Swami canta:
Non esiste più grande maestro della propria coscienza.
Se voi siete attenti osservatori, constaterete che il tempo
è il vostro vero precettore, che la vita è il libro per eccellenza,
e che Dio è il vostro unico e vero amico.
Ragazzi e ragazze, futuri cittadini del mondo,
buona o cattiva, la situazione del mondo dipende dalla vostra condotta. La nazione sarà salva e sicura, in pace e prospera, a condizione che il vostro comportamento sia positivo. Di questo, il mondo oggi ha grandemente bisogno; non si tratta di abbondanza né di conforto materiale, né della stessa ricchezza, ma di uomini e donne di nobile carattere. Se il comportamento dei giovani non è corretto, la dignità, il destino, la prosperità del Paese si deteriorano completamente.
Che cos’è un essere umano?
Satya, la Verità, è Nîti, il giusto comportamento, la moralità.
Dharma, la Rettitudine, è Rîti, il metodo, il processo.
Tyâga, il Sacrifico, è Khyâti, la reputazione.
Questi tre aspetti, Moralità, Metodo e Sacrificio, costituiscono insieme la razza umana.
Da dove proviene la razza umana?
Swami canta:
L’intera Creazione proviene dalla Verità
e alla fine tornerà a fondersi nella Verità.
Esiste un luogo nell’universo dove la Verità faccia difetto?
No; questa Verità pura e immacolata è onnipresente.
Su questa base i saggi e i ricercatori del passato dichiararono: Satyam bruyât, priyam bruyât, na bruyât satyam apriyam: “Di’ la verità in modo gradevole. Non dire mai menzogne. Se la verità è inaccettabile, non dirla”.
Non dite mai bugie; dite la verità in modo che essa sia gradevole da ascoltare. Non dite la verità in modo crudo.
Satyam bruyât, si riferisce al principio essenziale della moralità. Quando la moralità fa difetto, la razza umana non può sopravvivere. Di conseguenza, la moralità è di primaria importanza in tutti i paesi. Allo scopo di difendere la moralità, i ragazzi e le ragazze devono difendere la verità. Ciò deve essere praticato nella nostra vita quotidiana; è il primo dovere di tutti gli esseri umani. Il mondo si trova in uno stato di profonda confusione a causa della montagna di problemi che l’assillano. Dappertutto si vedono danzare la corruzione, l’ingiustizia, la menzogna. I giovani sono le persone più idonee a mettere in scacco tutti questi flagelli che si diffondono nel mondo.
È unicamente quando si difende la moralità che la società può vivere in libertà, eguaglianza e fraternità. Come potete vedere, la moralità è essenziale a questo mondo e per difenderla bisogna cominciare a dire la verità. Non dite mai la verità troppo cruda, insopportabile da ascoltare. A questo proposito la Bhagavad Gîtâ dichiara: Anudvegakaram vâkyam satyam priyam hitam cha yat: “Di’ la verità in modo piacevole, dolcemente”.
Dite tutta la verità, ma ditela con dolcezza. Ciò che dite deve essere gradevole da ascoltare, facile da accettare e deve dare gioia.
I valori morali relativi al Dharma, li chiamiamo quindi valori dharmici. Ora, quali sono i valori spirituali? Non dite mai ciò che è intollerabile da ascoltare. Quando tutti i ragazzi e le ragazze si atterranno a questi principi, il loro potere spirituale crescerà rapidamente.
Incarnazioni dell’Amore Divino,
la catena delle montagne dell’Himâlaya forma una frontiera naturale a nord dell’India. Qual è il significato profondo del termine Himâlaya? Hima vuole dire ghiaccio bianco e brillante. Il colore bianco rappresenta la purezza; la freddezza è l’immagine della pace. Achala o laya, la montagna (in telegu e sanscrito), rappresenta la stabilità, l’immutabilità.
I grandi fiumi Gange, Yamunâ e Sarasvatî, sono l’immagine della circolazione sanguigna nel corpo umano. È grazie al flusso sanguigno e alla corrente vitale della respirazione che l’uomo è in grado di vivere un’esistenza sacra e che il suo intelletto si espande.
Le grandi epopee di questo Paese, Râmâyana, Mahâbhârata e Shrîmad Bhâgavatam, descrivono e simboleggiano i sacri valori dell’umanità. Non è sufficiente portare il nome di indiano per esserlo veramente; per meritare questo nome, bisogna che si pratichino gli ideali propugnati dall’India.
Il nome Bhârat, India, è formato da tre sillabe: bhâ – ra – ta.
Bhâ rappresenta Bhâvam, il sentimento;
ra significa râga, la tonalità;
ta vuol dire tâla, il ritmo.
Perciò i Bhâratîya sono quelli che adorano Dio in armonia con i tre aspetti di sentimento, tono e ritmo. Bhâ significa anche splendore, luminosità, sfavillio. Gli indiani devono esprimere questo sfavillio, questo splendore e trasmettere tale luminosità agli altri.
Potete avere qualsiasi livello culturale, essere potenti e influenti o non avere alcuna attitudine particolare; poco importa. C’è tuttavia una qualifica che, in primo luogo, vi definisce; è il fatto di essere un indiano. Questa qualità è superiore a ogni qualifica. In effetti, l’India è il Paese che diffonde e spartisce con il resto del mondo la conoscenza del Principio atmico. È il motivo per cui i saggi di questo Paese hanno sempre pregato per la felicità dell’intera umanità.
Loka samasta sukhino bhavantu
“Possa il mondo intero essere felice”.
Incarnazioni dell’Amore Divino,
tutti sono uno! Non solamente gli appartenenti all’India, ma anche tutti gli altri, qualunque sia il loro Paese d’origine. La verità è una, l’amore è uno, il sacrificio è unico: tutti sono una cosa sola. In verità, la Divinità è unità; perché allora vi dividete?
Non dovreste mai parlare di voi stessi e del vostro Paese come di entità separate. I corpi sono diversi, i sentimenti possono variare, ma il principio dell’Âtma è unico e identico in tutti gli individui. Un grande numero di lampadine brillano e donano la luce; esse sembrano separate, ma la corrente elettrica che le alimenta è la stessa per tutte. È questo il principio di unità che deve essere diffuso tra i giovani del mondo intero.
Le nazioni sono tante, ma la terra è una.
I gioielli sono numerosi, ma l’oro è uno.
Le stelle sono innumerevoli, ma la volta celeste è una.
Le mucche sono numerose, ma il latte è uno.
I corpi sono diversi, ma l’Âtma in tutti è uno
Se comprendete il principio di unità e vi associate a delle attività di servizio sacro, la vostra vita sarà piena di gioia.
Incarnazioni dell’Amore Divino,
poiché l’amore diminuisce di giorno in giorno, gli individui, così come la società e la nazione, sono immersi in una crescente inquietudine. Per contrastare ciò, coltivate l’amore. Voi siete nati dall’amore, siete cresciuti nell’amore e vi fonderete alla fine nell’amore.
Non fate in India come in qualsiasi altro Paese; l’uomo nasce dalla polvere, la terra, il fango. Dalla terra crescono le messi. Noi raccogliamo i frutti della terra e consumiamo questo nutrimento che assume la forma dei nostri corpi. È dunque la polvere, la terra, che è responsabile della nostra nascita.
Gli alberi sono la causa della brezza; essi emettono dell’ossigeno e assorbono l’ossido di carbonio dell’ambiente. Gli alberi assorbono in sé tutta l’aria viziata che gli uomini espellono e donano in cambio aria sana e salubre. L’aria è importante; è il principio di vita responsabile della nostra respirazione. Il sole brilla, dona luce a tutto il mondo e stimola la vita.
Noi siamo nati su questa terra, ci siamo cresciuti e gioiamo della natura, ma non comprendiamo il principio di sacrificio che governa questo pianeta. Siamo seduti sulle ginocchia della nostra Madre Terra, ma ne abbiamo capito la capacità di sacrificio? Che sfortuna non comprendere la sua natura! La terra è disinteressata, non si aspetta nulla in cambio dei suoi doni; ci colma dei suoi frutti e ci dimostra un amore totalmente sprovvisto di egoismo. Anche se nati in questa natura piena d’amore disinteressato, perché non arriviamo a capire ciò e a coltivarlo?
Dappertutto non si vedono che egoismo e interessi privati. I ragazzi e le ragazze devono prendere la decisione di sopprimere radicalmente quest’egoismo.
Gesù disse: “Tutti sono uno; siate equanimi gli uni verso gli altri”.
In effetti tutti gli esseri umani sono uno, sono tutti nati dalla stessa Madre, sono tutti fatti della stessa polvere, respirano tutti nello stesso modo e sono tutti destinati a lasciare questo mondo. Poiché abbiamo tutti questi punti in comune, perché fissiamo la nostra attenzione su ciò che ci differenzia gli uni dagli altri? Dovremmo respingere tutte le idee di diversità e sviluppare intensamente l’unità. Questa è la decisione che dovrebbero adottare tutti i ragazzi e tutte le ragazze.
Voi dite di aderire a dei programmi di servizio rurale e di assistenza ai poveri, ma il vostro atteggiamento è artificiale, perché quelle cose non rientrano nella categoria del servizio; esse fanno semplicemente parte del dovere dell’umanità. Voi accettate di servire a condizione di comandare e di dirigere; questa è un’idea completamente falsa. Dovreste servire e basta, senza avere l’intenzione di comandare gli altri. Solo il vero servitore è un autentico leader. Dovreste dunque unirvi ai vostri fratelli e sorelle della società e operare per il loro progresso.
Il principio di unità è la vera disciplina spirituale da praticare attualmente. Meditazione, canto dei bhajan, ecc. non sono che attività esteriori. Che cosa significa meditare? Qualcuno lo sa? Si crede generalmente che si mediti su Dio, ma chi è Dio? È Râma, Krishna, Gesù, Allah o Zoroastro? Sono tutte incarnazioni divine.
Come potete allora decidere chi è Dio e meditare sulla Sua forma? Si rimane seduti nella posizione del loto per un’ora e si pensa di aver meditato. In effetti si confonde abitualmente la meditazione con una semplice concentrazione. La concentrazione non è meditazione; infatti la concentrazione è praticata con l’aiuto dei sensi. Superati i sensi si ottiene la contemplazione e superata la contemplazione si perviene alla meditazione.
Se vi situate al livello dei sensi, la vostra pretesa meditazione non è che un’azione. La meditazione autentica non è confinata in un tempo e uno spazio particolari. La vera meditazione è un sistema di vita. Tutto ciò che facciamo con amore è meditazione; tutto ciò che è fatto nell’interesse di Dio appartiene all’Amore Divino. Tutte le forme sono divine e tutto ciò che iniziate è meditazione. Se guardate la vita sotto questa ottica, ciò che fate equivale a una meditazione. Voi siete rimasti belli seduti per delle ore, ma se l’amore vi fa difetto, non potete assolutamente parlare di meditazione. Ciò che importa è l’amore.
L’Amore è Dio, vivete nell’Amore.
Riempite d’amore tutta la vostra esistenza; nulla è superiore all’amore: è la vostra vera disciplina spirituale. Qualsiasi compito diventa così un’opera divina. Cresciamo in amore; senza amore nel nostro cuore, la nostra vita è inutile e un cuore sprovvisto d’amore è simile ad un campo sterile. Di quale forma d’amore parliamo? Certamente non dell’amore egoistico, né dell’amore temporale e fisico. No, solo l’amore spirituale merita di essere preso veramente in considerazione. È l’amore atmico.
Comprendiamo bene che esiste un solo principio d’amore, identico in ogni individuo. Tuttavia, non è facile raggiungere quest’amore; alcuni vi arrivano gradualmente. Un neonato non può ovviamente seguire i corsi delle scuole superiori: a tempo debito, questo bambino frequenterà le scuole elementari, poi le scuole medie e infine le superiori.
È lo stesso per ciò che riguarda il nostro progresso spirituale. Dobbiamo iniziare necessariamente con delle pratiche esteriori, ma, il giorno in cui penetreremo la nostra realtà interiore, potremo tranquillamente scartare le pratiche esteriori. Dunque, con i nostri atti esteriori dovremmo imporre un tono d’interiorità e vivere in questo mondo tenendo bene in vista le nostre finalità spirituali.
Due pratiche spirituali sono di primaria importanza: la Verità e l’Amore.
Non esiste divinità superiore alla Verità e all’Amore; infatti la Verità e l’Amore sono i giusti nomi per indicare Dio. Questi nomi sono stati attribuiti a Dio dagli esseri umani, perché Dio e veramente Amore. Se noi non abbiamo capito questi due concetti, come possiamo sostenere bene tutte le altre pratiche spirituali?
Ragazzi e ragazze,
coltivate nel vostro cuore dei sentimenti puri e sacri. Coltivateli senza sacrificio; considerate l’amore come il vostro soffio vitale; controllate i vostri sensi, perché senza ciò, tutte le vostre pratiche spirituali saranno inutili. Attraverso l’esercizio del controllo dei sensi, l’umanità può trasformarsi in Divinità.
Per esempio, se sentite la collera crescere in voi, non aderite al suo impeto. La collera non è la vostra naturale caratteristica; essa non è un valore umano, ma animale. Quando vi raggiunge pensate immediatamente: “Io non sono un cane, sono un essere umano! La collera è specifica del cane. Se trattengo in me le caratteristiche del cane, come posso dire di essere un uomo?” La scimmia è caratterizzata da una natura incostante. Quando la vostra mente vacilla e va qua e là, scuotetevi e respingete questo aspetto tipico della scimmia. Ripetetevi: “Io non sono una scimmia, sono un essere umano!”
I cinque princìpi vitali sono: prâna, appropriazione; apâna, eliminazione; vyâna, distribuzione; udâna, espressione; samâna, assimilazione. Essi possono essere paragonati ai valori umani di Verità, Rettitudine, Pace, Amore, Non violenza.
Se la verità fa difetto, perdiamo uno dei nostri principi vitali. Se la rettitudine sparisce, perdiamo il secondo soffio vitale. Quando in noi non abbiamo amore e siamo duri di cuore, il terzo principio vitale ci abbandona. Senza questi tre principi di vita, come possiamo avere la pace? Senza la pace il quarto principio esistenziale viene a mancare; in queste condizioni, credete di esprimere la non violenza? No, è impossibile! Così il quinto principio di vita si allontana dalla nostra esistenza.
Esiste un solo uomo costantemente aderente alla verità? Esiste un solo individuo che pratichi assiduamente la rettitudine? Noi ci accontentiamo di condurre un’esistenza veramente precaria. Il giorno in cui difenderemo la verità, potremo chiamarci veramente “esseri umani”. Sosteniamo il principio di verità, perché è la nostra stessa vita. Proteggiamo la rettitudine, poiché è il nostro soffio vitale. Allora l’amore potrà irradiarsi e, a partire dal momento in cui l’amore sarà presente, conoscerete la pace. Rinforziamo dunque la nostra fede nella verità.
Dove la fede è forte, l’amore emerge.
Dove regna l’amore, si trova la pace.
Dove si stabilisce la pace, si vede espandersi la verità.
Dove la verità domina, si trova Dio.
Dove è Dio, si vive nella beatitudine.
Come si vede, in primo luogo viene la fede e di conseguenza la beatitudine. La beatitudine proviene, dunque, dalla fede. L’uomo aspira alla beatitudine, ma essa non è né semplice né facile da ottenere. La beatitudine è una caratteristica di Dio.
Swami recita:
Nityânandam – gioia eterna;
Paramasukhadam – sorgente di estrema felicità;
Kevalam jnânamûrtim – forma della Saggezza liberatrice;
Dvandvâtitam – al di là di tutte le dualità;
Gagana sa drusham – infinito come la volta celeste;
Tattvamasyâdi lakshyam – causa primordiale e fine ultimo;
Ekam – unico;
Nityam – permanente;
Vimalam – etereo;
Achalam – senza vacillamenti;
Sarvadhî sâkshibhûtam bhâvâtîtam trigunarahitam sadgurutam – testimone onnipresente, che trascende le emozioni e gli attributi.
Per godere di questa beatitudine pura, immacolata, eterna, non vi si richiede uno sforzo fisico, ma il sacrificio di tutte le tendenze negative che albergano in voi. Sopprimete tutte le negatività del vostro carattere, tutti i sentimenti oscuri. Dio non vi ha donato un cuore per riempirlo di atti malvagi. Dobbiamo sradicare questi sentimenti negativi e coltivare le virtù. Pratichiamo il bene e colmiamo il nostro cuore di puro amore.
Il cuore è lo scrigno di Dio, il Suo altare; ma, ahimè, abbiamo guastato l’altare dove dimora Dio. Purifichiamo il nostro cuore da tutto il suo immenso sudiciume. Questo è oggi il più grande dovere di ogni giovane. I giovani dovrebbero ugualmente assumere certi compiti, perché senza sforzo il successo non potrà mai essere nostro. Se desidero un fiore particolare, la Mia mano deve avanzare e cogliere il fiore. Così ogni cosa richiede uno sforzo; questa è la pratica.
Per esempio, voi vedete un albero pieno di frutti; potete avere i frutti nell’istante in cui i vostri occhi li scorgono? No, bisogna avvicinarsi all’albero. Potete gustare i frutti semplicemente avvicinandovici? No, dovete curvarvi verso il suolo.
Avrete immediatamente i frutti? Assolutamente no. Dovete raccogliere un sasso e lanciarlo sui frutti; questi cadranno e sarà necessario allungare le dita per prenderli. Soltanto allora inizierete a mangiare i frutti: bisognerà masticarli accuratamente e poi inghiottirli perché scendano nel vostro stomaco. Là i frutti saranno digeriti e la loro essenza sottile circolerà nel vostro corpo.
Affinché il frutto pendente dall’albero arrivi al vostro stomaco, dovete produrre uno sforzo; uno sforzo è necessario per qualunque risultato si desideri. Infatti, il corpo vi viene donato a questo scopo; esso vi è dato per permettervi di condurre la vostra esistenza seguendo la rettitudine, non soltanto per mangiare, bere e dormire. No! Il corpo non è stato creato a questo scopo.
Dovreste fissare un obiettivo da raggiungere e farvi partecipare la società. Dovreste dimostrare, attraverso questo obiettivo, l’esistenza di Dio. Il corpo vi è stato donato per realizzare Dio; comprendete bene ciò. Dio ha dotato il corpo di tutti i poteri e di tutte le facoltà necessari. Tali poteri sono in voi allo stato latente; e tuttavia, malgrado questi poteri latenti, l’uomo non giunge a realizzare la sua Divinità.
Incarnazioni dell’Amore Divino,
la più piccola cosa implica uno sforzo; non siate mai egoisti. D’accordo, voi aspirate alla visione di Dio, ma chi veramente vuole vedere Dio? Esiste solo per voi e non per gli altri? No! Se vi mettete a un livello individuale, vi comportate da puri egoisti. Che tutto il mondo sia felice! Ecco la generosità che dovrebbe sgorgare dal vostro cuore, perché essa è in armonia con il Principio Supremo.
Essendo la vostra vita tessuta di egoismo, le vostre pratiche spirituali sono del tutto inutili.
Sì, voi meditate, ma ciò ha a che fare con l’egoismo. Meditate per raggiungere il vostro obiettivo; il canto dei bhajan è un atto egoistico, la ripetizione del Nome divino è fatta per la vostra stessa soddisfazione. Tutti questi rituali sono egoistici e voi li compite in nome della spiritualità. Ciò è vano e inutile (Swami corregge il traduttore); è immorale.
Voi siete disonesti e dite: “Io medito per avere la visione di Dio”. Nell’interesse di chi meditate? Lo fate nel vostro stesso interesse. Mangiate, dormite, bevete per la vostra stessa soddisfazione, perché protendete alla felicità. Come potete parlare di “servizio” di Dio in queste condizioni? Non è un servizio, ma egoismo.
Per parlare onestamente di servizio, dovreste cantare le lodi di Dio e servire i vostri simili. Se assistete un uomo povero o debole, consideratelo come Dio. Buddha vide un cadavere, un malato e un vecchio decrepito: ciò bastò a provocare un radicale cambiamento nel suo spirito. Noi vediamo molte persone ripugnanti, vediamo cadaveri e gente malata, ma, ciononostante, il nostro spirito non cambia!
Grazie al decisivo cambiamento del suo stato spirituale, Buddha poté ottenere il Nirvana. Come fu possibile ciò? Perché, di fronte alle scene che vide, il suo cuore si sciolse di compassione. Però il nostro cuore è duro come la roccia. Se ci capita di vedere una persona sofferente, la trascuriamo e proseguiamo il nostro cammino. Buddha vide la persona sofferente e il suo cuore vibrò in sintonia con la sofferenza.
Per ottenere la liberazione, dovremmo essere capaci di identificarci con gli afflitti. Siamo sinceri e pratichiamo il Dharma, la Rettitudine. Coltiviamo amore e conduciamo un’esistenza pacifica. È soprattutto per questo che ci è concessa l’esistenza umana.
Il vicerettore dell’Università ha ricordato la seguente massima:
Piega il corpo (bend the body)
Correggi i sensi (mend the senses)
Poni fine alla mente (end the mind)
La mente deve essere annullata, ma come? Rettificando i sensi. In effetti, una volta che i sensi sono sotto il vostro controllo, la vostra mente non reagirà più. Tutto il nostro umano comportamento è basato sui nostri pensieri. Dove nascono i pensieri, le decisioni, la volontà? Questi costituiscono il tessuto mentale; influenzano dunque la mente e, a sua volta, la mente determina le nostre azioni. Di conseguenza, tutti i nostri pensieri devono essere trasformati in pensieri puri e veritieri; allora la nostra mente sarà inevitabilmente purificata.
Per quale ragione il mondo attuale si trova in una situazione così inverosimile.? Perché gli uomini non si comportano come dovrebbero. Tutti i loro pensieri sono malvagi. Come volete che il mondo sia felice? Come volete che il mondo sia sicuro? A partire dal momento in cui formulerete pensieri sinceri, il mondo conoscerà la prosperità; tutto il pianeta vivrà in uno stato di gioia.
Sfortunatamente, dall’alba al tramonto, non seguite altro che l’impulso del vostro egoismo; quanto tempo vi rimane per pensare alla spiritualità?
Swami canta:
Dall’alba al tramonto,
dal vostro risveglio fino al momento di dormire,
senza alcun limite lottate per assicurarvi la sussistenza.
Voi sprecate la vostra esistenza.
Passate un tempo folle a studiare materie profane dimenticando Dio.
Quale conforto ne ottenete?
O uomo, dimmi sinceramente che gioia ottieni così?
Dal vostro risveglio fino all’ora di andare a dormire, vi fate estenuare dal pensiero di guadagnarvi la vita. Non avete alcuna restrizione, alcun limite. Quanto tempo consacrate a pensare a Dio? Infatti, se non pensate a Dio, come pretendete di condurre una vita virtuosa?
Qualunque sia il vostro lavoro, consideratelo come opera di Dio. Tutti i vostri compiti devono essere visti come lavoro di Dio e soltanto come lavoro di Dio. In ogni istante, anche il più piccolo dei vostri gesti deve essere considerato divino.
Ecco un piccolo esempio. Voi respirate così: Soooo Hammm. Questo processo di respirazione è totalmente divino; non esiste più grande pratica spirituale di questo: Soooo Hammm.
Con So voi inspirate; con Ham espirate. Da un punto di vista più profondo, So rappresenta “Quello” e Ham “Questo”, vale a dire il concetto che si esprime nel Tat tvam asi: “Tu sei Quello”, ossia “Io sono Quello”.
Dio vi ha dotati di tutto ciò che c’è di più sacro, ma voi non fate lo sforzo di comprendere la santità che dimora in voi. Capiamo la vera Divinità!
Per esempio, sappiamo che bisogna ricevere e accettare solamente ciò che è buono e scartare o respingere ciò che è malvagio. Noi mangiamo della frutta fresca e buttiamo gli scarti. Quale sentiero ci ha tracciato Dio? Egli dice: “O uomo, dovrai mangiare solo cose buone e nulla di cattivo”. Mangiate ciò che è sano e salubre e buttate ciò che è nocivo e malsano. Inspirate aria pura e espirate aria inquinata; assorbite l’ossigeno e eliminate l’anidride carbonica.
Il corpo, programmato per vivere seguendo questa via sacra, non è preoccupato di tutto ciò. Ripete istintivamente il processo di respirazione all’incirca 21.600 volte nello spazio di una giornata. Così ogni giorno, la vostra coscienza vi dice 21.600 volte che voi siete Dio.
Vi prostrate davanti all’altare ripetendo il Nome divino, convinti di essere grandi devoti, ma quella non è vera devozione. L’autentica devozione è il processo della respirazione; è la vostra realtà. Penetrate il mistero di questa realtà espressa attraverso il vostro corpo!
Tutte le parti del corpo umano sono connesse fra loro. Il corpo umano è essenzialmente divino.
Ecco un piccolo esempio (Swami indica le parti del Suo corpo). Questa è una mano, ecco un orecchio, un naso, una bocca, ecc. Tutte queste parti, insieme, costituiscono il corpo umano. Senza la presenza di queste parti differenti, non potremmo chiamarlo “corpo umano”. Allo stesso modo la società è costituita dall’insieme dei corpi. Quando si comprende la natura umana a livello individuale, si riesce a riconoscere l’umanità a livello di società e la società, a sua volta, è parte di Dio. Così, la natura che è una parte dell’umanità, è parte di Dio. Come si può vedere, il corpo è in contatto diretto con la Divinità.
Dopo tutto, nel mondo si constata che esistono delle connessioni fra le differenti parti. La stessa sottile relazione esiste qui; senza di essa non può esistere nulla.
L’America può essere lontana e l’India è qui, ma esiste una relazione tra queste nazioni attraverso le trasmissioni televisive e il telefono; tuttavia queste relazioni sono artificiali. Non crediate che una persona vivente si accontenti di quel tipo di relazioni. La relazione sottile che esiste qui è basata sul cuore. L’uomo si circonda di relazioni, può ascoltare da tutte le direzioni, ma sono le sue orecchie che sentono.
Esistono due tipi di chiamate telefoniche. Per l’una dovete comporre un numero e chiunque può alzare la cornetta dall’altra parte del filo; per l’altro tipo di chiamata, non c’è un numero da comporre, ma deve rispondere una specifica persona: è la linea diretta.
Dovremmo in tal modo intrattenere dei contatti diretti con Dio attraverso questo tipo di chiamata e non con chiamate a combinazione numerica.
Fate ricorso alla chiamata diretta: “Io voglio Dio, io voglio Dio, Dio, Dio, Dio”.
Allora Dio vi risponderà personalmente. Purtroppo voi continuate a chiamarlo con appelli generici; come pretendete che vi risponda? Tutte queste chiamate, componendo il numero, sono in effetti i vostri pensieri negativi.
Incarnazioni dell’Amore Divino,
il vostro cuore è sacro e la vostra vita è pura. Lavorate dunque alla vostra redenzione. Coltivate dei pensieri positivi; senza positività, la polarità negativa non ha alcuna utilità.
Guardate il microfono davanti a Me. Se non c’è corrente elettrica, a che serve parlare al microfono? La corrente è positiva quanto il microfono è negativo. Dunque, il negativo è utile in associazione con il positivo.
Il corpo fisico è negativo, la mente è negativa, l’intelletto è negativo; nel corpo tutto è colmo di negatività: tutti i vostri desideri sono negativi. Esiste però, in voi, la Coscienza che è positiva ed è questo principio che dovete seguire. Voi non sapete che cos’è la Coscienza. Comprendete bene che la Coscienza è identica in ogni individuo; essa è presente in ciascuno; esattamente come la corrente, che passa attraverso tutte le lampadine elettriche, è unica e identica in tutte.
Tutti sono Uno.
Siate equanimi gli uni verso gli altri.
Non abbiate antipatie verso nessuno, non fate torto a nessuno, non danneggiate nessuno. Voi non dovreste arrecare alcun danno agli altri, né subirlo da parte loro. Agite in tutta fede e fiducia: è quella la pratica spirituale da intraprendere. La vera disciplina spirituale non significa meditazione, canto delle lodi di Dio, o ripetizione del Nome Divino. Ogni compito è il lavoro di Dio. Dio è presente in ogni luogo. Questo è il motivo per cui le Scritture dichiarano: “I piedi, le mani, gli occhi di Dio sono presenti dappertutto”.
Senza dubbio pensate di agire in segreto, ma Dio vi vede. Dov’è? Come la vista è nei vostri occhi, così Dio dimora in essi; come a parola è nella vostra lingua, allo stesso modo Dio vi risiede. Chi è effettivamente la causa della vostra vista? È Dio! Ogni cosa appartiene a Dio. Senza la Sua volontà non si muove nulla, nemmeno un filo d’erba.
Pieni di presunzione, voi immaginate di fare questo e quello; vi gonfiate di orgoglio pensando che realizzate tante cose. Non è certo il caso, perché è Dio che fa tutto, che fa l’esperienza e che è nella beatitudine. Dovreste vivere in questo stato di spirito puro e sacro.
Quando vi sentite abbattuti, ditevi: “Questa depressione non mi appartiene. È Dio che agisce per il mio bene. Ciò che mi arriva, buono o cattivo, profitto o perdita, è tutto bene per me!” Questo è il tipo di pensiero che dovreste intrattenere. Dal momento in cui accettate che tutto ciò che vi arriva è per il vostro bene, tutto per voi diventerà veramente buono.
Per esempio, un uomo è ammalato, ha una febbre molto alta. I medici gli danno come rimedio una mistura di chinino, che ha un gusto molto amaro; ma, una volta che il paziente accetta di inghiottire quell’amara mistura, è alleviato dalla sua sofferenza. Se rifiutate di prendere l’amaro rimedio, perdurerà il vostro male.
Ogni difficoltà incontrata non è altro che un rimedio per liberarvi dalla malattia. È un metodo curativo. Dio non agisce mai senza motivo. Si tratta sempre della relazione di causa-effetto. L’uomo, non comprendendo questa relazione, biasima Dio per i problemi che incontra e dice: “Dio mi mette in difficoltà”. In effetti, l’uomo ha semplicemente la necessità di passare attraverso queste esperienze. Fate in modo di comprendere adeguatamente questa verità.
Voi dite che qualcuno vi ha criticati e ne siete rattristati. Non abbattetevi mai per questo; considerate piuttosto che lo stesso Spirito Supremo è presente in tutti. Chi è l’accusatore e chi è l’accusato? In verità, è la stesso Spirito Supremo; di conseguenza, criticare gli altri significa criticare se stessi. Coltivate questa equanimità e questi puri sentimenti.
Incarnati in un corpo effimero, impermanente come una bolla di sapone, dovremmo condurre un’esistenza piena di rettitudine.
Ragazzi e ragazze,
non fatevi ingannare dalla Mia persona. Tutto ciò che Io vi dico è per il vostro bene, per sviluppare in voi il significato dei valori spirituali. Ogni cosa detta ha un significato profondo.
Per esempio, tutti gli studenti del nostro college indossano un abito bianco. Qual è il significato del colore bianco? Esso simboleggia la purezza. Voi non avete bisogno di sapere se questi studenti sono puri o no; il bianco richiama immediatamente ai vostri occhi la purezza. La stessa cosa accade per il colore ocra dei rinuncianti. Non appena vedete un abbigliamento di questo colore, vi ricordate della rinuncia totale, anche se la persona che lo indossa non è veramente un rinunciante.
Qualcuno vi ha urtato; la prima reazione è quella di colpire, a vostra volta, quella persona; ma pensate per un istante: “Chi è costui?” Lo stesso principio atmico è presente in lui come in voi; è lo Spirito Supremo che viene colpito e che, insieme, colpisce. Dio agisce su di esso. Alla luce di questa verità, non dovreste causare più danno agli altri, né provare avversione verso di loro. Amate tutti; così, secondo il tempo e le circostanze, sarete in grado di progredire.
Incarnazioni dell’Amore Divino,
siccome siete nel fiore della giovinezza, i desideri crescono in voi. Essi diverranno per voi un fardello molto pesante. Se volete scendere dal treno alla stazione successiva, come potete portare con voi tanti bagagli? Vi stanchereste, non solo dal punto di vista fisico, ma anche mentale.
Meno bagagli, maggior comodità
per un viaggio piacevole!
Questa è la liberazione; è il Nirvâna, è l’assenza di pensieri, di ansia, di sofferenza; è lo stato di pace suprema. Poiché siete in cammino verso questo rifugio di pace suprema, perché vi caricate di tutti i fardelli delle agitazioni mentali?
I vostri desideri dovrebbero essere contenuti entro certi limiti. Avete certamente bisogno di cibo, di abiti e di un alloggio. Perché Dio vi dona il cibo?
Il cibo è donato per conservare il corpo
e l’abito per proteggerlo dal freddo.
I vestiti non servono come ornamento al corpo; la maggior parte dei giovani accumulano abiti e li utilizzano come decorazione del loro corpo. Certo, gli uomini possono vestirsi come vogliono. In quanto alle donne, esse non dovrebbero essere schiave della moda; questa abitudine di seguire la moda stimola nelle donne molti altri aspetti poco simpatici.
Ora, Io non vi impedisco di portare gli abiti che vi piacciono; siate felici, è questo che importa. Voi, però, non fate altro che imitare ciò che vedete al cinema. L’imitazione è tipica degli animali; al contrario, la creazione è divina. Non dovremmo quindi imitare né le dive del cinema, né nessun altro.
Certo, abbiate pure sufficienti vestiti e mangiate a sazietà; nessuno può obiettare su ciò. Tuttavia oggi le mode si impongono anche in materia di alimentazione. Non è corretto. A causa di queste abitudini, perdete il dominio dei vostri sensi. Per controllare i nostri sensi, dobbiamo cominciare a controllare i nostri desideri. Potremo raggiungere la Divinità soltanto a questa condizione.
Il saggio Patanjali dichiarò: “Yoga significa controllo delle divagazioni della mente”.
Ecco ciò che è il vero yoga: è essenzialmente una pratica di controllo sulla mente e sui sensi. La natura errante dei sensi è chiamata roga, malattia. Lasciandovi condurre dalle fantasie della vostra mente, cadrete malati.
Siate dunque degli yogi. Lo yoga non proviene dal bhoga, il godimento dei piaceri. Quando lo yoga, vale a dire la spiritualità, è presente, la malattia non potrà avvicinarsi a voi, perché sono opposti l’una all’altra. Siate dunque yogi.
Che cos’è lo yoga? Questo termine non significa rinuncia a tutto e ritiro nella foresta. No, yoga significa “unione”; dunque, congiunzione di bhakti yoga, lo yoga della devozione, jnâna yoga, lo yoga della Conoscenza, Patanjali yoga, lo yoga di Patanjali, ecc.
Il primo yoga che apparve è il vishâda yoga, l’unione con la sofferenza. Anche questa condizione di infelicità diviene uno yoga, ma non si tratta di yoga nel vero senso della parola. Bhakti yoga significa che noi dovremmo alimentarci con il cibo dell’Amore Divino. Questo Amore ci unisce a Dio. Questo è autentico yoga.
La maggior parte della gente non comprende il senso delle parole. Pensano che yoga significhi restare in piedi su una gamba sola, oppure rovesciare il corpo tenendo la testa a terra e i piedi per aria. No, quelli non sono che risultati fisici, esercizi del corpo grossolano. Non è vero yoga, ma piuttosto roga, malattia.
Dio, da voi, non si aspetta nulla di tutto questo. Non vi ordina: “Fate i vostri esercizi di yoga, fate meditazione, recitate il rosario, cantate le Mie lodi e Io sarò contento”. Non dice nulla di ciò, ma molto semplicemente: “Abbiate un cuore debordante d’amore! Abbiate senso di sacrificio! Siate sinceri e giusti! Siate sereni!” Ecco ciò che Dio si aspetta da voi.
Tuttavia, agite all’opposto di ciò che Dio si attende da voi; il vostro comportamento è negativo. In ogni istante, Dio vi da tutto ciò di cui avete bisogno; non è necessario pregarLo per questo.
Swami canta:
O mente mia, non chiedere nulla;
più domandi, più tardi arriverà la risposta.
Senza le tue suppliche, le cose ti arriveranno meglio e più velocemente.
Dio non inondò forse della Sua grazia Sabarî,
senza che ella avesse domandato nulla?
Non celebrò i riti funebri dell’uccello Jatâyu,
concedendogli anche la liberazione,
senza che egli l’avesse richiesta?
Non avete alcun bisogno di chiedere. Dio stesso si occuperà di tutto. Considerate il caso di un nuovo nato; sua madre l’ha nutrito e messo nella culla. Ogni volta che il bebè ha fame, lancia dei vagiti che la madre riconosce subito. Il neonato non ha bisogno di dire: “Mamma, ho bisogno di latte”. No, la madre è attenta a tutti i suoi bisogni. È questa caratteristica che si definisce sottomissione.
Ma, se voi tormentate vostra madre con tutti i vostri desideri, i vostri “Voglio questo, desidero quello”, essa resterà indifferente. Se un bambino chiede continuamente del cibo, sua madre risponderà: “Va’ in cucina, il cuoco ti darà da mangiare”. Siccome un piccolo neonato non è in grado di domandare, la madre stessa si cura di nutrire il suo bambino.
Chi domanda continuamente manifesta il suo ego e la sua inclinazione verso il mondo esterno. Non può che implorare, supplicare, mendicare, mentre gli basterebbe avere lo spirito libero e pensare in tutta spensieratezza a sua madre, per cadere in un sonno angelico. Dio, la Madre Divina, avrà cura di tutto.
Voi conoscete la storia. Lakshmibai, regina di Jansi, partì per la guerra. Doveva necessariamente battersi e riportare la vittoria. Tuttavia, ella aveva con sé un pargoletto, un piccolo bebè. Pensò: “Ho delle responsabilità anche verso di lui” e se lo mise sulla schiena. Impugnò la spada, lanciò il cavallo al galoppo ed entrò nella mischia. In pieno combattimento, continuava ad amare il suo bambino e lo teneva strettamente legato alla schiena. Non poteva evitare di compiere il suo dovere.
Ciò che dobbiamo fare deve necessariamente essere fatto; ma la nostra meta deve sempre essere fissata sul Tat, Quello; vale a dire Dio. Guardate, per esempio, i danzatori. Fanno molti movimenti delle mani e dei piedi, ma non perdono mai il ritmo. Seguono il battere ritmico della musica per improvvisare i loro gesti. È così che voi dovreste condurre la vostra esistenza nel mondo. Per tutto il tempo in cui siete impegnati nelle vostre occupazioni temporanee, mantenete lo spirito in Dio.
Le mani nella società, lo spirito nella foresta
Ecco ciò che dovreste fare: lavorare con le vostre mani, mantenendo sempre lo spirito assorto nel ricordo di Dio. Per fare questo, non avete bisogno di un tempo particolare né di alcun rituale. Qualunque cosa facciate, pensate a Dio ininterrottamente.
Impegnatevi in tutti i vostri compiti: non c’è nulla di male in questo; ma attenti a nutrire il vostro corpo, costituito di cinque elementi, con cibi puri e sani.
Incarnazioni dell’Amore Divino,
le persone differiscono e i loro desideri sono ugualmente diversi. Tra questi desideri, alcuni sono da respingere, come, ad esempio, il desiderio di alcol, di sigarette, di carne, ecc. Questi desideri devono essere lasciati sul campo, e questo non è tutto: dovreste anche raccogliere tutte le vostre forze per compiere il vostro lavoro.
La Bhagavad Gîtâ insegna: “Non sprecate denaro, non perdete tempo, non buttate il cibo, non sprecate energia”. Questo è il codice di condotta che dovreste seguire.
Molte persone non hanno nulla da mettere sotto i denti. Se voi non mangiate tutto quello che avete preparato, perché l’avete fatto? Buttare del cibo è il peggiore dei peccati. Se lo mangiate, va bene, ma, se gettate nella spazzatura il cibo che non riuscite a consumare, esso non andrà a chi ne ha bisogno.
Voi sapete tutti in quale condizione di sofferenza sta vivendo il popolo dell’Orissa.
In questo momento, è molto difficile potersi assicurare una ciotola di riso. Gli abitanti di questa regione iniziano a conoscere il valore del cibo; ma qui, qual è la persona che conosce il valore del cibo? Dunque, Io vi chiedo, non sprecate cibo, perché esso è Dio; non sprecate il vostro denaro, perché il cattivo uso del denaro è male. Fate attenzione a non disperdere il vostro denaro ai quattro venti.
Siete provvisti di braccia e di gambe; allora, trovate subito un po’ di tempo e lavate i vostri abiti. Non c’è nulla di male a lavare i propri abiti. Invece, voi li date al lavandaio e dovete pagare; questo è denaro vostro? No, è denaro di vostro padre. Perché voi lo sprecate? Non dovreste mai sprecare il denaro, ciò è molto male. Attualmente, la maggior parte dei giovani disperdono molto denaro in cose futili. Non sprecate né il denaro dei vostri genitori, né il vostro, perché ciò è molto sbagliato.
Ora parliamo del tempo perso. Il tempo è profondamente sacro; Dio ha una serie di nomi che lo descrivono come la Madre del Tempo, come la Manifestazione del Tempo, ecc.
Perdendo il vostro tempo, perdete la vostra Divinità. Gustate il tempo cantando le lodi di Dio: “Râm, Râm, Râm, Râm, Râm Râm…”. Potete gustarlo a questo modo, oppure con il Nome di Gesù, di Allah, Krishna o qualunque Nome Divino vi venga in mente; è tutto ben fatto. Immaginate quale dolce sapore avrà il vostro tempo?
Al posto di ciò, voi cercate il sapore del mondo e perdete tempo! Avete dei soldi in tasca. Giudicate quindi giusto divertirvi andando al ristorante a mangiare pietanze ricercate, oppure invitate i vostri amici per una partita a carte. I giovani non dovrebbero mai partecipare a giochi d’azzardo o giochi a carte con denaro. Questi giochi sono estremamente nocivi. Non buttate il vostro denaro dalla finestra.
Non disperdete la vostra energia. Che tipo di energia? La parola è energia, ma l’ascolto e la vista lo sono ugualmente. Purtroppo, la maggior parte della vostra energia si riduce a nulla. Ecco un piccolo esempio: vi procurate una radio e desiderate captare una trasmissione trasmessa da Madras. Mentre cercate la giusta lunghezza d’onda, la radio emette il suono “brrrr”. Immaginate, per un istante, quanta corrente sprecate per niente. Non è questa una dispersione di energia? Quale beneficio traete da un tale ascolto? Voi dite: “Ho ascoltato una canzone e ne ho tratto soddisfazione”. Pagherete molto cara la bolletta della luce per ascoltare quelle canzonette.
Non sprecate mai l’energia; essa si dissipa sotto l’influsso dei nostri sguardi, del nostro ascolto e delle nostre parole negative. È così che l’energia se ne va.
È fondamentalmente per questo motivo che i saggi e i veggenti di questo Paese osservano il silenzio. Anche voi, almeno un giorno la settimana, osservate il silenzio!
Io dico molto spesso agli studenti: “Parlate di meno, lavorate di più!” Così facendo, si accrescerà la vostra energia interiore.
La maggior parte delle pratiche spirituali, intraprese dai saggi del passato, miravano molto semplicemente a sviluppare l’energia interiore. Così facendo, la vostra memoria e la vostra capacità di concentrazione, insieme, si rinforzano. Ma, non appena perdete la vostra energia, avete delle perdite di memoria e vi indebolite. Agli esami, i vostri risultati sono mediocri perché non avete più memoria.
Lo studente moderno studia domandandosi quali sono le notizie del giorno, che cosa ha detto la radio, a che ora è la partita di cricket, ecc. Studia pensando a tutto questo. Come potrà ricordare le lezioni? È impossibile. Il giorno seguente si presenta all’esame e non riesce a ricordarsi ciò che ha studiato. La capacità di ricordare e di dimenticare appartengono alla natura umana.
Quasi tutti giovani d’oggi dissipano la loro energia interiore in questo modo. E non è tutto: essi distruggono la loro esistenza a causa delle cattive abitudini, perdendo così le loro attitudini e le loro capacità. Non sono in grado di concentrarsi per un solo istante.
In questa santa terra d’India, anche ragazzi molti giovani furono capaci di grande concentrazione. Essi vivevano assieme a un precettore in un âshram, meditavano e dedicavano tutta la loro attenzione alle parole del maestro e le conservavano nel loro cuore.
A quei tempi, non esistevano quaderni e penne stilografiche. Gli studenti non potevano scrivere; si accontentavano di ascoltare attentamente le lezioni. Un tempo, con il solo ascolto, essi erano capaci di imparare tante cose. Oggi abbiamo libri, quaderni, penne stilografiche e tutto il resto, ma non abbiamo più memoria, abbiamo esaurito la capacità di ricordare.
Ragazzi e ragazze,
innanzitutto conservate la vostra energia, l’energia del corpo fisico, l’energia psicologica e quella spirituale. Proteggete queste tre energie, perché, possedendole, sarete i più grandi yogi, voi sarete divini. Utilizzate il vostro corpo a ragion veduta, addestrate la mente a pensare positivamente e immergete il vostro intelletto in Dio. Mente e intelletto sono semplici strumenti che servono per un certo compito e poi vengono riposti. Non considerateli essenziali, ma cercate, piuttosto, di capire il principio che fa agire questi strumenti.
Oggi voi non parlate che di computer, computer, computer. I vostri esami si fanno attraverso il computer; tutta l’esistenza si svolge tra i computer. Il mondo intero è pieno di computer. Però, ricordatevi bene: non siete dei “computer”, siete dei “compositori”!
Che cosa fanno dunque questi computer? Rispondono agli ordini che voi date secondo la loro programmazione.
Molte persone pensano che i computer siano capaci di fare tutto il lavoro, ma è un errore grossolano! Se siete così convinti che il computer faccia qualunque cosa, avvicinatevi a lui e domandategli: “Dov’è mio marito?” Vi risponderà? Niente affatto! Chiedetegli ancora: “Dove si trova mia moglie?” Otterrete una risposta? Certo che no! Dunque, il computer non può rispondere se non entro i limiti del programma installato. Siete voi che gli fornite le informazioni. Una volta i computer erano questi qui (Swami indica la Sua testa). Il cervello è il nostro computer.
Nel passato, quando qualcuno entrava in un negozio per comperare due camicette e due sari, oltre a due asciugamani, il venditore faceva immediatamente il conto e il compratore pagava la somma. Oggi, appena uno compera più di tre articoli, il venditore è incapace di fare il conto senza una calcolatrice elettronica. Gli uomini, come le donne, sono caduti in questa debolezza di spirito.
Che cosa è successo a quel cervello che Dio vi ha dato? Non dovreste farne uso? Noi dovremmo vivere la nostra esistenza in completa autonomia. Agendo così ci sentiremo bene. Non dipendete dagli altri; basatevi unicamente sull’aiuto di Dio. Solo Dio vi darà tutto l’aiuto necessario, in tutti i modi possibili. Questo è il Suo lavoro!
Uniformatevi anche voi a questo principio: “Aiutate sempre non fate mai del male”, poiché ciò rappresenta l’essenza di tutte le sacre epopee. La stessa cosa è detta in altro modo nelle Scritture: “Aiutare gli altri è un merito, nuocer loro è un peccato”.
Dovreste aiutare tutti, in tutti i modi possibili e non creare agli altri delle difficoltà. Non gareggiate fra voi; l’unità è il giusto sistema di vita. Oggi, non c’è più nessuna unità e ciò frena la purezza; senza purezza la Divinità si allontana.
Dunque, in primo luogo Unità, in seguito Purezza e infine Divinità. Tuttavia, voi non ricercate né l’unità, né la purezza, pur pretendendo la Divinità. È impossibile che, in queste condizioni, Essa vi giunga. Questa è la ragione per la quale dovremmo praticare una piccola disciplina spirituale. Se il procedimento è corretto, il risultato sperato, senz’altro, vi arriverà. Tutto ciò che desiderate finirà per realizzarsi.
Per esempio, voi pensate: “Ho bisogno di una stilografica”. Pensateci con la forza divina, essa metterà una stilografica nella vostra tasca. Vi arriverà inevitabilmente, grazie alla forza divina. Coltivate, dunque, la purezza del vostro cuore. Questa purezza di cuore vi permetterà di compiere e di ottenere, a questo mondo, tutto ciò che volete. Nessuno è in grado di conoscere Dio; voi non siete neanche capaci di conoscere la vostra natura. Se non conoscete voi stessi, come sperate di conoscere Dio?
L’altro giorno, Uma Bharati ha detto: “Molte persone possono pensare che io sia venuto qui per conoscere Dio”. È una concezione sbagliata, perché non è necessario venire qui per conoscere Dio. Anche venendo qui non riuscite a conoscerLo. Dovreste cominciare col conoscere voi stessi; è per questo che venite qui. È assolutamente impossibile per chiunque conoscere la Mia Realtà. Allora, cominciate col cantare le lodi divine e a meditare. Abbiate in mente un solo Nome e un solo scopo.
In passato, Râmana Maharishi era un semplice contadino. Giunse a Tiruvannamalai, ai piedi della montagna sacra Arunâchala, e si mise a praticare la concentrazione. Su che cosa stava fissando la sua attenzione? Si sedette su una terrazza e fissò lo sguardo su una stella del firmamento. Non staccò la sua attenzione da quella stella. Fu così che egli sviluppò il suo capacità di concentrazione ed è così che anche noi dovremmo sviluppare la nostra. A forza di guardare la stella, egli si immerse in essa. Ciò viene detto “completa identificazione”. La prima fase è la meditazione e la seconda è l’identificazione.
In seguito, grazie a questa identificazione, si risveglia la forza vitale, da cui scorre il potere divino.
Così, quando si installano nei templi delle immagini divine, si infonde in loro una qualche sorta di vitalità; è per questo che si compie la cerimonia del Prâna Pratishthâ. Questo prâna, o forza vitale, è estremamente prezioso. A un certo punto, non importa più che voi perdiate o no la vita fisica. Mantenetevi sul sentiero spirituale. Quelli che ne sono capaci divengono dei grandi saggi. Oggi, nessuno è più in grado di raggiungere il potere dei saggi del passato.
Kanva Maharishi visse in un eremo e possedeva tutti i poteri. Istituì un centro d’insegnamento. Shakuntalâ visse anch’essa in quell’âshram; si sottomise al guru per ricevere un’istruzione e si immerse nella pratica. Ella dirigeva tutto il gruppo di donne presenti nell’âshram. Un giorno, un re si presentò nell’âshram; vide Shakuntalâ e la guardò con occhi perversi. Egli volle sposarla. Dalla loro unione, nacque un figlio che fu chiamato Bharata. Quale enorme differenza c’era fra padre e figlio! Il padre era il re Dushyanta, educato in città. Egli aveva preso tutte le cattive abitudini delle città; si comportava come un cittadino.
Bharata, al contrario, aveva la fortuna di essere nato in un âshram e la sua personalità si era sviluppata in compagnia di eremiti. Poté coltivare il suo carattere e assorbì buoni sentimenti. L’educazione cittadina di Dushyanta gli rovinò il carattere. Le abitudini delle città distruggono il vostro carattere virtuoso. Dunque, a quel tempo, Shakuntalâ andò ad abitare in quel centro di rishi e insegnò a suo figlio Bharata i princìpi dei saggi. Questo paese è chiamato Bharat a causa di Bharata.
La purezza del luogo in cui viviamo è molto importante. Da un lato avete un âshram, dall’altro la città. La città è piena di shrama, di discordie e difficoltà, mentre l’âshram, l’eremo, è privo di discordie. I giovani d’oggi dovrebbero ritrovare la strada dell’eremo.
Voi frequentate delle scuole e vi studiate, ma a causa delle vostre futili conversazioni e del vostro cameratismo, avete perso la purezza mentale. Frequentate le scuole, certo, ma poiché ci andate per studiare, fate in modo che il vostro obiettivo sia ben chiaramente fissato sullo studio e non lasciatevi attrarre da altre distrazioni. Allora, i vostri risultati scolastici saranno incoraggianti e il vostro carattere si rasserenerà.
Sfortunatamente, oggi, si ritiene che, se il carattere è perso, non è perduto nulla! Se si perde del denaro, si pensa di aver perso tutto! Nel passato, al contrario, la gente pensava che, se perdeva del denaro, non aveva perso nulla; se perdeva la salute, mancava qualcosa; ma, se perdeva il carattere, aveva perso tutto. A quei tempi la gente viveva secondo questa ottica.
Dovremmo, dunque, considerare il carattere come la vita stessa. Vivendo secondo questi princìpi e guardando costantemente allo spirito, i giovani potranno coltivare le virtù e costituiranno un esempio per il resto della società.
Ragazzi e ragazze,
è possibile che parlandovi così a lungo Io vi stanchi un po’, non è vero? È una fatica per voi, ma, da parte Mia, potrei parlarvi all’infinito. Tuttavia Io non parlo mai a vuoto; non vi dico che cose utili per il vostro sviluppo, senza alcuna limitazione.
Conducete un’esistenza pura e sacra, nel segno dell’Organizzazione Sathya Sai. È giusto che voi assumiate delle responsabilità nell’Organizzazione. Gli attuali responsabili stanno invecchiando e hanno faticato molto nel passato per aver assunto quelle cariche. È ora il vostro turno di occupare posti di responsabilità; ogni stato dovrebbe scegliersi un capo.
Seguite assiduamente il sentiero spirituale. Ma Io devo insistere su una condizione: vigilate in modo che non esista alcun contatto fra l’Organizzazione Sathya Sai e la vita politica.Abbiate a cuore il progresso della società; è per l’emancipazione sociale che dovete lavorare. Non c’è nulla di male a fare tutti gli sforzi possibili a questo scopo. È una grande ascesi; non esiste più grande esercizio spirituale di questo. Per prepararvi ad assumere delle responsabilità, rafforzate la vostra fede nei veri valori. Mentre siete qui, a Prashânti Nilayam, siete disciplinati e perfetti, ma, appena mettete piede all’esterno, tutti i vostri vecchi comportamenti avanzano nuovamente i loro diritti. Quando vi allontanate da qui, non cambiate atteggiamento, perché, così facendo, la vostra mente da scimmia riprenderà il sopravvento!
Abbiate una mente divina, dimorate nella mente divina, ma non in una mente…di vino! Staccatevi radicalmente da tutto ciò. Io ho un gran bisogno di ragazzi e ragazze puri. Quelli Mi sono vicini, quelli sono Miei amici molto cari. Se aspirate a essere i Miei amici del cuore, comportatevi correttamente. Non è necessario venire qui, perché sono Io che verrò da voi. Io verrò dovunque voi siate. Dove sarete, Io verrò. Io sono sempre con voi, in voi, attorno a voi, dietro di voi: ve lo prometto e ve lo confermo.
Coltivate questi sacri pensieri e percepite chiaramente che Io non sono separato da voi. Voi ed Io siamo Uno. Abbiate questo sentimento di unità, coltivate la purezza e cercate di raggiungere la Divinità. Il vostro progresso sarà certo. In tutti i campi dell’esistenza, fisico, finanziario, spirituale, conoscerete un sicuro fiorire. Sarete delle guide per il resto del mondo. Di conseguenza, mantenete il ricordo del Nome divino e penserete a Dio ininterrottamente.
Swami conclude il Suo Discorso cantando: “Pibare Râma rasam…vahe guru, vahe guru, vahe gururji, bolo”
(Poi riprende:)
Vahe guru: “Un solo guru, un solo Dio, un solo obiettivo”. Non passate da una mano all’altra, né cambiate sentiero. Abbiate un solo Precettore. Dio è il vostro vero precettore e la vostra meta. In questo modo libererete la vostra esistenza. Poiché siete venuti qui e vi avete passato questi tre giorni di Conferenza, dedicando tanto tempo e denaro a questi incontri, vigilate per ottenere i risultati sperati. Al vostro ritorno a casa, rendete tutti partecipi della vostra esperienza. Non conservate egoisticamente solo per voi questo tesoro. Nel trasmetterlo agli altri, ne trarrete la massima soddisfazione. Questo è il vero risultato della Conferenza, datene dimostrazione! Aiutate tutti, servite gli altri. I risultati positivi nasceranno nel campo del servizio, perché nulla è superiore ad esso.
Incarnazioni dell’Amore Divino,
sevâ, sevâ, sevâ! Tutto è contenuto nel servizio. Le Upanishad affermano: “Penitenze, pellegrinaggi, studio delle Scritture o ripetizione del Nome divino non possono farvi attraversare l’oceano del ciclo delle nascite e delle morti. Solo il servizio disinteressato ha questo potere”.
Le austerità, i pellegrinaggi e anche lo studio delle Scritture, non servono a tale scopo. Per passare l’oceano dell’esistenza, non c’è che il servizio; il servizio è essenziale.
Non aspettate nulla in cambio del servizio che rendete agli altri. Il servizio senza alcuna attesa di gratificazione in cambio si chiama nishkâmakarma.
Se pensate: “Io mi reco in diversi villaggi, faccio servizio presso i villaggi e di conseguenza sarà giusto che io abbia questo o quello…”, non avrete alcun merito per aver compiuto il vostro servizio. Agite e lasciate il resto nelle mani di Dio. Ve ne darà sicuramente il beneficio. Siete venuti da numerosissimi Paesi. Io ne sono molto felice! Durante il vostro soggiorno, avete sopportato delle grandi scomodità, probabilmente non avete avuto tutto il cibo che desideravate. Non pensate al cibo, ma a Dio. Non mangiate per riempirvi lo stomaco; mangiate per vivere, ma non vivete per mangiare.
Incarnazioni dell’Amore Divino,
fate che la vostra vita sia esemplare. Siate pieni di gioia di vivere. Io vi dono la Mia benedizione e concludo il Mio Discorso.
(Prashânti Nilayam, Sai Kulwant Hall, 21 novembre 1999)