Congresso sull’Educazione nel 21° secolo
Il 17 e il 18 agosto di quest’anno, a Prashânti Nilayam, sotto l’egida dello Shrî Sathya Sai Institute of Higher Learning, è stato organizzato un Congresso internazionale sul tema: “Educazione nel 21° secolo – Educazione a Educare”.
Molti eminenti educatori e amministratori scolastici sono stati invitati a partecipare al dibattimento e a condividere le proprie opinioni, esperienze e competenze, sotto la piena direzione e guida del Magnifico Rettore dello Shrî Sathya Sai Institute of Higher Learning, Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba.
La sessione inaugurale del Congresso si è svolta la mattina del 17 agosto nel Sai Kulwant hall. Baba è arrivato nella sala, pittorescamente decorata, alle 8, durante il canto degli inni vedici da parte degli studenti. I delegati, che avevano già preso posto sul palco, si sono alzati per accogliere Baba tra loro. I lavori sono cominciati con shrî Anil V. Gokak, vicerettore dello Shrî Sathya Sai Institute of Higher Learning, che ha dato il benvenuto ai delegati e all’illustre giudice M.N. Venkatachaliah, ospite d’onore del Congresso. Venkatachaliah è una figura di grande rilievo nell’ambiente giuridico indiano, avendo ricoperto numerose posizioni chiave, inclusa quelle di Magistrato Supremo del Sistema Giudiziario Indiano, di Presidente della Commissione Nazionale per i Diritti Umani e Presidente del Comitato di Revisione Costituzionale.
Il giudice Venkatachaliah, nel suo messaggio inaugurale, ha evidenziato i problemi che tormentano la società moderna e ha presentato una retrospettiva storica dell’evoluzione della società umana durante i trascorsi tre secoli. Egli ha affermato che alcuni degli ancora pressanti problemi che questa società deve oggi fronteggiare sono la neutralità morale della scienza e la disumanizzazione della ricchezza e del potere. L’uomo ritiene di dover conquistare la natura, ma ciò è un grave errore, poiché l’uomo stesso è parte della medesima natura che egli aspira a conquistare. Questo non significa che scienza e tecnologia non siano state d’aiuto all’umanità. Al contrario, esse hanno notevolmente migliorato le condizioni di vita della gente. Di per sé, conoscenza, ricchezza e potere non sono negativi, ma lo diventano con l’uso sbagliato. L’oratore ha puntualizzato ciò con una battuta: “Se pensi che l’educazione sia costosa, prova l’ignoranza!” Ha inoltre affermato che questo Congresso non è giunto in un momento troppo tardivo e non poteva essere scelto luogo d’incontro più appropriato di Prashânti Nilayam, dove è in corso il più grande esperimento d’amore, servizio e compassione. L’erudito oratore ha concluso osservando che, alla presenza di una Figura tanto elevata come quella di Bhagavân Baba, è opportuno restare in silenzio, comprendendo e assimilando il Suo Insegnamento e il Suo Messaggio.
Acconsentendo alle preghiere di quanti erano presenti nella sala, Baba ha concesso il Suo Discorso Divino. Ha poi graziosamente e amorevolmente fatto dono di oggetti ricordo a tutti i delegati.
Quindi, i partecipanti si sono riuniti nel settore amministrativo dell’università per proseguire i loro dibattiti.
Nel pomeriggio, due studenti hanno presentato il resoconto dei dibattiti della sessione del mattino.
Proseguendo, c’è stata una rappresentazione, da parte degli studenti anziani dell’Istituto, intitolata “C’è una sola casta, la casta dell’Umanità; c’è una sola religione, la religione dell’Amore”, che ha illustrato le origini, gli insegnamenti e i credo delle maggiori religioni nel mondo e come ciascuna di esse sia stata creata da Dio per l’elevazione dell’umanità, secondo tempi e circostanze specifici. Sebbene esse possano differenziarsi nei loro riti esteriori e nelle cerimonie, l’insegnamento fondamentale è lo stesso.
Tale concetto è stato sviscerato con molta chiarezza in una scena dove quattro venditori stanno reclamizzando il medesimo prodotto: delle candele colorate. Sebbene tutte le candele emanino la stessa luce, ognuna è stata confezionata in modo differente e ogni venditore afferma che il suo prodotto è il migliore e lo promuove in modo del tutto personale. Ciò non è molto dissimile da quanto potrebbe accadere in ambito socio-religioso nel mondo odierno. Al termine della rappresentazione, Baba ha amorevolmente concesso di farsi fotografare con i partecipanti e ha accettato l’ ârati prima di ritirarsi nella Sua residenza.
Il giorno successivo, dopo il darshan del mattino e la sessione dei bhajan nel mandir, i partecipanti si sono trasferiti nel settore amministrativo dell’Istituto per una riunione che è stata presieduta da shrî Venu Srinivasan, Presidente e Amministratore delegato della TVS Motors Ltd. Nel pomeriggio, si sono tutti riuniti nel Sai Kulwant hall per partecipare alla cerimonia di chiusura del Congresso. Dopo che Baba ha concesso il Suo darshan, e si è seduto sul palco, il vicerettore dello Shrî Sathya Sai Institute of Higher Learning, shrî A.V. Gokak, ha fatto alcune considerazioni introduttive e ha invitato shrî Sanjay Sahni, preside del campus di Brindavan, a dirigere i lavori. Shrî Sahni ha quindi accolto l’ospite d’onore dell’occasione, signora Kumud Bansal, segretaria del Governo dell’India per la scuola primaria e secondaria.
Egli ha anche presentato gli oratori per la sessione di commiato del Congresso.
I primi due, studenti dei corsi postlaurea, hanno letto ad alta voce i resoconti dei lavori del giorno. Dopo di ciò, shrî Sanjay Mahalingam, un erudito ricercatore del Dipartimento Amministrativo dell’Istituto, ha iniziato, riportando brani di una lettera aperta, inviata da un sopravissuto della seconda Guerra Mondiale agli “insegnanti del mondo”. L’autore della lettera era stato testimone di orrori inenarrabili perpetrati da ingegneri, medici e infermieri durante la sua detenzione in un campo di concentramento. Queste persone, che erano state formate per servire la società, erano in quel tempo coinvolte in crudeli uccisioni. Nella sua amara lettera, egli faceva riferimento ad essi come a “colti mostri” e “intelligenti psicopatici”. Concludeva con un appello a tutti gli insegnanti, affinché educhino i propri studenti in modo tale da renderli più umani.
Shrî Mahalingam ha detto che, se oggi il campo dell’educazione presenta un desolato scenario, il sistema educativo disposto da Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba contiene la promessa di un futuro più luminoso. Egli ha concentrato l’attenzione del pubblico sui molti obiettivi raggiunti dagli studenti dell’università: le straordinarie dimostrazioni di coraggio e resistenza che gli stessi evidenziano durante l’incontro annuale di Sport e Cultura e i numerosi riconoscimenti a livello nazionale ottenuti negli esami. Un caso su tutti è rappresentato dal miglior risultato di tutta l’India ottenuto da uno studente del corso M.Sc. (Fisica) nell’esame GATE, sostenuto lo scorso anno.
L’oratore ha anche fatto riferimento all’imminente riunione degli ex studenti della facoltà di economia dell’Università e ha sottolineato come essi abbiano reso orgogliosa la propria “Alma Mater” non solo raggiungendo elevate posizioni nel campo lavorativo, ma anche grazie al nobile comportamento e all’integrità che hanno fatto ottenere, a loro e all’università, apprezzamenti dal mondo del lavoro.
Inoltre, shrî Mahalingam ha evidenziato che non è solo per il raggiungimento del successo mondano che Sai Baba ha chiamato i Suoi studenti a Sé. Nella visione dell’università, data dallo Stesso Baba, Egli afferma: “Lo scopo principale di questa università è di incoraggiare a coltivare l’autoconsapevolezza e la fiducia in sé, in modo che ognuno di voi possa ottenere il sacrificio di sé, raggiungendo così l’autorealizzazione.”
“È questo scopo elevato che rende gli studenti di Baba unici e davvero speciali”, ha concluso shrî Mahalingam.
Dopo tale intenso e illuminante discorso vi è stato un altro intervento di Jagadish Chandra che sta attualmente conseguendo il suo M. Phil. in bio-ottica. Egli ha parlato dei Valori Umani di Verità, Rettitudine, Pace e Amore, affermando che essi sono le colonne dell’edificio dell’autorealizzazione. Citando aneddoti tratti dagli Insegnamenti di Swami, ha diffusamente parlato del significato dei Valori Umani nella nostra vita quotidiana. Ha detto che la più grande fonte di ispirazione su questo sentiero è Baba Stesso, poiché, attraverso i progetti di servizio, quali il “Progetto Acqua Potabile” e gli “Ospedali di Alta Specializzazione”, Egli, esemplifica tali Valori. L’oratore ha sottolineato l’enorme fortuna, da parte degli studenti, di avere Baba come Maestro, poiché Egli col Suo Amore altruistico, li plasma costantemente, perché diventino esseri umani migliori e, infine, fa ottener loro il dono inestimabile della visione del Sé: Shrî S.V. Giri, ex vicerettore dello Shrî Sathya Sai Institute of Higher Learning, ha parlato dell’unicità del sistema educativo creato da Baba, che è stato da Lui definito “Educare”. Ha detto che l’università orienta gli studenti verso il benessere sociale e che l’educazione non dovrebbe mai essere rimossa dal contesto della società e dalla sua elevazione. Egli ha inoltre proseguito dicendo che i notevoli risultati del sistema educativo di Sai Baba devono essere imitati a beneficio di tutta l’umanità: l’Istituto Educativo Sathya Sai in Tailandia e la scuola Sathya Sai in Zambia hanno dimostrato che è veramente possibile fare tutto ciò anche senza la Presenza fisica di Swami, poiché la Sua Grazia e la Sua Compassione non hanno limiti territoriali.
La signora Kumud Bansal, oratore successivo, ha osservato che, mentre i problemi di disciplina nelle scuole del Paese non sono molti, la stessa cosa non può dirsi per i college e le università. In merito a ciò, le Istituzioni Educative, gestite da Baba, si distinguono come oasi, dato l’elevato livello e la condotta degli studenti delle Sue università. Ella ha pregato Baba di concedere la Sua costante guida e le Sue benedizioni.
Il vicerettore dell’università, shrî A.V. Gokak, ha poi esposto alcune note conclusive, facendo così calare il sipario su un Congresso davvero illuminante, che non solo ha posto in luce i problemi che deve affrontare il sistema educativo odierno, ma ha anche offerto una pronta soluzione nella forma di un approccio basato sui Valori Umani, come avviene nelle scuole e nei college di Sai Baba.
Lo Shrî Sathya Sai Institute of Higher Learning è già stato riconosciuto come il gioiello più prezioso, fra le università indiane, dal Comitato Nazionale di Valutazione e Accreditamento che, nelle sue valutazioni, afferma: “Questo modello è degno di emulazione da parte degli istituti di istruzione superiore sia del Paese sia altrove, per far sì che i benefìci derivanti possano dare, quanto prima, rapidi risultati su larga scala.”
Tali riconoscimenti, che aumentano la consapevolezza dei tesori che la nostra antica cultura indiana ha da offrire alla società moderna, non solo nel campo educativo, ma anche in altri settori, sono destinati a sortire un “effetto valanga”, che trasformerà il mondo in cui viviamo, e il sogno del cielo in terra diventerà, allora, una realtà.
“Durante la fanciullezza, l’uomo ha interesse solo
a giocare con gli altri bambini.
Nella giovane e media età, è intrappolato nelle cose del mondo
e profondamente impegnato a guadagnar denaro.
Infine, nella maturità, egli desidera questo e quello
senza contemplare Dio neanche quando è vecchio.
In questo modo, egli spreca la sua preziosa nascita umana.”
Una Conoscenza latente in ognuno
A questo mondo, ci sono milioni di persone istruite. Dal bambino all’esperto uomo maturo, tutti sono interessati a leggere libri e ad accumulare conoscenza. Ma, in che modo traggono benefìci dall’aver acquisito una conoscenza libresca? Un’istruzione del genere può solo aiutarvi a procurarvi di che vivere. Dal povero al milionario, tutti vogliono che i propri figli siano ben istruiti. Per provvedere a un’istruzione qualificata per i loro figli, i genitori sono pronti a spendere qualsiasi somma di denaro e a contrarre persino debiti (addirittura oltre le proprie possibilità). Nonostante il fatto che i genitori debbano affrontare numerose difficoltà nell’istruzione dei figli, questi non nutrono alcuna gratitudine nei confronti dei loro benefattori né si chiedono: “A chi devo tutto il mio sviluppo? Chi mi ha permesso di essere ciò che sono oggi?”
A questo punto, dovremmo cercare il vero scopo dell’educazione. Si possono studiare quantità di libri e padroneggiare svariate branche della conoscenza, ma si può in tal modo ottenere pace e tranquillità? Tutta la conoscenza che acquisiamo dai libri può soddisfare solo i nostri bisogni materiali. Di fatto, la vera conoscenza è latente in ognuno. La donna non è indietro rispetto all’uomo nel profitto accademico. Le persone pensano che l’istruzione conferisca loro rispetto e stima, ma mancano di vera saggezza nonostante i loro elevati risultati accademici.
Attualmente, i genitori vogliono che i figli ottengano un’istruzione orientata esclusivamente al lavoro, ma a che serve una simile educazione se non apporta, nei giovani, una trasformazione? Essi non ne traggono benefìci né riescono a dare alcun aiuto ai propri genitori. L’uomo moderno sviluppa l’ego a causa dei suoi risultati nel campo dell’istruzione.
Umiltà, vero scopo del processo educativo
L’umiltà è la caratteristica della vera educazione. Se un uomo manca di viveka (discriminazione) e di vinaya (umiltà), tutta la sua educazione non ha alcun valore. Dovreste comprendere che la vostra istruzione ha per scopo il benessere e il progresso della società. Ma in quale modo la società trae beneficio dalle persone istruite? In effetti, voi imparate molte cose dalla società e ne traete benefìcio, ma il potere della discriminazione, che si trova persino nelle persone illetterate, non si riscontra oggi nelle cosiddette persone istruite. Visto che questo è lo stato effettivo delle cose, perché le persone istruite dovrebbero gonfiarsi di ego? Oggi, tra gli studenti, non c’è quasi nessuna umiltà; essi non mostrano alcun rispetto verso gli anziani e non comprendono le loro responsabilità verso la società. A che serve la mera acquisizione di conoscenza libresca se non si rispettano gli anziani né si serve la società? Chi conduce una vita simile non è coerente con la sua natura; il suo camminare, parlare, leggere, scrivere, e ogni altra cosa, diventano una posa. Se questo è il risultato dell’istruzione accademica, perché mai uno dovrebbe andare all’università? Ogni studente deve chiedersi: “Che cosa sto facendo al college? Che cosa dovrei fare?” Egli potrà comprendere il vero significato dell’educazione solo quando metterà in atto questa autoricerca. La semplice conoscenza acquisita dai libri non è vera educazione, ma soltanto il trasferimento del contenuto di pustaka (il libro) dentro mastaka (la testa) e viceversa. In tal modo, la gente è intrappolata fra il libro e la testa senza comprensione del vero significato del processo educativo. Le persone sprecano il loro tempo nel maturare una conoscenza teorica invece di acquisirne una pratica. Senza dubbio nei libri c’è molta informazione, ma a che cosa serve se la testa è piena di sporcizia? Con una simile istruzione, non potrete mai raggiungere i risultati desiderati. La stessa cosa è stata illustrata dall’ospite principale nel suo discorso; egli ha chiesto: “Tutti studiano e imparano; ma qual è il risultato finale?”
I risultati dell’educazione moderna
La gente spende migliaia di rupie per acquisire un’istruzione accademica; qual è il ruolo che le persone istruite svolgono oggi nella società? Contribuiscono alla pace sociale? Cercano di favorire la trasformazione degli individui? No. In effetti esse sono incapaci di insegnare la disciplina ai loro stessi figli i quali, in maggioranza, si atteggiano a ben educati e umili in presenza dei loro genitori, ma si comportano da teppisti appena escono di casa. Gli studenti dovrebbero impegnarsi a ottenere un buon nome nella società; l’educazione attuale li rende materialisti e non li prepara a volgersi all’interno per ascoltare la voce che viene da lì. Si dovrebbe acquisire l’Âtma Prabodha (la Conoscenza Atmica); questa è vera educazione. In mancanza di consapevolezza del Sé, tutta l’altra conoscenza è inutile. Perché si dovrebbe cercare una simile istruzione? Le persone sono interessate a esercitare la loro influenza e il loro potere; non fanno alcuno sforzo per purificare la mente e il cuore. Questo è il risultato dell’istruzione moderna; la gente ha imparato a parlare dolcemente, ma non traduce le proprie parole in azioni. Incarnazioni dell’Amore!
Imparare semplicemente a memoria il contenuto dei libri non è importante. Dovreste assorbire gandha (l’essenza) di tutti i grantha (i testi); questa è vera educazione. Si leggono un mucchio di libri, ma a che scopo? Le persone citano solo ciò che altri hanno detto. È questo che dovete imparare? Dovreste dare ascolto ai suggerimenti, alle parole della vostra voce interiore e dividerle con gli altri, ma oggi ben pochi la pensano così.
Come riso cotto a metà
Incarnazioni dell’Amore!
Dovete mettere in pratica almeno uno o due princìpi di ciò che avete imparato e servire da esempio agli altri. Ci sono molti colti studiosi, ma mettono in pratica ciò che hanno imparato? Sembrano persone eminenti, ma, nel comportamento, sono dappoco. Il fine dell’educazione è il carattere; dovremmo considerarlo come il nostro vero e proprio alito di vita. Senza il carattere, l’educazione è inutile come riso cotto a metà. Dovremmo mettere in pratica almeno uno o due princìpi e solo allora azzardarci a esortare gli altri. In ogni essere umano ci sono tre princìpi importanti: manas (la mente), buddhi (l’intelletto) e Âtma (il Sé).
Qual è la natura del Sé? Esso è onnipervadente. La vera educazione è quella che sprigiona dal cuore; in questo contesto ci si riferisce al cuore spirituale e non a quello fisico. Ci sono molte anime nobili che propongono ideali alla società, traducendo la loro conoscenza in azione. Se voi non agite coerentemente ai princìpi, tutta la vostra educazione diventa inutile. È importante quello che fate e non quello che dite. Ovunque andiate, il vostro comportamento dovrebbe essere esemplare: questo è ciò che Mi fa piacere.
Mantenere puro il cuore spirituale
La felicità è l’unione con Dio. Voi non siete dei semplici mortali; tutti sono essenzialmente divini. Al fine di realizzare la vostra vera natura mettete in pratica ciò che predicate: solo allora potrete sperimentare la beatitudine che è, in verità, la vera natura dell’uomo. Perché dovreste abbandonare ciò che vi è naturale e condurre una vita artificiale? Ovunque si guardi, nei college e nelle scuole, gli studenti mancano di conoscenza pratica; essi danno importanza soltanto alla conoscenza tratta dai libri e diventano “libri” essi stessi. La vera educazione è quella che origina dal cuore; esso è molto importante per l’esistenza umana. Alla nascita di un bambino, la prima cosa che si controlla è il battito del cuore. Dovreste fare assegnamento più sul cuore spirituale che su quello fisico. “Coscienza” è un altro nome per il cuore spirituale; dovete mantenerlo puro e questo dovrebbe essere il vostro impegno principale. Qualunque cosa fatta con amore e purezza di cuore vi darà beatitudine; essa è, in effetti, latente in ognuno, ma l’uomo non ha coscienza di questa verità. Tutti dovrebbero fare ogni sforzo per manifestare la propria Beatitudine innata. Qual è la natura di questa Beatitudine?
Nityânandam parama sukhadam kevalam jñânamûrtim dvandvâtîtam
Dio è l’Incarnazione della Beatitudine eterna.
Egli è Saggezza assoluta, al di là delle coppie di opposti.
La Beatitudine trascende la dualità. Fino a quando si è immersi nella dualità non la si può sperimentare. Prima di tutto, si dovrebbe comprendere il principio di unità. L’unità porta alla purezza e la purezza conduce alla Divinità. Un vero essere umano è quello che persegue l’unità, la purezza e la divinità; in caso contrario, non è migliore degli uccelli e delle bestie. In primo luogo purificate i vostri sensi e sviluppate unità. Considerate tutti come vostri fratelli e sorelle, e vivete in armonia.
La Felicità risiede nell’Unità
Negli incontri pubblici udiamo gli oratori rivolgersi alle persone come “fratelli e sorelle”: ma pensano davvero quello che dicono? Trovate forse unità, oggi, tra fratelli e sorelle? No. La vera Felicità si trova nell’Unità. La vita umana può esser paragonata a un albero: le nostre relazioni sono come i rami e i ramoscelli e la contemplazione di Dio è come un fiore da cui otterrete il frutto della beatitudine.
Studenti!
Potete sicuramente acquisire la conoscenza profana, ma non dovreste accontentarvene. Volgetevi all’interno e acquisite anche la Conoscenza spirituale. Solo allora potrete raggiungere la Pace.
Incarnazioni dell’Amore!
L’amore è l’essenza dell’educazione; senza di esso l’educazione è artificiosa. Sviluppate quindi, innanzitutto, l’amore. Comprendete che l’Abitante Interiore è unico, nonostante i corpi siano diversi. Attenetevi a questo principio fondamentale e sperimentate Ânanda (la Beatitudine). Vi siete qui riuniti così numerosi. L’attenzione di ognuno è focalizzata su Swami; allo stesso modo, fate che le vostre menti siano sempre focalizzate sulla Divinità, contemplate Dio e servite gli altri. Potete ben immaginare la gioia che sperimenta una persona che, avendo sofferto la fame per dieci giorni, venga servita di un pranzo sontuoso; potete immaginare la gioia che porta un bell’acquazzone quando in tutti i depositi e i laghi è rimasto solo un filo d’acqua. Servite in questo modo coloro che hanno disperato bisogno del vostro aiuto; date loro felicità. Potrete raggiungere la Divinità solo attraverso il servizio. La vita umana è preziosissima, ma l’uomo si comporta come un animale e quindi la spreca.
Studenti!
Essendo dei vidyârthin, dovreste sforzarvi di ottenere la vera Vidyâ (Conoscenza); non ha senso leggere semplicemente dei libri senza comprendere il vero significato della Conoscenza. Riflettete sempre sul principio fondamentale della vita “gli esseri sono molti, ma il Principio Divino è unico”, e riconoscete così che Esso è presente in tutti in forma di Âtma. L’ Âtma è Âdhâra (il sostegno) e il corpo è l’ adheya (il sostenuto). Considerate l’ Âtma come base della vostra vita e ogni altra cosa si sistemerà. Tutti possono avere la visione dell’ Âtma, tutti sono dotati di questo potere. Indagate dentro voi stessi: che cosa avete raggiunto studiando una quantità di testi voluminosi? Siete diventati duri di cuore. Se questo è il risultato della vostra educazione, perché mai dovreste studiare? Prima di tutto sviluppate l’amore; quando avrete l’amore in voi, tutti diventeranno vostri amici. Se il vostro cuore non è colmo d’amore, la vita diviene artificiosa; senza l’amore essa non ha significato. Se ognuno divide il proprio amore con il prossimo, non c’è alcuno spazio per l’odio; date il vostro amore a tutti e vivete come fratelli e sorelle. Oggi, persino tra questi ci sono conflitti e differenze, perché essi mancano della giusta comprensione. Gli individui non comprendono il vero significato dell’amore; il loro amore è intriso di fisicità e sentimenti terreni. Quando comprenderete il principio dell’amore e svilupperete relazioni d’amore, tutti diverranno uno. I Veda affermano: “Sahasrashîrshâ purushah”, che significa che tutte le teste, tutti gli occhi e tutti i piedi sono Suoi. Una volta compreso il principio di unità, che è presente in tutti, potrete vivere in armonia, nel vero spirito di fratellanza.
Il più grande di tutti
La nostra mano ha cinque dita; ogni dito ha un dovere specifico, ma tutti lavorano all’unisono e in armonia nell’assolvere un compito. Una volta, le dita presero a discutere circa quale di loro fosse più importante. Il pollice disse: “Senza di me non si può affrontare alcun lavoro, per cui sono io il più grande.” Allora l’indice sorrise e replicò: “Guarda, pollice! Come puoi fare un qualunque lavoro senza il mio aiuto? Inoltre io vengo usato come indicatore per identificare le persone e quindi io sono più grande di te.” Il medio intervenne dicendo: “Ciò che dite non ha significato. Io sono il più alto e voi mi servite, due da una parte e due dall’altra. Per questo il più grande sono io.” A quel punto parlò l’anulare: “La vostra ignoranza mi fa ridere; non sapete che le persone mi adornano di anelli d’oro con pietre preziose come diamanti, smeraldi, topazi ecc.? Quindi, io sono il vostro re.” Da ultimo il mignolo disse: “Io sono sempre davanti a voi, sia quando c’è da insegnare una lezione a qualcuno o punire un colpevole, per cui io sono il vostro capo e voi dovete seguirmi.”
Mentre le dita stavano discutendo tra loro in tal modo, il cuore si fece sentire: “O ignoranti! Ognuno di voi è importante come gli altri; senza unità e armonia fra di voi non potete affrontare alcun compito. In effetti, voi rappresentate i cinque Valori Umani che sono come i cinque aliti vitali dell’essere umano.” All’udire queste parole di saggezza, le cinque dita compresero il loro errore e chinarono, vergognosi, la testa. Una profonda indagine rivela che il cuore è più grande di tutti; il corpo, la mente e l’intelletto sono semplici strumenti, per cui, in ogni tentativo, si dovrebbe seguire il suo consiglio. Comprendete che tutti sono uno e hanno uguale importanza; non diventate egoici pensando di essere i soli veramente importanti. Non sciupate il vostro prezioso tempo in vane argomentazioni. Siate amichevoli con tutti e affrontate le sfide della vita in unità e armonia.
Eliminare l’ego per conoscere la Realtà
Studenti!
Dovete condurre la vostra vita in modo esemplare. In effetti, tutti gli ideali sono latenti in voi; essi non possono essere appresi dai libri. Il principio dell’Io è comune a tutti. Se qualcuno chiede: “Chi è Sai Baba?” Io rispondo: “Io”. Se qualcuno chiede: “Chi è il vicerettore?” egli risponde: “Io”. La singola lettera “I” (che in inglese significa “io” – N.d.T.) rappresenta il principio dell’ Âtma . I Veda dichiarano:
Ekam evâdvitîyam brahma
“Dio è Uno senza secondo.”
La vera spiritualità consiste nel conoscere il proprio vero Sé, ma voi siete incapaci di conoscerLo in quanto vi identificate col corpo. Questo fa nascere l’ego e chi ha ego non può conoscere la Realtà. Il vostro benessere e quello degli altri sarà assicurato quando avrete la ferma convinzione che tutti sono uno; sviluppate tale spirito di unità. Non vi potete aspettare che la Divinità si manifesti in voi se non coltivate una simile unità. I Veda hanno ammonito:
“Procediamo tutti insieme, cresciamo tutti insieme,
stiamo uniti e condividiamo la nostra conoscenza.
Viviamo insieme in amicizia e armonia.”
Alcuni studenti non mettono in comune con gli altri neanche i loro libri di testo; come possono ottenere la felicità se sono così egocentrici e gretti? Dovreste stare tutti uniti: dove c’è Unità c’è Beatitudine.
“Io vedo solo Amore negli altri”
Incarnazioni dell’Amore!
C’è una sola cosa che dovete imparare: sviluppate l’Amore! Lo stesso principio d’Amore è presente in voi, in Me e in ognuno. Io vedo solo Amore negli altri: quindi, per Me, tutti sono uno. Anche voi dovreste sviluppare simili sentimenti di amore e uguaglianza. Tutti sono uno, siate equanimi con tutti: questo è ciò che dovete imparare oggi.
Incarnazioni dell’Amore!
Oltre ad acquisire la conoscenza profana, dovete sforzarvi di comprendere il principio di unità; soltanto allora potrete ottenere l’accordo e l’armonia. Prendete, per esempio, questa rosa: essa è fatta di molti petali. In egual modo il nostro cuore può essere paragonato a un fiore e le virtù ai petali; i petali di una rosa possono appassire e cadere il giorno dopo, ma il fiore del cuore rimane sempre fresco. Esso è simbolo del principio di unità.
La gente adora i navagrahâ (i nove pianeti) per invocare le loro benedizioni; voi potete aver osservato che c’è perfetta unità e armonia tra i nove pianeti. (Con un movimento della mano, Baba materializza un anello d’oro incastonato con nove tipi di gemme – N.d.T.). Qui potete vedere un navaratna (anello composto di nove gemme); chiunque lo indossi sarà protetto dai navagrahâ ovunque vada. Sviluppate l’unità, siate coraggiosi e maturate la forza necessaria ad affrontare le vicissitudini della vita.
Non voglio sottrarvi ancora molto tempo. Fate sì che qualunque cosa abbiate imparato qui si imprima nel vostro cuore: solo allora potrete avere la Pace e la vostra educazione avrà un significato.
Incarnazioni dell’Amore!
Io riverso il Mio Amore e le Mie Benedizioni su tutti voi. Siate sempre uniti e trascorrete il vostro tempo in beatitudine. Fate contenti i vostri genitori: sono loro che vi hanno dato il corpo, per cui, prima di tutto, esprimete loro gratitudine per questo dono. Solo allora potrete provare soddisfazione nella vita.
(Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: “ Prema mudita manase kaho…”).
Prashânti Nilayam, 17 Agosto 2005
Sai Kulwant Hall
Congresso sul tema: Educazione a “Educare”
(Tradotto dal testo inglese pubblicato sul sito internet dello Shrî Sathya Sai Central Trust di Prashânti Nilayam)