19 Novembre 2000 – Giornata della donna

19 Novembre 2000

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

GIORNATA DELLA DONNA

Baba canta:

“Le cose belle e la fama, possono andare e venire; solo la Verità è permanente.
I molteplici piaceri e la ricchezza, possono andare e venire: solo la Verità è permanente.
I fratelli ed i parenti possono andare e venire: solo la Verità è permanente.
A questo mondo, la posizione sociale ed il potere possono andare e venire:
solo la Verità è permanente.
La Via della Verità elargisce ogni prosperità e fortuna.
Non esiste a questo mondo, prosperità più grande della Verità”.

L’importanza della risolutezza di una madre

Incarnazioni dell’Amore,
abbiamo cominciato a festeggiare ogni 19 di novembre la giornata della donna, per comprendere e diffondere le sacre qualità ad essa legate. La donna è infatti ricettacolo di verità, virtù e bontà. La terra è una e qualunque sia il seme che in essa piantiamo, crescerà. Allo stesso modo, il grembo della madre simboleggia la Madre terra; ogni suo pensiero-seme creerà un effetto corrispondente. Se si seminano semi di mango non potrete raccogliere frutti aspri. Se si seminano semi di Neem non ci si può aspettare di assaporare la dolcezza del mango. Perciò il grembo di una madre deve essere sempre pieno di buoni pensieri, sentimenti e buone azioni. Solo così potrà generare dei figli virtuosi. Oggi invece, sono in aumento figli di cattivo carattere, dotati di pensieri spregevoli e brutte compagnie. La causa principale si trova nei pensieri delle loro madri.

La madre di Sankaracharya

Aryamba, vissuta molto tempo fa, era una donna di grandi virtù. Abitava in un luogo del Kerala chiamato Kaladi. Ella era costantemente immersa nella contemplazione di Dio e compiva azioni a Lui legate. Il risultato fu che il Jagatguru (il maestro del mondo) Sankaracharya, nacque dal suo sacro grembo.

Il comportamento della madre fu il motivo principale che fece diventare Sankaracharya un guru di simile grandezza.

Allo stesso modo, anche Vivekananda o Ramakrishna Paramahamsa, divennero delle personalità di rilievo grazie al comportamento delle loro rispettive madri.

La madre di Mahatma Gandhi

Tutti voi conoscete bene Putli Devi (Putlibai). Trascorreva tutto il suo tempo immersa nella contemplazione di Dio. Osservava sempre lo stesso voto, ossia, ogni giorno non avrebbe mai mangiato prima del canto del cucù. Tuttavia un giorno il cucù non cantò. Il figlio non riuscì a sopportare la vista del digiuno di sua madre per così tanto tempo. Così egli si nascose dietro la casa e si mise ad imitare il verso del cucù. Poi andò dalla madre e la pregò: “Madre! Il cucù ha cantato, ora puoi mangiare!”

Allora la madre provò un immenso dolore e disse, “Un bugiardo così è nato dal mio grembo? O Signore! Che peccato ho mai commesso? Mostrami un rimedio per espiare il terribile peccato che mi ha portato a generare un simile bugiardo.” E pianse sconsolata.

Vedendo il suo sconforto il figlio si sentì in colpa. “Sono io che ho causato una simile sofferenza a mia madre?” si chiese, sentendosi altrettanto afflitto. Da quel momento in poi il figlio fece una promessa solenne a se stesso, “D’ora in poi non dirò mai più una falsità”. Questo ragazzo era il Mahatma Gandhi. Da quel giorno disse solo la verità e mai più pronunciò parole di menzogna.

La disciplina è essenziale per i bambini

Ne consegue che la disciplina impartita dalle madri è essenziale per i figli. Quando i figli compiono qualcosa di sbagliato, la madre deve parlarne col figlio e punirlo per rimetterlo sulla giusta via. Il figlio non dovrebbe essere perdonato con superficialità, affermando semplicemente che ha sbagliato. Così è nelle mani della madre la giusta punizione con rispetto all’errore fatto e il giusto premio con rispetto al merito. Di conseguenza, il futuro, buono o cattivo, di ciascun essere umano, dipende dalle decisioni e dal comportamento della madre.

La devozione di un figlio verso sua madre

Ecco un piccolo esempio. Molto tempo fa, dopo aver perso tutto durante la guerra del Rangoon, una madre e suo figlio malgrado le difficoltà arrivarono a Madras. Tuttavia non riuscirono a trovare né un riparo, né cibo da nessuna parte. Dopo aver mendicato porta a porta la madre riuscì a trovare del cibo, ne diede un po` a suo figlio e tenne per sé quello che rimaneva.

Nei giorni in cui non c’era abbastanza da mangiare la madre digiunava dando al figlio quel poco che c’era. In questo modo, per il bene del figlio, la madre acconsentì di sottostare a numerose sofferenze, diventando, giorno dopo giorno, sempre più debole.

Il figlio la supplicava dicendo: “Madre! Stai dando il cibo solamente a me e rimani senza niente da mangiare. Questo non è giusto! Non va bene!” E un giorno disse: “Da domani, solo io andrò a chiedere la carità.”

La madre non riusciva a sopportare l’idea che il figlio mendicasse. Il suo cuore si sciolse. “Figlio! Non c’è bisogno che tu vada. Proverò ad andarci io. Non posso sopportare l’idea che tu sia un mendicante. Non lo posso tollerare!”

Ma un giorno divenne così debole che fu il figlio ad andare ad elemosinare. Arrivò alla casa di un importante ufficiale che era seduto in veranda a leggere il giornale in poltrona. Il ragazzo gridò: “Signore! Ho fame! Fame, fame!”

Allora l’ufficiale gli disse: “Siediti qui, ragazzo mio. Ti porterò del cibo in una foglia. Mangialo e poi va via.” Il ragazzo rispose: “No, devo portare questo riso a casa.” L’ufficiale allora pensò: “Ma questo ragazzo non è così affamato! Se avesse veramente fame non aspetterebbe di portare il cibo a casa!” E mentre si faceva questa domanda, il ragazzo barcollò e cadde a terra. L’ufficiale si accorse che stava sussurrando qualcosa.

Chiedendosi cosa stesse dicendo, egli accostò l’orecchio alla bocca del ragazzo, il quale disse: “Signore! Signor ufficiale! Prima mia madre! Dopo mangerò io”. Con un filo di voce egli continuò a ripetere : “prima mia madre… prima mia madre…” e con queste parole egli spirò. Si può trovare ai nostri giorni un figlio simile? Per la fame di sua madre, il figlio sacrificò persino la sua stessa vita!

(Swami parla con voce commossa).

Oggi è necessario ripristinare questo genere di cultura antica. Ma non vi è traccia di madri o figli simili ai nostri giorni. Questo non solo dovuto agli effetti del Kali Yuga, ma anche a causa dell’attuale sistema educativo. Oggi l’istruzione serve solo per riempirsi lo stomaco.

Nel cuore dell’essere umano non vi è oggi alcuna volontà di lavorare per il benessere della società, della famiglia e della nazione. Prima di ogni altra cosa bisognerebbe mirare al benessere della famiglia. Invece manca completamente questo intendimento.

Un servitore dotato di purezza

Una volta le madri crescevano i propri figli con molta disciplina. Credevano fermamente nell’ideale dello sloka Sanscrito:

Com’è il re, così sono i sudditi

Com’è il padrone, così è il servitore. Nella casa di Gandhi, vi era una governante dal cuore estremamente puro. Solo una simile governante poteva lavorare al servizio della madre di Gandhi, dal cuore altrettanto puro. Il suo nome era Ramba ed ella protesse il bambino con immensa cura ed amore.

Un giorno Gandhi arrivò correndo e disse: “Ramba! Ramba!! Ho paura”. Ella lo abbracciò e gli disse: “Mio caro, perché hai paura? Quando Ramachandra, Colui che protegge tutti, è qui, perché dovresti aver paura? Perciò, ogni volta che senti la paura arrivare, ripeti il Suo Nome: Rama, Rama, Rama…” E da quel giorno, Gandhi ripeté il Nome di Rama fino a quando esalò il suo ultimo respiro.

E’ mai possibile trovare una simile domestica ai giorni nostri? Grazie al fatto che in quei giorni esistevano madri e governanti simili, i bambini formavano un buon carattere, avevano delle buone abitudini e percorrevano la retta via.

La madre di Eswar Chandra Vidya Sagar

Voi tutti conoscete Ishwara Chandra Daya Sagara.

Vidya Sagara era un uomo molto povero. La madre non era nel pieno delle sue forze e possibilità economiche. Malgrado ciò, riusciva a guadagnare qualcosa, tanto da poter dare da mangiare a suo figlio per poi mangiare lei, ciò che rimaneva. Il tempo passò e in questo modo crebbe il bambino e lo fece studiare. Il cuore di questa madre era colmo di sentimenti sacri: “Io posso fare a meno della mia vita, ma mio figlio deve trascorrere una vita serena, una vita santa”. Questa era la sua speranza.

A Calcutta per poter studiare, il ragazzo era costretto a leggere di notte, sotto la luce dei lampioni. Studiando in questo modo, divenne estremamente istruito e, dopo l’università, frequentò anche corsi di specializzazione. Uscito dalla scuola cercò un lavoro e lo ottenne. Ma nonostante lui lavorasse duramente il salario di quei giorni era misero; con quei pochi soldi cercò di sostentare sua madre e se stesso.

Un giorno molte persone di Calcutta si recarono a (festeggiare) Tirunalu. Anche la madre di Vidya Sagara decise di recarvisi. Ella indossò un vecchio sari e si avviò per avere il Darshan del Signore. Vidya Sagara si dispiaque di vedere la madre vestita in quel modo e le disse: “Non posso vederti andare a Tirunalu in questo modo. Devi vestirti in modo appropriato. Ti offro tutta la mia vita” e, così dicendo, quella sera si recò a comprarle dei bei sari.

I desideri di sua madre

Una sera i due stavano conversando seduti al chiaro di luna. Egli disse: “Madre! Se mi dici quali sono i tuoi desideri, appena sarò in grado li esaudirò entro i limiti delle mie possibilità”.

Ella rispose: “Figlio, ho un desiderio”.

“Qual è?” le chiese Vidya Sagara.

“Non essendoci acqua, la gente del nostro villaggio deve recarsi a pozzi molto lontani per poter bere. Io non posso sopportare di vederli affrontare questa difficoltà. Costruisci per tutti noi un pozzo nel nostro villaggio. Se lo farai, mi renderai estremamente felice!”

Egli costruì un pozzo, l’acqua arrivò al villaggio e dissetò tutta la gente.

Poi la madre disse: “Sono così felice, figlio mio! Dare da bere a chi ha sete è una cosa molto importante. L’acqua equivale alla vita. Come sono felice che queste persone ora abbiano l’acqua! Questa buona azione è grandiosa e sono orgogliosa che tu sia nato come mio figlio”.

In un’altra occasione la madre era seduta a rammendare un sari. Alle cinque del pomeriggio il figlio tornò dall’ufficio e le chiese: “Madre, hai qualche altro desiderio?”

“Figlio – rispose lei – ho un altro piccolo desiderio. I bambini del nostro villaggio sono costretti ad andare in un altro luogo per poter studiare. Devono affrontare molte difficoltà per andare in un altro villaggio e poi tornare a casa. Non posso tollerare questa cosa, perciò: costruisci nel nostro villaggio una piccola scuola”.

Ok. Molti soldi del suo salario furono risparmiati; risparmiò il denaro senza adoperarlo per fini che non fossero buoni e costruì, così, una piccola scuola. I bambini si divertivano, giocavano e cantavano in quella scuola, dove trascorrevano in allegria le loro giornate.

Quando la madre vide tutto ciò, esclamò: “Figlio, questo è una altro grosso aiuto che hai dato non a me, non al nostro villaggio: è un ideale del quale l’intera nazione è testimone. Sei un figlio fortunato perché sei nato dal mio grembo”.

E così il tempo passò.

Un giorno quando Vidya Sagara tornò dall’ufficio, vide che la madre era molto triste. “Madre! Fino a ieri eri così felice! Che cosa ti succede, oggi?”

Ella rispose: “Figlio mio: hai fornito l’acqua, hai provveduto ad una scuola. Tuttavia capita che questi bambini si ammalino e non stiano bene, perciò dovresti costruire un ospedale per loro”. E così egli costruì un piccolo ospedale ed organizzò anche che ci fosse un dottore ed un’infermiera. In questo modo la madre divenne nuovamente molto felice.

Vi sto raccontando tutto ciò, perché la volontà e le decisioni di una madre sono le più alte. Essendo nati dal suo grembo dobbiamo fare in modo di compiere la sua volontà, realizzando i suoi stessi ideali; non dovremmo mai agire in modo da causare dolore alla propria madre.

I desideri della madre Eashwaramma

Sono successe cose simili e allo stesso modo, anche a questo Corpo (di Swami).

Stavo pranzando al piano di sopra, quando Gruham Ammayi entrò. Sto parlando della madre di questo Corpo.

“Cosa significa che oggi sei salita nella mia camera?” le chiesi.

Ella rispose: “Mangia, mangia. Te lo dirò più tardi”. Dopo pranzo Mi disse: “Swami! Il nostro villaggio è un piccolo centro e le persone soffrono molto senza assistenza medica. Le madri portano i loro bambini piccoli a Bukkapatnam. Incapaci di camminare così tanto, essi si siedono per terra per la stanchezza e sono costretti ad affrontare numerose difficoltà”.

“Costruirò un ospedale per questo villaggio” le dissi, e, all’inizio, feci costruire un piccolo ospedale.

Un altro giorno salì di nuovo al piano di sopra e Mi disse: “Swami non pensare male, ma ho un secondo desiderio. Devi esaudirlo”.

Con un ombra di rimprovero le risposi: “Ah – ah, hai desideri?”

“Swami! Quando migliaia di persone vengono (a vederTi), Tu esaudisci i loro desideri. Perché non esaudisci i miei?”

“Qual è il tuo desiderio?”, le chiesi.

“Il nostro villaggio si sta prosciugando, tutto è secco ed arido, senza acqua.”

“Che cosa vuoi?”, le chiesi.

“Scava un piccolo pozzo”. E così feci scavare un pozzo. Anzi: fui Io a farlo fare nel nostro Mandir (ashram). Tutte le persone del villaggio venivano lì ad attingere l’acqua per poi tornare alle loro case.

Ci fu una terza volta in cui venne da Me e Mi disse: “Swami! Sono estremamente felice. Tuttavia ho ancora un desidero” (Swami ride). Non ci sono limiti a questi desideri!!

“Tutti i bambini del nostro villaggio devono andare a scuola a Bukkapatnam e si affaticano a dover camminare così tanto. Costruisci una scuola per tutti i bambini”. La feci costruire. Ella fu così felice! Disse: “Adesso questo è abbastanza per non avere più desideri, Swami!”

La scuola costruita in quei giorni, è diventata oggi una grande università. Un piccolo seme è diventato una pianta gigantesca! (applausi)

Il piccolo ospedale del passato, si è trasformato nel Super Speciality Hospital! (applausi)

In quei giorni procurai l’acqua provvedendo affinché venisse scavato un piccolo pozzo. Oggi enormi tubature riforniscono l’acqua a tutto il nostro distretto! (applausi)

Perciò, se la volontà di una madre è eccelsa, lo sarà anche quella del figlio. E, al fine di realizzare questa volontà, si avranno le necessarie abilità e i giusti mezzi.

Nessuno è in grado di capire correttamente la sacralità della nazione di Bharata (India). Tuttavia, quando l’uomo è guidato da una volontà positiva e da buoni propositi, (il paese) non potrà che progredire a secondo dei suoi alti ideali. Invece si rincorrono ricchezza e potere (personali). Questo è indice di debolezza. Se vi impegnate a fare del bene, sicuramente il vostro progetto si realizzerà. La forza della vostra volontà vi darà i mezzi adeguati per realizzare l’iniziativa.

La preghiera di Chaitanya

Un giorno Sachi Devi prese Chaitanya ed insieme andarono in un posto sacro. Dove si recarono? Ad un tempio. Essi ebbero il Darshan della statua del Signore. Vedendo il Signore, Chaitanya pregò: “Swami! Io non ho bisogno di nulla. Tu sei il Protettore dell’Universo; Tu sei il Protettore del mondo. Tu sei il Signore del soffio vitale; Tu sei il Signore della vita; sei il Signore del corpo, sostieni e proteggi tutto. Io non ho desideri legati a questo corpo. Non ho neppure delle aspirazioni spirituali, non desidero raggiungere uno stato di coscienza più alto. Non possiedo desideri di questo genere; io non ho assolutamente desideri, a parte uno solo. Ti prego Chaitanya di benedirmi, esaudendo questo mio unico desiderio. Uno solo, donami questa unica cosa: il potere di amarTi. Non ho bisogno di niente altro. Perché? Perché Tu sei l’Incarnazione dell’Amore. L’Amore è il nostro respiro, la nostra vita. Tutto è amore.

Essendo nati dall’Amore,
essendo cresciuti nell’Amore,
il miracolo dell’Amore rimane nell’Amore
(Poesia telugu)

Perciò Ti chiedo, donami l’Amore. Amare Te è tutto”.

Arrivò Sachi Devi che gli chiese: “Che cosa significa tutto ciò, figlio mio? Tu devi pur vivere, non è vero? Devi pur mangiare, no? Hai bisogno di acqua, non è vero? Invece stai dicendo di non volere niente. Per quale motivo?”

Egli rispose: “Madre, pur avendo ormai una certa età, sei incapace di riconoscere anche una sola frazione della Natura di Dio. Se solo si riceve l’Amore di Dio, tutto il resto verrà da sé.”

Dio è la Forma dell’Amore ed è pieno d’Amore.

(Poesia telugu)

Tutto ciò che esiste è solo l’Amore di Dio. Il mondo intero è solo Amore. Perciò se l’Amore è presente (in noi), ogni nostro desiderio sarà esaudito. Non dobbiamo sprecare la nostra vita per dei desideri di poco conto. Lo stesso Amore, l’unico Amore, è presente in tutti e, di conseguenza, tutti sono capaci di vivere in questo mondo manifestando l’Amore. Tutti appartengono alla famiglia del mondo.

In quei giorni Chaitanya chiese pertanto a Dio di esaudire questo desiderio. Egli andava per le strade cantando il Nome di Dio. Teneva in mano i cimbali e li suonava cantando le lodi a Krishna, ma gente cattiva si univa al canto per portarglieli via e poi andarsene.

Il bene e il male coesistono

Dove c’è il bene, ci sarà anche il male. Dove c’è la santità, ci sarà anche la malvagità. Dove c’è la luce, ci saranno anche le ombre. Le persone buone si dovranno confrontare con molti problemi, ma queste difficoltà non faranno altro che rafforzare la loro bontà.

Con questo tipo di forza e determinazione Chaitanya cantava i bhajan come sempre e, poco per volta, alcune persone ed anche dei bambini, cominciarono a seguirlo. Suonavano cimbali e gong e si unirono al canto. I genitori sgridarono i bambini, ma essi non abbandonarono Chaitanya. A volte egli si sedeva con loro per dargli dei grandi insegnamenti.

Bene e male coesistono. Senza il bene non ci può essere il male e viceversa.

Non è possibile separare il buono dal cattivo.
Buono e cattivo sono sempre insieme.
Nessuno li può dividere.
Non potremo mai vedere la felicità in disparte.
Quando il dolore fruttifica, la felicità è in arrivo.
(Poesia telugu)

Tutta la nostra felicità, perciò, è nascosta nei problemi. Chaitanya insegnava queste cose e poi andava per la sua strada. In questo modo, grazie all’influenza della madre ed alla sua visione, il figlio divenne un uomo eccellente.

Ne consegue che al giorno d’oggi i sentimenti di una madre dovrebbero essere sempre più sacri. Le madri dovrebbero lavorare su loro stesse, (per affinare il loro stesso carattere) e compiere, infine, delle buone azioni; dovrebbe esserci in loro lo splendore del comportamento più nobile. Solo allora nasceranno dai loro grembi dei figli dal carattere ideale.

Lo splendore riflette il sacrificio

Fin dai tempi antichi, la terra di Bharata è stata la sacra terra dei meriti, del sacrificio, dello yoga. Quanto più senso del sacrificio avremo, tanto più splendore irradieremo.

Vi dirò una cosa, Io irradio sempre lo splendore del divino! Eppure alcune persone Mi dicono: “Swami! Negli ultimi 15 giorni la Tua Luce brilla in modo così splendente!”. Anche in passato avevo sempre in mente il benessere della gente. E così Mi sono impegnato a provvedere in qualche modo alla salute, all’istruzione ed all’approvvigionamento di acqua.

Una tragica notizia di cronaca

Un mese fa ero seduto sulla sedia, quando notai per terra un pezzettino di carta.

Era un pezzetto di giornale, nel quale era riportata la vicenda di una madre e di suo figlio. Com’erano? Entrambi erano cadaveri. La madre non fu più in grado di sopportare la fame che il figlio doveva patire. Un giorno il figlio le disse: “Madre! Ho fame, fame, fame!” Ella rispose: “Figlio mio, questo è il periodo delle piogge”. Questa vicenda è accaduta un mese fa. C’è stato un accesso di piogge di conseguenza la madre non era in grado di andare a mendicare.

“Figlio mio; a causa della pioggia non posso andare a mendicare”. Ella pensò: “Non c’è possibilità che smetta di piovere. Come posso sfamare mio figlio?” Dicendo questo, incapace di sopportare ancora la sofferenza, ha preso del veleno per topi, lo ha mischiato all’acqua, lo ha dato al figlio da bere e poi lo ha bevuto lei. Sono morti entrambi. E questa notizia è stata messa sui giornali.

Solo cattive notizie sui giornali

Qualcuno lo ha messo nel giornale. I giornalisti scrivono solo notizie negative; nessuna notizia positiva viene mai riportata! Se ci sono buone notizie, i giornalisti non vi prestano attenzione. Anche i giornalisti fortunati che trovano belle notizie da poter pubblicare nei giornali, lo fanno forse? Al contrario! Essi si danno un gran daffare per cercare ovunque… in quella strada, in quell’angolo, in quel vicolo cosa sia successo e pubblicano ogni cattiva notizia possibile. Essi non avranno mai l’intelligenza per pubblicare delle buone notizie. Le loro mani sono incapaci di farlo. (applausi) Il (cattivo) karma delle loro vite è la ragione principale di questo loro comportamento. I (cattivi) sentimenti dei loro genitori sono la causa principale di questo loro atteggiamento.

Portare cibo da villaggio in villaggio

Mi sono sentito molto male (per quella notizia): “Chi (espressione di disapprovazione). Questa è la sacra terra indiana. Questa è la terra del sacrificio. Questa terra è chiamata “Amrita Varsha – la terra dell’Immortalità”. In una simile terra tanto sacra ed immortale, in questa terra che si è valsa il titolo di Annapurna Kshetra – la terra di Annapurna – una madre è morta perché incapace di procurare un po’ di cibo al proprio figlio?”. Ho pensato a tutto questo.

Immediatamente ho smesso ogni altra attività. Ho fatto cucinare e mandare del cibo ad ogni villaggio! Con questa iniziativa ho donato felicità ed entusiasmo a tutti.

I nostri ragazzi (studenti) sono davvero d’oro! Quante difficoltà hanno affrontato! Andando in giro dalla mattina presto alla sera, tornavano al Mandir pieni di entusiasmo. Sono andati in ogni casa, in ogni villaggio ed hanno distribuito ogni comfort agli abitanti. Ed Io ho tratto immensa Beatitudine da ciò!!(applausi)

Man mano che si fa un sacrificio, lo splendore aumenta. Così, Io non mangio molto, adesso. Anche in passato ho sempre mangiato poco. Ciò che mangiavo allora è lo stesso di ciò che mangio ora.

Lo splendore del servizio

Non appena finiscono i Bhajan mangio solo un pò di Sangati (polpette di ragi) con un po’ di salsa di spinaci o qualche foglia di spinaci; questo da sempre. Non c’è mai stato cambiamento (nella Mia alimentazione). Grazie a questa quantità limitata di cibo, il Mio splendore aumenta. Perché? Perché l’aiuto dato alle persone è una prova molto importante. Il benessere della gente è la Beatitudine di Dio. Prendendo parte a queste attività di soccorso per il bene del prossimo, la persona stessa ne trarrà beneficio.

Poco tempo fa, mentre camminavo (fra di voi), molti devoti hanno pensato: “Forse Swami si è fatto male al Piede. Perché cammina così lentamente?” Ma Io non mi sono fatto assolutamente male! Non ero ammalato. La ragione per la quale cammino così lentamente è che in questo modo concedo un Darshan più lungo a tutti, e l’esperienza del Mio Darshan si può vivere più a lungo. (applausi)

Io non ho nessun male alle gambe o nessun altro dolore. Sono sempre in Beatitudine!
Da allora, giorno dopo giorno, questa Beatitudine aumenta sempre di più.

Voi tutti dovete, d’ora in poi, comprendere profondamente che il Servizio al prossimo equivale al vostro stesso respiro vitale. In questo modo il vostro splendore si trasformerà nello splendore di Dio.

Il corpo è il tempio di Dio

Dio non è qualcosa di separato. Non dovete credere che Egli sia in qualche Mandir o in qualche tempio.

Il corpo è il tempio e Colui che vi risiede è l’eterno Dio
(sloka sanscrito)

Dobbiamo pensare che il nostro corpo è il tempio di Dio. Dovete pensare che la vita presente in quel tempio è Dio. Di conseguenza non c’è bisogno che andiate da qualche parte per cercare Dio. Trasformate la vostra mente interiore, espandete la vostra visione interiore, nella quale potrete vedere la Forma della Beatitudine.

Dio non è separato da noi; noi stessi siamo l’Incarnazione di Dio. A causa dell’attaccamento al corpo, pensiamo: “Sono solo un essere umano, un essere umano”, facendo così un grosso errore. Questo attaccamento al corpo deve essere gradualmente ridotto, mentre deve aumentare l’attaccamento a Dio. Solo così gli esseri umani diventeranno Dio, sotto tutti gli aspetti.

Dio e l’uomo non sono separati: essi sono l’immagine ed il riflesso. Non dobbiamo credere che ci sia separazione e, perciò, cercare Dio fuori di noi. Dio è noi, noi siamo Dio e Dio è in noi.

Questo corpo sarebbe solamente un tempio senza vita ma si muove perché Dio è presente in esso. Questa presenza è la vera forza vitale, mentre la radiazione che da Lui emana, si riflette in vera Saggezza, chiamata Jnana. Entrambe, vibrazione e radiazione, sono manifestazioni di Dio.

Dio è Verità, Saggezza e l’ Infinito
(sloka sanscrito)

Se entriamo nel sentiero della Verità, quella è una qualità di Brahma. Per conoscere la sua Natura, non abbiamo bisogno di cercarLo, con affanno e fatica, da qualche parte.

Dobbiamo sentire che: “Ovunque io sia, Dio è in me e questo corpo è la Sua dimora”. Solo allora, ovunque ci troveremo, la Grazia si riverserà su di noi.

L’energia trascendente entrerà in noi, apportando un’immensa beatitudine e una forza straordinaria. Non vi sarà forza più grande di questa. Ottenere questa energia è impresa non facile; fate dunque ogni sforzo necessario per meritarla.

Infatti solo grazie al samskara (tendenze delle vite passate) proveniente da ripetute nascite, questo specifico merito verrà guadagnato.

Tutto è lavoro di Dio

Compite qualsiasi lavoro con la convinzione che: “Tutto questo è lavoro di Dio”. Alcuni si chiederanno, “in che modo lavorare in ufficio può essere considerato “lavoro di Dio”? Ci si può fare una tale domanda solo se pensiamo che possa esistere qualcosa che non sia lavoro di Dio. Tutto ciò che esiste è Dio, e solo Dio.

Con Mani, Piedi, Occhi, Teste, Bocche e Orecchie che pervadono ogni cosa,
Egli permea l’intero Universo.
(sloka sanscrito)

Bharata, Maestra di ogni nazione

Offrite a Dio tutto, qualsiasi lavoro facciate; offritelo con il sentimento che il lavoro sia il Suo. Grazie alle madri di una volta che coltivavano questo genere di sentimento, i bambini di allora erano dei bravi bambini. Quelle madri diedero al mondo un esempio di vita ideale. Allo stesso modo, la nazione di Bharata venne conosciuta come maestra di tutte le altre nazioni.

Baba canta:

“Savitri, che riportò in vita il marito defunto,
appartiene alla sacra terra di Bharata, non è vero?
Chandramati, che con il potere della sua Verità estinse
le fiamme del fuoco, nacque in Bharata, non è vero?
Sita, che uscì incolume dalle fiamme del fuoco,
fu una figlia di Bharata, non è vero?
Dayamati che con il potere della sua castità incenerì
un perverso cacciatore, nacque in Bharata, non è vero?
E’ grazie a queste donne caste e di carattere che Bharata
ha guadagnato la reputazione di essere la terra di abbondanza,
prosperità e dei ricchi raccolti.
Essa è la maestra di tutte le nazioni”.

Più di tutte le altre nazioni, questa terra di Bharata è come un’insegnante. Purtroppo, a causa del nostro comportamento stiamo perdendo questa posizione. Quanti pundit (eruditi) esistono in questa terra? Quanti studenti ci sono in questa terra? Quanti intellettuali ci sono in questa terra? Eppure, a causa dell’aumento dell’egoismo e degli interessi personali, tutte le virtù si stanno perdendo.

Rimproverare ciò che è sbagliato

Sia che si tratti del marito, che ha legato il Mangalasutra, o del proprio figlio, se hanno commesso un errore, le donne devono rimproverarli. Questo è il vero ideale. In verità, questa è la fonte del progresso. Perciò qualunque errore venga fatto, deve essere rimproverato e non deve essere perdonato o ignorato.

Anche il rimprovero, però, dovrebbe essere fatto con le parole appropriate (Swami dice gentilmente e con rispetto): “Ma cosa succede? Sei un così alto ufficiale. Ti sembra giusto dire bugie del genere? Sarebbe questa la maniera di comportarsi?” Dovrebbe essere detto in un bel modo, così.

(Swami usa un tono aggressivo): “Che cosa significa? Sei un bugiardo!”. Se le cose vengono dette così duramente, alla moglie arriveranno due schiaffi! (risate)

Quando le cose vengono dette in un modo che dà gioia al cuore, senza ferire, quelle parole dolci e gentili possono ispirare qualsiasi cambiamento.

Per questo la nazione di Bharata è stata d’esempio a tutte le nazioni fin dai tempi antichi. Per i grandi ideali che ha saputo ispirare ha ricevuto la nomea di ‘Maestra’.

Acquisite buone qualità con l’educazione

Incarnazioni dell’Amore!

Sviluppate Amore. Dite la Verità. Non sprecate il tempo per l’istruzione solo per il fine dello studio, studio, studio! Che cos’è l’istruzione? E’ istruzione solamente leggere dei libri? E’ istruzione solamente andare al college? E’ istruzione solo andare a scuola ed ottenere un diploma? No, no!

Buone qualità; un buon intelletto; Verità; devozione; disciplina; senso del dovere.
Queste sono le sei virtù che andrebbero acquisite con l’istruzione
(poema telugu)

Dobbiamo elevare la qualità della nostra vita con la pratica dei valori umani, manifestandoli in buone qualità e buon comportamento. Solo quando svilupperemo queste qualità, saremo in grado di sostenere la nostra antica cultura, la faremo risorgere, e daremo prova del vero senso dell’umanità.

Questo tipo di comportamento deve essere avviato nella propria vita. Qualunque azione venga compiuta, il Nome di Dio deve pulsare come il proprio battito cardiaco. Se non c’è battito, è come essere senza vita. Allo stesso modo, se il Nome non è ripetuto equivale a non avere vita.

Il Nome di Dio come il battito del cuore

Credete davvero che ci sia vita solo perché il polso batte? Il polso batte, ma non c’è vita. “Il mio polso sta battendo, il mio polso sta battendo!” Ma l’uomo deve riconoscere questa verità: il polso batte anche in coloro che sono sotto anestesia! Ma essi sono in uno stato di incoscienza. Equivale questo a vivere? No, no! Che ogni pulsazione sia la ripetizione del Nome di Dio!

Non importa cosa capiti, dobbiamo dire: “Questo è per il mio bene. Questo è bene per me, questo è bene per me”. Solo quando svilupperemo questi buoni sentimenti, essi si trasformeranno in buone azioni. E questa pratica del bene diventerà l’ideale della nostra vita.

Perciò, Incarnazioni dell’Amore!

Dobbiamo accogliere la Verità e il Dharma, dobbiamo praticare i valori umani, dobbiamo condividere e dare, dobbiamo essere beati e anche questa gioia deve essere condivisa con gli altri.

Baba conclude cantando:

“Hari Bhajana Bina Sukha Shanti Nahi …”

Incarnazioni dell’Amore!

(tutti ridono perché la traduttrice deve correre ancora lì)

Stiamo affrontando molte sofferenze per amore di Siri. Chaitanya chiese solo una cosa: “La mia ricchezza non è Siri, ma solo Hari. Hari è la mia ricchezza, non Siri!”. Egli mise da parte Siri e si ricordò sempre di Hari.

Perciò:

“Hari Nama Bina Ananda Nahi –
Non c’è Beatitudine senza il Nome di Hari”.

Se vogliamo la Beatitudine, abbiamo bisogno del Nome di Hari. Ricordate perciò, il Nome di Dio. ContemplateLo. Prendete parte al Servizio per la società.

Tutti ci appartengono

Mettete da parte le differenze che vi fanno dire: “quello è un estraneo, non ha niente a che fare con me oppure, quello è dei nostri”. “Estraneo” e “dei nostri”. Dovrebbe essere sentito che entrambi sono uno. “Tutti mi appartengono. Noi siamo individui appartenenti alla famiglia del mondo”. Sperimentate la Beatitudine di questa Unità! Non date occasioni ai sentimenti negativi.

Il corpo è il tempio e Colui che vi risiede è l’eterno Dio
(versetto sanscrito)

Quel corpo è un tempio. Quando vedete un corpo, qualunque esso sia, cosa c’è di male nel riverirlo pensando: “Dio risiede in quel corpo”. Solo quando questi buoni sentimenti verranno praticati, Dio Si manifesterà a voi.

Mmmm …. Happy. Miei cari.

(Swami, fuori microfono: “C’è qualche spettacolo? Che spettacolo c’è?”).

Prashanti Nilayam, 19 novembre 2000

Festa della donna

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