27 Luglio 2002 – A testimonianza degli Insegnamenti di Swami

27 Luglio 2002 

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

A testimonianza degli Insegnamenti di Swami

Incarnazioni dell’Amore!
Molti di voi che si trovano qui sono già venuti più volte a Prashânti Nilayam. Siete venuti molte volte, e avete speso molto denaro. Perché venite? Venite per sperimentare la beatitudine. Ma la state sperimentando? No. Solo compiendo un’indagine per scoprire che cosa sia realmente la beatitudine si è in grado di sperimentarla. Voi cercate la beatitudine recandovi in molti luoghi, praticando diverse discipline spirituali (sâdhanâ), cantando i bhajan e andando a far visita a molti guru ; ma non riuscite a sperimentare la beatitudine. A che cosa vi serve leggere molti libri? Praticate almeno uno o due degli insegnamenti di Swami? Se non li praticate, a che cosa vi serve tornare qui più volte? Molte volte vi ho parlato della Verità (Satya), della Retta Azione (Dharma) e della Pace (Shânti).

I significati di Satya, la Verità

Che cos’è la Verità? In questa parola ci sono tre sillabe: “sat”, “aa” e “yaa”. “ Sat” significa permanente, ed è la vita; ”aa” sta per cibo (annamu) e ”yaa” è la procedura per questa investigazione. Per la vita, il cibo è essenziale. ”Yaa” è il sole, che provvede al cibo. Per ”sat” , che è la vita, avete bisogno di ”aa” (il cibo), e il sole è necessario per poter avere il cibo. Quindi, ”Satya” significa: “per grazia del Dio Sole potete soddisfare la fame e vivere una vita confortevole”. C’è anche un’altra interpretazione. ”Sa”, ”ta”, ”yaa”. Consideriamo queste tre sillabe nell’ordine contrario. ”Yaa” sta per yama (il controllo dei sensi interni) e niyama (il controllo dei sensi esterni) nella sâdhanâ. Questo porta a ”ta” che è Tattva (la Realtà), che, a sua volta, porta a ”Sa”, che è la Divinità. Se fate delle penitenze con yama e niyama sperimenterete la Divinità. L’uomo deve parlare meno e fare più pratica spirituale. Voi venite qui a fare delle pratiche spirituali; ma come potete progredire se, anche qui, indulgete nel troppo parlare? Oggi intraprendete pratiche spirituali, quali le penitenze, la ripetizione del Nome di Dio (japa), l’adorazione e la meditazione. Non otterrete mai la Divinità con queste pratiche di routine.

L’uso appropriato dei sensi

Buddha intraprese molte discipline spirituali, si recò in molti posti, lesse molti libri e visitò molti guru , ma infine si rese conto che erano tutte cose futili. Così cominciò a indagare su quali siano i doni di Dio. Se facciamo un uso appropriato dei doni di Dio possiamo sperimentare la pace e la felicità. Per esempio, Dio ci ha dato la lingua. Dobbiamo farne un uso appropriato, rivolgendoci agli altri usando parole sacre, affinché essi capiscano. Buddha si chiese se Egli stesso lo stesse facendo oppure no. Dio ci ha dato i cinque princìpi vitali o soffi vitali, cioè: prana, apâna, vyâna, udâna e samâna (le cinque modalità funzionali, in cui si manifesta l’energia vitale, che stimolano, ciascuna, determinati gruppi di organi fisici – N.d.T.). Lo spazio (âkâsha) è la consapevolezza. Il vento è la vita. Il fuoco è la radianza. L’acqua è la vita. Voi non state facendo un uso appropriato di questi doni di Dio. Innanzitutto, Buddha realizzò che la lingua ci è stata data per parlare dolcemente, a voce bassa, per dire la verità e pronunciare parole nobili. Poi si chiese se stesse dicendo parole che fossero utili agli altri, che suonassero dolci, o se invece le parole che pronuncia va avessero degli intenti egoistici.
Dopo un’approfondita indagine di questo tipo, Egli gettò via tutti i libri in Suo possesso, perché aveva capito che erano inutili. Poi si sedette sotto l’albero del bodhi (ficus religiosa). Come prima cosa realizzò l’importanza del samyak vâk (il parlare in modo sacro). Pregò Dio di aiutarLo a riuscire a pronunciare solo parole di Verità, parole sacre e nobili che portassero beneficio agli altri. Poi chiuse gli occhi. Gli occhi ci sono stati dati per vedere il mondo e Dio. Ma Egli comprese che usava gli occhi per vedere il mondo irreale e transitorio, e non Dio. Si sentì disgustato dalla futilità di questo mondo carico di dolore. Si rese conto che il mondo era la fonte di tutti i dispiaceri e di tutte le sofferenze, ma non della felicità. Così comprese il valore di samyak drishti (la sacra visione).
Dopo aver compreso l’importanza della buona parola e della buona visione, indagò sul buon ascolto. Capì che non pronunciava parole utili agli altri, e questo significava che la Sua era una vita sprecata. Il merito risiede nell’aiuto che riusciamo a dare agli altri, mentre è un peccato far loro del male. Poi comprese l’importanza di samyak shravanam (il sacro ascolto). Sentì che doveva vedere il bene, ascoltare il bene e pronunciare il bene. Quindi realizzò che il fondamento sostanziale di tutto ciò è samyak hridayam (un cuore sacro). Se avete un cuore buono, direte il bene, ascolterete il bene e avrete una buona visione. Il cuore può esser paragonato a un generatore e l’energia che proviene da esso fa funzionare le orecchie e gli occhi e vi dà la facoltà della parola. Infine, Buddha comprese l’importanza di avere samyak bhâvam (sentimenti sacri).
I sentimenti sono importanti in ogni cosa. Se non avete buoni sentimenti, non potrete avere né una buona visione né un buon ascolto, né potrete parlare amorevolmente.
Bhâva shuddi e jñâna siddhi : cioè, la purezza dei pensieri porta alla realizzazione della Saggezza. La Saggezza (jñâna) non si può realizzare leggendo dei libri.
Così Buddha acquisì la buona visione, il buon ascolto, il buon parlare e la buona vibrazione. Alla fine indagò su come tutte queste caratteristiche potessero essere utili alla società e al mondo. Arrivò quindi a comprendere la necessità di samyak karma (l’azione sacra).
Se pensate al mondo, se tutto ciò che fate è in funzione del mondo e restate coinvolti in attività mondane, tutto ciò che fate sarà inutile.

La saggezza di Patel

Nel Gujarat c’era un grande devoto di nome Patel. Aveva denaro, proprietà, poteva usufruire di ogni comodità, di ogni mezzo di trasporto, e aveva dei figli.
Appena si alzava, si sedeva a meditare. Una volta un suo amico, un uomo d’affari che viveva in America, andò a trovarlo. Patel gli spedì un messaggio, nel quale gli comunicava che lo avrebbe incontrato non appena avesse finito di meditare. Dopo una lunga attesa, quando Patel apparve, il suo amico gli chiese perché meditasse, visto che aveva denaro in abbondanza, ogni comodità, figli e tutto ciò che gli serviva. Patel rispose che non pregava per gli oggetti materiali, che possedeva in abbondanza, ma per ciò che non aveva, cioè la pace e la beatitudine, che solo Dio può dare.
L’americano constatò, così, la qualità dei sentimenti sacri degli indiani. Poté ammirare la loro attitudine a rinunciare a ciò che posseggono per desiderare ciò che Dio possiede.

Gli ineffabili doni di Dio

Dovete tutti pregare per le cose che solo Dio vi può dare. In secondo luogo, anche la beatitudine è solo un Suo dono. La Pace e la Beatitudine non sono di questo mondo, e sono soltanto doni del Signore. Nel mondo trovate solo la separazione, non la Pace. Potete sperimentare la beatitudine solo in presenza del Signore. Dovete chiedere a Dio solo la Pace e la Beatitudine.
Dopo una tale indagine, Buddha pregò per ottenere la sacra visione. Che cos’è la sacra visione? Dovete vedere solo le cose buone. In genere, nel mondo, la gente fa del male agli altri invece di aiutarli. La gente che aiuta gli altri ha il cuore buono. Questo è il messaggio di Dio nella Gîtâ e nel Bhâgavata, il quale proclama che aiutare gli altri è un’azione meritevole, mentre far loro del male è peccato. Quindi, siate sempre di aiuto e non fate mai del male. Dovete dar da mangiare a chi ha fame, e questo vi darà soddisfazione. Le vostre parole devono essere sacre. La gente usa parole aspre. Dovete parlare sempre a bassa voce, dolcemente, usando parole dolci come il nettare; ma le espressioni dolci possono provenire soltanto da un cuore pieno di dolcezza. Dovete quindi riempirvi il cuore di pace, gioia e dolcezza. Una volta che lo avrete riempito così, anche le vostre parole saranno dolci e pacifiche. Quindi, dovete sviluppare quelle cinque virtù: sacra visione, sacro ascolto, sacre parole, sacro cuore, sacre azioni. Ecco perché Swami dice:

“Non vedere il male:
vedi ciò che è buono.
Non ascoltare il male: ascolta il bene.
Non pronunciare parole cattive:
di’ solo ciò che è buono.
Non pensare male: pensa bene.
Non fare il male: fa’ ciò che è bene.
Questa è la strada che porta a Dio.”

Queste cinque (virtù) sono i doni del Signore.

…infine Ânanda comprese

Fratello Ânanda, il cugino di Buddha, non conosceva questa verità, e piangeva al letto di morte di Buddha.
A quella vista, Buddha gli disse che non era una cosa né buona né appropriata piangere in quel modo mentre Buddha sperimentava la Beatitudine. Lo rimproverò, ricordandogli che il suo nome era Ânanda, e questo significava che doveva essere beato e non triste. Lo esortò a essere felice e beato, aggiungendo che non doveva essere geloso nemmeno di Lui, Buddha, che stava sperimentando la beatitudine. Gli chiese di rinunciare alla gelosia, poi esalò l’ultimo respiro. Ânanda, allora, realizzò la Verità. Provò rimorso per non aver mai aiutato gli altri in vita sua e per non averli resi felici, non provando, egli stesso, felicità. Sentì che lo scopo della vita è quello di porre in atto il significato della parola ‘man’ (in inglese significa: ‘uomo’ – N.d.T.). ‘M’ sta per mâyâ (l’illusione), e il messaggio è quello di rinunciare ad essa. ‘ A ‘ sta per Âtma (il Sé), e il messaggio è quello di sperimentare la Coscienza Atmica. ‘N’ sta per ‘Nirvâna’ (Liberazione). È triste che, pur essendo definito uomo, egli non riesca a liberarsi dell’illusione cosmica, a sperimentare il Sé e a ottenere la Liberazione.
Qual è lo scopo della vita? L’uomo deve liberarsi di mâyâ. Essa vi fa credere che l’irreale sia reale. Non c’è niente di permanente e di reale a questo mondo e tutte le cose sono nuvole di passaggio. Qual è lo scopo della vita umana, e a che cosa serve, con tutta la conoscenza e l’intelligenza disponibili, se poi ci si comporta come animali? Almeno gli animali hanno una ragione e una stagione (per comportarsi in un certo modo – N.d.T.), ma oggi l’uomo non ha né una ragione né una stagione. Questa è una cosa disgustosa.
L’uomo deve, in quanto tale, sviluppare Prajñâna (la Consapevolezza Spirituale).

I quattro Princìpi fondamentali

I Veda e il Bhâgavata hanno insegnato i seguenti quattro Princìpi:

Prajñâna brahma. Dio ha dato all’uomo Prajñâna (la più alta Sapienza), ma l’uomo ne fa cattivo uso e nutre cattivi pensieri. Prajñâna non è la conoscenza mondana, ma è Consapevolezza Piena e Costante, che è un dono di Dio. Questa Consapevolezza deve essere manifestata.
Tat tvam asi. Ciò significa ‘Tu sei Quello’. Dovete realizzare che Dio non è separato da voi; Dio è in voi e voi siete in Dio.
Ayam âtmâ brahma (Io sono l’ Âtma, io sono Brahma). Ciò significa che voi non siete un uomo, ma siete Âtma e siete Brahma. Essendo Brahma, se non realizzate che voi siete l’ Âtma, a che cosa serve la vostra vita e tutta l’educazione che acquisite? Dovete realizzare la Verità: ‘Io sono l’Io’, cioè che voi siete con Dio, siete in Dio e Dio è in voi.
Aham brahmâsmi. Realizzate la Verità secondo cui voi siete Dio. Come individuo separato voi siete un jîva, e come Sé Cosmico siete Dio.

Dio è l’unità nella diversità. Se non comprendete ciò, non serve a nulla leggere libri o dare lezioni. Almeno praticate uno o due insegnamenti di Swami. Anche a livello mondano, state aiutando qualcuno?

Aiutare sempre, ferire mai.

Non usate mai parole aspre o che feriscono. Le parole vengono dal cuore, e, se voi riempite i vostri cuori di sacralità, anche le vostre parole risulteranno buone. Se volete dire parole buone, dovete riempire i vostri cuori di buoni sentimenti.
Un grande santo, di nome Tirutonda Âlvâr, comprese di non esser separato da Dio e che Dio risiedeva in lui. Disse a Dio: “Tu e io siamo Uno.” Ecco perché Bhagavân ripete sempre: “Non considerate mai Dio come qualcosa di separato da voi.” Dio è il Residente del vostro cuore, l’Abitante interiore e l’Incarnazione dell’ Âtma. Quando dite ‘Io’, vi riferite all’ Âtma. Dovete sempre ricordarvi che Dio è con voi, in voi, intorno a voi, sopra di voi e sotto di voi. Dovete realizzare questa Verità fondamentale.

Tutto è proiezione dello stato interiore

Molti fanno delle pratiche spirituali, ma non ottengono nessun risultato permanente. Queste pratiche sono come nuvole di passaggio. La gente si alza la mattina, fa japa (la ripetizione del Nome di Dio) e medita; ma queste due pratiche dovrebbero essere concrete, cioè non dovrebbero essere transitorie o immaginarie. Non è che Dio viene e va; Egli è eterno e infinito. Non avete bisogno di cercare Dio da nessuna parte; invece, volgete la vostra visione all’interno. Nel mondo esteriore, voi vedete miriadi di volti, ma essi sono in effetti solo le proiezioni di ciò che si trova già in voi. Tutto è un riflesso, una reazione, un’eco del vostro stato interiore. Vi sentite tristi se qualcuno vi critica. Nessuno vi critica. Siete voi a criticare voi stessi. Pensate che gli altri vi facciano del male; ma non ci sono “‘altri”.
Anche Gesù menzionò la parola Joy (in inglese “joy” significa “gioia” – N.d.T.). La parola Joy denota: “J”, come Jesus (Gesù in inglese – N.d.T.), per prima lettera; “O” , come “others”, (ciò significa che) poi vengono gli altri (in inglese “others” significa “altri” – N.d.T.) e “Y” , come “you”, (cioè) voi venite per ultimi (“you” in inglese significa “tu” o “voi” – N.d.T ).

Progredire fino all’Unità

Alla fine dovete realizzare che voi siete Gesù e che siete Dio. Se pensate ripetutamente di essere Dio e di non essere separati da Lui, diventate veramente Dio. Se credete che Dio sia separato da voi, Egli resterà sempre separato. Dio non è separa to da voi: è in voi e voi siete in Lui. Dovete innanzitutto realizzare questa Verità. Voi fate molte pratiche spirituali e anche attività di servizio nell’Organizzazione. Fino a quando considerate voi stessi uomini e avete il senso dell’”io”, dovete servire gli altri. Lentamente realizzerete che, coloro che state servendo, non sono altro che il vostro riflesso, la vostra reazione, la vostra risonanza. Dio è Uno, la Meta è Una, ma appare come “molti” nella società. Voi dovete vedere l’unità nella società, perché l’unità è Divinità. Solo allora le vostre pratiche spirituali troveranno compimento.
Oggi leggete molti libri e non fate alcuna pratica. Swami vuole la scienza applicata, non dei discorsi da tribuna. Non dovete fare molto: seguite almeno un insegnamento. Persino se ne seguite uno solo con sincerità verrete redenti. State seguendo almeno uno degli insegnamenti di Bhagavân? No. Allora, a che cosa serve (venire qui)? Se siete venuti da Bhagavân, dovete praticare i Suoi insegnamenti e condividerli con gli altri. Non avete bisogno di andare per le strade a pubblicizzarli. Innanzitutto condividete il vostro amore e cominciate a farlo a casa, rispettando i genitori e amando i fratelli e le sorelle.

L’importanza del senso della misura

La condivisione dell’amore è la vostra prima pratica spirituale. Se vedete qualcuno soffrire, dovete fare del vostro meglio per aiutarlo. Fatelo comunque nei limiti delle vostre possibilità, e non oltre. Se andate oltre, farete del male a voi stessi. Se lo fate nei limiti (mita) e in modo benefico (hita) avrete successo. Di qui il detto: Na shreyo niyamah vinâ, “Non c’è successo senza disciplina”. Se non seguite la disciplina, sarete in pericolo. Se avete sete, avete bisogno di un bicchier d’acqua, non di tutta l’acqua del Gange. Il fatto è che oggi i desideri della gente non sono realistici. Allo stesso modo, se avete fame, mangiate solo fino a soddisfare la vostra fame; non avete bisogno di molti sacchi di riso. Anche se avete tutto, potreste non sopravvivere fino a domani. Dovreste possedere le cose entro dei limiti, non in eccesso.
Swami ripete continuamente che molta gente abusa del Suo Nome. La gente che fa cattivo uso del Nome di Swami dovrà affrontarne le conseguenze. Se fate delle pratiche spirituali, quali i bhajan, esse devono venire dal cuore e tutti devono potersi unire a voi. Fu Gurunanak a dare, per primo, inizio ai bhajan collettivi. Si è più felici quando si cantano i bhajan in compagnia, piuttosto che da soli. Samyak bhajan (i bhajan comunitari) sono una cosa molto bella da fare insieme. Se siete soli a casa, li potete anche cantare, ma dovreste unirvi agli altri e cantare la gloria del Signore. Comunque, se non vi piace unirvi alla gente che canta i bhajan collettivamente, potete cantarli da soli.
Dovete fare attenzione che nessuno venga ferito dal vostro modo di agire. Nei limiti di quanto vi è possibile, dovete insegnare solo ciò che è bene. Se vengono delle persone estranee, esponete chiaramente gli insegnamenti di Swami. Le vostre spiegazioni devono basarsi sulla vostra esperienza. Solo allora toccheranno i cuori.

Il significato di devozione e spiritualità

Incarnazioni dell’Amore!
Ci sono molti devoti a questo mondo. La devozione c’è, ma non del giusto tipo. Innanzitutto si deve capire che cosa si intende per devozione e per spiritualità. Spiritualità significa eliminare le tendenze animali e divinizzare le qualità umane; questa è la vera pratica spirituale. Spiritualità non significa fare solo japa , meditare o cantare i bhajan: dovete uccidere il temperamento bestiale in voi. La vita dell’uomo arriva a compimento solo quando le qualità animali vengono annullate e le qualità umane vengono trasformate in qualità divine.

Incarnazioni dell’Amore!
Voi state seguendo molti diversi tipi di pratiche spirituali, ma la cosa più importante è aiutare i bisognosi e i poveri. Aiutate gli altri. Non esiste pratica spirituale più alta di questa. Swami dice che l’ornamento per le mani non sono i braccialetti, ma è la carità. Quello per il collo è la Verità, non sono le collane; e quello per le orecchie sono le Sacre Scritture e il Dharma. Questi sono i veri gioielli preziosi per il corpo umano. Solo la Verità deve uscire dal collo.

Incarnazioni dell’Amore!
Le donne fanno molto lavoro. Anche alcuni medici lavorano sinceramente, senza alcun egoismo. Le donne sono tristi per il fatto di non poter lavorare di più. Ma non sono indipendenti. Se lo fossero, avrebbero potuto dedicare molto più tempo al servizio. Le donne hanno i mariti, che, per loro, sono come una schiavitù.
Naturalmente devono seguire i loro mariti e servirli. Infatti lo fanno: servono i loro mariti, li rispettano e li rendono felici. La vera pratica spirituale è rendere gli altri felici. Anche se non potete fare molto, almeno rendete felici gli altri rivolgendovi ad essi con parole buone e gentili.
A questo punto, Baba ha detto al dottor. Goldstein che, se avesse avuto delle domande da fare, Egli avrebbe risposto – N.d.T.).
Goldstein: “Swami, nella Conferenza sul Servizio i delegati hanno posto alcune domande. Volevano sapere se le attività dell’Organizzazione Sathya Sai possono essere affiliate ad altre organizzazioni umanitarie.”
Swami: “A Mio avviso, non deve esserci alcun tipo di affiliazione. Voi fate servizio secondo le vostre regole. Non ci deve essere alcun paragone con altre organizzazioni. Esse fanno a modo loro, e voi fate a modo vostro.” Goldstein: “I devoti chiedono come possono portare al pubblico il messaggio di Swami, e come l’Organizzazione Sathya Sai può interagire col pubblico e trasmettere il Suo messaggio. Inoltre, come possono far conoscere Swami pubblicamente e mettere le persone al corrente dell’avvento dell’ Avatâr.”
Swami: “Per trasmettere al pubblico il messaggio di Baba non sono necessarie né la poesia né le trovate letterarie. La pratica degli insegnamenti di Swami nella vostra vita sarà il messaggio migliore per il pubblico. Nei paesi stranieri alcuni Indiani si proclamano devoti di Swami e dicono molte falsità, usandoNe il Nome per chiedere denaro. Alcuni dicono di costruire templi e scuole per Swami, raccogliendo, così, denaro. Sono solo sfacciate bugie. Swami non chiede soldi per nessuno scopo. Perciò state attenti; tenetevi lontani da questa gente che vi avvicina per chiedere soldi nel Nome di Sai.”
Goldstein: “Molti devoti chiedono come possono far sì che i centri dei vari paesi riflettano al meglio la spiritualità della propria società. La selezione dei bhajan, il modo in cui i Centri Sai Baba vengono “arredati”, e tutti i programmi devono essere in funzione di ogni cultura, perché Swami ha piantato il seme della divinità nella terra di ogni paese del mondo…”
Swami: “Ogni paese deve seguire la propria procedura e la propria cultura, ma non deve paragonarsi ad altri. Non dovete imitare nessuno. Swami non allunga la mano a nessuno per chiedere qualcosa. Io dico: non sono un mendicante (beggar), ma sono più grande (bigger) per quanto riguarda i buoni pensieri!”

La pratica spirituale più elevata: seguire il Messaggio di Swami

Baba dichiara che la Sua vita è il Suo messaggio e che voi dovete seguirNe l’esempio di vita. Fate ciò che fa piacere a Swami e otterrete sicuramente la Divinità. Non esistono pratiche spirituali più elevate di questa. La pratica spirituale consiste concretamente nel rispettare e seguire gli insegnamenti di Swami. È molto importante che rispettiate tutti.
Non aspettatevi che gli altri vi rispettino. Anche se gli altri non vi rispettano, voi dovete rispettarli, perché la stessa Divinità risiede in tutti.
Se rispettate tutti, rispettate Dio. Anche se qualcuno vi critica o vi maltratta, voi dovete, comunque, rispettarlo. Anche se vi critica, non dovete criticarlo di rimando. Solo in questo modo provocherete la trasformazione dell’altra persona. Dovete restare in silenzio e riempire il vostro cuore d’amore. Non c’è niente di più elevato dell’amore. Tutta la proprietà di Swami è solo l’Amore. Tutti voi avete una parte nella Mia proprietà. Tutti voi siete azionari della proprietà di Baba. Ovunque facciate servizio, Io sono con voi, in voi, attorno a voi.

Incarnazioni dell’Amore!
Molti di voi vanno e vengono, ma non riescono a capire gli insegnamenti di Swami e a metterli in pratica. Non avete bisogno di compiere alcuna pratica spirituale. Rispettate, piuttosto, tutti e parlate con amore: anche se non sono devoti, possono cambiare. Prima ci deve essere una trasformazione in voi; poi tutto il mondo si trasformerà. Prima Swami ha menzionato un devoto di nome Patel, che pregava Dio di concedergli Pace e Beatitudine. L’uomo moderno, invece, ha desideri illimitati. Sebbene viva nell’abbondanza, vuole sempre di più. A che cosa serve avere tanto, se ciò che si ha non viene usato per scopi nobili e sacri? L’uso sacro non consiste nel dare soldi, indiscriminatamente, a chiunque ve li chieda. Dovete aiutare solo chi se lo merita. Accorgendosi che siete pronti a dare, molti vi correranno dietro. Se date a tutti indiscriminatamente, il vostro diventa un abuso di denaro, ed è una cosa sbagliata. Dovete discriminare se è giusto o no, se è bene o male, e dare solo se il buon uso è certo. Solo in questo modo lo scopo è raggiunto. Tutte le organizzazioni, al momento, puntano gli occhi sull’America, perché vi girano molti soldi. Sebbene sia un paese ricco, è veramente povero. Chi è l’uomo più povero del mondo? Il più povero è colui che ha molti desideri. Chi è molto soddisfatto è l’uomo più ricco. Tenete a mente questi due princìpi. Secondo il Mio punto di vista, non dovreste mai lasciare spazio ai dubbi. Nel ricordo di Dio, tutti i dubbi verranno chiariti. Alcuni dubbi, in questo mondo, vanno e vengono; sono come nuvole di passaggio. Non dovete preoccuparvi di queste nuvole passeggere. Potreste dover affrontare alcune difficoltà, perdite e sofferenze nella vita, ma non dovete preoccuparvene. Pensate che sono tutte cose buone per voi. Quando siete in difficoltà, dite: “Questo è bene per me, questo è bene per me! Dio mi ha dato questi guai e queste difficoltà per il mio bene.”
Non siate, dunque, preoccupati e delusi! La vostra delusione è un appuntamento per Me (gioco di parole in inglese fra le parole “disappointment” e “appointment”, basato sul fatto che “disappointment” può significare non solo “delusione”, ma anche “mancare a un appuntamento” – N.d.T.).
Se sviluppate questo genere di buoni sentimenti, avrete la beatitudine. Se vi fate prendere dalla depressione, a causa della delusione, nemmeno Dio vi verrà vicino. Se considerate la delusione come un regalo di Dio, allora Egli vi verrà vicino e vi solleverà dalle vostre difficoltà. Alcuni giovani hanno molti dubbi. Questo succede a causa della loro ignoranza. Dovete prendervela con voi stessi, non con gli altri. Non dovete accusare o criticare nessuno. Dovete essere sempre beati. Ogni devoto Sai deve condurre una vita di beatitudine.

L’interrelazione fra cibo, mente e Dio

A Mio avviso, il cibo è molto importante. Com’è il cibo, così sarà la testa. Come sarà la testa (la mente – N.d.T.), così sarà Dio. Il cibo, la mente e Dio sono correlati. Per gli americani è difficile smettere di mangiare carne. Baba non vi forzerà a smettere, ma è bene rinunciare a mangiare carne perché questo vi aiuterà a sviluppare tendenze satviche (sacre). I nostri pensieri dipendono da ciò che mangiamo. Il cibo sbagliato è la causa principale di tutti i cattivi pensieri. Dovete esercitare un controllo su queste tre cose: bere alcolici, mangiar carne e fumare, perché vi svuotano di tutti i buoni pensieri. Dopo aver fumato, se espirate con forza su un pezzo di stoffa bianca, troverete su di essa una macchia giallognola tendente al nero. È come un veleno, che portate dentro di voi. Esso provoca svariate malattie, quali disturbi cardiaci, asma, eosinofilia e disordini allo stomaco. Tutte queste cose sono dovute al fumo.
Anche mangiar carne fa molto male. Perché volete mangiarla? Pensate di averne bisogno perché contiene vitamine e proteine? Potete avere un notevole apporto proteico bevendo yogurt e latte, o mangiando legumi. Credete di assumere proteine migliori di queste se mangiate carne? Vi dirò un segreto: in paesi come Singapore, Malesia e Germania, a causa di esplosioni nucleari dovute a dei test nucleari, l’acqua di mare è inquinata. Ne deriva che le creature marine vengono contaminate dalle scorie nucleari. Quando mangiate queste creature, anche voi ingerite parte di quel veleno, e questo provoca la formazione di tumori. A causa di questa situazione, persino i bambini in Singapore e in Malesia soffrono di cancro alla testa e in altre parti del corpo.
C’è molto cibo inquinato a questo mondo e questo danneggia gli esseri umani. I medici moderni dicono che l’incremento del numero di tumori, al giorno d’oggi, è dovuto alle aumentate possibilità diagnostiche, e che semplicemente molti tumori in passato non venivano diagnosticati. Lo dicono per giustificare se stessi. Prima c’erano alcuni episodi di cancro, ma il loro numero non era così eclatante. Prima i tumori venivano definiti una “crescita”. Oggi per qualsiasi gonfiore tutti, inclusi i medici, si allarmano, pensando possa trattarsi di un cancro. Vogliono analizzare tutto perché “potrebbe” essere un tumore. Se assumete cibo puro e sacro, il cancro non si avvicinerà neppure. I casi di cancro sono in aumento a causa dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del cibo. Una volta che il cancro prende piede, non è più possibile curarlo. Perciò mangiate del cibo puro, per prevenire le malattie e condurre una vita sana e felice.

Incarnazioni dell’Amore!
Conducete un’esistenza felice, sana e pacifica; possiate avere una lunga vita. A che cosa vi serve la buona salute se non avete la Pace? Siate sani, felici e condividete con gli altri la vostra felicità. (A conclusione del Suo Discorso Divino, uno dei devoti ha chiesto a Swami quando se ne sarebbe andato il gonfiore sulla Sua faccia. Alcune settimane prima del Guru Pûrnimâ, sulla guancia destra di Swami si era formato un grosso gonfiore. Esso si era ridotto per il Guru Pûrnimâ, ma era ancora evidente – N.d.T.).

Il grande Esempio di Baba

(Swami risponde:) Sparirà domani. Le malattie come il morbillo, la varicella e il tifo hanno un regolare decorso. Anche questo gonfiore ghiandolare ha un decorso di 21 giorni. Nessuna medicina può farci nulla; solo la dieta deve essere controllata e osservata con attenzione. Dopo 21 giorni si sgonfia spontaneamente. Oggi è il diciannovesimo giorno, e dopodomani dovrebbe esser sparito. Essendo il diciannovesimo giorno, il gonfiore è già diminuito. Prendendo la malattia su di Me da un’altra persona, l’ho sollevata dal suo dolore. Sopportando questo disturbo con pazienza, non sto sprecando il Mio tempo. Faccio talmente tanti Discorsi e lavoro così intensamente! Il gonfiore è cominciato vicino all’articolazione della guancia destra. Era difficile persino parlare e bere acqua. Quando è cominciata la Conferenza Internazionale del Sevâ, il Presidente Nazionale Indiano (dell’Organizzazione Sathya Sai), signor Srinivasan, ha chiesto a Swami di fare un Discorso. Quando ho provato, non riuscivo neppure a parlare. Poi Mi sono detto: “Devo rendere felice questa gente.” Così, per Mia volontà, dall’articolazione, ho spostato il gonfiore un po’ più avanti. Io non Mi curo, perché è una cosa egoistica. In Me non c’è egoismo. Il tredicesimo giorno ho spostato il gonfiore. Quel giorno il dolore era insopportabile, atroce. Ho predicato a tutti di liberarsi dell’attaccamento al corpo e di sviluppare attaccamento per l’ Âtma (il Sé). Quindi dovevo dare l’esempio, dimostrando di non avere attaccamento per il corpo, ignorando il tremendo dolore.
Ecco come ho fatto a svolgere tutta quella mole di lavoro e a fare tanti Discorsi. Io non Mi prendo ferie come voi. Non ci sono domeniche né altre vacanze. Per Swami tutti i giorni sono sacri. Non presto molta attenzione alle malattie, poiché esse vanno e vengono. Per questa mancano ancora due giorni.
Dopodomani tutto sarà tornato alla normalità. Forse non ve ne siete accorti, ma il gonfiore era delle dimensioni di un’arancia matura. Nessuno deve sentirsi triste per il fatto che Swami abbia preso su di Sé questa malattia. Queste sono cose che vanno e vengono. Chi le ha invitate, e chi dice loro addio? Vanno e vengono. Ma voi dovete controllare i vostri pensieri. Se pensate troppo alla malattia, essa vi farà soffrire di più.
Un bambino stava male, e il preside della scuola spedì un telegramma ai suoi genitori. I genitori (vennero e) lo portarono dal dottore, il quale però disse che per il bambino non c’era una cura, e che, quindi, doveva affrontare una lunga sofferenza.
Il bambino piangeva continuamente, senza mangiare né dormire. Andai in macchina a scuola, e chiamai in una stanza il bambino e i suoi genitori. Chiesi al bambino: “Che cosa vuoi?” Egli rispose che desiderava che il dolore se ne andasse. Gli dissi: “Ti leverò il dolore”, e poi gli chiesi che cosa volesse mangiare. Mi chiese dei biscotti: non mangiava da tre giorni. Glieli materializzai, glieli feci mangiare e gli dissi di tornare in classe. I genitori erano preoccupati e volevano portare il figlio a casa. Ma Io dissi al bambino di restare a scuola; allora, il piccolo tornò in classe. Il dolore era svanito. È così che ho preso il dolore su di Me. Faccio molte volte cose di questo genere. Una volta ho preso su di Me la paralisi di un devoto. C’era un devoto di nome Krishnappa, un venditore di fiori di Bangalore. Soffriva di una paralisi e aveva una grande famiglia da mantenere. Così Mi presi la sua paralisi. Quando prendo queste cose su di Me, Io non Mi curo. Se Mi curassi, diventerebbe una cosa egoistica. C’era una madre di tre bambini a Nainital, che aveva perso il marito. Lavorava come contabile e non c’era nessuno che potesse aiutarla. Era molto triste per la dipartita del marito, e lavorava giorno e notte per mantenere la famiglia. Mentre si recava in ufficio fu colpita da un infarto. Io, in quel momento, Mi trovavo a Bangalore ed ella era a Nainital. Le dissi: “Lakshmi, non avere paura.” Lasciai il Mio Corpo e gli studenti che erano con Me si preoccuparono molto. Quando tornai dissi loro di non preoccuparsi, ma di portarMi di sopra. Avevo preso su di Me l’infarto, così ella stette bene e i bambini ne furono felici. Il secondo giorno le spedii un telegramma chiedendole di venire a Brindavan. Venne con i bambini. La chiamai privatamente, e le dissi di non preoccuparsi e di tornare a lavorare. Avendo preso su di Me la sua malattia, non fui in grado di muoverMi per nove giorni. Soffrii, e poi stetti meglio. A volte devo prendere su di Me queste malattie. Questo succede a tutti gli Avatâr.
È successo all’ Avatâr di Shirdi e all’ Avatâr Krishna. Sebbene non tutti questi episodi siano stati registrati, tutte le Incarnazioni Divine si sono fatte carico delle sofferenze dei devoti. Dio fa il Suo dovere, che venga scritto o no. Sono pronto a prenderMi le sofferenze di chiunque non riesca a sopportarle. Sono pronto, pronto, sono sempre pronto a questo. Questi incidenti non sono ostacoli nella strada verso Dio. Tutto continuerà come al solito.
Come avete notato, negli ultimi quindici anni ho partecipato a tutte le funzioni; ho dovuto lavorare intensamente e tenere molti Discorsi. I medici vengono da Me e Mi consigliano di riposarMi. Io non voglio riposarMi; Io non ho bisogno di riposo. È un errore pensare che guarirò se Mi riposerò.
Lavorare mentre devo sottostare alla sofferenza è il Mio riposo.

(Il Discorso è stato seguito da bhajan cantati dagli Americani e si è concluso con l’ârati).

Prashânti Nilayam, Sai Kulwant Hall, 27 Luglio 2002
Discorso ai Devoti Americani
Tradotto dal testo inglese tratto dal sito Internet: www.sathyasai.org