29 Settembre 2000 (Dasara) – Nella famiglia il primo nucleo di EVU

29 Settembre 2000 (Dasara)

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

NELLA FAMIGLIA IL PRIMO NUCLEO DI EVU

Un albero è produttivo mentre è in vita,
ma anche quando muore, serve come legna da ardere.
È innegabile che, fra i maestri, l’albero eccella.

Ogni casa è il centro dei valori umani (Swami corregge il traduttore: Non centro, “casa”). La famiglia è la “casa” dei valori umani, poiché è da lì che essi nascono, sbocciano, fioriscono e vi portano alle vette della nuova cultura. È il capofamiglia il responsabile della casa. Fin dai tempi dell’antica India, tra i quattro stadi della vita – bramacharya (studentato, celibato), grihasta (capofamiglia), vânaprastha (ritira) e sannyâsa (rinuncia) – lo stato del capofamiglia era tenuto in grande considerazione.

Oggi non c’è penuria o mancanza d’insegnanti dotati di spirito di sacrificio. Se uno studente va male, danneggia se stesso, ma se va male il docente, ne viene compromessa la formazione di molte generazioni affidate alle sue cure.

Il buon esempio degli insegnanti

Quindi, un insegnante dal quale dipende la formazione di migliaia di studenti, ha il dovere di proporsi come buon esempio di condotta, di comportamento, di scelte e di pensieri. L’insegnante nella scuola è la persona più importante, poiché è ovvio che, se non è dotato di virtù e di buoni costumi, rovinerà anche gli studenti. Il docente deve costituire un ideale per loro. Ma non è sempre così.

Se, per esempio, l’insegnante fosse un bevitore, un fumatore e fosse di facili costumi, i suoi allievi cercherebbero di imitarlo, corrompendosi. Se vogliamo che la nazione progredisca, dobbiamo lavorare per l’elevazione degli studenti: dal loro progresso dipenderà il progresso del mondo intero. E del progresso degli studenti sono responsabili i docenti di provata virtù e di buona moralità.

Un insegnante è come un serbatoio idrico e gli allievi sono come tanti rubinetti applicati al serbatoio. Se questo è pieno d’acqua pura, erogherete dell’acqua pura. Se invece la cisterna è piena d’acqua torbida e inquinata, dai rubinetti scenderà quella medesima acqua. Affinché gli studenti possano abbeverarsi ad acque pure e cristalline, occorre che la parte più interna del serbatoio – il cuore dell’insegnante – sia pura e buona. L’insegnante dev’essere ricco di virtù, sano di mente, veridico, devoto, dedito alla disciplina e ai suoi doveri. Queste sono le qualità che gli studenti hanno bisogno di apprendere. Perfetto sarà il metodo pedagogico adottato da insegnanti ideali. In verità, se al sistema educativo mancano i valori morali, etici e spirituali, tutto si perverte, tutto va in rovina.

I pericoli dell’esser colti

Supponete, per farvi un piccolo esempio, che marito e moglie abbiano livelli culturali molto elevati ed occupino entrambi posizioni prestigiose. Fra loro nascono delle divergenze di opinioni, tanto che arrivano a un punto di rottura. La situazione si fa davvero pericolosa e si parla di divorzio. Così si separano. Com’è possibile che ciò accada a due persone di buona estrazione culturale? Tutta la loro sapienza non era altro che libresca. Oggi la conoscenza libresca, domani la conoscenza, dopodomani l’allergia! (risate). Gli studenti devono sviluppare energie, non allergie! Quell’energia è divina ed è la sola che possa portare armonia, collaborazione ed integrazione, e far sì che amministratori e docenti occupino posizioni di spicco e di esempio.

Materia ed energia

Nel mondo fenomenico esistono solo due sostanze: l’energia e la materia. Einstein tuttavia asserì che non esiste materia, ma solo energia: energia che diventa materia e materia che si trasforma in energia. Si tratta di un’energia potente, in grado di produrre numerosi cambiamenti, la cui conoscenza non è raggiungibile mediante i libri, ma con l’esperienza pratica. Per conoscere a fondo questa energia, bisogna mettere da parte la conoscenza libresca ed aprirsi alla conoscenza pratica, la quale deve procedere insieme alla conoscenza discriminante: è giusto o sbagliato? È buono o cattivo? La persona colta deve saper discernere tra gli opposti.

Discernimento

È meglio dare tempo allo sforzo di riconoscere la verità, e non fare come gli studenti d’oggi che han sempre fretta e ingoiano tutto alla svelta.

Haste makes waste. Waste makes worry.
So do not be in a hurry.

La fretta crea spreco e lo spreco crea ansia.
Dunque non aver fretta.

Con la fretta, le vostre buone qualità rimangono velate. Che cosa accade spesso a due coniugi impegnati in professioni di rilievo? Essi finiranno per trascurare i loro vecchi genitori, sistemandoli in una casa di riposo per anziani; affideranno i loro figli ad una scuola, per non avere seccature, senza poi interessarsene. Tutto ciò avviene a causa del fatto che marito e moglie vivono separati. E che cosa accade ai figli di genitori separati? Non essendoci più nessuno che li segue, prendono vie sbagliate, si danno al vizio, ad abitudini cattive, e si rovinano. Ogni famiglia dovrebbe badare al proprio miglioramento, dando pieno sviluppo ai valori umani con tutto ciò che ne consegue.

Valori umani nella famiglia

Tutti dovrebbero esser consci che la famiglia è la fucina dei valori umani. Ma che cosa sta succedendo invece oggi? Le persone più istruite e di alto ceto non si curano affatto della loro famiglia: vanno e vengono dall’ufficio; non si sa mai quando tornano, non si sa quando escono di casa. La loro casa è diventata un albergo o, peggio, un motel. Un tal modo d’intendere la vita non trovi mai posto nella mente degli studenti, degli educatori, degli insegnanti e delle autorità scolastiche. «Questa è la mia casa; voglio che sia pura e che chiunque viva in essa sia un esempio ideale»: tale dev’essere il proposito di un capofamiglia, ed allora nell’uma­nità sboccerà il Divino ch’era rimasto latente..

La segnaletica per l’era moderna

Nell’era moderna, nel campo che riguarda la vita dei capifamiglia, si sono infiltrate molte idee che gettano nella confusione. Non si vuol negare che viviamo in un’epoca nuova, ma è necessario riportare ai nuovi tempi la nostra purezza. Non si possono sposare idee malsane al motto “I tempi son cambiati!”; non bisogna aprire per questo il cuore a sentimenti di bassa lega. Nell’era moderna il pensiero deve riflettere l’antica sacralità, i nostri ideali devono rimanere esaltanti e nobili come quelli dell’era antica, il capofamiglia e la donna di casa devono salvaguardare i valori umani.

Agli insegnanti si chiede ancora di più: essi devono avere una mente assai stabile e fungere da segnaletica. Un segnale stradale che non è ben fissato e oscilla qua e là, confonde e lascia incerti sulla giusta direzione da prendere. Perciò, la segnaletica dev’essere ben fissata; solo allora può guidare i sentimenti. Alla direzione giusta si arriva con una ricerca attenta e diligente, e in quest’impegno la maggior responsabilità, direi i tre quarti, è dell’insegnante.

L’Amore: materia principale

I valori umani sono: Verità, Rettitudine, Pace e Amore. Qual è il più importante di questi? C’è molta confusione in proposito. Su tutti primeggia l’amore, poiché è la qualità più importante che accompagna l’uomo sin dalla nascita. Perciò, l’Amore va considerato come la materia principale di studio. Amore verso i genitori, i parenti, gli ospiti; rispetto per gli insegnanti, per il genere umano, per tutti gli uomini. Se rispetterete tutti, anche a voi sarà reso rispetto; ma, se non avete rispetto per nessuno, nemmeno gli altri vi rispetteranno. Il rispetto non è una via a senso unico: da’ e ti sarà dato.

Dài ed avrai

Porta rispetto, ed avrai rispetto. Un principio ben poco attuato oggi. Ma non basta. Anche i genitori dovrebbero porsi delle domande circa i loro figli, e chiedersi come si comportano quando son fuori casa o in casa, che amici frequentano e come si comportano con loro, quali ambienti prediligono. Inoltre, dovrebbero domandarsi che libri leggono. Forse sullo scrittoio mostrano il testo di Economia, ma sottobanco leggono libri sordidi, o novelle frivole. I genitori devono sincerarsene, devono tener gli occhi bene aperti. Osservandone il comportamento, essi potranno dar loro il giusto orientamento. È un loro pieno diritto, poiché, in realtà, il sangue, il cervello, il denaro, il cibo, tutto si deve ai genitori.

Gratitudine

E allora gli studenti devono innanzi tutto portar loro rispetto, e poi prendersene cura. Al primo posto sta la gratitudine ai genitori. Anche i genitori, per parte loro, devono comportarsi in modo da ricevere questa risposta di gratitudine. Purtroppo l’attuale era oscura mette in evidenza esempi di genitori non ideali e di figli ingrati. I figli li rispettano intanto che sono in loro presenza; ma poi, non appena se ne allontanano, perdono ogni senso di venerazione nei loro confronti.

La causa di tutto ciò è nei genitori stessi. Fin dai tempi antichi, in India si è ripetuto l’insegnamento: «La madre è Dio, il padre è Dio, il maestro è Dio, l’ospite è Dio. Adorali». Sono aforismi vedici, sacri, nobili, stupendi, ispiratori di un buon carattere, oggi ormai messi da parte per dar credito a ragioni materialistiche. Oggi si crede in tutto quello che passano tv e radio, in tutto ciò che circola per Internet. Tutti i mass media la fan da padroni. Internet è un cestino per la carta straccia. Non v’impegolate! Piuttosto che Internet, è più importante “inner-net”, la rete dell’interiorità (applausi). Insegnatelo agli studenti; essi sono esposti a tutte queste offerte di mercato insulso e si rovinano la mente.

La lezione principale

Un insegnante deve impartire questa lezione ai suoi studenti: «Ragazzi, non guardate il male; vedete solo il bene. Non ascoltate il male; ascoltate il bene. Non parlate del male; parlate del bene. Non pensate al male; pensate al bene. Non fate il male; fate il bene. Ecco come arrivare a Dio».

Voi state vedendo cose cattive, ascoltate discorsi cattivi, fate pensieri cattivi, parlate di cose cattive e, alla fine, la cattiveria entrerà dentro di voi. Se, come dice un detto vedico, «Chi conosce il Brahman, diviene il Brahman», quando voi fate il bene, diverrete voi stessi il bene; e se fate il male, vi porterete dietro conseguenze cattive. Come il seme, così l’albero. Come il cibo, così l’alito (lett. il rutto).

Mirate alle cose buone; mangiate cibi buoni; sperimentate tutto quanto è buono. Sia gli studenti, sia gli insegnanti dovrebbero quindi avere ottime virtù. Quando c’è il buono, non c’è posto per ciò che è cattivo; così, se insegnanti e genitori son buoni, anche i figli verranno su buoni e saranno studenti ideali. Li tirerete su come studenti ideali. Magari non saremo all’optimum, ma cercheremo almeno di inculcare dei buoni princìpi morali. In ogni essere umano va instillata la sacra e pura qualità dell’amore.

Quale tipo d’amore? Amore disinteressato: quello è amore genuino, che va instaurato, un amore naturale, senza desideri in vista. Se diventate egoisti, è perché avete un amore orientato verso i desideri, un amore egocentrico. Selfish love is the love of a fish: l’amore egoistico è come quello del pesce (che mangia l’altro pesce?). Siate disinteressati e decisi nel coltivare il sacro senso dell’amore, senza troppi desideri. Mettete un limite ad essi.

Controllo in tutto

Importantissima è la disciplina. Bisogna tener sotto controllo ogni cosa; tutto deve sottostare ad una disciplina. Il nostro corpo ne è la miglior dimostrazione. Infatti, la sua temperatura normale è di 36,5° C; ma, basta che vada a 37° per significare che sta per avere inizio della febbre e che ti stai per ammalare. Così pure, la pressione sanguigna è perfetta entro i valori di 120/80; se si alza a 140/90, vuol dire che non stai bene. Che dire dell’occhio? Una luce troppo intensa ne brucerebbe la retina, accecandolo.

Il Creatore ha posto entro certi limiti la Sua Creazione; perciò, anche i desideri e le ambizioni devono stare entro dei limiti, oltrepassati i quali, sarete esposti a pericoli, che è meglio evitare. Occorre tenere tutto entro dei limiti: è così che s’inizia a godere buona salute e il beatifico stadio del progresso evolutivo della vita. Il corpo, che è stato donato da Dio, è proprio lo strumento più adatto, poiché ciascun membro, mentre svolge una sua funzione specifica, quando necessario, entra in funzione in maniera coordinata con tutte le altre membra.

Nell’unità c’è vera purezza e la vera purezza è vera divinità. Come arrivare all’unità, se le membra sono tante, se gli ideali, pur essendo veri, sono differenti?

Ecco un frutto sull’albero. Gli occhi lo guardano, ma non basta guardarlo per averlo. Le gambe si muovono per portarvi vicino ad esso, e poi dovete anche piegarvi per raccogliere una pietra e farlo cadere. Le spalle vi aiutano in questo gesto. Il frutto cade e voi lo raccogliete con le dita, lo addentate e lo masticate fino a farlo arrivare allo stomaco. Ecco come un frutto che stava là fuori è entrato nel vostro stomaco. Di tutte quelle membra, quale ha fatto il lavoro più importante? Qual è la parte più responsabile del corpo? Tutte le parti del corpo hanno agito insieme, unendo le loro forze per avere quel frutto. Sia per il bene che per il male, le membra agiscono tutte in unità.

Comprensione e acquiescenza

Quando in una casa s’instaura un siffatto spirito d’unione, potete avere qualsiasi cosa. Se invece non siete uniti, non riuscite ad ottenere nulla. Dovreste sviluppare un certo spirito di comprensione e di collaborazione reciproca: comprensione e adattamento. Senza queste disposizioni d’animo, andrete incontro a numerosi pericoli.

Vi porto un piccolo esempio. Voi che venite dalle città, sapete molto bene che, quando una donna dice: «Mio marito è un brav’uomo», è un bell’esempio di piena fiducia nel coniuge. Quando il marito tarda a rientrare dall’ufficio, ella, piena di amore, lo aspetta preoccupandosi: «Che cosa gli sarà successo? Avrà trovato degli ingorghi di traffico, oppure si sarà guastata l’auto?» Quando però ci sono delle incomprensioni tra marito e moglie, basterà che egli tardi cinque minuti e lei esigerà un sacco di spiegazioni: «Come mai questo ritardo? Dove sei stato?…» E ci sarà un interrogatorio di terzo grado che farà scoppiare una guerra di Corea!

Dunque, per prima cosa, è essenziale essere comprensivi; poi sarà più facile essere acquiescenti. Non occorre sforzarsi di esserlo; basta avere della comprensione e poi s’aggiusterà tutto con facilità. Lo spirito di comprensione è essenziale alla famiglia, all’individuo, agli studenti e agli insegnanti.

Se un docente va in congedo, gli studenti della materia insegnata da lui se ne rattristano e rimangono disimpegnati. Se in quel frangente c’è un altro insegnante libero, lo supplisca. Per esempio, ci sono tre materie – Fisica, Chimica e Matematica – che prima della laurea vanno seguite tutte, mentre dopo la laurea, c’è la specializzazione. In questo caso, qualora il docente di Fisica fosse in congedo, quello di Matematica dovrebbe prendere la classe per seguire gli studenti. È un buon spirito di adattamento che instillerà negli insegnanti dei buoni ideali.

Sempre aiutare, mai far del male.

Ecco il significato del detto Paro pakara punyaya papaya para pîdanam: «Si hanno meriti nel servire gli altri, si commette peccato nell’offenderli. (Help ever, hurt never)». Questo è un assioma della cultura indiana che riassume i princìpi essenziali. Da nessun’altra parte trovate i princìpi caratteristici dell’India, e ciò che non trovate qui, non esiste in nessun’altra parte del mondo. Sin da tempi immemorabili, l’India è stata un esempio e un modello per tutte le nazioni in ogni disciplina accademica. L’India non segue alcuna lingua particolare: qui vige una sola lingua, quella del cuore. Questa è la lingua che dobbiamo sforzarci d’imparare. Con questa lingua gli insegnanti devono incontrarsi ed aiutarsi l’un l’altro.

Lincoln e la fiducia in sé

Ai giorni nostri non esiste unità né tra gli insegnanti né tra gli studenti. Potete riscontrarlo con un piccolo esempio. Nello spettacolo dell’altra sera è stato messo in scena il personaggio di Lincoln. Nei suoi anni giovanili, egli fu assai povero. Sua madre si guadagnava da vivere ricucendo vestiti usati; suo padre faceva il falegname. Guadagnavano quanto bastava per sopravvivere. In età scolare, Lincoln frequentava i ragazzi del suo vicinato e studiava con i compagni di scuola. Questi erano per la maggior parte di famiglie ricche; indossavano abiti eleganti e portavano persino dei gioielli. Al vedere quel ragazzo che indossava dei vestiti ricuciti, smunti e logori, si facevano beffe della sua povertà.

Un giorno – Lincoln aveva otto anni – tornò a casa molto triste, andò a rifugiarsi tra le braccia della madre e pianse: «Mamma, con questi abiti non mi è possibile stare con quei bambini. Voglio un vestito buono». La madre, tenendolo vicino a sé, gli disse: «Figlio mio, devi renderti conto della nostra situazione reale. Tuo padre lavora duro giorno e notte, ed io pure non mi do tregua un solo minuto; non faccio che cucire e ricucire vestiti vecchi per tirare insieme due spiccioli. Noi non abbiamo delle proprietà. Perciò, d’ora in poi, non ti devi intestardire, non far capricci, non chiedere nulla. Non ho nient’altro da insegnarti che questo: ricordalo per tutta la vita. Figliolo, la fiducia in te stesso sarà tutta la tua ricchezza. Abbi fiducia in te e studia. Non confrontarti mai con gli altri. La fiducia in sé è la cosa più importante per te».

Il ragazzo fece tesoro di quell’esortazione e non fece che ripetere a se stesso: fiducia, fiducia, fiducia. Avvenne che il padre morì; ogni aiuto economico per la famiglia era andato perduto. Allora, Lincoln lasciò la casa e andò a fare lo strillone per le strade. Incominciò così a guadagnare qualcosa e, crescendo in età, cresceva anche nella fiducia in sé. La sua fiducia gli portava ancor più denaro.

Degli amici cercarono in ogni modo di rovinarlo. Quando c’è qualcosa di buono, c’è sempre qualcuno che vuol distruggere tutto. Il piacere è un intervallo tra due dolori. Così fu anche per Lincoln, che conduceva una vita santa: molti volevano depredarlo, ma i suoi nemici rimasero delusi perché non vi riuscirono. I suoi affari andavano male ed ebbe delle perdite. Vendette tutto ciò che gli apparteneva ed estinse i suoi debiti. Grande era la sua fiducia in sé. «Non voglio prestiti – pensava – non voglio indebitarmi con nessuno. Qualsiasi cosa mi accada, la sopporterò». Lasciò quel villaggio e, poco alla volta, allenato a fatiche a non finire, raggiunse la California. Là studiò giorno e notte, saltando pasti e sonno, e infine passò gli esami.

Molti, osservando le sue capacità, le abilità e il talento, gli dissero: «Si stanno approssimando le elezioni. Mettiti in lista e noi ti sosterremo». A quel tempo in America c’era una feroce discriminazione razziale. Lincoln andava diffondendo il suo messaggio di unità: «Bisogna frenare l’odio razziale. Tutti dobbiamo essere uniti. La pelle può essere nera, ma il sangue non è nero, è rosso sia per i bianchi che per i neri. Rispettiamo quest’ugua­glian­za». E fu così che, mantenendo sempre fede alle esortazioni di sua madre che lo spronava alla fiducia in sé, un bambino, che non aveva in tasca nemmeno una moneta per comprarsi un tozzo di pane, raggiunse la più alta carica di Presidente degli Stati Uniti. Tutto dipese dalla fiducia in sé; è una forza fondamentale, a cui non possiamo mai rinunciare in nessuna circostanza. Lincoln ne fu un grande esempio per tutto il mondo. Gli studenti d’oggi dovrebbero senza meno imitarlo.

Chi è il più ricco?

Bisogna alimentare la devozione a Dio, come pure rispettare gli insegnanti, far felici i genitori offrendo loro venerazione e sollecitudini: grande sarà la beatitudine di chi si mantiene su un tal sacro sentiero. Quella è la via che porta a posizioni altolocate. Chi è l’uomo più ricco del mondo? Colui che è più soddisfatto. E il più povero? Chi ha molti desideri è l’uomo più miserabile.

Dunque, essere più poveri o più ricchi dipende dai nostri desideri, dal nostro stato mentale. Dobbiamo avere un pensiero ben determinato, in questo modo: «Se è mio destino, otterrò infallibilmente quella cosa!» Se qualcuno dice qualcosa sul nostro conto, non serve che gli rispondiamo. Critiche, elogi, accoglienza o rifiuto, fa tutto parte della sfera fisica, corporea, non di quella spirituale, atmica. Il corpo è di breve durata; è come una bolla di sapone. La mente è come una scimmia pazza. Non seguite né ciò che è mentale, né ciò che è fisico. Seguite la coscienza. Lincoln ebbe una tale determinazione e fede. Abbiate anche voi la stessa fiducia.

Significati interiori da spiegare

Può darsi che qualche nazione non stia promuovendo i valori umani. Perché no? Una volta che se ne è illustrato il significato interiore, tutti li possono mettere in pratica. Non si attuano i valori umani pronunciandone semplicemente il nome o parlandone. Se andate a dire «Satya, dharma, shânti, prema sono valori umani», non capiranno assolutamente. Ma se affermate decisamente: (Swami lo dice con tono fermo) «La verità è Dio. L’amore è Dio. Vivete nell’amore», oppure «Insegnate ai vostri figli a dire la verità», ci potrà mai essere qualcuno che osi negarlo? Anche un pazzo l’accette­reb­be.

Perciò, il vostro insegnamento sia chiaro e punti sul significato delle parole; capito quello, la gente ne sarà convinta e seguirà con fede l’insegnamento. È la mancanza di spiegazioni che genera equivoci e sbagli. Così pure va evitata la visione ristretta che fa dire «Questa è la morale hindu, quella è la morale americana; non fa parte della nostra cultura». Chi pensa in tal modo distorce l’insegnamento. Indiani, Cristiani, Musulmani, Americani, Tedeschi, Giapponesi, Russi, Cinesi,… per tutti la verità è una e una sola. La verità è Dio. Atteniamoci ad essa santamente.

Ogni nazione la deve necessariamente accettare, poiché 2 + 2 = 4 per tutti, siano essi Indiani, Pakistani, Russi o Cinesi. Possono forse i Pakistani affermare che 2 + 2 faccia 3? O potranno i Cinesi stabilire che 2 + 2 faccia 1? No, no! Tutti dovranno sostenere che fa 4, perché è una verità incontestabile e fondamentale, sacra, trascendente tempi e luoghi, identica per tutte le nazioni di ogni era. Quella verità è il valore di base indispensabile per chiunque.

Pace dentro, pezzi fuori

Molti, anche persone di spicco, vengono qui e, quando chiedo a qualcuno «Che cosa vuoi?», mi si risponde: «Voglio la pace». Ed io domando: «Vuoi la pace? Dove si trova quella pace?» «Non lo so», mi viene risposto. Allora, gli dico: «Tu sei l’incarnazione della pace. Non c’è pace all’esterno. Fuori la pace è a pezzi (peace/pieces), a brandelli. Non c’è pace fuori. Tu sei l’incarnazione della pace».

Provate a ripetervi con grande fiducia «Io sono pace, io sono pace, io sono pace,…» e sentirete scendere in voi una grande pace. Spiegatelo nei particolari a chiunque, bambini o persone di qualunque parte del mondo, e non potranno negarlo sulla loro esperienza. Per tutti i popoli di ogni nazione, di ogni razza, di ogni classe sociale, i valori umani sono la Verità delle verità. Chi è “umano”? Lo stesso aggettivo, “umano”, sta ad indicare che tali valori fanno parte dell’uomo in sé, che appartengono a te. Se non hai fede nei valori che sono tuoi per eccellenza, chi altro potrà crederci? Tu sai che genere di persona è quella che non crede in se stessa? È uno che, per trovare se stesso, va a cercarsi fuori: pazzo da legare! Ebbene, se io sono qui, andrò a chiedere a qualcun altro “Dove sono io?”? È una follia. Non potete andare a cercarvi fuori. È dentro di voi che troverete voi stessi. Dentro di noi ci sono idee e sentimenti di valore, che possiamo sviluppare sempre di più.

Verità e intelligenza

In qualsiasi parte ci rechiamo, la verità ci segue dovunque e sempre. A volte, proferirla è pericoloso; ma, in quel caso, non dire falsità. Non sei tenuto nemmeno a dire la verità in quella circostanza. Rimani in silenzio. Oppure, puoi fare una sola cosa. Qualcuno ti costringe con grande insistenza a dire, per esempio, se hai visto o no una persona, e tu dici che l’hai vista. «Dov’è andata?», incalza l’altro. Se, rispondendo con verità, rischi di far arrestare e mandare in prigione quella persona, dovresti appellarti a qualche abilità nel rispondere, a qualche stratagemma, che ti esoneri da quella responsabilità; è uno yoga.

Puoi sfuggirvi dicendo: «Signore, ciò che vede, l’occhio, non può dire; ciò che dice, la lingua, non ha visto». Gli occhi vedono, ma non hanno la facoltà della parola; la bocca ha la facoltà della parola, ma non quella della vista. Il tuo interlocutore sarà messo a tacere, con la verità e con lo yoga. Così tu hai evitato di dire bugie e anche di rovinare una persona. Prendi tempo; se imbocchi la giusta direzione, troverai una scappatoia.

Dovete ottenere i valori umani della verità, della rettitudine, della pace e dell’amore insieme con quest’intelligenza e fiducia. Vedrete proseguendo sul vostro cammino che la verità è sempre identica, indipendentemente dalla nazionalità, dall’epoca, dal tipo di persona. Non modificate quel metodo e osservate l’immutabilità e la costante natura dell’amore, che è costante consapevolezza. Quella consapevolezza è vera sapienza, non tutto il sapere dei libri. Abbiamo bisogno di quella verità che è contenuta nell’amore e che offre una costante comprensione.

Si chiama Prajñânam Brahman, è il Divino, è la Costante Completa Consapevolezza. Nessuno può farne a meno. La seguono tutti. Nessuno la può contrastare, nessuno la può ostacolare. Voi non dovete aver paura che qualcuno possa opporvisi. Statene certi, non abbiate dubbi né paure, e allora potrete avere il giusto incontro con quella realtà. «Non abbiate paura, seguitemi; – disse un grande scienziato americano – con la paura non otterrete nulla». E voi seguite Me, seguite la Verità. Non c’è bisogno di aver paura di qualcuno. Che cosa potete fare con tutta la vostra paura? Qualcuno vi dice “No!” Ebbene, voi dite “Sì!”.

La fede fa affermare l’esistenza di Dio

C’è chi crede in Dio e chi non ci crede. Tu puoi negare l’esistenza di Dio, ma io la posso affermare; tu dici che non c’è alcun Dio. Va bene, puoi anche non avere alcun Dio, ma, se il tuo Dio non c’è, il mio invece è qui! Negalo pure, ma il mio Dio è qui. Abbiate quel coraggio e pensate a Swami. Se incominciate a cedere alle negazioni degli altri, v’indebolirete, diventerete molto fragili, molto deboli. Un uomo debole non riuscirà mai a completare nemmeno il più piccolo compito. Foss’anche il mondo intero che vi dicesse “Non è vero!”, voi dovreste sostenere saldamente il vostro credo, dicendo «Dio esiste, esiste, esiste!» Che cosa possono farvi se vi attenete fedelmente alla vostra Verità? Se la vostra fede sarà forte, sarà più facile che si propaghi.

Nel mondo ci sono volti diversi. I pensieri sono differenti, come le teste: tante teste, tante idee, e le differenze continuano a moltiplicarsi. Non serve farci caso. Voi dovete seguire la vostra idea, assecondare la vostra fiducia. Abbiate fiducia in voi stessi: lì sta la vostra forza; altrimenti non ci sarà un essere più fragile di voi. Non date adito a cedimenti e dite fra voi: «Io sono un essere umano, che deve aver coraggio e valore. Bando ad ogni debolezza».

Diffusione dei Valori Umani

Tutti i membri dell’Organizzazione Sai sono pieni di entusiasmo; sono molto genuini nel loro intento di propagare nel mondo i valori umani. Non c’è bisogno che abbiate paura di qualcuno. Dite alla gente: «È la verità, è la verità, è la verità!». Ditelo con convinzione e fermezza. E se loro vi opporranno un “no”, spiegateglielo, per quanto vi riesce. È un vostro dovere. Che se poi vi ascolteranno, bene. Se non vorranno ascoltarvi, se ne andranno. Non abbandoniamo mai la nostra verità.

I valori umani nascono dall’interno dell’uomo, non dall’esterno. Per questo si chiamano “valori umani”; partono dal cuore, come la funzione di “educare” che significa “trarre dal” (cuore i valori). Ciò che sta dentro l’uomo va estratto e portato fuori. L’educazione o l’istruzione non consiste nel leggere semplicemente dei libri. Il primo giorno è conoscenza libresca; il secondo giorno è conoscenza; il terzo giorno è allergia. Lo studio dei libri alla fine si traduce in allergia, mentre la conoscenza pratica, interiore non si trasformerà mai in allergia, bensì in energia. È ciò di cui abbiamo bisogno.

Dunque, Educatori, Studenti, Amministratori, Patrocinatori dell’Educazione, quando mancano i valori umani, il mondo intero va in rovina. I valori umani sono vita e la vita è un valore per l’uomo. Tutta la vita dev’essere piena di valore. Consideriamo i valori umani come la nostra stessa vita e diffondiamoli.

In realtà, la gente dell’Organizzazione Sathya Sai si sta dando un gran da fare. Incoraggiamola. La freddezza nei confronti di queste persone le indebolisce. È una verità che vale per tutti i popoli di tutte le nazioni. Seguiamo il sentiero della verità e sosteniamo quei valori.

Qui sono riunite le genti di molti paesi del mondo. Voi siete qui e verrete di nuovo. Che cosa vi riportate indietro? Riportatevi a casa almeno uno o due di questi valori umani. A che serve andare al supermercato per far della spesa e poi uscire a mani vuote? Così voi che siete qui a Prashânti Nilayam, prendete dei valori da qui prima di far ritorno a casa. Fate un proposito: «Da Prashânti Nilayam voglio portare con me questa cosa di grande valore: Essere solo nella verità, solo nell’amore. Ecco che cosa mi porto via». Tutti ne saranno felici.

E anche voi siate felici, e fate felici altri, rendete felice il mondo intero. Non siate mai egoisti; fate partecipi gli altri di ciò che sapete. Questo è il modo giusto di diffondere conoscenza e di far propaganda.

Collaborazione

Cooperate con tutti, perché bisogna essere solidali. Oggi gli uomini hanno tolto il prefisso “co”, e “operano” solo. Dovete invece operare insieme, “co-operare”. Mettetevi all’opera, dunque, e lavorate. Insieme! Allora riuscirete a realizzare ogni vostro intendimento!

Domande e Risposte

(A.K.) Abbiamo preparato alcune domande da porti, Swami. Col Tuo permesso, le vorrei leggere.

Iª domanda: Swami, dacci, ti prego, maggiori delucidazioni su come mantenere equilibrio fra i cinque elementi nel praticare i valori umani e che cosa dobbiamo fare in concreto.

In questo campo pratico voi disponete di tre lettere: EHU, che significa “Educazione nei Valori Umani”. Ormai sapete che cosa s’intende per “educazione” e come non sia possibile né corretto insegnare i valori umani. Trasformate dunque l’acronimo in 3HV, cioè Heart (Cuore), Head (Testa) e Hand (Mano): tre valori H, la cui unione costituisce i valori umani.

Lo studio peculiare del genere umano è l’Uomo.

Cuore, testa e mano devono essere coordinati (A.K. traduce con “head” (testa); ma Swami corregge: Non testa; cuore e lingua) Ci dev’essere armonia fra sentimento, parola ed azione. Non vi sono altri valori umani al di fuori di questi; è facile farlo capire.

Quindi, non cercate di dare spiegazioni altisonanti all’EHV, agendo poi in modo difforme a quello che dite. Bisogna che ci sia unità fra cuore, mente e azione (heart/head/hand). Se pensate in un modo, parlate in un altro ed agite in un altro ancora, i valori umani vanno a quel paese… Lincoln agì in perfetta armonia tra pensiero, parola ed azione.

«La gente cattiva usa parole differenti da ciò che pensa e poi agisce in modo del tutto diverso; i grandi hanno un solo pensiero, una sola parola, un solo modo di agire», affermano le Scritture.

Spiegatelo con parole semplici: EHV (Education in Human Values) significa “Educazione nei Valori Umani”; e i tre valori citati devono essere in perfetta unità tra loro. Solo in quell’unità esistono valori umani. Se manca quell’unità, non c’è assolutamente niente di umano. Questo si deve insegnare e diffondere.

IIª domanda: Swami, spesso hai parlato delle capacità di chi deve insegnare. Per favore, spiegaci quali particolari capacità debbano essere apprese.

Capacità, competenza. Occorre che l’istru­zione sia “qualificata”. Se non si è esperti nell’educare, ne viene compromesso l’equili­brio. Ci vuole dunque perizia, tecnica. L’edu­cazione dev’essere fatta con metodo; essa è vijñâna shakti, la forza della conoscenza, che unita ad una buona dose di abile esperienza, dà equilibrio. L’equilibrio è necessario persino per camminare, come del resto in tutti i campi della vita. La vita è basata sull’equilibrio. Se dunque viene a mancare equilibrio nel campo dell’edu­ca­zio­ne, che cosa accadrà? Il mondo ha bisogno di equilibrio perché tutto vada bene. Che cosa s’intende per equilibrio? L’equi­librio è ciò che vien dato dalla maestria. Avere capacità, competenza, significa investigare, fare ricerche su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Un esempio semplice. Gli scienziati potrebbero controllare il sistema solare. Hanno tanti strumenti per farlo, ma possono anche costruire delle bombe che porterebbero distruzione. Loro credono di essere sommamente dotti e illuminati. E invece non lo sono, perché ciò che è indispensabile è l’equilibrio. Nell’equili­brio c’è destrezza. Il perfetto equilibrio consiste nel far sì che ogni ricerca debba essere condotta in vista del bene del mondo. Ricerche orientate in un solo senso portano solo distruzione.

Dovreste considerare piaceri e dolori con lo stesso metro di misura; dovremmo sapere che essi accarezzano o bastonano. Il mondo si trova in gravi difficoltà, perché ha perduto o compromesso l’equilibrio; è lo stesso sistema solare che dev’essere salvaguardato con l’ausilio della scienza e della tecnica usate con equilibrio. Qualsiasi cosa si faccia, qualunque progresso venga acquisito, bisogna chiedersi quanto sia utile e benefico ai popoli.

Prendiamo ad esempio l’elettricità. In quanti campi essa è usata: in agricoltura, per i servizi idrici, per avere luce, illuminazioni, ventilazione e tutte le varie comodità che ben sapete. «Grande corrente elettrica, quanto mi sei utile!», esclamate mentre ne fate un buon uso. Ma, se nell’esprimere tutta la vostra meraviglia e gratitudine per il servizio che la corrente vi dà, la voleste abbracciare afferrandola con le mani, rimarreste fulminati! Dunque, dovete certamente servirvi della corrente, ma tenere anche le debite distanze. Bisogna farne un uso equilibrato.

Capacità nell’educazione, quindi, significa avere equilibrio. Senza equilibrio potrete avere delle prospettive, che non saranno introspettive! È l’intuito che conta, ed è l’equilibrio ad esaltarlo. Senza equilibrio, avrete solo una visione esteriore e, con una visione esclusivamente materiale, si perde tutto. È la visione interiore, l’intuizione, che mette equilibrio dappertutto e in tutto.

Educazione, competenza, equilibrio e intuizione sono essenziali. Con un’educazione “esper­ta”, ci sarà equilibrio perfetto. Capacità e competenza mantengono l’equilibrio e, per mezzo di esso, avrete l’intuizione. Dunque, per acuire l’intuizione, è indispensabile essere abili, competenti. Se volete meditare, dovete saperlo fare. Voi vi sedete per meditare, ma, se non ci state con la mente, siete in squilibrio. Se non riuscite a concentrarvi, per qual ragione vi mettete a sedere nella postura della meditazione? Per meditare, quindi, avete bisogno di capacità e vi chiederete: che cosa voglio? In quale forma? Qual è la mia forma personale di concentrazione? Ecco il modo di usare le capacità. Come dicono i Veda, «Con la pratica, la costante pratica, imparate qualunque cosa».

IIIª domanda: Swami, i mass media, la tv, la radio, i video, internet, stanno avendo sempre più influenza sui bambini… (Swami interrompe immediatamente la domanda, ridendo)

Ve ne ho già parlato prima. Tv, radio, internet, video, e tutto quanto fa parte di quel mondo. Tante immagini, tanti volti, tante parole, ma che cosa vi rimane? Che cosa avete imparato dopo aver visto la tv? Vi passano davanti un’in­finità di visioni, che poi scompaiono, e voi avete perso tempo. È solo un gran business. Non è roba per noi. Vi ho parlato anche di internet: se volete avere un cuore puro, dovete servirvi di “Innernet”, della rete di comunicazione interiore. Solo allora potrete mantenere integri i valori umani in voi. Nell’edu­cazione ai valori umani ci dev’essere integrità e armonia; così l’educazione sarà piena di forza, nell’unità. L’unità è quanto di più importante ci sia per avere forza.

Vedete questa stoffa? È davvero una stoffa? È un insieme di fili. Nemmeno; è cotone. Senza il cotone non avreste il filo e senza il filo non potete tessere la stoffa. Quando i fili sono intessuti, quell’insieme è molto resistente. Se i fili sono divisi, li potete spezzare con due dita. C’è forza nell’unione. Così pure, quando i valori umani sono fra loro uniti, c’è grande forza, e quella forza dimostra quanto i valori siano ideali.

IVª domanda: Swami, per favore vorrei maggiore chiarezza su questo punto: “La devozione e la spiritualità sono necessarie a un buon insegnante per essere…”

Senz’alcun dubbio, indispensabili! Che può fare un insegnante che non avesse devozione? Che si scelga pure la forma che più gli aggrada, ma senza devozione non è assolutamente un insegnante. La devozione gli è necessaria per potersi prendere cura di tanti bambini: è per loro che deve lavorare ed essi dovranno essere modellati da lui come ideali. Per far ciò, è necessaria la Grazia Divina.

Tutto ciò che costituisce l’oggetto del vostro studio fa parte della materia; tutti gli studi sono relegati alla materia. Scopo dell’educazione è trasformare quella materia in energia, in Energia Divina. Quell’Energia Divina è la Grazia di Dio. Non potete fare l’insegnante se non avete fede in quell’Energia Divina, se non avete in voi il senso del Divino. Un insegnante deve proporsi come un ideale e, perciò, deve prima di tutto, mettere in pratica.

Come dev’essere un insegnante? Un insegnante dovrebbe essere come un istruttore di Educazione Fisica: uno… due… tre… quattro… Deve dare la dimostrazione pratica degli esercizi che gli alunni dovranno eseguire. Quindi, deve dedicarsi con amore e devozione pratica alla sua attività ed essere per i suoi studenti un esempio. Allora, le lezioni resteranno impresse nei cuori degli allievi. La sincerità e la devozione non devono assolutamente mai mancare agli insegnanti.

Vª domanda: Swami, la crescente insistenza riferita all’educazione è una conseguenza di natura puramente accademica. Consigliaci, per favore, come fare per riportare nei giusti ranghi l’elemento spiritualità.

In campo educativo è necessaria la spiritualità. L’elemento spirituale significa fiducia, aver fede e fiducia in tutti. Non potete ottenere nulla senza fede.

Dove c’è fiducia, c’è amore.
Dove c’è amore, c’è pace.
Dove c’è pace, c’è verità.
Dove c’è verità, c’è beatitudine.
Dove c’è beatitudine, c’è Dio.

Se non amaste vostra madre, non potreste fidarvi di lei. È importante fidarsi. Una volta che avete acquistato piena fiducia in vostra madre, l’amate. Così è di vostro marito: l’amerete dopo che avrete acquisito completa fiducia in lui. Dunque, la fiducia conduce all’amore e, quando c’è amore, sopraggiunge la pace. Con la pace, s’instaura la verità e, con la verità giunge la beatitudine. Laddove c’è beatitudine c’è Dio.

Quindi, abbiamo fiducia in ogni campo della vita. Oggi è molto diffusa la diffidenza e, quindi, la mente non è mai in pace. Fede e amore sono importanti per ogni cosa.

(Baba conclude il discorso con il bhajan: “Bhajana bina sikha shânti nahi”)

Prashânti Nilayam, 29 Settembre 2000.

Seminario su: “Consolidamento del Programma di Educazione ai Valori Umani”

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