[1] Il diamante taglia il diamante. Una spina rimuove un’altra spina. Karma (azione) cura Karma. Il Karma, cui si attribuisce la causa di gioia-dolore, piacere-sofferenza, nascita-morte, libera anche dalle catene della dualità. Il Karma determina sia i legami sia la liberazione. Il sole sorge; tale atto induce i petali del fiore di loto ad aprirsi, ma fa chiudere quelli del fiore kumuda. Il sole tramonta; tale atto induce i buoni a correre a casa dalla famiglia, ma incita i cattivi ad uscire dai loro covi, per correre a far baldoria e rubare. La mano batte sul tamburello ed il suono prodotto è gradevole, ma batte su una tolla vuota ed il suono strazia le orecchie. Il Karma rovina; il Karma salva.
[2] Qual è la natura del Karma che salva? Aggrapparsi saldamente a Shivam (Dio), come fece il ragazzo Mârkandeya. In tal modo potete sfuggire alla morte ed ottenere la gioia eterna. Qual è il Karma che rovina? Attaccarsi a Shavam (corpo perituro), guadagnandosi interminabili tribolazioni nel fango e nel dolore. Cos’è Shavam? E’ l’illusione di essere il “corpo”; cosa significa Shivam? E’ la consapevolezza di essere il Residente, il Motore Interiore.
[3] In che modo potete restare aggrappati a Shivam? Fissando la vostra mente sul Nome del Signore, il Residente; ripetendo il Suo Nome, consapevoli della Gloria che Esso evoca. Il Nome contiene una forza incommensurabile. La Parola ha molto potere; infatti, anche le parole comuni che definiscono gli oggetti, posseggono un certo potere. Per esempio, quando udite pronunciare una parola indicante qualcosa di assai aspro, la lingua saliva. Se udite pronunciare una parola che denota qualcosa di molto disgustoso, vi viene la nausea. Se questi sono gli effetti delle parole comuni, cosa si può dire dell’enorme trasformazione che avviene, quando si pronuncia il dolce e confortante Nome dell’Onnipresente! Esso purifica, ripulisce, eleva, diffonde la sua fragranza nell’atmosfera, dona ispirazione.
[4] Il Nome deve fluire nella mente come una corrente ininterrotta. Nâmasmarana, la costante ripetizione del Nome, è uno Yoga (processo d’unione con Dio). Esso è uno strumento per calmare le agitazioni della mente e sottomettere le onde delle emozioni e dei sentimenti. Nâma, il Nome, deve essere sempre associato nel corso di smarana (il rammentare) con il Nominato. Non è semplicemente un suono; è un significato, simbolo di una Forma e di un Fatto. Tutti gli atti pertinenti al vivere, obbligatori o discrezionali, possono essere compiuti con la consapevolezza del Nome, quale base ispiratrice. La mente deve essere immersa in Dio e trasmutata nell’Essenza della Divinità.
[5] Quando i rami di un albero sfregano tra loro, si genera calore e nel cuore della foresta, se esso continua ad aumentare, si sviluppa un incendio. Se strofinate una pietra sull’altra si crea calore, ma l’operazione deve essere ininterrotta, perché le soste riducono la temperatura. Così la ripetizione del Nome nella mente deve essere incessante; allora il fuoco di Jñâna (Conoscenza della Realtà) brucerà tutte le debolezze e le illusioni.
[6] Indulal Shah vi ha parlato ora della Conferenza Mondiale delle Organizzazioni Sathya Sai, che si terrà a Bombay nel 1968. Queste Organizzazioni vennero fondate e operano in molti paesi, per diffondere Luce e Speranza fra le genti. Tutti i paesi mi sono ugualmente cari: l’Universo è il Corpo di Dio. Idee quali “il mio paese” denotano menti ristrette ed intelletti delimitati da confini. Ci sono migliaia di istituzioni che intendono diffondere la cultura indiana, preservarla e divulgarla nel mondo; esse sono, tuttavia, impegnate per lo più in campagne per la raccolta di fondi. Nelle Organizzazioni Sathya Sai il denaro non è il fattore predominante. Solo il vostro cuore serve, per Mia dimora e per la Mia gioia. Altri templi o altari non Mi piacciono. Purificate il cuore con Nâmasmarana; Io verrò e M’insedierò in esso.
(Prashânti Nilayam, 26 Novembre 1967.)