La vista fisica permette di percepire solamente la natura. Tuttavia, dal punto di vista spirituale, l’intero universo non è altro che il Divino. Tutto appare divino se visto attraverso l’Amore.
Un giovane, che aveva studiato la filosofia di Âdi Shankara, è venuto a dirMi: “Swami, Shankara diceva: Brahma Sathyam, Jagat Mithyâ (“Dio è Verità, l’universo è irreale”). Per favore, spiegami che cosa è reale e che cosa è irreale.”
Swami gli ha risposto: “Mio ingenuo ragazzo, lascia che sia la natura a dimostrare ciò che è reale e ciò che non lo è. Preoccupati di conoscere la tua realtà. Non c’è alcun bisogno di studiare la natura del mondo fenomenico”. Chi non è cosciente della propria natura non conosce la realtà o qualunque altra cosa del cosmo.
L’uomo considera reale il suo corpo fisico ed irreale lo Spirito invisibile. Non comprende che l’invisibile è la causa del suo piacere e del suo dolore.
“Che nessuno si sogni che per sempre durino vita, beltà e giovinezza.
Già avanza la vecchiaia, carica d’affanni!”.
(Poesia telugu).
L’uomo è la somma di due entità: corpo e spirito. Tre cose presiedono al corpo fisico: aria, bile e flemma. Dal primo elemento dipendono 80 malattie, dal secondo 82 e dall’ultimo 224. In tutto fanno 386 tipi di malattie.
I saggi del passato, ben consci della facilità con cui il corpo s’ammala, consideravano quest’ultimo uno strumento indispensabile per i conseguimenti spirituali.
Molte di queste malattie sono insidiose e possono passare inosservate in una persona apparentemente sana. La malattia si cela in quasi tutte le azione umane, dall’atto di respirare a quello di alimentarsi. Il corpo è, per sua natura, destinato a perire, ma lo Spirito è immortale. Tramite un corpo immortale, si può sperimentare lo Spirito eterno. L’uomo spreca il proprio tempo nella ricerca dei piaceri terreni e dimentica che dallo spirito può trarre una gioia infinita. La vera felicità è quella che nasce dall’unione con Dio.
Alcuni sostengono che Dio doni eccessiva grazia ad alcuni, ignorando completamente altri. Queste non sono che aberrazioni mentali di certe persone. Per Dio, tutti sono uguali. Potete vedere la vostra immagine riflessa solo in uno specchio sul cui retro vi sia il mercurio dell’Amore. Tutti affermano di non aver sperimentato Dio. Ciò, però, non è colpa di Dio. Il sentimento che il Signore favorisca alcuni a discapito di altri nasce dalla gelosia.
(Swami narra un episodio della fanciullezza di Shirdi Baba)
Quando Baba aveva dieci anni, Patel lo condusse da Venkusa. Patel aveva fatto un sogno in cui gli veniva detto: “Patel, tu non sei destinato a vivere a lungo ed il ragazzo che hai tirato su non potrà essere tenuto da nessuno. In un certo luogo, vive un tale di nome Venkusa: portagli il ragazzo ed affidaglielo”.
Venkusa era l’insegnante spirituale di un certo numero di ragazzi e, quando vide Baba, ebbe una premonizione ed esclamò: “Vieni! Vieni! Ti aspetto da tanti anni.” Parlò al ragazzo amorevolmente e lo invitò ad entrare e a rifocillarsi. Da quel momento, Venkusa sviluppò un affetto speciale per il ragazzo. Per tale motivo, gli altri discepoli si ingelosirono e cominciarono a parlare di lui. Alcuni commentavano: “Noi siamo qui da anni ed il maestro non ci ha mai mostrato grande affetto!”. Altri dicevano: “È fortunato a ricevere tanto amore!”, ed altri ancora: “Forse il maestro si aspetta dei soldi dal ricco Patel!”.
L’affetto tra Venkusa e Baba crebbe di giorno in giorno. Una volta, essi stavano recandosi insieme in una foresta chiamata sikhâra. Gli altri escogitarono allora un piano per eliminare il giovane Baba, pensando che, così, avrebbero riottenuto le attenzioni del maestro. Allorché i due si stavano riposando dietro una capanna, uno dei ragazzi più grandi prese un mattone e lo scagliò contro Baba per ucciderLo. L’amore di Venkusa per Baba era tanto grande che, non appena s’avvide di quanto stava accadendo, fece da scudo a Baba col suo corpo e venne colpito al Suo posto, procurandosi una ferita alla testa.
Baba, allora, strappò un pezzo di stoffa dal Suo abito e gli fasciò la ferita. Mentre Baba e Vankusa parlavano della ferita, i ragazzi, implorando il perdono del Guru, si fecero avanti portando a braccia il corpo esanime del giovane che aveva lanciato il mattone. Venkusa, allora, disse loro: “Figlioli io sono diventato vecchio. Questo ragazzo sta portando avanti tutto il mio lavoro. Solo l’amore può proteggervi. Dove non c’è amore, nulla potrà salvarvi”. Udite tali parole, i ragazzi deposero il corpo davanti a Baba e questi scoppiò a ridere.
Perché rise? Non perché fosse contento che il ragazzo che voleva ucciderLo fosse morto, ma perché sapeva che la morte può verificarsi in qualunque momento e in ogni luogo. Nonostante fosse così giovane, Baba conosceva questa realtà riguardante il corpo. Egli trascendeva il tempo e l’età non aveva per lui alcuna importanza. Egli era la Persona cosmica. Disse dunque ai ragazzi: “Oggi è morto lui, domani potrebbe accadere a voi. Nessuno è immortale!”. I ragazzi allora, piangendo, dissero: “Come possiamo spiegare ai suoi genitori questa disgrazia?”, Baba così rispose: “Dite loro esattamente ciò che è accaduto”.
I ragazzi allora capirono che, raccontare la verità dei fatti, avrebbe arrecato loro un grave disonore, mentre inventare altre ragioni avrebbe significato mentire. Vedendo il dilemma in cui si dibattevano, Baba chiese: “Che cosa volete, adesso?”, ed essi risposero: “Ti preghiamo di ridargli la vita!”
Allora Baba appoggiò sul Suo grembo la testa del ragazzo e vi passò sopra la mano. Ciò fatto, il ragazzo si risvegliò. Questo fu il primo miracolo di Shirdi Baba…
Gli studenti dovrebbero comprendere che il corpo è composto di elementi che provengono dalla terra e che ad essa ritorneranno quando la vita sarà giunta al termine. Il corpo è come un vaso d’argilla. Per un po’ di tempo, serve al suo scopo; una volta rotto, torna ad essere una cosa sola con la terra.Un seme piantato nel terreno diventa un albero con rami, fiori e frutti. Queste sono le diverse manifestazioni della terra da cui l’albero ha tratto origine e sostentamento. Allo stesso modo, il corpo è fatto di cinque elementi e deve essere usato correttamente.
L’essenza del Vedanta si può riassumere in un’unica frase: “L’Atma in voi è il Divino stesso”. Soltanto coloro che hanno questo sentimento possono sperimentare Dio.
Sai Baba conclude il Discorso cantando il Bhajan: ‘Prema Mudita Manase Kaho..’
Prasanthi Nilayam, Sai Kulvant Hall, 20 agosto 1996
da: Mother Sai n° 2/1997