Incarnazioni dell’Amore,
Per poter vedere la luce della fiamma di una lampada, perché avete bisogno della luce di un’altra lampada?
Il cuore dell’uomo è Luce eterna piena di Verità ma, nonostante questo, l’uomo vuole acquisire la Conoscenza per conoscere la Verità. Questa è una grande ignoranza ed, al fine di liberarci da essa, avviciniamo maestri e guru.
In verità, per acquisire la Conoscenza dello Spirito, non c’è bisogno di nessun maestro, perché nessun maestro può trasmettere questa Conoscenza.
Madre Natura ci insegna così tanti ideali proteggendoci in ogni momento!
Ogni uomo è figlio della terra e, al fine di trasformare i propri figli in uomini di saggezza, Madre Natura da degli insegnamenti.
Madre Natura insegna ai propri figli e dice loro:
“Mio caro figlio! Perché vai in cerca di maestri e lotti così duramente per trovare un guru? Guarda me, osservami, cerca di capirmi chiaramente. Uomini laureati, persone altamente educate mi sfruttano, mi prosciugano: essi mi esauriscono fino all’osso! Usano trivelle per scavare pozzi ed altre terribili cose. L’uomo mi causa molta sofferenza in molti modi!
Ma, nonostante tutto, a me non importa, non ci faccio caso. Impara anche tu questa Pace. Non ti deprimere, non ti arrabbiare, resta impassibile! La gente potrà anche criticarti, usarti, accusarti, incolparti, ma tu non essere euforico di fronte alla lode e nemmeno depresso di fronte al biasimo. Mantieni lo spirito equanime di fronte ad ogni situazione. Considera piacere e dolore in eguale misura: questa è la Conoscenza del Sé!”
Che cos’è la seconda lezione?
Anche l’acqua è parte della natura; essa è un dono divino ed è parte della Divinità stessa. L’acqua ci insegna: “Io discendo sottoforma di pioggia; io sono sempre pura dolce e fresca: queste sono le mie qualita naturali. La purezza è la mia natura la dolcezza è la mia forma. La santità è una qualità naturale. Dovresti anche tu seguire queste tre nobili qualità! La Pace è qualcosa di essenziale: ecco ciò che desidero che tu sappia. La dolcezza della mente!!”
Bhagavan descrive questi tre aspetti chiamandoli le “tre P”:
1) Purezza;
2) Pazienza;
3) Perseveranza.
Realizzate queste tre qualità! La lezione dell’acqua è che voi potete ottenere la Conoscenza dello Spirito attraverso queste “tre P”.
Poi, viene il fuoco.
“Caro figlio mio, io non discrimino fra bene e male! Io non mi preoccupo diventando matto e rovinandomi l’esistenza. Io non progredisco bruciando solo ciò che è buono, perché io tratto il bene ed il male alla stessa maniera. Allo stesso modo anche tu non tenere dentro di te considerazioni fra bene e male perché tutto, di base, è Divino! Quando capisci questo, dove può esistere la differenza fra bene e male? Tutto è solo un Dono di Dio! Così, non fare differenze fra bene e male e mantieni uno spirito di equanimità, che è un attributo dello Spirito.”
Basandosi su questo, Bhagavan vi continua a ripetere che la Natura è un grande testo: essa è un libro attraverso il quale ci sono molte cose da imparare.
Il vento.
Il vento va ed arriva dappertutto; esso raggiunge ogni luogo senza badare se ciò che trasporta è profumo o puzza! Esso non è connesso a niente.
“Io sono presente ovunque; – esso dice – io sono in ogni cosa, ma niente è in me!”
Questo è un grandissimo Insegnamento! Dio è in tutti, ma niente è presente in Dio!
“Dio è oltre ogni attributo: Egli è senza Nome e senza Forma”: questo è l’insegnamento dei Veda!
L’intelletto è essenziale ai giorni nostri.Noi consideriamo l’intelletto come qualcosa di collegato alla discriminazione ed al giudizio. Al fine di ottenere la stabilità dell’intelletto, l’uomo sta facendo ogni tentativo, ma tutti questi forzi sono in vano: ogni tentativo è destinato a fallire.
Se vogliamo acquisire la stabilità, l’intelletto è uno strumento utile poiché esso è sempre stabile. Esso decide ed è dotato di descrizione, discriminazione e giudizio. Nel linguaggio vedantico, esso è chiamato “Voce interiore”. Perché?
Noi non siamo capaci di essere fermi e saldi e per questo ci sono due ragioni: a causa dell’attaccamento, perché non siamo capaci di riconoscere la Divinità della vita umana e poiché viviamo una comune, ordinaria vita materiale, noi non siamo in grado di discriminare e giudicare correttamente.
Siamo trascinati via dalle effimere cose materiali e la nostra visione è puramente terrena. A causa di questo oscilliamo; a causa di questa natura instabile, non siamo in grado di decidere e discriminare.
Per risolvere questo problema, dovremmo disfarci per sempre della nostra visione esteriore e diventare capaci di discriminare sempre di più.
L’intelletto è più in alto di tutto. Allo stesso livello della terra, c’è il corpo e, ad un livello più alto del corpo, troviamo i sensi; più in alto ancora c’è la mente, ma l’intelletto è ancora di più!
Oltre all’intelletto c’è solo l’Atma, lo Spirito.
Poiché l’intelletto è così vicino all’Atma, anch’esso è luminoso.
L’intelletto è descritto come un uccello: la testa rappresenta l’intelletto, l’ala destra rappresenta Hruttam, l’ala sinistra Sathyam (Verità), la coda è Mahatattwa, mentre il corpo è Yoga.
Tutto ciò significa che l’intelletto ha in sé questi 5 aspetti.
L’intelletto ha le cinque facoltà dell’indagine, della Verità e tutte le altre. La gente si inganna quando crede che l’intelligenza sia superiore all’intelletto.
Tempo fa, l’imperatore Vikramadhi radunò un’assemblea. Voleva che la gente lì riunita decidesse che cosa fosse superiore, se l’intelligenza o l’intelletto. All’assemblea c’erano molti studiosi eminenti, ma nessuno aveva il coraggio di dare la risposta.
L imperatore allora disse: “Più dell’intelligenza, il potere dell’intelletto è superiore!” Egli, per esprimere il concetto, fece uso di due parole: Ashta e Shwasta.
Ashta significa “interesse”, mentre Shwasta significa “ fermezza”;
l’intelletto possiede queste due, cioè l’interesse e la fermezza. Senza queste qualità dell’intelletto, di che utilità sarebbe l’intelligenza? Infatti questi due attributi non si trovano nell’intelligenza.
Colui che ha interesse avrà anche la fede che lo renderà sincero: senza interesse e fede, l’intelligenza è inutile!
Un intelletto con interesse e con la capacità di giudizio, sarà pieno di Potere spirituale ed aiuterà a realizzare la Divinità!
Ecco due aspetti: Hrutam e Sathyam.
Se indaghiamo che cosa sia Hruttam, scopriamo che essa è collegata ai tre attributi di base. Infatti Hruttam significa: “Armonia fra parola pensiero ed azione”.
Il Suono che Hruttam emana, è Sathyam, cioè Verità.
Prima di ingerire qualunque cibo, ogni essere umano dovrebbe pregare con questi due attributi: Hruttam e Sathyam.
Vikramadhi credeva fermamente al fatto che, colui che pregava con Hruttam e Sathyam, avrebbe ottenuto la forza fisica, la purezza dei sensi esteriori, la purezza dei sensi interiori e, alla fine, avrebbe raggiunto Dio.
L’uomo è in grado di conquistare la Meta solo con l’aiuto dell’intelletto e non con l’intelligenza.
L’intelligenza non è dotata di fermezza: il potere della mente senza gli attributi dell’intelletto, è inutile!
Il cibo è Dio. Il cibo è la Forma stessa di Dio. Rasam, l’Essenza, è Divinità.
Il cibo, l’Essenza e colui che ingerisce il cibo, rappresentano la Trinità e la bocca che si ciba è Maheshwara (Shiva, lo Spirito Santo). Anche questi tre aspetti sono racchiusi in Hruttam. Colui che non ha armonia in questi tre aspetti, non si può certo considerare un conoscitore.
Una volta Shankaracharya intraprese un viaggio per decantare la sua vittoria. Durante il tragitto incontrò Mandanamishra che voleva discutere e confrontarsi con lui sulle Sacre Scritture; egli voleva spiegare bene a proposito della spiritualità.
“Entrambi sono fango o gemme;
chi vince, chi perde: chi lo può decidere? Poiché entrambi discutono,
chi può capire chi è il vincitore e chi il perdente?”
Shankaracharya disse: “O Mandana, tua moglie, incarnazione della Verità, può benissimo decidere chi è il vincitore e chi è il vinto. Eleggiamola a giudice ed iniziamo a discutere.
Potete aspettarvi che una cosa simile succeda ai giorni nostri? Avere la moglie del proprio rivale come giudice!! Ma quelli erano i giorni del Dharma, della Giustizia! A quei tempi le persone non pensavano ai benefici materiali, ma solo ai vantaggi spirituali!
Ubhayabharathi, la moglie di Mandanamishra, era l’incarnazione della Verità! Lei non fece nessuna differenza se uno era suo marito e l’altro era il rivale.
Infatti entrambi decisero che lei sarebbe stata un giudice perfetto. Alla fine, Mandanamishra perse e, su richiesta di Shankaracharya, da quel momento egli divenne un rinunciante (sannyasi, monaco).
Quando l’uomo diventa un sannyasi, anche la moglie lo deve seguire nella stessa scelta di vita. Così anche Ubhayabarathi divenne una rinunciante ed insieme costruirono un eremitaggio.
Barathi si occupava di radunare le donne ed iniziò ad insegnare la spiritualità, l’essenza dei Veda e tutte le Sacre Scritture.
In verità, nei Veda c’è dottrina della dualità mentre il Vedanta è non-duale.
I Veda sono le scritture che soddisfano i desideri. Un piccolo esempio:
“Voglio dell’aria che si deve manifestare come fresca brezza ma non agitata come un forte vento …” I Veda soddisfano tutti i desideri; essi sono dualistici.
Tutti i sei giorni i bramini cantano i Veda, mentre il settimo giorno essi cantano le Upanishad.
Le Upanishad trattano la Non-dualità. Che cos’è la Non-dualità? E’ l’Uno! Solo Uno!
La vera Saggezza è la Visione e l’Esperienza della Non-dualità. Questa è la vera e sola Saggezza.
Ubhayabarathi insegnava che la vera Saggezza conduce alla Liberazione.
Nella sua routine giornaliera, Ubhayabarathi veniva accompagnata dalle sue discepole al Gange e, dopo essersi bagnata nelle sacre Acque, ritornava all’eremo per insegnare e discutere queste grandi Verità.
Un giorno, mentre si stava recando al Gange, vide una ciotola fuori da un altro eremitaggio. Questi tipi di ciotole vengono usate dai sannyasi per contenere il cibo e l’acqua che mendicano nelle case. Questa ciotola, per Ubhayabarathi, significava che nell’eremitaggio c’era uno brahmajnani (conoscitore di Brahma, di Dio). Si avvicinò e cominciò a fare domande su chi fosse il sannyasi e come si chiamasse. Poco più in là vide un uomo che stava riposando con il capo posato su una bottiglia vuota che gli faceva da cuscino.
Tutti intorno a lei dissero: “Egli è uno brahmajnani, un uomo di Saggezza!”.
Ubhayabarathi sorrise e disse: “Che peccato! Se fosse davvero uno brahmajnani, come potrebbe essere cosi attaccato alla bottiglia?
Perché sta usando quella bottiglia come cuscino: per tenerla al sicuro?”.
Disse tutto questo ad alta voce così che anche quell’uomo potesse sentire.
Lo brahmajnani, infatti, sentì e vide tutto e …. diventò furioso! Prese la bottiglia e la getto via!
Allora Ubhayabarathi disse: “Che peccato! Non solo è pieno di attaccamento, ma è anche un uomo pieno di rabbia! Con rabbia ed attaccamento, può egli davvero essere un uomo di totale rinuncia?”
Lo brahmajnani cominciò a riflettere: “Questa non è una donna comune” e così le si avvicinò.
Egli chiese: “Come stai? Io credo che tu sia Ubhayabarathi, la moglie di Mandanamishra. Ti prego di perdonare il mio errore. Finché ci sono rabbia ed attaccamento, nessuno può essere considerato uno brahmajnani. Finché ci sono attaccamenti e il senso del “mio”, non si può ottenere la Saggezza spirituale”. Dicendo questo, egli si prostrò ai piedi di Ubhayabarathi e le chiese di diventare il suo guru e di insegnargli questa Conoscenza dell’Atma.
A quei tempi non c’era alcuna differenza fra uomo o donna: la gente avvicinava chiunque e si prostrava ai Piedi di Loto delle anime nobili, al fine di ottenere la Conoscenza dello Spirito che è eterna ed immortale.
Così, per conoscere la Divinità, è necessario avere questa purezza! L’intelletto deve essere saldo e non possedere nessun attaccamento; esso non deve cambiare nelle varie direzioni e nei vari livelli.
A volte la mente è calma ma, poco più tardi, la mente è agitata. Qual è il motivo di questo?
I desideri mondani sono responsabili di questo! Sono solo i desideri terreni che rendono la mente instabile e senza pace.
E’ la nostra visione esteriore la responsabile di questi nostri stati.
Una volta che avete adocchiato un oggetto, la mente comincia a desiderarlo! E’ perché vedete che volete possedere!
Le anime nobili, in quei giorni, abbandonavano i posti abitati e spendevano tutto il loro tempo in solitudine; essi non guardavano niente e non si associavano con nessuno.
Erano nella completa solitudine e, quando chiudevano gli occhi, pensavano a Dio.
Persino mentre di tanto in tanto aprivano gli occhi, non c’era niente che attirasse la loro attenzione.
Essi pregavano e si analizzavano così:
“O Dio! Che grande regista sei! Mi hai dato gli occhi perché volevi che io vedessi ed hai creato il mondo esterno. Mi hai fornito di orecchie, perché volevi che io ascoltassi ed hai anche creato la musica; ma le orecchie ed i suoni sono qualcosa di esteriore. Mi hai dato un naso, perché volevi che sentissi gli odori, ma le porte d’ingresso del naso (narici) sono fuori di me!”
Qual è il significato simbolico di tutto questo?
Ci viene naturale guardare le cose esteriori e proiettare la visione fuori di noi perché, una volta che chiudiamo le porte esteriori (dei sensi), abbiamo solo buio dentro!
Ma Dio vi dice: “Figlio mio! Io ti ho fornito di queste porte, che però vanno chiuse al fine di ottenere la Saggezza dell’Atma. Per questo hai bisogno dell’Occhio della Saggezza.
Con gli occhi fisici sei in grado di percepire solamente il corpo materiale e non lo spirito. Volgi gli occhi fisici verso l’interno e solo allora sarai in grado di sperimentare lo Spirito interiore.”
Perciò: VOLGETE LO SGUARDO VERSO L’INTERNO!!
Tutte le nostre case sono fornite di porte.
Perché? Per permettere l’entrata e l’uscita, per permettere ai nostri parenti ed amici di entrare. Le case sono anche fornite di finestre, per permettere l’entrata della luce e dell’aria. Queste porte sono solo per nostra convenienza, infatti non permettiamo certo ai cani randagi, ai maiali e ad ogni asino di entrare all’interno delle nostre abitazioni! NO!
Queste bestie sono lì fuori, ma non per questo permettiamo loro di entrare. Solo noi entriamo ed usciamo.
Per questo l’intelletto è uno strumento essenziale per giudicare! Con l’intelletto capiamo che cosa deve entrare, a che cosa è permesso di entrare; infatti l’intelletto sa giudicare chiaramente, perché è il suo lavoro principale.
A chi permette di entrare, a chi ordina di uscire? Con chi dobbiamo fare amicizia? Chi non dobbiamo frequentare? Cosa dobbiamo mangiare ed a che cosa dobbiamo rinunciare? Grazie a questo lavoro di giudizio e discriminazione dell’intelletto le anime nobili conducono una vita meravigliosa!
Atma è Uno! Questa è Atmajnana (conoscenza dell’Atma).
Esiste una sola Atma che è presente ovunque, ma noi pensiamo e vediamo l’Uno come molti, perché questa è la nostra visione esteriore.
Ecco qui una vasta assemblea di gente: voi credete che ci sia un’Anima in ognuno e che Essa sia separata dalle altre: QUESTA E’ LA PIU’ GRANDE IGNORANZA!!
Ogni corpo qui, è un recipiente nel quale è contenuta l’acqua della mente, ma lo stesso Sole si riflette in ogni recipiente. Per il mondo intero c’è un unico sole che si riflette nell’acqua contenuta in ogni recipiente e che appare come “molti”.
Ma per quanto potremo guardare il riflesso? Solamente finché nel recipiente è contenuta l’acqua!
I contenitori differiscono, ma il riflesso è lo stesso ed unico; il valore del recipiente differisce, ma il riflesso è lo stesso ed unico.
Similmente l’Atma lo Spirito è lo stesso ed unico: solo i nomi e le forme dei corpi sono diverse!
Uno potrà essere milionario, mentre l’altro potrà essere un pezzente ma i due, di base, sono lo Stesso! Così cercate di indagare e capire questa Unità nella diversità: solo così potrete abbandonare il sentimento della pluralità.
Come vi sarà possibile, poi, trovare I’Unità? Sarà possibile per colui che ha chiaramente capito la relazione fra corpo e cuore.
Anche i Veda insegnano così: “La nascita e la morte sono cose comuni a tutti gli esseri; l’appetito e la sete, il piacere ed il dolore sono cose che tutti hanno in comune. Capire questo, vuol dire realizzare l’Unità comune a tutti ”.
I poveri non nascono dalla terra ma nemmeno i milionari cadono dal cielo!! Entrambi sono nati dal grembo di una madre: questa è una cosa che accomuna entrambi.
Un uomo ricco potrà avere pietanze deliziose per soddisfare il suo appetito, mentre il povero forse non sarà in grado di calmare il richiamo dello stomaco, ma la sensazione di fame sarà uguale per entrambi. Anche la sete è qualcosa in comune solo che l’uomo ricco potrà avere bibite fresche, mentre il povero avrà solo acqua presa dal pozzo.
La qualità del cibo differisce ma la fame è la stessa; i gioielli sono molti, ma l’oro è lo stesso. I colori delle mucche sono diversi ma il latte è lo stesso: i fiori sono molti, ma l’adorazione è una.
L’uomo è condannato a sperimentare queste sensazioni giornalmente. Ma quando cominciate ad indagare sullo spirito di unità nella vita umana, potete ottenere la Divinità.
Questa è la vera sadhana (pratica spirituale).
A volte, però, purtroppo capita che trascuriamo una disciplina tanto naturale, per praticare discipline che ci sfiniscono!!
Un piccolo esempio:
Ci sono dei guru che vi chiedono di sedere in posizione confortevole (Sukhasana), ma molti di voi vogliono sedere in Padmasana (posizione del loto) e meditare. Ma non c’è nessun comfort a sedere in Padmasana!! Se lo fate, automaticamente creerete uno sforzo che vi esaurirà! Se provate tensione e dolore, come potete meditare?
Sukhasana significa “la posizione confortevole”. Così il vostro cuore sarà pieno di compassione.
Perciò: pensate a Dio e meditate su di Lui nel vostro cuore. Non è il corpo ad essere importante: quelli sono solo corpo e sensi ed il corpo umano è così debole!!
Non intraprendete pratiche che si basano sul corpo!
Piacere, dolore: dove si trovano? La gioia è dentro di voi, non al di fuori.
Se la felicità fosse all’esterno, tutti sarebbero felici! Invece la felicità è all’interno.
E’ l’intelletto che ha la proprietà di giudicare queste cose. La felicità si trova dentro il nostro cuore, non nel mondo esteriore. Se fosse fuori, tutti potrebbero ottenerla.
Se fosse all’esterno, gli stranieri la porterebbero via!
Vamana disse: “Se queste pietre fossero divine, tutti i re sarebbero pronti ad impossessarsene!”.
TUTTE LE PIETRE NON SONO DIVINE,
MA LA DlVINlTA’ E’ PRESENTE IN OGNI PlETRA!
Dio è presente in ogni cellula ed in ogni atomo: dovremmo avere questa visione ed essere pronti ad adorare le pietre. Ma non limitate Dio ad una specifica forma: non c’è posto dove Dio non sia. Dio è presente ovunque: Egli non è separato da voi!
Questo è l’insegnamento speciale di Sai:
“DIO NON E’ SEPARATO DA TE,
DIO NON E’ DIFFERENTE DA TE!!”
Dio è la Forma cosmica, la Forma universale!
Il corpo è come una bolla di sapone mentre la mente è una scimmia pazza perciò: non seguite la mente, non seguite il corpo che è una bolla di sapone.
SEGUITE LA VOSTRA COSCIENZA CHE E’ L’ATMA!
Solo allora la vita umana sarà redenta.
Come la Divinità è all’interno, così l’intelletto viene chiamato “la Voce interiore”.
Tutto ciò che vedete e vivete all’esterno, non è niente altro che il riflesso dell’Essere interiore. Tutto ciò che è dentro è questione di reazione, riflesso ed eco.
Un piccolo esempio:
supponete di voler scrivere una lettera a casa vostra: sarete capaci di scrivere immediatamente appena prese in mano carta e penna? No! Prima decidete quanti soldi avete bisogno che vi mandino e cosa dovete menzionare nella lettera.
Perciò voi decidete tutto prima di scrivere la lettera, il che significa che la lettera non è niente altro che la copia carbone di ciò che già avete dentro di voi.
Allo stesso modo, la Beatitudine è dentro di voi! Tutte le gioie e felicità esteriori sono solo un riflesso. Una volta che capisce questa Verità eterna, l`umano diventa Divino.
Studenti!
Gli effetti delle circostanze presenti nella società, si oppongono a quella che è la Via spirituale. Non è la strada giusta, perché quando dimenticate Dio, dimenticate anche tutto il resto! Facendo così, dimenticherete persino voi stessi!!
Perciò: conoscete voi stessi!
Questo é ciò che Ramana Maharishi continuava a ripetere: dovete assolutamente conoscere voi stessi. Quando conoscete voi stessi, conoscerete qualunque altra cosa. Ma conoscere sé stessi non significa conoscere il corpo o la mente!
Un piccolo esempio:
“Questo è il mio corpo, la mia testa, la mia mano, la mia gamba, perciò: chi sono io?”.
Fatevi questa domanda! Quando dico MIO corpo, allora CHI sono io? Quando dico MIA testa, CHI sono io? Quando dico MIA mente, allora CHI sono io? Una volta che affermate MIO, MIO, MIO significa che c’è qualcosa di separato!
Un altro esempio:
Ecco il MIO fazzoletto; il fazzoletto è separato da me. Allo stesso modo quando dite “il MIO corpo”, significa che questi è separato da voi.
Perciò: CHI SIETE VOI ???
Allora capiremo che il corpo, la mente, i sensi, l’intelletto sono solo STRUMENTI.
VOI SIETE I PADRONI!!
Dominando la mente, ne diverrete i suoi padroni! Consideratevi i padroni. Il chirurgo usa il bisturi per operare il paziente ma in realtà, chi opera veramente?
E’ il bisturi o il chirurgo? Il bisturi è solo uno strumento mentre chi opera è il chirurgo. In questo caso, perciò, il dottore è il padrone ed il bisturi solo lo strumento; similmente, in questo mondo materiale, il corpo, i sensi, la mente e l’intelletto, sono solo strumenti.
La coscienza, l’Atma è il vero padrone!
E’ solo grazie al potere dell’Atma che gli occhi possono vedere, che le orecchie possono sentire e la mente è in grado di pensare e di far muovere il corpo!
Dovremmo avere questa fede in maniera forte: “Io sono l’Atma e non il corpo!”.
Nel Vedanta c’è tutta una serie di negazioni che spiegano chiaramente: “Non questo, non questo”.
Se voi indagate in questo modo, non avete bisogno di intraprendere estenuanti pratiche spirituali!
Nei tempi antichi, la gente seguiva tre sentieri principali: Karma Yoga, la Via dell’azione, Bhakti Yoga, la Via della Devozione, e Jnana Yoga, la Via della Conoscenza.
Il corpo è come una bolla di sapone, ma è anche il tempio di Dio.
II corpo è il tempio di Dio; la morte è la meta della vita materiale.
Voi tutti sapete che cosa è successo oggi.
Karunyananda è stato al fianco di Swami per gli ultimi quarant’anni; egli aveva compiuto 100 anni! Oggi ha lasciato il corpo. Il tempo e la posizione giusta, arrivano al momento giusto.
I canti vedici stavano continuando nel Poornachandra, il rituale del fuoco (Yajna) era celebrato…egli ha ascoltato e partecipato a tutto questo e se ne è andato in Pace.
Una settimana fa, egli venne da Bhagavan e Bhagavan gli chiese: “Che cosa vuoi?” Egli rispose: “Swami, io non voglio niente. Prendimi ai Tuoi Piedi di Loto!!”
Bhagavan chiese: “Perché dici così?”
Egli disse: “Che cosa ci può essere ancora che mi resta da sperimentare? Ho sperimentato tutto ciò che c’era da sperimentare!”
Egli seguì Swami durante tutti i viaggi più importanti e andò ovunque con Bhagavan; egli è morto nella più totale soddisfazione.
Questo insegna che nella vita umana si dovrebbe sperimentare il sentimento di soddisfazione ed appagamento. Non dovremmo mai essere scontenti o insoddisfatti. Chiedetevi sinceramente: “Chi è l’uomo più ricco del mondo?”. I più ricchi non sono certo i Birla, i Tata….
COLUI CHE PROVA APPAGAMENTO, E’ L’UOMO PIU’ RICCO!!
COLUI CHE HA IL MAGGIOR NUMERO DI DESIDERI,
E’ L’UOMO PIU’ POVERO!!
Perciò, non avere desideri è segno di grandezza!!
Le cose capitano, a questo mondo, senza che ci si possa fare niente! Il fatto che non sappiate quando capiteranno, fa divertire molto Bhagavan!!
Se qualcuno viene e dice: “Swami! Mio marito è morto!”, Swami risponde: “Santhosha, Santhosha” (Sono molto felice!!).
“Ma Swami! Mio marito è morto!! Come fai a dire che va bene?!” Ma…SWAMI E’ FELICE DI OGNI COSA!!!
Se una donna viene e mi dice: “Swami sto patendo dei dolori lancinanti….” “Sarithosha, Santhosha”; risponde Swami!
Swami dice: “Va bene, sono felice” per ogni cosa!
Padmanaba Shastri (bramino del tempio di Swami a Puttaparthi) è stato qui nell’Ashram per 40 anni.
Tutti voi lo conoscevate e lo vedevate fare la puja alla mattina; egli faceva l’Abhisheka (rituale che consiste nell’offrire le offerte al Signore, versandole sulla statua) ogni giorno. Egli adorava anche alla sera. Anche lui è morto oggi!
Entrambe queste persone, sono state con Bhagavan per questi ultimi 40 anni.
I corpi vanno e vengono; essi sono come nuvole passeggere. Nessun corpo è permanente, perciò: siate sempre pronti!!
Un piccolo esempio:
se volete fare una fotografia a Swami, dovete prendere la vostra macchina fotografica, inquadrare e, prima del “click”, dire: “Sei pronto, Swami?”.
Swami vi dirà : “Sono pronto!!!” (risate)
Se non seguite questo procedimento, la fotografia verrà mossa. Questo è il motivo per cui, quando si fa una fotografia, prima di scattare si dice. “Pronti?”
Se quando vi dicono “Pronti?”, voi state fermi, avrete una buona fotografia ma, se quando dicono “Pronti?” voi vi muovete, anche la fotografia verrà mossa!
I fotografi terreni vi avvisano prima di scattare MA DIO, IL DIVINO FOTOGRAFO, NON VI AVVISERA’ MAI! Perciò Dio vi dice: “SIATE SEMPRE PRONTI!!”
Quando ve lo chiederà? Non si sa! Perciò siate sempre pronti a tutto.
Nel mondo, oggigiorno, nessuno sta praticando gli Insegnamenti di Bhagavan! Ognuno segue i dettami del proprio ego. Questa è l’influenza del Kali Yuga.
Dio è la nostra coscienza ma qualunque cosa Egli dica, voi dubitate.
Bhagavan, durante gli ultimi tre mesi, ha continuato a ripetere a Padmanaba Shastri: “Padmanaba Shastri! Sei diabetico ed hai delle fasciature alla gamba: se vai avanti cosi ti dovranno amputare la gamba. Ti stai trascurando. Mi senti? Ascolta ciò che ti dico!!”.
Swami ha continuato a ripetere e ripetere ed insistere su questo punto ma lui continuava a mangiare dolci nonostante il diabete.
E oggi che cosa è successo? Oggi gli zuccheri gli sono saliti a 400 ed ha avuto un attacco di cuore.
Se ascoltate i comandi di Swami, voi sarete felici, la famiglia sarà felice e Swami stesso sarà felice!!
Baba canta:
“Ascoltate i buoni insegnamenti!
Voi non ascoltate i buoni insegnamenti
e vi comportate come pazzi!
Non prestate attenzione a ciò che Egli dice,
ma fate i vostri sporchi giochi
e vi mettete in condizione di soffrire!”
Nonostante i ripetuti insegnamenti, VOI NON ASCOLTATE!!
Per questo siete costantemente in pericolo. Dovreste ascoltare gli avvertimenti e mettere in pratica. Bhagavan non vi dice niente per Suo vantaggio, ma solo per il vostro bene: Bhagavan ha quasi 72 anni e, finora, non avete mai potuto trovare in Lui nemmeno la minima traccia di egoismo!! Qualunque cosa dice è per il vostro bene; qualunque cosa fa, è per voi! Voi non capite il segreto e vi ingannate da soli.
Dov’è il divertimento nella sofferenza? Sono tutte cose inutili. Perciò: meglio conoscere fin dall`inizio.
Pensate a Dio, cantate la Sua gloria continuamente; cercate di conoscere chiaramente la natura dell’intelletto.
Domani Bhagavan vi parlerà dell’Atma!
Prima ha parlato del corpo, poi dei sensi, poi della mente, oggi dell’intelletto: domani parlerà dell’Atma!
Se cominciate a conoscerli uno dopo l’altro, avrete queste cose impresse nel vostro cuore.
Swami conclude cantando:
“Rama Kodende Rama……”