22 Agosto 2000 – Il bouquet che piace a Dio

22 Agosto 2000

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Il bouquet che piace a Dio

Baba canta:

“Ahimsa, Paramam Dharmam, Ahimsa Paramam Dharmam
Dharmam Sarva Bhuteshu, Sarvabhuta Daya Shantam
Sarvabhuta Dharam Shivam”
La Non – Violenza è il Dharma supremo.
Il Dharma è presente in tutte le creature viventi.
La Pace e la Compassione si trovano in tutti gli esseri viventi
e tutti gli esseri viventi sono presenti in Shiva.

Incarnazioni dell’Amore!
Dio non desidera rituali quali Shodasopachara, (1) ne’ desidera che voi abbiate la conoscen-za delle Scritture. Egli desidera solamente alcuni fiori sacri.
Il primo fiore è Ahimsa, la Non – Violenza. Non fare del male a nessuna creatura vivente tramite pensieri, parole ed azioni è Ahimsa.
Il secondo fiore è il Controllo dei sensi. Senza il controllo dei sensi, qualsiasi disciplina venga fatta risulta inutile. In che modo i sensi vanno controllati? Il primo fra tutti è il gusto.

Baba canta:
“Oh lingua sempre sensibile alla dolcezza.
Lascia che ti dica cosa è veramente dolce e
dona salute perfetta,
ciò che è racchiuso, cioè, in queste tre dolci parole (2) “.

La lingua gusta numerosi sapori, di conseguenza dobbiamo cercare di controllarla.
“Ehi, lingua! Da quando sei nata, quanti sacchi di riso hai mangiato? Quanti sacchi di farina hai mangiato? Quanto cibo hai mangiato? Hai mangiato ogni tipo di verdura ed ogni frutto. Non sei ancora soddisfatta? Tsk! Non provi vergogna di non essere ancora soddisfatta?”
Dovete controllare il senso del gusto. E’ cosa naturale che abbiate fame e che vogliate mangiare; nonostante ciò:
Bhikshanam Deha Rakshartham –
il cibo serve a proteggere il corpo.
Significa che il cibo deve essere mangiato per il solo scopo di proteggere e mantenere il corpo e non per godere dei sapori. Perciò: “Oh, lingua! Sacrifica il sapore e mangia solo per fame”. Mangiate con il solo scopo di dare energia e non per godere dei sensi. Questo è il secondo fiore.
 Il terzo fiore è: Sarva Bhuta Daya Pushpam – il fiore della Compassione verso tutti gli esseri viventi. Bisogna provare Compassione per tutte le creature viventi. Non dovremmo odiare nessuno. Questo valore è menzionato nella Bhagavad Gita: “Advesta Sarva Bhutanam – Non odiare nessun essere vivente”. Non limitiamoci però a non odiare: bisognerebbe non avere molti contatti con le persone, pur vivendo con amore verso tutti. Perciò: Sarva Bhuta Daya Pushpam.
Poi viene il quarto fiore, il quale è molto importante. Kshama Pushpam Nasochacha – il fiore della Tolleranza. Questo fiore è davvero speciale; il fiore della Tolleranza è molto importante.
Per colpa dei Kaurava, i Pandava dovettero soffrire molto. I Kaurava umiliarono Draupadi, la moglie dei Pandava; nonostante ciò, Dharmaraja sopportò ogni cosa, in ogni situazione. Questa qualità protesse i Pandava e, attraverso loro, fu un insegnamento ideale per il mondo intero. Per questo il fiore della Tolleranza è tanto caro a Dio.
Il Signore sarà veramente felice e concederà la Grazia ad ogni vostra preghiera, solamente quando Gli offrirete il fiore che Gli è caro. A che serve offrirGli tutti gli altri tipi di fiori, se non Gli presentate ciò che Gli sta a cuore? Gli altri fiori, infatti, appassiscono e cadono. I fiori da offrire a Dio, invece, sono i fiori della Tolleranza, della Compassione, del Controllo dei sensi e della Non – Violenza. Questi quattro fiori sono davvero importanti.
Il fiore della Compassione è molto importante non solo per l’India, ma anche per tutte le altre nazioni.
Gli studenti conoscono questa storia molto bene. In America, Abu Ben Adhem faceva molto Servizio. Egli andava per le strade e serviva gli infermi, i ciechi e gli handicappati. Per questo ogni notte rientrava a
casa molto tardi. Ecco un esempio di compassione verso tutti gli esseri viventi.
Un giorno, come al solito, rincasò molto tardi e vide che in casa c’era una donna seduta al suo scrittoio che stava scrivendo qualcosa. Non era una donna ordinaria, bensì un angelo.
Abu aspettò per qualche istante, poi chiese: “Madre! Chi sei? Che cosa stai scrivendo?”
L’angelo rispose: “Figliolo, io sono un angelo e sto compilando una lista dei nomi delle persone che amano Dio”.
“C’è anche il mio nome in quell’elenco?”, chiese Abu
“No, il tuo nome non c’è” rispose l’angelo.
“Sono contento” rispose Abu
Poi l’angelo se ne andò e Abu si addormentò.
La sera dopo accadde la stessa cosa. Egli rincasò tardi ed allo scrittoio trovò di nuovo l’angelo che stava scrivendo. Abu riconobbe la donna e le chiese: “Madre, che cosa stai scrivendo, oggi?”
“Figlio mio, oggi sto scrivendo la lista dei nomi delle persone che sono amate da Dio. Ieri scrissi la lista di chi ama Dio; oggi faccio l’elenco di coloro che sono amati da Dio.”
Abu chiese: “E c’è il mio nome da qualche parte?”
L’Angelo rispose: “Sì, in realtà qui c’è solo il tuo nome; nessun altro vi compare.”
Il Servizio reso agli altri è il supremo. Le 9 Vie della devozione sono parte della disciplina spirituale ma, fra tutte queste, il Servizio è il più grande.
Sravanam (ascolto delle storie di Dio),
Kirtanam (canto della Gloria di Dio),
Vishnu Smaranam (canto del Nome di Dio),
Pada Sevanam (servizio ai Piedi di Loto),
Vandanam (rendere omaggio a Dio),
Archanam (adorazione),
Dasyam (essere servo di Dio),
Sneham (amicizia con Dio),
Atma Nivedanam (abbandono).
Di tutte queste vie, solo la compassione (attuata nel servizio) verso gli altri esseri viventi è importante. Abu Ben Adhem serviva il prossimo ininterrottamente e la grandezza del suo servizio gli guadagnò il primo posto nella lista. Dio lo amava davvero.
Chi è che Dio ama? Dio ama tutti poiché l’Amore è la Sua Forma. Nonostante ciò, Egli Si manifesterà e darà amore a colui che prova compassione per tutte le creature viventi. Dobbiamo diventare esperti nell’arte del servizio.
Il quinto fiore: Shanti Pushpam – il fiore della Pace. Non importa quanti problemi dobbiamo affrontare, non importa a quanti ostacoli andiamo incontro, non importa quante difficoltà dobbiamo sperimentare, quanti contrasti dobbiamo vivere: in qualsiasi circostanza sappiamo mantenere la Pace (Shanti). (Swami precisa: “la Pazienza”)
La Grazia della compassione verrà per mezzo della pazienza. Essa è necessaria per essere meritevoli della Grazia di Dio. Quanti problemi Tyagaraja dovette affrontare! Quante preoccupazioni Potana (3) ebbe! Quanti guai sperimentò Tukaram e quanti ne ebbe Sivaji. Nonostante ciò, poiché possedevano l’autocontrollo, essi mantennero la pace interiore e la pazienza. Colui che mantiene la pazienza, riceverà la Grazia di Dio in modo illimitato. Per questo Tyagaraja disse: “Senza pace non c’è felicità”.
Noi desideriamo la pace mentale, fisica, materiale ed anche la pace terrena. In che modo possiamo ottenerLa? Non certo cercandoLa nel mondo esteriore e nemmeno nei beni materiali e nelle proprietà, ne’ nei piaceri sensuali. Noi stessi siamo l’incarnazione della pace, di conseguenza questo fiore deve sorgere dall’interno perché non è qualcosa che nasce all’esterno di noi.
Sopportate ed andate oltre tutti gli ostacoli che insorgono, proseguendo oltre. Nella vita terrena ci sono così tanti problemi! Quest’effimera vita terrena è piena di così tante vicissitudini! Ma noi non dobbiamo prestare loro attenzione, non dobbiamo farci caso. La vita da essere umano è stata donata per imparare a superare tutto ciò e non per godere dei piaceri sensuali, ne’ per godere della felicità materiale.
Invece voi, purtroppo, continuate ad anelare a queste cose. Ma anche gli animali, gli uccelli e tutte le altre bestie sperimentano questi tipi di piaceri, perciò non è questo che ci si aspetta da voi. Ciò che dobbiamo sperimentare è la vera pace la quale è la vera natura del nostro cuore. Dobbiamo acquisire quella pace che sorge dal cuore.
Questo è il quinto fiore.
Sesto fiore: Tapas Pushpam – il fiore dell’Austerità, del Sacrificio. Che cosa intendiamo per tapas? Consisterà forse nel ritirarsi nella foresta, nutrirsi di radici e ricordare Dio incessantemente? In Verità tutto ciò non è tapas bensì tamas, ignavia, passività, pigrizia.
Che cosa significa tapas? Che bisogna essere pronti a tutto; che i tre attributi devono uniformarsi. Tapas significa controllare il turbinio dei pensieri, delle parole e delle azioni; significa controllare l’agitazione dei sensi. Dobbiamo controllare i tre guna – Sattva, Rajas e Tamas – e fare in modo che in essi siano presenti gli stessi sentimenti. Dobbiamo mantenere la mente costantemente in Dio. Solo colui che possiede un cuore simile, si merita l’appellativo di “umano”.
Hri + Daya (compassione) = Hridaya (cuore). Riempire l’aspetto umano di compassione è la vera penitenza, e non il perdere tempo o utilizzarlo male. In definitiva, che significa Tapas? Significa unire i tre aspetti e farli divenire Uno. Colui che compie quest’alchimia, è un vero yogi. I mahatma sono coloro che hanno unità di pensiero, parola ed azione.
Baba canta:
Na Tapamsi Na Tirthaanaam
Na Shastra Na Japa Nahi
Samsaara Saagarottare
Sajjanam Sevanam Vina
“Non attraverso le penitenze, ne’ bagnandosi nei fiumi sacri, ne’ studiando le Scritture, ne’ ripetendo il Nome di Dio, ma solamente servendo il prossimo è possibile attraversare l’oceano della vita terrena”.
Ma questo non è l’unico aspetto di tapas. Bisogna anche unire i tre guna. Ciò significa che se proviamo rabbia, dobbiamo cercare di controllarla; se proviamo entusiasmo, dobbiamo cercare di controllarlo; se proviamo felicità dobbiamo cercare di controllarla, così come dobbiamo cercare di controllare la sofferenza.
Trattate allo stesso modo felicità e dolore, vittoria e sconfitta, guadagno e perdita. Dovete sentire felicità e dolore come la stessa cosa. Questo è vero tapas. Potete compiere qualsiasi lavoro e fare qualunque atto di servizio, ma non trattenete in voi nessun tipo di desiderio. L’assenza di desiderio è vero tapas.
  Dhyana Pushpam: il settimo fiore, “il fiore della Meditazione.” Che cosa significa Meditazione? Le persone credono che meditare significhi chiudere gli occhi, sedere nella posizione del loto e pensare al Signore. Ma questa è solo una meditazione a livello fisico, materiale, secolare. Questa è meditazione nel senso materiale del termine. Serve anch’essa, ma fino a che punto? Va praticata finché non sia raggiunta la perfezione. Tuttavia, questa non è la vera meditazione.
Vera meditazione è quando la mente è immersa in Dio; quando la mente individuale è immersa nella Mente universale. Come è impossibile separare il latte che è già stato mischiato all’acqua, così è impossibile separare l’amore che si è già immerso in Dio dall’l’individuo che si è già fuso con il Cosmo.
Quando si pone il ferro alla fucina, diventa rovente e, da qualunque parte lo si afferri, brucia. L’amore individuale dovrebbe immergersi nell’Amore universale di Dio.
I Veda così descrivono questo processo:
Brahmavid Brahmaiva Bhavati
Colui che conosce il Brahman, diventa il Brahman stesso
I due devono diventare una cosa sola. Il ferro ed il fuoco non devono rimanere separati, ma farsi Uno. La mente deve perdersi nei pensieri d’Amore di Dio.
Quando ci si immerge nel Signore solamente durante il breve periodo della meditazione del mattino e della sera, non è vera meditazione.
Sravada Srava Kaleshu Sarvanthra Harichintanam
Pensate ad Hari (Dio) sempre, in tutti i posti,
in ogni momento ed in tutte le situazioni
Qualsiasi lavoro facciate, in qualunque cosa siate impegnati, tenete sempre d’occhio Dio, l’Obbiettivo. Quest’Amore dovrebbe essere il vostro sostegno. Questa è vera meditazione. Ricordare Dio per un tempo limitato, non è meditazione, ma solo devozione part-time. Dovremmo invece vivere la devozione a tempo pieno.
Perciò devozione non significa sedere nella posizione del Loto e ricordare Dio solamente per pochi minuti. Questo non va bene. Se fate così, anche la Grazia di Dio vi toccherà solo per qualche minuto per poi andarsene! Quando vi tocca la Grazia di Dio, dev’essere per sempre. Dovremmo pregare di riuscire a praticare la vera meditazione, quella meditazione che si pratica anche mentre siamo concentrati nelle faccende esterne e materiali.
L’ottavo fiore è Satyam Pushpam, “il fiore della Verità.” E’ un fiore molto importante e assai caro a Vishnu. Il mondo è emerso dalla Verità, viene mantenuto dalla Verità e tornerà ad immergersi nella Verità. La Verità, perciò, è un valore molto importante da praticare.
Baba canta:
Il mondo intero è stato creato dalla Verità,
viene sostenuto dalla Verità
e, alla fine, s’immergerà nuovamente nella Verità.
Non esiste posto dove la Verità non sia.

Incarnazioni dell’Amore,
la Verità è immutabile in tutte e tre le dimensioni del tempo (passato, presente e futuro). La Verità è un valore che non cambierà mai. La Verità è onnipresente; quando tutto il resto viene distrutto e scompare, la Verità continua a vivere permanentemente. La Verità è Dio.
La Verità è Dio:
vivete nella Verità.
Dobbiamo vivere in questa Verità ed immergerci in Essa. La Verità è l’ottavo fiore da offrire a Dio.
Se adoreremo Dio con questi fiori, Egli li accetterà con grande affetto; non chiede nessun altro fiore all’infuori di questi.
I primi fiori da offrire sono la Non-violenza ed il Controllo dei sensi, il quale è molto importante; con esso possiamo realizzare qualsiasi cosa. La mancanza di controllo dei sensi è responsabile della mancanza di pace (Ashanti), delle agitazioni, dei conflitti e degli scontri che attualmente si combattono nel mondo. Bisogna parlare ai sensi in modo sensato, insegnare alla bocca la giusta lezione e dirle: “Ehi, bocca: da quanto tempo stai mangiando in questo modo? Non importa quanto tu abbia già mangiato, vedo che non sei ancora soddisfatta. Sei fatta così”.
Occorre impartire lo stesso insegnamento anche agli occhi:
“Occhi miei, quante cose avete già guardato! Quanto avete già
sperimentato. Ancora non vi basta? Che altro vorreste vedere? Ormai avete visto tutto ciò che c’era da vedere. Ciò che dovreste guardare, adesso, è solamente Dio, la Forma della Verità, la Forma della Divinità”.
Abbiate il desiderio di Dio, contemplatene la vera Forma ed eliminate quelle folli e stolte sofferenze (causate dalla mancanza di controllo). “Oh sensi, voi volete sempre essere sazi. Ma di che cosa, in realtà, vi dovreste saziare”?
Baba canta:
“O orecchie: siete interessate ad ascoltare
quegli inutili pettegolezzi di quartiere fin dal primo mattino;
ascoltate calunnie sugli altri, ma non prestate attenzione
quando vengono narrate le dolcissime storie sul Signore.”
“O orecchie! Quante cose ascoltate: tutte cose vane! Ascoltate i pettegolezzi di ogni persona del villaggio; ascoltate tutto ciò che non dovreste; ascoltate tutto ciò che è negativo, tutto ciò che viene detto alla radio, tutto ciò che vien trasmesso alla tv. Avete idea delle gravi conseguenze? Tsk! Che vergogna! O, orecchie, non accettate cose del genere; non siate disposte a questo”.
Ascoltando pettegolezzi sugli altri, state rovinando il vostro cuore. Tutto ciò che ascoltate, infatti, si imprime in esso; tutto ciò che guardate, si marchia nel vostro cuore che, in questo modo, viene danneggiato.
Il mondo, oggigiorno, è pieno d’inquinamento; perciò, permettendogli di entrarvi dentro, inquinate il vostro cuore e la vostra mente; se la mente è inquinata, che cosa potrete mai sperimentare? Tutto diventa inutile.
Ho parlato con alcuni devoti dottori venuti da… Vijayawada?(Swami chiede conferma e Anil Kumar risponde: “da Visakapatnam”). Ho parlato con alcuni medici devoti venuti da Visakapatnam (4). Ho spiegato loro che il nostro cuore è come una penna che scrive con il colore dell’inchiostro con cui è stata caricata. Le linee tracciate non potranno essere di un colore differente. Purtroppo, in questo momento il vostro cuore sta scrivendo con il colore delle cose materiali; ciò che tracciate è di quel colore.
Riempite il cuore con l’inchiostro dell’amore e vedrete che tutto ciò che scriverete, tutto ciò che compirete, tutti i pensieri che farete, saranno pieni d’Amore perché qualunque cosa scritta con questa penna, sarà di quel colore. Dobbiamo riempire i nostri cuori d’Amore; dobbiamo condurre delle vite sacre. Questo è ciò che Dio vuole. Egli non accetta fiori che appassiscono.
Di solito i pujari (sacerdoti) offrono alla Divinità numerose varietà di fiori e con essi compiono le funzioni. Dio dice: “O pujari! E’ questo ciò che hai imparato dopo tanto studio? Tu offri rose a palate, gelsomini a palate, ma offri fiori che muoiono. A cosa serve una tale offerta? I fiori che oggi usi, domani sono appassiti. Questi non sono i fiori che voglio. Io voglio il fiore della Pace, voglio il fiore dell’Amore, poiché son questi i fiori che non muoiono mai, né mai appassiscono. O sacerdoti, compite i rituali con questi fiori”.
Abbiamo detto che la Non-violenza è il primo fiore da offrire. Che cos’è Ahimsa? Significa che non dovremmo recare danno ad alcuno. Se un dottore prende il bisturi per operare, qualcuno potrebbe pensare che stia usando uno strumento per far del male. Invece no! Il chirurgo usa il bisturi per aprire l’addome e per curare il male: lo scopo finale è dare felicità, salute e beatitudine. Questo è upakara (aiuto) e non apakara (danno). Questa è ahimsa (Non-violenza) e non himsa (violenza).
Alcuni dicono: “Voi siete vegetariani; ma quando tagliate le verdure esse soffrono!” Per la verità, le verdure non sono sensibili alle azioni che compiamo su di loro. Solo l’uomo, infatti, è composto dai cinque involucri: Annamaya kosha (corpo fisico); Pranamaya kosha (copro dell’energia vitale); Manomaya kosha (corpo mentale); Vijnanamaya kosha (corpo della saggezza), Anandamaya kosha (corpo della beatitudine). (5)
Le verdure, gli alberi, insomma, tutto il regno vegetale, è composto solamente dal prana, dall’energia vitale (Pranamaya kosha) ma non dalla mente (6); non possedendo il corpo mentale (Manomaya kosha), i vegetali non soffrono.
E non è tutto. Non possiedono nemmeno Vijnanamaya kosha, l’involucro della Saggezza. Quando tagliamo della verdura o della frutta, esce dell’acqua. Qualcuno potrebbe pensare: “Cielo! Il vegetale sta piangendo perché lo sto tagliando! Sta versando lacrime!” Ma quella non è altro che semplice acqua, non lacrime di dolore. C’è dolore, infatti, solo quando c’è un cervello, una mente, e lo stesso vale per la felicità. Solo colui che ha la mente, può provare beatitudine.
Gli esseri umani hanno la mente. Anche gli animali, gli uccelli e le bestie hanno la mente; vermi ed insetti hanno una mente, mentre il regno vegetale possiede solo l’involucro dell’energia vitale, ma non quello della mente. Di conseguenza, non c’è ragione di pensare che si infligga della sofferenza a ciò che non ha mente, ed è ovvio che non ci sia in questo caso violenza. Un essere privo di mente non soffrirà mai.
Incarnazioni dell’Amore, voi compite rituali con molta devozione ed umiltà; pur tuttavia, non è questo che Dio vuole. Sono pratiche che fanno parte della vostra disciplina spirituale e personale, ma è necessario che voi vi applichiate anche alla sadhana di base, ovvero alla disciplina in ambito sociale, nel servizio al prossimo. Facendo servizio alla società, si sperimenta una beatitudine che riempie totalmente il cuore.
Da quanto tempo state praticando la vostra sadhana individuale? Non conta da quanto la praticate: dovete praticare anche la sadhana basilare. Il servizio alla società è tanto sacro!
Che tipo di gente riceverà questo servizio? E con che qualità di cuore?
Yat Bhavam, Tat Bhavati
Ciò che si vede traspare da ciò che si sente
Se il vostro servizio sarà puro e pieno di sentimenti sacri, diverranno pure anche le persone che servite. La loro santità non emergerà solo dalle vostre cure fisiche; dovrete anche aiutarli ad evolvere, nella
concretezza della vita, dando loro felicità. Per questo dobbiamo partecipare alle attività di servizio con sentimenti sattvici. Fate tutto il servizio che vi riesce di fare.
Voi cantate i bhajan; li cantate mattino e sera. Il bhajan dà soddisfazione a chi canta ed anche a chi ascolta, nel momento che ascolta. Ma, in fin dei conti, qual è il risultato del bhajan? La sua efficacia ed influenza sono momentanee, passano in un attimo.
I ragazzi hanno cantato Bhaja Govindam. (Baba canta):
“Maa Kuru Dhanajanayauvanagarvam
Harati Nimeshaat Kaalah Sarvam …”
Non essere orgoglioso della ricchezza,
della giovinezza o dei parenti.
Queste cose sono spazzate via dal tempo
più rapidamente di un batter di ciglia …(8)
Tutto ciò non dura nemmeno un attimo. Perché mai dovremmo lottare per una giovinezza tanto fugace? Essa passa come una nuvola passeggera. Perché vantarsi di questa giovinezza che viene distrutta in un attimo? Perché aver tanti desideri? Sacrificateli compiendo il vostro dovere con sincerità.
Non prendetevela. Dite piuttosto: “Che sia bene o che sia male, tutto è per il mio bene. Tutto è una benedizione di Dio”. Perciò, anche le difficoltà sono un dono che non va gettato via.
Il tempo è un elemento di capitale importanza; e invece se ne butta via abbondantemente! Delle 24 ore di una giornata, se ne utilizza una parte per mangiare e dormire mentre i rimanenti 3/4 finiscono sprecati, utilizzati in maniera sbagliata. Ci si occupa di tutto ciò che capita nel villaggio, fra pensieri materialistici e sentimenti non sacri; tutto ciò fa utilizzare il nostro tempo in maniera errata. Il tempo non dev’essere a servizio di attività profane.
Perché il tempo sia santificato, occorre impegnarsi in qualche servizio. Si chiama karma Yoga: partecipare a servizi sociali. Non ci sarà spazio per sentimenti negativi mentre ci si occupa di servizio al prossimo; il servizio sociale fa dimenticare inoltre problemi e preoccupazioni personali. L’ego di chi è assorto nel servizio si dissolve.
Il Servizio non solo distrugge l’ego ma non lascia spazio all’esibizionismo, all’ostenta-zione, aumentando così la purezza della mente. Tutte le azioni, infatti, servono a purificare la mente, come dichiarato dai Veda:
Chittasya Suddhaye Karmah
Scopo dell’azione è purificare la mente
Tutto il servizio compiuto serve a purificare cuore e mente. A cosa serve fare delle attività che non purifichino la mente? Quanti soldi gettate al vento! Quanto tempo sprecate! Quante cose volete fare! C’è una solo attività che vi assicuri una felicità duratura? Non c’è assolutamente pace: come arriva, così se ne va. Una nuvola che
passa. E’ alla pace vera ed eterna che si deve anelare, e soltanto a quella: è una pace che proviene dal cuore. Solo desiderando una tale pace, il nostro nome verrà santificato e diverrà famoso in tutto il mondo.
Non ebbe importanza quanti problemi dovette affrontare Dharmaraja, il quale mantenne sempre in ogni istante la pace (con pazienza, calma, controllo). Quando Draupadi venne umiliata, (9) Bhima si alzò, prese la mazza e si avventò addosso a Dushasana. Dharmaraja lo fermò e gli disse: “Mio caro, il Dharma (un giorno) trionferà. Per il momento noi siamo i perdenti e siamo sotto il loro controllo, di conseguenza possono fare ciò che vogliono. Colui che è stato sconfitto non ha nessun diritto di combatterli, perciò siediti!”
Una calma simile può essere mantenuta solo da pochi individui e non da tutti; tuttavia anche noi dobbiamo sforzarci di mantenere la calma in qualsiasi situazione. Questo ci darà una tale forza! Con quest’atteggiamento avremo anche la forza di Dio, otterremo il Potere divino, sentimenti propizi, pace vera ed eterna ed il nostro nome sarà noto in tutto il mondo.
I Kaurava erano tanti (10) mentre i Pandava erano solo 5. Nonostante ciò, i Kaurava morirono tutti. Eterna invece rimase la fama dei Pandava fra le generazioni successive!
Tutti amano Dharmaraja (11). Il suo nome significa: “Colui che è nato dal Dharma”. Egli non conobbe altro che il Dharma; non ci fu mai in lui alcuna immoralità.
Per noi invece, ai giorni nostri, esiste solo adharma, immoralità ed ingiustizie ad ogni piè sospinto! Ogni istante è contrassegnato solo da menzogne, menzogne, menzogne! in ogni momento c’è solo violenza, violenza, violenza! Dov’è la Non-violenza? Dov’è la Verità? Dov’è la Purezza? Dov’è il Dharma? Non si trovano più da nessuna parte! Se il Dharma fosse presente nel mondo, ci sarebbe posto per tutti questi conflitti? Dove starebbero di casa le ostilità e le guerre? Perché tutto ciò accade? Le lotte avvengono perché non c’è più moralità né pace negli uomini..
Yat Bhavam, Tat Bhavati
Quel che si vede è ciò che c’è nel cuore
Ciò che è presente in noi, si manifesta all’esterno sotto forma di reazione, riflesso ed eco. Infatti, le agitazioni non sono nel mondo esterno, bensì all’interno dell’uomo. Le azioni che compie, sono piene di agitazione; le parole che pronuncia sono piene di agitazione, di riflesso tutta la sua vita si satura di agitazione.
Jantunaam Narajanma Dhurlabham
Fra tutte le creature viventi,
quella che ha nascita umana è la più rara
Giacchè avete preso una nascita umana, dovreste meritarvi il titolo di “esseri umani”.
Nascere uomini è sacro, puro, divino, fausto: è indescrivibile il vantaggio che si ottiene con la vita umana ed essa vale ben la pena d’essere vissuta. Pensate a quali conseguenze vi verrebbero addebitate se durante al vita procuraste tanti problemi, dolori, preoccupazioni e offendeste o danneggiaste altri, facendo loro passare dei guai!
Di conseguenza, come prima cosa, l’essere umano deve tenere sotto controllo i dieci organi di senso e di percezione. (12) Le parole che nascono dal profondo dovrebbero essere sacre.
“Non potete sempre fare cortesie,
ma potete sempre, però, parlare cortesemente”
Pronunciate parole dolci, parole di pace e non utilizzatele sgarbatamente. Avete orecchie perché le usiate per udire argomenti pacifici; ascoltate cose che riguardano Dio, che riguardano il benessere del mondo ed il vostro progresso.
“Loka Samasta Sukhino Bhavantu – che tutti i mondi possano essere felici”. Desiderate la felicità di tutti; in questo modo renderemo sacro ognuno dei sensi! A chi possiede il controllo dei sensi, è possibile ottenere anche qualsiasi altra cosa. Per questa ragione ognuno di voi dica: “O Madre divina! Se non posso compiacere Te, agli occhi del mondo intero divento insignificante. Oh Madre Pace! Se non posso realizzarTi, il mondo intero sarà contro di me ed io contro di lui. O Pace :Tu sei mia amica; io non mi dovrei mai allontanare da Te. Se lo faccio, mi allontano anche dal resto del mondo.”
Dobbiamo conservare la Pace.
Dio non desidera i vostri rituali, le vostre liturgie, né le offerte o le vostre opere di carità. Molti fanno dei calcoli pensando: “Ho dato in carità 10 sacchi di riso e ho regalato abiti a 500 poveri”. Ma questi calcoli li potete fare con l’ufficiale delle tasse, non con Dio che deplora un tale atteggiamento.
Nel bilancio contabile di Dio saranno registrate la qualità dei sentimenti, la purezza di cuore e l’intensità dell’amore con cui avete agito. Agite dunque con Amore, mantenete la pace, mettete in pratica il sacrificio e cercate anche di far crescere in voi, con tutto lo sforzo possibile, gli otto tipi di fiori.
Fin dai tempi antichi, nella nostra India ci sono stati moltissimi santi e saggi che si diedero a numerose discipline e penitenze, riuscendo così ad ottenere quei fiori. Il principale fiore menzionato è la Non-violenza; il secondo è il fiore del Controllo dei sensi; il terzo fiore è la Compassione verso tutte le creature viventi; il quarto fiore è il Perdono; il quinto è il fiore della Pace; il sesto è il fiore del Sacrificio; il settimo è il fiore della Meditazione; l’ottavo è il fiore della Verità.
Questi fiori iniziano con la Non-violenza e terminano con la Verità; perciò, quando questi due valori si incontrano (chiudendo il cerchio), la vita dell’uomo è santificata.
Che cosa insegna la Bhagavad Gita? E’ una questa domanda a cui la gente di solito risponde dicendo che in essa ci sono vari insegnamenti quali la saggezza, la devozione, la via dell’Azione. No, no!
Qual è il primo versetto?
Dharma Kshetre Kuru Kshetre
Samaveta Yuyuth Savah
Maamakaah Pandavaschaiva
Kimakurvata Sanjayaha.
O, Sanjaya! Nel campo del Dharma – il Kurukshetra,
laddove i miei parenti sono riuniti per combattere la guerra,
che cosa stanno facendo i Pandava?
Dharma Kshetre (il campo del Dharma). La prima parola del primo versetto pronunciata nella Bhagavad Gita, è Dharma; la Scrittura inizia con la parola Dharma.
Qual è l’ultima parola che conclude l’ultimo versetto?
Yatra Yogeshwara Krishno,
Yatra Paartho Dhanurdharaha
Tatra Sri Vijayaor Bhutihi
Dhruvaaneetir Mathir Mama.
Ovunque ci siano Krishna, il Re degli yoghi,
ed Arjuna, colui che impugna l’arco,
ci sarà vittoria, ricchezza, prosperità, e moralità permanente.
Questa è mia ferma convinzione.
La prima parola è Dharma, l’ultima parola è Mama (mio). Se chiudete il cerchio e connettete l’ultima parola alla prima, otterrete Mama Dharma – il mio Dharma. Perché? Perché la Bhagavad Gita, infatti, vi insegna il vostro Dharma.
Qual è il vostro Dharma? “Io sono un essere umano, di conseguenza devo vivere come tale. Io non sono un animale, sono un uomo, sono un uomo, sono un uomo!”
Se siete degli uomini, ciò significa che possedete le giuste qualità tipiche dell’essere umano. Invece voi, nonostante siate nati umani, vi comportate come animali, esercitando la vostra crudeltà e procedendo sulla via della menzogna. Se veramente siete esseri umani, dovete apprendere le qualità umane, coltivarle e a metterle in pratica.
Per purificare l’aspetto umano e vivere una vita sacra, dobbiamo imparare la Rettitudine. Le persone di ogni religione, di ogni paese e di ogni nazione di tutto il mondo riconoscono il valore della Non-violenza, essendo un valore caro ad ogni uomo. Ma la Verità è un valore ancora più caro rispetto alla Non-violenza. Senza Verità, il mondo non potrebbe esistere, poiché il mondo intero poggia su di Essa. Tutti i comfort, le ricchezze e le prosperità, poggiano sulla Verità; la Verità è la loro base. Senza di Essa, infatti, non avremmo ne’ ricchezza, ne’ carità; senza Verità non avremmo ne’ piaceri, ne’ ricchezze, ne’ benessere, ne’ abbondanza.
Ma tutti questi piaceri sono per un corpo effimero? No, no! Che cosa
sono questi piaceri? In un baleno divampano e si consumano; come arrivano, svaniscono subito dopo. Non è questo l’obiettivo per il quale viene data la nascita umana, il cui fine è dare compimento a ideali che non tramontano. Ecco lo scopo per cui un uomo viene al mondo. Avete già vissuto tanto a lungo! Quali sono gli ideali sostenuti dalla vostra esistenza? Che cosa avete realizzato fino ad oggi? Se vi poneste tali domande la risposta sarebbe: zero! In verità non è propriamente così; ci sarà pure qualcosa di buono che avete fatto al mondo. Ma per cinque buone azioni compiute, ce ne sono cinquanta cattive. Male, male! Tutte le azioni dovrebbero essere buone. Tutto in noi dovrebbe essere buono: il lavoro svolto con le mani, le parole pronunciate, le parole ascoltate, il nostro comportamento e così via.
Perché i nomi dei grandi santi sono ricordati ancora ai giorni nostri? Grazie al lavoro positivo che compirono e che continua a render loro testimonianza. Anche noi, perciò, dovremmo compiere buone azioni. Quali? Fate agli altri ciò che desiderereste fosse fatto a voi. Può accadere che i vostri desideri (valori) siano differenti da quelli di qualcun altro, perciò non ha senso che voi li seguiate. Pensate a tutti i disagi che vi provocherebbe qualcuno che vi raccontasse delle bugie. Per questa ragione non dovreste raccontare menzogne agli altri: offrite loro tutto ciò che vorreste per voi stessi. Questa è autentica moralità.
Dobbiamo dare soddisfazione al nostro cuore, alla nostra coscienza. Non lottate per il corpo fisico; non lottate per la mente. Rivolgetevi alla vostra Coscienza, al vostro Spirito. Il corpo è come una bolla di sapone; la mente è come una scimmia pazza: non seguite il corpo, non seguite la mente. Seguite la Coscienza, seguite lo Spirito. Offrite a Dio ciò che desidera; se Lo compiacerete, vedrete che le vostre vite saranno santificate. Alla base di tutto ciò c’è l’Amore, perciò: vivete le vostre vite con Amore!
Baba conclude cantando:
“Prema Mudita Mana Se Kaho …”

Prashanti Nilayam, 22 agosto 2000
Festa di Krishna
Versione integrale

Note:
(1) Shodasopachara sono le 16 offerte tradizionali, quali dare il benvenuto alla Divinità, lavarGli i Piedi, offrirGli il posto per sederSi, farGli il bagno rituale etc…, che si compiono durante tutte le cerimonie.
(2) Swami non conclude il versetto che prosegue specificando quali sono le tre dolci parole, cioè tre Nomi di Krishna.
(3) Potana: poeta dello stato dell’Andhra Pradesh, che tradusse lo Srimad Bhagavantam in lingua telugu.
(4) Visakapatnam: città situata nel nord Andhra Pradesh.
(5) L’argomento dei 5 involucri è stato dettagliatamente spiegato da Baba nel Suo Discorso di Mahashivaratri tenuto il 4 Marzo 2000.
I(6) In questo caso il termine “mente” (manas), oltre che come mente astratta
pensante andrebbe anche inteso come cervello fisico (che del manas è la controparte materiale), il quale è collegato e riceve impulsi dai sistemi nervosi simpatico e parasimpatico responsabili della percezione del dolore fisico. Pertanto le reazioni emotive delle piante, così ampiamente studiate e dimostrate, sono reazioni vitali, emozioni eteriche legate a Pranamaya kosha, il corpo dell’energia pranica, del soffio vitale.
(7) Il Bhaja Govindam di Adi Shankaracharya, è stato cantato quella mattina dagli studenti di Swami, come parte del programma per i festeggiamenti della festa di Krishna.
(8) Bhaja Govindam, sloka 11
(9) Durante una partita a dadi truccata contro i Kaurava, i Pandava persero regno, soldi e persino Draupadi, la loro moglie, che i Kaurava tentarono di umiliare ma che venne salvata da Krishna.
(10) I fratelli Kaurava erano 100.
(11) Dharmaraja: il maggiore dei 5 fratelli Pandava, nato dalla regina Kunti e dal dio Dharma.
(12) Dieci sensi: Jnanendriya = 5 organi di percezione: udito, tocco, vista, gusto, olfatto. Karmendriya = 5 organi d’azione: organo d’escrezione