01 Gennaio 2004 (Capodanno) – Il servizio all’uomo è servizio a Dio

01 Gennaio 2004 (Capodanno) 

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Il Servizio all’uomo è servizio a Dio

“La gente dice che questo è Brahman.
Nessuno può comunque affermare che non Lo sia.
Solo Dio esiste sempre.
Il mondo è illusorio, guardate!”

Solo il presente è reale

Incarnazioni dell’Amore!
Oggi sono tutti entusiasti del capodanno. È significativo che il nuovo anno abbia avuto inizio di giovedì. Scegliere un particolare giorno dell’anno e festeggiarlo con grande gioia è segno di stupidità. Per un vero devoto, ogni giorno è un giorno di festa. Perciò, è essenziale che noi consideriamo ogni minuto e ogni giorno come nuovi, e che li festeggiamo con gioia. Infatti, ogni giorno è un capodanno. In questo mondo oggettivo, tutto è transitorio e irreale. Per questo motivo dobbiamo meditare sulla Verità e sulla Realtà eterne. Non dovremmo sprecare il nostro tempo a rimuginare sul passato o ad anticipare il futuro. È da veri sciocchi preoccuparsi del futuro o del passato, dimenticando il presente. Solo il presente è reale. Il passato è passato: non è possibile averlo indietro, per quanto possiate pregare per questo, e il futuro è nascosto in grembo al tempo: non è possibile visualizzarlo. Perciò, solo il presente è importante. Incapace di realizzare questa verità, la gente si preoccupa del passato e del futuro. L’attività principale in cui l’uomo dovrebbe impegnarsi è il servizio ai suoi simili. Invece, la gente spreca il proprio prezioso tempo a preoccuparsi del passato o del futuro.

Solo i frutti del servizio sono eterni

Quindi, incarnazioni dell’Amore, dovete sempre impegnarvi nel servizio ai vostri simili. Non esiste sâdhanâ (pratica spirituale) più grande di questo servizio. Considerando i nove sentieri della devozione, e cioè Shravanam (l’ascolto delle glorie di Dio), Kîrtanam (il canto di lode al Signore), Vishnusmaranam (la contemplazione del Signore), Pâdasevanam (il servizio ai Suoi piedi di loto), Vandanam (l’atteggiamento di riverenza verso tutte le forme di vita), Archanam (l’adorazione), Dâsyam (l’atteggiamento di servo dedito e fedele verso Dio), Sneham (l’amicizia per Dio) e Âtmanivedanam (la resa di sé al Signore), come gli unici mezzi importanti per salvarsi, la gente è monopolizzata da queste attività, dimenticando l’importanza del servizio. Solo i frutti del servizio sono eterni.

Dio ci ha dato questo corpo per servire gli altri

Dobbiamo impegnarci continuamente a servire gli altri. Dio ci ha dato questo corpo a questo unico scopo. Il corpo non si ha semplicemente allo scopo di occuparsi di mangiare e bere, sprecando, in tal modo, del tempo prezioso. Dobbiamo comprendere la verità secondo cui Dio ci ha dato questo corpo per servire gli altri, dando quindi loro un aiuto. Non c’è niente di più grande del servizio all’umanità: il servizio all’uomo è servizio a Dio. Tutti i grandi uomini hanno santificato la loro vita solo servendo l’umanità. Quindi, almeno da oggi in poi, cominciate a servire l’umanità. Il servizio è più importante dei bhajan e di tutte le altre pratiche spirituali.

Il servizio include ogni possibile aiuto ai nostri simili

Incarnazioni dell’Amore!
Che cos’è, secondo voi, il servizio? Voi credete che il servizio consista nell’aiutare la gente in difficoltà. No, non è così semplice. Il vostro corpo dovrebbe essere costantemente impegnato a servire gli altri. Il corpo umano consiste di molte parti, tutte intese per il servizio ai vostri simili, e non per altre attività. Sfortunatamente, dimentichiamo questo fatto basilare. Ogni parte del corpo umano è stata data da Dio per karmopasana (adorarLo attraverso il servizio). Questo è l’unico tipo di adorazione attraverso cui la vita umana può essere santificata. Noi costruiamo molti templi e intraprendiamo varie pratiche spirituali, ma tutte queste pratiche possono conferirci solo una soddisfazione temporanea, non la gioia eterna. I nostri antichi rishi (saggi) sono riusciti ad acquisire la gioia eterna attraverso uno sforzo cosciente. Quindi, dovete sviluppare una fede stabile nella verità secondo cui niente può procurarvi la gioia eterna all’infuori del servizio all’umanità. Servite l’umanità sofferente. Il servizio non deve esser confinato al mero servizio medico-sanitario. Il servizio include ogni possibile aiuto ai vostri simili. L’antica cultura di Bhârat viene ancora preservata nei villaggi, ma non nelle città. Infatti, in esse, la nostra cultura è stata corrotta in ogni modo possibile. Perciò, recatevi nei villaggi, scoprite di che cosa c’è bisogno e intraprendete i vari tipi di servizio necessari ad alleviare le sofferenze della gente. Oggi, molte persone si trasferiscono in città alla ricerca delle comodità e del lusso. In questo processo, finiscono per approdare a dispiaceri e difficoltà, che essi stessi provocano.

Na sukhâl labhyate sukham
Dalla felicità non si può ottenere la felicità.

Il modo migliore di amare Dio è quello di amare tutti e servire tutti

La felicità si acquisisce solo tramite la sofferenza. Dovete fare servizio. Le mani vi sono state date per servire l’umanità. Le mani che servono sono più sante delle labbra che pregano. Pertanto, servite gli altri in modo disinteressato e acquisite la gloria. Se svolgete un buon lavoro, nella vostra vita godrete della pace. I ragazzi che hanno oggi cantato i bhajan, sono ex studenti dell’Istituto. Hanno fatto molti servizi per compiacere Swami. Dio non è interessato all’adorazione e alle altre pratiche spirituali. Egli ha interesse solo per il servizio. Perciò, fate servizio, sempre più servizio. Il modo migliore di amare Dio è quello di amare tutti e servire tutti. Dio è interessato solo all’amore e al servizio. Se riuscite a riconoscere l’importanza di queste due sâdhanâ e a comportarvi di conseguenza, (sappiate che per voi) non potrà esserci pratica spirituale più elevata di questa. Non dovete spendere molti soldi per fare servizio. Santificate la vostra vita con il servizio amorevole. Oggi, i vecchi studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore Shrî Sathya Sai hanno portato a Swami un assegno di 48 lakh di rupie (1 lakh = 100.000 – N.d.T.), come pegno del loro amore e del loro servizio. Questa somma l’hanno risparmiata dai loro stipendi, con molte difficoltà; ma a chi appartiene questo denaro, in realtà? Questo denaro è destinato a essere utilizzato per il servizio nei villaggi. Serve per servire i più poveri fra i poveri. Perciò, ho detto loro: “Miei cari, voi depositate il denaro in banca e fate servizio utilizzando a questo scopo gli interessi maturati da quella somma”. Il denaro non aiuta a sviluppare le buone qualità. Solo il sacrificio fa sviluppare le qualità nobili. Il vero yoga risiede solo nel sacrificio. Ecco perché viene detto:

Tyâgena ekena amritatvamânasu
Solo tramite il sacrificio l’uomo può acquisire l’immortalità.

Oggi, invece, la gente vuole solo bhoga (le comodità materiali). Con bhoga si contrae solo roga (la malattia). Non si acquisisce yoga (l’unione con Dio). Perciò, cercate di acquisire yoga tramite tyâga (il sacrificio). Solo allora potrete ottenere la gioia eterna.

Incarnazioni dell’Amore!
Non serve a nulla contemplare Dio se non si fanno sacrifici. Dalla contemplazione di Dio, potrete forse ricavare qualche soddisfazione mentale, ma ciò non serve a nulla. Dovete quindi sviluppare una salda fede nella verità secondo cui ogni essere vivente è pervaso da Dio, e agire di conseguenza. Dio vive in ogni essere umano e sperimenta la Beatitudine. Le Upanishad dichiarano:

Îshvarah sarva bhûtânâm
Dio è l’Abitante di ogni essere.

Îshâvâsyam idam sarvam
L’intero universo è pervaso da Dio.

Il corpo è un tempio il cui Abitante è Dio

Non dovete avere l’impressione che Dio sia da qualche parte, confinato in qualche tempio o struttura. Viene detto:

Deho devâlayah prokto jîvo devassanâtanah
Il corpo è un tempio, il cui Abitante è Dio.

Il vero tempio di Dio è il corpo stesso. Dio è installato nel tempio del nostro Cuore. Ecco perché al Cuore viene dato il nome di Hridaya. Hrid + Dayâ = Hridaya (sede della Compassione).
È solo quando coltivate la Compassione nel vostro cuore che esso può chiamarsi Hridaya. Coltivate quindi la qualità della Compassione. Qualsiasi servizio venga svolto con un cuore compassionevole, viene santificato. Considerate tutti gli esseri umani Divinità viventi. Dio è presente ovunque. Ci si dimentica l’onnipresente Divinità e si desiderano ardentemente meschini e vacui piaceri fisici. Il fatto è che non potremo mai acquisire una vera felicità tramite il corpo. Questo corpo ha molti limiti. Con un corpo simile, non potrete mai ottenere l’illimitata Ânanda (la Beatitudine).

Il corpo è composto da cinque elementi ed è destinato a morire prima o poi, ma l’Abitante interiore non nasce e non muore.
L’Abitante non ha attaccamenti di alcun genere ed è l’eterno Testimone.
In verità, l’Abitante, che è nella forma dell’Âtma, è Dio stesso.

Dovete riuscire a riconoscere questo divino Âtma. Oggi, adoriamo gli idoli e le immagini, pensando che Dio si trovi da qualche parte nel mondo esteriore. Dio, però, è presente nell’essere umano. È per questo motivo che i nostri antichi rishi (saggi) proclamarono:

Daivam mânusha rûpena
Dio si incarna in forma di essere umano.

Ogni essere umano è una incarnazione della Divinità

A che cosa serve adorare un Dio che non si vede, se nel contempo si è causa di sofferenza per gli esseri umani che si trovano intorno a noi? Ogni essere umano che incontrate è un’incarnazione della Divinità. Non serve a niente adorare gli idoli e le immagini, dimenticando gli dei viventi che ci stanno davanti. Date dunque meno importanza ai metodi indiretti di adorare Dio, e considerate gli esseri umani che sono davanti a voi come incarnazioni della Divinità. Persino se incontrate il vostro peggior nemico dovete salutarlo amorevolmente. Rivolgetevi a lui come a un fratello: anch’egli, allora, vi risponderà dicendo: “Ciao, fratello”. Invece, se lo odiate e cominciate a gridargli dietro, egli farà la stessa cosa con voi. Rispettate tutti gli individui e sarete rispettati.
L’uomo, oggi, si aspetta di esser rispettato dagli altri, ma egli non li rispetta. Se non rispettate gli altri, come potete aspettarvi che gli altri rispettino voi? ‘Mânava’ (essere umano) significa ‘individuo degno di rispetto’. Dato che siete nati come esseri umani, date rispetto e prendete rispetto. Questa è la qualità che oggi dovete coltivare. Dal momento in cui rispetterete gli altri, otterrete da essi pari rispetto. Quando fate ‘pranam’a qualcuno, a chi lo offrite in realtà? Non solo al corpo fisico, composto dai cinque elementi; esso, infatti, raggiunge l’Abitante del corpo umano, che altri non è che Dio. Qual è la natura del corpo?

“O mente, non sottostare all’illusione che il corpo sia permanente”

Questo corpo è un ricettacolo di sporcizia, incline ad ammalarsi.
È soggetto, di volta in volta, al cambiamento,
e non può attraversare l’oceano del samsâra.
Non è altro che una struttura ossea.
O mente! Non sottostare all’illusione che il corpo sia permanente.
Prendi, invece, rifugio ai divini Piedi di Loto.

Che cosa potete acquisire facendo affidamento su un corpo simile? Potete solo accumulare dei peccati. Dovreste sostenere il corpo con l’unico obiettivo di servire gli altri. Avete assunto un corpo umano al solo scopo di servire i vostri simili. Sviluppate una salda convinzione in questa verità. Quale felicità potete ottenere dal corpo? In effetti, nessuna. Quali che siano i piaceri di cui potete godere con l’aiuto di questo corpo, un giorno o l’altro dovrete abbandonarli in un batter d’occhio, assieme al corpo stesso. Pensate che (valga la pena) di sottostare a tante prove e tribolazioni per questi piaceri momentanei? Dovete rispettare il ‘jîva’ nel corpo umano. Questo è il Daiva Sevâ, il vero servizio a Dio. Dovete dedicare il vostro corpo a questo servizio. Se lo farete, ogni minuto della vostra vita sarà fresco e nuovo. Ogni giorno sarà un giorno di festa. Invece, se fate servizio una volta l’anno, quello non sarà vero servizio. Deha (il vostro corpo) è composto di mrinmaya (i cinque elementi). La Divinità, che vi risiede come Abitante interiore, è Cinmaya (la Coscienza). Perciò, fate affidamento su questa Divinità e guadagnatevi la salvezza.

Abramo Lincoln

Tutti voi conoscete Abramo Lincoln. Nella sua infanzia andava a scuola con dei bambini ricchi, che indossavano abiti di lusso e gioielli di valore. Lincoln invece doveva andare a scuola con vestiti lisi, rammendati da sua madre. Un giorno, alcuni suoi compagni si presero gioco dei suoi poveri abiti. Egli non riuscì a controllarsi. Andò subito da sua madre piangendo, e le disse: “Mamma! Non andrò più a scuola! I miei compagni mi prendono in giro. Mi guardano dall’alto in basso, considerandomi un ragazzo povero che non può permettersi neppure un abito decente!” La madre, allora, lo abbracciò amorevolmente e lo consolò, dicendogli: “Figlio mio caro! Non devi sentirti dispiaciuto per cose tanto insignificanti. Tutto questo ti sarà d’aiuto nella tua vita futura. Tieni presente le condizioni della nostra famiglia. Non dar retta a ciò che dicono gli altri. Vivi nella fiducia in te stesso e nel rispetto di te stesso. Rispetta tutti gli individui e sii rispettato da tutti”. Da quel giorno in poi, Lincoln mise in pratica il consiglio di sua madre e cominciò rispettando tutti. Fu cortese persino con un ciabattino, dicendogli: “Signore! Com’è sacra la vostra vita! Fate un grande servizio cucendo le nostre scarpe, così da proteggere i nostri piedi dalle spine!” Gradualmente, Abramo Lincoln, tramite il suo buon comportamento, ottenne il rispetto di tutti, e si guadagnò un’ottima reputazione. Dopo qualche tempo, in America fu tempo di elezioni. Egli venne persuaso dagli amici e dai sostenitori a candidarsi. Espresse, allora, la sua incapacità dicendo: “Sono un pover’uomo; chi voterà per me? Io non desidero la posizione o il potere!”
Oggi, in India, si spendono crore di rupie (1 crore = 10 milioni – N.d.T.) per le elezioni, ma ci si rifiuta di separarsi persino da una rupia per fare l’elemosina a un mendicante.
Le buone parole dette a Lincoln da sua madre si erano impresse in modo durevole nella sua mente. Egli aveva iniziato a rispettare tutti gli individui, e parlava cortesemente con tutti. Come risultato, si era guadagnato un buon nome. Alla fine, aveva ceduto ai desideri dei suoi amici e dei sostenitori e aveva partecipato alle elezioni. La sua vittoria fu schiacciante e venne eletto Presidente degli Stati Uniti d’America. Andò poi da sua madre e le disse: “Madre! Sono riuscito a raggiungere questa posizione di prestigio e ad avere il rispetto degli americani grazie ai tuoi nobili insegnamenti di quei giorni”.

Il merito delle madri nell’educazione dei figli

Se i figli acquisiscono una buona reputazione e una buona fama, il merito è da attribuirsi alla loro madre. Se i figli desiderano guadagnarsi un buon nome devono obbedire ai comandi della propria madre. Ecco perché i Veda hanno conferito una posizione suprema alla madre e al padre, dichiarando:

Mâtru devo bhava pitru devo bhava
La madre è Dio, il padre è Dio.

La madre è come il corpo e il padre è come l’Âtma. Perciò, dobbiamo rispettare nostro padre e nostra madre: solo allora possiamo guadagnarci un grande rispetto. Abramo Lincoln riuscì a guadagnarsi un grande nome e una grande fama, divenendo poi Presidente degli Stati Uniti d’America, in virtù del suo rispetto per la madre. Che cosa si guadagnano i figli oggi? Niente. Semplicemente, sprecano i soldi guadagnati dai genitori e procurano loro un cattivo nome. Non è questo che ci si aspetta dai figli. Essi dovrebbero utilizzare in modo appropriato i soldi che vengono loro dati dai genitori. Infatti, ogni goccia del vostro sangue è un contributo dei vostri genitori. Dovete la vostra esistenza in questo mondo all’amore dei vostri genitori. Perciò, ogni volta che c’è bisogno di donazioni di sangue, dovreste farvi avanti e donare il vostro sangue. In questo modo pagate il vostro debito verso i vostri genitori e verso la società.

Il denaro che si guadagna va utilizzato per intraprendere attività benefiche

Non dovete mai lavorare per i vostri interessi egoistici; infatti, l’egoismo e l’interesse personale sono la causa principale della decadenza dell’essere umano. Avrete senz’altro sentito parlare di Winston Churchill, l’ex Primo Ministro inglese. Una volta egli dichiarò: “L’uomo ha conquistato tutto, ma non ha conquistato se stesso”. I figli devono coltivare le buone abitudini e le buone qualità e raggiungere buone posizioni nella vita; in questo modo devono portare un buon nome ai loro genitori. Potete guadagnarvi un buon nome non con il denaro, ma con un carattere puro. Per quanto una persona sia ricca, se non ha un buon carattere la sua reputazione verrà infangata. Una persona ricca può vivere in una grande casa e godere dei lussi della vita, ma non avrà la pace della mente e la felicità. Le persone desiderano guadagnare sempre più denaro. Ma a che cosa serve tutto il denaro che guadagnano? Lo sprecano in cose senza valore. Il denaro che si guadagna va utilizzato per intraprendere attività buone e benefiche per la società. Ci si deve comportare bene e avere delle buone abitudini. Solo allora si raggiungerà, nella vita, la vera pace.

Chi non si sacrifica non trova pace

Incarnazioni dell’Amore!
Oggi, tutti chiedono letteralmente a gran voce la Pace. Ma che cos’è la Pace? La Pace è dentro di voi. Voi siete anime sommamente sacre. L’Amore è in voi. La Pace è in voi. Sfortunatamente oggi perdete la pace e la felicità che è in voi e desiderate ardentemente guadagnare qualcosa nel mondo esteriore. Volete guadagnare grandi ricchezze e costruirvi grandi case. Senza buone qualità, tutte la ricchezza che guadagnate è solo spazzatura. Pertanto, coltivate le buone qualità. Al mondo non esiste una ricchezza maggiore delle buone qualità. Più spendete le buone qualità, più ne accumulate! Esse non si esauriranno mai.

Incarnazioni del divino Âtma!
Preparatevi ai sacrifici. Troverete la Beatitudine eterna solo nel sacrificio. Chi non si sacrifica non trova la Pace da nessuna parte. Le persone di tutti i Paesi del mondo pregano per la pace, cantando: ‘Shânti, shânti, shânti’; ma la ottengono? No. Sono tutti divorati dalla delusione e dalla disperazione. Ecco perché si deve sviluppare la fede nella verità secondo cui l’eterno Signore è sempre con noi. Come potete mai ottenere la Pace ignorando la Divinità immanente in voi e adorando qualche Dio che non vedete?

“Il merito accumulato o il peccato da voi commesso vi seguiranno come un’ombra”

Incarnazioni dell’Amore!
Condividete la vostra istruzione e le vostre ricchezze con i vostri simili. Invero, è Dio il vero proprietario dei beni che avete acquisito. Il denaro che guadagnate appartiene alla Fondazione di Dio. Dio Stesso ne è il Presidente. Abbiate fiducia in Dio e utilizzate il vostro denaro in modo appropriato. Non desiderate spasmodicamente il denaro e altre forme di ricchezza. Contemplate costantemente Dio. Non c’è bisogno che andiate in una foresta o in una caverna sulle colline a cercare Dio: Egli è sempre con voi. Sviluppate questa fede e vincete le qualità demoniache. Oggi, ovunque vi giriate, vedete che le qualità demoniache e la violenza imperversano. La gente non esita ad acquisire ricchezze in modi immorali. Ciò che alla fine vi portate dietro nel momento in cui dovete lasciare il vostro corpo fisico, sono i peccati o i meriti accumulati, e non le ricchezze che avete ammassato. Condividete con gli altri almeno un boccone del cibo che mangiate. Aiutate voi stessi e aiutate gli altri. Questa è la pratica spirituale più grande. Ed è così facile da mettere in pratica. Lasciando da parte questa semplice sâdhanâ e dimenticando la nobile qualità dell’Amore, voi ve ne andate per questo vasto mondo a cercare la pace. Non è follia, questa, da parte vostra?

Incarnazioni dell’Amore!
Sviluppate la qualità dell’Amore! Non odiate nessuno. Sviluppate la fede in base alla quale, qualsiasi cosa accada, è per il vostro bene. Ogniqualvolta incontriate qualche difficoltà o sofferenza, solo voi ne siete i responsabili. Rispettate gli altri. Solo questo vi proteggerà. D’altra parte, se voi insultate qualcuno, sarà solo questo a punirvi. Il piacere e il dolore sono i prodotti delle vostre stesse azioni. Il merito accumulato o il peccato da voi commesso vi seguiranno come un’ombra. Oggi gli uomini fanno sermoni agli altri, ma essi stessi non seguono alcun precetto. Che valore possono avere i loro insegnamenti? Tutto questo è solo un inganno. Quali che siano gli insegnamenti che leggete o che ascoltate, essi non vi aiuteranno mai se non li metterete in pratica. Aiutate il vostro prossimo almeno un po’: solo questo vi aiuterà. Non biasimate gli altri per le difficoltà che dovete affrontare. Non abusate mai degli altri. Amate tutti. Trattate tutti come vostri fratelli e sorelle. Coltivate il sentimento della fratellanza con gli uomini e della paternità di Dio.

Partecipate al sevâ cantando il Nome di Dio

Incarnazioni dell’Amore!
Gli abitanti di Bhârat sono davvero fortunati. Essi hanno ogni facilitazione. In essi, però, manca la qualità dell’amore. Se solo coltivassero la qualità dell’amore, nessuno potrebbe superarli. Accrescete quindi il vostro onore e il vostro prestigio coltivando la qualità dell’amore. Seguite i princìpi gemelli di Satya (Verità) e Dharma (Rettitudine) con amore. Solo l’Amore può proteggervi.

Incarnazioni dell’Amore!
A che scopo vi sono state date le mani? Per mettervi il cibo in bocca? No, no. Con la vostra bocca dovete cantare la gloria di Dio. Le mani vi sono state date allo scopo di mantenere il ritmo in accordo con la canzone. I veri abitanti di Bhârat sono coloro che adorano Dio con bhâva (il sentimento), râga (la canzone) e con tâla (il ritmo). La sillaba ‘bha’ sta anche per ‘bhakti’ (devozione); ‘ra’ sta per ‘râga’ (canzone) e ‘ta’ per ‘tyâga’ (sacrificio). Dovete cantare la gloria del Signore combinando questi tre aspetti. Solo così sarete veri bhâratîya (abitanti di Bhârat). Ogni individuo nato nella terra di Bhârat è santificato. Non c’è bisogno del Paradiso: partecipate al sevâ cantando il Nome Divino. Non esiste ricchezza maggiore di questa. Perché dovremmo soffrire, se abbiamo una tale ricchezza dentro di noi? Considerate tutto il vostro studio e il servizio da voi intrapreso come lavoro di Dio. Il ‘Gîtâchârya’ ha lanciato un fervido appello:

Sarva dharmân parityajya mâm ekam sharanam vraja
“Abbandona a Me tutte le tue attività e cerca rifugio in Me solo”.
(B.G. 18.66)

Perciò, dedicate tutte le vostre attività a Dio. Solo allora otterrete la pace in ogni modo possibile.

(Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: “Prema mudita manase kaho…”).

Prashânti Nilayam, 1 Gennaio 2004
Sai Kulwant Hall
Discorso di Capodanno 2004
(Traduzione tratta dal testo inglese pubblicato sul sito internet dello Shrî Sathya Sai Central Trust di Prashânti Nilayam)

25 marzo 1958 – Esaminare, sperimentare

25 marzo 1958 

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Esaminare, sperimentare

[1] Sono venuto per confortare le vostre esistenze e non per raccontare la Mia vita. Per tale ragione non ho gradito che Ramanatha Reddy e Kasturi abbiano parlato di Me facendo riferimento ad alcuni episodi della Mia vita. Le vostre vite sono ben più importanti per Me, perché il Mio obiettivo è che possiate vivere più felicemente e con maggiore soddisfazione. Tutti gli esseri devono impegnarsi nel karma (azione, attività): è un obbligo universale, ineluttabile. Alcuni credono che solo le azioni, meritevoli o peccaminose, possano essere chiamate karma, ma il respirare stesso è karma. Ci sono dei karma i cui frutti non possono essere evitati! Esistono karma fisici, mentali e spirituali, e compierli per amore del Sé è dedizione. Si è parlato di Puttaparti e vi hanno consigliato di andarci per trarre ispirazione dai bhajan, i canti devozionali. Vi prego di non spendere questi soldi, poiché ovunque siate ed in qualsiasi momento invochiate il Mio nome, la vostra stanza diverrà Prashānti Nilayam ed il vostro villaggio diverrà Puttaparti. Io sono sempre pronto ad ascoltarvi e rispondervi. Vi voglio attivi e pienamente impegnati perché, se siete inattivi, il tempo graverà pesantemente sulle vostre mani. Non sprecate neanche un singolo istante dell’arco di vita assegnatovi, poiché il tempo è il corpo di Dio, infatti a Lui ci si riferisce come Kālasvarūpa (che prende forma nel tempo). È un crimine utilizzare male il tempo o sprecarlo nell’indolenza. Allo stesso modo non sprecate i vostri talenti, le capacità fisiche e mentali donatevi da Dio come patrimonio per adempiere il dovere della vita.

[2] Come la forza di gravitazione attrae tutto verso il basso, così la forza dell’indolenza vi trascinerà implacabilmente in giù; per questa ragione dovete essere sempre attivi e vigili. Come il vaso di rame deve essere lucidato affinché brilli, così la mente dell’uomo deve essere purificata mediante la disciplina spirituale, ovvero con attività quali la ripetizione del Nome divino e la meditazione. Persino un’azione naturale e automatica come il respirare può trasformarsi in un atto empio, se compiuta consapevolmente per ottenere un certo risultato. Un giorno un indù ed un suo amico inglese si trovavano sulle rive del fiume Godāvarī. L’indù disse di volersi bagnare nelle acque sacre del fiume, così pronunciò “Hari” – il nome di Dio, s’immerse, e ne uscì rinfrescato nella mente e nel corpo. Egli era molto felice di aver avuto la straordinaria opportunità di bagnarsi in quelle acque sacre. L’inglese invece rise e domandò all’amico come avesse potuto trarre tanta gioia nel tuffarsi in quell’acqua che è soltanto H2O, e aggiunse che la sua era tutta superstizione. L’indù allora gli rispose: “Lasciami pure la mia superstizione e tu tieni la tua.” Il cinico ottenne soltanto la pulizia del corpo, mentre il credente ottenne anche la purificazione della mente. Quando vi prostrate davanti agli anziani, anche la mente deve avere un atteggiamento di umiltà; non è solo il corpo che si deve inchinare. A Madras ci sono tanti assistenti sociali che visitano gli ospedali e rendono il loro servizio ai degenti. La maggior parte del lavoro che svolgono è meccanico: fanno aria ai pazienti, scrivono delle lettere per loro conto, cantano i bahjan, senza però prestare attenzione alle reali necessità dei pazienti. Molti s’impegnano in tali attività perché il servizio sociale è di moda. Questo lavoro, invece, deve essere svolto con piena partecipazione della mente, in modo gaio, intelligente e riverente. Il paziente non deve sentirsi infastidito dal nervosismo del volontario, anzi lo dovrebbe aspettare come un familiare che gli è caro. Se non vi piace questo tipo di lavoro, non fatelo; non gravate la vostra mente di qualche cosa che non vi aggrada. Un lavoro fatto meccanicamente è come una lampada ad olio priva di combustibile. L’olio è l’entusiasmo mentale: versatelo e vedrete che la fiamma sarà vivida ed arderà a lungo.

[3] Il karma si trasforma in yoga (unione con Dio) quando è svolto senza attaccamento. Un sannyāsi (asceta) non dovrebbe neanche ricordare quello che ha fatto, ma soprattutto non deve intraprendere un’azione aspettandosi dei frutti. Tale karma viene definito ‘azione compiuta senza desiderio per il risultato’ ed è il più nobile. Il karma migliore è quello svolto per senso di dovere, perché deve essere fatto e non perché sia vantaggioso farlo. Inoltre un sannyāsi non deve essere soggetto alla rabbia, all’ansia, all’invidia ed all’avidità, anche se la vostra esperienza vi dirà che oggi asceti di questo tipo sono molto rari. Non degnate neanche di uno sguardo un sannyāsi che tradisca a tal punto i suoi voti da ambire fama e notorietà o che si compiaccia di calunniare e competere. Non fatevi fuorviare da tali personaggi che potrebbero indurvi anche a non credere più alle sacre scritture ed ai Veda. Solo chi è fermamente convinto che questo mondo è un miraggio della mente è il vero Swami, tutti gli altri non sono che Rāmaswami o Krishnaswami, con il diritto di mettere tale qualifica solo alla fine del loro nome, non davanti.

[4] La Natura è un’entità molto antica. Anche il Jīvi, l’anima individuale, è molto antico poiché è ‘entrato’ ed ‘uscito’ molte volte. Ora però indossa una veste nuova, è moderno ed è venuto come il pellegrino che si reca in un luogo sacro per compiere i suoi giri attorno al tempio. Il Jīvi deve avere una guida che gli mostri i luoghi sacri e lo aiuti a terminare il pellegrinaggio. Ebbene, quella guida è il Signore stesso, ed i manuali d’istruzione sono i Veda, le Upanishad ed i sacri testi. L’essenza delle Scritture è contenuta in questa sola regola: ripetete il nome del Signore avendo sempre in mente la Sua Gloria. Il Signore è come il kalpataru, il divino albero che soddisfa i desideri e che dà tutto ciò che gli viene chiesto. Voi però dovete accostarvi all’albero e desiderare ciò che volete ottenere. L’ateo è colui che si tiene lontano dall’albero, mentre il credente è chi si avvicina: questa è la sola differenza. L’albero tuttavia non fa alcuna distinzione, elargisce i suoi doni a tutti. Il Signore non punisce, non si vendica se non lo riconoscete e non lo onorate. Egli non ha preferenze per un particolare tipo di culto né si compiace solo di quello. Se avete orecchio, potrete sentire l’OM che annuncia la presenza del Signore in ogni suono. Tutti i cinque elementi producono il suono OM. La campana del tempio ha la funzione di diffondere l’OM quale simbolo dell’onnipresenza di Dio. Quando la campana suona l’OM, la divinità che dimora in voi si risveglierà e voi diverrete consapevoli della Sua Presenza. Questo è il motivo per cui si suona la campana davanti all’altare.

[5] Guadagnatevi il diritto ad avvicinarvi a Dio senza paura per chiedergli la vostra eredità. Dovreste diventare tanto liberi da non pronunciare alcuna espressione di lode quando vi accostate al Signore. Le lodi sono un segno di distanza e di timore. Avrete certamente sentito la storia del saggio Kālidāsa. Egli disse che «Non appena l’io se ne va» – cioè non appena l’ego fosse scomparso, egli avrebbe raggiunto la liberazione e brillato del suo splendore originale, quale Brahman, l’indistruttibile Ātma o Sé. La «I» di ‘io’, quando è barrata diventa il simbolo della croce, quindi ciò che deve essere crocefisso è l’ego, ricordatelo. Allora la natura divina si manifesterà senza alcun ostacolo. I mezzi che distruggono l’ego più facilmente sono la devozione, il meditare sulla magnificenza del Signore ed il servizio reso agli altri in quanto figli di Dio. Potete invocare il Signore con qualsiasi nome, perché tutti i nomi sono Suoi, perciò scegliete il nome e la forma che più vi attraggono; i mille nomi del Signore sono stati composti per glorificare i vari aspetti di Dio, e voi avete la libertà di sceglierne uno. Il guru vi consiglierà il Nome e la Forma che più si addicono al vostro temperamento ed alle azioni meritorie del passato. Se però il guru volesse costringervi ad adottare un certo tipo di disciplina proclamando che quello è un suo ordine, ditegli che quello che conta è la vostra soddisfazione e non la sua; infatti dovete praticare la disciplina spirituale in un’atmosfera di gioia e di contentezza.

[6] Il discepolo ha il diritto di crescere in base alle sue attitudini ed inclinazioni mentali, ed il guru non deve forzarlo a svilupparsi nella direzione da lui prescelta. Oggi l’antica relazione fra guru e discepolo si è capovolta: ricchi ed influenti discepoli dominano il guru dettandogli il comportamento da seguire. I guru dal canto loro, avidi di accumulare ricchezza e fama, si abbassano ad agire secondo i dettami dei discepoli, degradando così il loro stato. Perciò prima di accettare un guru, esaminatelo, controllate le sue credenziali, verificatene gli ideali e le pratiche. Anche nel Mio caso, non lasciatevi attirare solo dalle storie di quello che creo con un semplice movimento della mano. Non saltate a conclusioni affrettate ad occhi chiusi: osservate, studiate e ponderate. Non abbandonatevi a nessuno finché non avvertirete la soddisfazione interiore di essere sulla via giusta. Soprattutto non parlate male dei grandi uomini e dei saggi, perché è un segno d’egoismo grossolano e di impertinenza puerile che nasce dalla presunzione stessa. Il Mio consiglio per voi oggi è questo: così come vi preoccupate delle necessità del corpo, nutrendolo tre volte al giorno per mantenerlo in buone condizioni, allo stesso modo spendete regolarmente ogni giorno un po’ del vostro tempo per mantenere in buona forma anche la vostra coscienza interiore. Impegnatevi nella preghiera e nella meditazione un’ora al mattino, un’ora alla sera ed una ai primi chiarori dell’alba durante il Brahma-muhūrta. Progredendo nella vostra pratica scoprirete che una grande pace discenderà su voi e grandi risorse di energia nuova scaturiranno dall’interno di voi stessi. Dopo un po’ di tempo la vostra mente contemplerà il divino Nome ovunque siate e qualunque cosa facciate: allora la pace e la gioia diventeranno le vostre inseparabili compagne.

Gokhale Hall, Madras, 25.03.1958

da DISCORSI 1953 – 1960 (Sathya Sai Speaks-Vol.I) ed.Mother Sai Publications