(Canto telugu di Baba)
La tolleranza è la vera bellezza di questa sacra terra d’India.
Di tutte le sante virtù, aderire alla verità è la vera disciplina.
Qui il sentimento che si nutre verso la madre è dolce come il nettare.
Al carattere si attribuisce un valore ben maggiore della stessa vita.
La gente oggi ha perso di vista i princìpi fondamentali della cultura indiana
e scimmiotta le usanze occidentali.
Il popolo indiano, qual elefante ignaro della propria forza fisica,
non è consapevole della nobiltà ereditata dalla sua antica cultura.
Incarnazioni dell’amore, studenti e studentesse,
fin dall’antichità, questa terra ha dato i natali a saggi, veggenti e santi, i quali ne hanno dispensato la sacra cultura a tutto il resto del mondo, guadagnandosi onori e fama, oggi ormai caduti in oblio. Dovete rendervi conto che a nient’altro, all’infuori del suo patrimonio spirituale, il popolo indiano deve una simile reputazione. Pensate un po’ alle condizioni e alla posizione dell’India attuale, che una volta illuminò di luce divina il mondo intero.
È il caso che oggi riportiate alla memoria gli ideali proposti da Gesù Cristo. Fin dall’antichità, per diffondere sacri insegnamenti, sono nate molte grandi anime, dotate d’un immenso potere spirituale, le quali hanno lottato duramente per trasformare il mondo in un luogo giusto per viverci. Ma gli stolti, che non ne hanno compreso la nobile missione, han cercato di esporre quegli esseri al ridicolo e li hanno perseguitati.
Gesù, proprio fin dai primi momenti della sua vita, dovette affrontare molte prove e tribolazioni. Molti, quando il nome e la fama di nobili anime s’espande a destra e manca, sono presi da gelosia. La gelosia e l’assenza di gelosia sono sorelle. La storia dell’India è costellata di numerosi esempi che testimoniano questa verità. La Gelosia è madre di tre figli, che sono il Desiderio, l’Ira e l’Odio; mentre dalla Non-gelosia è nata la Divina Trinità di Brahmâ, Vishnu e Maheshvara.
Furono i tre figli malvagi della Gelosia — Desiderio, Ira e Odio — a causare un’infinità di sofferenze a Gesù, il quale si adoperò instancabilmente a favore della pace e del benessere sociale. Gesù fu la personificazione della compassione e il rifugio dei poveri, dei bisognosi e dei derelitti. Molti però han cercato di creargli dei problemi, poiché non gradivano le sue sacre esortazioni e la sua opera; il loro odio verso Gesù crebbe giorno dopo giorno. Perfino i sacerdoti, ingelositi dalla crescente popolarità del Nazareno, gli si misero contro. I pescatori, invece, che avevano un’alta stima di lui, incominciarono a seguirne gli insegnamenti e divennero suoi discepoli. A causa della gelosia, molte persone gli frapposero degli ostacoli per intralciarne il cammino, e tentarono perfino di ucciderlo.
Gesù aveva dodici apostoli, dei quali Giuda, che infine lo tradì, era il dodicesimo. All’epoca, il traditore fu uno solo, ma oggi i Giuda sono molti. Il mondo d’oggi sprofonda nell’inquietudine perché si sono gonfiate le file dei Giuda: sono traditori così abietti da cedere facilmente alla tentazione di un po’ di denaro. Colui che tradì Gesù, infatti, lo fece per poche monete d’argento. Anche duemila anni fa il denaro era l’obiettivo principale dell’uomo. La brama di soldi induce la gente a servirsi di mezzi iniqui ed ingiusti, fa distorcere la verità e diffondere false notizie.
Così accadde allora, e lo stesso si ripete ancor oggi. Non c’è bisogno di allarmarsi per tali asserzioni infondate. Perché temere errori non commessi? In epoche passate, molta gente perfida nutriva della gelosia verso tutti quei personaggi divini che, con i loro insegnamenti di verità e giustizia, avevano fatto parlare di sé il mondo intero; e, pure oggi, non c’è penuria di gente tanto perfida.
Oggi molti sono gelosi di Sai, perché il Suo nome e la Sua fama si stanno diffondendo in lungo e in largo. È gente che non si prende la briga di fare alcunché di bene, né sopporta che qualcun altro lo faccia. La regione del Rayalaseema ha sofferto scarsità d’acqua fin dai tempi della dominazione britannica e, pur non mancando governanti ed uomini influenti, nessuno di loro si è mai fatto carico d’un progetto che prevedesse una rete idrica per questa zona. È stato Sai Baba a dissetare le centinaia di migliaia di popolazioni del Rayalaseema.
Oggi ci vogliono decine di milioni per un intervento di cardiochirurgia, ed è ancora Sai Baba che ha fondato un ospedale d’alta specializzazione, dove quelle operazioni, il cui costo sarebbe inaccessibile, sono completamente gratuite.
L’ambiente scolastico odierno è ormai stato corrotto dal denaro, al punto che, per iscrivere un bambino alla scuola elementare, vengono richieste 20.000 rupie (1 milione di lire ca.). Sai Baba, però, mette a disposizione scuole gratuite a partire dalle prime classi elementari fino all’università. Non c’è persona, né ministero di pubblica istruzione, né governo che sia stato capace di provvedere scuole o assistenza medica gratuite. Quei fortunati che hanno ricevuto un’istruzione superiore si sono ridotti a tanta grettezza, da aver perduto ogni capacità di comprendere e apprezzare la santità dell’opera (compiuta da Sai). C’è forse fra di loro qualcuno che sappia attuare almeno un millesimo di ciò che Sai Baba sta facendo? No, no, no! Solo Sai Baba si è preso l’iniziativa di un compito così nobile, senza la più piccola traccia d’egoismo. (Applausi)
Il cuore di Sai è puro; sacro è il Suo sentire. Egli è completamente libero da ego. Sathya Sai Baba rappresenta tre P, e cioè, Purezza, Pazienza e Perseveranza. In Lui non c’è la minima traccia di egoismo, dalla cima dei capelli fino alla punta dei piedi. Il servizio che Egli offre è totalmente altruista. Perché chi ha scarso cervello non sa riconoscere questa verità? Perché si abbandonano senza alcun ritegno a spargere notizie diffamatorie? Lo fanno perché sono avidi di denaro; e non solo per quello. C’è chi, con proposte di ricompense in denaro, recluta conversioni alla propria religione. Nemmeno i monaci che indossano tuniche color ocra sfuggono a questa laida tendenza; ci sono persino degli swami che s’ingelosiscono al veder prosperare qualche altro swami e gli istigano contro calunnie e diffamazioni.
Non si diventa santi
né si ha più devozione
indossando semplicemente un abito ocra.
Non si acquisiscono meriti
citando semplicemente dei versi della Gîtâ.
Anche alcuni fra i cosiddetti sadhu si sono lasciati andare a tali azioni miserande. Non c’è bisogno di parlare del ruolo dei Pîtâdhipati in questo. Non dobbiamo criticare alcuno, ma, dal momento che le condizioni lo richiedono, sono costretto a dirvi tutto ciò. Non abbiate paura della diffamazione.
Ho già dato inizio alla costruzione di un altro Super Speciality Hospital qui a Bangalore, che verrà a costare 3 miliardi di rupie (applausi). In tutto il vasto territorio indiano, riuscite a trovare un solo politico in carica che si associ a una causa così nobile? Al contrario, piuttosto spudoratamente continuano a parlar male degli altri. Coloro che cercano di frapporre ostacoli a qualsiasi opera benedetta non sono assolutamente degli esseri umani, bensì dei veri demoni. Quand’anche il mondo intero si riempisse di simili demoni, il Piano di Sai non subirà mai alcuna modifica (applausi).
Alcune persone di mente gretta stanno cercando di infangare l’immagine di Sai Baba. Io non bramo la celebrità, per cui le loro calunnie non mi tolgono nulla. La Mia gloria andrà crescendo di giorno in giorno e non diminuirà nemmeno di un puntino, anche se costoro pubblicassero a caratteri cubitali le loro notizie tendenziose.
Sembra che alcuni devoti si siano fatti turbare da queste false notizie, ma non sono assolutamente devoti veri. Se avete conosciuto l’immensa potenza di Sai, perché temete il gracchiare dei corvi? Non lasciatevi influenzare da tutte quelle scritte sui muri, da slogan pronunciati in assemblee politiche o dalle volgarità riportate dalla stampa. Siamo fermamente decisi nel dare pubblicità ai princìpi della verità, della rettitudine e dell’amore. In Sathya Sai Baba non c’è la benché minima traccia d’egoismo. Io sono disposto a spendere miliardi per alleviare le sofferenze dei poveri e degli oppressi. È mio fermo proposito dar da mangiare agli affamati e offrire gratuitamente istruzione ai bambini poveri.
A questo mondo ci sono dei miliardari così miseri e laidi che ai poveri, che bussano alla loro porta per un tozzo di pane, mandano contro i loro cani. C’è da vergognarsi a considerarli esseri umani! Queste persone, che non sanno realizzare nemmeno una millesima parte di ciò che Sathya Sai Baba sta facendo per la società, trovano ignominiosamente soddisfazione nell’imbastire basse insinuazioni. Sarebbe invece molto meglio che seguissero Sathya Sai Baba e proponessero un ideale al resto del mondo.
Io non ho desideri né ambizioni; non conosco il più piccolo sentimento di gelosia, poiché Io sono l’amore in persona: l’amore è la Mia autentica vita e la saggezza è il frutto che non manco di dare. Proprio queste — l’amore e la saggezza — sono le due basi della Mia esistenza.
Coloro che amano diffondere infamie andranno per forza in rovina, come pure quelli che fomentano la propagazione di notizie infamanti finiranno per incontrare una sorte avversa. Il denaro deve servire a realizzare opere buone e giuste, e non a fini malvagi. Offrite al prossimo un servizio ricco d’amore e compassione; indicate il giusto sentiero e dispensate gioia. Io non temo le campagne denigratorie della gente. Perché mai dovrei temerle se sono sulla via della verità, della rettitudine e dell’amore? Dica pure la gente quel che vuole: Io non ne sono turbato.
Voglio spiegarvi oggi, con dei particolari, il principio dell’amore da cui sono animato. In ogni epoca contrassegnata dalla presenza di un avatâr, i malvagi hanno giocato d’inganno. Ai tempi di Krishna, ci furono persone diaboliche come Kamsa, Shishupâla e Dantavakra, che fecero di tutto per farGli del male. Anche Râma, quando s’incarnò per il ripristino della giustizia, andò soggetto ad un’infinità di patimenti: fu esiliato in foresta per ben 14 anni e Râvana Gli rapì con la violenza la consorte (Sîtâ). Ma, alla fine, che cosa è accaduto a tutti quelli che han cercato di angariare gli esseri divini? Chi lancia accuse contro le Personalità Divine e procura loro delle sofferenze commettono il peggiore dei peccati! Se a qualcuno non riesce proprio di dedicarsi ad opere meritorie, è meglio che se ne stia quieto, anziché farsi connivente di simili peccati.
Ci sono alcuni che, credendo di meritare rispetto per il modo con cui si presentano esteriormente, si vantano di essere devoti, ma si comportano in modi iniqui. Non è detto che chi gode fama di essere una buona personalità, sia buono sotto tutti i punti di vista. La parola “personalità” trae origine da “persona”, termine che evoca sacralità. Caratteristica della persona, dunque, è una vita di verità e di rettitudine. In ognuno dimora il medesimo principio dell’amore e tutti dovremmo essere legati insieme da quell’unico amore, in modo da fare del mondo un’unica famiglia. Dividere a pezzetti l’amore e covare odio non darà mai la felicità.
Dall’alba al tramonto la Mia vita è soffusa d’amore. Do istruzione gratuita a migliaia di studenti; ma non si tratta solo di un servizio gratuito: mostro loro con il Mio esempio quale sia l’ideale di vita da condurre. Una volta usciti dalla scuola, questi studenti s’imbattono in gente perversa che cerca di sporcare le loro menti con pensieri di bassa lega. I nostri studenti, per quanto possano dire gli altri, sono puri come l’oro. La polvere scossa dai loro piedi preverrà la malevolenza d’altri. Gli alunni e le alunne dei nostri istituti conducono una vita esemplare. Le allieve dell’associazione “Messaggere di Sathya Sai” si stanno prodigando in varie attività di servizio in diverse nazioni, coinvolgendo anche i loro mariti in quelle opere.
Dai nostri istituti sono usciti da tempo studenti che ora lavorano in nazioni come la Svizzera, l’America, il Giappone, la Cina, la Russia, ed altre nazioni. Alcuni stranieri cercano di corromperli con denaro, chiedendo loro di inventare storie contro Sathya Sai Baba. In Svizzera, ad una delle nostre studentesse s’è presentato qualcuno che le ha chiesto di mettere insieme delle storie contro Sai Baba; ma la giovane s’infuriò a tal punto che, levatasi una scarpa nel gesto di gettargliela in faccia, disse: «È questo ciò che le insegna la sua religione? Questo è l’ideale che la sua religione diffonde? Si vergogni! Esca da qui!»
Ci sono però alcuni traditori come Giuda, che vengono pagati per stendere dei capi d’accusa contro Sai Baba. Ma, alla fine, che cosa è capitato a Giuda? Distrutto dal rimorso per aver tradito Gesù per una squallida ricompensa in denaro, versò lacrime di pentimento e si colpì, gridando: «Che obbrobrio! Sono un traditore, ho tradito il mio stesso maestro, il mio Dio!»
Tradire Dio è il peggiore di tutti i peccati: un tradimento del genere non potrà mai trovare espiazione; non c’è numero di vite che possa bastare. Dunque, non osate mai tradire Dio. Amate tutti. Date il vostro saluto anche a quelli che vi criticano, poiché Dio è in tutti. Non date mai adito alla collera, non guastatevi la mente. Pregate Iddio con amore. Anche in passato le grandi anime e le incarnazioni divine han dovuto misurarsi con le critiche. Vi verrà spontaneo chiedervi perché mai sorgano tutte queste voci contrarie; ma la critica non fa che accrescere la loro gloria.
Il piacere è una pausa tra due dolori; le ombre accompagnano sempre la luce. Così, non bisogna aver paura delle ombre, poiché anche nell’ombra c’è luce. Luci e ombre non possono esistere separatamente: le lega un principio di unità. Perciò, non reagite alle critiche perpetrate contro Swami o contro altri esseri del passato che hanno sostenuto la medesima causa.
Toglietevi il pensiero con un colpo di spugna, nella convinzione che la cosa non vi riguarda. Quando qualcuno vi facesse osservare che sbagliate, voi certo vi correggereste. Ma quando qualcuno architetta delle false accuse contro di voi, non c’è ragione che ve ne preoccupiate. Siate felici. La critica che vi vien rivolta a voce alta svanisce col vento; se invece rimane inespressa, va verso chi l’ha formulata interiormente. In tal caso, perché lasciarsi turbare? Qualsiasi cosa dicano, rimanete calmi. Anzi, considerate positivo tutto quanto vi accade e, con una mente così imperturbabile, indisturbata, continuate tranquillamente la vostra vita.
In avvenire, voi sarete testimoni di molti eventi più gloriosi: niente è impossibile a Sathya Sai! (Applausi) In realtà, con il Suo operato, Egli può sconvolgere e con sgomento e con stupore; ma l’unica Sua mira è rendere tutti felici.
Loka samasta sukhino bhavantu: «Il mondo intero sia felice!» Nessuna difficoltà toccherà coloro che aspirano al benessere del prossimo; mai nessun problema li scuoterà.
Un piccolo esempio. Una volta il Buddha s’imbatté nel demone della gelosia, che gli disse: «Buddha, sto per ingoiarti». Ma il sorriso scintillante dell’Illuminato colpì il demone, al quale Egli disse per tutta risposta: «O demone della gelosia, anche te io amo!» A quelle amorevoli parole del Buddha, il demone si tramutò istantaneamente in una colomba, simbolo d’amore e pace, e prese il volo.
Si diventa devoti, nel vero senso della parola, solo quando si coltiva la pazienza e si vincono con l’amore le qualità cattive della rabbia, dell’odio e della gelosia. Non esultate nella lode, né deprimetevi nel biasimo. E, da parte vostra, non è neanche giusto che amiate solo chi vi elogia e odiate chi vi critica. Siate equanimi sia quando vi esaltano, sia quando vi disprezzano. La critica non farà altro che giovare al vostro progresso spirituale. Non nutrite odio verso coloro che sparlano di voi. Accogliete qualunque buona cosa si presenti sulla vostra strada e ignorate tutte le cattiverie.
La gente può esaltare o criticare, ma niente può scuotere Sai (applausi). Sai vive nella verità e nessuno, in nessun’epoca, può far tremare la verità. Vivete saldamente stretti a questa convinzione. Giorno dopo giorno accresca la vostra fede in Dio: quando la fede aumenta, tutte le malvagità periscono. Non lasciate perdere le pratiche spirituali che avete fatto da tanto tempo.
Gesù è ancor oggi adorato e amato, perché sopportò tutte le difficoltà con intrepido coraggio. Ci fu una volta in cui un discepolo gli domandò: «Maestro, che debbo fare per superare tutti i problemi che mi si presentano?» E Gesù gli rispose: «O semplicione che sei, non cercare le soluzioni dei tuoi problemi. Ama Dio, che abita dentro al tuo cuore e ama anche quelli che ti odiano, perché Dio è pure in loro. Se il tuo amore è per tutti, non avrai mai sofferenze. E come potrà accadere, se il tuo cuore sarà pieno di beatitudine per l’amore che riversi su tutti?»
Una volta Arjuna chiese a Krishna: «Swami, c’è qualcuno che Ti stia particolarmente a cuore?» E Krishna: «Sei proprio un ingenuo. Io non ho né amici né nemici. Io sto nel tuo cuore, come nel cuore di quelli che Mi criticano. Davvero caro Mi è colui che, vedendo Dio in tutti, li ama indistintamente. Non è la stirpe che Mi mette in relazione intima con qualcuno, bensì l’intenso amore che quello prova per Me. Arjuna, da tanto tempo sei con Me e mi sorprende che non abbia ancora capito questa verità fondamentale. Mi hai fatto sedere sul tuo cocchio, ma non sul cocchio del tuo cuore».
Installate Dio nel cocchio del vostro cuore. In realtà, non avreste nemmeno bisogno di collocarveLo, giacché Egli da sempre è là dentro. Basterebbe che foste consapevoli della verità che Dio risiede nel vostro cuore per divenire Dio stesso. Ciò che dovete diffondere nel mondo è solo amore: in questo mondo nient’altro ha la realtà dell’esistenza. L’amore è Dio; l’amore è vita; l’amore è tutto. Coltivate sempre più l’amore. Non permettete che in nessuna circostanza la vostra mente vacilli, perché, quando una mente vacilla, si profana. Ecco perché Tyâgarâja espresse in canto questi versi: «O mente, non ondeggiare, non farti illudere. È l’illusione che ti fa soffrire».
Considera l’amore come la tua stessa vita. Soltanto l’amore fa santa la vita d’una persona, e soltanto chi sa amare è un vero essere umano. L’amore è l’uomo. L’uomo è amore. L’uomo è Dio e Dio è amore. Nell’amore tutto si unifica. Dunque, abbiate sempre più amore.
Seguite il cammino della verità e della rettitudine e conducete una vita di pace. Verità, rettitudine, pace ed amore sono i quattro princìpi che sostengono la vita. Non esistono forze più potenti, non ci sono ideali più nobili, né sostegni più solidi di questi valori. Fateli vostri e poneteli in primo piano in questa temporanea dimora terrena.
Incarnazioni dell’amore,
siate intrepidi. Non abbiate paura nemmeno se vi arriva un fulmine in testa. La morte giunge una sola volta, non due; un giorno o l’altro dovrà pur venire. Allora, non temetela e state preparati comunque. Non abbiate paura di essere dalla parte della verità. Riempite la vita d’amore e solo allora la vostra vita sarà santificata. Non c’è pratica spirituale, come preghiere o meditazioni, che possano salvarvi se non aderite alla verità e se non vivete nell’amore. Qualsiasi cosa accada, tenete fede a questi valori, perché solo in questi valori il mondo intero potrà godere felicità e prosperità. Sviluppate sempre più amore e non date retta alle critiche degli altri, perché non siete in errore. Quale errore ci potrà mai essere nell’amare Dio? Il vostro amore di Dio sia irriducibile, fino all’ultimo respiro. Non lasciate brecce a conflitti o a dubbi.
Ognuno deve far fronte alle conseguenze delle proprie azioni. Nessuno può dire quando e come avverrà, ma non c’è scampo. Se però pensate costantemente a Dio, non sarete mai colpiti dal dolore: Dio vi farà da scudo contro tutte le sofferenze, e sarà sempre con voi, in voi, intorno a voi, per proteggervi. Non date mai adito a sentimenti negativi. Potete adorarLo col nome di Gesù, Râma, Krishna, ecc., ma ricordatevi che c’è un solo Dio, un solo Fine, una sola Verità, un solo Amore. Credetelo fermamente.
Non disperdete l’amore dividendolo fra obiettivi meschini. Comprendete il principio dell’unità e aggrappatevi ad esso con forza. Allora Dio si prenderà sicuramente cura di voi, dovunque vi troviate, in una foresta, in cielo, in una metropoli, in un villaggio sperduto, sulla vetta d’una montagna o negli abissi del mare.
Nessuno ha il diritto di negare il vostro Dio. La gente, influenzata da quest’era delle tenebre, sta facendo scelte inique in vista del denaro. Si arriva perfino al punto di assassinare persone dietro compenso di denaro. Per costoro i soldi sono tutto. Non bisogna vender l’anima per avere più soldi. Bisogna adoprarsi per guadagnare la ricchezza dell’amore.
Incarnazioni dell’amore, spero di non avervi importunato con un discorso così lungo. Il Mio, in realtà, non è un disturbo, bensì un grande insegnamento. Ai pavidi bisogna far assumere il tonico del coraggio. Non lasciate mai spazio a qualsiasi sintomo di debolezza.
I membri dell’associazione “Messaggere di Sathya Sai” stanno rendendo un efficace servizio alla società. A volte, saltano persino i pasti per non interrompere le attività; ma non è bene che lo facciano, altrimenti si rovineranno la salute. Hanno voluto offrire il loro piccolo contributo al Super Speciality Hospital che è in costruzione a Bangalore, ed essendo delle ragazze, si sono rammaricate di non poter prender parte alle attività edilizie, come per il trasporto di mattoni, malta, e così via. Dai loro piccoli libretti di risparmio hanno messo insieme la considerevole cifra di 7.500.000 rupie e hanno fatto pervenire la somma allo Sri Sathya Sai Trust senza informarMi (applausi).
Non solo; molti degli studenti più anziani del nostro college lavorano fuori. Ma anch’essi sono Miei. Alcuni di loro aspettano qui per mesi insieme, senza nemmeno mangiare come si deve. E in quel modo hanno messo da parte del denaro per contribuire alla costruzione dell’ospedale. Questi studenti veterani hanno mandato al Central Trust 4.500.000 rupie. Ma noi non vogliamo i vostri soldi; vogliamo il vostro amore, desideriamo che stiate bene, progrediate e siate felici.
Dovunque vi troviate, conducete vite ideali. Alcuni hanno il sospetto che alcuni mecenati abbiano donato a quest’ospedale decine di milioni di rupie. Niente è stato loro chiesto; niente essi ci danno. Io sono felice quando anche il più piccolo contributo venga offerto con amore. Molti offrirono doni di vario genere a Gesù, ma egli non li accettò mai. Quando però vide una donna anziana offrire uno spicciolo, l’accettò gioiosamente e lo tenne con sé fino alla fine, poiché era stato dato con amore.
Allo stesso modo, anch’Io voglio amore, non denaro. In futuro sorgeranno molti più ospedali come questo. Io non chiedo nessun aiuto a nessuno. È il Piano di Sathya, il Suo Volere che provvede, e ciò che faccio Io è buono. Ogni lavoro ben fatto porta necessariamente frutti buoni. Ed è appunto la Mia bontà che attira tutto l’aiuto che serve.
Studenti e studentesse, riprendetevi il denaro che ci avete offerto. Il vostro amore, il vostro progresso, il vostro benessere è ciò che voglio, ed è la buona condotta, la vita ideale che mi procura piacere. Fate in modo che gli studenti Sai, con il loro comportamento, si guadagnino un buon nome. I soldi vengono e vanno, la moralità viene e cresce. Sviluppate moralità e carattere. Siate coraggiosi. Dividete il vostro amore con altri.
La gente che vive all’esterno non si rende conto dell’amore e della devozione che Mi portano gli studenti e i devoti; questi non badano nemmeno alla salute quando vengono a servirMi. Ma Io non voglio un siffatto servizio. Voi dovete mangiar bene. Non trascuratevi, perché in voi abita il Divino. Fate in modo di essere felici, per poter essere a servizio della società. Siete andati in vari villaggi a servire i poveri, e non c’è servizio più grande di questo: è una ricchezza questa che conta ben più di miliardi di rupie. Andate dunque in ciascun villaggio e mettetevi a servizio dei poveri e degli affamati.
Ve ne ho parlato di recente. Mi è capitato di trovare da qualche parte un foglio di carta di giornale con degli articoli. Vi si narrava la storia di una povera donna che non aveva i mezzi per mantenere suo figlio. Era rimasta senza marito e ogni giorno andava a chiedere l’elemosina per sfamare il figlio. Qualche tempo addietro c’erano state delle piogge torrenziali che perdurarono per quindici giorni e, di conseguenza, non poté in quel periodo uscire a chiedere la carità.
Una mattina suo figlio si mise a piangere: «Mamma, ho fame; dammi qualcosa da mangiare». Ma che cosa poteva dargli in condizioni simili? Inerme, anche la madre scoppiò in pianto, e pensò tra sé: «Figliolo, Dio non mi ha dato la forza per nutrirti». Prostrata in uno stato di completa impotenza, la donna trovò il modo di procurarsi del veleno, lo mescolò a dell’acqua e, dopo averne dato al figlio, lo bevve anche lei. Morirono entrambi.
Mi sono rattristato molto: in questa terra di Bharat, nota col nome di Annapûrna, cioè “Dea dell’abbondanza”, c’è gente che non riesce a dar da mangiare ai propri figli! Da quel giorno in poi, presi una ferma risoluzione: i bambini devono avere cibo a sufficienza e istruzione adeguata. Perciò, ho fatto eseguire dei versamenti a reddito fisso di 100.000 rupie a favore di ciascuna madre e ciascun figlio, i quali godranno un interesse di 1.000 rupie mensili. Saranno sufficienti a dar da mangiare a una madre e a suo figlio? Ma, onde sfuggire a eventuali truffatori che cercassero di sfruttare la loro ingenuità, inducendoli a investire quelle centomila rupie in qualche loro losco affare, il direttore della banca ha ricevuto precise e rigide istruzioni, affinché del capitale depositato i genitori interessati utilizzino solamente gli interessi.
Non è possibile dare un’istruzione ai bambini che vivono in villaggi differenti. Così, abbiamo deciso di riunirli insieme e abbiamo chiesto al governo di assegnare un pezzo di terreno adatto. Ma il governo non ce l’ha voluto dare: perché dovrebbero darci della terra se non possono assicurarsi i nostri voti? E questa è la ragione per cui ho smesso di chiedere. Abbiamo il nostro frutteto, e ho deciso di destinare quell’appezzamento di terreno alla costruzione di case per le famiglie povere.
Rinuncio agli alberi da frutta. Ho pensato che, invece di utilizzare il terreno per far crescere degli alberi da frutta, è meglio che vada a beneficio di altri frutti più preziosi, i bambini poveri. Per ogni madre con un figlio costruiremo case costituite da due stanze, una cucina e il bagno. Ne avranno l’usufrutto vita natural durante, provvedendo alle proprie necessità con gli interessi bancari. Io mi assumerò la responsabilità di provvedere all’istruzione di quei bambini. Abbiamo molti studenti e studentesse, che li seguiranno per dar loro le giuste informazioni ed istruzioni. I nostri ragazzi e ragazze sono in grado di rendere questo servizio.
Non voglio dir troppo bene dei Miei stessi studenti, ma posso assicurarvi che in nessun’altra parte del mondo troverete studenti come loro, dotati di nobili virtù. Voglio che i Miei studenti si mettano a servizio dei poveri e dei bisognosi, e ne allevino le sofferenze. Studenti, a nulla vi serve dar retta a quel che si dice in giro. Siate fermamente decisi a servire la società e santificate così la vostra vita.
Tra pochi giorni andrò a Puttaparthi, dove si celebrerà molto presto la Giornata dello Sport. Gli studenti hanno bisogno di essere incoraggiati; ma anche la costruzione delle abitazioni per i poveri deve avere inizio. Allora, dopo il 19 (gennaio), farò ritorno qui a Brindâvan per inaugurare il Super Speciality Hospital, che porterà gioia in tutto lo Stato del Karnataka, dove tutti i cardiopatici saranno curati e guariti dai loro problemi di salute.
Saranno eseguite dalle 30 alle 40 operazioni al giorno, per le quali saranno assunti 30 chirurghi con salari elevati. Almeno 25-30 cardiochirurghi lavoreranno ogni giorno, distribuiti in 8-10 sale operatorie. Nessun paziente dovrà più soffrire di insufficienza cardiaca e questa è la Mia ferma e costante Volontà. Non voglio che ci siano differenze tra stati e classi sociali, poiché tutti sono Miei, tutti Mi appartengono. Non abbiate il minimo dubbio! Non date spazio al più piccolo sintomo di debolezza. Io sono disposto a darvi qualunque cosa Mi chiediate.
Siate intrepidi:
perché aver paura quando ci sono Io?
Ragazzi e ragazze, assecondate le direttive dei vostri genitori, accontentateli. Sposatevi, se essi lo vogliono, e vivete la vita secondo gli ideali di chi deve occuparsi della famiglia. Vi benedico tutti e termino il Mio Discorso.
Fra pochi minuti, le “Messaggere di Sathya Sai” daranno uno spettacolo. Sarà qualcosa che non somiglia agli spettacoli televisivi che vedete voi. Il governo attuale sta rovinando con la TV le menti dei giovani. Non c’è nulla di male nel trasmettere dei programmi quando sono buoni, ma lo Stato approva trasmissioni che non fanno bene ai bambini. Noi non vogliamo un governo simile! Noi vogliamo un governo che faccia in modo di orientare la gente sul sentiero della verità e della rettitudine. “God-ment” is the real government: il Governo di Dio è il vero governo.
Ci sono persone che lavorano per interessi personali ed egoistici. Non seguitele, poiché è l’egoismo lo stile della loro vita. Non lasciate che sia anche il vostro. Non alleatevi coi politici. Prendete la via del servizio: andate in tutti i villaggi e servite capillarmente tutti. Il modo migliore di amare Dio è amare tutti e servire tutti. Châla shantosham: sono felicissimo!
(Il Bhagavân conclude il discorso intonando il bhajan: “Hare Râma”)
Brindavan, 25 dicembre 2000
Natale del Signore Gesù
Versione integrale da testo del Central Trust