19 Agosto 1996 – Guadagnatevi la ricchezza della Grazia Divina

19 Agosto 1996 

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Guadagnatevi la ricchezza della Grazia Divina

“Può qualcuno dire che questo è bene e quello è male in questo mondo?
Tutto è stato creato da Dio Stesso: chi può comprendere il mistero della creazione di Dio?”

Bevete il nettare dell’amore divino e divenite immortali

Studenti!
In questa era di civiltà moderna, molti tipi di problemi si manifestano un giorno dopo l’altro; grazie al progresso nel campo dei trasporti, il mondo è diventato piccolo, per cui, se ci sono dei problemi in un luogo, il loro impatto si sente anche in altre regioni.

Comprendete il mistero della mente

La vita stessa è diventata un problema insormontabile. Per quale ragione? La ragione risiede nel fatto che oggi l’uomo vuol seguire il sentiero facile, senza rendersi conto di quali problemi debba affrontare procedendo su di esso. Quella via sembra facile, ma i problemi che presenta sono molto difficili da superare. Tutti vogliono prendere la scorciatoia: uno che ha il mal di testa vuol prendere una pillola che lo faccia star bene immediatamente. Oggi l’uomo vuole che tutti i suoi problemi si risolvano facilmente, vuole ottenere con facilità anche la liberazione. Che cos’è esattamente la via facile? Che cosa significa risolvere i problemi? Che cosa significa una scorciatoia? Egli non capisce quali problemi deve affrontare adottando questi sistemi. In questo mondo fisico e secolare, su questa via di materialità, l’uomo è incapace di comprendere perfino il significato di piccole parole; le parole possono essere piccole, ma il loro significato può essere profondo. Ecco un esempio: noi usiamo la parola nityam intendendo “ogni giorno”. Sebbene questa sia una parola piccola usata nella conversazione comune, essa ha acquistato un profondo significato: nityam indica ciò che è vero, eterno e immutabile nei tre periodi di tempo. Ogni parola è dotata ugualmente di profondo, intimo significato. Anche i pensieri e contropensieri dell’uomo sono responsabili di questi problemi. La mente umana è molto particolare oltre che molto importante e potente; il suo stesso funzionamento è un grande prodigio. Essa non ha forma propria, recita da sola attrice e gioca un ruolo duale: in un momento, è fonte di felicità; in un altro, di dolore. Non c’è luogo in questo mondo in cui la mente non possa andare; il suo impatto è evidente dovunque si guardi. Essa è presente in ogni dove con il potere dei suoi pensieri.

“Il mondo è creazione della mente.”

La mente dell’uomo è responsabile di tutta la sua felicità e del suo dolore, delle cose meritorie e dei peccati; per questo, il Vedânta dichiara:

“La mente è la causa della schiavitù e della liberazione dell’uomo.”

Una volta compreso il mistero della mente, sarete liberi da tutti i problemi. Voi pensate di provare felicità o dolore a causa degli altri: no, voi stessi siete responsabili del vostro essere felici o addolorati; i vostri pensieri ne sono responsabili. Comprendere che la mente stessa è responsabile di tutte le gioie e dei dolori è dovere dell’uomo.

La divinità è il segno caratteristico della razza umana In questo mondo ci sono ottomilioniquattrocentomila specie e sono di quattro tipi: andaja, pindaja, svedaja e udbijja. Quelli che sono nati dall’uovo sono chiamati andaja; gli uccelli, le formiche, gli insetti e i rettili appartengono a questa categoria che ne contiene duemilionicentomila specie. Quelli che nascono dal ventre della madre, come gli esseri umani e gli animali mammiferi, sono detti pindaja e anch’essi costituiscono duemilionicentomila specie. Quelli che nascono dal sudore sono chiamati svedaja e quelli che nascono dalla terra sono detti udbijja; anch’essi costituiscono duemilionicentomila specie ognuno. Di queste ottomilioniquattrocentomila specie, l’essere umano occupa la posizione più elevata; per questo si dice:

“Tra tutti gli esseri viventi, la nascita umana è la più rara.”

Perché la nascita umana è così difficile da ottenere? Perché alla nascita umana è concessa una posizione così elevata tra tutti gli esseri viventi? Lo si deve alla sua forma, all’intelligenza, alla bellezza, alla ricchezza o all’istruzione? A nessuna di queste; non sono cose difficili da raggiungere, le si può ottenere con la pratica. Anche una scimmia si può addestrare ad andare in bicicletta come si vede nei circhi; anche una fiera come la tigre può essere addestrata a sedere su una sedia con umiltà e obbedire al comando del domatore. Molte abilità simili possono essere acquisite tramite la pratica e l’uomo non costituisce un’eccezione in tal senso. Allora, qual è la qualità che rende l’uomo così superiore? È la capacità, che egli solo ha, di portare a manifestazione il suo vero Sé, di seguire la sua natura reale e sperimentare la beatitudine. Gli uccelli e le bestie non possono mai raggiungere la loro innata divinità.

“Il cibo, il sonno, la paura e la procreazione sono comuni al genere umano e agli animali.
Solamente l’uomo è dotato di saggezza. L’uomo privo di saggezza equivale a un animale.”

Chi manca di saggezza e conoscenza non è migliore di un animale; sono questi attributi che distinguono l’uomo dagli uccelli e dalle bestie. Che cos’è la vera conoscenza? È la conoscenza fisica, quella delle cose del mondo, quella tratta dai libri o quella delle Scritture? No, no, la vera conoscenza è quella che fa sperimentare l’unicità.”

“L’esperienza del non dualismo è saggezza.”

Oggi l’uomo acquisisce molti tipi di conoscenza nei campi della musica, della letteratura, della danza, della pittura, della scultura, della fisica, della chimica, della botanica ecc., ma tutte queste corrispondono solamente alla conoscenza secolare, inerente al mondo, e questa non può guidarvi all’autorealizzazione. Essa corrisponde alla via esteriore (pravritti). Ciò che dovete seguire è il sentiero interiore (nivritti).
Vedendo il vostro corpo, vi identificate con la forma, ma voi non siete il corpo; vivete nel corpo. Pensate di appartenere alla razza umana sulla base della vostra forma. Qual è la razza della pelle? Qual è la razza del sangue? Quale quella delle ossa e dei capelli? Qual è la razza dei cinque elementi, terra, acqua, fuoco, aria ed etere, che costituiscono il corpo? Essi non appartengono ad alcuna razza particolare. Allora, qual è il segno distintivo della razza umana? La divinità è il suo segno distintivo; quindi, usando il corpo come uno strumento, dovete portare a manifestazione l’Abitante Interiore e propagare questa verità al mondo.
Il corpo è il campo (kshetra) e l’Abitante è il Conoscitore del campo (Kshetrajna). Voi non potete identificarvi con l’automobile per il fatto che la guidate; l’auto è differente dal conduttore. Il corpo è l’automobile e l’Abitante è l’Autista. L’Abitante è effettivamente Dio Stesso. Dovreste sforzarvi di comprendere questo Principio Divino. Il corpo è composto dei cinque elementi, e dovrà perire prima o poi, ma l’Abitante non ha nascita né morte, non ha attaccamento alcuno ed è il Testimone Eterno. In verità, l’Abitante, che è nella forma dell’Atma, è effettivamente Dio Stesso.

Nessuno può nascondere i suoi peccati a Dio

In questa era moderna, le persone danno la massima importanza al corpo ignorando l’Abitante; questa è la causa dei loro peccati, delle sofferenze, delle difficoltà e dei disordini. Se volete vivere in pace e verità, dovete sforzarvi di manifestare il Principio dell’Abitante. Per realizzare questo, non c’è altro modo che prendere la via dell’amore per Dio. Questa è l’esortazione delle Upanishad:

“O figli dell’immortalità, ascoltate!”

Voi siete figli dell’immortalità, ma vi considerate semplici mortali, deboli e senza difesa. Questa è la vostra debolezza. Siete molto superiori persino agli Dei del cielo; la fonte di Divinità che sgorga dal vostro cuore è superiore perfino all’ambrosia. Tale è la dolcezza, la grandezza e la potenza del vostro cuore, ma voi siete incapaci di manifestare il sacro potere divino che si trova in voi. Commettete peccati ed errori pensando che nessuno sappia ciò che state facendo: che sciocchi che siete! Gli altri possono non saperlo, ma potete forse nascondere i vostri peccati e i vostri errori a Dio? Anche se vi nascondete in bagno o vi coprite di stracci, non potete nascondere alcunché a Dio; potete nasconderlo a chiunque, ma non a Dio. Tutti i vostri errori vi tornano indietro sotto forma di reazione, riflesso e risonanza, ma voi li dimenticate e incolpate gli altri delle vostre difficoltà e sofferenze. Nessuno può evitare le conseguenze delle sue azioni.

“O uomo, è possibile evitare le conseguenze delle azioni? Tu puoi studiare le Scritture e adorare le tue deità familiari, puoi andare nella foresta e osservare austerità severe, ma evitare le conseguenze delle tue azioni è impossibile. Tu puoi attingere tanta acqua quanta il tuo recipiente ne può contenere, sia che tu lo immerga in un laghetto o in un oceano immenso.”

Con la grazia di Dio è comunque possibile evitare quelle conseguenze; essa può ridurre in cenere una montagna di peccati in un istante. Dovreste sforzarvi di meritare tale Amore e Grazia di Dio. Se allacciate questa relazione divina con Dio, potete liberarvi di ogni tipo di peccato. Questo è il Kali Yuga: in quest’era, ciò che fate con una mano vi torna nell’altra; non avete bisogno di aspettare un’altra nascita per ottenere il risultato del vostro operato. Il risultato è certo, ma nessuno può dire come, in quale forma e in che situazione verrà.

“Voi siete obbligati ad affrontare le conseguenze delle vostre azioni dovunque siate: in una foresta, in cielo, in una città o in un villaggio, in cima a una montagna o in mezzo all’oceano profondo.”

Utilizzate la nascita attuale per aumentare i vostri meriti Niente può aiutarvi a evitare le conseguenze delle vostre azioni eccetto la Grazia e l’Amore Divini, quindi sforzatevi di ottenerli; questo è ciò che dovete acquisire, altrimenti sarete presi in questo circolo interminabile di nascite e morti. Il denaro viene e va; quando la conoscenza della Divinità viene, non andrà via mai più. Tre cose dovete comprendere: ciò che quando viene non va più via, ciò che non torna quando va via e ciò che non viene né va. Che cos’è che, una volta venuto, non va più via? È la Saggezza (Jñâna). Ciò che viene e va non è Saggezza. Similmente, ciò che non torna più una volta che è andato via è l’ignoranza (ajñâna). Ciò che non viene e non va è la Divinità: una volta che entra nel vostro cuore, vi rimane per sempre. Gli studenti devono comprendere questi tre princìpi. Avere devozione per Dio per un po’ di tempo e poi provare indifferenza non è corretto; quella non è affatto devozione, è solamente ignoranza che nasce dall’ego. L’ego è ciò che viene e va.

“Un peccatore, quando è pieno di soldi, non si interessa al Signore del Kailâsa; egli si rivolge a Dio solamente quando perde tutta la ricchezza. La ricchezza vera non sono i soldi, ma la virtù; i soldi continuano a passare di mano.”

Supponete che vostro padre vi invii cinquecento rupie con un vaglia: voi vi entusiasmate dicendo: “Questo biglietto da cinquecento rupie è mio”, ma la moneta ride di voi e dice: “O folle! Io non rimarrò sempre con te: quando nel pomeriggio andrai in un negozio, sarò di un’altra persona. Ho visto molte facce come la tua e ne vedrò molte altre.” Può il denaro rimanere in un luogo per sempre? No, esso scivola via come acqua sotto i piedi. Che cos’è la vera ricchezza? La vera ricchezza è costituita dall’amore, dalla grazia e dalle benedizioni di Dio; questa ricchezza, una volta acquisita, non vi lascerà più; quindi dovreste sforzarvi di ottenerla. Avete raggiunto questa nobile opportunità della nascita umana come risultato dei meriti ottenuti in molte vite precedenti; dovreste fare un uso proficuo di questa ricchezza che vi siete guadagnati in molte vite passate. Non solo: dovreste cercar di accrescere sempre di più questo patrimonio. Potete dire che avete ogni diritto di spendere le cinquecento rupie che vi ha dato vostro padre, ma quanto dureranno? Rimarrete senza niente se continuate a spendere, per cui dovreste cercare di aumentare quei soldi che egli vi ha dato. Il Vedânta dichiara:

“Una volta esauriti i vostri meriti, dovete tornare dal cielo al mondo mortale.”

Quando i meriti sono esauriti, perdete anche la meritevolezza. Ecco un piccolo esempio: una persona diventa membro dell’Assemblea Legislativa. Quanto resterà in carica? Solamente cinque anni. Una volta che il termine è scaduto, deve uscirne, non può rimanerne membro, per cui, prima che il termine dei cinque anni scada, dovrebbe sforzarsi di ottenere il favore dei cittadini per essere eletto di nuovo. In modo simile, voi avete avuto questa sacra opportunità come risultato dei vostri meriti passati; anche nella vita presente dovreste maturare sentimenti sacri in modo da essere sempre più meritevoli della grazia di Dio. Così i meriti accumulati nella vita presente si sommeranno a quelli delle vite passate e vi garantiranno la sicurezza e l’incolumità nel futuro. È quindi necessario che conduciate la vita presente in modo sacro. Dovreste rafforzare e incrementare l’Amore e la Grazia che avete già ricevuto; solamente così potrete mantenere la vostra meritevolezza per sempre.

Studenti!
Potete acquisire quanti titoli volete, ottenere qualunque tipo di impiego e ammassare quanta ricchezza credete, ma nessuno di questi è permanente. Essendo stati benedetti con una nascita umana, la vostra vita diverrà proficua solamente se vi guadagnerete un nome rispettabile. Quando vi correggerete se fate di continuo degli errori e li ripetete? Una volta un ladro commise un furto e rubò un mucchio di soldi. Per questo fu condannato a tre anni di prigione, alla fine dei quali il direttore della prigione gli disse: “Domani il tuo periodo di detenzione finisce e sarai rilasciato; prepara le tue cose e stai pronto.” Allora il ladro giunse le mani e disse: “Signore, permettetemi di lasciarle qui perché tornerò presto.” Cha cosa significa? Significa che egli avrebbe rubato ancora e sarebbe tornato in carcere. Come si può redimere una persona simile? Quando un individuo commette un errore e va in prigione, dovrebbe cercare di non tornarci più. Se chiedete a qualcuno la ragione per cui prende delle medicine, egli vi dirà che le prende per curare la sua malattia, ma questa non è la risposta corretta. Voi prendete le medicine per non prenderle più: questa è la risposta giusta. La gente dice che prende le medicine per curare le proprie malattie; la medicina può curare una malattia particolare, ma, più tardi, se ne può contrarre una nuova, al che bisogna prendere un altro tipo di farmaco. Dovete quindi accertarvi di non ammalarvi ancora. Che scopo ha questa nascita umana? Ha lo scopo di assicurare che non abbiate rinascita; questa è la risposta giusta. Perché sostenete un esame? A che serve presentarsi e ripresentarsi all’esame se lo fallite a ripetizione? Voi sostenete l’esame per non doverlo dare più. Dovreste comprendere lo scopo reale di questa vita e agire di conseguenza. Gli studenti, però, non indagano profondamente in questo campo.

Bevete il nettare dell’Amore Divino

Studenti!
La vostra vita è, in effetti, assolutamente reale (pâramârthika), ma voi conducete una vita empirica (vyâvahârika); il risultato è l’illusione (prâtibhâsika). Questo si può illustrare con l’esempio dell’oceano, delle onde e della schiuma: le onde scaturiscono dall’oceano una dopo l’altra. Il sapore salato che si trova nell’oceano è presente anche in esse, e il loro colore è lo stesso di quello dell’oceano. In modo simile, la schiuma è formata dalle onde. Tutti gli attributi dell’oceano sono presenti anche nelle onde e nella schiuma. Allo stesso modo, le onde di vita empirica nascono dall’oceano della vita reale e la schiuma dell’illusione nasce dalle onde di vita empirica; quindi voi dovreste vivere questa vita empirica con il sentimento della vita reale. Gli esseri umani sono le onde che scaturiscono dall’oceano di Satcitânanda, per cui voi siete l’incarnazione di Sat, Cit, Ânanda. Sat significa “Essere” e Cit “Consapevolezza”; l’unità di questi due produce Ânanda (Beatitudine). Voi desiderate la felicità; in effetti, Sat e Cit sono in voi e questo è illustrato molto bene dal Nome “Baba” che ha un doppio significato: Ba e Ba. La prima “B” indica l’Essere e la prima “A” la Consapevolezza; la seconda “B” si riferisce alla Beatitudine e la “A” all’Âtma, per cui Baba è l’incarnazione di Satcitânanda. In realtà, ogni essere umano è dotato di questi tre princìpi. Voi vedete morire delle persone davanti ai vostri occhi e pensate che anche voi incontrerete lo stesso destino un giorno o l’altro; il fatto è che il vostro corpo può perire, ma voi non conoscerete la morte: l’Âtma è vero ed eterno, non ha nascita né morte. Essendo l’incarnazione dell’Âtma, dovreste sforzarvi di diventare eterni. Che cosa significa? Significa che il vostro corpo dovrebbe mantenersi per sempre? Il corpo può morire, ma non dovrebbe più rinascere. Chi si disseta con il nettare dell’Amore Divino non conoscerà rinascita.

Punar janma navidyate
“Voi non avrete più nascita.”

A questo dovreste aspirare. Se seminate i semi del riso, essi diverranno pianticelle, ma, se ne rimuovete la scorza prima di seminarli, non germineranno. L’attaccamento al corpo è la scorza; quindi, finché avete la scorza dell’attaccamento, nascerete ripetutamente. “Nascere sempre di nuovo”: ecco che cosa ha detto Âdi Shankara:

“O uomo sciocco canta il Nome di Govinda:
le regole di grammatica non ti verranno in aiuto quando la fine si avvicinerà.”

O uomo stolto! O san Tommaso! Tu non riesci a comprendere la realtà. Canta il Nome del Signore, bevi l’ambrosia dell’Amore, fai l’esperienza della Beatitudine e condividila: questa è la meta più importante della vita umana. A che serve accumulare ricchezza, costruire case, fare questo e quello? Alla fine, devi lasciare questo mondo a mani vuote; non puoi portare con te neppure un pugno di polvere. Se all’uomo fosse possibile portare la polvere con sé, anche quella sarebbe stata razionata. Dopo la morte, il tuo corpo non sarà tenuto nella casa che hai costruito; questo è il destino del corpo. Comunque, è con l’aiuto di esso che dovete raggiungere la meta della vita. Il corpo è mortale, l’Âtma è immortale; quindi dovreste condurre una vita immortale. Che cos’è una vita immortale? È la vita che recepisce l’Amore di Dio. Se avete l’Amore di Dio, potete ottenere qualunque cosa. Assieme all’istruzione secolare e alla conoscenza delle cose del mondo, gli studenti dovrebbero acquisire la discriminazione e cercar di comprendere il Principio Atmico.

“L’educazione spirituale è vera educazione.”

Ogni tipo di istruzione secolare è come un piccolo fiume che dovrà alla fine immergersi nell’oceano della conoscenza spirituale.

“L’oceano è la meta dei fiumi.”

Un fiume non può avere altra destinazione. Esso deve comunque scorrere tra due rive; se non ci fossero le rive, nessuno sa quante case e villaggi distruggerebbe. Anche la vita umana è come un fiume profondo e veloce; che cosa si deve fare affinché il fiume arrivi a immergersi nell’oceano senza far danno a nessuno? Dovete farlo scorrere tra le due rive della fede.

“Chi dubita perirà; chi ha salda fede otterrà la saggezza.”

Dovete liberarvi dei dubbi; non date loro spazio diventando dei san Tommaso; se avete fede certa e siete privi di dubbi, il fiume della vita scorrerà direttamente verso l’oceano della Grazia Divina e vi si immergerà.

Siate prudenti in ogni momento della vita

Oggi le persone compiono una quantità di pratiche spirituali come la ripetizione del Nome di Dio, la meditazione e l’ascolto dei discorsi spirituali, ma il fiume della loro vita non scorre verso l’oceano della Grazia Divina. Perché? Perché le eseguono tutte con sentimenti terreni, e il loro cantare è meccanico come quello di un registratore o di un grammofono. Un grammofono, che trasmette un canto triste, piange forse quando è in funzione? Oggi, allo stesso modo, tutte le pratiche spirituali dell’uomo sono diventate artificiali e meccaniche. Nessuno può dire che cosa accadrà tra un istante; quindi bisogna essere cauti in ogni momento della vita. State attenti, siate guardinghi. Il vicerettore ha parlato di Âdi Shankara: egli era nato nel piccolo villaggio di nome Kâladi e, neanche quando divenne il capo del Mutt (centro religioso), ebbe alcuna traccia di ego, di attaccamento o gelosia, ma queste qualità malvagie possono vincere una persona in qualunque momento, per cui egli introdusse un sistema: assunse due guardiani e li istruì a camminare continuamente davanti al Mutt da un estremo all’altro con un bastone in mano e a incrociarsi ogni due minuti dicendosi l’un l’altro: “Stai attento, sii guardingo!” Più tardi, il terzo Shankarâcârya divenne capo del Mutt e, un giorno, pensò: “Ah, io ho moltissima terra e sono adorato da un gran numero di persone.” Quando fu sopraffatto da questo senso di orgoglio e di ego, in quel preciso momento sentì le guardie dire: “Stai attento, sii guardingo”, per cui ammonì se stesso: “Non dare spazio all’ego, stai attento.” Anche voi dovete stare attenti in ogni momento della vita alla malvagità dell’ego e dell’orgoglio. Dovete legare strettamente la Forma Divina con la corda del Suo Nome al palo della vostra lingua: allora Dio sarà sempre con voi. I Nomi Divini di Govinda, Dâmodara e Mâdhava sono dolci, nettarei; chi è Mâdhava? Ma indica Mâyâ, la Dea Lakshmî e la Madre Terra; Dhava significa Signore, per cui Mâdhava significa “Marito della Dea Lakshmî e Signore di Mâyâ e della Madre Terra”. Tale è il profondo, intimo significato della parola Mâdhava; se vi legate a Lui strettamente, potete ottenere la vittoria sul mondo intero.

“O lingua, conoscitrice del gusto! Tu sei molto sacra; di’ la verità nel modo più gradevole possibile. Canta i Nomi Divini di Govinda, Mâdhava e Dâmodara continuamente: questo è il tuo dovere più importante. La lingua è così altruista che invia immediatamente allo stomaco le cose dolci e deliziose che ponete su di essa affinché ne venga inviata l’essenza a tutte le membra del corpo, ma se le date qualcosa di amaro, essa lo sputa immediatamente. Non solo: la lingua è dotata di un grande senso di tolleranza.”

La tolleranza è verità, è rettitudine; la tolleranza è l’insegnamento dei Veda, la tolleranza è non violenza, la tolleranza è sacrificio, la tolleranza dà felicità e beatitudine celeste. In effetti, essa è tutto in tutti i mondi.

Allacciate una relazione intima e inseparabile con Dio La lingua è dotata di grande tolleranza. Come? La lingua, così tenera, è rinchiusa da trentadue denti affilati che la possono tagliare se non si muove con attenzione; anche voi dovreste comportarvi come la lingua quando siete in mezzo a persone malvagie. Questo è l’esempio che dette Vibhîshana quando condusse sua moglie tra i malvagi (râkshasa). La lingua, essendo dotata della caratteristica della tolleranza, non è mai in pericolo; i denti cadranno a tempo debito, ma la lingua sarà sempre lì. Non solo: la lingua mantiene sempre la sua dignità e il suo onore, non va in giro da una stanza all’altra come i gatti e i topi. In tempi di contentezza o di pericolo e in tutte le circostanze, essa rimane sempre nel suo posto, non ne esce; voi stessi potete constatare che, qualunque parola pronunciamo, la lingua non vien fuori dalla bocca; rimane sempre a casa sua e conserva il suo onore. Per questo essa è celebrata così:

“O lingua, ascolta attentamente:
tu sei la conoscitrice del sapore, puoi parlare molto dolcemente e sommessamente;
sei molto grande, e le virtù che possiedi non si trovano in nessun altro.”

Anche voi dovreste vincere il Premio Nobel dell’Amore e della Grazia Divini emulando l’esempio della lingua. Stringete una relazione intima e inseparabile con Dio; in effetti, dovreste diventare uno con Lui senza dare spazio alla dualità. Se sperimentate l’unità nella diversità, la vostra vita acquisirà un senso; questo è il principio dell’Advaita propugnato da Âdi Shankara. Non date luogo al dualismo.

“Un uomo con una mente duale è mezzo cieco.”

Meglio essere ciechi del tutto che mezzo ciechi; se siete mezzo ciechi, diventate come il corvo che ha un becco lungo che gli ostruisce la visione, per cui il suo occhio destro non può vedere ciò che c’è a sinistra e il sinistro non può vedere quel che si trova a destra. Conseguentemente, esso non guarda diritto, e continua a girare la testa da una parte all’altra. L’incostanza è la caratteristica del corvo. Voi non dovreste dare spazio a caratteristiche simili a quelle degli uccelli e delle bestie. Continuate a ripetere a voi stessi: “Io sono un uomo non un animale, non un uccello.” Acquisite una fede sicura nella vostra natura divina e sarete liberi dall’incostanza e da tutte le qualità animali.

Bhagavân ha concluso il Discorso con il bhajan: “Madhura Madhura Muralî Ghanashyâma…”

Prashânti Nilayam, 19 agosto 1996,
Sai Kulwant Hall

(Da “Sanâtana Sârathi”, ottobre 2013)