[1] L’uomo deve elevarsi oltre il livello animale e controllare la sua mente di scimmia: ecco lo scopo primario della disciplina spirituale. La tecnica, per raggiungere tale obiettivo, fu elaborata negli antichi testi Vedici ed applicata dai Saggi; trascurare lo studio e la pratica delle Upanishad e della Gîtâ fa inabissare l’individuo nell’attuale, rovinosa crisi. Dovete sforzarvi di far rivivere la nostra antica cultura, che era di gran beneficio e praticità ed era facilmente applicabile a tutti i problemi quotidiani.
[2] Ci sono molte particolarità a proposito della mente, che devono essere ricordate e molti concetti erronei, che devono essere ignorati. Che cosa facciamo effettivamente con la nostra mente? In quanti modi diversi veniamo danneggiati dalle attività mentali? Quali modificazioni e trasformazioni subisce la mente? L’uomo deve approfondire tutto ciò e liberarsi dal predominio mentale. Deve inoltre sforzarsi di stabilire il proprio controllo sulla mente; solo allora varrà la pena di vivere; in caso contrario, tutto sarà un gigantesco spreco.
[3] Afferrate Mâyâ, l’illusione ed in un istante le pretese della mente diverranno illusorie. Pochi conoscono il principio dell’Io, ma quando tale principio non è riconosciuto, com’è possibile rispondere alla domanda “Chi sono io?” Voi non siete il nome o l’etichetta applicata al corpo materiale. Non siete i corpi che i vostri genitori denominarono così. Il vostro autentico nome è diverso. Voi affermate – “questa è la mia gamba, la mia testa, il mio stomaco”. Chi è l’Io che possiede tali membra? Dovete scoprire chi veramente sia questo Io; rendetevi conto che l’Io non è il corpo. Quando ciò viene realizzato come fatto concreto, ne consegue che l’Io non è i sensi, né la mente. L’Io è il residente del corpo, la cui presenza conferisce validità e valore a tutto il complesso. Infatti, l’Io è il respiro vitale.
[4] Finché c’è respiro, non c’è morte. Finché c’è corrente, la lampadina dà luce. Se la corrente s’interrompe, la luce cessa. Voi date importanza all’accendersi ed allo spegnersi della luce della lampadina, ma non osservate che la corrente è sempre presente. Il contatto viene solo interrotto, ecco tutto. Il corpo è una lampadina; quando la corrente fluisce, gli organi interni sono attivati ed esso funziona efficientemente. Il respiro è la corrente; il respiro è l’Io.
[5] I Veda fanno riferimento a tre categorie: Diretta, Indiretta, Deduttiva, ma ce n’è anche una quarta: Shabda, il Suono, l’autenticità del Suono. Il respiro è inalato, trattenuto ed esalato come il Suono Soham, Soham, Soham, che significa: “Io sono Brahman, Io sono Brahman”. Pertanto voi non siete l’anima individuale, né il corpo; voi siete Brahman, l’Universale, Eterno, Immutabile. Sebbene la realtà del Brahman sia il vostro nucleo e la vostra sostanza, l’illusione da voi abbracciata d’essere quel particolare corpo con quello specifico nome, è ciò che si chiama Mâyâ, illusione materiale.
[6] Tutto ciò è effetto della mente, la quale non ha un’individualità particolare, né possiede abilità innate o intrinseche. Tutti i suoi poteri di malizia sono attivati e moltiplicati dall’uomo stesso; viene agitata dai venti dell’illusione che soffiano su di essa. Questo è un pezzo di stoffa, anche se, in effetti, si tratta di un complesso di fili. Alcuni fili vanno in una direzione, altri vanno in un’altra; in tal modo il tessuto è prodotto. Se estraiamo i fili uno ad uno, nulla rimarrà del tessuto. Così i desideri dell’uomo rappresentano la trama e l’ordito, che hanno tessuto quella cosa detta “mente”. Eliminate i desideri e la mente scomparirà, cesserà di esistere.
(Prashânti Nilayam, Ottobre 1967.)