Incarnazioni dell’Amore,
tutte le forme sono divine, tutti i nomi di Dio sono Suoi nomi. Tutti sono divini, tutti desiderano pace e beatitudine. Che cos’è realmente questa felicità? L’uomo vuole la felicità, ma non ne conosce il significato; vuole stare bene, ma deve fare uno sforzo per capire che cosa voglia dire ciò esattamente. Se a qualcuno viene chiesto che cosa intenda per felicità egli risponderà libertà da problemi ed inquietudini.
Il piacere legato ai sensi non è felicità, ma l’uomo, invece, lo considera tale. Tale piacere, ch’egli persegue con insistenza, lo rende simile ad un animale. E’ invece la felicità divina a donare vera beatitudine. Gli antichi saggi così pregavano: “Sono i piaceri terreni a dare felicità o la vicinanza al Signore? ”.
Prendete in esame i piaceri mondani: quanto durano?
Durante la seconda guerra mondiale, la Germania sconfisse la Francia. Il Capo di Stato Maggiore dichiarò che ciò era avvenuto a causa dei piaceri legati ai sensi, ragion per cui, da quel momento, si cercò di favorire il controllo dei sensi. Felicità significa fede, significa sbocciare armonico di corpo, mente e intelletto. Non dovremmo condurre il nostro corpo sul sentiero sbagliato. Al di sopra del corpo c’è la mente e al di sopra della mente c’è l’intelletto; lo Spirito o Atma è quello che dirige tutti e tre.
Noi affermiamo: “Questo è il mio corpo, questa è la mia mente, questo è il mio intelletto”. Ma io, in realtà, chi sono? La mente è separata dal corpo. Corpo, mente, intelletto e sensi sono solo strumenti; l’Atma è il Maestro ed è lui che dovrebbe controllare che i propri strumenti svolgano in modo adeguato il proprio compito. Questa è la vera felicità. Felicità, dunque, significa unione con Dio.
Per quanto riguarda la Terra, Sita è figlia della Terra. Sita rappresentò l’emblema delle qualità divine: compassione, clemenza, grazia, e fu sempre in unione con Rama. Voi siete incarnazioni di Verità, Pace, Amore: non occorre che andiate chissà dove alla ricerca della Pace. Napoleone una volta, in guerra, venne ferito. I medici volevano operarlo, ma egli rifiutò, dicendo che prima ci avrebbe riflettuto. Solo quando si fece sera egli permise loro d’intervenire, ma non volle anestetici. La sua mente era perfettamente sotto controllo ed egli riuscì ad elevarsi al di sopra di essa. Napoleone fu anche in grado di dominare fame e sete.
Ciò indica che il Maestro della vita è l’Atma. Se fondiamo l’intelletto col Divino, tutti i sensi saranno domati. Gandhi pregava affinché tutti potessero avere un buon intelletto. “L’intelletto vi dona la vera saggezza” (Sub ko san buddhi de Bhagavan). Quando l’intelletto sarà pieno di Dio, seguirete automaticamente la retta strada ed otterrete pace e beatitudine. Se la mente seguirà i sensi, ciò vi porterà alla rovina.
Seguite il Maestro, affrontate il male, combattete sino alla fine, poi terminate il gioco.
Chi è il Maestro? E’ la Coscienza, quindi seguite la Coscienza. Affrontare il male, significa tenersi alla larga da cattive compagnie, nonché da pensieri e azioni negative. Combattere sino alla fine significa giungere ad un perfetto controllo dei sensi. Ripetete: “O cattivi pensieri, non andate qua e là, ma solamente verso Dio. Gli occhi dovrebbero vedere solo Dio, le orecchie udire unicamente le glorie del Signore, ecc.”.
Non vedete il male,vedete solo ciò che è buono;
non ascoltate il male, ascoltate solo ciò che è buono;
non pensate male, pensate solo bene;
non parlate male, parlate solo bene;
non fate il male, fate solo il bene.
Questa è la via che conduce a Dio. La parola “good” contiene due lettere “o”. Una delle due è quella legata al mondo; se la togliete, rimarrà solo una “o”. Quindi “good” (buono) diventerà “God” (Dio). Questa è la strada che conduce a Dio; per seguirla, dunque, cercate di vedere il bene, di fare il bene e di essere buoni. Dirigete pertanto tutte le vostre azioni verso Dio. Nel cristianesimo si dice: “Tutti sono uno, siate equanimi verso tutti”.
Se il vostro corpo è paralizzato, sicuramente non riuscirete a muoverlo; se invece è sotto il vostro controllo, potrete fargli fare ciò che volete. Se, allo stesso modo, non avete il controllo della mente, come potrete offrirla a Dio? Prendiamo, ad esempio, un fazzoletto. Se lo tenete saldamente in mano, ne avrete il pieno controllo, ma, se lo lasciate cadere, perderete questa possibilità.
L’intelletto (buddhi) ha il potere della discriminazione. La discriminazione è di due tipi: quella assoluta, che è universale, come universale è la preghiera Loka samastha sukhino bhavantu: “Possano tutti i mondi essere felici”, e quella individuale, la quale è appunto rivolta unicamente verso l’individuo. In questo caso, l’individuo parla solo nei seguenti termini: “Il mio corpo”, “il mio amico”, ecc. La discriminazione individuale è sbagliata, mentre la discriminazione assoluta è Verità. La discriminazione individuale è egoismo; seguite, dunque, la strada della discriminazione assoluta.
Ci sono molte lampadine qui che fanno luce e sono separate, ma la corrente elettrica che le fa brillare è solo una. Anche i nostri corpi possono essere paragonati a tante lampadine: il potenziale può variare, ma la corrente, cioé lo Spirito o Atma, è sempre lo stesso. Eka Prabhu, eka nâm: “Esiste un solo Dio”, quindi la divinità è presente in tutti. Si dovrebbe dunque essere sempre caritatevoli.
La cultura indiana insegna il sacrificio. Che cosa e quanto dovremmo dare? Usate la discriminazione quando vedete un mendicante che vi chiede denaro. Chiedetevi se sia giusto o sbagliato offrirgliene, se sia cosa buona o dannosa. Dategli dei vestiti o del cibo, ma non denaro, poiché egli ne farà cattivo uso. Potrebbe usarlo per acquistare bevande alcoliche e, essendosene servito, scatenare delle risse. I vostri soldi sarebbero quindi sprecati, anzi creerebbero problemi. Incoraggiate i mendicanti a lavorare. Se, tuttavia, vedete una persona disabile potete aiutarla con del denaro. La carità deve essere fatta in piena coscienza, altrimenti si rivelerà dannosa.
“Aiutate sempre, non fate mai del male”. Quindi, in ogni situazione, usate sempre la discriminazione. Il corpo dovrebbe essere calmo, non andate sempre qua e là. Concentratevi. Attraverso la solitudine raggiungerete la beatitudine. La beatitudine arriva con l’unità: essa redimerà la vostra vita. Guardate questo fazzoletto. Esso è formato da molti fili. Essendo intessuti insieme, questi fili sono forti e creano un’unità. Unificate perciò, allo stesso modo, il corpo, la mente, l’intelletto ed i sensi.
I doveri del proprio stato (Swadharma), sono vero Dharma. Dharma non è ciò che si riferisce ad una religione o ad una fede. Swa il “Sé” o l’Atma. Il Dharma è la Coscienza, il Testimone. Sat e Cit è l’Essere Eterno o Consapevolezza. Questa è piena Consapevolezza, non conoscenza frammentaria.
Sat è come lo zucchero, Cit come l’acqua. Mescolateli ed otterrete lo sciroppo. Lo zucchero è sempre dolce: la dolcezza è l’“essere”. Cit (la conoscenza) è soggetta a mutamento: prima c’è la conoscenza libresca, poi la conoscenza superficiale. Segue la conoscenza generale, quindi la conoscenza discriminatoria. C’è poi la conoscenza pratica. Cit è come l’acqua pura, Sat è lo zucchero. Quello che si ottiene dalla loro mescolanza è lo sciroppo, cioé Ananda (Beatitudine). Se lo zucchero non venisse mescolato rimarrebbe zucchero; quando invece viene mescolato diventa sciroppo.
La beatitudine non si trova nelle cose materiali, nelle cose del mondo. La felicità che si ottiene dal Divino è vera beatitudine. La felicità legata al mondo si chiama santosha, che significa “felicità parziale”. Quando, ad esempio, avete fame, mangiate due chapati; dopo due ore avete di nuovo fame. Quindi, la felicità che avete ricavato dal cibo era solo temporanea. E’ la testa ad essere responsabile di ciò.
La beatitudine (ananda) proviene dal cuore ed è permanente. Vera vita è quella che dà la felicità del cuore. In sanscrito cuore si dice hrd o hrdaya. Scomponendo la parola si ottiene hrd (cuore) e daya (compassione). La vera ricerca degli esseri umani dovrebbe incentrarsi proprio sull’uomo. In lui, la gentilezza dovrebbe aumentare fino a manifestarsi in tutta la sua pienezza.
Tre sono gli attributi di Dio; se l’uomo non possiede tali qualità è simile ad un animale.
Ogni metallo ha delle peculiarità: l’oro è un metallo di grande pregio, mentre l’ottone ha altre caratteristiche. Solo il ferro, tuttavia, ha il potere d’attrazione per la sua stretta parentela con la calamita. La calamita può essere paragonata al Paramatma, mentre il ferro all’individuo. Questa attrazione è l’unità esistente fra l’individuo e il Divino. Dio è uno, quindi dovemmo conoscere la nostra vera natura.
Può capitare, talvolta, che la calamita non attragga il ferro e molte persone ignoranti potrebbero pensare ch’essa non abbia il potere d’attrazione. Questo però avviene se polvere e ruggine si sono accumulate sul ferro. Come potrebbe infatti la calamita attrarre in simili condizioni? Allo stesso modo, le cattive compagnie, le parole e le azioni negative sono come la polvere e la ruggine. Dio quindi dà delle prove e per di più punisce. La punizione è fondamentale. Se si vogliono superare gli esami, è necessario prepararsi ad affrontarli. Solo se si superano gli esami si può essere promossi. Oggi, però, non vogliamo esami. Questo avviene per pigrizia. Anche quando si fa domanda d’impiego si sa che è necessario sottoporsi ad un colloquio. Si devono affrontare tutti gli esami che la vita impone.
La vita è una sfida: affrontala; la vita è un gioco: giocalo; la vita è un sogno: sognalo. Questa è la vita. Vivetela santamente. Siamo fortunati ad avere questa vita; essere nati come esseri umani è cosa tanto sacra. Purificate il cuore. Non siate iracondi: la mancanza di controllo nei confronti dell’ira spingerà a compiere azioni sbagliate. Bisogna avere discriminazione. La collera non è una qualità umana, ma una qualità animale. Recatevi in un posto tranquillo e ripetete: “Non sono un cane, sono un uomo”. Ripetete questo dieci volte. Se talvolta cadete in confusione, ripetete: “Sono un uomo, non sono una scimmia”. Ripetetelo dieci volte. Molte persone, che hanno la tendenza ad ingannare, dovrebbero ripetere: “Non sono un imbroglione, sono un uomo”. “Non sono uno sciacallo, sono un uomo”. Molte persone, ad esempio, spendono molto denaro in cose futili. Questa è debolezza.
Il corpo può essere paragonato ad una casa, i sensi alle finestre. La bocca è la porta principale. Tenetela dunque pulita colmandola di sacralità.
Sfortunatamente, però, accogliamo di buon grado le cattive qualità e non seguiamo i precetti divini.
Che cos’è la devozione? E’ amore puro. Grazie all’amore, la devozione cresce. L’amore fra marito e moglie è attaccamento. L’amore spirituale viene ed aumenta, mentre l’amore terreno viene e va via. Seguite quindi i precetti divini fino alla fine.
Una volta un giovane guardiano di mucche, di nome Madhkar, mentre controllava i suoi animali al pascolo vicino al fiume, vide un bramino che, ripetendo il mantra Om Narayana namah, effettuava anche la respirazione pranica (pranayama) per controllare la mente. Dopo un po’ di tempo, il ragazzo gli si avvicinò e gli chiese che cosa stesse facendo. Il bramino gli spiegò che, quando si pronuncia soham, si dichiara “io sono Dio”. So durante l’inspirazione, e ham durante l’espirazione. Questo al fine di controllare la mente. Il ragazzo credette, immediatamente a ciò che il bramino gli aveva detto e, poiché desiderava sperimentare Dio, mise subito in atto l’insegnamento. Condusse quindi le mucche in un certo luogo, poiché desiderava concentrarsi e fare pranayama. Egli si chiedeva: “Come sarà Dio? Il Signore Shiva cavalcava un toro, il Signore Vishnu un’aquila”. Era pienamente fiducioso in ciò che stava facendo e continuava a ripetere il mantra. Era persino disposto a lasciare il corpo per Dio.
Laddove c’è una fede salda ci sarà successo. Ci si dovrebbe interessare solo di Dio. Il ragazzo agì in tal modo e Narayana si manifestò. Allora il giovane gli chiese: “Chi sei tu?” ed Egli rispose: “Sono Vishnu”. Il ragazzo replicò: “No, non ti ho mai visto. Andrò a chiedere al bramino di identificarti”. Egli era molto ingenuo e, temendo che l’essere che gli era comparso dinnanzi se ne potesse andare, lo legò. Poi andò a chiamare il bramino. Il Signore Vishnu fu molto contento di tanta devozione. Il bramino, invece, non riusciva a credere alle parole del ragazzo, cioé che Vishnu gli fosse apparso. La sua fede era artificiale, mentre quella del giovane proveniva dal cuore. Entrambi poi andarono al luogo ove Vishnu era legato ed il ragazzo disse all’uomo: “Guardalo, è lì”. Purtroppo, però, solo il ragazzo poteva vedere Vishnu, non il bramino. Allora il giovane disse al Signore: “Perché quest’uomo non riesce a vederti?” Ed Egli rispose che la sua mente era inquinata ed il suo cuore impuro. Il ragazzo, a quel punto, chiese allora al Signore: “Almeno per amor mio, appari anche al bramino!” Vishnu accontentò il giovane e si manifestò anche all’uomo. Il Guru indica la via verso il Divino.
Nella cultura indiana esistono questi sacri assiomi:
La madre è Dio (Matru Devo bhava);
il padre è Dio (pitru Devo bhava);
il maestro è Dio (acharya Devo bhava).
La madre e il padre sono Dio con un corpo fisico. Siamo soliti dire che proveniamo dai nostri genitori. No! Proveniamo da Dio attraverso i nostri genitori. Quando avete Dio, di che altro avete bisogno? Cercate di compiacere Dio agendo sempre per Lui. DedicateGli mente, corpo, sensi ed intelletto. In qualunque posto siate, pregateLo cantando il Suo nome. Il lavoro è adorazione, il dovere è Dio. Il Divino è presente in tutti gli esseri. Egli è Essenza-Conoscenza-Beatitudine (Sat-Cit-Ananda).
Pregate con tutto il vostro amore. Siate compassionevoli e amorevoli. Se pregherete con amore ma senza compassione, la vostra preghiera sarà inutile. E’ come mescolare l’acqua con la polvere di caffé per avere la giusta bevanda . Queste materie prime sono infatti entrambe necessarie. Pensate a Dio costantemente ed evitate compagnie devianti e qualunque altra cosa possa arrecarvi turbamento.
Kodaikanal, Sai Shruti, 05 Aprile 1996