[1] In occasione dell’anniversario d’argento dell’Istituto ‘Pinge’, sono felice di avere l’opportunità di mettere in risalto gli aspetti morali e spirituali dell’educazione, poiché Pinge ha dedicato la sua vita alla loro diffusione. Non c’è elogio che possa rendere onore agli sforzi da lui sostenuti quanto questa scuola stessa. Istituti simili hanno bisogno d’incoraggiamento e devono essere diffusi in tutto il Paese perché forniscono quello di cui c’è urgente necessità. Voi tutti proclamate che l’India è la Terra della comunione con il Divino, del sacrificio e dell’azione altruistica, per eccellenza. Raffiguratevi il Paese: la prima caratteristica che balza all’occhio è la catena Himalayana con le sue cime argentate che svettano nel cielo azzurro. Da queste vette nascono le pure e limpide acque del Gange, simbolo della cultura indiana. Il patrimonio culturale dell’India è la vera base del progresso umano: eleverà l’umanità e promuoverà la fratellanza, patrocinando la rettitudine e saturando ogni pensiero, parola e azione di umiltà e riverenza. Questa cultura rimarrà salda finché il fiume Gange scorrerà, e nessun tentativo di soffocarla o distruggerla avrà successo; potrà scomparire solo se il Gange andrà in secca! La storia e le tradizioni di Bhārat (India) sono tanto pure quanto il fiume Gange ed altrettanto sacre, santificanti, terapeutiche e preziose; le loro origini sono rinfrescanti, confortanti, pure come neve immacolata!
[2] Tuttavia, questo Paese è affetto da mali sociali, politici ed economici perché coloro che hanno la responsabilità di stabilire le linee-guida per il progresso dell’educazione non hanno insegnato ai ragazzi ed alle ragazze dell’India i principi della cultura indiana. Se l’uomo non viene educato a condurre una vita buona e pia, se gli vengono insegnati solo tecniche ed espedienti, questo farà di lui non solo un pericolo per sé, ma anche per gli altri. Attualmente c’è un’interminabile diatriba per stabilire che lingua debba essere utilizzata come mezzo d’istruzione; nessuno però sembra interessato alla lingua del cuore che si avvale del vocabolario dell’amore, del linguaggio dell’introspezione e del sacrificio di sé. Le scuole e le università sono impegnate ad imbottire la testa dei giovani di nozioni e fantasie; non li educano ad affrontare le vicende della vita, né a far emergere il meglio di sé per metterlo al servizio della comunità.
[3] L’abitudine alla preghiera inculcherà coraggio e fiducia e fornirà all’alunno una nuova fonte di energia; invece non si fa alcuno sforzo per iniziare gli studenti alla dolce esperienza della meditazione e dello Yoga o alla gioia d’indagare sulla propria realtà. Quando il corso di studi è terminato e lo studente si è sbarazzato di esami e d’interrogazioni, il giorno della convocazione dell’assemblea universitaria gli viene consegnata una laurea che in realtà è solo una ciotola per mendicare. Tenendo quella in mano, il giovane laureato passerà da un ufficio all’altro e a gran voce chiederà: “Datemi un lavoro! Datemi un lavoro!” L’istruzione d’oggi trasforma i giovani in mendicanti che cercano cibo di porta in porta; infatti non sanno camminare con le proprie gambe né guadagnarsi da vivere in modo autonomo, e non è certamente un’espressione tipica della cultura indiana. L’errore è degli insegnanti, dei governanti e dei loro consiglieri. Essi sono gli scultori che hanno l’incarico di scolpire i blocchi di pietra e di trasformarli in figure piacevoli che possano ispirare ed elevare la mente; ma costoro non intagliano né cesellano, lasciano il masso pietroso così com’è, anzi in nome della libertà, promuovono la licenziosità. Libertà implica varie limitazioni, perché solo la moderazione può elevare l’energia; infatti si afferma: ‘L’educazione deve promuovere l’umiltà e la disciplina.’
[4] Provate a chiedere a uno studente perché frequenta la scuola o l’università; raramente vi darà una risposta chiara! Le risposte generalmente sono: “Desidero leggere, studiare…”, ma se ciò è tutto quello che vuole, può farlo anche a casa sotto la guida di qualcuno. Perché mai questi giovani dovrebbero frequentare la scuola e l’università che sono lontane da casa e spendere tanti soldi? Essi frequentano la scuola o l’università per coltivare la disciplina, controllare le emozioni, canalizzare le passioni e apprendere una piccola frazione di quanto viene insegnato. Le scuole infondono negli studenti la collaborazione, le buone maniere, la cortesia, la compassione e il cameratismo; insegnano ad adattarsi alle limitazioni e a superare gli ostacoli con calma e riflessione.
[5] I voti che prendete agli esami non sono poi così importanti; attribuisco più valore ai giudizi che meritate: se siete giudicati buoni, cattivi o indifferenti, puliti, leali e indipendenti oppure perversi, vili e viziosi. I genitori si privano di molte cose per offrire ai loro figli una buona educazione ma se, in cambio, i figli causano loro ulteriori problemi dimostrando di essere dei buoni a nulla, di essere individui dal carattere spinoso tanto che nessun istituto si fida ad accoglierli, questa è davvero ingratitudine! Donate ai vostri genitori la pace e la gioia che si meritano per i servizi che vi hanno reso e per tutti i sacrifici a cui si sono sottoposti.
[6] Gli studenti non devono avere nessun rapporto con la politica, perché il contatto con la politica li rovina, sia a scuola sia all’università. La politica senza principi, l’educazione senza carattere, la scienza senza umanità, il commercio senza moralità non sono di alcuna utilità, anzi, sono sicuramente pericolosi. Si deve attribuire più valore al carattere che all’intelligenza. Adesso potreste pensare che un cattivo comportamento sia solo un’avventura, ma più avanti, se i vostri figli si comporteranno in quello stesso modo, vi renderete conto che è stato un grave errore prendere alla leggera un comportamento scorretto. Le attitudini di oggi sono le radici su cui si svilupperà il futuro; inoltre le conseguenze delle proprie azioni non possono essere evitate in nessun caso. Se ora donate gioia ai vostri genitori, i vostri figli saranno per voi fonte di felicità negli anni del declino. Nelle scuole si deve imparare a coltivare l’amore altruistico, senza timori o dubbi. Gli insegnanti devono condurre una vita che si fondi sulla retta condotta, sull’eccellenza morale e sulla disciplina spirituale. Gli studenti d’oggi saranno gli insegnanti di domani, perciò purificare l’atmosfera delle classi è essenziale, nell’interesse del futuro stesso. Gli insegnanti sono come i bacini idrici da cui, attraverso il processo educativo, gli studenti attingono l’acqua della vita; quindi devono fare ogni sforzo affinché il bacino non sia contaminato dall’odio o dall’orgoglio. Le scuole e le università non devono occuparsi soltanto del programma didattico: scrivere, leggere, l’aritmetica, non esauriscono il loro compito. Inculcare grandi ideali e sforzarsi di metterli in pratica sono compiti altrettanto importanti.
[7] In una scuola ci sono tanti professori; l’insegnante di storia insegnerà utilizzando un libro con delle mappe, l’insegnante di matematica farà i calcoli usando la lavagna, l’insegnante di scienze si avvarrà di un laboratorio, ma l’insegnante di educazione fisica dovrà mettersi davanti agli studenti, ben disposti in fila, e muoverà braccia e gambe, si fletterà e si solleverà in modo che anche i ragazzi imparino a fare quello stesso esercizio. Analogamente, anche voi dovete comportarvi bene ed essere d’esempio agli altri. Questo è il solo mezzo per assicurare al Paese un futuro glorioso. Attualmente in questo Paese sta prendendo piede un paradosso bizzarro, carico di conseguenze disastrose. Sebbene il mondo sia diventato un piccolo globo a causa dei veloci mezzi di comunicazione e di trasporto, gli uomini non hanno ancora imparato l’arte del vivere insieme come fratelli e sorelle, come figli di uno stesso Dio. Più gli uomini stanno vicini, più marcate appaiono le differenze fra loro! Così il piccolo mondo è ora oppresso da culture contrastanti, competizione fra le religioni e ambizioni ostili. La sofferenza di uno Stato si diffonde rapidamente a tutti gli altri Stati vicini e contagia il mondo intero, che è ormai diventato un grande campo di battaglia.
[8] Quando delle malattie infettive oltrepassano i confini e fanno morire gli uomini senza fare distinzioni, le autorità statali prendono immediati provvedimenti per combattere l’epidemia e inviano aiuti con urgenza nelle regioni colpite dalla calamità. Ma le infezioni di avidità e di odio non possono essere controllate così velocemente da nessun governo. Allora si pone la domanda: “Qual è il governo migliore?” La risposta è la seguente: “Il migliore è quello che ci aiuta a governare noi stessi.” Eleggete la vostra coscienza come ‘governatore’, non dipendete da un governante esterno! Coloro che diagnosticano i mali che affliggono il mondo suggeriscono vari rimedi per migliorare lo stato delle cose; ma nessuna analisi riesce a rivelarne la causa esatta. La ragione fondamentale di questo male è ‘la mancanza di fiducia nel Sé.’ Non si ha fede nel Sé come sorgente e fonte di beatitudine; così l’uomo permette alla sua mente di rincorrere i piaceri mondani, e il dolore ne è il risultato.
[9] La Bibbia proclama: “I ricercatori pii cercano Dio”, ma Annie Besant affermò: “Dio cerca il ricercatore pio!” Dio è alla ricerca di un cuore puro che aneli a raggiungerlo. L’uomo ha fatto del mondo un teatro, e la devozione per Dio è diventata una messa in scena istrionica. Ci sono persone che gemono nel profondo del cuore ma che poi se la ridono in pubblico. Ci sono invece alcuni che in cuore ridono, ma che davanti agli altri piangono copiosamente a causa del loro fato. I riti di culto sono più un’ostentazione, una commedia recitata con un occhio rivolto al denaro: non c’è sincerità! Ci sono alcuni che all’improvviso sbandierano qualche ‘ismo’, come fosse nuovo e rivoluzionario, per esempio il socialismo. Socialismo significa riconoscere l’uguaglianza di ogni individuo con tutti gli altri, infatti venne praticato in India molto tempo fa. Rāma, l’indiscusso monarca di un vasto impero, prestò attenzione alle maldicenze irrispettose che un lavandaio sconsiderato espresse durante una lite con la moglie; per questa ragione mandò la Sua regina in esilio, malgrado a quell’epoca fosse incinta, quella stessa regina per la quale aveva scatenato una guerra che aveva provocato un tremendo massacro! Nell’impero di Rāma si dava pari peso alle parole di ogni cittadino. ‘Lavoratori e contadini!’ – questo è lo slogan d’oggi, non è vero? Durante il periodo dell’Avatār Krishna, a queste due classi sociali furono attribuiti onori ed importanza nella misura a loro dovuta. Oggi la gente viene onorata anche se non coltiva i prodotti agricoli per consumarli, ma solo per venderli in moneta sonante! Tutti inseguono la valuta estera, perciò sono incoraggiati a produrre quello che il mercato richiede e non ciò di cui abbiamo bisogno, come ad esempio il latte ed i suoi derivati, che sono prodotti altamente nutritivi. Balarāma, il fratello maggiore di Krishna, aveva come arma l’aratro, ad indicare l’importanza dell’agricoltura che era considerata un’attività sacra.
[10] Dio appare in forma umana, promuove il pascolo dei bovini e l’agricoltura, in modo che il cibo possa rafforzare la testa e renderla intelligente e limpida per realizzare Dio. Il corpo deve essere nutrito per sostenere la testa, onde da raggiungere la Conoscenza Suprema ed ottenere la liberazione. Cibo-testa-Dio: questa è la sequenza corretta. Voi temete che realizzare Dio sia molto difficile, addirittura impossibile. Invece è molto semplice e questa semplicità v’induce a pensare che ci sia qualche trappola nascosta, perché voi non apprezzate abitudini e cose semplici. Per esempio, non c’è nulla di più facile che dire la verità; nonostante ciò, quanti di voi si attengono alla verità? Se cominciate ad avventurarvi nella menzogna, dovete inventarvi sempre nuove giustificazioni e tenere a mente tutte le storie e le persone a cui le avete raccontate. Tutto ciò è molto complicato e genera confusione. Studenti! Voi siete l’Incarnazione del Divino. Ci sono due aspetti della conoscenza (Vidyā) che dovete capire a fondo: Vijñāna – comprendere il mondo intorno a noi, la scienza, e Prajñāna – la Conoscenza superiore, l’arte di controllare i sentimenti interiori ed i molteplici livelli di coscienza.
[11] Benefattori e beneficiati! Voi siete nel campo educativo, quindi ascoltate: ogni studente porta al polso un orologio e lo guarda almeno un centinaio di volte al giorno. Quando guardate l’orologio ricordate le cinque lettere che compongono la parola ‘watch’. Ogni lettera v’impartisce una lezione essenziale per la vostra vita. La lettera ‘w’ vi ammonisce: ‘Osservate le vostre parole’ [words]; la ‘a’ vi mette in guardia dicendovi: ‘Osservate le vostre azioni’ [actions]; la ‘t’ vi esorta: ‘Controllate i vostri pensieri’ [thoughts]; la ‘c’ vi consiglia: ‘Fate attenzione al vostro carattere’ [character]; la lettera ‘h’ vi incita: ‘Osservate il vostro cuore’ [heart]. Perciò, quando guardate l’orologio, riflettete e assimilate la lezione che esso v’insegna.
[12] Il Dott. Gokak, che è il Vice-Rettore dell’Università di Bangalore, ci ha parlato dei quattro obiettivi fondamentali dell’educazione: conoscenza, competenza, equilibrio e intuizione. La conoscenza è acquisita da tutti attraverso i sensi come pure attraverso la deduzione ed altre categorie. La tensione può essere differente, ma ogni lampadina, in una certa misura, dà luce. Gokak ha detto che la conoscenza deve essere trasformata in competenza (Skill), ma di solito la ‘S’ di ‘Skill’ viene eliminata e la conoscenza è utilizzata solo per uccidere: ‘kill’. Pertanto la conoscenza viene ‘uccisa’ mentre è utilizzata per ‘uccidere’. Durante tale processo l’equilibrio è sconvolto e l’intuizione, ossia il quarto principio citato da Gokak, è trasformata in ‘percezione del mondo esterno!’ Invito gli studenti a riverire i loro genitori: questa è la verifica effettiva di una vita buona. Benedico Pinge in modo che i suoi corsi possano continuare per celebrare così l’anniversario d’oro e di diamante; in tal modo anch’Io potrò venire in tali occasioni e benedire lui e l’Istituto.
[13] Desidero che in questi corsi gli studenti non vengano preparati solo nel programma didattico prescritto per superare i vari esami, ma che imparino anche alcuni importanti Testi Sacri, in modo da non perdere un tesoro così prezioso. Vi suggerisco d’inserire la preghiera nell’orario delle lezioni, poiché attraverso la preghiera potrete attirare su di voi la grazia di Dio. Cantate i bhajan e fate anche delle processioni accompagnate dai canti devozionali; infatti il Signore ha affermato: “Ovunque sia cantata la Mia gloria, là m’insedierò.” I canti sacri ripuliscono l’atmosfera e santificano l’aria che respirate. Śrī Bharde ha parlato della Mia decisione di fondare un’università in questa città, ma prima che l’università sia istituita, devono esserci degli studenti degni di passare attraverso i suoi portali. Preparate quindi gli studenti, insegnate loro le verità spirituali e la disciplina che ne promuove la messa in pratica nella vita quotidiana. Ciò accelererà la fondazione dell’università che tanto desiderate.
Bombay, 13.05.1970