Incarnazioni dell’Amore!
Dopo la morte del marito Satyavan, Savitri seguì Yama e lo implorò di riportarlo in vita. Abbracciando i piedi del Dio della morte, ella discusse con lui senza interruzione e, incurante delle grandi difficoltà che dovette affrontare, ottenne infine la grazia di Yama e salvò la vita del consorte.
La Verità è la vostra protezione più grande
Chandramati fu un’altra grande donna dell’India capace di estinguere il fuoco ruggente nella foresta con il potere della sua verità. Al fine di onorare la parola di suo marito, il Re Harishandra, ella sopportò molte prove e tribolazioni e costituì un esempio luminoso di donna ideale per il mondo intero. Cosa fece per sostenere la Verità? Quando il Saggio Visvamitra andò da Harishandra, il Re gli chiese “Oh Saggio riverito, che cosa posso fare per te? Io ti darò qualunque cosa tu chieda, anche la vita se la vorrai” al che Visvamitra disse: “Dammi il tuo regno”. Immediatamente Harishchandra gli cedette il trono, entrò nel palazzo e lo disse alla moglie Chandramati: “Ora questo palazzo non ci appartiene più, è di Visvamitra. Noi non abbiamo alcun diritto o proprietà qui”. Ella obbedì volentieri al comando del marito e disse: “Sono pronta a dare perfino la vita per onorare la promessa che hai fatto al Saggio”. Dopo aver accettato in dono il regno di Harishchandra, Visvamitra gli chiese anche quello del denaro (Dakshina). Avendogli dato tutto, il re non aveva più niente per cui lo pregò di concedergli un mese per pagare la somma e partì a mani vuote per Kashi con la moglie e il figlio Lohitasva; là li vendette ambedue a un Bramino. Il denaro non era però sufficiente per pagare tutta la somma al Saggio e, siccome questi continuava a chiederglene il saldo, non ebbe alternativa che vendere se stesso. La persona che lo comperò era il guardiano del luogo di cremazione che gli assegnò il compito di riscuotere la tassa da coloro che venivano a cremare i cadaveri. Il Bramino che comprò Chandramati e suo figlio li portò a casa e disse alla moglie: “Ho comprato una donna di servizio per te; puoi farle fare tutto il lavoro”. A Chandramati fu dato il compito di cucinare e pulire gli utensili. Ella non rivelò la sua identità. Un giorno, il padrone di casa mandò Lohitasva nella foresta con altri due ragazzi a prendere dell’erba usata nei riti (Darbha); mentre stava tagliando l’erba, il giovane fu morso da un serpente e i suoi compagni ne portarono a casa il cadavere. La madre fu sconvolta nel vedere il corpo morto del figlio; dopo che ebbe finito il lavoro domestico della giornata, le fu permesso di portarlo, di notte, al luogo di cremazione dove Harischandra lavorava come sorvegliante. Egli le chiese la tassa per la cremazione e, quando ella disse di non averne, insistette per il pagamento dicendo che nessuno poteva cremare un corpo senza pagare la tassa stabilita; per pagarla, le suggerì di vendere il Mangal Sutra che indossava. Chandramati esclamò “Il mio Mangal Sutra può essere visto soltanto da mio marito e da nessun altro” e subito capì che il guardiano del luogo di cremazione non era altri che Harischandra per cui gli chiese “Non sei tu Harischandra? Ti rendi conto che il nostro figlio amato è morto?” Il marito era affranto dal dolore ma, legato come era dal voto di verità, le ripetette di vendere il suo Mangal Sutra per pagare la tassa. Come disse queste parole, il Signore Siva apparse davanti a loro. Egli li lodò per essersi attenuti senza compromessi alla verità pur avendo dovuto sopportare sofferenze indicibili.
La Creazione emerge dalla Verità e in essa si fonde;
c’è un luogo nel cosmo in cui la Verità non esista?
Immaginate questa Verità pura e incontaminata.
Tutto scaturisce dalla Verità ed è la Verità che ci protegge. Il Signore Siva disse ad Harischandra “La tua verità ti ha protetto” dopodichè riportò in vita Lohitasva. A questo punto, arrivò anche Visvamitra che disse: “Io ho fatto tutto questo solamente per saggiare la tua aderenza alla verità. Io ti restituisco il tuo regno”. Dopo aver ottenuto la benedizione del Signore Siva, il Re tornò al suo regno con la moglie e il figlio; tutti i sudditi li aspettavano ansiosamente e gioirono del loro ritorno. Tutti furono contenti e apprezzarono l’episodio intero come un Lila (Gioco Divino) di Dio.
Un solo Principio Divino permea il mondo intero
L’uomo moderno va orgoglioso delle sue ricchezze e proprietà pensando di aver egli stesso guadagnato ogni cosa e che tutto gli appartenga ma dimentica che questo è stato possibile soltanto per Grazia di Dio. Dio non ha forma ed è al di là della nascita e della morte. Chi nasce deve anche morire ma Dio non ha nascita né morte; nello stesso modo, non ne ha la Trinità di Brahma, Visnu e Siva. Per Dio non c’è alcun andare e venire, Egli è onnipresente. Le persone ritengono Dio responsabile della loro felicità e del dolore ma Egli non è responsabile di nessuno dei due; se pensate altrimenti, è tutta vostra immaginazione. Se voi malmenate qualcuno oggi, sarete malmenati da qualcunaltro più tardi; se fate danno a qualcuno ora, sarete danneggiati anche voi. Quindi ognuno dovrà subire le conseguenze delle sue azioni. Qualunque cosa sperimentiate, non è altro che la reazione, il riflesso e la risonanza di ciò che avete fatto. Dio non c’entra niente; qualunque cosa fate vi torna indietro e quindi vedete il bene, fate il bene e sperimentate il bene. Dio non vi dà niente e non riceve niente da voi, non interferisce mai in niente.
Ognuno deve affrontare le conseguenze delle sue azioni, chiunque egli sia.
Nessuno può sapere che cosa il futuro gli riservi ma una cosa è sicura:
tutti devono raccogliere le conseguenze delle loro azioni.
Anche il potente Rama soffrì il dolore della separazione dalla moglie Sita e pianse come una persona comune,
anche i potenti Pandava dovettero andare in esilio e vivere nella foresta.
Le azioni cattive sono la causa di tutte le vostre pene; non comprendendo questa verità, la gente imputa a Dio la propria sofferenza. Pensare che Dio sia responsabile della vostra perdita o del guadagno, della felicità o del dolore, della nascita o della morte, è un errore grossolano: Dio è il testimone eterno, non incolpateLo di niente. Voi stessi siete responsabili della realizzazione dei vostri desideri o del contrario; ognuno deve ritenere se stesso responsabile di tutto ciò che sperimenta. Dio non è in qualche luogo lontano, non c’è bisogno che Lo andiate a cercare: voi stessi siete Dio. Le Upanishad dichiarano “Io sono Brahman (Aham Brahmasmi)”. Quando qualcuno chiede il vostro nome, voi dite “Io sono il Tal dei Tali” ma il nome che avete ve lo hanno dato i genitori alla nascita, non è il vostro nome vero; voi dovreste dire sempre “Io sono Brahman (Aham Brahmasmi), Quello tu sei (Tat tvam asi), Questo Se è Brahman (Ayam Atma Brahma). Voi non siete limitati ad alcun nome o luogo, lo stesso Principio Atmico che è presente in Chima e Brahma è in voi. L’Atma non ha forma né nascita o morte, è presente in tutti i periodi di tempo cioè nel passato, nel presente e futuro. Rammentate sempre a voi stessi che siete l’incarnazione dell’Atma, non siate preda dell’illusione “Egli è Dio (Deva), io sono l’individuo (jiva)”; tra Jiva e Deva non c’è differenza di alcun tipo, un solo Principio Divino permea il mondo intero.
Le relazioni temporali sono irreali
Tutte le relazioni fisiche del mondo sono allacciate da voi stessi. Quando vi sposate, dite “Questa è mia moglie, io sono suo marito” ma, in effetti, né lei è vostra moglie né voi siete suo marito; voi la considerate “moglie” a causa della vostra illusione. Se non esiste niente come moglie e marito, come può qualcuno essere chiamato loro figlio? “Lo stesso Atma alberga in tutti gli esseri (Ekatvam Sarva Bhutatma) ma voi considerate i milioni di esseri viventi diversi l’uno dall’altro. Quando mettete uno zero accanto al numero uno avete un dieci, se ci mettete un altro zero diventa cento e con tre zeri fa mille; continuando ad aggiungere zeri, il valore cresce ma uno rimane soltanto uno. Voi siete uno, quando vi sposate diventate due; dopo uno o due anni, avete un figlio o una figlia e allora dite “Io sono il marito, ella è mia moglie, loro sono mio figlio e mia figlia” ma tutte queste relazioni di marito, moglie, figlio e figlia sono solamente una illusione vostra; tutte queste relazioni fisiche le avete create voi. Voi potete vivere come marito e moglie per un periodo di tempo ma chi è il marito e chi è la moglie quando uno di due lascia il mondo? La base di tutte le relazioni sono i vostri desideri che vengono e vanno; quando i desideri non ci sono, non c’è neppure la relazione. Si dice “Quando i loro desideri sono soddisfatti, le persone non si guardano neppure in faccia”.
Voi leggete i testi sacri come la Bhagavad Gita, il Bhagavata e il Ramayana; mentre li leggete, eventi vari appaiono davanti all’occhio della vostra mente come scene diverse sullo schermo del cinema. In effetti, ciò che vedete al cinema non è altro che uno spettacolo di marionette; in realtà, nessuno degli attori muore e nessuno piange. Forse ora non potete capire questo. Quaranta anni addietro, l’attrice cinematografica Kanchana Mala venne da Me. Forse avete tutti udito il suo nome. Ella mi disse “Swami, non mi piace continuare a recitare nei film” e, quando gliene chiesi il perché, aggiunse “Swami, la vita sullo schermo è diversa da quella reale. Nel film, un attore può essere un re e un altro un servitore ma tra i due non c’è una relazione reale. Guardando questo spettacolo di marionette, alcuni piangono, altri ridono e altri ancora si rattristano; io non desidero esser parte di questa commedia di burattini”. Non è anche questo mondo una commedia di burattini? Tutte queste relazioni terrene sono irreali come le marionette sullo schermo. In questo mondo, tutti dicono “mio padre, mia madre, mia sorella, mio figlio, mio genero” e così via ma, in realtà, non ci sono relazioni simili, c’è soltanto un Principio Divino. L’Uno volle diventare i molti(Ekoham Bahusyam); voi pensate che Io sia seduto sulla sedia e voi siate seduti sul pavimento ma, in effetti, né Io sono seduto sulla sedia né voi siete seduti sul pavimento: tutti noi siamo nello stesso luogo. Voi pensate che Dio sia in un luogo più elevato e voi siate in uno più basso; questa è una sorta di commedia al livello fisico. Né Io sono separato da voi né voi siete differenti da Me, voi ed Io siamo uno, tutti noi siamo parte della stessa Forma Cosmica. Voi preparate molti dolci come il budino di grano, quello di mandorle e il gulab jamun; anche se li chiamate con nomi differenti, lo zucchero lo stesso in tutti. In egual modo, tutti sono incarnazioni dello stesso Principio Divino. Al livello terreno, voi potete considerare qualcuno vostro avversario e credere che vi odi; nonostante ciò, se gli offrite i vostri omaggi, anch’egli vi tratterà con rispetto. In verità, tra l’uno e l’altro non c’è nessuna differenza anche se, a livello fisico, potete considerare una persona diversa dall’altra. Quando cambierete il modo di vedere, comprenderete che tutti sono uno. La gente Mi chiede “Swami, come si può avere la concentrazione? Come si può vedere Dio?” ma Dio è lì dentro di voi, voi siete Dio.
Sviluppate la Visione Interiore
Voi non siete una persona ma tre: quella che pensate di essere, quella che gli altri pensano che siate e quella che siete veramente. Questi tre stati rappresentano i principi del dualismo, del non dualismo qualificato e del non dualismo (Dvaita, Visishtadvaita e Advaita). Non continuati a pensare che Dio sia separato da voi, dovete cambiare il vostro modo di sentire. Se dite “Questo è il mio corpo” dovreste chiedervi “Io chi sono?”; se dite “il mio corpo” significa che il corpo è separato da voi e, similmente, quando dite “la mia mente”, voi non siete la mente. Essi sono solamente i vostri strumenti e il principio dell’io è separato da tutto questo. Quando tirate un frego sul vostro piccolo io [in Inglese “I”, n.d.t.], formate il simbolo sacro della croce venerata dai Cristiani. Tutte le scritture come la Gita, la Bibbia, il Corano ecc. proclamano la stessa verità. La Verità è una ma i saggi vi si riferiscono con nomi vari (Ekam Sath Viprah Bahudha Vadanti); lo stesso Principio Atmico è presente in tutti e chi lo porta a manifestazione in se stesso raggiunge la Divinità. Se volete comprendere profondamente l’unità del genere umano, dovete riconoscere che l’Atma presente in voi è presente in tutti. Per vedere la Divinità in tutti, bisogna che riconosciate il vostro Principio di Divinità innato ma voi guardate fuori senza riconoscere la vostra Divinità intrinseca. Se guardate all’esterno, vedete solamente delle forme esteriori: chiudete gli occhi e guardate all’interno. Se volete vedere il vostro Principio Divino innato, dovete sviluppare la visione interiore: si vede soltanto l’oggetto che si mette a fuoco e, quando guardate dentro, vedete voi stessi. Alcuni dicono “Dio non esiste”; questo è un errore grosso, Dio esiste. Dov’è? Egli è il residente del vostro cuore (Hridayavasi) ma, siccome guardate all’esterno, non potete vederLo dentro di voi. Perché vi ha dato gli occhi? Ve li ha dati affinché guardiate tutto ciò che c’è all’esterno? Quando guardate tutto quello che c’è fuori, mancate di vedere il Principio Divino Inerente. Anche le orecchie dovrebbero udire soltanto la voce interiore.
Abbiate consapevolezza della vostra Divinità Innata
Come potete ottenere l’auto-realizzazione? Prima di tutto, dovete avere fiducia in voi stessi; soltanto allora potete essere soddisfatti di voi. La soddisfazione di sé porta al sacrificio di sé e solamente dopo raggiunto l’auto-sacrificio si ottiene l’auto-realizzazione; dopo, tutte le differenze tra “io” e “noi” non esistono più, tutto è in voi, niente è al di fuori. Se guardate il lato errato delle cose, vedrete tutto sbagliato; chiudete gli occhi e guardate voi stessi. Volgete lo sguardo all’interno e domandatevi “Chi sono io? Chi sono io?”; il processo respiratorio vi darà la risposta corretta. Per comprendere questa verità profondamente, bisogna che trascendiate la mente.
[Swami mostra il fazzoletto]
Che cos’è questo? Questa è una stoffa ma non è soltanto una stoffa, è un intreccio di fili e neppure solamente un intreccio di fili ma del cotone. Senza cotone, non si possono avere i fili e, senza questi, non si ha alcuna stoffa. Proprio come il cotone è la base della stoffa, il suono del Soham che emana dal processo respiratorio è la base di tutto. Questa è l’incarnazione del suono, la mobilità e l’immobilità, la luce, la parola (Sabda Brahmamayi, Characharamayi, Jyotirmayi, Vangmayi) e quindi, prima di tutto, osservate il processo respiratorio e ascoltate il suono del Soham, Soham (Quello io sono); “So” significa Dio (Tat) e “Ham” sta per io. In questo modo, il processo di respirazione vi rende consapevoli della vostra Divinità in ogni momento. Questo è l’esercizio spirituale più elevato ma voi non prestate attenzione a questo processo e venite distratti da qualunque cosa vediate all’esterno. Tutto è dentro di voi, la felicità, il dolore, il Paradiso, l’inferno o la liberazione. Dov’è Dio? Egli è in voi, voi siete Dio. Quando vi chiedo “Chi sei?”, voi rispondete “ Io sono Srinivas da Hyderabad”, “Io sono il tale da Hyderabad”. Dove è nato Srinivas? Egli non è nato con questo nome, glielo hanno dato i genitori. In modo simile, voi vi definite esseri umani; l’umano è simbolo di sacralità, quella è la vostra realtà. Invece di comprendere che siete divini [in inglese “divine”] affogate nel vino profondamente [in inglese “deep wine”. Lila di parole. N.d.t.]. Questa è tutta una vostra illusione. Quando una persona beve vino, si ubriaca; similmente, uno affogato nell’illusione non può conoscere la sua realtà. Qual è il significato della parola “umano”? Significa Divino. Che cosa connotano i valori umani? Essi designano le qualità Divine della verità, della rettitudine, della pace, dell’amore e della non violenza e danno un valore reale ad un essere umano. Ogni altra cosa in questo mondo è irreale. Quando vivete coerentemente questi valori, diventate Dio voi stessi. Essi scaturiscono da dentro di voi. Da dove viene l’amore? Viene da dentro di voi. Da dove viene la verità? Anch’essa viene dal vostro interno. Questi valori non si possono acquisire leggendo dei libri. Molti leggono dei libri; gli avvocati leggono libri voluminosi. Siano essi piccoli o grossi, la loro base è soltanto l’alfabeto. La conoscenza “libresca” viene da fuori ma i valori vengono da dentro di voi. Questi cinque valori sono come i cinque elementi, i cinque sensi e i cinque respiri vitali che sono presenti in voi. Le qualità malvagie come il desiderio, la rabbia, l’avidità, l’illusione, l’orgoglio e la gelosia (Kama, Krodha, Lobha, Moha, Mada e Matsarya) vengono da fuori. Potete esser capaci di scrivere dei gran libri ma potete descrivere a parole che cos’è la Verità e che cos’è la Pace? La gente dice “Io voglio la pace, io non ho pace” ma la pace è soltanto dentro di voi e in nessun altro luogo; se dirigete lo sguardo all’interno, potete sperimentarla. Voi siete l’incarnazione della Pace, della Verità, dell’Amore e del Sacrificio; questi sono i valori che dovete assorbire. Voi fate delle attività di servizio e dite che state facendo questo e quello: che cosa significa “servizio”? Conoscere se stessi è servizio vero; se conoscete voi stessi, quello è servizio a tutti. Voi pensate che qualcuno vi abbia dato un lavoro, qualcun altro vi abbia parlato, altri vi abbia insultato o percosso: è tutta un’illusione creata dalla vostra immaginazione. Voi non potete portare il Sé a manifestarsi in voi se non abbandonate l’immaginazione; quando la abbandonerete, avrete fiducia in voi stessi. Se indulgete nell’immaginazione superflua, non sarete mai capaci di comprendere la realtà del mondo che non è altro che un teatrino di marionette come ha detto Kachana Mala. In realtà, il mondo intero è soltanto reazione, riflesso e risonanza.
Mettete a fuoco la mente su Dio
Ecco un piccolo esempio:
Un mandriano soleva condurre al pascolo la mandria di bovini nella foresta di una regione collinosa. Mentre gli animali brucavano, egli si mise a cantare; subito sentì la propria eco e pensò che qualcuno lo stesse imitando per prenderlo in giro per cui gridò: “Chi è là? Perché ripeti il mio canto?” Di nuovo udì l’eco delle sue parole e ne fu molto irritato. Tornato a casa, raccontò l’accaduto a sua madre la quale calmò la sua paura dicendo: “Figlio caro, non aver paura; quello che hai sentito laggiù era soltanto l’eco della tua voce. Era proprio una risonanza di qualunque suono tu facessi, non c’era nessuno a imitare la tua voce”. Così il mandriano comprese la realtà. Nello stesso modo, le persone immaginano che gli altri si prendano gioco di loro e le facciano soffrire ma non è altro che un riflesso dei loro stessi sentimenti e pensieri; sono i vostri sentimenti e pensieri che vi tornano indietro. Se pensate al dolore, otterrete dolore e, se pensate alla rabbia, otterrete la rabbia. Voi stessi siete la fonte di tutte queste reazioni, riflessi e risonanze e nessun altro; voi siete responsabili della vostra afflizione o contentezza, non è colpa di altri.
[Qui Swami ha chiesto ad uno dei giovani di Hyderabad “Qual è il tuo nome?” e, quando questi ha detto di chiamarsi Ravi Kiran, Egli ha proseguito:]
Ravi Kiran è il nome che ti hanno dato i tuoi genitori; qual è il tuo nome vero? Il tuo nome vero è Atma. Poco per volta, dovete ridurre il peso delle vostre illusioni;
Meno bagaglio e più comodità rendono il viaggio un piacere
Cercate di comprendere che tutto è reazione, riflesso e risonanza; qualunque cosa diciate, vi torna indietro come risonanza e, similmente, le azioni tornano a voi come reazione. Qualunque cosa vediate, non è altro che il vostro riflesso. Quando guardate il sole, l’ombra è dietro di voi mentre, quando gli volgete le spalle, la stessa vi cade davanti; se il sole è al vostro zenit, avete l’ombra sotto i piedi. In modo simile, quando rivolgete la mente verso Dio, l’illusione di Maya è dietro di voi ma, se distogliete la mente da Lui, l’illusione di Maya vi rimane di fronte e voi ne siete vittime; l’avrete sotto i piedi e totalmente sottomessa quando la mente sarà focalizzata completamente su Dio; per questo, mettetela a fuoco sul Signore con concentrazione totale ed essa non oscillerà di qua e di là. Si diventa vittime dell’illusione quando la mente è instabile e oscillante. Che cosa significa “meditazione”? E’ semplicemente lo stare seduti a gambe incrociate con gli occhi chiusi? No, no, è sedere senza pensiero di alcun tipo. Osservate voi stessi: quella è meditazione vera. Se la mente continua però a passare da una scena a un’altra, quella non è meditazione, non si addice al genere umano, è piuttosto un segno di mente di scimmia. Molte persone cominciano la pratica della meditazione senza aver reso stabile la loro mente scimmia; esse non possono mai raggiungere lo stato di meditazione. Osservatevi, concentratevi sul Sé, osservate la mente e guardate il suo lavorare; sta pensando a qualcosa di buono o di cattivo? Trascendete la dualità del bene e del male e rendete stabile la mente. Molti si impegnano in pratiche spirituali come l’adorazione, i rituali e le penitenze; non importa quale pratica spirituale intraprendiate, la cosa più importante è che la mente sia stabile.
[Swami chiede a un altro giovane “Qual è il tuo nome?” e quegli risponde “Gollapudi Sai Prasad”]
Gollapudi è il cognome che ti è stato dato dalla famiglia ma tu non devi limitarti a questo nome. Quando ti presenti a qualcuno, puoi dire “Io sono il Tal dei Tali” ma nel profondo del cuore, devi pensare di essere al di là di questo nome e questa forma. Tutti voi Mi indicate come Sai Baba ma questo nome Me lo avete dato voi, Io non ho alcun nome particolare; con qualunque nome Mi chiamiate, Io rispondo. Nomi come Rama, Krishna, Govinda, Narayana li avete dati tutti voi. Voi vedete i ritratti fatti da artisti come Ravi Varma e dite “Questo è Rama, questo è Krishna e questo è Siva” ma Ravi ha mai visto Rama, Krishna o Siva? No, egli non ha visto nessuno di loro, ha dipinto le figure a sua immaginazione sulla base delle descrizioni di testi mitologici (Purana ) e ha rappresentato Rama con l’arco e la freccia, Krishna con una penna di pavone in testa e Siva con tre occhi. La gente legge i Purana senza capirne il significato interiore. Voi vedete il riflesso di qualunque cosa pensi la vostra mente.
[Uno dei ragazzi prega Swami di dare a tutti loro la forza di fare sempre più attività di servizio]
Bangaru! La forza non si dà né si toglie, è sempre in te.
[Un altro giovane dice: “Swami, noi possiamo compiere molti lavori buoni quando Tu sei con noi.]
Certamente, Io sono sempre con voi. Qualunque cosa Mi chiediate, Io dirò sempre “Si, si, si”.
Prasanthi Nilayam, 30 Gennaio 2010
Poornachandra Auditorium
Raduno dei giovani dell’Andhra Pradesh