[1] Il Bhāratīya Vidyā Bhavan, Associazione Culturale Indiana, s’impegna a diffondere la comprensione della Cultura Indiana e ad incoraggiare un sempre maggior numero di persone affinché metta in pratica le discipline raccomandate da tale tradizione. Le Verità su cui questa cultura si basa devono essere illustrate alla popolazione del Paese, come pure al numero sempre crescente di stranieri che desiderano beneficiare della saggezza raggiunta dai saggi dell’India dopo anni di ascetismo e ricerca. Quello che serve oggi è un gruppo di ricercatori spirituali sinceri che desiderino sperimentare la beatitudine promessa al termine del viaggio spirituale come pure lungo il percorso del pellegrinaggio, un gruppo di aspiranti che intendano verificare la validità di ciò che viene loro insegnato, avendo come termine di paragone la propria esperienza. In questo momento la sete di conoscere è molto intensa fra i giovani; quindi, dalla sorgente della Conoscenza deve scorrere un flusso continuo. Che cos’è Bhāratīya Vidyā – la Saggezza dell’India? Questo edificio o Bhavan è il corpo, ma lo Spirito al suo interno, per il quale esso è stato costruito e per cui deve essere sostenuto, è il Principio divulgato e praticato qui. Analogamente, anche l’India è l’edificio e Ātma Vidyā o Scienza della Realizzazione del Sé, del quale il mondo della dualità è solo un’apparenza, è lo Spirito interiore. Voi offrite al ricercatore la saggezza dell’India come fu rivelata ai saggi e come fu da loro esposta nei testi che custodiscono i loro pensieri e precetti. Inoltre, qui fornite l’atmosfera idonea, l’associazione con propositi spirituali o satsang, che nutre e protegge il germoglio della fede e della riverenza.
[2] L’amore è il seme, il coraggio è il bocciolo e la pace è il frutto che i saggi hanno coltivato nel giardino dei loro cuori. Essi faticarono duramente per identificarsi con la Verità, per non prendere il falso per vero, senza vantarsi di avere compiuto la missione per cui erano discesi sulla terra. Questi saggi conseguirono dei risultati così positivi che per secoli l’India fu la guida dell’umanità; ora invece il ‘precettore’ prende lezione dal più ottuso dei discepoli e solleva la testa con orgoglio se lo studente si congratula con lui! Il Bhāratīya Vidyā Bhavan e altre organizzazioni analoghe hanno ora la responsabilità, in questo contesto di crisi mondiale, di sostenere il valore dell’Ātma Vidyā, la Conoscenza del Sé, e di dimostrare con il precetto e l’esempio i benefici permanenti che essa può conferire sia ai singoli individui sia alla società. Nella zangola, rimescolate il latte delle sacre Scritture e i testi sullo Yoga e sulla religione ed estraetene il nutriente burro per donarlo al mondo. La regola migliore per vivere in uno stato inalterato di beatitudine è sviluppare una sincerità genuina, ovvero dire ciò che pensate e agire in sintonia con le vostre parole, ma fra mille che ne parlano e lo elogiano, forse solo uno mette in pratica nella vita quotidiana tale insegnamento. Tanti cavalli iniziano la corsa dalla linea di partenza, ma solo uno o due saranno proclamati vincitori!
[3] L’individuo è Arjuna, l’Universale che lo ispira è Krishna. Guidato dall’Universale, l’individuo si deve opporre alle attrazioni ed alle illusioni della Manifestazione, vale a dire a Māyā, l’illusione, ed a Prakriti, la creazione. La battaglia descritta nel poema epico è la lotta interiore fra il temporaneo e l’Eterno, il particolare e l’Universale, il sensoriale e il sovrasensibile, il visto e il Vedente. Il Sé è descritto come il bagliore di un fulmine che appare fra le nuvole blu, è un lampo (gītā in Telugu); scoprite quel lampo, e lo studio della Bhagavad Gītā avrà trovato il suo compimento!
[4] Oggi tutti desiderano una vita facile, un’esistenza tranquilla senza complicazioni, con sempre meno privazioni materiali; ma si può godere di una buona salute solo se si ha un corpo forte, un buon appetito, una fame sana e se si svolge un lavoro faticoso. Rendete i vostri pensieri più nobili ed impegnatevi in qualche duro lavoro. Più tempo passerete nell’ozio e più probabilità avrete di allontanarvi dal servizio, dalla disciplina spirituale e dalla ricerca della Verità interiore. Saturate ogni momento con opere costruttive e benefiche ed offritele a Dio, il Signore che dirige ogni attività in modo invisibile ma inevitabile! Dopo aver letto alcuni passi di un testo sacro o alcuni versi della Bhagavad Gītā, trascorrete un po’ di tempo a contemplarne il significato. In tal modo potrete apprezzarne l’importanza, gustarne pienamente lo spirito e beneficiarne in ampia misura. Un’asserzione come: Sarvabhūta Antarātma – Il Sé Interiore di tutti gli esseri ripagherà le lunghe ore di contemplazione. La contemplazione profonda confermerà che Dio è presente in ogni essere, uccello, animale ed albero; quando questa consapevolezza si sarà radicata in voi, non sarete più tentati di odiare, deridere o invidiare un altro essere della Creazione. Essenzialmente voi siete Lui e Lui è voi. Finché non avrete raggiunto questo stadio, sarete solo devoti parziali ed incompleti, con ancora un lungo tragitto da percorrere.
[5] Poiché Dio risiede in ogni cuore, la Voce interiore è il segnale dato dal Dharma per approvare o disapprovare una certa azione. Il Dharma che dovete seguire è indicato da quella Voce, ed è il vostro Svadharma. Il Testimone Interiore, che è il vero ‘Io’, illumina gli occhi, le orecchie, il gusto ed il tatto. Quando R.R. Diwakar afferma di non avere visto un particolare o udito un’asserzione fatta in sua presenza, significa che nonostante la cosa gli fosse passata davanti e la frase fosse stata pronunciata in sua presenza, egli era così assorto nei suoi problemi che la mente non era ‘collegata’ con quello che stava accadendo. Il corpo è la torcia che contiene la pila (mente); quando la lampadina (occhio) è accesa e l’interruttore (intelligenza) è attivato, l’oggetto è illuminato ed è quindi conosciuto. La pila viene caricata dal riflesso (energia) del Sé. Questa è la lezione che il Vidyā Bhavan deve diffondere e inculcare nella mente dei giovani di tutto il mondo. Questa mattina ho detto agli abitanti di Kalkunte che gli insegnanti hanno un’enorme responsabilità, poiché quello che insegnano agli studenti lo devono praticare loro stessi, altrimenti incoraggiano solo l’ipocrisia. In quel villaggio ho inaugurato una Scuola Superiore e ho raccontato loro la storia di Rāmakrishna, che si rifiutò di consigliare ad un bambino di non mangiare zucchero di canna finché egli stesso, dopo alcuni giorni di rigorosa rinuncia, non avesse smesso di mangiarlo con tanto piacere!
[6] Ogni operatore dell’Associazione deve diventare un’immagine perfetta delle virtù sostenute dall’antica Cultura Indiana: deve essere tollerante verso tutte le fedi, paziente nell’affrontare ogni circostanza, rispettoso verso gli anziani, deferente verso ciò che è sacro e storico, e così umile da dominare l’impulso ad ostentare e declamare la sua superiorità. È veramente ridicolo vedere individui che competono per la posizione ed il prestigio quando Dio soltanto è l’Entità degna di potere, posizione e prestigio. Quanto fugace è la condizione umana! Quanto fragili e inconsistenti sono i presupposti dell’autorità! Quanto sgradevoli sono i segni e i simboli del potere! In verità, l’ego tira dei brutti scherzi e induce l’uomo a comportarsi in modo ridicolo e spesso pericoloso! Munshi sta svolgendo un grande servizio per l’Associazione Bhāratīya Vidyā e fa in modo che la gente ne abbia rispetto e la conosca, inoltre induce i giovani a stimarla e a seguirla. Sono sicuro che domani, quando Rāmakrishna gli dirà della Mia visita qui, sarà sopraffatto dalla gioia. Desidero che tutti coloro che onorano l’Ātma Vidyā, la Conoscenza del Sé dei saggi indiani, diano a questa Associazione la loro piena collaborazione ed adesione.
Bhāratīya Vidyā Bhavan, Bangalore, 01.06.1970