L’universo intero è sotto il controllo di Dio.
Dio è mosso dalla Verità.
Le anime nobili sono i guardiani della Verità:
esse sono veramente incarnazioni divine!
Incarnazioni dell’Amore,
tutti sono, per propria essenza, incarnazioni del Divino.
Ishvarah sarva bhutanam: “Dio dimora in tutti gli esseri”;
Ishvasyam idam jagat: “Dio permea tutto l’universo”.
Che bisogno c’è di cercare la Divinità se è onnipervadente? Come si può cercare Colui che si muove con migliaia di piedi, che vede attraverso miriadi d’occhi e che sente con miriadi d’orecchie? Perciò, è assolutamente stolto cercare Dio: Egli è dentro di voi. Poiché avete dimenticato la vostra vera Natura e siete identificati con un corpo mortale, non siete in grado di comprendere la Divinità. Quando eliminerete l’attaccamento al corpo e svilupperete l’attaccamento al Sé, soltanto allora potrete comprendere il principio divino.
I valori nella storia di Rama
Incarnazioni dell’Amore,
la vita è come il gioco degli scacchi. Non solo, è come un campo di battaglia. La storia di Rama ci insegna il triplice Dharma: individuale, famigliare, sociale. Dovete compiere ogni tentativo per capire i doveri dell’individuo, della famiglia e della società. Rama è l’Oceano della compassione; è l’Amore personificato. È possibile comprendere la Sua divinità solo seguendo il sentiero dell’amore, che è la linfa della vita umana. L’uomo potrà manifestare la sua innata divinità quando svilupperà l’Amore divino.
La società moderna ha bisogno di seguire il Dharma di cui tratta il Ramayana. Per quale motivo? Oggi, il figlio non ascolta i consigli del padre e i genitori non si curano del futuro dei figli. La devozione verso il maestro dovrebbe essere l’obiettivo degli studenti, ma essi non hanno invece alcun riguardo per gli insegnanti, i quali, a loro volta, non insegnano nulla di buono agli alunni.
In simili circostanze, diventa imperativo seguire i precetti del Ramayana. Esso tratta della vera identità dell’individuo, del vero significato della famiglia e della santità della società; espone, dunque, l’importanza dei valori umani. Oggi, la corruzione imperversa in tutti i settori, dal commercio, all’istruzione, alla politica. Pertanto, i principi del Ramayana sono assai importanti, poiché spiegano quali rapporti dovrebbero esistere tra fratelli, tra padre e figlio, tra precettore e discepolo.
Noi tutti viviamo sulla medesima terra, il cielo è uguale per tutti, tutti respiriamo la stessa aria e beviamo la stessa acqua. Ignorando il fondamentale principio d’unità, l’uomo guarda la molteplicità, che è un inganno. Il Ramayana si basa sul principio d’unità nella diversità. L’uomo d’oggi ha perso la capacità di vedere l’unità nella diversità, per questo non ha più pace. È necessario vedere l’unità nella diversità e la Divinità dietro quell’unità.
La cultura indiana sostiene: “Di’ la verità, parla sempre con dolcezza, ma non esprimerti mai in modo offensivo”. Sathyam bruyat: “Di’ la verità”, è il valore morale. Priyam bruyat: “Parla con dolcezza”, è il valore sociale. Na bruyat sathyamapriyam: “Non dire la verità in modo offensivo”, è il valore spirituale.
Quindi, in queste affermazioni, sono contenuti i valori morali, sociali e spirituali. Il Ramayana insegna tali principi nel modo più semplice, ma l’uomo ne ha dimenticato il messaggio e si comporta come un demone. Ravana non capì tale principio di divinità; sebbene avesse acquisito ogni tipo di conoscenza e avesse fatto grandi penitenze, in lui non ci fu trasformazione e si rovinò a causa dei suoi eccessivi desideri.
Prima di morire, diede un messaggio all’umanità: “Tutta le mie capacità e la mia conoscenza non sono servite a salvarmi dai desideri. Ho perso i figli, ho rovinato la mia stirpe e distrutto il mio regno, poiché non avevo il controllo sui desideri. Non cadete nel mio stesso errore! Seguite il sentiero della verità e della rettitudine come Rama. Sperimentate la Divinità”.
Mettete in pratica gli insegnamenti di Rama
La relazione esistente tra i fratelli di Rama è un esempio per tutti; essi vissero nell’unità, nonostante i problemi e le avversità. Kaileyi voleva che suo figlio Bharata salisse al trono di Ayodhya, ma Bharata non desiderò mai una cosa simile. Perciò, si recò sul monte Citrakuta e implorò Rama, che era il maggiore dei fratelli, di prendere il governo del regno, ma Rama non accolse la sua richiesta.
Citando il detto vedico: “Considera la madre e il padre come Dio”, esortò Bharata a ubbidire all’ordine paterno ed a esaudire il desiderio di sua madre di diventare re di Ayodhya. Inoltre, Rama gli promise di essergli sempre d’aiuto e di sostegno. Ecco perché, ancor oggi, la gente loda Rama come Sathyavakparipalaka, “Colui che tiene fede alla parola data”.
Oggi molti leggono il sacro Ramayana, ma pochi ne comprendono l’essenza; passano il tempo accumulando informazioni libresche e conoscenze superficiali, ma mancano di conoscenza pratica. Ci sono parecchie persone capaci di spiegare con raffinatezza i precetti del Ramayana, ma quante di loro obbediscono agli ordini dei padri nella vita di tutti i giorni? Non molte!
A che serve leggere tanti libri, quando non se ne mette in pratica il messaggio? Potete soddisfare il palato semplicemente pronunciando i nomi di dolci deliziosi come il Mysore pak, il gulab jamun, il jilebi? No! Dovete assaporarne il gusto. Allo stesso modo, la sola informazione libresca è inutile. L’uomo odierno è interessato soltanto all’informazione, non alla trasformazione, ma l’Intelletto può sbocciare solo se c’è trasformazione.
Se le vostre ambizioni non si realizzano, non vacillate e non disperate.
Il realizzato è colui che è felice nonostante tutte le avversità.
Dovete affrontare molte difficoltà nella vita, ma non dovreste mai deprimervi. La vita è una sfida: affrontala! La vita è un sogno: realizzalo! La vita è un gioco: giocalo! La vita è amore: gioiscine! (Applausi).
Siate felici e coraggiosi in ogni evenienza, non date mai spazio ad alcuna debolezza. Il Vedanta dichiara: “Un debole di mente non può realizzare il Sé”. Una persona dalla mente debole non può conseguire nulla. Perciò, siate forti e sviluppate fede in ciò che è buono.
Poiché non esiste più paura del peccato né amore per Dio, la qualità umana si sta degradando nell’uomo. Perciò al mondo manca la pace.
L’uomo dovrebbe sviluppare amore per Dio, paura del peccato e moralità nella società. Sebbene Rama e Ravana fossero pari nella conoscenza, il saggio Valmiki lodò Rama come divino e definì Ravana uno stolto. Per quale ragione? Ravana non mise in pratica la conoscenza che aveva acquisito; anzi, la usò per fini malvagi. Rama, invece, tradusse in azione tutto ciò che sapeva, donando gioia a tutti.
Rama pensava al benessere di tutti, era padrone di tutte le forme di conoscenza, era l’incarnazione di tutte le buone qualità: la divinità di Rama si esprimeva in questi tre aspetti. Chiunque li possieda, è essenzialmente divino. Di fatto, tutti sono divini, ma, per l’attaccamento al corpo, l’uomo non è più in grado di comprendere la sua natura divina. L’uomo può sperimentare la divinità solo percorrendo il sentiero dell’amore. L’Amore è Dio, Dio è Amore. Vivete, dunque, nell’Amore.
Comincia il giorno con amore, trascorri il giorno con amore,
riempi il giorno d’amore, concludi il giorno con amore:
questa è la via che porta a Dio.
La miglior pratica spirituale: amare tutti
La causa delle sofferenze dell’uomo è che egli ha limitato il suo amore a se stesso ed alla sua famiglia. L’uomo dovrebbe sviluppare il nobile sentimento che tutti sono suoi fratelli e sorelle. L’espansione dell’amore è vita; la contrazione dell’amore è morte. Tutti sono figli di Dio, tutti sono scintille del Divino. Il Signore Krishna dichiara nella Bhagavad Gita: “Io sono il Sé eterno che dimora in tutte le creature”. Pertanto, l’uomo dovrebbe nutrire il grande sentimento che egli è uno con tutti. L’umanità non può progredire senza questi nobili sentimenti.
Non vedere il male; vedi ciò che è buono. Non udire il male; odi il bene.
Non parlare male; di’ ciò che è buono. Non pensare male; pensa solo il bene.
Non agire male; fa’ solo ciò che è buono. Questa è la via che conduce a Dio.
Quando esiste un sentiero così facile per raggiungere Dio, perché dedicarsi a rigorose pratiche spirituali come la recita del Nome, le penitenze e lo yoga? Queste tecniche non possono condurvi alla Divinità. Quanto è facile, invece, amare tutti!
Amate tutti e pensate a Dio. Mosè pensava a Gesù costantemente e a tal punto che il suo volto irradiava uno splendore divino. Assomigliava tanto a Gesù che la gente lo scambiava per Gesù stesso. Ratnakara, un semplice ladro, su consiglio di Narada cominciò a ripetere il nome di Rama incessantemente e, come risultato, sul suo volto comparve lo stesso splendore di Rama ed egli divenne il saggio Valmiki. Rama è Lokadata, il “Dispensatore di tutte le cose”, e Valmiki diventò slokadata, il “compositore di versi sacri”. Non c’è differenza fra il Dispensatore e il compositore. I Veda dichiarano: “Chi conosce il Divino diventa il Divino stesso”.
Quindi, è indispensabile che pensiate sempre bene, che agiate bene, che parliate bene e che udiate il bene. Soltanto così potrete diventare buoni; la bontà è la vera umanità. È impossibile definire un malvagio “essere umano”. Nell’uomo ci sono quattro qualità: divina, demoniaca, umana e animale. Qual è la qualità divina nell’uomo? Impegnarsi per il benessere di tutti: questa è la natura divina. Qual è la qualità umana? Compiere sempre azioni meritorie e non indulgere mai nel peccato. Aiutare gli altri è un merito, nuocer loro è peccato. Aiuta sempre, non fare mai del male.
Qual è la qualità animale? Senza saggezza, l’uomo è alla stregua di una bestia. Il fine della vita umana non è quello di mangiare, dormire e godere degli agi materiali; anche gli animali sono capaci di ciò, ma, contrariamente all’uomo, non possiedono le cattive qualità di accumulare, frodare e rubare. Oggi, l’uomo è umano solo nell’aspetto, non nel comportamento.
Meno bagagli, maggior comodità
Fra tutte i tipi di nascita, quella umana è la più difficile da ottenere. Il bene che sperimentate in questa vita è la conseguenza di atti meritori compiuti in più di una vita passata. Questa vita umana non è nuova: lo dice la stessa parola manava (uomo).
Ma significa “non”, e nava “nuovo”. Vale a dire che “non siamo nuovi alla vita”. A causa dei suoi irrefrenabili desideri, l’uomo odierno è sceso al livello degli animali. Meno bagagli, maggior comodità: ciò rende il viaggio un piacere. Purtroppo, i bagagli (desideri) aumentano di giorno in giorno. La vita umana è un lungo viaggio; dovreste vivere in maniera divina, non meschina. Siate sempre felici. Le difficoltà ci sono, è la legge naturale. Non scoraggiatevi mai: sono nuvole passeggere che vanno e vengono; invece, la moralità resta e cresce. Purtroppo, assistiamo a un grave declino dei principi morali nell’umanità attuale.
Rama si erse ad esempio, sostenendo i valori umani nella società. Anche quando gli fu chiesto di partire per la foresta mentre avrebbe dovuto essere incoronato, Egli non fu affatto turbato. Chi possiede equanimità tratta ogni dualismo della vita, gioia e dolore, vittoria e sconfitta, guadagno e perdita, con pari distacco. Oggi, l’uomo aspira a posizioni di potere sebbene non le meriti affatto; Rama rinunciò alla propria posizione benché ne fosse pienamente degno. Egli mostrò coraggio in ogni evenienza e non lasciò mai spazio ad alcuna debolezza. Visse come un dhira (prode), non come un dina (debole di mente). Lo stesso dicasi di chi stava in Sua compagnia: Hanuman. Contemplando Rama continuamente, divenne anch’egli un valoroso. Alla corte di Ravana, Hanuman si comportò coraggiosamente, ma fu sempre umile al cospetto di Rama. Ciò significa che dovreste essere umili di fronte al Signore, ma coraggiosi nelle avversità.
Distruggete il desiderio, l’ira e l’avidità. A causa del desiderio, Ravana rovinò se stesso e anche la sua dinastia. Perciò, nei limiti del possibile, tentate di controllare i vostri desideri. Oggi, il governo impone un “tetto” sul terreno e sulla proprietà attraverso la legislazione, ma ciò che servirebbe veramente è “un tetto ai desideri”.
Non solo Hiranyakashipu si asteneva dal cantare il nome di Hari, ma voleva che anche il figlio Prahlada facesse altrettanto. Cominciò a odiare il figlio perché questi cantava il nome di Dio contro il suo volere, ma questo sentimento d’ira decretò la sua fine. Hiranyakashipu era l’avidità personificata: non era disposto a cedere neppure un metro di terra e causò gravi problemi ai Pandava.
Che fine fece? La sua avidità lo portò alla rovina totale. Il desiderio, l’ira e l’avidità sono i maggiori ostacoli sul sentiero spirituale. Se potete, aiutate gli altri e non odiate mai nessuno. L’essenza dei diciotto Purana è riassumibile in due frasi: “Aiuta sempre, non fare mai del male”.
La spiritualità porta all’unità
La storia del Ramayana rivela il tipo di relazione ideale che dovrebbe esistere tra fratelli. Laksmana e Shatrughna servirono rispettivamente Rama e Bharata con grande devozione e sincerità. Quando Laksmana perse i sensi in combattimento, Rama così si lamentò: “A questo mondo, posso trovare un’altra madre come Kaushalya, un’altra moglie come Sita, ma sicuramente non un altro fratello come Laksmana!”
Così dovrebbero essere i fratelli: rispettosi verso i più anziani e portatori di buona reputazione e lustro alla famiglia. È l’unità dei fratelli che porta buon nome a una famiglia. Lo stesso vale per i Pandava. In cinque, grazie alla loro unità, riuscirono a sconfiggere i Kaurava che erano cento. Vali e Sugriva, non essendo uniti, perdettero. Rama restituì il regno a Sugriva perché questi si era completamente abbandonato a Lui. Simile è il caso di Ravana, Vibhishana e Kumbhakarna. Se le dita di una mano cooperano, qualunque grande impresa diventa possibile; in caso contrario, anche una piccola difficoltà diventa insormontabile. Lottate, quindi, per sviluppare il sentimento di unità.
La spiritualità distrugge la ristrettezza mentale
e porta unità, cooperazione e pace universale.
L’unità è fondamentale. Grazie ad essa, potete comprendere la spiritualità. Non odiate nessuno, non sviluppate cattivi sentimenti verso alcuno: potrete allora diventare veri esseri umani. Le discipline spirituali sono solo uno spreco di tempo se non riuscite a vincere il vostro egoismo. Non intraprendete la via spirituale per la vostra liberazione, poiché ciò sarebbe un atto d’egoismo; lavorate invece per la redenzione di tutti. Che tutti possano raggiungere la divinità e sperimentare la divina beatitudine: questi sono i nobili sentimenti che dovreste nutrire! Il vostro benessere dipende da quello altrui.
Incarnazioni dell’Amore,
non avete bisogno di alcuna disciplina spirituale. Sperimentate l’innata divinità di tutti gli esseri seguendo il sentiero dell’amore. L’Amore è Dio. Dedicate la vostra vita al servizio disinteressato. Questo è l’insegnamento del Signore Rama
Il carattere sincero di Laksmana
Per dare al mondo un esempio di carattere sincero, Rama sottopose il fratello Laksmana a una prova. Quando Sita, Rama e Laksmana vivevano sul monte Citrakuta, un giorno Laksmana andò nella foresta per cercare del cibo, e Rama approfittò di questa occasione per metterlo alla prova: chiese a Sita di giocare la sua parte in questa recita divina.
Quando Laksmana fu di ritorno col cibo, Sita si finse addormentata, sotto un albero, con la testa appoggiata sul petto di Rama. Questi chiese allora a Laksmana di sostituirLo, cercando di non disturbare il sonno di Sita, perché, dovendo compiere una cosa importante, doveva assentarsi per un po’.
Rama voleva osservare i sentimenti del fratello, perciò assunse la forma di un pappagallo e si mise sullo stesso albero sotto il quale riposava Sita. Laksmana, considerando Sita come la propria madre, chiuse gli occhi ed entrò in profonda contemplazione del Signore Rama, il quale cominciò a cantare dall’albero: “Se è facile svegliare chi è profondamente addormentato, è possibile svegliare chi finge di esserlo?”
Sita finse di essere immersa in un sonno profondo e cominciò perfino a russare. Sotto ogni punto di vista, Rama e Sita erano una coppia perfetta.
Dopo un po’, Rama fece ritorno e “svegliò” Sita, che aprì gli occhi ed espresse a Rama la propria soddisfazione per aver dormito profondamente e tranquillamente. I giochi del Signore sono misteriosi, meravigliosi e sacri. Dio mette alla prova il devoto per concedergli la Sua grazia e la Sua protezione. Laksmana si gettò ai piedi di Rama e disse: “Sono il Tuo servo! È mio dovere servirTi come Tu vuoi”.
Quando Sita venne rapita a forza da Ravana, disseminò il terreno sottostante con i suoi gioielli. I Vanara (il popolo delle scimmie – NdT) li trovarono e li consegnarono a Sugriva, il quale, a sua volta, li mostrò a Rama e a Laksmana, chiedendo loro se appartenessero a Sita. Poiché Rama non li conosceva, chiese al fratello di identificarli, ma questi rispose: “Rama, non so a chi appartengano questi gioielli, ma so che le cavigliere sono di Sita”.
Quando gli fu chiesto come facesse a dire che esse appartenevano a Sita, egli rispose: “Tutte le mattine ho l’abitudine di prostrarmi ai suoi piedi, perciò ho notato soltanto le sue cavigliere”. Rama si compiacque della sua sincerità e devozione e, lodandolo a profusione, affermò che era impossibile trovare un altro fratello come lui al mondo. In seguito, Rama disse di esser riuscito a sconfiggere Ravana e riportare Sita ad Ayodhya solo grazie alla forza e all’aiuto di Laksmana.
Il Ramayana dimostra che, con la sincerità e la devozione, si può ottenere tutto. La storia del Ramayana è così affascinante e avvincente che fa venire la voglia di ascoltarla e riascoltarla. Tutti dovrebbero cercare di afferrarne il senso. Il Ramayana insegna che è necessario avere un buon carattere, ubbidire agli ordini paterni, rispettare i genitori ed essere uniti tra fratelli. Se seguite alla lettera e nel significato questi insegnamenti, anche a vostra vita diverrà un Ramayana.
Il cuore è il vero tempio
Gli studenti dovrebbero comprendere che Dio è il loro miglior amico. Gli amici terreni possono essere attratti dalla vostra posizione, dal vostro potere e dalla vostra ricchezza, ma, una volta sparite queste cose, anche gli amici se ne andranno! Dio è l’unico amico nel vero senso del termine. Il mondo è come un libro e la vostra coscienza è il vostro vero Maestro; perché crearvi problemi seguendo i vari “guru” del mondo? Seguite la vostra coscienza e sperimentate la Divinità. Il principio divino, che svela i segreti della vostra mente, è il vostro vero guru. Il guru è il Senzaforma, è il Senzattributi.
“Il Guru è Brahma, Vishnu, Maheshvara,
il Guru è l’Assoluto. M’inchino a un simile Guru”.
Considerate Dio come madre, padre, amico, tutto. Prendete Dio come vostro Maestro, seguiteLo e immergetevi in Lui. Se avete Dio come guru, potrete ottenere qualsiasi cosa nella vita. Sviluppate amore per Dio, diventate strumenti della Sua grazia e del Suo amore. Sviluppate amicizia con Dio e tutto il mondo sarà sotto il vostro controllo. I problemi e le difficoltà fanno parte della vita di ciascuno: superateli cantando il nome divino. Non abbiate timore.
Non confinate Dio nei templi e nei centri di pellegrinaggio. Egli è il Hrdayavasi (l’Abitatore del cuore); è in voi, con voi, sopra di voi, intorno a voi. Non occorre che visitiate i centri di pellegrinaggio. Il vostro cuore è il vero centro di pellegrinaggio! Mira aveva lo stesso sentimento. Quando il marito le chiese di uscire dal tempio, ella disse a Krishna: “Nessuno può separarmi da Te. Il mio cuore è il Tuo tempio”.
Nella Bhagavad GitaŒ, il Signore Krishna dichiara: “Conosci Me come il Conoscitore del campo”. Il corpo è “il campo” e il Principio divino è presente in ciascun campo. Dunque, ksetra, il campo, e Ksetrajna, il Conoscitore del campo, sono in voi. La beatitudine non è in qualche luogo remoto, ma in voi stessi. Per sperimentarla, sviluppate amore nel cuore.
Dovreste pregare Dio di concedervi ciò che Egli possiede, ma non lo fate. Che cosa vi manca? La pace e la beatitudine. Chiedete e vi sarà dato. Non chiedete a Dio di esaudire desideri meschini. Tutte le cose del mondo sono effimere e passeggere; solo Dio è immutabile, puro, eterno e immortale. Pertanto, trascorrete il tempo cantando la gloria di Dio. Pregando sinceramente, scoprirete la Divinità latente.
Quando partì per la foresta con Rama e Sita, Laksmana ricevette questo consiglio da Sumitra: “Non cadere mai nell’illusione che ti stai recando nella foresta, perché dovunque si trovino Rama e Sita, là è Ayodhya! La vera foresta è la città di Ayodhya senza loro due! Considera Sita e Rama come tua madre e tuo padre e servili al meglio delle tue possibilità, con amore, sincerità, fede e devozione”.
È impossibile trovare, al mondo, una donna superiore a Sumitra. Benedisse suo figlio affinché potesse servire Rama con sincerità. La parola “Sumitra” significa “buon amico” (SU: buono; MITRA: amico). Oggi, servono madri nobili come Sumitra e figli come Laksmana, dotati di suprema devozione al Divino.
Ciò che oggi occorre maggiormente è l’unità; è l’unità che protegge il mondo. La prosperità e il benessere sociali dipendono dagli individui. I pensieri sono il più grande patrimonio umano: se essi sono sacri, anche i risultati lo saranno. Piacere e dolore sono la conseguenza dei vostri pensieri. Quindi, santificateli! Con pensieri buoni e potenti, potete ottenere qualunque cosa.
Swami ha concluso il Discorso con i bhajan:
“Hari bhajana bina…. e Rama kodanda Rama”.
Brindavan, Whitefield, 25 marzo 1999, Sai Ramesh Hall
da: Mother Sai n° 5/99 (Trad. da sanathana sarathi, 5/1999)