Incarnazioni dell’Amore,
liberiamo la mente da ogni impurità e alimentiamo pensieri puri e sacri. Dovremmo avere la visione della saggezza. L’universo intero risplende come Brahma stesso: Egli creò ogni cosa per Amore. Il mondo, che è effimero e temporaneo, è sede unicamente di infelicità. La felicità non è di questo mondo; la felicità terrena è passeggera. Raggiungere la beatitudine eterna è possibile. L’universo è manifestazione del Divino. E’ davvero stolto chi considera il mondo solo dal punto di vista materiale; la differenza sta non nella creazione, ma nella visione che se ne ha. Si dovrebbe guardare il mondo visibile unicamente da un punto di vista divino.
Il mondo è costituito di atomi. Nel macrocosmo come nel microcosmo esiste solo il Divino. Dio si trova all’interno dell’atomo come nell’intero creato. Senza l’atomo non ci sarebbe microcosmo: Dio è quindi sia nell’infinitamente grande come nell’infinitamente piccolo. Bisognerebbe sviluppare, dunque, anche una visione sacra. L’uomo, però, dimentica il sentimento divino ed alimenta solo sentimenti materiali.
Una volta, quattro studenti si recarono in un tempio, ove nacque fra di essi una discussione circa il colore di una statua, oggetto di culto, che si trovava in quel luogo. Uno studente la vedeva bianca, un altro rossa, un altro azzurra e l’ultimo verde. Come accade in quest’epoca moderna, i quattro fecero un gran chiasso e questo attirò l’attenzione del sacerdote, il quale disse loro di fare silenzio, dato che il luogo ove si trovavano era un tempio. I giovani gli chiesero allora che colore avesse, secondo lui, la statua ed egli rispose che essa era nera e che poteva affermare ciò con certezza, dal momento che da vent’anni se ne prendeva cura e la venerava. Poi pensò che questo è il livello di intelligenza che si raggiunge attraverso la conoscenza che si forma sui libri. Offrì quindi ai quattro studenti del cibo consacrato (prasâd) e tolse loro gli occhiali, in modo che potessero vedere la statua. Essa apparve loro nera.
Sviluppando una visione divina, possiamo vedere la Verità; noi però non riusciamo a renderci conto di quanto Dio ci sia vicino ed abbiamo una visione distorta.
Oggi, sono avvenuti grandi progressi in campo tecnologico ed in altri settori, ma tali conoscenze hanno anche portato ad una diversità di visione.
L’uomo è in grado di viaggiare verso la luna, ma non dentro se stesso: ciò dimostra che egli è tutto proiettato all’esterno, non all’interno di sé. La luna è la proiezione della mente. Voi non potete vedere la mente, ma potete andare sulla luna e portare con voi la sua polvere. Abbiamo la possibilità, sul nostro pianeta, di riempire camion di terra; che bisogno abbiamo dunque, per fare ciò, di andare sulla luna?
L’educazione moderna è come un castello in aria. La conoscenza odierna è paragonabile ad un granello di senape, ma l’uomo la ritiene grande come una zucca. Questa è l’era moderna! Oggigiorno, si inventano armi per uccidere gli esseri umani e i giornali danno continue notizie di tante morti. O uomo stolto! L’intelligenza ti serve forse per inventare armi destinate ad uccidere tante persone? Quanta gente è stata ammazzata? Abbiamo tanti nemici interiori come l’ego, l’ira, la superbia, ma non pensiamo ad ucciderli. Eliminate questi; per farlo, non vi serviranno armi. Tutto ciò è dovuto all’ignoranza. Chi è soggiogato dai nemici interiori è uno schiavo e non possiede qualità umane. Abbiate la capacità di uccidere solo i nemici interiori. Fate che il vostro sguardo sia puntato in quella sola direzione.
Il gioiello per la mano è la carità,
il gioiello per il collo, la Verità,
i gioielli per le orecchie, i testi sacri.
A che servono gli altri gioielli? La bellezza è la Verità, e la carità è il vero ornamento. L’ascolto dei testi sacri è l’ornamento delle orecchie. Cercate quindi di comprendere che cosa sia la Verità e che cosa sia la falsità. Non essendoci discriminazione, la Verità viene presa per falsità e viceversa. Al di là del mondo esiste la forma cosmica. Ci sono tanti mondi e tante terre: chi li ha creati? Li ha creati la forma cosmica. Ogni essere umano proviene da Dio, quindi è divino. Dio viene in forma umana: se si conoscerà questa verità non si avranno pensieri bassi e meschini. Noi non siamo questo corpo umano, ma lo Spirito Supremo (Atma).
Dopo aver appreso appieno la Verità: “Io sono Dio, l’Eterno, l’Antico, il Sempre Nuovo”, ogni cosa apparirà sacra. Oggi, però, l’uomo non procede in tale direzione. Quando si prende l’autobus, la persona che vi entra per prima si siederà nel posto più avanti, quella che entra per ultima occuperà il posto più arretrato. Al momento di scendere, però, la persona più indietro scenderà per prima, quella più avanti, per ultima. La stessa cosa avviene per l’ego.
Anche sull’aereo avviene lo stesso. La persona che siede più avanti scende per ultima e la persona più indietro, scende per prima.
“Primo” sta per divinità. Chi comprende il Divino va lentamente e finisce col fondersi in Esso. All’inizio, è il primo stadio della Divinità. Pensate, ad esempio, a quando fate la valigia. Questo si chiama “raggiungimento” (prâpti). Da molti anni avete la visione del Signore, potete toccarLo ed ascoltare la Sua parola. Sebbene siate venuti per primi, ve ne andate per ultimi.
Chi nutre Amore nel proprio cuore arriva per ultimo, ma se ne va per primo. Rimuovete ogni impurità dalla vostra mente, colmatela di pensieri puri ed avrete la visione della saggezza. Allora l’universo risplenderà nella sua forma cosmica. Tale visione di saggezza si trova ovunque. La scienza afferma che l’universo è una combinazione di atomi. Anche Einstein disse che tutto è costituito di atomi. Essi danzano alla melodia del Creatore.
Tanto tempo fa, i santi dicevano che l’universo intero è divino. O mente! Pensa a Rama, il Principio divino. I saggi chiamavano ciò Principio divino, Rama; la scienza, invece, li chiama atomi e basta. L’antica cultura indiana è intrisa di princìpi sacri ed elevati.
Thyâgaraja così pregava: “O mente, che cosa dà felicità? Il piacere o la vicinanza a Dio? Che cos’è la libertà? Libertà significa pensare a Dio. La Divinità dona beatitudine. Non esiste nulla di più grande”.
Voi provate invidia per gli altri perché posseggono molte cose e ne traggono soddisfazione; ma il punto è che sarete più felici se non avrete tali cose. La smania di possedere non è un atteggiamento sano: ha a che fare con la malattia (roga). Bisognerebbe avere solo pensieri sacri, ma gli esseri umani vengono attratti in direzioni sbagliate. Per quale motivo? Per il retaggio delle vite precedenti. Se il passato viene purificato, la vita potrà diventare sacra. Ascoltate una sola parola, una sola buona parola. Non ascoltatene altre, poiché esse potrebbero farvi commettere azioni scriteriate. Abbandonate gli errori e i vincoli. Cantate il nome di Shri Sathya Sai! Shri Sathya Sai! Ascoltate “questa” buona parola! Oggi, la gente non ascolta le cose buone, ma solo quelle negative.
Perché vi sono stati donati gli occhi? Per vedere tutto? No, solo per vedere Dio. Perché vi sono state donate le gambe? Forse per camminare per strade e stradine o magari per procurarvi di che vivere? No, il loro scopo è di servire. Tutte le membra dovrebbero essere offerte al Signore per quest’unico scopo. Tutte le parti del corpo celano il Divino. Il corpo sta solo a significare: “Io sono Dio”. “Io” è il primo nome di Dio. Riflettete attentamente! Noi affermiamo: “Io sono Swami”, “Io sono un uomo”, “Io sono una donna”; oppure: “Io sono un bramino”, “Io sono un vaisha”.
Quando dico: “Io sono Swami”, “Io” viene per primo e “Swami” per ultimo. Allo stesso modo, quando una persona dice: “Io sono una donna”, “Io” sta al primo posto e “donna” all’ultimo. “Io”, quindi, viene sempre per primo. Quando chiedete a qualcuno il suo nome, egli risponderà: “Ram” o “Ramaya”. Quindi, prima c’è l’ “Io”, poi il nome. Chiunque, cominciando a parlare, dirà: “Io”.
Una volta, un devoto pregava Iddio. Egli gli apparve e disse: “Io sono la Divinità a cui tu ti rivolgi nelle tue preghiere”. Persino Dio aveva detto “Io”; il mondo è legato all’ “io”. Qual è il motivo per cui si dice: “io” e “mio”? E’ l’attaccamento. Quando si pronuncia la parola “mio”, vi è sempre attaccamento. “La mia casa”, “la mia macchina”, ecc.: questo senso di possesso denota che esiste un attaccamento.
A voi non interesserebbe minimamente , né vi rattristerebbe se, dopo aver venduto la macchina di vostra proprietà, essa subisse un incidente. Se invece una persona incollasse un manifesto sui muri della vostra casa, ciò vi irriterebbe e finireste per litigare con quella persona. Se invece vi capitasse di vendere la casa, non sentendola più vostra, non ve ne interesserebbe più nulla, anche se dovesse esser distrutta da una bomba. Se possedete dei soldi in banca, questo vi darà la possibilità di emettere assegni o di prelevare delle somme di denaro. Allo stesso modo finché, in qualunque aspetto della vita, ci sarà l’ “io” e il “mio”, ciò indicherà la presenza di un attaccamento. Quando non vi sentirete più toccati nei vostri averi, significherà che ogni attaccamento sarà scomparso. Tale atteggiamento porterà alla Divinità. Dio è uno solo.
La preghiera: Tvameva mâtâ, cha pita tvameva….significa: “Tu sei mia madre, Tu sei mio padre; Tu sei il mio amico, Tu sei il mio tutto”. Dio è tutto. Questo rapporto intimo con Lui, oggi, non è molto sviluppato e ciò è davvero triste:
Come si fa a dire: “Non mio?” Quando, ad esempio, noi diciamo: “Il mio corpo”, che cosa significa? Significa na deha, cioé “non corpo”, “non mente”. Na buddhi significa “non intelletto”. Quando dite “non” (na), questo fa riferimento alla mente esterna. La mente interna, invece, è Beatitudine insita in ognuno. Non occorrono ricerche per trovarla: essa è al vostro interno sotto forma di Beatitudine. Non riuscirete a trasmettere agli altri questa Beatitudine attraverso la posizione sociale, ma solo per mezzo dell’Amore. Se non avrete Amore, nessuno vi amerà. La vita è come una marionetta che danza senza sosta. O uomo, non inorgoglirti della tua bellezza! La vecchiaia non tarderà a bussare alla tua porta: faticherai allora a camminare, sarai pieno di rughe e tutti rideranno di te. Sei solo una marionetta. Il corpo ti è dunque dato per compiere azioni sacre. Il lavoro è Dio, la Verità è Dio ed Egli è infinito.
Kodaikanal, Sai Shruti, 18 Aprile 1996
da: Mother Sai n° 5/1996