“L’uomo è nato nel mondo, ci vive e infine se ne diparte a causa del karma.
Il karma è veramente l’incarnazione della Divinità per l’uomo.
Che la felicità e l’afflizione si manifestino in questo mondo
è dovuto solamente al karma.”
Il sacrificio di Bali
Incarnazioni dell’Amore! Cari devoti del Kerala!
Nei tempi antichi, l’imperatore Bali governava lo Stato del Kerala trattando i sudditi come membri della propria famiglia e fornendoli di varie comodità utili per una vita felice e confortevole. Egli soleva stimolare la nascita di sentimenti sacri tra la gente e realizzare un ambiente adatto a promuoverli. Una volta, affinché le persone seguissero il giusto sentiero e per esser loro di esempio, egli celebrò un sacrificio rituale (yajña) chiamato “Visvajit”. Molti si riunirono per assistere all’evento ed egli lo eseguì in grande, donando, per l’occasione, terra e denaro a vari individui e facendo regali alla gente. Durante il rito, i membri della sua famiglia sedettero con lui nella Yajña Vedica (l’altare sacrificale). Mentre tutti assistevano al grandioso spettacolo, un bel giovane entrò nella sala portando un piccolo ombrello fatto di foglie di borasso. Mentre egli si avvicinava all’altare, la figlia dell’imperatore Bali, Ratnamâlâ, lo vide e fu conquistata dalla bellezza e dal fulgore di quel ragazzo incantevole. Ella cadde immediatamente in contemplazione profonda pensando: “Come sarei fortunata se avessi un bambino come lui!” Il giovane andò direttamente all’altare e, mentre tutti i presenti nella sala sacrificale assistevano con gioia, l’imperatore Bali gli dette il benvenuto, lavò i suoi piedi con riverenza e, offrendogli una ghirlanda, lo pregò di sedere su una sedia decorata. Poi gli chiese: “Chi sei? Da dove vieni e perché?” Il giovane rispose: “Ho udito che l’imperatore Bali fa molti atti di carità; anch’io ho un desiderio che vorrei soddisfare.” Allora l’imperatore domandò di che cosa si trattasse e il ragazzo rispose: “Non ho bisogno di molto; sarei contento se mi venisse fatta la carità di un piccolo pezzo di terra della misura di tre piedi.”
L’imperatore si meravigliò: “Che cosa? Una richiesta così piccola! Pensavo che tu chiedessi delle cose grandi; sono sorpreso della tua richiesta così modesta. Questo è sufficiente? Puoi chiedere qualcosa di più.” Il giovane rispose che era sufficiente che la sua richiesta fosse soddisfatta. Così, con un passo occupò tutta la Terra, col secondo il cielo e attese di compiere il terzo passo, ma, per questo, non era rimasto più spazio. Allora l’imperatore Bali disse: “Caro ragazzo! Con un passo hai occupato l’intero pianeta, col secondo il cielo e ora non c’è più spazio per il terzo; perciò, se vuoi, poni il piede sulla mia testa.” Ciò detto, chinò il capo davanti al giovane che altri non era che il Signore Vishnu presentatosi sotto le spoglie dell’Avatâr Vâmana. Nel momento in cui Vâmana mise il piede sulla testa di Bali, questi, sotto quel peso, fu spinto nel mondo inferiore! Ecco come il Signore Vishnu liberò Bali.
I sudditi del regno si addolorarono moltissimo per l’accaduto ed espressero così il loro senso d’abbandono: “O Dio! Il nostro imperatore non è più con noi. Egli ci trattava come suoi figli; era il nostro protettore. Com’è possibile vivere senza di lui?” La loro impotenza e angoscia per la separazione dall’amato re erano molto penose e il lieto evento dello yajña, che veniva celebrato in grande, subì una brusca interruzione. Questo è un esempio del detto “il piacere è un intervallo fra due dolori”.
Mentre la gente si doleva in quel modo, Bali, dal mondo inferiore, dichiarò: “Miei amati figlioli! Tutti voi mi siete molto cari e, ovunque mi trovi, mi occuperò sempre del vostro benessere, provvederò acché non abbiate ad affrontare delle difficoltà e vi proteggerò. Non dovete sentirmi lontano da voi, in un mondo diverso. Ogni anno, in questo giorno, verrò a trovarvi. Commemorate il giorno della mia venuta come una festa. In questa ricorrenza, lavatevi il capo, indossate abiti nuovi e organizzate un banchetto con vari cibi. Da allora, la gente del Kerala, a ricordo del loro amatissimo re e protettore Bali, celebrano quel giorno come “festa di Onam”.
Il Kerala, terra di abbondanza e prosperità
L’imperatore Bali svolgeva numerosissime buone attività a favore delle persone e le rendeva felici. Ecco perché esse non riuscivano a sopportare la separazione dall’amato re. Ancora oggi, il Kerala rimane terra di abbondanza e prosperità, e la natura riversa la propria generosità sulla sua gente. Infatti, le piogge iniziano in Kerala e poi si estendono all’intero Paese. In Kerala, non esiste scarsità di granaglie e acqua potabile, doni della natura a quella gente. È una consuetudine sentire le persone di altri Stati che si preoccupano dell’arrivo dei monsoni e dicono: “Oh! Le piogge non sono ancora arrivate in Kerala!”
È la terra ove l’onnipresente Dio si incarnò nella forma del Signore Vâmana. Egli può incarnarsi in un luogo, ma è presente ovunque.
Onnipresenza di Dio
Dio è onnipresente, sebbene talvolta si incarni con una Forma in un determinato posto. Egli è solo uno, non due, sebbene la gente si riferisca a Lui con forme e nomi diversi.
Ekam sat viprâ bahudhâ vadanti
La verità è una sola, sebbene i saggi
la descrivano con vari nomi.
È solo nostra illusione attribuire a Dio Nomi differenti, come Râma, Krishna, Govinda, Allah, Gesù ecc. Il sole è uno solo e appare in momenti diversi nelle varie parti del mondo. Ora qui sono le 9, ma negli Stati Uniti d’America è notte. Allo stesso modo, l’unico Dio abita nelle diverse persone in forme differenti. Non siate tentati di credere che Dio abbia Forme diverse: Egli trascende nomi e forme.
Ekoham bahusyâm
Dio è Uno, ma si manifesta
nella forma di svariati esseri.
La Divinità è presente ovunque, in ogni Paese e in ogni individuo. È onnipresente. Dato che diversi sono i vostri modi di percepire, voi attribuite all’unico Dio vari nomi e forme.
La terra del Kerala è dono di Dio. Ancora oggi la sua gente segue i comandi del nobile imperatore Bali; ecco perché quello Stato si è sviluppato sotto molti punti di vista. In Kerala non esiste penuria di cibo né di comodità per una vita felice. Prima di andarsene, l’imperatore Bali fornì alla sua gente ogni sorta di agi. Si tratta di un piccolo Stato densamente popolato, ma qualunque sia il numero dei suoi abitanti, si vive fra numerose comodità, in pace e serenità. Ovviamente, in tempi recenti, a causa dell’impatto del Kali Yuga, si stanno verificando dei mutamenti nelle aspirazioni e nello stile di vita delle persone, ma l’essenza del loro cuore e dei loro sentimenti rimane la stessa. Esse continuano a seguire le ingiunzioni vediche “Satyam vâda dharmam chara” (Di’ la Verità e segui la Rettitudine). Questa gente rispetta gli anziani e li serve con amore e affetto.
L’amore per Dio dei Keralesi
Qual è la ragione di ciò? L’amore per Dio. È la terra dove, ancora oggi, esiste amore per Dio e in cui si ha timore del peccato. Chi nutre amore per Dio sviluppa naturalmente timore del peccato. Di conseguenza, persone simili avranno un alto grado di moralità nella società, cosa importantissima perché essa funzioni regolarmente. Così la gente del Kerala osserva scrupolosamente i tre princìpi di daiva prîti, pâpa bhîti e sangha nîti (amore per Dio, timore del peccato, moralità nella società). Essa rispetta gli anziani e dà loro il dovuto riconoscimento. Occorrerebbe avere moralità e integrità. Gli stessi princìpi sono racchiusi nell’ingiunzione vedica “di’ la Verità e segui la Rettitudine”. I Keralesi, nella vita quotidiana, seguono scrupolosamente questi due princìpi.
La messa in pratica dei nobili princìpi di Bali
Non basta celebrare la festa di Onam con grande devozione e fervore religioso: bisogna vivere all’altezza delle aspettative del nobile imperatore Bali. È detto:
Mâtru devo bhava pitru devo bhava âchârya devo bhava atithi devo bhava
“Rispettate la madre, il padre,
il precettore e l’ospite come Dio.”
Ovvero, la madre è Dio, il padre è Dio, il precettore è Dio, l’ospite è Dio. Secondo quell’ordine, prima viene la madre. Ella vi dà la vita, vi alleva e vi insegna buoni princìpi negli anni della formazione. Poi inizia il ruolo del padre. Egli è il vostro secondo guru. Poi è la volta dell’insegnante, che vi impartisce l’istruzione che vi renderà capaci di guadagnarvi da vivere nel mondo. Poi c’è Dio a prendere le redini. In questo modo, la vita nel mondo comincia con vostra madre e culmina con Dio. Quindi, non dimenticatevi in nessuna circostanza di vostra madre, amatela più di qualunque altro e riservatele il dovuto rispetto. Vi accorgerete che la gente del Kerala rispetta grandemente gli anziani, e in modo particolare le proprie madri, porta loro aiuto, se ne occupa con scrupolo e cerca sempre di renderle felici. Che fortuna per gli abitanti del Kerala aver avuto un imperatore come Bali, che Dio Stesso accompagnò nel Vaikuntha (Paradiso)!
La festa di Onam e il suo profondo significato
Che cos’è Onam? È il giorno in cui le persone fanno un buon bagno, indossano abiti nuovi e pregano Dio con cuore puro. Preparano, inoltre, una varietà di gustosi piatti, i cui ingredienti sono soprattutto le banane. Con tale frutto creano, infatti, una dozzina di piatti. È una celebrazione unica nel suo genere. I cibi cucinati con cuore puro e amorevole saranno perciò molto gustosi. La gente offre prima queste pietanze con tutto il cuore e con tanta devozione a Dio, poi le consuma con i membri della famiglia e i parenti. I piatti vengono serviti uno dopo l’altro e, tanto il cucinarli quanto il servirli, viene fatto con cuore puro e traboccante d’amore nel vero spirito delle celebrazioni di Onam. Affinché Dio si manifesti, le persone tengono pulite le loro case e mantengono un’atmosfera sacra. Non le considerano semplici case, ma templi di Dio. Solo in Kerala è così diffusa una simile sacra atmosfera. Anche se alcuni, nei confronti della festa di Onam, nutrono delle perplessità, ne fanno piazza pulita e celebrano la festa nel suo vero spirito, come un giorno in cui l’imperatore Bali benedisse la sua gente dal Vaikuntha (la dimora del Signore Vishnu), che egli alla fine raggiunse.
È una pratica ascetica (tapas) per la gente del Kerala ricordare, in questo giorno, le parole dell’imperatore Bali e vivere la propria esistenza conformandosi a ciò in uno spirito d’amore e servizio.
“Ama tutti, servi tutti!”
Non può esistere, per nessuno, una pratica ascetica più grande.
Salutate, chiunque incontriate, con rispetto. Anche se vi imbattete nel vostro nemico, salutatelo per primi; sicuramente egli ricambierà il vostro nobile gesto. Le persone, dunque, devono comportarsi con amore reciproco e unità: solo costoro meriteranno l’appellativo di esseri umani; sono infatti persone che posseggono moralità. Oggi dovete alimentare la moralità; l’amore per Dio ingiunge di sviluppare moralità nella società. Dovete pertanto maturare amore per Dio, timore del peccato e moralità nella società. Non dimenticate questi tre princìpi. Chi non ha moralità non è affatto un essere umano! Possono una nazione o un popolo esistere senza moralità? No! Oltre alla moralità dovete anche coltivare le qualità dell’umiltà e dell’obbedienza: questo fu infatti il messaggio che l’imperatore Bali trasmise alla sua gente. Se coltiverete e svilupperete simili qualità, la vostra vita sarà santificata.
Prashânti Nilayam, 2 settembre 2009,
Sai Kulwant Hall
Celebrazioni della Festa di Onam
(Traduzione del testo in inglese pubblicato da: www.sathyasai.org)