15 Maggio 2000 (Brindavan) – Contro la corruzione, scuole gratuite

15 Maggio 2000 (Brindavan)

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Contro la corruzione, scuole gratuite

Quando si va all’estero,
cio’ che davvero conta e’ l’istruzione.
Nell’istruzione c’e’ benessere, ricchezza e fortuna.
Essa e’ un tesoro nascosto.

Valore dell’istruzione

Studenti e studentesse, autorità e promotori della causa scolastica, chi studia deve in primo luogo rendersi conto di quanto siano importanti la cultura e l’educazione, che sono autentica bellezza. Nella formazione scolastica si nasconde il tesoro del genere umano.

Quando andate in nazioni estere, ciò che vi sta più a cuore
è l’educazione ricevuta, la quale è guru dei guru.
Al tempo dei maharajah, non era il denaro a godere stima,
bensì la cultura.
Coloro che non hanno ricevuto
la vera educazione, che consiste nella Sapienza Eterna,
non sono che degli stolti.

Incarnazioni del Divino Amore,

voi non avete l’idea di quanto stiano male i vostri genitori quando ritardate i vostri studi e la vostra formazione e, come loro, anche la Madre India soffre ogni volta che un ragazzo indietreggia nel campo della conoscenza morale e spirituale. La madre terrena e la madrepatria sono migliori del paradiso. Gli studenti devono giurare di farsi carico dei problemi della madre, che li ha messi al mondo, e dell’India, che è la madrepatria.

Che significa essere istruiti? Che genere di conoscenze devono apprendere gli studenti e qual è la scienza ideale che garantisca il progresso del genere umano? Purtroppo, gli studenti d’oggi non si preoccupano di comprendere quanto sia sacra l’educazione. Attualmente che vantaggi hanno gli uomini dalle istituzioni scolastiche? Principale dovere dell’istruzione è quello di far capire i Pañcha Tantra (storie per bambini a sfondo morale), approfondirle e ricavarne gioia da dispensare ad altri.

Non si può ottenere il rispetto per le persone basandosi esclusivamente sull’istruzione. Accanto all’istruzione ci vuole anche l’educazione; e, mentre l’istruzione è un aspetto negativo, l’educazione è positiva. L’istruzione è fatta solo di nozioni, ma non trasforma; l’educazione invece cambia l’individuo. Un’istruzione priva di educazione è come un terreno arido e senz’acqua, un filo elettrico senza corrente, una casa senza finestre, un’aula scolastica senza insegnante, una chiesa senza Dio.

Quando un uomo studia per essere colto, ma non per formarsi il carattere, rimane completamente disorientato sul fine da raggiungere. Molte sono le commissioni create appositamente per migliorare le istituzioni scolastiche, ma poche le decisioni prese; anzi, nulla di fatto. È molto importante che la gioventù odierna segua le vestigia dei padri: i grandi saggi dell’antichità hanno fornito molti metodi sperimentati da loro stessi. L’han fatto con purezza di cuore, ottenendo risultati felici che hanno messo a disposizione di tutti. Perciò, gli studenti d’oggi devono applicarsi a quel tipo di conoscenza.

Educazione = e-ducere

Non serve a niente possedere solo una conoscenza libresca, la quale è pur sempre un risultato di cervelli umani. La chiamano “education”, termine inglese con cui s’intende generalmente la conoscenza ottenuta dai libri. Esiste un’altra “education”, quella che deriva dal latino “e-ducere”. Che significa “e-ducere”? Vuol dire “trar fuori” da qualcosa che sta dentro, nel cuore, qualcosa di nascosto, di sacro; significa, dunque, estrarre, scegliere con cura, esaminare attentamente ciò che si deve sperimentare.

L’istruzione è una conoscenza del mondo, mentre “educare” è una gioia interiore, che nasce principalmente dal cuore di tutti gli uomini: in ognuno sono presenti tutti i poteri e le possibilità riscontrabili nel mondo esterno. L’uomo, però, ignorando il proprio potere, rivolge la sua esperienza al mondo esterno. Tutto ciò che esiste fuori, non è altro che un riflesso di ciò che sta dentro: il mondo materiale è una proiezione di quello spirituale interiore.

Perciò, se l’uomo puntasse la propria ricerca verso l’interiorità, ne ricaverebbe una gioia che proietterebbe all’esterno. Gli uomini d’oggi fanno un pessimo uso della loro esistenza, scegliendo un’istruzione di tipo profano, la quale è pur necessaria, ma è già inclusa nella conoscenza interiore, sotto forma di energia centrale che comprende tutte le energie. Nulla ha senso senza quella energia di base.

Il principio fondamentale

Vedete, in questo bicchiere c’è dell’acqua. Da dove viene quest’acqua? Come si è formata? Dalla combinazione d’idrogeno e ossigeno. Tuttavia, quanta acqua pensate di ottenere con la semplice presenza d’idrogeno e ossigeno? Impossibile senza una legge fondamentale che li aggreghi.

Prendete una coppa d’argento, un cucchiaio d’argento e un piatto d’argento. Di che cosa son fatti tutti questi oggetti? D’argento. Potete fondere la coppa o il cucchiaio o il piatto, o tutte queste cose, ma che cosa rimane? Solo argento. Dunque, è l’argento la loro realtà fondamentale, senza la quale perderebbero significato tutte le loro forme e i loro nomi. Ed è con l’argento che potete creare nuove forme, con nuovi nomi.

Allo stesso modo, la conoscenza di base giace dentro il vostro cuore e si chiama Âtma Vidyâ, o Conoscenza del Sé. La chiamano anche Jñâna Shakti, o Potenza della Saggezza, ed è questa la vera Scienza che dobbiamo studiare a fondo.

Attività sociale

Oggi dunque non dovremmo sprecare tutto il tempo in conoscenze materiali. Ci sono milioni di persone qui in India che passano tutto il tempo in ricerche di natura materiale, ma che vantaggio ne hanno? Di che utilità sono al mondo tutte quelle informazioni? Non servono assolutamente a niente; di fatto, si danno un gran da fare per sé stessi o per i loro parenti. Chi pensa alla società? È per essa che dobbiamo lavorare.

Sarve loka hite ratah: “Fate del bene al mondo”. Ecco la vera educazione, la vera cultura, il primo passo. Poi, bisogna far sì che tutti siano felici: è il secondo passo. Il terzo consiste nell’acquisire la ricchezza della sapienza.

Perciò, per prima cosa dobbiamo lavorare per la società, lavorare per l’avanzamento della collettività, lavorare per il benessere del mondo. Chi sei tu? Sei un individuo della società e il tuo benessere dipende dal benessere della società.

Le conoscenze ottenute da ogni singolo individuo non dovrebbero essere cedute per denaro. Oggi si è fatto dell’istruzione un problema di soldi; istruirsi è diventato un affare, un brutto affare. L’istruzione e lo studio che hai potuto avere grazie alla società va impiegato a beneficio della società stessa. È mai possibile vendere alla società ciò che la società ti ha dato? Ciò è contrario al senso umano.

Sacrificio

Il sacrificio è un’importante virtù umana. Lo dichiarano i Veda: “Non è per l’azione, non per la posizione sociale né per la ricchezza, ma è solo grazie al sacrificio che si raggiunge l’immortalità”. E ancora nei Veda si dice che Dio pervade l’intero Universo con migliaia di piedi, occhi, teste, bocche e orecchie. Infinite sono le membra dell’Onnipotente. Pure dai Veda trapela questo senso di unità, il sentimento dell’Uno che Si manifesta nel Molteplice. C’è una sola Realtà; la diversità nasce dall’illusione.

Muoviamoci insieme. Cresciamo insieme.
Sviluppiamo insieme l’intelligenza che abbiamo avuto.
Stiamo insieme senza conflitti, in completa amicizia.

Così parlano i Veda. E allora, che fare di questa cultura indiana? Dovremmo metterla in pratica, sperimentarla e parteciparla ad altri.

Studenti, lasciate da parte il pensiero di procurarvi un lavoro redditizio, non ponetevi mai la domanda “Quanto guadagnerò con questo lavoro?” Ma che cos’è questo guadagnare? Anche i mendicanti guadagnano. Credete che sia un gran guadagno?

Il denaro si è sostituito a Dio,
il lusso è diventato una religione,
l’intelligenza è stata rimpiazzata dall’egoismo,
il dharma è sparito, s’è infiacchito.
La bellezza si è fatta sostituire dall’ego.

È di moda pensare a sé stessi, e la gente corre dietro a questa moda. Studenti, sacrificio! Sacrificate l’ego e apritevi all’amore, all’unione. Queste sono le qualità che vanno sviluppate. Dovete avere nella vostra vita il senso del sacrificio, se volete che tutto vi diventi favorevole. Non dovete arrabattarvi per avere vantaggi. Le comodità per le quali vi battete tanto oggi si rivelano ostili domani. Sembra assai saporito il riso che mangiate quando siete affamati! Ma, un istante dopo, la pensate diversamente e lo gettate via. Aspirazioni e ambizioni finiscono in frustrazioni e fallimenti.

Tutto dipende dalla mente

Per qual ragione tante delusioni, dopo tanti desideri cattivi? È la mente che causa tutta la schiavitù o la liberazione dell’uomo. È sempre e solo la mente all’origine di tutto. Dov’è la mente? Voi credete che si trovi in voi. No. Assolutamente. “La mente è la base dell’Universo”, come dicono le Scritture. Della mente è pieno l’Universo; la mente è presente in ogni anfratto del mondo, e pure dentro di voi.

Dio è in tutto

Vedete tutte queste lampadine? Quante saranno? La luce che vedete in questa particolare lampadina è la stessa che si trova in quell’altra. Così pure, i corpi sono come tante lampadine, in cui scorre la corrente dell’Âtma Shakti. La corrente dello Spirito si trova dentro ciascun essere. Come ha detto la nostra governatrice, “Dio è in ciascuno di noi”. “Dio è presente in tutto l’Universo, in tutti gli esseri viventi”, affermano le Scritture vediche.

Come Lo sperimentiamo? Vi ho detto poc’anzi che i modi sono innumerevoli. Il corpo è il tempio e Dio ne è l’Eterno residente interiore. L’anima dell’individuo è dunque Dio. Se questo corpo è un tempio, anche quel corpo è un tempio, e quell’altro pure; tutti i corpi sono templi. E ogni singola anima, che risiede in ciascuno di questi templi, è Dio. Allora, chi odierete, o chi amerete?

(Swami lo dice cantando) Son tutti templi, dove abita un solo Dio. Perciò, dovreste sentirvi un’unica famiglia dell’Universo ed amare tutti allo stesso modo.

Un cuore di compassione

Non odiate alcuno.
Chi odia qualcuno, odia se stesso.
Dunque, amate tutti e non offendete nessuno.

Abbiate il culto dell’amore.
Non c’è altro Dio più in alto dell’amore,
poiché Dio è amore e l’amore è Dio.

Vivete nell’amore.

Studenti, non lasciate spazio alle cattive qualità quali l’odio, la gelosia, la collera, l’arroganza, poiché esse cominceranno con l’attaccarsi a voi per poi rovinarvi: ciò che esse odiano è il vostro amore. Perciò, occorre sviluppare quel tipo d’amore che ama.

Inizia la giornata con amore.
Trascorri la giornata nell’amore.
Riempi la giornata di amore.
Chiudi la giornata con amore.
Ecco la strada che porta a Dio.

Quindi, l’amore è la virtù che dobbiamo coltivare.

Ogni singolo uomo dovrebbe con l’istruzione riempirsi di compassione. A che serve essere colti se poi non si è comprensivi verso gli altri? Non bisogna indurire il proprio cuore.

Una volta, Gandhi si sentì molto triste a causa di questa durezza. Un inglese gli chiese: “Che cos’hai, Gandhi? A che cosa stai pensando?” E Gandhi rispose: “Alla durezza di cuore che l’istruzione instilla. Il cuore, il cuore umano si sta indurendo giorno dopo giorno. Quanto più la gente è colta, tanto più ha un cuore di pietra. Non si può chiamare istruzione questa”.

Bisogna che il cuore si ammorbidisca; è l’amore che deve muoverlo e il senso del Divino che va esaltato. Ogni essere umano dovrebbe trasformare il proprio cuore, riempiendolo di compassione. Questa è la cultura che davvero serve oggi. Qualcuno penserà: “Ma io ho studiato, ho preso delle lauree di tutto rispetto”.

Vi sembra che tutti quelli che sanno leggere e scrivere abbiano un buon carattere?
Si ha educazione solo per aver frequentato il college?
Potete dire di essere colti se non avete una buona mente e un buon intelletto?
E se la cultura serve solo a sbarcare il lunario,
in che cosa vi distinguete dagli uccelli e dalle bestie?

Il lavoro è adorazione

Per noi l’istruzione non è un semplice mezzo di sussistenza: l’istruzione deve servire alla vita, non per sopravvivere. È un grosso errore cercare nello studio una soluzione per vivere, per un lavoro. È ora di smettere di confondere la professione con l’istruzione. Basta con il pezzo di carta per il posto di lavoro! Che cos’è il lavoro? Anche chi rimane a casa fa un lavoro. Fate il lavoro che fa vostra madre o vostro padre a casa. È un lavoro anche quello che fate aiutando i vostri genitori. Il lavoro va trasformato in adorazione; il lavoro è un culto, una preghiera, poiché il dovere è Dio. E qualunque cosa facciate, è un lavoro.

Oggigiorno, i giovani che hanno appena ottenuto un diploma si affrettano a procurarsi un passaporto e corrono all’ufficio di cambio, perché a loro preme andare all’estero. Che avranno mai tutte quelle nazioni estere? Non c’è abbastanza in India per dover andar fuori? Ciò che manca all’India non lo troverete in nessun’altra nazione straniera.

La Madrepatria India

Oggi si sta dimenticando tutto il sacro che offre l’India, la terra del sacrificio, dello Yoga, dell’azione. Si sta cercando di far diventare l’India una terra di piaceri sensuali e, con il piacere dei sensi, giunge la malattia. Non andate dunque all’estero. Assicurate protezione al vostro Paese.

“Questa è la mia madreterra, la mia madrelingua, la mia madrepatria.
Qui c’è la mia religione”; tali siano i vostri pensieri.
Se non avete la forza di affermarli, siete come dei cadaveri ambulanti.

Non esiste al mondo una nazione migliore dell’India; questa è una terra santa. L’India è sempre stata a capo di tutte le altre nazioni. In ogni campo – etico, fisico, morale, spirituale, materiale, politico – essa ha occupato un posto di rilievo spirituale. Se dunque occupa un posto così sacro, perché abbandonarla? E se si perde tanto facilmente la fiducia nella nazione in cui si è nati, quanto durerà la fede in una nazione straniera? Se dunque qui siete nati, amate questa vostra madrepatria. La nazione ha bisogno d’aiuto e noi dobbiamo darglielo, dobbiamo offrirle il nostro servizio, il nostro seva.

Studenti, dovete studiare anche ciò che appartiene al campo della scienza fisica; tuttavia, accanto alla conoscenza profana, è essenziale che ci sia anche la scienza dello spirito. Non c’è assolutamente pace in un mondo in cui manchi la conoscenza morale e spirituale.

Studenti, dobbiamo tener conto che in tutto esiste un aspetto positivo e uno negativo. Purtroppo, gli studenti d’oggi stanno cambiando il loro cuore per il verso negativo. È inutile; è come un aquilone che ha perduto il filo che lo faceva volare. Non si sa dove andrà a cadere. Prendete dunque la scuola per il giusto verso, per ciò che essa significa veramente.

Non preoccupatevi, prendete tempo

Studenti, voi avete ottime qualità. La vostra età è davvero sacra, poiché tutti i sentimenti che nascono in questo periodo della vita sono molto sacri. Ma, abbiate pazienza; non precipitate.

Haste makes waste,
waste makes worry.
So do not be in a hurry.

La fretta è spreco,
e lo spreco mette agitazione.
Perciò, non abbiate fretta.

Con la fretta si sciupano e distruggono molte cose.

Quando vi sorge un pensiero, prendete tempo e chiedetevi: sarà buono o cattivo? Vero o falso? A che serve sennò il discernimento? E la stessa discriminazione non dev’essere soggettiva, bensì oggettiva; deve fondarsi su ragioni obiettive; ciò che è buono per me, lo deve essere anche per te, per loro, per tutti. Solo in quel caso il pensiero è sacro.

Studenti, prendete tempo, senza fretta, lentamente. Prendete tempo. Le azioni che si compiono, per essere pure, devono essere precedute da decisioni pure. Anche la governatrice ha detto cose buone: pur essendo ancor giovane, ha accumulato tanta esperienza.

Fiducia in sé

La prima e più importante cosa da chiedersi è in chi si dovrebbe aver fiducia. In sé stessi. Bisogna avere fiducia in sé. Con la fiducia in sé arriva la soddisfazione di sé; con la soddisfazione di sé viene il sacrificio di sé e con il sacrificio di sé si giunge alla realizzazione del Sé. Alla base di tutto ci dev’essere la fiducia in sé, che è il muro di sostegno. Il sacrificio di sé è il tetto, la realizzazione del Sé è la vita. Dove potreste vivere senza un tetto? E che muro potreste edificare senza fondamenta? Quindi, la prima e principale cosa è la fiducia in sé.

Chi sei?

Chi è il Sé? Non è altro che Dio. “Io, io, io,…”; dovunque andiate, dite “Io…”. Il Vedânta, dopo varie ricerche, è arrivato alla seguente conclusione: “Uomo, prima di tutto scopri chi sei tu. Che cosa puoi sapere di te, se non sai chi sei?”

Il mio corpo, la mia mente, le mie gambe, i miei occhi,… si sente dire. Tutto è mio. Ma, mio di chi? Chi è quell’io che dice “mio”? Chi sono io? Vai dicendo che queste sono le tue mani o i tuoi piedi, ma tu chi sei? Se dico che questo è il mio fazzoletto, affermo che il fazzoletto non fa parte di me, è separato. Questo è il mio bicchiere, separato da me. Quando dici “il mio corpo”, il tuo corpo è separato da te! Ma tu chi sei allora? Ecco il punto: cercate di capire, indagate, ponetevi bene questa domanda: chi sono io? Scoprirete di essere l’Uno, l’unico Principio.

Se chiedessi a ognuno di questi ragazzi, “Chi è Ramayya?”, qualcuno risponderebbe “Sono io”; “Chi è Rangayya?”, e un altro risponderebbe “Io”. “Lilamma? Palamma?”, “Io”, “Io”, si udrebbe. Nomi differenti, fisionomie diverse, ma un’unica risposta: “Io”. Se conosceste voi stessi, dunque, conoscereste il mondo intero, perché il mondo intero è pieno di “io”. Questo è quanto proclama il Vedânta, che si chiama Advaita Vedânta, cioè Filosofia del Non-dualismo. I Veda sono su una posizione dualistica, mentre l’Advaita Vedânta si basa sul non dualismo. “Una è la Verità, che i Sapienti definiscono in vari modi”, proclamano le Scritture.

Il vero essere umano si riconosce da una mente che s’intenerisce al vedere la sofferenza e da un cuore che di fronte al dolore altrui si anima per alleviare il dolore. Che significa “essere umano”? Mânava (uomo) è chi possiede manas, cioè la mente. La compassione non è propria di chi è privo della facoltà di pensare, né mai sarà misericordioso chi è senza mente. Quindi, abbiate cura di tutti, gioiosamente; sforzatevi di togliere dai pasticci e dalle difficoltà chiunque.

Studenti, mentre cercate di studiare, avete la speranza di ottenere dei gran titoli di studio; ma per quanti diplomi o lauree otteniate, non dimenticate mai la cultura della vostra madreterra, l’India, che v’insegna a riconoscere l’unità nella diversità. Tutti siamo uno. “La Verità è unica e i saggi la chiamano con molti nomi”. Perciò, tutto quello che s’è fatto in campo scolastico va utilizzato al fine di apprendere l’arte di aiutare il prossimo. La conoscenza che avete acquisito dev’essere impiegata in qualche modo perché il mondo ne possa ricavare il miglior beneficio.

Le spese dell’istruzione

Gli studi di medicina, ingegneria e di altre discipline sono oggi diventati un problema di soldi. Se uno vuol avere un posto di medico deve sborsare due milioni di rupie, 20 lakh, (equivalenti a cento milioni di lire). Voi credete che si tratti di una semplice parola di due lettere (la e kh in telugu), ma perché tirar fuori due milioni di rupie solo per studiare? Sarebbe sicuramente più vantaggioso mettere in banca quei soldi e goderne gli interessi! (risate fra gli uditori)

Una volta che avete sborsato quei due milioni per ottenere un titolo di studio in Medicina, dovrete piegarvi ai compromessi della corruzione per ammortizzare quella spesa. Ecco come nasce la corruzione: dal denaro; denaro usato (in primo luogo) per studiare. Non si dovrebbe pagare per studiare, a costo di non avere un posto di lavoro!

Se si chiede a tutti i ragazzi dei villaggi “Che fai?”, risponderanno “Sto chaduvu-kontunnanu”, che alla fin fine significa: “Sto comprando la mia istruzione”.

Per iscrivervi alla prima classe elementare vi vien chiesto un deposito di ventimila rupie; così, dalle elementari al dottorato in medicina, è tutto solo una questione di soldi. In che modo pensate di guarire questa gente dalla corruzione? Vi sembra giusto pagare tanti soldi? E adesso che li avete pagati, i vostri genitori che si son dati tanta pena per trovare quel denaro, dovranno pur riaverlo indietro, non vi pare?

Perciò, non ha senso spendere tutto quel denaro per poi doverlo recuperare, come non ha senso che studiate solo per riempirvi lo stomaco. Studenti, Dio vi ha dato due mani e uno stomaco: non è sufficiente il lavoro di due mani per riempire lo stomaco? Voi non lavorate con due mani e così lo stomaco non è sazio. L’uomo nasce forse per riempirsi la pancia? Non fanno così anche gli animali? Allora non datevi pena per il mangiare, ma fate sì che la vostra mente sia pura e sacra. Fate in modo che i sentimenti siano diretti verso sacri sentieri.

Dunque, ci sono ancora quindici giorni (di Corso Estivo). In questi quindici giorni ci sono tante cose che gli studenti devono imparare. Ci saranno alcuni studiosi, che, provenendo da tanti tipi di esperienze, vi spiegheranno molte cose, come ha fatto oggi la vostra governatrice. Anch’essi, come lei, vi trasmetteranno le loro esperienze. L’esperienza è importantissima, come pure comunicarla offrendola a tutti, riceverla e metterla in pratica.

La ragione del cuore

In questo periodo dovete prestare molta attenzione, poiché se non siete ricettivi nel modo giusto degli insegnamenti, la scienza diventa nescienza. L’istruzione oggi impartita nelle scuole è artificiale. Non è vera istruzione né educazione, ma solo agitazione. A che serve studiare in quel modo?

Parliamo di educazione; si vuol e-ducere, cioè “trarre fuori” i sentimenti migliori dal cuore, mentre invece si considera educazione ciò che vien fuori dalla testa. In realtà, le cose che passano per la testa sono come nuvole che vanno e vengono, mentre i valori umani che vengono dal cuore rimangono in eterno: compassione, amore, coraggio, verità, sacrificio ed equanimità, tutti questi sentimenti nascono dal cuore e resteranno immutabili per sempre.

La cultura che si acquisisce oggi mediante lo studio e le professioni che si intraprendono sono tutte di natura materiale; son tutte cose che vanno soggette a cambiamenti.

Dayâ, la compassione, è propria dello hridaya, del cuore. Tutto quanto proviene dalla testa porta disturbi gastrici. Pensieri, pensieri, pensieri! A che serve aver tanti pensieri? Non è buona cosa averne. Tutto dovrebbe invece avere origine dal cuore.

La vera istruzione, quella che gli studenti devono apprendere,
consiste nella virtù, nella buona educazione,
nella verità, misericordia, disciplina e senso del dovere.

Non serve avere tanta razionalità. Potete essere anche molto intelligenti, formulare pensieri di alto valore intellettuale; ma anche una volpe è molto intelligente, e senza bisogno di studiare! Non abbiamo bisogno di una scuola per essere scaltri. Vogliamo avere l’intelligenza che nasce dal cuore. Qualsiasi cosa è buona, purché venga dal cuore. Parlando coi vostri amici, offrite loro delle soluzioni che vengano dal cuore. Questo è il vero modo di apprendere.

Le nostre scuole

Voi sapete come sono impostate le nostre scuole. Non c’è una sola persona che prenda un centesimo: dai giardini dell’infanzia sino ai corsi universitari, l’istruzione è completamente gratuita. Che cosa vi si richiede? Che cosa ci aspettiamo da voi? Che una volta usciti siate degli uomini ideali, dei cittadini esemplari; che usciate da queste scuole disposti a dare gratuitamente il vostro esempio a tutti. Qui voi avete ricevuto gratuitamente. Che frode se cedeste per denaro ciò che avete avuto! Che inganno! Sarebbe solo un business. Non comportatevi mai così. Partecipate agli altri con amore ciò che avete avuto. A tutti.

Come dev’essere la vostra partecipazione? Non una partecipazione a tempo limitato, ma a tempo pieno. Solo in questo modo l’istruzione sarà un tesoro (bangaru).

Tutti voi sapete come sono strutturati i nostri college. Studiando qui, non dovete dedicare 24 ore allo studio, ma solo qualche ora al giorno. Quando poi farete ritorno al college, non mettetevi subito seduti a sfogliar libri. Conversate un po’, giocate, cantate, dedicatevi a qualche buon lavoro, tuttavia non per 24 ore. Non studiate solo. Per un po’ studiate, e fate dell’altro. Però, appena tornati a casa, non gettate da parte i libri. Teneteli con cura. Saggiateli con scrupolo.

Pigrizia e logorrea

Vi ho parlato di Napoleone e di quanta disciplina avesse. Dormiva solo qualche ora; si teneva controllato sia sul sonno che sul cibo. Bisognerebbe imitarlo. Invece, appena tornati a casa dal college, il “college” perde la sillaba “col” e rimane un “lazy” (pigro) (risate). Non siate pigri.

Laziness is rust and dust.
Realisation is the best and rest.

Dalla pigrizia ruggine e fuliggine;
nell’attività il migliore rifugio.

Quindi, tutti voi portate a termine qualche cosa; nessuno di voi si abbandoni alla pigrizia.

Il troppo parlare è disdicevole. Sapete che cosa succede quando si parla troppo? Succede che la memoria si deteriora, e perfino l’intelligenza. Dunque, non è buona cosa parlar troppo.

Non sempre potete usar gentilezze,
ma potete sempre parlare con gentilezza.

Dite cose buone;
rispettate gli anziani.
Amate i genitori.
Siete veri studenti se avete quel tipo di amore.

Ricordare e riassumere

Incarnazioni del Divino Amore,

più tardi parleremo di tutte queste cose. Per oggi basta. Vi ho parlato a tu per tu; ma voi aprite il vostro cuore a tutti questi argomenti, riflettendo, ricordando e ricapitolando. Come un ruminante che richiama il cibo in bocca per rimasticarlo e digerirlo, anche voi, non appena sarete giunti a casa, ricordate ciò che avete udito e digeritelo. Tutto quanto avete udito qui fa parte della vostra formazione, e sarà l’esperienza che farete sul campo a “e-ducere”. Qui si istruisce, a casa si educa. Là dovrete digerire e assimilare quanto udito. Allora sarete appagati (santrushti) e corroborati (pushti). Siate felici.

Ed ora alziamoci per l’Inno Nazionale.

(Baba termina intonando l’inno nazionale)

Campus di Brindavan, 15 Maggio 2000, mattino

Discorso di inaugurazione del Corso Estivo,

Auditorium Sri Sathya Sai Institute of Higher Learning.

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