Né con le penitenze, né con i bagni nelle acque sacre,
né con lo studio delle Sacre Scritture
e neppure per mezzo della meditazione,
è possibile attraversare l’oceano delle nascite e delle morti
senza rendere servizio alle persone buone.
Incarnazioni dell’Amore,
l’uomo intraprende molti sentieri diversi in campo spirituale per raggiungere la meta del Divino e farne esperienza. Essi sono sravanam, ascoltare le storie che riguardano il Signore; kirtanam, cantare le Sue glorie; smaranam, ricordare il Suo nome; padasevanam, il servizio reso ai Suoi Piedi di Loto; arcanam, l’adorazione (di Dio nei riti); vandanam, il profondo rispetto di tutto e di tutti (vedendo in essi una forma del Divino); dasyam, servire tutti indistintamente; sakhyam, il sentimento di amicizia (per Dio); atmanivedanam, abbandono totale al Signore.
Anche se intraprende vari sentieri spirituali, perché l’uomo non riesce a conoscere la sua intima natura?
Dalla testa al cuore
La testa e il cuore sono importanti per ogni essere umano. L’uomo segue tutti i pensieri che gli passano per la testa. Essi fanno tutti parte del sentiero rivolto all’esterno, o pravitti. Mangiare, bere, guadagnare, accumulare denaro, rispettare gli anziani sono tutti segni del pravitti marga, il sentiero esteriore. Coloro che lo seguono incontrano alcuni ostacoli sulla loro strada. Invece nivritti marga, il sentiero interiore, è permanente; la compassione, l’amore, la tolleranza, il sacrificio, la verità ne sono testimonianza, e sono i valori fondamentali che l’umanità deve seguire.
Per tale motivo la Gita afferma: “È raccomandabile aderire al proprio dharma, mentre praticare il paradharma è pieno di pericoli”.
Che cosa sono lo svadharma e il paradharma? Svadharma è ciò che viene dal cuore; paradharma è ciò che è fisico, temporale. Non è importante seguire il corpo; l’uomo dovrebbe vivere la propria esistenza seguendo lo Spirito, l’atma. Esso si chiama Coscienza. Dovremmo seguire la nostra Coscienza. Se procedessimo sul giusto sentiero, tutti i nostri valori, alla fine, sarebbero eterni, permanenti e immortali.
Le donne sono all’avanguardia
Le donne, in modo particolare, sono in testa nel campo del servizio; esse stanno migliorando il movimento Bal Vikas, e non solo da oggi. Infatti le donne sono fautrici, sin dall’antichità, della gloria di questo Paese, Bharat.
Savitri, che riportò in vita il marito morto, appartiene a questo sacro Paese. Sita, che saltò nel fuoco, dimostrò la propria castità al mondo intero. Damayanti, che ridusse in cenere un demone, appartiene a questa terra; essa è luogo natio di tali donne, emblemi di castità, nobiltà e carattere. L’India è la terra che offre un insegnamento al mondo intero e le donne, non da oggi, occupano il posto più elevato nel mondo spirituale.
C’era una riunione di eruditi alla corte del re Janaka. Ciononostante, nessuno riuscì a eguagliare in sapienza due donne, Gargi e Maitreyi. Janaka stesso era un grande erudito, un karma-yogi; volendo ricevere una parola di apprezzamento e felicitazione, pensò quale persona potesse essere più idonea a ciò. In quella riunione di sapienti e pandit, Janaka scelse una donna per congratularsi con lui, giacché volle ricevere il riconoscimento di saggezza dalle mani di Gargi. Ella non era solo colta, ma era anche persona di sacrificio, ricca di enorme intelligenza e coscienza sociale.
Verità e Amore: princìpi eterni
Fin dall’antichità, in questa sacra terra di Bharat, le donne sono state una guida. Voi conoscete Jhansi Lakshmibai. Ella guadagnò stima e ottima reputazione per il suo coraggio, valore e ardimento. Combattè con l’esercito contro un battaglione di uomini e uscì vincitrice.
Conoscete Padminidevi. Allauddin desiderava guardarla, ma ella rispose: “Ciò non è possibile. Tu sei qui perché sei attaccato al corpo, ma non dovresti avere una simile illusione. Questo corpo non è eterno e non è la verità. Dovresti nutrire attaccamento per lo Spirito, o Atma, per poter raggiungere lo stato di beatitudine, la verità eterna e l’immortalità”.
Il folle re Allauddin, tuttavia, era ben deciso a vedere Padmini. Alla fine, chiese di vederla riflessa in uno specchio, ma la donna rispose che ciò era impossibile. Il re, allora, si accinse a combatterla. Cavalcando un destriero, Padmini combattè contro tutti, e, dicendo che non bisogna sottomettersi né essere sacrificate nelle mani degli uomini, si uccise.
Fin dall’antichità, le donne sono in testa per quanto riguarda il sacrificio, la ricerca spirituale e l’ottenimento dei benefici materiali. La vita è temporanea, la gioventù e la ricchezza sono fugaci, la famiglia, la moglie e i figli sono transitori. L’Amore e la Verità, invece, sono permanenti, eterni. La Verità è Dio; l’Amore è Dio. Seguite, dunque, i due princìpi gemelli di Verità e Amore.
Gandhi divenne un Mahatma
Fin dai tempi più remoti, le donne seguirono la Verità e l’Amore. Essi, uniti, formano il dharma. Satyannasti paro dharmah: “Non c’è dharma superiore alla Verità”.
La Verità è il fondamento del dharma e le donne, in questa sacra terra di Bharat, si sono sempre rese utili al cammino spirituale e lo hanno incoraggiato.
Anche la madre di Gandhi sosteneva e seguiva la Verità, e non prendeva cibo se non dopo aver sentito il cuculo cantare. Un giorno non si udì quel canto. Erano le 3 del pomeriggio; Gandhi era giovane e aveva tanto appetito, ma, finché la madre non avesse preso cibo, agli altri non era consentito mangiare prima di lei. Al ragazzo, allora, venne un’idea: andò dietro alla casa e si mise a imitare il verso del cuculo. Udendo questo suono artificiale e vedendo che ad agire era suo figlio, la madre gli chiese di entrare in casa. Lo prese quindi per le orecchie, dicendo: “Un ragazzo nato in questa famiglia che dice una bugia! Che vergogna! Questo getterà discredito sulla famiglia. A che serve un figlio che mente?”
Così dicendo, lo schiaffeggiò su entrambe le guance, dicendogli che era una vergogna mentire e affermando che lui non poteva essere suo figlio. La mente di Gandhi, dopo che fu schiaffeggiato, subì una trasformazione. Corse infatti a gettarsi ai piedi della madre e le promise che, da quel giorno, non avrebbe più detto bugie. Gandhi visse mantenendo la promessa fatta alla madre e, in ultimo, divenne il Mahatma, la “Grande Anima”. Sua madre fu la causa di ciò.
I genitori da biasimare
Oggigiorno, i genitori non si prendono cura dei figli; in tal modo, questi si rovinano. Per quale motivo? I genitori non hanno tempo e anche il loro stile di vita non è appropriato. Essi lavorano per sbarcare il lunario e rimangono in ufficio fino alle cinque. Tornano a casa stanchi e bevono una tazza di caffè. Poi il padre dice: “Mi sento stanco, ora. Potrei andare al club”. Va al club, gioca a carte e beve. In questo modo pensa di cancellare la stanchezza.
La moglie gli dice: “Se vuoi riposare, vai in camera da letto e dormi. Perché segui il sentiero sbagliato per avere sollievo dalla fatica e dalla tensione? Perché vai al club a giocare a carte e a bere con gli altri?” Gli uomini, per alleviare la fatica e le tensioni, ricorrono ad abitudini malsane. Non è forse disdicevole giocare a carte? È un gioco d’azzardo. Dharmaraja fu esiliato perché era vittima del gioco d’azzardo. Esso vi condurrebbe sul sentiero sbagliato della vita. Le donne dovrebbero dare una lezione a quegli uomini che hanno preso questa brutta abitudine.
Gli insegnamenti di Mandodari
Come il ministro dà consigli al re quando questi sta percorrendo la strada sbagliata, così una donna suggerì al marito di vivere un’esistenza retta. Quella donna era Mandodari. Ravana visse così a lungo grazie agli insegnamenti di Mandodari. Ella gli pose una domanda diretta: “Tu sei un imperatore, ti sottoponi a grandi penitenze, sei istruito, hai una grossa reputazione. Che grande errore è desiderare un’altra donna per un’infatuazione! Ti faccio un esempio: io sono tua moglie. Saresti tranquillo se qualche uomo mi rapisse?
Sarà tranquillo Rama, dato che hai rapito Sita? Rama e Sita simboleggiano Purusha e Prakriti, Dio e la Natura. Sita è la Natura, Rama è il Padrone della Natura. Non puoi correre dietro alla natura che segue il Padrone, Rama stesso. Hai dimenticato Dio, l’Artefice stesso. Tu insegui questa Natura, la consorte del Padrone. Perciò sei destinato alla rovina, poiché la Natura, Sita, è proprietà di Rama, il Padrone. Non ci si può struggere di desiderio per l’altrui proprietà. Questa è la tua situazione attuale. Tutte le tue penitenze sono andate in malora, la prosperità è stata infruttuosa e hai perso la tua reputazione. In ultimo, hai rovinato te stesso e anche il tuo vasto impero”.
Mandodari, donna casta, tentò di correggere suo marito in vari modi.
Le donne hanno fatto ogni possibile sforzo per tenere alti il decoro, il prestigio e la dignità della famiglia, della comunità e del paese. A questo mondo può esserci un cattivo figlio, ma mai una madre malvagia o cattiva.
Shankara fugge il ciclo delle rinascite
Shankaracarya voleva essere un sannyasi, cosa che intristiva sua madre. Ella gli disse: “Per il tuo stesso interesse, desidero che tu sia un capofamiglia”. Shankara era un filosofo, un grande saggio. Egli, a sedici anni, terminò lo studio dei Veda, delle Shastra, dell’Itihasa, e dei Purana, e a ventidue anni, percorse tutta l’India a piedi. Oggi, anche solo per raggiungere Badri, dobbiamo essere allenati e pronti a faticare.
Allora le strade erano impervie, ma Shankara, in quei duri tempi, attraversò il Paese a piedi e riuscì a sopportare ogni fatica. Una volta, dal villaggio limitrofo, si recò al fiume Kaveri per prendere un bagno. Vi giunse anche sua madre per attingere acqua. Shankara, allora, si mise a gridare: “Madre, madre”, e questa: “Che è successo, figliolo?” Il ragazzo rispose: “Un coccodrillo mi ha afferrato un piede”, e la madre: “Come puoi liberartene?”
Shankara replicò: “Il coccodrillo ha detto che, se rimango celibe tutta la vita, mi lascerà andare”. La madre, allora, purché il figlio si salvasse, gli disse che non occorreva che si sposasse e che ciò che contava era che vivesse a lungo. Dopo che Shankara fu tornato a riva “salvo”, la madre gli domandò se veramente un coccodrillo lo avesse afferrato, ed egli rispose: “La vita famigliare è per me un grosso coccodrillo! Non c’è più libertà una volta che si viene ghermiti da quel coccodrillo che è la famiglia”. Chiese quindi alla madre di permettergli di essere libero.
“Bhaja Govindam” fino alla fine
Shankara si trovava nei dintorni di Kasi con undici suoi discepoli. Essi si stavano apprestando a recarsi al Gange per una sacra immersione, quando scorsero, sulla strada, un’anziana persona, uno studioso, mentre ripeteva le regole grammaticali di Panini. Tutti lo udirono ripetere: “Dukriñkarane, dukriñkarane”, una regola scritta da Panini.
Shankara gli si avvicinò ed esclamò: “O sant’uomo, tu sei istruito! Che cosa stai leggendo?” Lo studioso rispose: “Sto studiando la grammatica di Panini”, e Shankara: “Che cosa ti aspetti studiando quel testo fino all’ultima riga?” L’uomo rispose: “Potrò andare alla corte del re e definirmi erudito”. “E che cosa otterrai da questa erudizione?”, chiese ancora Shankara. “Il re mi ricompenserà con del denaro e, con esso, potrò mantenere la mia famiglia, mangiar bene e vivere un’esistenza felice”, rispose l’uomo.
“Che accadrà più avanti?”, domandò ancora Shankara. “Finché sarò in vita, mangerò, sarò felice, poi dovrò morire”, quello replicò. “E dopo la morte che cosa otterrai?”, incalzò Shankara. “Non lo so”, rispose lo studioso. Allora Shankara proclamò: “A che ti serve l’erudizione se non sai che accadrà dopo la morte? Canta piuttosto il Nome del Signore!”
Poi intonò i seguenti versi:
O uomo stolto, canta il nome del Signore!
Quando si approssima l’ora della morte
solo il Signore può salvarti, non la tua grammatica.
Anche gli uccelli e le bestie si procacciano da vivere
Questo tipo di conoscenza è legato unicamente al mondo e offre una gioia temporanea. Ciò che, invece, ha a che fare col cuore conferisce una gioia permanente. Che vita è avere un lavoro importante, ricevere un lauto stipendio, possedere una villa, vivere negli agi? È forse vita questa? È forse vita umana? Anche gli uccelli e le bestie procreano, hanno dei luoghi in cui vivere e abitazioni proprie. L’uomo è dotato di conoscenza suprema; se essa viene meno, egli diventa simile a un animale.
Che tipo di conoscenza dovremmo avere? Dovremmo avere l’Atmajñana, la conoscenza dello Spirito. Ciò significa avere una vita beata ed è il vero ideale dell’esistenza.
Per ottenere la conoscenza del Sé, dello Spirito, dovremmo compiere il nostro dovere.
Dedicatevi pure al vostro lavoro, andate in ufficio, guadagnate denaro, andate all’estero: in tutto questo non c’è nulla di male. Ma qual è l’essenza di tutto? Dedicate, offrite ogni cosa al Signore. Chi vi ha fatto dono di questa sapienza? Dio ve l’ha donata. Per questa ragione i Veda proclamano: Prajñanam Brahma, cioè “La più alta sapienza sinottica è Brahman”. Non si tratta di una sapienza ordinaria, ma di Consapevolezza Piena e Costante. Questa Consapevolezza Piena e Costante è un dono di Dio. Che cosa fanno invece i guru o gli altri insegnanti? Essi impartiscono solo un’accozzaglia di parole, solo parole.
Accendete la lampada dell’amore
C’è invece un solo maestro. Se avete fiori, filo e ago, vi trovate forse di fronte a una ghirlanda? No. Dovrà esserci qualcuno che la crea. Se avete oro, diamanti e perle, significa forse che possedete un monile? Per averlo dovrete rivolgervi a un orafo. Vi trovate di fronte a uno stoppino. Vuol dire forse che avete la luce? Per averla, lo stoppino dovrà essere acceso da qualcuno. In campo spirituale, quel qualcuno è Dio. Lo stoppino è il cuore, l’olio per la lampada è l’amore. C’è lo stoppino, che è la saggezza, ma non riuscite ad avere la luce. Bisognerà accendere la lampada. Chi l’accende è Dio; Egli accende davvero la luce della vita.
Tutto è dono di Dio
L’uomo è egoista perché pensa di essere lui l’autore dell’azione e colui che ne fa esperienza. Finché crederete questo, sarete destinati a soffrire. Dovete soffrire poiché vi identificate col sentimento di “mio”. Quando avete quell’attaccamento che vi fa dire: “Questa è la mia casa” e vedete, in tempo di elezioni, incollare sui muri della vostra casa dei manifesti elettorali, voi battagliate contro di essi. Se avete delle messi nel vostro campo, volete godervi i frutti del vostro lavoro, e soffrite finché sentirete di essere voi gli autori dell’azione e i destinatari dei risultati. Dovreste quindi abbandonare l’idea di essere voi ad agire. Considerate che tutto è un dono di Dio.
Se uno canta bene, quel suo talento è un dono di Dio. Molti vogliono cantare e provano a farlo. Riescono tutti a cantare bene? No. Molti studiano. Riescono tutti a imparare bene? No. L’apprendimento è un dono di Dio. Anche il bene e il male sono doni divini e, nel mondo, sono destinati a esistere. Il bene non avrebbe valore se non ci fosse il male: essi procedono insieme. Il piacere è un intervallo fra due dolori. Fra tutte le dualità, c’è Dio, il Testimone. L’Atma è lo stato di supremo silenzio fra due silenzi.
Diritti e responsabilità
Qui c’è un orologio; esso funziona emettendo il suono tic, tac e non si ferma mai. Continua a funzionare facendo sempre quel ticchettio. Quand’è che si riposa? L’attimo di riposo avviene fra il tic e il tac: in questo consiste il punto di incontro fra l’umano e il Divino, vale a dire nell’attimo di sosta. Lì c’è il riposo.
Le donne riescono a capire meglio degli uomini questo principio. Anche gli uomini lo capiscono, anche se in maniera meno sincera; essi amano lo sfarzo e l’ostentazione e sono egoisti. Hanno più responsabilità e più diritti. Anche le donne, però, hanno diritti e responsabilità.
Vi farò un breve esempio. Un uomo, nel suo ufficio, dice: “Domani è domenica; prendiamo un tè a casa mia”. Non è però sufficiente che l’uomo faccia l’invito, poiché è la donna che a casa fa i preparativi. La responsabilità ricade sulle donne; l’uomo, dopo tutto, non sa fare nulla. Per questo la donna viene chiamata Grihalaksmi (la Dea della casa). Essa è la dea della famiglia. La donna possiede la qualità di sistemare le cose perfettamente. Dalla donna si valuta il livello della famiglia; la dignità della famiglia poggia sul ruolo della donna.
Tutto ricade sotto il suo controllo; essa verificherà che cosa c’è nella dispensa e che cosa occorre per ricevere gli ospiti. Sarà lei a prendersi questa responsabilità: andrà al mercato e comprerà tutte le cose necessarie per offrire il tè. La donna è chiamata Illalu, “colei che ha la responsabilità”, poiché sarà lei che penserà a tutte le provviste per la casa. È anche chiamata Dharmapatni. Essa dà il benvenuto agli ospiti, li riceve e li serve col sorriso ed è lei che sostiene la dignità e il prestigio dell’uomo: per questo è chiamata Dharmapatni. Viene chiamata con questi tre bei nomi: Illalu, Grihalaksmi e Dharmapatni, ma viene definita anche Ardhangi (metà corpo).
La parte sinistra di ogni uomo è sua moglie; la parte destra è solo quella del marito. Sinistra e destra dovrebbero unirsi per completarsi. L’uomo non può offrire nulla senza il permesso della moglie; per fare qualunque buon lavoro dovrebbe chiedere a lei il permesso. La storia vi dà testimonianza di ciò.
Lezioni dalla storia
Visvamitra andò da Sathya Hariscandra e disse di voler una cosa da lui. Il re affermò di esser pronto a dargli qualunque cosa desiderasse e questi allora chiese per sé il regno.
Hariµcandra era uno che manteneva la parola data e rispose che glielo avrebbe dato. Visvamitra possedeva completa conoscenza dell’etica e del codice di condotta della vita; pertanto disse ad Hariscandra: “Tu hai solo mezzo diritto. Chiedi a tua moglie Candramati di venire”. Quando Candramati congiunse le mani, Hariscandra offrì il regno a Visvamitra; se infatti Candramati non avesse unito le mani, Visvamitra non avrebbe potuto ricevere il regno né Hariscandra offrirglielo. Candramati si guadagnò il titolo di Dharmapatni, “colei che segue il Dharma”.
Le donne, infatti, hanno spesso testimoniato nella realtà tutti gli appellativi loro conferiti.
Ci sono tanti altri titoli assegnati alla donna, come Padma Sri, Padma Bhûsan, Padma Vibhûsan, Bharat Ratna. A che servono? Come metterli in pratica? In nessun modo; semplicemente alle donne piacciono quegli appellativi. Le Upanisad, però, hanno assegnato all’essere umano un titolo molto grande: “figlio dell’immortalità”. Ogni uomo è immortale. Quando avrete capito di essere immortali, compirete solo buone azioni.
La nascita umana per i valori umani
Perché è stato dato il corpo? L’uomo esiste da migliaia e migliaia di anni, ma, fino ad oggi, non ha compreso i valori umani. “Il corpo è veramente la base per il perseguimento del dharma”. Con quel corpo compite atti di carità, gesti meritori e sacre azioni; offrite servizio in ogni modo e sviluppate amore. Questo è il dovere del corpo. All’uomo sono stati dati due mani e uno stomaco. Non riuscite forse a nutrire quello stomaco con le due mani donatevi da Dio?
Le donne, in ogni paese, occupano la posizione più alta, il primo posto. Esse hanno una parte primaria persino nella vita degli Avatar. Noi diciamo Sita Rama, non Rama Sita; Radha Krishna, non Krishna Radha; Laksmi Narayana, non Narayana Laksmi. Ed anche Parvati Paramesvara. Avete mai sentito qualcuno dire Paramesvara Parvati? Quindi, il primo posto viene dato alla donna.
Anche Swami dà il primo posto alla donna nella Organizzazione Sai. L’Organizzazione Sai è la numero uno al mondo e le donne ne sono la causa principale. Gli uomini non devono sentirsene gelosi, ma imitarle. Dovrebbero anche lavorare per il progresso e offrire servizio. Otterrete prima dei risultati se vi unirete gli uni alle altre.
L’unità porta alla sacralità
L’uomo è positivo, la donna negativa. Quando il positivo e il negativo si uniscono, fluisce la corrente del Divino. Senza il negativo, il positivo è inutile, e senza il positivo il negativo è inutile: essi devono unificarsi. L’uomo, oggigiorno, segue il cammino spirituale con sentimenti negativi, ma si aspetta risultati positivi. Non dovremmo mai dare spazio, nel nostro cuore, a pensieri negativi, ma riempirlo di buoni pensieri: in tal modo otterremo la santità e vivremo un’esistenza sacra.
Incarnazioni d’Amore,
Dio è uno e il medesimo in tutti. Egli è al di là del sesso maschile e femminile; infatti, tutti voi siete una cosa sola. Essendo uniti, potete lavorare tanto. Uno ha due mani; se a quell’uno si unisce un altro, le mani diventano quattro, e con quattro mani si può lavorare di più. Le donne lavorano in certi settori con le loro due mani; se gli uomini non fanno altrettanto, le loro mani diventano inutili. Fate che le mani siano utili, non inservibili.
Il corretto uso dei sensi
Tutti i sensi devono essere usati in maniera adeguata: questo è il cammino spirituale indicato da Buddha. Pregare, fare meditazione e yoga sono tutte attività legate al corpo. Il sentiero della spiritualità non ha nulla a che fare col mondo, la società o la nazione, mentre tutto ciò che ad essi si riferisce fa capo ai sensi del corpo. Dio ha donato cinque sensi di percezione (sabda – suono/udito, sparsa -tatto, rûpa – forma/vista, rasa – sapore/gusto e gandha -odore/olfatto); il cammino spirituale più grande consiste nel farne un uso corretto.
Buddha abbandonò tutti i Suoi precettori. Egli non seguì alcun particolare sentiero spirituale, ma fece buon uso dei propri sensi, considerando ciò Suo precipuo dovere. “È mia responsabilità e mio diritto”, Egli affermò, e condusse i sensi nella giusta direzione.
Samyag dristi, la buona visione, è la prima cosa. Dovremmo avere, nella vita, la giusta visione. Perché gli occhi sono stati donati? Dio ha dato i sacri occhi. Voi sapete che ogni occhio ha 130 milioni di raggi luminosi e che la lingua possiede 3 milioni di papille gustative. Dio ci ha dato un enorme potere latente, ma noi lo usiamo male. Dentro l’uomo c’è l’intero universo; pertanto, vedete il bene, ascoltate il bene, pensate bene e fate il bene. Questo è il vero sentiero spirituale. Facendo il bene sarete in grado di fare molte altre cose.
Il servizio ha inizio in casa
Che tipo di servizio dovreste compiere? Non si tratta semplicemente di pulire l’ambiente circostante. Cominciate con l’assolvere bene i vostri compiti familiari; poi, quando andate in ufficio, lavorate scrupolosamente e onestamente. Anche questo è servizio. Potete eseguire qualunque servizio, qualunque lavoro, ma ciò che conta è che facciate tutto in modo adeguato, badando a non commettere errori.
Si dice: “Essere impegnato in una professione è la caratteristica dell’uomo”. Siamo nel Kali Yuga e dovremmo essere estremamente cauti nel fare questa affermazione. Molte donne vanno al lavoro, quindi l’affermazione succitata non ha senso. Anche le donne hanno degli impieghi. La qualità dell’essere umano non è semplicemente avere un lavoro; “L’osservanza del Dharma è il segno distintivo dell’umanità”. Purusa, l’essere virili, non significa indossare pantaloni, camicie, casacche sportive o completi da safari.
Purusa, “colui che possiede consapevolezza”
La parola Purusa ha molti significati. Purusa significa Atma, ed anche consapevolezza. Purusa è il principio vitale, è la natura dell’amore. Questa parola ha molteplici significati e trascende i sessi; di conseguenza, non si riferisce solo all’uomo. Tutti sono Purusa; in tutti c’è consapevolezza, santità, vita. Infatti, in tutti c’è Brahman. Tutti sono Purusa.
Questo fu l’insegnamento di Narada: tutto è divino; non c’è luogo dove Dio non esista. Tutto è divino e il mondo è pieno di atomi; perciò, Dio si trova nel microcosmo e nel macrocosmo. Egli pervade tutto; quindi dovremmo, santificare e rendere tutto sacro. Svolgiamo questo tipo di servizio!
Il servizio reso con amore e per amore
Qualunque cosa facciate, fatela con amore. Basta che offriate un bicchier d’acqua a un assetato. Non c’è nulla di più grande dell’agire con amore. Fare servizio non significa spazzare le strade, anche se, indubbiamente, ciò è necessario. Tutto il mondo, infatti, dovrebbe esser pulito. È dunque bene pulire, ma non è questo il significato del servizio. Esso vuol dire fare tutto con sincerità.
Chi ha un lavoro dovrebbe sapere che l’India sta ora attraversando molte difficoltà e problemi. Il Governo non è in grado di pagare i salari ed è costretto a chiedere prestiti a paesi stranieri per poterlo fare. Per quale motivo? Perché non c’è denaro. Non che, in realtà, non ci sia denaro. Esso c’è. Che tipo di denaro? Il denaro del lavoro: se compite il vostro dovere onestamente, lì c’è il vostro denaro. Come salario, voi ricevete 10.000 rupie.
Lavorate in modo commisurato al vostro salario: in ciò consiste il denaro. Oggi ricevete 10.000 rupie, ma il vostro lavoro ne vale solo 10. C’è quindi uno spreco di denaro e il Governo si fa una brutta reputazione. Vengono richiesti ingenti prestiti, ma non ce ne sarà bisogno se voi lavorerete onestamente. Se così sarà, tutto avverrà naturalmente, e ci sarà automaticamente la produzione.
Se ricevete 100 rupie, lavorate in proporzione a quei soldi: in ciò consiste la produzione! Ci sarà un incremento produttivo quando si lavorerà nella misura corrispondente al salario ricevuto. Questo è vero servizio. Questo è lavoro onesto. Compiamo il nostro dovere: in tal modo qualunque cosa sarà trasformata in servizio.
Guardatevi dalle false dichiarazioni!
Tenete ben presente un’altra cosa. A questo mondo ci sono molte organizzazioni ed esistono anche numerosissime organizzazioni spirituali. Vi sono poi anche molte organizzazioni pseudospirituali. Molti, dicendo il falso, dichiarano che Swami è apparso loro in sogno o che è comparso di fronte a loro chiedendo di raccogliere soldi. Sono tutte false affermazioni.
Quando qualcuno dice: “Baba mi ha dato, come dono divino, dei poteri”, non credetegli, non esiste un siffatto dono. Il dono di Swami ai devoti è il rapporto da cuore a cuore, vale a dire il rapporto di amore ad amore. Non date dunque ascolto a simili fandonie!
L’onesto lavoro che compie l’Organizzazione Sathya Sai è al primo posto nel mondo. Ci sono molte organizzazioni, ma i membri dell’Organizzazione Sathya Sai lavorano con totale onestà, contentezza, gioia, preparazione e senso di sacrificio. Bisognerebbe cercare di mantenere sempre intatta questa onestà. Se andate in qualunque Stato troverete ovunque il bene e il male. Non curatevi di ciò. Nessun’altra organizzazione può eguagliare l’eccellente lavoro intrapreso dai membri dell’Organizzazione Sathya Sai, non solo in India, ma anche all’estero.
Il membro della Sai Organisation dovrebbe essere un cittadino ideale. Insegnanti, operatori, Seva Dal, Bal Vikas: tutti svolgono un lavoro eccellente.
Bisogna migliorare!
Bombay richiede un ulteriore miglioramento perché è una grande città. Il grande lavoro che qui viene svolto non è sufficiente. Attirate tutta la gente nell’Organizzazione; bisognerebbe attrarre come una calamita. Tutti dovrebbero essere attratti verso questa calamita del lavoro; in questo modo dovremmo sviluppare questa Organizzazione. Dovremmo servire la nazione e lavorare per lo scopo originario dell’Organizzazione Sathya Sai, cioè che il mondo intero sia felice.
Molte donne, oggi, devono lavorare molto a casa. Esse si sacrificano e lavorano nell’Organizzazione. Lo spirito di sacrificio, fra i cittadini, è molto forte: essi sono pronti a fare qualunque cosa.
I giovani devono farsi avanti
Oggi sono necessari sempre più giovani. I ragazzi odierni non conoscono i propri talenti e la propria intima natura. Essi si interessano della forza fisica, della loro intelligenza, delle loro capacità e vanno qua e là liberamente. La forza fisica non è importante; oltre ad essa, è necessaria la forza di Dio e quella del cuore. C’è bisogno di forza spirituale. Si può crescere fisicamente e mentalmente col sostegno della forza di Dio. Ogni persona dovrebbe sviluppare fiducia in sé e forza spirituale, e tenere ben presente la rettitudine.
L’Organizzazione di Bombay: un modello per la nazione
L’Organizzazione Sai ha avuto inizio nella città di Bombay. Perciò, l’Organizzazione Sathya Sai di Bombay dovrebbe essere d’esempio al resto del Paese. Dovreste farvi un ottima reputazione. L’Organizzazione Sathya Sai di Bombay dovrebbe ergersi a ideale dell’intera India.
Swami, l’altro giorno, ha detto che Bombay è lo stomaco dell’India: se lo stomaco è sottosopra, tutto il corpo si ammalerà. Lo stomaco, quindi, dovrà essere sano e in buone condizioni. Dovremmo dare forza a questo “stomaco” e servirlo adeguatamente. Tutto il Paese sarebbe perfetto se Bombay fosse perfetta; essa è comunque destinata a migliorare. Il buono e il cattivo di questo Paese dipendono da Bombay. Possano tutti i membri dell’Organizzazione di Bombay lavorare onestamente.
D’ora in avanti visiterò questa città due volte l’anno! Swami non considera Prashanti Nilayam la Sua sola Dimora; è un errore pensare che Swami sia confinato solo all’interno di Prashanti Nilayam. Delhi è il Suo Nilayam, Calcutta è il Suo Nilayam, Bangalore è il Suo Nilayam, Bombay è il Suo Nilayam.
Bhagavan non è Prashanti Nivasin (il Residente di Prashanti), ma Hridayavasin (il Residente del cuore). Non ho confinato Me Stesso entro le mura del solo mandir, ma sono intorno a voi, sopra di voi, sotto di voi, accanto a voi, in voi.
Cercate di conoscere questa verità. Sviluppate la consapevolezza che Swami è con voi e lavorate con entusiasmo: allora il vostro servizio sarà migliore. Ritornerò e resterò a Bombay un’intera settimana. Questa breve visita di tre giorni ha lasciato insoddisfatte molte persone. Anch’Io non sono soddisfatto; Mi sono sentito triste osservando il desiderio ardente, lo struggimento e la supplica della gente di Delhi. Anche lì sono rimasto per breve tempo.
Prolungherò il Mio soggiorno qui a Bombay in proporzione alla crescita dell’Organizzazione. A mano a mano che l’Organizzazione crescerà, aumenteranno anche i giorni della Mia permanenza.
Più giovani nell’Organizzazione!
Incarnazioni d’Amore,
state compiendo molte azioni di servizio con amore, pazienza, sacrificio ed entusiasmo. Dovete portare i giovani nell’Organizzazione e renderli attivi ed energici. Il futuro dipende dai giovani d’oggi. Bisogna dare forza alla gioventù per avere un buon futuro.
L’amore dei giovani moderni è artificiale. Essi si vestono e si agghindano alla moda e vanno in giro in motocicletta. Dovrebbero usare nel modo giusto la loro forza innata e non andare a zonzo sprecando tempo e comportandosi in modo sciocco (Baba, per sottolineare la superficialità di certi comportamenti giovanili, cita la celebre filastrocca infantile: Twinkle, twinkle little star, how I wonder what you are, “Brilla, brilla, piccola stella; io mi chiedo che cosa tu sia”).
Indirizzate il corpo a servire la società. Il corpo sarà bello, leggiadro, in buona salute e felice quando compirete buone azioni. Quando sprecate tempo, sciupate energia.
Swami ha 74 anni. Un ragazzo di 17 o 18 anni sembra vecchio. Perché si è ridotto così? Perché perde tempo e le sue azioni non sono sacre. Siete destinati a essere immortali se compite azioni sacre; se procedete sul retto cammino avrete una vita lunga, una vita felice, una vita piena di salute. I giovani, però, questo non lo sanno e si arrabattano a far la corte a una certa ragazza o l’altra.
Un consiglio ai giovani
Ragazzi e ragazze,
voglio dirvi una cosa importante. Se vi fa piacere, chiedete il permesso ai genitori e sposatevi. Questa amicizia con l’altro sesso, però, non va bene perché non si sa come sia quella certa persona. Prima del matrimonio, tutti sono fratelli e sorelle. Nel campo dell’amicizia succede che si comincia con un “Ciao, ciao! Come stai?” e si finisce con un “addio!”
Dopo il matrimonio ci saranno diritti e responsabilità. Oggi, però, non esistono questi diritti e responsabilità. All’inizio dite “ciao, ciao!” (hello,hello), poi tutto diventa vano (hallow). Non alimentate questo tipo di amicizia: essa è molto dannosa e sarà una macchia nella vostra vita futura. Non alimentatela. Chiedete il permesso ai vostri genitori, poi sposatevi. Swami vi darà anche la Sua benedizione, poiché in ciò non vi è nulla di male. Alcuni credono che a Swami non piaccia che la gente si sposi. Swami, invece, non ha un sentimento di tal sorta. Se vi fa piacere, sposatevi, ma Swami non vi forzerà mai. Swami è ispirazione (source), non coercizione (force). Sappiate questa verità. I giovani dovrebbero vivere un’esistenza retta: questo è vero servizio!
Tutto il mondo sta osservando se i giovani dellOrganizzazione Sathya Sai stanno procedendo nel giusto sentiero. Questo porterà sicuramente una trasformazione nella loro vita. Non date spazio all’ira, all’avidità, alla gelosia, all’odio e all’ostentazione. Vi farete una buona reputazione se in voi non albergheranno cattive qualità o aspetti negativi.
I membri dell’Organizzazione Sathya Sai stanno svolgendo un buon lavoro non solo in India, ma anche in altri paesi. Diecimila giovani sono giunti dalla Cina a Prashanti Nilayam. Che lavoro meraviglioso hanno fatto! Molti di loro sono ragazzini, ma tutti hanno lavorato con onestà. Ci saranno ovunque persone che lavoreranno con pensieri e sentimenti dolcissimi.
I nuovi ideali sono importanti
Ho ricevuto un telegramma prima di atterrare a Delhi, ove era scritto: “Swami, il nuovo anno andrebbe celebrato a Puttaparthi”. Ho risposto che non sarei stato lì. È meglio celebrarlo nel luogo in cui ci si trova. Non è il nuovo anno a essere importante; i nuovi ideali e un comportamento speciale ed esemplare lo sono.
Questo è ciò che Mi aspetto. Che cosa costituisce il nuovo anno? Sessanta secondi fanno un minuto, sessanta minuti un’ora, ventiquattro ore un giorno, trenta giorni un mese, dodici mesi un anno. Dovete aspettare così a lungo per celebrare l’anno nuovo? Ogni secondo è un anno nuovo. Senza il minuto secondo non c’è l’anno; quindi, dobbiamo considerare ogni secondo come un nuovo anno. Dovremmo nutrire pensieri buoni e sacri ogni momento, ogni secondo della nostra vita.
Vi ho fatto stancare e vi ho portato via molto tempo, vero? (La folla risponde a Swami: “No!”) Vi sto creando dei problemi? (Di nuovo la folla risponde: “No!”). Nessun problema. Questo genere di problema è altamente sacro.
Al mondo esistono altri problemi: quello spirituale è il più nobile di tutti. Non è affatto un problema, ma è forza, incoraggiamento, fervore, entusiasmo. Possiate unirvi tutti insieme, cooperare, confrontarvi e lavorare nei villaggi. Non avete bisogno di aspettare il Mio permesso per compiere un buon lavoro. Non voglio nulla da voi, tranne il vostro amore puro. Voi, a milioni e milioni potete continuare a migliorarlo. Non esiste altra proprietà, a questo mondo, oltre a questa. Sviluppate la proprietà dell’amore!
(Baba conclude il Discorso con il bhajan: “Hari bhajana bina sukha shanti nahi…)
Dharmaksetra, Mumbai, 16 Marzo 1999
da: Mother Sai n° 3/00