“Il Nome di Rāma è più dolce dello zucchero, più gustoso del curd e più dolce persino del miele. La ripetizione continua di questo Nome così dolce dona il sapore del nettare divino stesso. Quindi si dovrebbe contemplare il Nome di Rāma incessantemente.”
Dio risiede nel cuore dell’essere umano
Incarnazioni dell’Amore Divino!
Il Nome di Dio è il più dolce che ci sia al mondo; niente può eguagliarlo in dolcezza. Ci sono varietà di gusti e ognuno ha un gusto personale, ma quello è il gusto della lingua, non la beatitudine del cuore.
Considerate la statua di Dio come Dio Stesso
La felicità terrena è temporanea e cambia da un momento all’altro, mentre la beatitudine che viene dal cuore è eterna e immutabile.
I devoti adorano Dio sin dall’antichità, ma non ottengono da Lui ciò che desiderano nonostante la lunga adorazione. Perché? Perché non hanno la ferma convinzione che la statua o l’immagine siano dotate della Presenza Vivente del Divino. Se sentissero la Presenza Divina, sperimenterebbero la Beatitudine, ma neppure i devoti che dicono di essere servitori di Dio sperimentano la Presenza Divina nelle statue e nelle immagini delle Divinità. Dio ha la forma della beatitudine, che è eterna e indistruttibile, ma l’uomo non ha una fede profonda e salda in questo.
Uno studente doveva dare un esame; era debole in matematica e, dato che l’esame era programmato per l’indomani, pregò Swami e si presentò a “Matematica Uno”. L’esame non andò bene, per cui egli tolse la foto di Swami dall’altare e la mise nell’armadio. Il giorno dopo doveva sostenere l’esame di “Matematica Due” e questa volta adorò la foto di Rāma, ma il risultato fu ancora peggiore. Il terzo giorno doveva dare l’esame di “Contabilità Uno” e, pensando che la Dea Madre fosse più misericordiosa degli altri Dei, espose la foto della Devī (Dea) e fece la Pūjā. Quel giorno non riuscì neppure a capire le domande d’esame, per cui tornò a casa e mise nell’armadio anche quella foto. Il quarto giorno l’esame era “Contabilità Due”. Sapendo che Vināyaka rimuove tutti gli ostacoli, portò dei bastoncini d’incenso e delle noci di cocco e mise una ghirlanda alla statua. Quando accese l’incenso, il fumo si diresse verso l’armadio in cui erano state riposte le foto ed egli pensò: “Ho portato l’incenso per Vināyaka: perché dovrei lasciare che questi Dei che mi hanno tradito, cioè Rama, Sai Baba e la Devī, godano del profumo?” Allora andò a prendere un pezzo di stoffa per chiudere il naso a Sai Baba, a Rāma e alla Devī. Essendosi accertato che il profumo non li avrebbe raggiunti, si sedette a pregare. In quel preciso momento, apparvero Sai Baba, Rāma e la Devī. Egli, stupefatto, chiese alle Divinità: “Come mai non siete apparsi quando Vi ho adorato e, ora che Vi ho puniti, siete davanti a me?” Sai Baba rispose: “Figliolo, finora tu Mi hai limitato a un’immagine. Oggi, hai avvertito che questa fotografia è un’entità vivente; quindi, hai coperto il naso con un pezzo di stoffa per impedire al profumo di raggiungerMi. La fotografia non ti aiuterà. L’immagine rimarrà un’immagine. Tu puoi adorare l’immagine come Dio, ma non ridurre Dio a un’immagine. Oggi, hai cominciato a credere che l’immagine sia Dio Stesso e l’hai avvolta con un pezzo di stoffa. Quindi Io ti sono apparso.”
Al giorno d’oggi, noi adoriamo Dio come un’immagine. I nostri desideri vengono esauditi soltanto quando riteniamo che l’immagine sia Dio con una forma. Non importa quale forma adoriate o quale nome cantiate; rendetevi conto del fatto che tutte le forme e tutti i nomi sono Suoi. Nessun nome è sbagliato: tutti sono forme della stessa Divinità. Le vostre preghiere non La raggiungeranno se adorate le statue e le immagini senza credere nella Presenza Vivente di Dio. I vostri desideri verranno esauditi soltanto se credete che le statue e le immagini che adorate siano palpitanti di vita. Se accettate il fatto che Dio è presente ovunque senza alcuna eccezione, ma non sentite la Sua reale Presenza nelle immagini e nelle statue, dimostrate di non credere che Egli sia anche in quelle Sue rappresentazioni.
“È possibile costruire un tempio per l’Uno che pervade l’intero cosmo? Può qualcuno dare un nome all’Uno che è presente in tutti gli esseri? È possibile fare un bagno all’Uno che è presente in tutti i fiumi? Può qualcuno offrire del cibo all’Uno che ha il cosmo intero nello stomaco? A causa dell’ignoranza e dell’illusione, l’uomo non è capace di conoscere la realtà dell’Essere Cosmico che è, di fatto, il Signore di tutto l’universo.”
Tutto ciò che vedete nel mondo è reazione, riflesso e risonanza
Dio è onnipresente, ed è immanente nei cinque elementi. Il Suo potere si manifesta nell’aria, nell’acqua e in ogni cosa dell’universo. Se adorate questo Dio onnipotente, dovete avere fede nel fatto che Egli pervade ogni cosa; non potete dire che Dio è qui e non là: Egli è l’Uno presente qui, là e dovunque. Tutto il resto che percepite è vostra reazione, riflesso e risonanza. Ecco una storiella che illustra quanto sopra. Una volta, un giovane mandriano portò le mucche a pascolare in una zona montuosa e, per passare il tempo, cominciò a cantare una canzone, per cui sentì l’eco del canto provenire da qualche parte. Il giovane non conosceva l’eco, ne fu sorpreso e disse fra sé: “Chi è che imita la mia voce e canta la canzone che canto io?!” Poi gridò: “Chi c’è? Ehi, chi sei?” Naturalmente sentì di nuovo le sue parole venire da chissà dove: “Chi c’è? Ehi, chi sei?” e aggiunse: “Dimmi il tuo nome”, udendo ancora le proprie parole. Allora si arrabbiò e gridò: “Fai silenzio!” Però udì ancora quelle parole. “Vedrai che ti prendo e te le do”, disse ancora, ma di nuovo le stesse parole gli tornarono indietro. Il ragazzo cercò la persona che stava imitando le sue parole, ma non poté trovare nessuno e, pensando che qualche nemico lo stesse prendendo in giro senza esser visto, tornò a casa con la mandria.
Arrivato a casa, disse alla madre: “Ammā, c’è qualcuno che si prende gioco di me e mi fa arrabbiare. Mi insulta imitando la mia voce e cantando la canzone che canto io. L’ho cercato senza trovare nessuno.” Il giorno dopo, la madre lo accompagnò nella zona montuosa e comprese l’intera situazione. Ella era una donna saggia, per cui fu capace di far capire la realtà al figlio dicendo: “Figlio caro, non c’è nessuno che ti stia offendendo e insultando: tu odi l’eco della tua stessa voce.”
La nostra Vera Natura è la forma della Coscienza
Ogni cosa che sperimentiamo in questo mondo è reazione, riflesso e risonanza dei nostri sentimenti. Noi pensiamo che qualcuno ci offenda, ma proprio questo è il nostro errore: è l’eco del nostro sentimento di odio che udiamo. Dov’è la realtà? È nel nostro cuore. Se scaturisce dal cuore, ciò che diciamo è una forma della verità; questa è la cosiddetta Coscienza. La nostra vera natura è la forma della Coscienza e noi non dovremmo modificarla o cambiarla per adattarci al mondo. Quando prende forma umana, la Coscienza è chiamata Avatār. Se volete conoscere la vera natura dell’Avatār, dovete aver fede nel fatto che Egli ha vita eterna. Qualunque statua o immagine dell’Avatār voi adoriate, dovete tener presente che ha il potere della vita. Nella vostra casa, voi pensate che questa sia la stanza da pranzo e quella sia la stanza della preghiera, ma dovreste considerare che ogni stanza è la vostra stanza della preghiera. Dio è presente in tutti i luoghi e in tutti i tempi. Il vostro sentimento è importante, non il luogo. Dio valuta i vostri sentimenti, non le vostre considerazioni esteriori. Il fatto che un Avatār, un’Incarnazione della vita eterna e del potere divino, sia davanti a voi è una fortuna immensa.
Installate Dio nel cuore
Attualmente, ci sono tante persone nel mondo. Allo stesso modo, c’erano molte persone quando Rāma e Krishna si incarnarono sulla terra. Adoravano tutti Rāma e Krishna? Avevano tutti una salda fede nella loro condizione di Avatār? No. Se avete una foto o una statua di Dio davanti a voi dovreste credere che essa abbia forza vitale. Questa è la verità. Dio è presente nell’essere umano sotto forma di Coscienza e il cuore è il posto in cui dovreste insediarLo. “Io risiedo dove i Miei devoti cantano le Mie glorie”, disse il Signore Nārāyana al Saggio Nārada. Krishna disse ad Arjuna:
“Fissa la mente su di Me, siiMi devoto,
rendiMi omaggio e adoraMi.
In verità, Io ti prometto che
verrai a Me perché Mi sei caro.”
Bg. 18.65
Il Signore Nārāyana dice che risiede nel cuore dell’aspirante che canta la Sua Gloria e pensa sempre a Lui. “Se volete ottenere la Mia grazia, per prima cosa diventate Miei devoti, meditate su di Me, inchinatevi a Me e abbiate fede nel fatto che Io sono dotato di forza vitale. Tutta la vostra adorazione non serve a niente se non credete nella Mia Presenza Vivente.” Questo dice il Signore. Molti studiano le Scritture e molti recitano i Veda, ma non comprendono la Verità. Perché? La causa è l’ego ingigantito dall’erudizione e dalla conoscenza teorica. Finché si ha l’ego, non si può sperimentare la Presenza Vivente di Dio. I sentimenti di consapevolezza della forza vitale di Dio nelle Sue statue e nelle immagini saranno custoditi nei loro cuori quando si libereranno dell’ego.
Liberatevi dell’ego e dei dubbi
Le persone compiono pratiche spirituali e adorano in molti modi, ma Dio non è attratto dai vostri modi di adorare. Egli vede l’anelito e il tormento nel vostro cuore. Ha forse bisogno della vostra adorazione? No, è il Creatore dell’universo! L’albero della vita umana ha molti frutti tra cui quello della saggezza che contiene un succo dolce: il Principio dell’Amore. Per ottenere il dolce succo di questo frutto, bisogna togliere la buccia esterna e i semi; soltanto allora potrete godere della beatitudine di questo succo dolcissimo di Prema (Amore). La buccia amara del frutto della saggezza è l’ego e i semi sono i dubbi. Se non eliminate la buccia amara dell’ego e i semi del dubbio, non potrete avere l’essenza pura, immutabile e altruistica dell’Amore. Questo succo nettareo è più dolce dello zucchero e più gustoso del curd e del miele. Recitate costantemente il Nome di Rāma ogni giorno, con devozione e fede per godere del dolce sapore di questo succo nettareo. Voi non potete sperimentare la beatitudine divina se non vi liberate dell’ego. Una volta, le gopika di Repalle (Brindavan) decisero di andare a Mathurā per cui, la sera, salirono su una barca sul fiume Yamunā per raggiungere Mathura il mattino seguente. Remarono a turno tutta la notte cantando la grandezza divina di Krishna, condividendo le esperienze e parlando della dolce musica del Suo flauto.
All’alba, videro sorgere il sole, ma ebbero la sorpresa di non essere a Mathurā: erano ancora a Repalle. Cercarono la causa di questo e scoprirono che, sebbene avessero remato tutta la notte, la barca non si era mossa perché era ancorata a un grosso palo; avevano dimenticato di sciogliere il nodo della corda che vi era legata.
Era il nodo dell’attaccamento che aveva impedito loro di incontrare Krishna. L’essere umano compie pratiche spirituali come i bhajan e la meditazione e ascolta i Discorsi. A che serve tutto questo se non scioglie il nodo degli attaccamenti terreni? All’attaccamento segue l’ego ed esso porta a molte qualità malvagie.
Dedicate il corpo al servizio di Dio
Voi non siete i padroni del corpo. Dal momento che pensate che sia vostro, perché non siete capaci di curare le malattie che lo affliggono? Il corpo umano è un dono concesso da Dio, per cui dovreste dedicarlo al Suo servizio; non c’è yoga, rito o austerità maggiore di questo. A che serve eseguire lo yoga, compiere riti o altre pratiche spirituali se non sono dedicati a Dio? È come remare su una barca legata a un palo. Quindi, offrite a Dio l’attaccamento al corpo.
Questo è ciò che Uddhava fece alla fine. Egli rimase ottantatré anni con Krishna considerandoLo il suo più caro amico. Non Lo venerò mai come Presenza Divina. Più tardi, comprese che Egli era l’Essere Supremo e disse:
“O Signore, io Ti offro il cuore che mi hai dato:
Che cos’altro c’è in me da offrire in adorazione ai Tuoi Piedi di Loto?
Ti prego di accettarlo con i miei umili omaggi.”
O uomo, chi ti ha dato il corpo? Chi vi ha infuso la forza vitale? Chi ti ha dato i sentimenti? Se vuoi raggiungere uno stato elevato, comprendi questo e abbandona i pensieri malvagi.
Niente può accadere senza la Volontà di Dio
Noi visitiamo molti templi, ma Dio non è in quei luoghi. Egli è ovunque, è l’incarnazione di Satcidānanda (Esistenza, Conoscenza, Beatitudine). Molti devoti vanno a Tirupati portando con sé un fascio di desideri e si rasano il capo affinché questi vengano esauditi; perché pensate che Dio voglia i vostri capelli? Dovreste invece offrire a Dio un cuore colmo d’amore.
Niente può accadere senza la Volontà di Dio. Sītā fu imprigionata da Rāvana nell’Ashoka Vatika e aspettava ansiosamente delle buone notizie da Rāma. Una volta, Rāvana andò da lei e, mostrandole la testa mozzata di Rāma che egli aveva creato con il suo potere illusorio, le disse: “Non puoi più avere Rāma.” Per un po’, Sītā sprofondò nel dolore, ma presto si rese conto del fatto che Rāma era la totalità delle caratteristiche di sattva e il Signore Nārāyana Stesso che aveva preso forma umana, per cui nessuno poteva sconfiggerLo. Ella comprese che quella testa era il prodotto del potere illusorio di Rāvana. Prese allora un filo d’erba e glielo mostrò dicendo: “Tutta la tua capacità è come questo filo d’erba: niente può accadere sulla Terra senza la Volontà di Rāma.”
O Dio! Le persone non comprendono che niente può accadere senza la Tua Volontà. Esse non cercano di capire ciò che consegue alla Volontà di Dio e ciò che accadrà in futuro. Perché dicono questo e quello? Tu pervadi ogni cosa, dalla formica a Brahma, ma esse non fanno alcun tentativo di scoprire, capire e indagare su questo. Sono piene di ego perché sono orgogliose della loro intelligenza, ma non sanno ciò che accadrà in seguito alle loro azioni (karma) passate.
“Il karma è responsabile della nascita, dell’esistenza e della morte dell’uomo,
e ha potere su tutte le fasi della sua vita, in quanto deità effettiva dell’esistenza umana.
Esso è responsabile della sua gioia e del suo dolore.”
La Divinità si manifesta in voi quando sviluppate l’amore
Tutto ciò che accade è la conseguenza delle vostre azioni. Anche la mente non funziona senza la Volontà di Dio. Voi potete decidere qualcosa in base alla vostra conoscenza, alla ricchezza, alla forza fisica e all’intelligenza, ma Dio può cambiare tutto: può cambiare la terra in cielo e il cielo in terra; può cambiare la sabbia in oro e l’oro in diamanti. Quindi, coltivate l’amore che farà sciogliere il cuore di Dio.
L’Amore è la causa fondamentale di ogni cosa.
“L’Amore è Dio, vivete nell’Amore.”
La Divinità è piena di potere atmico e vi compenetra quando generate in voi l’amore, ma per questo c’è un tempo preciso. Le persone aspettano a lungo per ricevere la grazia di Dio e la ottengono soltanto al momento giusto. Il frutto è aspro finché è acerbo; diventa dolce solamente quando matura. Il tempo è tutto e Dio è la forma del tempo.
“Reverenti omaggi al tempo, all’Uno che è al di là del tempo, all’Uno che ha conquistato il tempo, all’Uno che trascende il tempo, all’Uno che è l’incarnazione del tempo, all’Uno che determina il tempo.”
Voi potete pensare di non aver ricevuto, finora, la grazia di Dio. Quando, dove e come la riceverete dipende dai meriti che avete accumulato nelle vite precedenti. Quando piove, le gocce d’acqua scendono insieme e formano un acquazzone. Allo stesso modo, le buone azioni che avete compiuto in passato, quelle che state facendo e quelle che farete si sommano e diventano la causa del manifestarsi della devozione in voi.
Ponete la Forma di Dio nella teca del vostro cuore
Chi sa che cosa accadrà domani? L’individuo non sa neppure se domani sarà vivo o no. Il corpo è una bolla nell’acqua, e la mente è una scimmia pazza. Non seguite il corpo, non seguite la mente: seguite la coscienza. Questo è ciò che dovete fare. La coscienza è il Principio dell’Amore, la caratteristica dell’Amore e voi dovete seguirla strettamente, non lasciarla mai.
Ramadas cantava: “O Rāma, io non Ti lascerò fare neppure un passo se non soddisferai il mio desiderio.” Allora Rāma gli apparve con un piatto pieno di cibo e disse: “Tu hai digiunato per quattro giorni: prendi questo cibo”, ma Ramadas replicò: “Io non voglio del cibo; voglio soltanto i Tuoi Piedi di Loto.” Senza che Ramadas se ne accorgesse, Rāma gli mise davanti una catena d’oro. Essendo un uomo dall’intelletto acuto, Ramadas disse: “Stai cercando di accontentarmi con questo e andar via? Tu sei tutto per me; io non ho nessun altro che Te.”
Ci sono migliaia di devoti che hanno studiato i Veda, le Shastra e il Bhāgavatam. Un bambino e uno studioso guardano il Bhāgavatam. Il bambino è attratto dalle splendide raffigurazioni di Krishna, mentre il pandit cerca di comprendere il significato del testo. Mentre il bimbo volta le pagine, pur non comprendendo il significato, fissa la mente sulla forma di Krishna. Voi dovete fissare la mente sulla forma di Dio. A che serve conoscere soltanto il significato? Che cosa comprendete dicendo: “Dio è Sat-Cit-Ānanda?” Sat-Cit-Ānanda non è nelle parole; è nella forma. Perciò, mettete la forma di Dio nel cuore e sperimentate la beatitudine.
Bhagavān termina il Discorso con il bhajan: “Hari bhajana bina sukha shanthi nahin…”
Kodaikanal, 29 aprile 1996
Sai Shruti
(Da “Sanātana Sārathi”, settembre/ottobre 2020)