“Senza ego, ci sarà amabilità.
Senza ira, non ci sarà dolore.
Senza desiderio, ci sarà ricchezza.
Senza avidità, ci sarà felicità.”
Incarnazioni dell’Amore!
È dovere primario dell’uomo rendere la mente fresca come la luna e il cuore pieno di splendente saggezza. Fintantoché nell’uomo ci sarà ego, egli non sarà amato nemmeno dalla propria moglie e dai propri figli. Il giorno in cui l’ego diminuirà, egli verrà amato dal mondo intero. L’uomo deve quindi innanzitutto uccidere il proprio ego. L’ego manda l’uomo in rovina: esso è come una bomba.
Fintantoché nell’uomo ci sarà l’ira, egli non potrà sfuggire alla sofferenza. Il giorno in cui l’uomo distruggerà l’ira che ha dentro, tutti lo rispetteranno.
L’avidità è una seccante difficoltà per l’uomo. Se la distruggerà, egli stesso sarà felice e darà gioia agli altri. L’ego, l’ira e l’avidità trasformano l’uomo in un demone.
Se conoscerete l’Uno nel mondo, conoscerete tutto. Se Lo dimenticherete, come potrete conoscere ogni cosa? Sarete ignoranti. Secondo il numero di zeri che vengono messi dopo il numero 1, esso aumenta il suo valore. Se però l’1 viene rimosso, per quanti zeri vengano aggiunti, il loro valore rimarrà sempre zero. Allo stesso modo, nell’uomo l’Amore per l’ Âtma equivale al numero 1; dopo aver sviluppato tale Amore, quali che siano gli affetti che verranno aggiunti dopo, il loro valore aumenterà.
Tutto è pervaso da Dio.
Chi è Dio? L’aspetto Chaitanya (Consapevolezza Divina), presente in tutti i corpi, in tutte le vite e in tutti gli esseri viventi, è Dio. Perciò:
L’universo è pervaso da Dio.
Dio pervade l’intero universo.
Incarnazioni dell’Amore!
Cantando il Nome di Dio, ci sarà possibilità di Liberazione. Per quante gioie, felicità ed agi vengano sperimentati nel nostro mondo, sono tutti inutili senza l’Amore per Dio.
Nella nazione di Bhârata ci sono decine di milioni di devoti che fanno nâmasmarana (cantare, recitare o contemplare il Nome di Dio) e offrono servizio da un capo all’altro del mondo.
Non attraverso le penitenze, né bagnandosi nei fiumi sacri,
né studiando le Scritture, né ripetendo il Nome di Dio,
ma solamente servendo le persone pie,
è possibile attraversare l’oceano della vita terrena.
Il servizio è molto importante. Al fine di acquisire fede nel fatto che Dio è presente in ogni creatura, dovremmo adorare e servire tutti gli esseri viventi.
Durante il servizio dovremmo uccidere l’ego, poiché il sentimento egoistico che fa affermare: “Sto compiendo sevâ ”, renderà inutile quel servizio. Ogni singolo servizio, dunque, e ogni azione che compiamo, dovrebbero compiacere il Signore. Occorre servire con questo sentimento.
State facendo servizio. In molti stanno servendo. Ottengono tuttavia dei risultati? Dobbiamo riconoscere l’aspetto importante del servizio: si potrà infatti, per voi, parlare di vero servizio, solo quando esso verrà offerto al prossimo dimenticando il proprio sé inferiore (ego) e sentendo l’altro come divino.
L’Amore per Dio sorgerà solamente quando l’uomo avrà sia Amore per il corpo sia Amore per l’ Âtma, e, soltanto con l’Amore per Dio, il servizio avrà il giusto valore. Anche il servizio più piccolo diventa enorme quando sentiamo che sta compiacendo Dio.
Esiste solo l’Uno
Incarnazioni dell’Amore!
Chi fa servizio a chi? Chi lo riceve? Colui che lo compie e colui che lo riceve sono uno e il medesimo.
Lo stesso Âtma dimora in tutti gli esseri.
La Verità è unica, benché i saggi La chiamino con vari nomi.
Così esiste solo l’Uno. Tutto è compiuto dall’Uno. Possono esserci anche molti Nomi per Dio. Infatti
Il Dio unico possiede numerosi nomi.
Tuttavia, esiste un solo Signore a possedere tutti quei Nomi. I nomi non sono importanti per noi; le forme e i nomi non sono importanti. La vera devozione è il sentimento. I sentimenti sono graditi a Dio, non le esteriorità. A Dio, che è compiaciuto dal sentimento, dobbiamo offrire servizio con sentimento.
Per 76 giorni, le persone arrivate da Bejavada hanno cantato bhajan, fatto nâmasmarana e sono arrivate qui. Un altro gruppo di alcune migliaia di persone è partito da Shirdi, ha avuto il darshan in molti luoghi di pellegrinaggio e sono arrivati qui, adesso, da Kanyâkumarî.
La vita stessa diventa un servizio. La vita dovrebbe essere trasformata in una vita colma di servizio. Perché il corpo è nato?
La società umana è legata all’azione.
(B.G. 15.2)
Dio ha donato questo corpo per fare servizio al mondo. Non cercate di utilizzarlo male; non inoltratevi in sentieri negativi; non permettete ai pensieri malvagi di entrare. Dovremmo intraprendere buone attività che santifichino questo corpo.
È importante dovere dell’uomo offrire servizio alla società con sentimenti positivi e buone azioni. Per offrire servizio al mondo con Amore, dobbiamo sentire che il corpo è uno strumento donato da Dio. L’inspirazione e l’espirazione si producono insieme col Nome di Dio. Rimane un testimone che afferma: “Io sono in ogni cosa.” So Ham. So Ham significa: “Io sono Dio”, “Sono l’Io (Aham)”. L’inspirazione e l’espirazione del “So Ham” continuano ad avvenire, nella vita di ognuno, 21.600 volte al giorno.
Dato che questo profondo insegnamento avviene in continuazione, perché l’uomo agisce così stupidamente? Chi compie tutte queste azioni? Colui che compie e colui che fa compiere sono Uno: per questo andrebbe fatto il giusto sforzo per riconoscere questo sentimento d’unità. Per ogni cosa esiste solo l’Uno. Il vostro respiro, la vostra parola, il vostro ascolto, il vostro lavoro: tutto è compiuto attraverso un corpo. Tutto è fatto per Lui; non lo stiamo facendo per nessuno.
I Veda dichiarano:
Aham brahmâsmi: Io sono Brahma (Dio).
Tat tvam asi: Tu sei Quello (Dio).
Prajñânam brahma: Dio è la Saggezza Suprema.
Ayam âtmâ brahma: l’Âtma è Dio.
Questi quattro grandi aforismi sono profondi insegnamenti dati al mondo attraverso i quattro Veda . Perché, allora, pur avendoli in se stesso, l’uomo li dimentica?
Ciò che si vede in ogni attimo, è solo il riflesso di se stessi. La Verità stessa parla in ogni parola; in tutto ciò che è creato splende il Dharma; la Divinità risplende in ogni respiro. Nonostante possediamo una vita tanto divina, stiamo agendo stupidamente come se non sapessimo niente, mentre noi non siamo degli ignoranti, ma esseri di Conoscenza Suprema e alta Spiritualità. Per riconoscere questa Verità, all’uomo è stata concessa la natura divina.
Al momento di mangiare, pregate in questo modo:
“L’atto di offrire e Brahman, l’offerta è Brahman,
da Brahman viene versata sul fuoco del sacrificio di Brahman.
In verità si raggiunge Brahman concentrandosi perfettamente sull’azione,
che è, essa stessa, Brahman.”
(B.G. 4.24)
Voi recitate: “Un’offerta a Brahma.” Dov’è Brahma? Immediatamente la risposta arriva dall’interno:
“Io sono Vaishvânara (il fuoco della digestione).”
“Io sono la forma di Vaishvânara presente all’interno di te. O sciocco! Tu offri a Dio, ma Dio sono Io, Vaishvânara , presente nel tuo cuore.” L’offerta, dunque, non è per qualcun altro.
Allo stesso modo, non pensate di fare del male a qualcun altro: lo state facendo solamente a voi stessi. Non crediate di danneggiare qualcuno: voi arrecate danno a voi stessi. Che si tratti dunque di bene o che si tratti di male, siete solo voi che lo state facendo a voi stessi e non agli altri. È detto:
“A chiunque vi inchiniate, il vostro omaggio raggiunge Dio.”
Allo stesso modo:
“ Chiunque disprezziate, il vostro biasimo raggiunge Dio .”
Credete di ferire qualcun altro, oppure pensate: “Gli sto facendo del bene”, ma in realtà non lo state facendo ad altri che a voi stessi. Infatti il Dio interiore, presente in tutti, è solo Uno.
Sfortunatamente state dimenticando un’unità tanto divina.
Andiamo a visitare molte nazioni, ci rechiamo nei posti di pellegrinaggio e contempliamo i molti Nomi del Signore. È Dio ad essere la causa prima di tutto ciò. Qualunque Nome Gli si attribuisca, in qualunque luogo (di pellegrinaggio) si arrivi, esiste un unico Dio. Ma noi stiamo scordando tale unità.
Dobbiamo tener d’occhio l’unità nella diversità, ma, a causa della cattiva sorte, oggi, anziché vedere l’unità nella diversità, l’uomo sta frammentando l’unità in molteplicità. Questa è una via errata. L’unità non andrebbe frammentata in molteplicità. Nella diversità, considerate l’unità. Questo è l’importante servizio che l’uomo deve fare, oggi. In questo, in quello, ovunque si guardi, Dio è solo Uno. Dovreste perciò contemplare la Divinità presente all’interno di voi.
Dio nella mente, lavoro nelle mani.
Contemplate Dio nella vostra mente e agite con le mani. In questo modo ogni azione sarà gradita a Dio. Dobbiamo servire con questo sentimento. Nel servizio di oggi, invece, non viene sviluppata alcuna fede. È da moltissimi anni che state ascoltando (gli insegnamenti), sperimentando (l’ Avatâr), agendo e compiendo servizio. Ma quanto siete andati lontano? Che cosa avete conseguito? Che cosa avete conosciuto? Qual è il segreto del sevâ? Se si guarda da quel punto di vista, non c’è proprio nessuno (che lo conosca).
Lo sviluppo della visione sacra
Dobbiamo migliorare la nostra condotta; essa dovrebbe subire un cambiamento significativo. Dovrebbe esserci una trasformazione nelle nostre parole, e un cambiamento nella nostra visione.
Samyak drishti : Buona Visione. Dovremmo sviluppare una visione sacra.
Samyak vâk : Purezza di parola. Dovremmo pronunciare parole sacre.
Samyak shravanam : Purezza nell’ascolto. (Dovremmo orientarci all’ascolto di ciò che è sacro).
Se correggiamo questi tre aspetti, saremo in grado di ottenere la giusta reputazione. Otterremo la Liberazione solamente quando svilupperemo samyak drishti. Se aspiriamo alla Liberazione, dobbiamo sviluppare una visione pura.
Quando si vanno a visitare luoghi lontani, quando si va in pellegrinaggio, non ci si dovrebbe prostrare solamente di fronte a Dio (alla statua di Dio nel tempio – N.d.T.).
A chiunque vi inchiniate, il vostro omaggio raggiunge Dio.
Quando fate namaskâram a qualcuno, il vostro omaggio raggiunge Dio. Non esiste assolutamente nessuno che sia privo del Dio interiore. Egli è presente in ogni essere vivente ed è dovere fondamentale dell’uomo riconoscere e praticare questa Verità.
Voi ascoltate tanti insegnamenti filosofici, leggete tanti libri, vi recate in tanti luoghi di pellegrinaggio, ma a che serve tutto ciò se la vostra mente non subisce la benché minima trasformazione? L’offerta del servizio è diventata arida e i cuori stanno diventando pietre. Non dovrebbe essere così!
Una mente come il burro, una visione altrettanto duttile e parole (dolci) come il miele: questi sono i valori che contano per l’Organizzazione Sathya Sai. Solo questi sono il suo ornamento. Invece, nonostante esista un ornamento simile, nonostante conserviate dentro di voi poteri tanto sacri, state solo vivendo una vita inutile. La nostra visione dovrebbe apparire fredda come il chiaro di luna; non dovremmo avere sguardi duri; dovrebbero esserci parole dolci. C’è invece solo durezza. Per colpa del sorgere in noi di un tale linguaggio, ci stiamo indirizzando verso un sentiero perverso. Una mente di miele e parole di miele. Questo cuore dovrebbe essere come il miele, e le parole non fuoriuscire con durezza. Esse sono un dono che Dio ci ha fatto, ma, nonostante siano un dono della grazia divina, noi le stiamo utilizzando male. Provate invece a metterle a frutto, evitando di utilizzarle in modo sbagliato.
Il grande dono della vita umana
Incarnazioni dell’Amore!
Gli esseri umani sono così fortunati!
Di tutte le nascite possibili, la nascita umana è la più rara.
La vita umana è un grandissimo dono che arriva dopo molto tempo. Questa vita umana è il risultato di tantissimi meriti di moltissime vite.
Perché, allora, utilizzate male una siffatta natura umana?
Se qualcuno vi parla, rispondetegli dolcemente. Quando qualcuno vi chiama, salutatelo con un volto sorridente. Ai giorni nostri queste sacre qualità non si riescono assolutamente a trovare in nessun essere umano.
Sentite di essere “devoti, devoti, devoti”. No, no! Ce ne andiamo in giro (in pellegrinaggio) con il corpo, mentre la mente si inoltra in sentieri sbagliati. La mente va messa sulla retta via; si dovrebbero compiere buone azioni e bisognerebbe pensare a cose belle. Questo è il giusto rispetto per la vita umana. La nostra condotta dovrebbe basarsi sul rispetto e sull’amore dell’essere umano. Nell’uomo deve nascere un comportamento tanto sacro.
Non dovreste quindi sentire di essere dei semplici esseri umani. L’individuo è Dio. Questa è la sacra filosofia di Bhârata. L’individuo è Dio; Dio e l’uomo non sono distinti.
Dio dimora in tutti gli esseri viventi.
La Divinità , presente in tutti gli esseri viventi, è Una. Tale Divinità è la natura di Chaitanya. Ecco il suo sacro significato. Dobbiamo colmare i nostri cuori con questi sacri significati, compiere azioni sacre nella vita quotidiana, santificando così la nostra vita. È stata data una vita da essere umano: essa non andrebbe indirizzata sulla via sbagliata. Tuttavia, nonostante si sia nati come esseri umani, le menti sono come quelle delle scimmie. Se una mente simile non viene trasformata e, come “umani”, agiamo solo fino a quel livello (da scimmia), non otterremo nessun risultato. Dovremmo guadagnarci la sacra reputazione di “Io sono un essere umano, un essere umano, un essere umano”.
Che cosa vuol dire spiritualità?
Adorare, cantare i bhajan , pregare: questa non è spiritualità. Spiritualità è distruggere l’animalità negli esseri umani e trasformare la natura umana in natura divina. Questa è vera spiritualità. Bisogna distruggere la bestialità nell’uomo; essa deve esser annientata, deve essere uccisa, poiché, fintantoché permane l’aspetto animale, l’essere umano non può realizzare la Divinità.
La bestialità sta crescendo giorno dopo giorno, mentre la Divinità non viene affatto conseguita. Ma noi non siamo animali. Non terrorizzate perciò gli altri, giacché non siete bestie destinate a incutere paura e nemmeno (quel tipo di) animali che la paura la subiscono. Siamo esseri umani che affrontano tutto con grande coraggio.
Nonostante, però, si sia ottenuta una nascita umana, e malgrado la Divinità interiore sia pienamente presente, incapaci di comprenderlo, buttiamo via il tempo.
Incarnazioni dell’Amore!
È importante che non trascuriate questi insegnamenti pensando che, tanto, Sai Baba li ripete giornalmente. Il potere divino nell’uomo non può essere misurato in “grande” o “piccolo”.
Dio è piccolissimo nella cosa più piccola;
è immenso nella cosa più grande.
Gli scienziati hanno compiuto moltissimi esperimenti. A proposito del concetto “piccolo nel piccolo e grande nel grande”, se si prende un seme di mango e lo si pianta nel terreno, esso crescerà fino a grandi dimensioni. Vedete come un piccolo seme contenga in sé proporzioni grandissime? Se questa materia è così pesante, quanto più pesante sarà il peso di Dio?
Dio è piccolissimo nella cosa più piccola;
è immenso nella cosa più grande.
Così, nell’atomo Egli è un atomo; nell’immensità, Egli è immenso. È più piccolo di un atomo e più grande dell’immenso. Non c’è niente che vada oltre. Per questo, cercare di stabilire che la natura di Dio sia in un modo o nell’altro, è solamente segno di grande ignoranza. Nessuno può descrivere la natura di Dio in “questo” o “quel” modo. Per quante siano le descrizioni, sono tutte deludenti.
Ogni descrizione è solo per la soddisfazione dell’uomo, ma è una magra soddisfazione! Poiché Dio possiede un potere infinito, è un grave errore pensare che tale potere sia insignificante.
Sia nel piccolo, così come nel grande, esiste un unico sapore. Prendete con le mani un po’ d’acqua di mare e assaggiatela: è salata. Mettetene dell’altra in un recipiente e sentite com’è salata. (Fra l’acqua presa con le mani e quella nel recipiente) c’è infatti differenza di quantità, ma la qualità è la stessa. Dovreste tenere conto della qualità. La qualità presente in voi è del tipo più elevato.
Dio considera sempre la qualità, mai la quantità. Ci sono centinaia di migliaia di litri di latte d’asina, ma si tratta solo del latte di un’asina. Prendete invece un cucchiaino di latte di mucca: vedrete come sarete felici! Nonostante sia una piccola quantità, bevetelo allegramente. Non desideratene troppo, cadendo nel desiderio sbagliato. Il desiderio sbagliato è un male; esso è la causa della sofferenza. Al contrario, si possono provare buoni desideri e, anche se essi sono di meno, ne otterrete gioia incalcolabile.
La ricerca di Dio
Incarnazioni dell’Amore!
Oggi, nel mondo, le persone sono in cerca di Dio attraverso innumerevoli vie. Se viene chiesto: “Che cosa state facendo?”, la risposta sarà: “Sto cercando Dio.”
Che cos’è la ricerca di Dio? Dov’è Dio? Egli è ovunque si guardi. Egli è l’ Âtma, unico, e oggetto di tutti i culti, ed è presente qui, là e ovunque. Perché dunque cercare Dio, che è Uno? Dio è ovunque si guardi.
Mai avere il dubbio che Egli sia in questo e non in quello.
Dio è presente ovunque. Ovunque si guardi, là Egli si trova.
Prahlâda era uno studente così. Era un ragazzino. Quando fu mandato a lezione, Chanda e Amarka, i suoi insegnanti, gli imposero delle regole ferree, ma Prahlâda non ci fece caso. Egli mise sulle spalle di Dio la responsabilità della sua protezione. “Tutto è Nârâyana, Nârâyana.” Un giorno suo padre lo mandò a chiamare e gli chiese: “Figlio caro, sembra che tu abbia acquisito una grande conoscenza. Mi diresti qualcosa?”
Prahlâda rispose: “Padre, sono stati i maestri a insegnarmelo. Ho studiato che cosa sono Dharma (la Rettitudine), Artha (la Ricchezza spirituale), Kâma (il Desiderio di Liberazione) e Moksha (la Liberazione dall’attaccamento). Così ho scoperto il segreto di tutto ciò che ho studiato, padre.”
“Qual è, figlio?” egli chiese. “Rivelami questo segreto.”
Prahlâda rispose: “Om Namo Nârâyanâya!” Hiranyakashipu ebbe un capogiro. Picchiò il figlio e lo mandò via. Hiranyakashipu odiava Dio, mentre Prahlâda Lo amava. Prahlâda provava Amore, Hiranyakashipu odio. C’è talmente tanta differenza fra l’Amore e l’odio! L’aspetto umano può esser trasformato in divino attraverso parole d’affetto.
Incarnazioni dell’Amore!
Non dovremmo odiare. Non sviluppate gelosia. Non dovremmo stare senza uccidere l’ego. Uccidete l’ego, innanzitutto; solo così esso se ne andrà e si svilupperà la giusta natura dell’Amore. Dio andrebbe realizzato attraverso l’Amore.
“Nell’arida terra senza Amore, per far germogliare i semi dell’Amore,
con l’emozione dell’Amore; per far cadere la pioggia di nettare dell’Amore,
per far scorrere i fiumi dell’Amore, suona il Tuo flauto, o Krishna!”
Pensiamo solo a quanto è bello il canto di Dio! Coloro che lo ascoltano conoscono quanto sia dolce quel sentimento, mentre coloro che non lo sentono non possono capire.
Incarnazioni dell’Amore!
Anche se non vi è possibile compiere alcuna pratica spirituale, alcuno yoga, alcun japa o meditazione, fate nâmasmarana. Non fatevi coinvolgere da tutte quelle discipline spirituali che non comprendete. Seguite la via semplice.
La meditazione era la pratica spirituale per il Krita Yuga; lo Yajña (il rituale) lo era per il Tretâ Yuga; l’adorazione per il Dvâpara Yuga e il nâmasmarana per il Kali Yuga.
Solo il Nome di Dio, il Nome di Dio, il Nome di Dio concederà la Liberazione, concederà la Liberazione nell’era di Kali.
Sforzatevi di ottenere la liberazione con il nâmasmarana. Non c’è niente di meglio. Di tutte le discipline spirituali praticate, il nâmasmarana è la migliore.
Incarnazioni dell’Amore! Studenti! Pellegrini! Sevaka!
Tanti stanno facendo servizio. Shravanam (l’ascolto delle storie di Dio), Kîrtanam (il canto della Gloria di Dio), Vishnu Smaranam (il canto del Nome di Dio), Pâda Sevanam (il servizio ai Piedi di Loto), Vandanam (rendere omaggio a Dio), Archanam (l’adorazione), Dâsyam (essere servo di Dio), Sneham (l’amicizia con Dio), Âtma Nivedanam (l’abbandono a Dio).
Le persone percorrono queste nove vie e cercano di realizzare la Divinità , ma, per quante vie vengano seguite, la Meta è Una. RaggiungeteLa, dunque, anziché allontanarvi da Essa.
Non dovremmo percorrere la via sbagliata; non percorrete la via contraria a quella di Dio. Non sviluppate soltanto il vostro egoismo. L’egoismo è la causa prima dell’interesse personale e l’interesse personale è un ostacolo alla spiritualità. Dovremmo dunque rinunciare all’egoismo e amare Dio. Dedicatevi a Lui, perché solamente quando vi incamminerete lungo questa via, realizzerete il potere divino. Alcune migliaia di persone sono arrivate oggi da Shirdi. Sono state in pellegrinaggio, hanno ricevuto il darshan dei luoghi sacri, hanno contemplato il sacro Nome di Dio e questa mattina sono arrivate a Prashânti Nilayam. La causa principale di tutto questo è il nâmasmarana.
Gli kshetra (corpi) possono anche essere differenti, ma:
Sappi! Io sono il Residente di tutti i corpi.
(B.G. 13.3)
Entrambi sono Uno. Senza Kshetrajna (il Residente interiore), non ci può affatto essere kshetra (il corpo). Perciò, indipendentemente da quanti pellegrinaggi compiamo, dovremmo rendere sacro il campo (kshetra) del nostro cuore.
Riducete le parole dure, smettete di criticare il prossimo, finitela di rimuginare sugli altri. Incrementate (piuttosto) la contemplazione di Dio: questa è vera pratica spirituale. Rendete servizio agli altri per quanto possibile. Fate sevâ secondo le vostre capacità. Anche il servizio andrebbe santificato.
Un piccolo esempio: molti nostri studenti sono andati a fare servizio nei circostanti villaggi di Brahmanapalli, Beedapalli e Yenumulapalli. Come viene svolto un tale servizio? In esso dovrebbe rimanere il sentimento. Dovreste dire agli abitanti dei villaggi: “Signore, siamo qui per fare sevâ . Unitevi a noi. Unitevi a noi e imparate, in modo che possiate poi continuare a servire il vostro villaggio. Chi viene da fuori può servire per un mese o due, ma se voi imparate come fare, potrete continuare a servire il vostro villaggio.”
I villaggi sono sporchissimi. Sono pieni di sudiciume. Per questo motivo noi e i nostri bambini prendiamo alcune spaventose malattie. I villaggi devono essere ripuliti; in essi deve essere disponibile acqua pulita, e dovrebbe esserci aria pura da respirare. Solo così si otterrà un cuore puro.
Sacre visioni, sacri ascolti, sacre parole, sacri lavori, sacri pensieri: se otterrete questi cinque, raggiungerete una condizione sacra. In questo modo otterrete il giusto conseguimento. Otterrete Sâyujya (la fusione con il Divino).
Sâlokya (la percezione di Dio), Sâmîpya (la vicinanza a Dio), Sârûpya (l’esperienza della visione di Dio) e Sâyujya (la fusione in Dio). Dobbiamo innanzitutto entrare in Sâlokya, poi dirigerci verso Sâmîpya, successivamente conseguire Sârûpya, e quindi otterremo Sâyujya, l’Unione.
Il fiume arriva scorrendo da molto lontano. Arriva, arriva, arriva, arriva e, alla fine, s’immerge nell’oceano.
Tutti i fiumi raggiungono l’oceano.
Qual è lo scopo della vita dei fiumi? Quello di fondersi nell’oceano. Allo stesso modo, perché l’uomo nasce? Non soltanto per sperimentare comfort, felicità e gioia nel mondo. Sperimentateli in gran quantità, sperimentateli intanto che c’è vita, ma, alla fine, dovrete immergervi nel Divino.
Chiedetevi perché vi è stata donata la vita. Siamo venuti per fonderci in Dio; siamo venuti per vedere Dio; siamo venuti per sperimentare Dio. Che cosa, invece, avete sperimentato finora? Dio non è stato sperimentato, non è stato visto, non è stato raggiunto.
Siete nati e state sperimentando il mondo, state vivendo nel mondo per immergervi di nuovo nel mondo (rinascere). È questa la vita umana? Il sentiero della vita umana non è una via tanto vile! La vita umana è sacra, è divina, è propizia. Non sprecatela!
Nessuna tassa per il nâmasmarana
Perciò, studenti! Pellegrini!
Incamminatevi lungo questo sentiero così sacro e santificate il tempo recitando il Nome del Signore. Non è infatti possibile santificarlo in nessun altro modo. Potete contemplare il Suo Nome mentre camminate; potete fare nâmasmarana mentre siete coricati, mentre siete seduti, mentre viaggiate. Non ci sono limiti al nâmasmarana.
Ci sono limiti ad ogni cosa; su ogni cosa c’è una tassa da pagare.
Bisogna pagare la tassa sull’acqua, bisogna pagare la bolletta dell’elettricità se vogliamo luce nelle nostre case; ma non ci sono tasse per il nâmasmarana ; non c’è nessuno che richieda qualche tipo di pagamento. Non ci sono difficoltà a riguardo. Il nâmasmarana è facilmente disponibile. Perché, allora, non riuscite a farlo?
L’uomo abbandona qualcosa di così facilmente accessibile, pensando che solo ciò che viene guadagnato con difficoltà sia valido. Questo è un pensiero negativo. Al contrario, ciò che si guadagna facilmente, per noi è sacro. Il pensiero di Dio ci cade in grembo facilmente, senza creare nessuna difficoltà o nessuna sofferenza. L’Amore è la vera devozione. Senza Amore non esiste nessuna devozione.
Japa , austerità, meditazione, yoga, yajña : anche se tutte queste pratiche vengono compiute, è comunque l’Amore a essere la forza vitale presente in esse. Senza Amore, non possiamo eseguire neanche il lavoro più piccolo.
L’Amore è importante per ogni cosa, sia materiale sia spirituale. Il sentimento d’Amore è importante sia per i benestanti sia per i ricercatori spirituali, per i credenti come per gli atei. Sviluppate questa natura d’Amore tanto sacra.
Non dovremmo criticare nessuno, accusare nessuno, né prendere in giro nessuno. Rendete tutti felici tramite l’Amore. Una delle sâdhanâ dell’uomo è quella di sforzarsi di rendere felici gli esseri umani. Sperimentate questa via tanto semplice, sperimentate questa facile gioia e, facilmente, rendete sacra la vita.
(Baba conclude cantando: “Hare Râma Hare Râma, Râma Râma, Hare Hare …“).
Prashânti Nilayam, Sai Kulwant Hall, 24 Febbraio 2002
Visita dei pellegrini arrivati da Shirdi e Bejavada
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