne se per caso urta la parete, mentre l’incendio della foresta con il suo immenso calore può ridurre in cenere anche l’albero più verde. Analogamente anche il Divino, nella Sua Incarnazione, è inesplicabile, incredibile, impenetrabile: è il fuoco dell’Amore più il fuoco dell’Illuminazione, il fuoco della Creazione cosmica come pure il fuoco della Distruzione cosmica.
[7] Nella Gītā, Krishna si è dichiarato contro l’adorazione delle forze inferiori:
Chi venera gli dèi raggiunge gli dèi,
chi venera gli antenati raggiunge gli antenati,
chi venera gli spiriti raggiunge gli spiriti,
chi adora Me viene a Me.
(B.G. 9.25)
E ancora:
Pensa sempre a Me, sii devoto a Me
Adorami ed offrimi il tuo omaggio.
Perfettamente assorto in Me, certamente verrai a Me.
(B.G. 9.34)
Non coltivate bassi desideri, non rivolgetevi a deità inferiori perché vi aiutino a soddisfarli. Anelate alla somma saggezza, alla beatitudine suprema, al potere più alto: l’Ātma. Non desiderate niente che sia meno del Supremo, pregate il Donatore Sovrano. Convincetevi che Sai Baba è nel vostro cuore, è il vostro Sé, incrollabile e pieno d’amore. Non date retta alle richieste di certi uomini egoisti e meschini che affermano che Io li ‘posseggo’ o che Io abbia bisogno di templi per i quali essi raccolgono donazioni. A Me serve un solo tempio: il vostro cuore! Non date un centesimo a chiunque chieda soldi, anche se vi dicono che li ho autorizzati, o anche se pensate che Io possa averlo richiesto. Questa follia di erigere templi ed abbatterli, costruirne dei nuovi e distruggerne dei vecchi, è solo una mania che va di moda per guadagnare denaro o notorietà, e quindi non va incoraggiata. Preservate la purezza del vostro cuore affinché Sai vi possa risiedere: questo è sufficiente!
Prashānti Nilayam, Dasara, 09.10.1970