Cari studenti!
Non è Mia intenzione parlare a lungo dell’educazione attuale. In realtà l’educazione ha un solo intento e una sola meta: la Verità. Qualunque cosa si apprenda, al di fuori della Verità, non può essere interpretata come vera educazione, ma soltanto come educazione profana. Oggi nel mondo ci sono molte persone “istruite”, ma qual è il loro impegno? Al giorno d’oggi Io non trovo gente istruita che si impegni nel servizio alla società; ciononostante, le istituzioni educative del mondo licenziano sempre più persone “istruite” di questo tipo. L’educazione che questa gente acquisisce è solamente profana, non spirituale.
Come deve essere l’educazione?
In realtà, l’educazione spirituale è la sola vera educazione che farà riconoscere l’esistenza di Dio. L’educazione profana permette di garantirsi un impiego e quindi di guadagnarsi da vivere; essa serve al sostentamento della persona in questione e della sua famiglia. Come viene comunemente detto: “Il fine dell’educazione è il carattere.” Se manca il carattere, tutte le altre proprietà sono inutili. Sfortunatamente, oggi, la formazione del carattere è stata messa in coda: è l’ultima delle priorità. A che serve perseguire un’educazione che non conferisce carattere alla persona? L’educazione moderna può aiutare a ottenere il controllo di uomini e cose, ma fallisce completamente nell’elevazione di se stessi. Tra i propri sentimenti interiori e le azioni esteriori deve esserci unità; l’armonia tra pensiero, parola e azione è della massima importanza. L’educazione dovrebbe mettere in condizione di coltivare le buone qualità, il carattere e la devozione.
Quando c’è unità tra pensiero, parola e azione, si può acquisire la purezza e realizzare la Divinità. L ‘educazione moderna è totalmente centrata sull’ego; dovunque guardiate, l’egoismo è dilagante. Contrariamente a essa, la vera educazione insegna l’altruismo; la gente che persegue questo tipo di educazione abbandona i propri interessi egoistici e lavora per l’interesse più generale della società. Si dice:
Paropakârah punyâya pâpâya parapîdanam
“Si ottiene del merito servendo gli altri
e si commette un’azione peccaminosa nuocendo loro.”
In ogni essere umano e in ogni essere vivente
Dovunque guardiate, oggi le persone considerano se la particolare attività che intendono intraprendere le farà guadagnare o meno; in ogni luogo troverete che emergono soltanto gli interessi egoistici. La gente tende a dimenticare che il vero sé è il proprio Âtma (il Sé), il quale è lo stesso Sé presente in ogni individuo ed è Chaitanya Shakti (il Potere della Consapevolezza universale). Chaitanya Shakti è presente in ogni essere umano o, meglio, in ogni essere vivente. È per questo che si dice:
Îshvara sarva bhûtânâm
“Dio è il Residente interiore di tutti gli esseri.”
Quindi, bisogna abbandonare gli interessi personali e sforzarsi di realizzare l’ Âtma Tattva (il Principio Atmico) che è presente in tutti gli esseri viventi. L’educazione moderna è intrisa di puro egoismo. È soltanto quando si va al di là del proprio interesse personale che si può acquisire vera educazione e purezza di cuore; è quindi necessario trascenderlo e aiutare gli altri con spirito di sacrificio. Soltanto allora, e non tramite la mera istruzione, si può diventare veri esseri umani ed esser definiti tali. Gli uccelli, le bestie e gli animali non possono realizzare questo sacro Âtma Tattva e manifestare altruismo; solo un essere umano può farlo per mezzo della sâdhanâ (la pratica spirituale). Un essere umano può acquisire valore solo sviluppando un buon carattere, per cui bisogna sforzarsi di formare e proteggere il proprio carattere ricercando la vera educazione.
Il ribaltamento dei valori nella società moderna
L’educazione non è fatta per guadagnare una busta paga rigonfia; dopo tutto, che cosa può fare il denaro? In che modo può aiutarci? Forse può aiutarci ad acquisire nome e fama e a costruire sontuosi palazzi provvisti delle comodità moderne, ma, privati del carattere, che ne facciamo di tutte queste comodità? Sfortunatamente oggi il mondo rispetta soltanto gente simile. A Mio modo di vedere, una persona senza carattere non è idonea a esser chiamata “essere umano”; è soltanto un animale. Anche un animale è migliore di un simile essere umano, perché ha una stagione e una ragione, mentre l’uomo non ha né l’una ne l’altra! Dovunque guardiate, oggi trovate soltanto egoismo. Al giorno d’oggi, solo le persone di questo tipo sono considerate dei “gentlemen” nella società. Tornando al punto ancora una volta, il carattere è l’aspetto più importante di un essere umano. La Verità e la Rettitudine sono le basi del carattere. Come si suol dire:
Satyannâsti paro dharmah
Non c’è Dharma più grande dell’aderenza alla Verità.
La dimora della Rettitudine poggia sulle fondamenta della Verità. Se crolla proprio il fondamento della Verità, non può esserci Rettitudine, per cui la Verità e la Rettitudine sono le due membra più importanti dell’essere umano. Quando la Verità e la Rettitudine vanno insieme, l’Amore si manifesta.
In mancanza di Verità, Rettitudine, Amore e Pace,
il valore di tutta la vostra educazione è zero;
in mancanza di Verità, Rettitudine, Amore e Pace,
la santità di tutti i vostri atti di carità è zero;
in mancanza di Verità, Rettitudine, Amore e Pace,
l’utilità delle posizioni di potere occupate è zero;
in mancanza di Verità, Rettitudine, Amore e Pace,
il risultato di tutte le vostre buone azioni è zero.
Queste quattro qualità sono le quattro mura portanti
che sostengono la dimora del Sanâtana Dharma (la Legge Eterna)\\. Che cos’altro posso ancora spiegare, o uomini dalle nobili qualità?
Il paradosso del mondo odierno
Senza Verità, Rettitudine e Amore, non può esserci Pace. Spesso incontrate persone che si lamentano: “Io ho tutto nella vita, ma non ho la pace della mente.” Una persona senza pace mentale deve affrontare difficoltà di ogni tipo. Se soltanto uno ha la pace della mente può essere felice nel mondo e non avere difficoltà di alcun genere! Una persona simile è una grande anima. Analizziamo ora il vero significato della parola “mânava” (essere umano): essa indica uno che non ha attaccamento al mondo. Solo una persona di questo tipo può esser chiamata un vero essere umano. Sposare qualcuno, avere figli e costruire una famiglia sono da considerare tutti attaccamenti; l’uomo perde la pace a causa degli attaccamenti. Oggi si presenta una situazione paradossale: l’uomo ha tutto, buon cibo, vita confortevole ecc., ma non ha pace mentale. Perché? Perché ha sviluppato attaccamento agli oggetti di piacere. La pace è qualcosa che non si può comprare al mercato; essa dipende dal proprio atteggiamento verso la vita e il modo di vivere. Quindi bisogna sviluppare ekâtma bhâva (il sentimento di unità); se questo viene sviluppato, la persona può andare liberamente in giro per il mondo senza attaccamento a qualsiasi particolare individuo od oggetto. Quando l’uomo perde la sua libertà, diventa schiavo del mondo oggettivo, sviluppa desideri, concupiscenza ecc. e, dove c’è concupiscenza, l’amore non può esistere.
L’esempio della rosa
La rosa, che è un simbolo d’amore, insegna molte buone cose; è un esempio di bellezza che parla silenziosamente nel linguaggio dei profumi ed è circondata di spine. In questo esempio, la rosa è paragonabile all’amore e le spine alla concupiscenza. L’uomo deve esser capace di cogliere il fiore dell’amore senza lasciarsi pungere dalle spine della concupiscenza. Solo quando l’uomo sviluppa amore puro, non contaminato dal desiderio e dalla concupiscenza, può esser definito un vero essere umano.
Esempi di grandi anime
Âdi Shankara, il più grande esponente della filosofia Advaita, andò una volta a fare un viaggio nell’India del Nord allo scopo di vincere una disputa con degli studiosi. Durante il viaggio, incontrò un grande studioso di nome Mandana Mishra; questi aveva una moglie, Ubhaya Bhârati, che era parimenti versata nelle Scritture oltre a essere un’anima realizzata. Fu scelta come arbitro e giudice per decretare chi, fra Shankarâchârya e Mandana Mishra, fosse il vincitore della disputa. Era una donna veritiera, adatta a essere giudice. In quanto a verità e obiettività, i giudici dei tempi moderni non sono paragonabili a Ubhaya Bhârati. Ella credette sempre nell’aforisma “la Verità è Dio” ed era quindi perfettamente adatta al compito. La diatriba tra Shankarâchârya e Mandana Mishra cominciò alla sua presenza; ella seguiva argomentazioni e controargomentazioni con totale attenzione. Infine Shankarâchârya sconfisse lo studioso e fu da lei dichiarato vincitore. In ossequio alle condizioni poste per la disputa, Mandana Mishra dovette farsi sannyâsin (rinunciante) e Ubhaya Bhârati, come moglie rispettosa, fece lo stesso. Qui può nascere la questione su che cosa effettivamente significhi farsi sannyâsin: vuol dire abbandonare tutti i desideri. Fintantoché uno alimenta dei desideri sarà soltanto un samsârin (capofamiglia), intratterrà relazioni mondane, desidererà primariamente avere un figlio e in seguito una nuora, dei nipoti ecc. Ubhaya Bhârati non desiderava impigliarsi nella rete di simili relazioni mondane, per cui scelse la rinuncia. Un giorno, mentre stava andando verso il Gange con i suoi discepoli per fare un bagno sacro, vide un sannyâsin che si riposava al lato della strada con una zucca vuota sotto la testa; egli la usava come recipiente per l’acqua da bere e quindi la teneva al sicuro. Ubhaya Bhârati vide l’attaccamento del sannyâsin alla zucca e commentò rivolgendosi ai suoi discepoli: “Guardate! Quest’uomo si definisce un sannyâsin , ma è attaccato a una zucca che tiene al sicuro sotto la testa come un cuscino.” Il sannyâsin udì il commento, ma non proferì parola. Mentre ella e i suoi discepoli tornavano dal fiume, l’uomo gettò via la zucca di fronte a loro per dimostrare che non era attaccato all’oggetto. Osservando il gesto, Ubhaya Bhârati rimarcò appropriatamente: “Pensavo che in lui ci fosse solo un difetto, abhimâna (l’attaccamento), ma ora vedo che ne ha anche un altro: ahamkâra (l’ego). Come può qualcuno con abhimâna e ahamkâra diventare uno jñânin e un sannyâsin?” Il suo commento aprì gli occhi al sannyâsin che subito si prostrò ai suoi piedi e la pregò di insegnargli la vera conoscenza.
Le persone oggi fanno finta di aver rinunciato a tutto. Di fatto, sono loro che bramano i possedimenti materiali.
Le varie influenze sul comportamento umano
Cari studenti!
Voi siete tutti impegnati nel conseguire l’educazione, per cui ora dovete avere un solo desiderio: brahmacharya (il celibato). Quando venite qui a iscrivervi allo Shrî Sathya Sai Institute of Higher Learning, pregate dicendo: “Swami! Noi non vogliamo niente; non abbiamo desideri come il matrimonio, la famiglia, la casa ecc. Ti preghiamo di condurci sulla via della liberazione”, ma, appena lasciate il portale dell’Istituto, innumerevoli desideri vi attorniano come uno sciame d’api.
Il comportamento dell’uomo è influenzato da sthânabala (il potere del luogo), bhujabala (il potere del corpo fisico) e dhanabala (il potere della ricchezza). Nel Râmâyana, per esempio, quando Râma e Lakshmana stavano andando in cerca di Sîtâ, quest’ultimo si sentì improvvisamente stanco e disse al Fratello di essere esausto e di averne abbastanza di cercare Sîtâ e di voler tornare ad Ayodhyâ prima possibile per avere una vita più confortevole. Râma gli sorrise e disse: “Andiamo avanti; ti spiegherò tutto più tardi.” Come fece Lakshmana, che aveva prima dichiarato che Râma era tutto per lui e non voleva viverGli lontano neanche un momento, a sviluppare improvvisamente questo atteggiamento? Come sorse all’improvviso in lui questo interesse per le comodità fisiche? Dopo aver camminato per un po’, essi sedettero sotto un albero e Lakshmana sentì le fitte del pentimento per il suo comportamento irriguardoso. Egli comprese il suo errore, abbracciò i piedi di Râma e disse: “Râma! Perdonami per quanto ho detto; non riesco a capire come queste qualità demoniache e questi cattivi pensieri siano entrati dentro di me. Quale può esserne la ragione?” Râma rifletté per un po’ sull’argomento e spiegò: “Lakshmana! La zona che abbiamo appena attraversato era il covo di Shûrpanakhâ; ella soleva riposare sotto quell’albero, per cui il posto è inquinato da tutte le sue qualità demoniache. Le vibrazioni di quelle qualità negative hanno fatto sorgere in te dei cattivi pensieri; appena ti sei allontanato da quel luogo, sei di nuovo tornato te stesso e la tua intima buona natura si è riaffermata.” Quindi, anche la connessione con un posto particolare ha il suo effetto sul comportamento. È per questo che è chiamato sthânabala (il potere del luogo).
Potenza delle buone compagnie
La gente spesso desidera e prega per avere un figlio; ma per quale tipo di figlio prega? Per uno che emuli le nobili qualità dei genitori. Sfortunatamente, però, oggi non si trovano qualità nobili in nessun luogo. I giovani vanno spesso in giro con cattive compagnie e coltivano cattive tendenze; questo non è corretto. Essi dovrebbero sempre fare amicizia con persone buone e imitare le loro caratteristiche. La grande epica Râmâyana abbonda di esempi di come frequentare persone buone porti allo sviluppo di nobili qualità. Âdi Shankara, nel suo famoso canto Bhaja Govindam, descrisse molto pittorescamente come il satsanga (stare in compagnia delle persone buone) conduca, alla fine, alla Liberazione:
Satsangatve nissangatvam nissangatve nirmohatvam
nirmohatve nishchalatattvam nishchalatattve jîvanmuktih
“L’essere compagni dei santi stimola il non attaccamento.
Con il non attaccamento ci si libera dell’illusione;
senza l’illusione, si scopre la Realtà costante
e quando si è stabiliti nella Realtà costante
si consegue la Liberazione in vita.”
Oggi la gente frequenta cattive compagnie e alla fine si rovina. Questo è l’effetto del Kali Yuga, spesso definito Kalaha Yuga (l’era della discordia). Per natura, l’uomo è divino, ma diventa malvagio per colpa di dussanga (le cattive compagnie). Questa è la ragione per cui, nei tempi antichi, i saggi e i profeti si sforzarono costantemente di coltivare le nobili qualità tramite il satsanga. Oggi si trova dappertutto della letteratura che non vale niente; dovunque guardiate troverete persone, specialmente i giovani, che leggono pessimi libri che inquinano la loro mente. Avrete sicuramente visto i giovani andare in biblioteca, invariabilmente di domenica o durante le vacanze, a cercare libri nocivi e leggerli con grande interesse. Quei libri dannosi sono molto eccitanti per le giovani menti; così i giovani si rovinano per colpa delle cattive compagnie. Nessuna forza al mondo può cambiare questi ragazzi, neanche Dio. A meno che uno non faccia introspezione circa il proprio comportamento e si sforzi di trasformarlo, continuerà a frequentare cattive compagnie. Il carattere e la condotta sono estremamente importanti; se vi si fa attenzione, si può esser sicuri di procedere sulla giusta strada. Ottenere elevati gradi accademici, mirando a guadagnare un salario e una posizione elevati, non serve a niente. Quanto dureranno? D’altro canto, è possibile che essi possano causare delle difficoltà.
Quando la durezza è necessaria
Attenendosi al detto Yad bhavam tad bhavati, “Com’è il sentimento, così è il risultato”, bisogna coltivare pensieri e sentimenti nobili e leggere buoni libri che portino una trasformazione del cuore ed elevino l’anima. Si trovano spesso dei giovani che vanno in biblioteca e studiano attentamente. Che tipo di libri studiano? Essi leggono libri sconvenienti, camuffati da una bella copertina; se la togliete e aprite il libro, (noterete che) tutto è spazzatura e foto sconvenienti. Con questi studenti bisogna essere molto duri. Non si può dare nessuno per scontato; essi parlano dolcemente come se fossero assolutamente ingenui, ma, di nascosto, intraprendono attività malvagie. Diversamente dagli studenti del sistema gurukula dei tempi antichi, gli studenti del giorno d’oggi indulgono in cattivi comportamenti. A dispetto dei grandi sforzi che gli insegnanti fanno per provocare in loro una trasformazione, essi continuano a fare mostra delle loro cattive qualità. Nelle odierne istituzioni educative non sorprende vedere degli studenti che aggrediscono gli insegnanti. Ci sono studenti che accusano coloro che provvedono al loro effettivo mantenimento e ce ne sono anche altri che non esitano a colpire proprio la mano che serve loro il cibo. Essi non si rendono conto del ruolo che svolgono gli insegnanti nella loro edificazione morale.
Per essere studenti modello
Quali sono le qualità che uno studente dovrebbe avere?
Gli studenti dovrebbero perseguire un’educazione che sviluppi qualità sacre come il buon carattere,
l’aderenza alla Verità, la Devozione, la Disciplina e il Dovere.
Solo quegli studenti che coltivano tali qualità sono idonei a essere definiti “studenti” in senso reale. Quelli che agiscono contro questi princìpi non sono studenti, ma stupidi. Non dovete fare amicizia con tali persone né dire che sono stupidi provocando le loro ire; nelle vostre relazioni con loro siate neutrali. Dovete mantenere le vostre buone qualità che il mondo apprezzerà. Amate tutti. In effetti l’Amore è l’aspetto più importante dell’educazione. Colui che insegna il metodo con cui l’uomo può coltivare l’amore altruistico è il vero guru ; naturalmente, di insegnanti simili ce ne sono tanti. Io ho fondato le Istituzioni Educative Sathya Sai al solo scopo di ispirare Amore e insegnare le buone qualità agli studenti. Dire che nella nostra biblioteca non c’è un solo cattivo libro non è una esagerazione. I nostri sono ottimi studenti; essi non frequentano affatto cattive compagnie. Anche quando vanno a casa in vacanza, non gradiscono starci a lungo. A volte le loro madri possono dire: “Mio caro! Sei stato un anno intero a Brindavan o Puttaparthi e non hai mai avuto l’opportunità di mangiare un buon piatto saporito e piccante; ora ti preparerò del cibo che gusterai.” I nostri ragazzi risponderanno: “Madre! Neanche tu dovresti mangiare tale cibo rajasico; non fa bene alla salute.” Com’è il cibo così sono i pensieri; in tal modo, quando il cibo e la testa vanno insieme, la gente dimentica Dio. Quindi, non cambiate le vostre abitudini alimentari: continuate a mantenere una dieta satvica, e usate molti ortaggi a foglia verde. È solo se mantenete abitudini spartane riguardo al cibo e ai pensieri che diverrete individui amorevoli. Voi sapete che la gente di fuori nutre grandi aspettative circa gli studenti delle Istituzioni Educative Shrî Sathya Sai. Certi studenti mostrano devozione e un buon comportamento finché rimangono nei nostri pensionati, ma, quando escono dai cancelli dell’istituto, diventano cattivi. Questo non dovrebbe accadere. Dovunque siate, qui nel pensionato o fuori, dovete continuare a tenere un buon comportamento. Naturalmente Io non ho alcun dubbio sul comportamento dei nostri studenti; essi sono bravi ragazzi. Mi auguro e spero sinceramente che i nostri studenti continuino a essere buoni e diventino ottimi cittadini degni di essere emulati dagli altri.
Concludo il Mio Discorso benedicendo tutti.
Prashânti Nilayam, 22 Novembre 2005
Sai Kulwant Hall
24ª Convocazione annuale dello Shrî Sathya Sai Institute of Higher Learning
(Tratto dal testo inglese pubblicato sul sito internet dello Shrî Sathya Sai Central Trust di Prashânti Nilayam)