Studenti, Incarnazioni dell’Amore!
Tutti voi volete che Swami dica almeno poche parole. Voi pensate: “Come sarebbe bello se Swami parlasse per pochi minuti!” Io, però, non voglio dir niente circa il sistema educativo attuale.
Le caste donne del passato di Bhârat
“Questa terra di Bhârat ha dato i natali a molte donne nobili come Sâvitrî,
che riportò in vita il marito defunto,
Chandramatî, che estinse un fuoco ruggente con il potere della verità,
Sîtâ, che dette prova della sua castità uscendo illesa dalle fiamme divampanti
e Damayantî che ridusse in cenere un cacciatore dalla mente malvagia
con il potere della sua castità.”
Dapprima, Chandramatî fu spaventata dal fuoco che bruciava la foresta. Con il marito e il figlio era circondata da fiamme divampanti e nessuno sapeva come ne fossero stati accerchiati così all’improvviso. In effetti, questo era un gioco divino. Quando Chandramatî usò finalmente il suo potere di verità e castità, il fuoco fu estinto in un istante. Non appena ella pregò, cominciò a piovere a dirotto: da una parte il fuoco furioso e dall’altra l’acquazzone. Infine, il fuoco fu spento completamente. Anche Sâvitrî era dotata di un grande potere di penitenza e castità; ella poté perfino impedire a Yama, Dio della Morte, di prendere la vita di suo marito. Discusse con Yama e Gli disse: “La vita della moglie dipende dal marito e quella del marito dipende dalla moglie. L’uno non può vivere senza l’altro, per cui, se vuoi prendere la vita di mio marito, prendi anche la mia, altrimenti salvalo. Noi non siamo separati l’uno dall’altra. Il mio dovere primario è di difendere la vita di mio marito.” Alla fine, il Signore Yama dovette resuscitare il marito di Sâvitrî. C’è un Paese o una regione a questo mondo in cui si possa trovare una donna come Sâvitrî che fu capace di riportare in vita suo marito? Tale potere divino è latente in ogni essere umano e l’uomo dovrebbe trarre questo potere da dentro se stesso per utilizzarlo non soltanto per sé, ma anche per gli altri. A quei tempi, la moglie considerava veramente il marito come la sua vita e viceversa, ma, sfortunatamente, oggi la situazione non è la stessa. Questa sacra terra di Bhârat è circondata dai sette mari. In questa terra, molte donne osservarono austerità severe come fecero Damayantî e Sâvitrî; erano tutte donne di grande castità, ma oggi non troviamo donne simili per castità.
Moglie e marito
Una donna casta (pativratâ) considera il marito (pati) come la sua vita vera e propria, e dipende interamente da lui, non sparla di lui, non ha neppure un piccolo difetto, non ha alcun desiderio egoistico e tutto ciò che fa mira al bene del marito. Ella non guarda alcun uomo eccetto il marito. Soltanto una donna simile può esser definita una pativratâ vera, ma le donne moderne non seguono i mariti né ascoltano ciò che dicono. Quando la moglie segue il marito ed egli la moglie, e ambedue vivono armoniosamente, tutta la nazione ottiene la pace e la prosperità. Il fatto che la nazione vada soggetta a una difficoltà dietro l’altra è dovuto ai contrasti tra marito e moglie e alla disgregazione della famiglia. I due coniugi dovrebbero comprendersi e adattarsi l’uno all’altra. Una donna casta, che ubbidisce strettamente ai comandi del marito, può fare qualunque cosa; se usa l’acqua di mare per preparargli il cibo, questa diverrà acqua dolce. Se la moglie ubbidisce ai comandi del marito ed egli ne soddisfa i desideri, il futuro della famiglia è salvo e sicuro; se essi si comportano al contrario, la famiglia andrà soggetta a grandi sofferenze. Oggi il marito e la moglie possono comportarsi in maniera decorosa quando sono in casa, ma, non appena varcano la soglia, indulgono in ogni sorta di malvagità. Se non c’è unità e armonia tra marito e moglie, effettuare pratiche spirituali, come la ripetizione del Nome, la meditazione ecc., non serve a niente. Quando la moglie segue il marito ed egli, a sua volta, la segue, nella famiglia c’è grande serenità. Sforzatevi di ottenere un’unità e un’armonia simili in famiglia e la vostra vita intera diverrà felice, pacifica e priva di qualunque preoccupazione. Tutte le vostre difficoltà sono create da voi, non sono date da Dio. Dio non è in un luogo distante; è immanente nell’uomo. Dovete avere una fede incrollabile in questa verità; di conseguenza ci sarà serenità non solo nell’individuo, ma anche nella società. Il cuore puro è il tempio di Dio; quindi fate nascere l’amore nel vostro cuore e otterrete tutto nella vita. Nella famiglia ci sarà pace e contentezza quando il marito e la moglie avranno gli stessi punti di vista. Una pativratâ è una che non pensa a niente e a nessuno oltre al marito; una donna che vive riponendo una simile incrollabile fede nel marito può ottenere qualunque cosa nella vita. Se i due percorrono strade differenti, non può esserci pace e felicità in famiglia. Voi non dovreste permettere che la mente oscilli di qua e di là; dovreste focalizzarla totalmente su Dio. La contemplazione di Dio è la base per ottenere unità e armonia nella famiglia; quando la moglie prega Dio, il marito diviene una persona buona. Le donne caste del passato, come Sîtâ e Damayantî, avevano una devozione unidirezionale verso i loro mariti. Sîtâ fu tenuta prigioniera a Lankâ per dieci mesi, ma non guardò neppure una volta un uomo in faccia. Ella trascorse il tempo in contemplazione di Râma seduta sotto un albero nella foresta di Ashoka senza uscirne mai. Essendo una donna di castità così grande, poté dare dimostrazione della sua purezza tramite la prova del fuoco (agni parîkshâ).
Dov’è Dio?
Dio è uno, non due; Egli è l’Abitante del vostro cuore. Se Lo contemplerete costantemente, diverrete Dio anche voi. Considerate chiunque incontriate come incarnazione della Divinità: questo è il principio della Divinità. Come potete diventare Dio se seguite invece i capricci della mente e andate in giro a caso? Perché dovreste guardare di qua e di là e indulgere in sciocchi pettegolezzi mentre andate al college? Focalizzate la mente sullo scopo per cui siete venuti, fate il vostro lavoro senza cercare contatti inutili, e badate alla vostra famiglia; in questo non c’è niente di sbagliato. Nessuno vi dice di smettere di compiere i vostri doveri relativi al mondo; vivete nel mondo e fate il dovere che vi spetta, ma abbiate sempre sentimenti divini. Molta gente va nei luoghi di pellegrinaggio come Badrinath, Amarnath, Kedarnath, Bhadrâchalam e Tirupati in cerca di Dio e pensa di poterLo trovare in luoghi simili. O uomo sciocco! Dio non è in qualche altro luogo: in effetti voi stessi siete Dio. Egli è presente in tutti. Dio è soltanto uno ed è presente dovunque Lo cerchiate; Egli è in voi, con voi, sopra di voi, sotto di voi. Dio è oltre la nascita e la morte, abita in ogni essere nella forma dell’Âtma ed è presente in tutti gli esseri umani dall’infanzia alla vecchiaia. Lo stesso Dio è presente in una formica, in una zanzara, in tutti gli uccelli e in tutti gli animali, per cui non andate a cercarLo qua e là mettendovi in difficoltà. Dovunque guardiate, Dio è là: Dio è in chiunque incontriate. Egli non ha una forma particolare; tutte le forme sono Sue. È per questo che i Veda dichiarano:
Sahasra shirshâ purushah sahasrâkshah sahasra pâd
“L’Essere Cosmico ha migliaia di teste, occhi e piedi.”
Lo scopo dell’istruzione è il carattere
Quando sedete a meditare, la mente va di qua e di là. Non dovreste permetterle di andare in giro: dovreste tenerla sempre ferma. Quando andate sulla spiaggia, sentite le onde che fanno il suono dell’Om! Se vi concentrate su quel suono, dimenticate tutto. Dato che siete tutti giovani, Io desidero mettere in rilievo questo punto: non create contrasti o differenze tra di voi; le controversie fanno nascere molti inconvenienti. Di questi tempi, certuni si sposano non una volta, non due volte, non tre, ma addirittura quattro volte; questo non è un buon modo di fare. Bisogna essere determinati. Anche se qualcuno vi fa arrabbiare, non azzuffatevi; comprendete che, litigando con gli altri, danneggiate in effetti voi stessi. Controllate i pensieri; questa è la caratteristica della persona veramente istruita. Ciò è definito “educare”. Assieme all’istruzione, dovete avere “educare”; quando avete “educare”, avete tutto: salute, felicità, pace e prosperità. Questo è ciò che voglio che comprendiate. Tutto diventa buono se purificate il cuore. Almeno da oggi in poi, prendete la strada giusta e, se qualcuno cerca di mettervi su quella sbagliata, non degnatelo di un briciolo d’attenzione. Anche se tale persona vi avvicina e cerca di parlarvi, non guardatela neppure in faccia; ignoratela semplicemente e andate via. Gli studenti devono vivere in unità in ogni campo, ma oggi anche l’unità è sparita mentre l’inimicizia è in aumento. Quando uno studente in classe prende dei buoni voti, gli altri ne sono gelosi; questo non dovrebbe accadere perché la gelosia fa nascere l’odio. Se la politica entra nelle istituzioni educative, ci saranno divisioni ulteriori. Gli studenti dovrebbero quindi vivere in unità e solidarietà. Dovete raggiungere l’unità. Nella gioventù di oggi non c’è unità, mentre i giovani dovrebbero, prima di tutto, farsi avanti per aiutarsi l’un l’altro. Lo scopo dell’istruzione è il carattere; se il carattere è buono, potete ottenere tutto nella vita. Si può pensare di aver vinto medaglie d’oro, di aver ottenuto gradi elevati e di essersi fatti un nome e guadagnata una fama, ma, se il carattere manca, questi attestati sono soltanto dei pezzi di carta. Proteggere il carattere è certamente essenziale per voi e solamente le persone con queste caratteristiche sono istruite veramente.
Unità tra gli esseri umani
Mentre Râvana trasportava Sîtâ a Lankâ, ella lasciò cadere un fagotto con tutti i suoi ornamenti che cadde su una montagna ove fu trovato da Sugrîva che lo mostrò a Râma e Lakshmana. Râma domandò al fratello di esaminare gli oggetti e identificare se appartenessero a Sîtâ, al che Lakshmana rispose: “Fratello! Non ho mai guardato Sîtâ in faccia e quindi non so se questi ornamenti le appartengano o meno. Posso riconoscere soltanto le cavigliere che le ho visto portare nell’offrire il mio reverenziale omaggio ai suoi piedi ogni giorno.” Sîtâ, Râma e Lakshmana vissero insieme nella foresta per almeno quattordici anni, ma neppure una volta Lakshmana guardò Sîtâ in volto; che persona dal cuore puro era Lakshmana! Ogni volta che doveva parlare a Sîtâ, egli teneva la testa china. Essendo una persona così nobile, poté godere della ricchezza della vicinanza di Râma. Quando Lakshmana cadde svenuto sul campo di battaglia, Râma disse: “Se cerco, posso trovare una moglie come Sîtâ, ma non un fratello come Lakshmana. Posso sopportare di separarmi da Sîtâ, ma non da lui.” Così forte era il legame d’amore tra Râma e Lakshmana! Anche gli studenti dovrebbero creare un’unità simile considerando tutti come fratelli e sorelle; tutti sono esseri umani, tutti sono figli di Dio, per cui voi dovete vivere in unità senza dare spazio ad alcuna differenza. Questo è oggi il Mio Messaggio per voi.
Prashânti Nilayam, 22 novembre 2010,
Sai Kulwant Hall
28a Convocazione dell’Università Shrî Sathya Sai
(da: www.sathyasai.org)