“Se non ci sono né una buona mente né una buona condotta, come può Sai elogiarvi?
Come può Prema Sai, il Dispensatore di Pace, Amore, Felicità e Benessere, prendersi cura di voi?”
Incarnazioni dell’Amore!
La vita dell’uomo è compassionevole. Il tempo è sacro. Il cuore è puro. La mente è gentile. Quali dovrebbero essere le fondamenta per un individuo che ha sentimenti tanto sacri? Che cos’è importante per questo edificio (relativo al carattere individuale)?
Ogni essere umano spera di ottenere pace e felicità. Come si ottiene la Pace? La si potrà ottenere solamente quando i Valori Umani si saranno stabilizzati in ogni essere umano. I Valori Umani non sono qualcosa che possiamo sviluppare, né qualcosa che introduciamo dall’esterno. Essi sorgono dall’interno dell’uomo.
Che cosa siamo destinati a ottenere se, ai giorni nostri, dimentichiamo tali Valori? L’uomo non vive per il genere umano; l’uomo non è nato per qualcun altro (ma per se stesso). Egli dovrebbe dunque riconoscere innanzitutto questa verità: “Per che cosa sono nato?”
Equità, unità, fratellanza e nobiltà: la vita dell’uomo dipende da queste quattro importanti fondamenta. Se una di esse vacilla, la vita umana diventa uno spreco. Questi quattro Valori andrebbero protetti e incoraggiati dall’uomo nella sua vita. L’uomo dovrebbe innanzitutto comprendere che cosa sia l’aspetto umano.
Per moralità dell’uomo, s’intende la Verità; il Dharma è la reputazione dell’uomo; il Sacrificio è la luce dell’uomo. L’unione di questi tre aspetti compone la razza umana. Invece l’uomo di oggi sta dimenticando Verità, Dharma , luce e reputazione. Questi Valori non andrebbero praticati a vantaggio della società, ma per il proprio vantaggio.
Per esempio: desiderate che qualcuno vi rispetti. No, no! Dovreste voi, per prima cosa, rispettare voi stessi. Il rispetto del Sé è il fondamento basilare dell’uomo. Come possono le persone rispettare qualcuno che non ha rispetto per Se stesso? In questo caso non è possibile aspettarselo dagli altri. Amate gli altri, rispettateli e offrite loro dei buoni sentimenti. Questo è il vostro importante dovere.
L’uomo non è solamente un essere individuale, bensì un essere universale. “Veshti” significa individuo. “Samashti” vuol dire Dio. Per riconoscere la forma di samashti è perciò necessario iniziare il nostro viaggio da veshti. Dallo stato umano dovreste raggiungere lo stato divino.
Per poterlo fare, come ci si dovrebbe comportare? Si dovrebbe innanzitutto riconoscere in tutti la jîvan jyoti (la luce della vita). Solamente quando riconosceremo l’unità in tutti, metteremo in pratica la natura dell’equità. Tutto il sevâ (servizio disinteressato), compiuto ai giorni nostri, serve a ottenere samashti.
È un grosso errore credere che il servizio venga compiuto per le persone, per gli altri o per ottenere una beatitudine personale. A questo mondo non esistono “gli altri”, poiché tutti sono incarnazioni di Dio. Tuttavia le persone non cercano di riconoscere samashti: per questo soccombono al dolore. Smetteremo di soffrire solo quando riconosceremo che Dio è in tutti. Per curare le nostre afflizioni, perciò, dovremmo innanzitutto provare la natura di samasthi. Solo quando riconosceremo l’unità nella diversità, otterremo l’equità.
L’attaccamento al corpo
Ogni individuo ha un corpo, il quale non è che uno specchio fisico; tutto ciò che si vede in esso altro non è che un riflesso. Non c’è niente in esso che non sia un riflesso. Nonostante ciò, l’uomo cerca di vivere con egoismo e a favore dell’interesse personale. L’egoismo sta crescendo nel mondo di oggi, mentre l’altruismo si sta riducendo. Il patriottismo verso la nazione sta diminuendo, mentre l’attaccamento al corpo sta aumentando. Per colpa dell’aumento dell’attaccamento al corpo, stiamo dimenticando il patriottismo verso la nazione, che è l’incarnazione stessa di samashti.
Per quanto aspirante spirituale uno sia e per quanto sacro sia il suo cuore, egli è incapace di eliminare l’attaccamento al corpo. Ma fino a quando dura tale attaccamento, egli non può avere attaccamento a Dio. Che cos’è questo attaccamento al corpo?
“Il corpo è composto dai cinque elementi.
È difficile da ottenere, e non si può sapere quando morirà.
Nonostante si dica che possa vivere cent’anni,
non si può credere a tale parola.
Durante l’infanzia, la giovinezza, la mezza età o la vecchiaia,
non si può sapere quando se ne andrà. La morte è certa.
Se si è intelligenti, si conoscerà il proprio Sé mentre esiste ancora il corpo.”
Il corpo serve a conoscere il proprio Sé. Cercare in giro per conoscere il mondo o conoscere qualcos’altro, è pura stoltezza. Se infatti conoscerete voi stessi, conoscerete tutto il resto.
Incarnazioni dell’Amore!
In questo mondo, qualunque cosa cerchiate di conoscere, dal microcosmo al macrocosmo, è contenuta dentro di voi. Tutto è nel vostro cuore. Le montagne sono nel vostro cuore, così come tutti gli oceani, le città, tutti i villaggi, tutti gli esseri viventi. Che cosa avete dunque bisogno di vedere all’esterno? Coloro che vedono all’esterno i riflessi delle cose che in realtà sono presenti nel loro cuore, sono degli sciocchi! È infatti una stupidaggine cercare di vedere esteriormente qualcosa, mentre in realtà siete voi la base di tutto.
Si devono conoscere i Valori Umani. Che cosa sono? La Verità è quel Valore che non cambia. Essa è sempre la stessa, indipendentemente dalla nazione, dal tempo o da qualunque altro fattore. Non esiste qualcosa come “questa è una Verità americana, questa è una Verità russa, questa è una Verità indiana, questa è una Verità pachistana”. Esiste una sola e unica Verità. La Verità è Dio. Si dovrebbe innanzitutto compiere uno sforzo per riconoscerLa.
Di’ la verità, ma dilla in modo piacevole;
non rivelare verità che siano spiacevoli.
Oggigiorno abbiamo scordato tale Verità, che è eterna, permanente e reale, per ricercare cose momentanee e impermanenti. La Verità è la moralità (nîti) dell’uomo. Per nîti s’intende retta condotta, una condotta che non sottostà a mutamenti e che non cambia di momento in momento. Dovremmo cercare di riconoscere tale Verità.
L’incarnazione della Verità siete voi. Il vostro Dio è la Verità. Essa, perciò, dovrebbe essere riconosciuta come prima cosa. Nella Verità non esiste un secondo (Uno senza secondo), e ci dovrebbe essere una base sulla quale possa poggiare. Tale base è il Dharma.
Non c’è Dharma più grande della Verità.
L’unione di questi due Valori (Verità e Dharma) porta la Pace. Nella vita di colui che pratica Verità e Dharma, sorgerà la Pace nella sua totalità. Non c’è infatti bisogno di cercare la Pace, poiché essa si trova dove si trova la Verità. Quando Pace e Verità si uniscono, naturalmente sorge Ahimsâ (la Non violenza). A questi Valori diamo dei nomi: Verità, Dharma, Pace, Amore e Non violenza. Il fondamento imprescindibile della Verità e del Dharma è l’Amore.
L’Amore è Dio, la Verità è Dio e il Dharma è Dio. Se se ne vanno Dharma e Verità, verremo privati del prâna (il principio vitale). Se la Verità ci abbandona, saremo privi di un principio vitale; se viene distrutto in noi anche il Dharma, ci avranno abbandonato due princìpi vitali. Ciò significa che, dei cinque princìpi vitali in noi, due ci hanno abbandonato. Dovremmo pertanto proteggerli, perché essi sono la nostra natura divina. Dovremmo dunque indagare bene su che cosa sia la natura dell’uomo.
Riflesso, reazione, risonanza
Ai giorni nostri, negli affari, nelle varie professioni e in qualsiasi altro campo, c’è solo contaminazione. La prima cosa che si nota, in qualunque attività intrapresa, è l’inquinamento. Sembra che a questo mondo si sia incapaci di vedere qualcosa di sacro. Santificate allora il vostro cuore: in questo modo tutto apparirà sacro.
Il mondo è infatti un riflesso del cuore. Se riempite il vostro cuore d’Amore, il mondo intero sarà (per voi) colmo d’Amore. Se nel vostro cuore l’Amore manca, il mondo intero vi apparirà privo d’Amore.
Tutto ciò che dunque vediamo nel mondo, tutto ciò che si sperimenta, così come ciò che ci rende felici, è un riflesso, una reazione, una risonanza. Se vediamo del male all’esterno, esso sarà un riflesso di ciò che abbiamo dentro; se udiamo qualcosa di brutto, esso sarà un riflesso di noi stessi. Se si pensa qualcosa di malvagio, quel pensiero è unicamente il nostro riflesso. Per questo non dovremmo mai, in alcun modo, dare la colpa agli altri, poiché sia il bene sia il male (esteriori) appartengono solo a una nostra condizione interiore. Il mondo intero dipende dalla condotta e dalla trasformazione dell’uomo. Solo quando le persone saranno buone, il mondo intero andrà bene. Se le persone sono malvagie, il mondo intero si trasforma in un mondo cattivo.
Oggigiorno stiamo pensando che tutto ciò che vediamo al mondo sia cattivo. No, no, no, no! È solo il nostro stesso male che si riflette. Se vi trasformate in demoni, tutto il vostro comportamento diverrà demoniaco. Se vi trasformate in Dei, il mondo intero apparirà divino!
Il “Soham” insegna la Verità
Incarnazioni dell’Amore!
L’Amore è totalmente presente in voi. La brama del vostro cuore è l’Amore. Il riflesso nel mondo è Verità, mentre il riflesso messo in pratica è Dharma. L’unione di tutto ciò porta la Pace. Dove si trova la Pace? Se la vogliamo, dovremmo vedere il riflesso dell’Amore, della Verità e del Dharma. La natura dell’Amore, che si riflette dal nostro interno, è il nostro stesso respiro, il quale c’insegna la Verità. Sooooo Hammmmmm. Soooo Hammmmmm . L’inalazione e l’esalazione vi insegnano la Verità, la quale sorge dal vostro interno. Il respiro vi insegna tale Verità 21.600 volte al giorno. Nonostante ciò, siete incapaci di ricordarvelo. Che cosa ricorderete di ciò che avete studiato? Per quanti grandi discorsi vengano fatti, per quanti libri vengano letti, per quanti darshan di persone sante si abbiano, alla fine, se dimenticate la Verità presente in voi, tutto il resto sarà inutile.
Correggere l’ascolto e la parola
Dovremmo innanzitutto correggere il nostro sguardo, il nostro ascolto e le nostre parole. Buddha era un grande monarca che abbandonò tutto, fece voto di rinuncia diventando un sannyâsi e si mise a vagare nella foresta. Incontrò molti eruditi, ascoltò a fondo i loro insegnamenti e lesse tutti i libri che scrissero. Infine realizzò la Verità. Smise quindi di recarsi da loro e buttò via tutti i loro libri.
“Il libro che Dio mi ha dato è il cuore. Il mio vero Amico è il mio Dio”, disse. Se abbiamo un vero Amico qui con noi e teniamo nel nostro cuore un vero libro, perché continuiamo ad andare in giro?
Innanzitutto utilizziamo bene gli occhi che Dio ci ha donato. Saremo infatti santi solamente quando avremo santificato la nostra vista. Esiste essere umano migliore di colui che possiede sia una buona mente, sia una buona condotta? Per prima cosa, quindi, occorre correggere la propria visione.
Non importa quante pratiche spirituali vengano compiute, non importa quanti libri vengano letti, non importa quanti saggi vengano visitati: ciò che conta è che, innanzitutto, si correggano gli occhi, poiché essi sono la Sacra Scrittura dataci da Dio. Glorificate adeguatamente tale Sacra Scrittura, avendo una buona visione.
Dopo di ciò, dovremmo parlare in modo puro. La parola è così sacra! Non c’è niente di più grande della Verità; per questo la parola dovrebbe sempre esprimere il vero. Se riconosciamo bene il potere e il valore di questi due aspetti – vista e parola – comprenderemo bene anche il terzo aspetto, ossia il buon ascolto.
Buddha affermò che, la prima cosa importante, è la buona visione; poi viene la buona parola e, infine, il buon ascolto, dopodiché si passa alla buona contemplazione. Dopo aver scoperto questo, Buddha non lesse più alcun libro. Il disgusto che gli causava la lettura, gli provocava una grossa sofferenza.
Tutti voi giovani dovreste innanzitutto controllare il vostro sguardo. Se controlliamo lo sguardo, anche la nostra lingua sarà sotto controllo. Nella sua vita, l’uomo dovrebbe accogliere e tenere d’occhio i Valori Umani. Solo quando li indirizzerete lungo la retta via e li sperimenterete in modo appropriato, diventerete Mâdhava (Dio). I ragazzi e le ragazze di oggi sono coloro che terranno alto il futuro dell’India. Per questo devono innanzitutto sviluppare la giusta fermezza. Dovremmo sviluppare la fiducia adeguata, perché…
Dove c’è Fiducia, c’è Amore.
Dove c’è Amore c’è Verità.
Dove c’è Verità, c’è Pace.
Dove c’è Pace. c’è Beatitudine.
Dove c’è Beatitudine, c’è Dio.
(Applausi).
Come prima cosa, quindi, sviluppate tale fiducia, poiché solamente grazie ad essa alla fine si potrà realizzare Dio. Senza fede non otterremo Dio. La vostra fede è il vostro Dio. Essa non dovrebbe vacillare. Per la fede sono necessari la fiducia in Se stessi e il rispetto del Sé. Anche la beatitudine del Sé è necessaria, così come lo è la visione del Sé.
Tutti voi siete adesso seduti in questa grande sala sostenuta da queste colonne, delle quali riconoscete la bellezza. Da dove origina tale bellezza? Innanzitutto sono necessarie le fondamenta, le quali corrispondono alla Fiducia in Se stessi. Solo quando si saranno poste tali fondamenta, ci potrà essere la Soddisfazione di Se stessi (le pareti). Solo con la Soddisfazione di Sé, ci sarà il Sacrificio di Se stessi, il quale corrisponde al tetto. Infatti, solamente quando ci sarà il tetto, si otterrà la Realizzazione Spirituale.
La fiducia in Se stessi sono le fondamenta; la soddisfazione di Sé sono i muri; il sacrificio di se stessi è il tetto e la realizzazione del Sé è la vita. (Applausi).
Dovremmo perciò innanzitutto sorvegliare attentamente che ci sia la Fiducia come fondamento. Basandosi su questo, la cultura indiana afferma:
“Dite la verità, ma ditela in modo gradevole.”
“Dite sempre la verità; seguite la rettitudine.”
Tutte le culture sono Uno (un’unica cultura), non solo quella indiana! Non esiste una cultura americana, un’altra cultura e un’altra ancora. C’è una sola cultura: la Verità. Non dovreste dunque fare nessuna differenza a riguardo. Tutte le nazioni messe insieme formano una casa, nella quale ognuna di esse rappresenta una stanza. Non fate perciò nessuna divisione. Per colpa di queste separazioni l’aspetto umano si sta rovinando. Anche i devoti di Sai non dovrebbero fare divisioni. Si dovrebbe unificare tutto. (Applausi).
Gli esseri umani appartengono a una sola razza; l’umanità è una sola famiglia. Potranno esserci differenze di colore, nomi o forme; tuttavia la Divinità è soltanto una.
Le mucche sono differenti, ma il latte è uno; gli esseri umani sono molti, ma il principio vitale è uno; l’etica delle varie razze differisce, ma la vita è una; i darshan sono diversi, ma Dio è uno; le varietà dei fiori sono tante, ma l’adorazione è una. Senza quindi distinguere fra le varie razze e religioni, dovremmo rinunciare a tutte le separazioni e sviluppare il principio dell’Amore.
I ragazzi e le ragazze di oggi dovrebbero elevare la nazione.
Solo quando essi staranno bene, l’intera nazione starà bene. Affinché questo avvenga, dovreste adottare il comportamento giusto. La nazione sta infatti subendo una distruzione a causa di uomini e donne privi di un buon carattere. Tutta la nostra vita dipende dal carattere.
Parliamo, parliamo, ma la pratica è inesistente. Quindi, dovremmo innanzitutto rendere buone le nostre qualità, poiché, solamente quando ci saranno sentimenti sacri, compiremo azioni sacre. “Devozione, devozione, devozione”, perciò, non significa solo adorare. Qualunque lavoro, compiuto con Amore puro, è devozione. Dovremmo pertanto svolgere il nostro dovere con un cuore colmo d’Amore.
Individualità, Universalità, Divinità
Incarnazioni dell’Amore!
Tutti sono incarnazioni dell’Amore. Da oggi, perciò, trasformate la vostra forma in una forma colma d’Amore. Le vostre mani dovrebbero lottare per aiutare gli altri; ogni vostro pensiero dovrebbe viaggiare con l’Amore. Dall’individualità, dovreste raggiungere l’universalità; dall’universalità, dovreste raggiungere la Divinità. Perciò: individualità, universalità, Divinità. Dovreste realizzare, quanto prima, l’unità di questi tre aspetti.
Ai giorni nostri, sia fisicamente sia in ogni aspetto mondano, da qualunque parte, c’è solamente ashânti (mancanza di pace, conflitto, agitazione). Il corpo sperimenta ogni tipo di malattia; tuttavia, non dovremmo affatto farci caso. Il corpo viene e va.
“Il corpo è una dimora di sporcizia e un ricettacolo di malattie.
È un sudicio recipiente che vaga attraverso la vita.
È un piccolo pezzo di legno incapace di attraversare l’oceano del samsâra (la vita terrena).
O mente! Non cadere nell’illusione che il corpo sia permanente.”
Perché stiamo lottando così accanitamente, aggrappandoci ad esso (come naufraghi)?
Le malattie che prendiamo a volte sono causate dalla nostra negligenza, mentre altre volte le prendiamo su di noi spinti dall’Amore. Comunque, ciò che arriva se ne deve anche andare.
Un piccolo esempio: vi sto dando un’informazione che viene dalla Mia esperienza personale. Un bambino (studente) si era gonfiato in questo punto (Swami indica la mascella destra, nel punto sotto l’orecchio – N.d.T.) e non riusciva a sopportare l’atroce sofferenza. Quando il medico lo visitò, disse che ci sarebbero voluti da 20 a 25 giorni per guarire.
Egli piangeva ininterrottamente. Poverino! Lo chiamai dentro (la sala delle interview): “Non piangere. Perché piangi quando Swami è al tuo fianco?” (Applausi).
Dicendogli così, presi (materializzai) un dolce e lo imboccai. Dopodiché gli dissi di andare. La madre venne a prenderlo e lo portò a casa. Da quel momento presi il male su di Me.
È veramente atroce il dolore che sale dal corpo. Molte persone si sono accorte del gonfiore: “Swami, come possiamo celebrare questa festa (Guru Pûrnimâ)?” Shrinivasan stava malissimo.
In effetti non Mi era assolutamente possibile parlare: il gonfiore si era formato fra le due giunture (della parte destra delle mascelle). Impossibile anche mangiare. Tuttavia, che cosa c’è da perdere se il corpo non mangia per alcuni giorni? Non M’importava niente.
Altri Mi chiedevano: “Swami, dobbiamo inaugurare la Conferenza, vero? Ma come potrai parlare?” Ma a Me del dolore non importava niente. Dissi loro: “Provo la sofferenza solamente quando sento che questo è il Mio corpo. Ma questo non è il Mio corpo: è il vostro!” (Applausi).
Tutti i vostri corpi sono il Mio corpo. (Applausi). Perciò, prenderò la vostra sofferenza. È Mio dovere. Questo non è il Mio corpo; dunque non c’è bisogno che gli presti attenzione. E non solo adesso: non presterò mai alcuna attenzione a qualunque sofferenza arrivi ad esso in futuro. Perciò, riguardo a qualunque cosa, prima la sperimento e poi ve la comunico. Perché:
La Mia Vita è il Mio Messaggio.
(Applausi).
Tuttavia, non a tutti voi è possibile comprendere e riconoscere Dio, così come non è possibile trasmettere tutto questo a tutto il pubblico. Inoltre la pubblicità non Mi piace affatto.
Ciò che è Mio è vostro, ciò che è vostro è Mio. Dalla testa ai Piedi, non c’è in Me traccia di desiderio. Se a volte ne provo qualcuno, esso ha solamente come fine il vostro bene. Desidero delle cose che vi diano beatitudine.
Riguardo a qualunque argomento, non è una gran cosa solamente istruirvi. È infatti caratteristica di un vero âchârya (precettore) innanzitutto praticare e solo dopo parlare. Per questo, anche nelle più piccole cose, prima faccio l’esperienza e poi ve la offro. Ragazzi, ragazze, tutti voi!
Riconoscete la vostra vera natura. Riconoscete la Verità. Il Nome di questo Corpo è Sathya (Verità). Tenete questa Verità dentro di voi ed essa diventerà Divinità.
La Verità è Dio. L’Amore è Dio. Vivete nell’Amore.
Se trascorrete la vita riconoscendo questi due Valori, potrete sperimentare la totale Beatitudine.
A volte mantenete degli errori (situazioni non risolte) dentro di voi, ma ne date la colpa a Me. Questo è un grave errore! Non è infatti possibile trovare in Me alcun errore. Sono solo i vostri errori a riflettersi in Me. (Quelli che vedete in Me altro non sono che i vostri errori riflessi – N.d.T.).
Io sono uno specchio sacro e puro.
(Applausi).
Non darò mai alcuna opportunità agli errori di sorgere in Me. In realtà ciò che succede è che, quando Mi guardate, ciò che vedete in Me sono le vostre imperfezioni. Esse non sono in Me, ma in voi. Per questo, per qualunque cosa, state attenti al vostro cuore. Rendetelo puro: in questo modo vi sarà possibile riconoscere la Verità.
Incarnazioni dell’Amore!
Oggi abbiamo inaugurato la Conferenza. Ci sono molti altri programmi da seguire; quindi lascerò spazio ad essi. Prendendo tutto il tempo necessario, in seguito vi dirò, senza meno, ciò che deve esser detto.
(Swami conclude il Discorso senza cantare alcun bhajan).
Prashânti Nilayam, 21 luglio 2002
Sai Kulwant Hall
Discorso Inaugurale della Conferenza Mondiale sul Volontariato
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